3.3 Le politiche per l'empowerment 3.3.1 Per una nuova forma di partecipazione dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze L'infanzia e l'adolescenza rappresentano quelle fasi della vita in cui lo sguardo sul mondo e sulle persone beneficia di maggiore originalita' e liberta' dai condizionamenti della cultura di appartenenza. Pertanto, dare voce e fiducia al protagonismo di bambini e adolescenti nelle questioni che li riguardano, riconoscendoli come interlocutori di pari dignita', consente di conquistare un punto di vista sui fatti diverso, spesso divergente, che concorre all'evoluzione del pensiero dell'intera societa'. La partecipazione non e' solo un diritto fondamentale che il mondo degli adulti deve riconoscergli, ma deve diventare sempre piu' una pratica quotidiana, un agire consolidato da tenere presente, un vincolo nella programmazione che attivi in tutti i contesti procedure e modalita' di consultazione, prevedendo, per i piu' piccoli, diverse forme di rappresentanza distinte dagli attuali organi collegiali, istituiti ai vari livelli di governo (circoscrizioni, quartieri e municipi, comuni, citta' metropolitane, unioni, province, regioni). In altri termini, in tutte le situazioni di natura legale e organizzativa, in famiglia cosi' come a scuola e in tutti quei contesti educativi, sociali e ricreativi abitati da bambini e bambine, ragazzi e ragazze, essi potranno esprimere la loro opinione e questa sara' tenuta in considerazione.. La valorizzazione e la disseminazione di esperienze di buone pratiche di partecipazione in corso potra' sostenere il processo di ulteriore implementazione delle esperienze. A cio' si aggiunge che, se e' sempre importante tenere in considerazione le istanze dei nostri cittadini piu' giovani, ancora piu' attenzione deve essere dedicata ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze portatori di bisogni specifici, affinche' siano garantiti loro gli stessi diritti, indipendentemente dalle condizioni fisiche e dal contesto familiare o sociale di provenienza. La partecipazione, infatti, e' strettamente collegata al concetto di opportunita' e di pari opportunita'. Per tale motivo, e' fondamentale adottare azioni specifiche per garantire le effettive funzioni inclusive del sistema educativo e scolastico, con particolare riguardo a bambini e bambine, ragazzi e ragazze: a)con disturbi specifici di apprendimento (DSA), bisogni educativi speciali (BES); b)disturbi da deficit di attenzione/iperattivita' (ADHD), disabilita', malattie croniche, ecc.; c)provenienti da famiglie fragili o da contesti potenzialmente vulnerabili (ad esempio,famiglie con svantaggio sociale, economico, linguistico, culturale, ecc.); d)gruppi di minorenni fuori famiglia, stranieri soli o appartenenti a minoranze etniche,ponendo attenzione ad alcuni aspetti, tra cui la lingua veicolare e il supporto dellamediazione culturale. La prospettiva dell'ascolto dei minori di eta' per garantire la loro inclusione nei processi decisionali, deve, quindi, farsi capace di realizzarsi nei diversi contesti di vita e sensibile nei confronti delle condizioni di fragilita', come nel caso dei minorenni accolti in comunita' e dei minorenni stranieri non accompagnati. Al contempo, in via complementare, la partecipazione costituisce presupposto e strumento indispensabile per la costruzione di una cittadinanza pienamente consapevole e responsabile. Tale obiettivo potra' essere realizzato anche investendo sulla formazione al tema della partecipazione di tutto il personale e i professionisti che lavorano con e per i bambini e i ragazzi, per garantire procedure di ascolto protette in cui il minorenne possa esprimere il proprio pensiero, essendo correttamente informato sul provvedimento che lo riguarda, le possibili conseguenze. Chiunque operi con o per i bambini e gli adolescenti dovrebbe ricevere una formazione adeguata, iniziale e continua. Azione 25 - Animare e sostenere esperienze e buone pratiche di partecipazione Parte di provvedimento in formato grafico Azione 26 - Formare sul tema della partecipazione Parte di provvedimento in formato grafico Azione 27 - Normare e monitorare il tema della partecipazione Parte di provvedimento in formato grafico 3.3.2 Contribuire alla costruzione e al rafforzamento della comunita' educante partendo dallo strumento del patto educativo di comunita' La crescita di un figlio non e' solo una questione che riguarda la sua famiglia, ma chiama in causa le responsabilita' dell'intera comunita', affinche' bambine e bambini, ragazze e ragazzi, possano avere uguali opportunita' e stessi diritti, indipendentemente dalle condizioni sociali e personali di origine. E' intorno a tale considerazione che si e' sviluppata la riflessione dell'Osservatorio sulla valorizzazione e il consolidamento della comunita' educante, che da una parte rifletta le peculiarita' del tessuto territoriale in cui e' inserita e dall'altra abbia criteri di omogeneita' che contrastino diseguaglianze sul territorio nazionale. L'intento e' dunque quello di favorire, mediante gli strumenti dei patti educativi di comunita', nonche' dei patti territoriali delle comunita' educanti, lo sviluppo sul territorio di collaborazioni strutturate volte a favorire l'educazione (formale, non formale, informale) e il patto intergenerazionale tra i soggetti che abitano il territorio, minorenni e adulti e la definizione di un modello di comunita' educante, che superi i confini della scuola. Infatti, mentre i patti educativi di comunita' sono stati recentemente normati, come gia' richiamato al paragrafo 2.3.2, i patti territoriali delle comunita' educanti sono strumenti promossi dal basso, grazie alle sollecitazioni provenienti da qualsiasi soggetto territoriale, capace di aggregare piu' attori di un territorio intorno a processi educativi che riguardano la comunita', e in particolare le persone di minore eta' secondo una visione condivisa di bisogno, valori e azioni ritenute appropriate. La scuola, gli enti locali e tutti gli altri servizi educativi, culturali e ricreativi di un contesto locale costituiscono l'orizzonte per la formazione e la sperimentazione di forme attive di partecipazione civica, attraverso i cosiddetti patti educativi di comunita' o di forme di collaborazione assimilabili. Esistono gia' diverse esperienze in corso sul territorio nazionale che potranno essere meglio conosciute per prenderle a modello, e contribuire cosi' alla definizione di criteri costitutivi essenziali e omogenei di patti di comunita' e linee guida, al fine di favorire esperienze di scambio tra territori, con particolare attenzione per l'inclusione di soggetti che vivono in contesti di maggiore vulnerabilita': non solo minorenni, ma anche adulti e anziani, in modo da incentivare la ricostruzione di un patto intergenerazionale sul territorio. Allo stesso tempo, la valorizzazione di quanto di efficace e' stato gia' realizzato sui territori consentira' anche l'individuazione di indicatori utili al monitoraggio delle esperienze sul medio e lungo periodo. Cio' potra' favorire, inoltre, il processo di regolamentazione dei patti per una comunita' entro una norma nazionale che li definisca livelli essenziali di prestazione (LEP) presenti in ogni territorio corrispondente al comune, e che ne individui le attivita' mediante accordi di programma fra soggetti istituzionali pubblici (comuni, scuole, servizi sociosanitari e culturali) e risorse del territorio (terzo settore, associazionismo, societa' sportive, ecc.), con il coinvolgimento di bambini e adolescenti. In questo ultimo anno, in cui le attivita' scolastiche si sono dovute interrompere per poi riprendere a fasi intermittenti tra didattica a distanza (DAD) e attivita' in presenza, si sono rese ancora piu' evidenti le differenze nelle opportunita' tra bambini e adolescenti. In tal senso, la ripresa delle attivita' scolastiche in presenza deve essere anche un'occasione per rilanciare un'idea nuova di educazione, di scuola e, in generale, di accoglienza fondata sulla fiducia nelle potenzialita' di partecipazione attiva di tutti i bambini e i ragazzi ai processi che accompagnano lo sviluppo di relazioni, conoscenze e apprendimenti, nonche' sulla capacita' di sviluppare un dialogo intergenerazionale nell'ambito di patti per una comunita' che educa, in cui ogni soggetto dialoga con pari dignita', e in cui il tema dell'educazione diventa un elemento trasversale a tutte le persone, di ogni eta'. Azione 28 - La ricognizione dei patti educativi di comunita' e l'elaborazione di linee di indirizzo nazionali sulla comunita' educante Parte di provvedimento in formato grafico Azione 29 - I patti territoriali delle comunita' educanti tra linee di indirizzo nazionali e la diffusione di pratiche partecipative Parte di provvedimento in formato grafico 3.3.3 Programmare e valutare le politiche pubbliche Un intervento efficace e proporzionato allo scopo cui intende rispondere si fonda sempre sulla qualita' dei dati di realta' di partenza, sulla possibilita' di monitoraggio nel tempo e di valutazione della sua attuazione, nonche' sull'impatto che tale intervento riesce a conseguire nella complessita' della realta' di interesse. Nell'ambito minorile, l'indisponibilita' e la frammentarieta' dell'informazione a disposizione costituiscono un rischio - se non un vero e proprio pericolo - per l'effettiva e piena esigibilita' dei diritti delle persone di minore eta' e, in particolare, di quelli maggiormente vulnerabili che sono destinatari di interventi pubblici di protezione e tutela. La programmazione e la valutazione delle politiche pubbliche di prevenzione, protezione e tutela dell'infanzia e dell'adolescenza - che implicano il miglioramento dell'informazione sul fenomeno della violenza, la valutazione dell'efficacia delle politiche, la valutazione dei processi e degli esiti delle singole pratiche di intervento - richiedono urgenti, quanto necessarie, azioni di razionalizzazione e riassetto dell'esistente, per favorire la qualita' e la confrontabilita' dei dati raccolti dai diversi sistemi che detengono informazioni sui bambini e sui ragazzi in carico ai servizi e fuori famiglia - si pensi, in particolare, al sistema informativo nazionale sulla cura e la protezione dei bambini e delle loro famiglie (SINBA), del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, tra le principali componenti del Sistema informativo unitario dei servizi sociali (SIUSS), e ai sistemi informativi del Ministero della giustizia e del Ministero dell'interno e del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (con riferimento al SIM) - aumentando, nel contempo, l'interoperabilita' dei sistemi che raccolgono informazioni sui soggetti implicati in procedure di tutela, protezione, cura, segnalazioni all'autorita' giudiziaria, nel rispetto della normativa sulla privacy. In tal senso, per dare forza al percorso e' necessario garantire la qualita' dei dati raccolti e dell'informazione prodotta, attraverso il potenziamento delle dotazioni organiche di professionisti dei servizi di protezione dell'infanzia e dell'adolescenza chiamati materialmente a occuparsi del reperimento delle informazioni, la sensibilizzazione alla cultura della documentazione del proprio lavoro quale patrimonio allargato, condiviso e non di esclusivo utilizzo, oltre che dell'importanza del monitoraggio e della valutazione degli interventi e dei servizi erogati, investendo sull'aggiornamento costante delle competenze degli operatori variamente coinvolti e avendo quale scopo finale la promozione della diffusione della cultura dei diritti dei bambini, lavorando per il loro interesse superiore. Azione 30 - Sviluppare e integrare sistemi informativi sull'infanzia e l'adolescenza Parte di provvedimento in formato grafico 3.3.4 Migliorare la reattivita' dei sistemi sanitari alle condizioni di vulnerabilita' La condizione di svantaggio, di deprivazione, di esclusione sociale dei minorenni e delle famiglie in cui essi vivono espone bambini e ragazzi a gravi rischi per la salute, e compromette il sano sviluppo delle proprie potenzialita' e dell'equilibrio psicofisico. Il sistema sanitario nazionale in tutte le sue ramificazioni, valorizzando le connessioni con la rete dei servizi e delle agenzie che operano sul territorio, rappresenta lo strumento principale per garantire la protezione, la prevenzione e la promozione del diritto alla salute dei minorenni vulnerabili. In tal senso, azioni specifiche per rispondere in maniera efficace ai bisogni e alle esigenze di questi minorenni sono rintracciabili nei piu' recenti documenti di indirizzo di salute pubblica. In tale prospettiva, il 5° Piano prevede, in continuita' con quanto previsto dal precedente 4° Piano, individua, al fine di migliorare la reattivita' dei sistemi sanitari nel rispondere alle esigenze delle bambine e dei bambini e delle ragazze e dei ragazzi in situazione di vulnerabilita', interventi per la promozione della salute materno infantile, ponendo particolare attenzione alle donne in condizione di disagio sociale. Azione 31 - La promozione della salute materno infantile Parte di provvedimento in formato grafico 4 Appendice Diritti, priorita' d'azione e pandemia: le opinioni delle bambine e dei bambini e delle ragazze e dei ragazzi. Il Dipartimento per le politiche della famiglia, della Presidenza del Consiglio dei ministri, con la collaborazione dell'Istituto degli Innocenti di Firenze ha promosso - nel quadro delle attivita' del gia' Centro nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza - una ricerca volta a raccogliere il punto di vista delle ragazze e dei ragazzi dodicenni e diciassettenni su temi che sono stati oggetto di attenzione da parte dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza nell'elaborazione del 5° Piano nazionale d'azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in eta' evolutiva. I focus group sono stati costruiti valorizzando la rete dei contatti territoriali consolidatasi nel corso degli anni grazie alle attivita' di ricerca condotte per il gia' Centro nazionale. Le categorie sono state incluse facendo riferimento a quelle che si individuano come tipicamente vulnerabili e a rischio di esclusione. Il target di eta' ha cercato di riflettere il piu' possibile quello dell'indagine online, di mantenere un giusto equilibrio tra maschi e femmine e di raccogliere le esperienze rappresentative di differenti contesti geografici. Il gruppo di ricerca ha preso contatto inizialmente con i referenti degli enti e delle organizzazioni ai fini della presentazione dell'intervento e della condivisione delle procedure di salvaguardia e di rispetto della privacy necessarie al fine di consentire una partecipazione consapevole ed efficace senza rischi alcuno per i ragazzi e le ragazze. La consultazione e' stata realizzata tramite un questionario online e proposto a gruppi classe dislocati nelle principali aree metropolitane e in alcuni contesti minori al fine di intercettare tutte le differenti esperienze. Di seguito si riporta l'estratto del rapporto di ricerca, conseguente alla realizzazione dell'indagine, relativamente a "Osservatorio e Piano di azione". 4.1 Consultazione tramite questionario online 4.1.1 Osservatorio e Piano di azione I ragazzi e le ragazze hanno espresso la loro opinione anche riguardo ai cinque temi sui diritti e la partecipazione dei bambini e ragazzi che l'Osservatorio ha individuato come prioritari. Considerando i punteggi piu' alti, pari almeno ad un valore di 8 su una scala da 1 a 10, il tema che ha registrato una percentuale piu' alta, 80 per cento e' quello relativo alle azioni volte al sostegno e all'aiuto di bambini e ragazzi in condizioni di fragilita' o difficolta'. A seguire (76 per cento) gli interventi volti a promuovere e tutelare la salute come benessere integrale della persona e (74 per cento) la partecipazione come diritto e opportunita' per tutti i bambini e ragazzi. Con percentuali inferiori, ma comunque significative, il contrasto delle condizioni di poverta' (70 per cento) e, infine, il ruolo delle comunita' e delle reti di solidarieta' territoriale per i bambini e i ragazzi (50 per cento). Figura 12. Quanto ritieni importanti questi temi rispetto alla vita dei ragazzi e delle ragazze? (percentuale di risposte con un punteggio di almeno 8 su una scala da 1 a 10) Parte di provvedimento in formato grafico Per ciascuno di questi macro-temi sono state individuate delle priorita' piu' specifiche e puntuali, sulle quali i ragazzi e le ragazze sono stati chiamati ad esprimersi. In merito alle conseguenze delle condizioni di poverta' per i bambini e i ragazzi, le tre priorita' proposte hanno fatto segnare le seguenti incidenze (cumulando le risposte con un punteggio di almeno 8 su una scala da 1 a 10): a) sostegno economico per le famiglie povere con figli minorenni e accompagnamento nel percorso di uscita dalla poverta' (75,2 per cento); · accesso alla mensa scolastica per tutti gli alunni e gli studenti, con accesso gratuito per i bambini e i ragazzi in condizione di poverta' (68,5 per cento); b) disponibilita' di dispositivi (pc, tablet, etc.) per tutti i minorenni, accesso gratuito a internet, e aiuto per l'acquisizione delle competenze digitali (62,2 per cento). Rispetto al ruolo delle comunita' e delle reti di solidarieta' territoriale per i bambini e i ragazzi, le tre priorita' proposte hanno fatto segnare le seguenti incidenze (cumulando le risposte con un punteggio di almeno 8 su una scala da 1 a 10): c) poter avere sia spazi per attivita' sportive e di gioco che incrementare attivita' al di fuori della scuola con laboratori, incontri con realta' del territorio come associazioni e altre istituzioni culturali (accademie, centri culturali) per la realizzazione di percorsi informali coprogettati dai giovani. (62,3 per cento); d) poter avere a disposizione strumenti per percorsi cooperativi di crescita e spazi come centri per lo studio assistito a scuola o fuori dalla scuola (60,8 per cento); e) poter avere a disposizione, in orario extrascolastico - non solo in spazi della scuola - spazi per attivita' ricreative con animatori o educatori per fare laboratori artistici, musicali, teatrali, attivita' sportive. Contestualmente favorire scambi con scuole del territorio sia di pari grado che di grado diverso e con la dimensione accademica (58,2 per cento). Al fine di promuovere e tutelare la salute come benessere integrale della persona, le tre priorita' proposte hanno fatto segnare le seguenti incidenze (cumulando le risposte con un punteggio di almeno 8 su una scala da 1 a 10): a) impegno dedicato a promuovere/fare esperienza di corretti stili di vita (per esempio life skills, educazione alimentare e allo sport, bullismo/cyberbullismo, dipendenze, utilizzo della rete e social media) (69 per cento); · sostegno psicologico nelle scuole (69 per cento); b) promozione delle relazioni: mi educo a rispettare me stesso/a e gli altri, mi educo a volere bene a me stesso/a e agli altri. Mi educo a rispettare le differenze (58,2 per cento). Per sostenere e aiutare bambini e ragazzi in condizioni di fragilita'/difficolta', le tre priorita' proposte hanno fatto segnare le seguenti incidenze (cumulando le risposte con un punteggio di almeno 8 su una scala da 1 a 10): a) migliorare la conoscenza - oggi carente - del numero dei bambini e bambine, ragazzi e ragazze in Italia che si trovano in una situazione di fragilita' (violenza, maltrattamento, bambini fuori dalla famiglia di origine, minorenni stranieri non accompagnati, ecc.) e il percorso da loro fatto in carico ai servizi sociali per poterli aiutare (76,1 per cento); b) superare con una norma dello Stato le differenze esistenti fra le varie regioni migliorando la protezione dei minorenni (dalla violenza, dai maltrattamenti) e rendendola uniforme su tutto il territorio italiano (74,8 per cento); c) aumentare il numero delle persone che si prendono cura dei bambini e la qualita' dei corsi di formazione perche' gli operatori siano preparati ad occuparsi anche dei casi piu' difficili (violenza, maltrattamenti, separazioni conflittuali ecc.) (74,4 per cento). Infine per garantire la partecipazione come diritto e opportunita' per tutti i bambini, le bambine, i ragazzi e le ragazze, le tre priorita' proposte hanno fatto segnare le seguenti incidenze (cumulando le risposte con un punteggio di almeno 8 su una scala da 1 a 10): a) garantire il diritto all'educazione a partire dalla prima infanzia per tutte le bambine e tutti i bambini (76,4 per cento); b) coinvolgere le istituzioni e le risorse del territorio in un patto di collaborazione orientato all'investimento sul capitale umano e sociale a partire dai bambini, dalle bambine, dai ragazzi e dalle ragazze (62,7 per cento); c) definire una nuova forma di partecipazione di bambini/e e ragazzi/e che riconosca il loro protagonismo attivo nella societa' (40,3 per cento). 4.1.2 Le proposte all'Osservatorio nazionale I ragazzi e le ragazze sono stati invitati ad annotare osservazioni utili anche a integrare le proposte dell'Osservatorio, ecco una breve sintesi delle loro risposte suddivise per area tematica, tuttavia la maggior parte si e' reputata soddisfatta dai contenuti presentati loro. «Secondo me i temi che sono stati gia' inseriti all'interno dell'Osservatorio nazionale sono i principi su cui si deve fondare una comunita' e non riesco a trovarne altri.»50 __________ 50 Le frasi in virgolette riportano espressioni delle ragazze e dei ragazzi intervistati. a) Le conseguenze delle condizioni di poverta' per i bambini e i ragazzi. Quale altra priorita' individueresti? Il tema della poverta' minorile e' considerato da quasi tutti i partecipanti come una vera e propria priorita' cui dare risposta con un adeguato sostegno economico per le famiglie povere con figli minorenni. Alle istituzioni chiedono di agire per garantire un aiuto concreto alle famiglie e il rispetto di diritti fondamentali: avere una casa, il diritto allo studio, libri e materiale scolastico, accesso alla mensa, supporto psicologico, contrasto del bullismo per motivi economici. I ragazzi e le ragazze esprimono con chiarezza che la scuola e' un diritto ed un dovere, alla luce della Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Il sostegno economico a cui fanno riferimento i ragazzi, si concretizza nella possibilita' di partecipare e nel soddisfacimento del loro diritto di studiare. Il diritto allo studio e' riconosciuto come un diritto che appartiene a tutti e che per tale motivo andrebbe garantito anche a chi non ha la possibilita' economica di pagare i libri, i quaderni, accedere al servizio mensa e pagare gli autobus e le tasse universitarie. «Avere una casa e un minimo di stipendio per le persone povere.» «Trasporti facilitati nei viaggi da scuola a casa e materiale scolastico gratuito per i ragazzi e le ragazze poveri.» «La priorita' di dare almeno un alloggio per le persone povere, e di dare dei pasti gratis ad essi.» «L'istruzione dei bambini poveri che non possono permettersi apparecchi elettronici.» «Garantire anche ai bambini piu' poveri la disponibilita' di libri e materiale per le attivita' scolastiche.» «Un aiuto alle famiglie che non riescono a permettersi libri, astucci, fogli da disegno, e visto che in classe mia succede spesso che la gente si scordi la merenda o non riesca a comprarla.» «Il fatto che molte persone - soprattutto nei Paesi piu' poveri - non hanno accesso all'istruzione, fondamentale per un futuro dignitoso.» «I ragazzi e le ragazze poveri dovrebbero avere gli stessi diritti di tutti.» Combattere la poverta' e' anche fornire device per lo studio e accesso alla rete, l'esperienza della Dad ha modificato le priorita' di alcuni, e i ragazzi affrontano il problema con proposte e iniziative di uguaglianza e opportunita', a garanzia di una scuola per tutti. b) Disponibilita' di Wi-Fi funzionante e di pc moderni in ogni scuola del territorio. Uso di tablet o pc in comodato per tutti. Che se ritorneremo in Dad, i ragazzi poveri devono avere pc o tablet dati dalla scuola, perche' essendo poveri non potrebbero permetterselo. Anche le cure sanitarie e i dispositivi di protezione individuale hanno preso posto tra le necessita' cui dare risposta e di cui i ragazzi e le ragazze sono consapevoli. «Come altra priorita' ritengo sia opportuno un piano di sostegno per chi necessita' di cure sanitarie. La distribuzione di mascherine che proteggano.» I ragazzi e le ragazze individuano anche nel bullismo con radici economiche una forma di discriminazione e la denunciano e si interrogano su come porvi riparo. «E' una priorita' che i ragazzi o le ragazze poveri non vengano trattati in un modo cattivo.» «Direi per quelli che non riescono a comprare i vestiti e che vengono presi in giro per i vestiti brutti e' bello se i vestiti usati vengono dati a quelle persone.» «La priorita' ad avere vestiti, sia caldi per l'inverno sia freschi per l'estate.» «Secondo me si potrebbe regalargli dei giochi, anche semplice ma per loro molto utili, perche' anche loro hanno diritto al gioco e all'infanzia e non possono essere presi in giro perche' non li hanno.» «Secondo me i bambini poveri devono avere la priorita' di essere inclusi e di avere amici.» «Spesso alcuni ritengono i bambini poveri inferiori.» «Offrire le gite scolastiche anche ai bambini/e con problemi economici perche' il fatto di vederli diversamente potrebbe portate gli altri bambini ad atti di bullismo.» E' molto interessante la capacita' di tematizzare un aspetto poco esplorato della poverta' minorile, quello dei sentimenti che essa genera tra coloro che ne soffrono e il mondo attorno che guarda, giudica e non sempre solidarizza. Vergognarsi di essere poveri, un sentimento che si e' visto quanto possa scatenare reazioni estreme tra gli adulti e che anche i bambini e le bambine esprimono e i nostri intervistati lo testimoniano. I ragazzi e le ragazze chiedono di arginare gli atti di discriminazione, bullismo, razzismo purtroppo ancora molto evidenti nelle scuole. Essi propongono misure piu' severe da parte della scuola come un deterrente per scoraggiare comportamenti discriminanti e offensivi, alcuni di loro chiedono anche interventi di sostegno educativo/psicologico per affrontare un disagio personale e familiare che ora avvertono piu' intenso. Essi fanno quindi spesso riferimento all'intervento di esperti all'interno delle istituzioni scolastiche, affinche' possano aiutare coloro che ne hanno necessita'. «Il diritto di avere un'insegnante di sostegno che ti aiuta se hai difficolta'.» Avere dei docenti piu' giovani che usino un metodo di insegnamento piu' moderno, che non facciano venire l'ansia e che non mettano in imbarazzo gli alunni. Mettere a disposizione degli educatori o tutor per i bambini o ragazzi che non possono essere seguiti adeguatamente a casa. Aiutare i ragazzi/e che si sentono in difficolta' con i problemi dell'adolescenza. Lo stare male in famiglia e genitori severi, sembra una cosa da poco ma aver questo problema non e' per niente facile. Non essere giudicati per il colore della pelle o per il fisico. Punito severamente qualsiasi ragazzo/a che prende in giro in modo razzista. c) Il ruolo delle comunita' e delle reti di solidarieta' territoriale per i bambini e i ragazzi. Quale altra priorita' individueresti? Rispetto ai contesti sociali nei quali essi vivono, le priorita' individuate dall'Osservatorio sembrano sufficientemente esaustive, gli intervistati sottolineano, infatti, pochi aspetti aggiuntivi, in particolare l'importanza del diritto alle pari opportunita' che esprimono come esigenza di «Ridurre la disuguaglianza e l'ingiustizia sociale.» «Avere uno Stato che tutela i cittadini.» «Poter essere attive come cittadine.» «Aiutare soprattutto le famiglie povere che non riescono ad andare avanti economicamente.» I ragazzi e ragazze che hanno partecipato al questionario, tra i 12 ed i 17 anni, in eta' pre-adolescenziale ed adolescenziale, sentono sempre piu' l'esigenza di "prendere la distanza" dal contesto familiare, per muoversi verso il gruppo dei pari. L'educazione ha il compito di accogliere la spinta all'autonomia, integrandola con il piano delle responsabilita'. Risulta importante che gli adulti accompagnino gradualmente i ragazzi e le ragazze in questo percorso. I ragazzi e le ragazze intuiscono che l'autonomia non e' scissa dalla responsabilita', dalla capacita' di prendere decisioni il piu' possibile consapevoli, sapendo che delle conseguenze si risponde in prima persona. L'intreccio tra autonomia e responsabilita' e' la base per poter essere soggetti autodeterminati e cittadini attivi. Le realta' educative nelle quali i ragazzi e le ragazze si sentono a proprio agio, oltre al contesto familiare e scolastico sono spazi esterni, contesti dove si puo' praticare sport, attivita' educative territoriali laboratoriali, oltre che spazi culturali come la biblioteca scolastica e del Comune, luoghi dove si possono affrontare varie tematiche interessanti per loro anche attraverso momenti seminariali. «Poter avere sia spazi per attivita' sportive e di gioco.» «Aggiungere una biblioteca in ogni scuola.» «Percorsi di orientamento, seminari alternativi sulla formazione del cittadino e su tematiche poco discusse in tema di crescita personale.» «Incrementare lo sviluppo di parchi verdi per poter far conoscere ai bambini la natura e non farli crescere in un ambiente industrializzato.» «Mezzi di trasporto a disposizione per chiunque non abbia la possibilita' di essere accompagnato in macchina da un genitore.» «Istituire centri dove i bambini imparano a stare insieme, con il fine di combattere le discriminazioni (razzismo e xenofobia) e le cattive abitudini (alcolismo, tabagismo o addirittura uso di droghe).» Le proposte ruotano attorno ad attivita' da svolgersi tra pari o con la presenza di adulti di riferimento all'interno di contesti formali, informali e non formali, per sperimentare nuove forme di espressione, di partecipazione, di condivisione progettuale, mettendo al centro il ragazzo e la ragazza, dando voce alle loro idee e opinioni, anche attraverso vari linguaggi espressivi. c) Promuovere e tutelare la salute come benessere integrale della persona. Quale altra priorita' individueresti? Le considerazioni raccolte rivelano che i ragazzi e le ragazze identificano il benessere con un concetto ampio che racchiude aspetti fisici, mentali, sociali e spirituali. Benessere per loro si identifica anche come superamento della poverta' educativa e non solo economica, opportunita' di scelta e coraggio di affrontare un mondo che puo' ostacolare e condizionare. Tra le priorita' essi collocano il contrasto al bullismo e la promozione di una cultura attenta al rispetto dei diritti. «Non discriminare le persone di altri Paesi.» «Essere rispettati e rispettare le persone diverse da noi.» «Rispettarsi a vicenda e garantire l'educazione e pari opportunita'.» «Educazione all'uguaglianza e alla conoscenza dei propri diritti.» Il benessere dipende ancora tanto dal contesto scolastico, dove si attendono risposte da esperti e ascolto. «Lezioni specifiche con degli esperti che spieghino i problemi adolescenziali principali (disturbi alimentari e psicologici, ad esempio anoressia, bulimia, depressione, ecc..).» «Educazione sessuale nelle scuole.» «Impegno da parte dei professori nell'assistere al meglio i propri studenti, adattando la didattica in modo differente per il benessere di ognuno di essi.» «Educazione ad una vita al di fuori dell'ambito scolastico, per vivere in futuro al meglio integrati in una comunita'.» «Operatori interessati ad ascoltare i problemi dei ragazzi.» «Attivita' di sensibilizzazione dei docenti scolastici alle problematiche dei ragazzi e su come individuarle e agire.» d) Sostenere e aiutare bambini e ragazzi in condizioni di fragilita'/ difficolta'. Quale altra priorita' individueresti? I ragazzi e le ragazze capiscono che la poverta' psicosociale ed educativa esperita nell'ambiente sociofamiliare nei primi anni di vita puo' rappresentare un elemento di disuguaglianze sociali e poverta' economica. Chiedono che ci siano interventi in grado di promuovere condizioni idonee alla crescita, di prevenire i rischi che possono ostacolare il percorso di sviluppo e a preservare la salute e la sicurezza dei loro coetanei. Anche una strutturata ed efficace organizzazione dei servizi territoriali puo' garantire una continuita' di interventi con l'obiettivo di rispondere ai loro bisogni. I ragazzi e le ragazze fanno eco alle proposte dell'Osservatorio pensando a misure di sostegno a favore di coetanei in condizioni di fragilita': sostegno educativo, tutela e protezione dei bambini vittime di sfruttamento, discriminazione, violenza, impegno contro il bullismo, attenzione ai ragazzi stranieri «Informare piu' nelle scuole sui maltrattamenti e sfruttamenti che avvengono in Italia e far organizzare ai ragazzi campagne e associazioni a tutela delle vittime che subiscono tali atrocita'.» «Percorsi di aiuto e riabilitazione a chiunque ha subito violenze.» «Aiutare i minori non accompagnati.» «Aiutare sempre questi bambini che vengono picchiati e magari mandarli in un'altra famiglia con non li maltratta.» «Tutelare i bambini e le bambine che hanno subito abusi.» «Ridurre il bullismo.» «Far si' che i bambini/ragazzi maltrattati possano recuperare un benessere fisico e mentale il piu' presto possibile e magari in luoghi appositi (diviso in luoghi per ragazzi e per bambini per far stare ad agio le diverse fasce d'eta'), preferibilmente all'aperto e a contatto con la natura (luogo tipico dell'immaginario felice e tranquillo dei ragazzi e bambini) per rassicurarli, tranquillizzarli e dar loro l'affetto necessario per riprendersi.» Anche a scuola i ragazzi e le ragazze vogliono informazioni per loro e i loro insegnanti. «Avere professori che stiano piu' attenti ai fatti che accadono nel corso della giornata come il bullismo.» «Rendere, attraverso incontri mirati, i ragazzi piu' sensibili sul tema della diversita' e su quanto essa non esista.» «Inserire 1 ora alla settimana (da sostituire con un'altra materia) per fare laboratori o discussioni in classe con la professoressa.» «E se esplicitano i temi sui quali vorrebbero trovare un confronto, essi sono quelli che attraversano la loro crescita: l'educazione sessuale, il cyberbullismo, il razzismo, l'omofobia, la violenza, il rispetto per l'ambiente.» «Educazione sessuale nelle scuole.» «Vorrei proporre il discorso dell'omofobia perche' anche qui a scuola succede e vorrei proporre anche un'altra attenzione che e quella del bullismo.» «Corsi sulla lgbt per far sentire meno sole persone con orientamenti diversi e parlare di queste persone che possono avere dei problemi e subire discriminazioni.» «Il rispetto per l'ambiente e per gli animali, l'inquinamento, l'energia rinnovabile.» «La violenza sulle ragazze.» e) La partecipazione come diritto e opportunita' per tutti i bambini e ragazzi. Quale altra priorita' individueresti? Con grande lucidita' e concretezza i ragazzi e le ragazze hanno associato alla partecipazione la possibilita' di veder soddisfatti i loro bisogni fondamentali: di nuovo lotta alla poverta', diritti all'educazione («dall'infanzia e per tutti!») essere ascoltati e coinvolti dagli adulti prossimi e dalle istituzioni. Essi si percepiscono soggetti in divenire, alla ricerca di approdi nei quali ancorare i propri cambiamenti e incidere sulla comunita' che li circonda. Quando interpellati i ragazzi e le ragazze esprimono un punto di vista diverso da quello dei grandi su come dovrebbe essere la realta', come adulti, abbiamo la responsabilita' e il dovere di ascoltarli. La richiesta che emerge e' quella di creare un ambiente di ascolto ed empatia, dove ognuno possa sentirsi libero di apportare il proprio contributo, secondo le proprie competenze e grado di sviluppo. «Per me partecipare vuol dire anche fare educazione pratica (e non solo teorica come avviene nella scuola italiana).» «Creare incontri periodici tra i giovani e le istituzioni.» 4.2 Approfondimento qualitativo 4.2.1 Osservatorio e Piano di azione Una certa curiosita' ha suscitato l'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, un organismo istituito ormai quasi un quarto di secolo fa, ma che solo in anni recenti e con una qualche discontinuita' ha inglobato il punto divista dei ragazzi e delle ragazze nei propri processi consultivi, di analisi ed elaborazione. Molto poco conosciuto anche lo strumento del Piano di azione, un atto di coordinamento e programmazione delle politiche per l'infanzia e l'adolescenza francamente poco noto anche agli operatori e alle operatrici di riferimento dei minorenni coinvolti. Ai gruppi e' stato esplicitato il legame tra il Piano nazionale e i principi e i diritti della Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, provando a rendere evidente l'inscindibile interdipendenza tra "affermazione di diritto e realta'" come detto da uno dei partecipanti. Rispetto ai temi del Piano nazionale per l'infanzia e dell'adolescenza, tre hanno suscitato un particolare interesse: a) il diritto allo studio ha sollecitato l'apertura e l'introduzione al concetto piu' ampio di diritto, richiamando la Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia e adolescenza, poco nota ai ragazzi. I ragazzi spontanei nell'esporre i loro pensieri in merito ai diritti e la partecipazione, sono inclini ad osservazioni a volte critiche nei confronti di «chi potrebbe agire dall'alto ma non lo fa». Il riferimento ad azioni politiche a tutela dei cittadini introduce il concetto di cittadinanza, etica e uguaglianza sociale a cui fanno spesso riferimento, insistendo sulla non accettazione della diversita' dei diritti tra ragazzi e ragazze o adulti. Nonostante la consapevolezza che "gli adulti sanno e conoscono di piu'", i ragazzi richiamano con forza la loro voglia di partecipare alle scelte della comunita' in cui vivono, portando le loro idee innovative e produttive anche per chi vive in contesti cittadini o rionali di grande disagio e di scarse opportunita' di futuro. Diritto e dovere, possibilita', e' molto stimolante il confronto su questo tema nel gruppo dei ragazzi degli istituti penali "Il diritto come una cosa che tu hai la possibilita' di fare ma che tu devi fare visto che ne hai la possibilita'" richiama il senso del diritto e del dovere, ma anche di un'occasione da non sprecare. Il confronto nel gruppo, diviene particolarmente vivace quando il concetto di diritto e' assimilato a quello del dovere. «Non e' un dovere andare a lavorare? Cioe' e' un diritto se me lo merito ma poi e' un dovere». Tra questi ragazzi grande senso di maturita' e di responsabilita' civile e personale emerge dalla capacita' di stare sugli argomenti proposti, contribuendo a costruire un denso spazio di confronto e di espressione. b) Altro interessante approfondimento ha riguardato la differenza tra i ragazzi e ragazze circai diritti percepiti, i gruppi avevano posizioni di critica molto nette rispetto ai ruolitradizionali e a ogni forma di discriminazione, la possibilita' di avere occasioni educativeper mettere a fuoco questi temi e' stata evocata da molti. Non emergono particolaridifferenze tra i diritti dei ragazzi/e e gli adulti, al contrario emerge un'idea di societamaschilista, discriminante nei confronti delle donne: «anche in famiglia non puoi fare certecose perche' sei donna e sei incapace», «una ragazza non puo' vestirsi come vuole perche' egiudicata». Le differenze di genere ingaggiano molto i ragazzi e le ragazze rom sinti, e ilgruppo si sofferma sulle differenti opportunita': non si coglie una diseguaglianza attuale,tuttavia le riflessioni del gruppo spaziano su una linea temporale in cui notano come, adesempio, il ruolo della donna e i diritti, si siano evoluti nella giusta dimensione diuguaglianza, restituendole paritetiche opportunita' di partecipazione alla vita sociale. Siavverte, dalle libere espressioni all'interno dei gruppi, quanto le differenze o lediscriminazioni sociali siano da loro stessi considerate intollerabili e contrarie al sensocivico e morale della persona. Da cio', la consapevolezza del concetto delle giusteopportunita' e tutele per tutti, indistintamente dalla condizione sociale, economica,religiosa o di provenienza. I ragazzi e le ragazze rom hanno partecipato con interesse ecoinvolgimento ai temi proposti, evidenziando, spesso e con amarezza, una realta' ancoradi esclusione e di discriminazione che non permette a tutti di «sentirsi uguali» e che pertale motivo «andrebbe risolta dai grandi». c) I temi del benessere integrale e della poverta' educativa hanno suscitato interesse e sonostati ricollegati alle differenti e reali condizioni di vita, con riflessioni da cui emergeva undesiderio di riscatto che spingerebbe ad abbandonare i luoghi di origine e andare altroveper essere se' stessi e godere di maggiori opportunita'. In questa prospettiva interessanterilevare l'intensita' con cui i ragazzi e le ragazze hanno raccontato la partecipazione agruppi territoriali di socializzazione quali spazi di accoglienza e di rassicurazione intermini di crescita, di confronto e di visione del futuro. La promozione delle capacitaespressive, comunicative e di socializzazione attraverso l'uso di attivita' ludiche, artistiche,sportive, teatrali e laboratoriali, sono vissuti come strumenti di sviluppo e maturazione diabilita', competenze e personalita', in un'ottica di benessere integrale, confronto ematurazione del senso civico. I ragazzi e le ragazze avevano molto chiaro che esistono vari tipi di poverta' e ne hanno parlato: la poverta' economica, intesa come reale difficolta' a provvedere autonomamente e in modo adeguato alle necessita' materiali; la poverta' di opportunita', intesa come contesti di vita familiare, sociale o comunitari scarsamente dotati di risorse capaci di fare da «motore per scappare», leva di promozione sociale; la poverta' educativa come assenza di capacita' e competenze per conoscere e usufruire di possibilita' di partecipazione e affermazione personale; la poverta' relazionale, intesa come «disattenzione» da parte della famiglia o degli altri adulti, anche servizi, che si collocano accanto al ragazzo e alla ragazza. Le comunita' e le reti di solidarieta' territoriali per bambini/e e ragazzi/e rappresentano luoghi cooperativi di crescita nei quali costruire spazi per attivita' ricreative, attivita' sportive, laboratori di partecipazione, opportunita' di collaborazione e affermazione. Il richiamo a una nuova idea di coinvolgimento sul territorio, specialmente per coloro che la vivono direttamente nei laboratori di educativa territoriale, e' di fondamentale rilevanza per concretizzare l'ideale del diritto di opportunita' e di partecipazione in cui i ragazzi e le ragazze possano esprimersi liberamente ed incrementare il proprio potenziale umano.