(Piano) (parte 2)
3.3 Le politiche per l'empowerment 
 
3.3.1 Per una nuova forma  di  partecipazione  dei  bambini  e  delle
bambine, dei ragazzi e delle ragazze 
 
L'infanzia e l'adolescenza rappresentano quelle fasi  della  vita  in
cui lo sguardo sul  mondo  e  sulle  persone  beneficia  di  maggiore
originalita'  e  liberta'  dai  condizionamenti  della   cultura   di
appartenenza. Pertanto,  dare  voce  e  fiducia  al  protagonismo  di
bambini  e   adolescenti   nelle   questioni   che   li   riguardano,
riconoscendoli come  interlocutori  di  pari  dignita',  consente  di
conquistare un punto di vista sui fatti diverso,  spesso  divergente,
che concorre all'evoluzione del  pensiero  dell'intera  societa'.  La
partecipazione non e' solo un diritto fondamentale che il mondo degli
adulti deve riconoscergli, ma deve diventare sempre piu' una  pratica
quotidiana, un agire consolidato da tenere presente, un vincolo nella
programmazione che attivi in tutti i contesti procedure  e  modalita'
di consultazione, prevedendo, per i piu' piccoli,  diverse  forme  di
rappresentanza distinte dagli attuali organi collegiali, istituiti ai
vari  livelli  di  governo  (circoscrizioni,  quartieri  e  municipi,
comuni, citta' metropolitane, unioni, province, regioni). 
    In altri termini, in tutte  le  situazioni  di  natura  legale  e
organizzativa, in famiglia cosi'  come  a  scuola  e  in  tutti  quei
contesti  educativi,  sociali  e  ricreativi  abitati  da  bambini  e
bambine, ragazzi e ragazze, essi potranno esprimere la loro  opinione
e questa sara' tenuta in considerazione.. 
    La valorizzazione e la  disseminazione  di  esperienze  di  buone
pratiche di partecipazione in corso potra' sostenere il  processo  di
ulteriore implementazione delle esperienze. 
    A cio' si  aggiunge  che,  se  e'  sempre  importante  tenere  in
considerazione le istanze dei nostri cittadini piu'  giovani,  ancora
piu' attenzione deve essere dedicata ai bambini e  alle  bambine,  ai
ragazzi e alle ragazze  portatori  di  bisogni  specifici,  affinche'
siano garantiti loro  gli  stessi  diritti,  indipendentemente  dalle
condizioni fisiche e dal contesto familiare o sociale di provenienza.
La partecipazione, infatti, e' strettamente collegata al concetto  di
opportunita' e di pari opportunita'. 
    Per tale motivo, e' fondamentale adottare azioni  specifiche  per
garantire le effettive funzioni inclusive  del  sistema  educativo  e
scolastico, con particolare riguardo a bambini e bambine,  ragazzi  e
ragazze: 
      a)con  disturbi  specifici  di  apprendimento  (DSA),   bisogni
educativi speciali (BES); 
      b)disturbi  da  deficit  di  attenzione/iperattivita'   (ADHD),
disabilita', malattie croniche, ecc.; 
      c)provenienti da famiglie fragili o da contesti  potenzialmente
vulnerabili (ad esempio,famiglie con svantaggio  sociale,  economico,
linguistico, culturale, ecc.); 
      d)gruppi  di  minorenni  fuori  famiglia,  stranieri   soli   o
appartenenti  a  minoranze  etniche,ponendo  attenzione   ad   alcuni
aspetti, tra cui la lingua veicolare e  il  supporto  dellamediazione
culturale. 
 
    La prospettiva dell'ascolto dei minori di eta' per  garantire  la
loro inclusione nei processi decisionali, deve, quindi, farsi  capace
di realizzarsi nei diversi contesti di vita e sensibile nei confronti
delle condizioni di fragilita', come nel caso dei  minorenni  accolti
in comunita' e dei minorenni stranieri non accompagnati. Al contempo,
in via complementare, la  partecipazione  costituisce  presupposto  e
strumento indispensabile  per  la  costruzione  di  una  cittadinanza
pienamente consapevole e responsabile. 
 
    Tale obiettivo potra' essere realizzato  anche  investendo  sulla
formazione al tema della partecipazione di tutto  il  personale  e  i
professionisti che lavorano con e per i  bambini  e  i  ragazzi,  per
garantire procedure di ascolto protette in  cui  il  minorenne  possa
esprimere il proprio pensiero, essendo  correttamente  informato  sul
provvedimento che lo riguarda,  le  possibili  conseguenze.  Chiunque
operi con o per i bambini e gli  adolescenti  dovrebbe  ricevere  una
formazione adeguata, iniziale e continua. 
 
    Azione 25 - Animare e sostenere esperienze e  buone  pratiche  di
partecipazione 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    Azione 26 - Formare sul tema della partecipazione 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    Azione 27 - Normare e monitorare il tema della partecipazione 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
3.3.2 Contribuire alla costruzione e al rafforzamento della comunita'
educante partendo dallo strumento del patto educativo di comunita' 
 
La crescita di un figlio non e' solo una questione  che  riguarda  la
sua famiglia, ma  chiama  in  causa  le  responsabilita'  dell'intera
comunita', affinche' bambine e bambini, ragazze  e  ragazzi,  possano
avere uguali opportunita' e stessi diritti,  indipendentemente  dalle
condizioni sociali e personali di origine. 
    E'  intorno  a  tale  considerazione  che  si  e'  sviluppata  la
riflessione   dell'Osservatorio    sulla    valorizzazione    e    il
consolidamento della comunita' educante, che da una parte rifletta le
peculiarita' del tessuto territoriale in cui e' inserita e dall'altra
abbia criteri  di  omogeneita'  che  contrastino  diseguaglianze  sul
territorio nazionale. 
    L'intento e' dunque quello di favorire,  mediante  gli  strumenti
dei patti educativi di  comunita',  nonche'  dei  patti  territoriali
delle   comunita'   educanti,   lo   sviluppo   sul   territorio   di
collaborazioni strutturate volte a  favorire  l'educazione  (formale,
non formale, informale) e il patto intergenerazionale tra i  soggetti
che abitano il territorio, minorenni e adulti e la definizione di  un
modello di comunita' educante, che superi i confini della scuola. 
    Infatti,  mentre  i  patti  educativi  di  comunita'  sono  stati
recentemente normati, come gia'  richiamato  al  paragrafo  2.3.2,  i
patti territoriali delle comunita' educanti sono  strumenti  promossi
dal  basso,  grazie  alle  sollecitazioni  provenienti  da  qualsiasi
soggetto  territoriale,  capace  di  aggregare  piu'  attori  di   un
territorio intorno a processi educativi che riguardano la  comunita',
e in particolare le  persone  di  minore  eta'  secondo  una  visione
condivisa di bisogno, valori e azioni ritenute appropriate. 
    La scuola, gli enti locali e tutti gli altri  servizi  educativi,
culturali  e  ricreativi  di   un   contesto   locale   costituiscono
l'orizzonte per la formazione e la sperimentazione di forme attive di
partecipazione civica, attraverso i  cosiddetti  patti  educativi  di
comunita' o di forme di collaborazione assimilabili. 
    Esistono  gia'  diverse  esperienze  in  corso   sul   territorio
nazionale che potranno  essere  meglio  conosciute  per  prenderle  a
modello, e contribuire cosi' alla definizione di criteri  costitutivi
essenziali e omogenei di patti di comunita' e linee guida, al fine di
favorire  esperienze  di  scambio  tra  territori,  con   particolare
attenzione per l'inclusione di soggetti che  vivono  in  contesti  di
maggiore vulnerabilita':  non  solo  minorenni,  ma  anche  adulti  e
anziani,  in  modo  da  incentivare  la  ricostruzione  di  un  patto
intergenerazionale sul territorio. 
    Allo stesso tempo, la valorizzazione di  quanto  di  efficace  e'
stato   gia'   realizzato    sui    territori    consentira'    anche
l'individuazione di indicatori utili al monitoraggio delle esperienze
sul medio e lungo periodo. 
    Cio' potra' favorire, inoltre, il  processo  di  regolamentazione
dei patti  per  una  comunita'  entro  una  norma  nazionale  che  li
definisca livelli essenziali di prestazione (LEP)  presenti  in  ogni
territorio corrispondente al comune, e che ne individui le  attivita'
mediante accordi di programma  fra  soggetti  istituzionali  pubblici
(comuni, scuole, servizi sociosanitari e  culturali)  e  risorse  del
territorio (terzo settore, associazionismo, societa' sportive, ecc.),
con il coinvolgimento di bambini e adolescenti. 
    In questo ultimo anno, in cui le attivita'  scolastiche  si  sono
dovute interrompere per  poi  riprendere  a  fasi  intermittenti  tra
didattica a distanza (DAD) e attivita'  in  presenza,  si  sono  rese
ancora piu' evidenti le differenze nelle opportunita' tra  bambini  e
adolescenti. In tal senso, la ripresa delle attivita' scolastiche  in
presenza deve essere anche un'occasione per rilanciare un'idea  nuova
di educazione, di scuola e, in generale, di accoglienza fondata sulla
fiducia nelle potenzialita'  di  partecipazione  attiva  di  tutti  i
bambini e i ragazzi ai  processi  che  accompagnano  lo  sviluppo  di
relazioni, conoscenze e apprendimenti,  nonche'  sulla  capacita'  di
sviluppare un dialogo intergenerazionale nell'ambito di patti per una
comunita' che educa, in cui ogni soggetto dialoga con pari  dignita',
e in cui il tema dell'educazione diventa un  elemento  trasversale  a
tutte le persone, di ogni eta'. 
 
    Azione 28 - La ricognizione dei patti educativi  di  comunita'  e
l'elaborazione  di  linee  di  indirizzo  nazionali  sulla  comunita'
educante 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    Azione 29 - I patti territoriali  delle  comunita'  educanti  tra
linee  di  indirizzo  nazionali   e   la   diffusione   di   pratiche
partecipative 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
3.3.3 Programmare e valutare le politiche pubbliche 
 
Un  intervento  efficace  e  proporzionato  allo  scopo  cui  intende
rispondere si fonda sempre sulla qualita'  dei  dati  di  realta'  di
partenza,  sulla  possibilita'  di  monitoraggio  nel  tempo   e   di
valutazione della  sua  attuazione,  nonche'  sull'impatto  che  tale
intervento riesce a conseguire nella complessita'  della  realta'  di
interesse. 
    Nell'ambito minorile,  l'indisponibilita'  e  la  frammentarieta'
dell'informazione a disposizione costituiscono un rischio - se non un
vero e proprio pericolo - per l'effettiva e  piena  esigibilita'  dei
diritti delle persone di minore eta' e,  in  particolare,  di  quelli
maggiormente vulnerabili che sono destinatari di interventi  pubblici
di protezione e tutela. 
    La programmazione e la valutazione delle politiche  pubbliche  di
prevenzione, protezione e tutela dell'infanzia e  dell'adolescenza  -
che implicano il miglioramento dell'informazione sul  fenomeno  della
violenza,  la  valutazione   dell'efficacia   delle   politiche,   la
valutazione dei processi e degli  esiti  delle  singole  pratiche  di
intervento  -  richiedono  urgenti,  quanto  necessarie,  azioni   di
razionalizzazione  e  riassetto  dell'esistente,  per   favorire   la
qualita' e la confrontabilita' dei dati raccolti dai diversi  sistemi
che detengono informazioni sui bambini e sui  ragazzi  in  carico  ai
servizi e fuori famiglia -  si  pensi,  in  particolare,  al  sistema
informativo nazionale sulla cura e la protezione dei bambini e  delle
loro famiglie (SINBA), del Ministero del  lavoro  e  delle  politiche
sociali,  tra  le  principali  componenti  del  Sistema   informativo
unitario dei servizi sociali (SIUSS), e ai  sistemi  informativi  del
Ministero  della  giustizia  e  del  Ministero  dell'interno  e   del
Ministero del lavoro e delle politiche sociali  (con  riferimento  al
SIM) - aumentando, nel contempo, l'interoperabilita' dei sistemi  che
raccolgono  informazioni  sui  soggetti  implicati  in  procedure  di
tutela, protezione, cura, segnalazioni all'autorita' giudiziaria, nel
rispetto della normativa sulla privacy. 
    In tal senso, per dare forza al percorso e' necessario  garantire
la  qualita'  dei  dati  raccolti   e   dell'informazione   prodotta,
attraverso   il   potenziamento   delle   dotazioni   organiche    di
professionisti   dei   servizi   di   protezione   dell'infanzia    e
dell'adolescenza chiamati materialmente a occuparsi  del  reperimento
delle  informazioni,  la   sensibilizzazione   alla   cultura   della
documentazione  del  proprio  lavoro  quale   patrimonio   allargato,
condiviso e non di esclusivo utilizzo, oltre che dell'importanza  del
monitoraggio e della  valutazione  degli  interventi  e  dei  servizi
erogati,  investendo  sull'aggiornamento  costante  delle  competenze
degli operatori variamente coinvolti e avendo quale scopo  finale  la
promozione della diffusione della cultura dei  diritti  dei  bambini,
lavorando per il loro interesse superiore. 
 
    Azione  30  -  Sviluppare   e   integrare   sistemi   informativi
sull'infanzia e l'adolescenza 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
3.3.4 Migliorare la reattivita' dei sistemi sanitari alle  condizioni
di vulnerabilita' 
 
La condizione di svantaggio, di deprivazione, di  esclusione  sociale
dei minorenni e delle famiglie in cui essi vivono  espone  bambini  e
ragazzi a gravi rischi per la salute, e compromette il sano  sviluppo
delle proprie potenzialita' e dell'equilibrio psicofisico. 
    Il sistema sanitario nazionale in  tutte  le  sue  ramificazioni,
valorizzando le connessioni con la rete dei servizi e  delle  agenzie
che operano sul territorio, rappresenta lo strumento  principale  per
garantire la protezione, la prevenzione e la promozione  del  diritto
alla salute dei minorenni vulnerabili. 
    In  tal  senso,  azioni  specifiche  per  rispondere  in  maniera
efficace  ai  bisogni  e  alle  esigenze  di  questi  minorenni  sono
rintracciabili nei piu' recenti  documenti  di  indirizzo  di  salute
pubblica. 
    In tale prospettiva, il 5°  Piano  prevede,  in  continuita'  con
quanto previsto dal  precedente  4°  Piano,  individua,  al  fine  di
migliorare la reattivita' dei sistemi sanitari  nel  rispondere  alle
esigenze delle bambine e dei bambini e delle ragazze e dei ragazzi in
situazione di vulnerabilita',  interventi  per  la  promozione  della
salute materno infantile, ponendo particolare attenzione  alle  donne
in condizione di disagio sociale. 
 
    Azione 31 - La promozione della salute materno infantile 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
 
4 Appendice 
 
Diritti, priorita' d'azione e pandemia: le opinioni delle  bambine  e
dei bambini e delle ragazze e dei ragazzi. 
 
Il Dipartimento per le politiche della famiglia, della Presidenza del
Consiglio dei ministri, con  la  collaborazione  dell'Istituto  degli
Innocenti di Firenze ha promosso - nel  quadro  delle  attivita'  del
gia' Centro nazionale di documentazione e analisi  per  l'infanzia  e
l'adolescenza - una ricerca volta a raccogliere  il  punto  di  vista
delle ragazze e dei ragazzi dodicenni e diciassettenni  su  temi  che
sono stati oggetto di attenzione da parte dell'Osservatorio nazionale
per  l'infanzia  e  l'adolescenza  nell'elaborazione  del  5°   Piano
nazionale d'azione e di interventi per la tutela  dei  diritti  e  lo
sviluppo dei soggetti in eta' evolutiva. 
    I focus group sono  stati  costruiti  valorizzando  la  rete  dei
contatti territoriali consolidatasi nel corso degli anni grazie  alle
attivita' di ricerca condotte per il gia' Centro nazionale. 
    Le categorie sono state incluse facendo riferimento a quelle  che
si  individuano  come  tipicamente  vulnerabili  e   a   rischio   di
esclusione. Il target di  eta'  ha  cercato  di  riflettere  il  piu'
possibile  quello  dell'indagine  online,  di  mantenere  un   giusto
equilibrio tra maschi  e  femmine  e  di  raccogliere  le  esperienze
rappresentative di differenti contesti geografici. 
    Il gruppo  di  ricerca  ha  preso  contatto  inizialmente  con  i
referenti  degli  enti  e  delle   organizzazioni   ai   fini   della
presentazione dell'intervento e della condivisione delle procedure di
salvaguardia e di  rispetto  della  privacy  necessarie  al  fine  di
consentire una partecipazione consapevole ed  efficace  senza  rischi
alcuno per i ragazzi e le ragazze. 
    La consultazione e'  stata  realizzata  tramite  un  questionario
online e proposto a gruppi classe  dislocati  nelle  principali  aree
metropolitane e in alcuni contesti minori  al  fine  di  intercettare
tutte le differenti esperienze. 
    Di  seguito  si  riporta  l'estratto  del  rapporto  di  ricerca,
conseguente  alla  realizzazione   dell'indagine,   relativamente   a
"Osservatorio e Piano di azione". 
 
4.1 Consultazione tramite questionario online 
 
4.1.1 Osservatorio e Piano di azione 
 
I ragazzi e le ragazze hanno espresso la loro opinione anche riguardo
ai cinque temi sui diritti e la partecipazione dei bambini e  ragazzi
che l'Osservatorio ha individuato come prioritari. 
    Considerando i punteggi piu' alti, pari almeno ad un valore di  8
su una scala da 1 a 10, il tema che  ha  registrato  una  percentuale
piu' alta, 80 per cento e'  quello  relativo  alle  azioni  volte  al
sostegno e all'aiuto di bambini e ragazzi in condizioni di fragilita'
o difficolta'. A seguire  (76  per  cento)  gli  interventi  volti  a
promuovere e  tutelare  la  salute  come  benessere  integrale  della
persona  e  (74  per  cento)  la  partecipazione   come   diritto   e
opportunita'  per  tutti  i  bambini  e  ragazzi.   Con   percentuali
inferiori, ma comunque significative, il contrasto  delle  condizioni
di poverta' (70 per cento) e, infine,  il  ruolo  delle  comunita'  e
delle reti di solidarieta' territoriale per i bambini e i ragazzi (50
per cento). 
 
Figura 12. Quanto ritieni importanti questi temi rispetto  alla  vita
dei  ragazzi  e  delle  ragazze?  (percentuale  di  risposte  con  un
punteggio di almeno 8 su una scala da 1 a 10) 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    Per ciascuno di questi macro-temi sono  state  individuate  delle
priorita' piu' specifiche e puntuali, sulle  quali  i  ragazzi  e  le
ragazze sono stati chiamati ad esprimersi. In merito alle conseguenze
delle condizioni di poverta' per  i  bambini  e  i  ragazzi,  le  tre
priorita'  proposte  hanno  fatto  segnare  le   seguenti   incidenze
(cumulando le risposte con un punteggio di almeno 8 su una scala da 1
a 10): 
      a)  sostegno  economico  per  le  famiglie  povere  con   figli
minorenni e accompagnamento nel percorso  di  uscita  dalla  poverta'
(75,2 per cento); · accesso  alla  mensa  scolastica  per  tutti  gli
alunni e gli studenti, con accesso gratuito per i bambini e i ragazzi
in condizione di poverta' (68,5 per cento); 
      b) disponibilita' di dispositivi (pc, tablet, etc.) per tutti i
minorenni, accesso gratuito a internet, e  aiuto  per  l'acquisizione
delle competenze digitali (62,2 per cento). Rispetto al  ruolo  delle
comunita' e delle reti di solidarieta' territoriale per i bambini e i
ragazzi, le tre priorita' proposte hanno fatto  segnare  le  seguenti
incidenze (cumulando le risposte con un punteggio di almeno 8 su  una
scala da 1 a 10): 
      c) poter avere sia spazi per attivita' sportive e di gioco  che
incrementare attivita' al  di  fuori  della  scuola  con  laboratori,
incontri  con  realta'  del  territorio  come  associazioni  e  altre
istituzioni  culturali   (accademie,   centri   culturali)   per   la
realizzazione di percorsi informali coprogettati dai  giovani.  (62,3
per cento); 
      d)  poter  avere  a   disposizione   strumenti   per   percorsi
cooperativi di crescita e spazi come centri per lo studio assistito a
scuola o fuori dalla scuola (60,8 per cento); 
      e) poter avere a disposizione, in orario extrascolastico -  non
solo in spazi della scuola  -  spazi  per  attivita'  ricreative  con
animatori  o  educatori  per  fare  laboratori  artistici,  musicali,
teatrali, attivita' sportive.  Contestualmente  favorire  scambi  con
scuole del territorio sia di pari grado che di grado diverso e con la
dimensione accademica (58,2 per cento). 
 
    Al fine  di  promuovere  e  tutelare  la  salute  come  benessere
integrale della  persona,  le  tre  priorita'  proposte  hanno  fatto
segnare le seguenti incidenze (cumulando le risposte con un punteggio
di almeno 8 su una scala da 1 a 10): 
      a) impegno dedicato a promuovere/fare  esperienza  di  corretti
stili di vita (per esempio life skills, educazione alimentare e  allo
sport, bullismo/cyberbullismo,  dipendenze,  utilizzo  della  rete  e
social media) (69 per cento); · sostegno psicologico nelle scuole (69
per cento); 
      b)  promozione  delle  relazioni:  mi  educo  a  rispettare  me
stesso/a e gli altri, mi educo a volere bene a  me  stesso/a  e  agli
altri. Mi educo a rispettare le differenze (58,2 per cento). 
 
    Per sostenere e  aiutare  bambini  e  ragazzi  in  condizioni  di
fragilita'/difficolta', le tre priorita' proposte hanno fatto segnare
le seguenti incidenze (cumulando le  risposte  con  un  punteggio  di
almeno 8 su una scala da 1 a 10): 
      a) migliorare la conoscenza - oggi carente  -  del  numero  dei
bambini e bambine, ragazzi e ragazze in Italia che si trovano in  una
situazione di fragilita'  (violenza,  maltrattamento,  bambini  fuori
dalla famiglia di  origine,  minorenni  stranieri  non  accompagnati,
ecc.) e il percorso da loro fatto in carico ai  servizi  sociali  per
poterli aiutare (76,1 per cento); 
      b) superare con una norma dello Stato le  differenze  esistenti
fra le varie regioni migliorando la protezione dei  minorenni  (dalla
violenza, dai maltrattamenti)  e  rendendola  uniforme  su  tutto  il
territorio italiano (74,8 per cento); 
      c) aumentare il numero delle persone che si prendono  cura  dei
bambini e la qualita' dei corsi di formazione perche'  gli  operatori
siano preparati ad occuparsi anche dei casi piu' difficili (violenza,
maltrattamenti, separazioni conflittuali ecc.) (74,4 per cento). 
 
    Infine  per  garantire   la   partecipazione   come   diritto   e
opportunita' per tutti i bambini, le bambine, i ragazzi e le ragazze,
le tre priorita' proposte hanno fatto segnare le  seguenti  incidenze
(cumulando le risposte con un punteggio di almeno 8 su una scala da 1
a 10): 
      a) garantire il diritto all'educazione a  partire  dalla  prima
infanzia per tutte le bambine e tutti i bambini (76,4 per cento); 
      b) coinvolgere le istituzioni e le risorse del territorio in un
patto di collaborazione orientato all'investimento sul capitale umano
e sociale a partire dai bambini, dalle bambine, dai ragazzi  e  dalle
ragazze (62,7 per cento); 
      c) definire una nuova forma di partecipazione  di  bambini/e  e
ragazzi/e che riconosca il loro protagonismo  attivo  nella  societa'
(40,3 per cento). 
 
4.1.2 Le proposte all'Osservatorio nazionale 
 
I ragazzi e le ragazze sono stati invitati ad  annotare  osservazioni
utili anche a integrare le proposte dell'Osservatorio, ecco una breve
sintesi delle loro risposte suddivise per area tematica, tuttavia  la
maggior parte si e' reputata  soddisfatta  dai  contenuti  presentati
loro. 
 
    «Secondo me i temi  che  sono  stati  gia'  inseriti  all'interno
dell'Osservatorio nazionale sono i principi su cui  si  deve  fondare
una comunita' e non riesco a trovarne altri.»50   
 
    __________ 
     50 Le frasi in virgolette riportano espressioni delle ragazze  e
dei ragazzi intervistati. 
 
      a) Le conseguenze delle condizioni di poverta' per i bambini  e
i ragazzi. Quale altra priorita' individueresti? 
 
    Il tema della poverta' minorile e' considerato da quasi  tutti  i
partecipanti come una vera e propria priorita' cui dare risposta  con
un adeguato sostegno economico  per  le  famiglie  povere  con  figli
minorenni. Alle istituzioni chiedono di agire per garantire un  aiuto
concreto alle famiglie e il rispetto di diritti  fondamentali:  avere
una casa, il diritto  allo  studio,  libri  e  materiale  scolastico,
accesso alla mensa, supporto psicologico, contrasto del bullismo  per
motivi economici. I ragazzi e le ragazze esprimono con chiarezza  che
la scuola e' un diritto ed un dovere, alla luce della Convenzione Onu
sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Il sostegno economico a
cui fanno riferimento i ragazzi, si concretizza nella possibilita' di
partecipare e nel soddisfacimento del loro diritto  di  studiare.  Il
diritto allo studio e' riconosciuto come un diritto che appartiene  a
tutti e che per tale motivo andrebbe garantito anche a chi non ha  la
possibilita' economica di pagare i libri,  i  quaderni,  accedere  al
servizio mensa e pagare gli autobus e le tasse universitarie. 
 
    «Avere una casa e un minimo di stipendio per le persone povere.» 
    «Trasporti facilitati nei viaggi da scuola  a  casa  e  materiale
scolastico gratuito per i ragazzi e le ragazze poveri.» 
    «La priorita' di dare almeno un alloggio per le persone povere, e
di dare dei pasti gratis ad essi.» 
    «L'istruzione dei bambini  poveri  che  non  possono  permettersi
apparecchi elettronici.» 
    «Garantire anche ai bambini  piu'  poveri  la  disponibilita'  di
libri e materiale per le attivita' scolastiche.» 
    «Un aiuto alle famiglie che non  riescono  a  permettersi  libri,
astucci, fogli da disegno, e visto che in classe mia  succede  spesso
che la gente si scordi la merenda o non riesca a comprarla.» 
    «Il fatto che molte persone - soprattutto nei Paesi piu' poveri -
non  hanno  accesso  all'istruzione,  fondamentale  per   un   futuro
dignitoso.» 
    «I ragazzi e  le  ragazze  poveri  dovrebbero  avere  gli  stessi
diritti di tutti.» 
 
    Combattere la poverta' e' anche fornire device per  lo  studio  e
accesso alla rete, l'esperienza della Dad ha modificato le  priorita'
di alcuni,  e  i  ragazzi  affrontano  il  problema  con  proposte  e
iniziative di uguaglianza e opportunita', a garanzia  di  una  scuola
per tutti. 
 
      b) Disponibilita' di Wi-Fi funzionante e di pc moderni in  ogni
scuola del territorio. Uso di tablet o pc in comodato per tutti.  Che
se ritorneremo in Dad, i ragazzi poveri devono avere pc o tablet dati
dalla scuola, perche' essendo poveri non potrebbero permetterselo. 
 
    Anche le cure sanitarie e i dispositivi di protezione individuale
hanno preso posto tra le necessita' cui dare  risposta  e  di  cui  i
ragazzi e le ragazze sono consapevoli. 
 
    «Come altra priorita' ritengo sia opportuno un piano di  sostegno
per chi necessita' di cure sanitarie. La distribuzione di  mascherine
che proteggano.» 
 
    I ragazzi e le ragazze individuano anche nel bullismo con  radici
economiche  una  forma  di  discriminazione  e  la  denunciano  e  si
interrogano su come porvi riparo. 
 
    «E' una priorita' che i ragazzi o le ragazze poveri  non  vengano
trattati in un modo cattivo.» 
    «Direi per quelli che non riescono a comprare  i  vestiti  e  che
vengono presi in giro per i vestiti brutti  e'  bello  se  i  vestiti
usati vengono dati a quelle persone.» 
    «La priorita' ad avere  vestiti,  sia  caldi  per  l'inverno  sia
freschi per l'estate.» 
    «Secondo me si potrebbe regalargli dei giochi, anche semplice  ma
per loro molto utili, perche' anche loro hanno  diritto  al  gioco  e
all'infanzia e non possono  essere  presi  in  giro  perche'  non  li
hanno.» 
    «Secondo me i bambini poveri devono avere la priorita' di  essere
inclusi e di avere amici.» 
    «Spesso alcuni ritengono i bambini poveri inferiori.» 
    «Offrire le gite scolastiche  anche  ai  bambini/e  con  problemi
economici perche' il fatto di vederli diversamente  potrebbe  portate
gli altri bambini ad atti di bullismo.» 
 
    E' molto interessante la capacita' di tematizzare un aspetto poco
esplorato della poverta' minorile, quello  dei  sentimenti  che  essa
genera tra coloro che ne soffrono e  il  mondo  attorno  che  guarda,
giudica e non sempre solidarizza. Vergognarsi di  essere  poveri,  un
sentimento che si e' visto quanto possa  scatenare  reazioni  estreme
tra gli adulti e che anche i bambini  e  le  bambine  esprimono  e  i
nostri intervistati lo testimoniano. I ragazzi e le ragazze  chiedono
di arginare gli atti di discriminazione, bullismo, razzismo purtroppo
ancora molto evidenti  nelle  scuole.  Essi  propongono  misure  piu'
severe da parte della  scuola  come  un  deterrente  per  scoraggiare
comportamenti discriminanti e  offensivi,  alcuni  di  loro  chiedono
anche interventi di sostegno educativo/psicologico per affrontare  un
disagio personale e familiare che ora avvertono  piu'  intenso.  Essi
fanno quindi spesso riferimento all'intervento di esperti all'interno
delle istituzioni scolastiche, affinche' possano aiutare  coloro  che
ne hanno necessita'. 
 
    «Il diritto di avere un'insegnante di sostegno che  ti  aiuta  se
hai difficolta'.» 
 
    Avere  dei  docenti  piu'  giovani  che  usino   un   metodo   di
insegnamento piu' moderno, che non facciano venire l'ansia e che  non
mettano  in  imbarazzo  gli  alunni.  Mettere  a  disposizione  degli
educatori o tutor per i bambini o  ragazzi  che  non  possono  essere
seguiti adeguatamente a casa. Aiutare i ragazzi/e che si  sentono  in
difficolta'  con  i  problemi  dell'adolescenza.  Lo  stare  male  in
famiglia e genitori severi, sembra una cosa da poco  ma  aver  questo
problema non e' per niente facile. Non essere giudicati per il colore
della pelle o per il fisico. Punito severamente  qualsiasi  ragazzo/a
che prende in giro in modo razzista. 
 
      c) Il ruolo  delle  comunita'  e  delle  reti  di  solidarieta'
territoriale per  i  bambini  e  i  ragazzi.  Quale  altra  priorita'
individueresti? 
 
    Rispetto ai contesti sociali nei quali essi vivono, le  priorita'
individuate dall'Osservatorio  sembrano  sufficientemente  esaustive,
gli intervistati sottolineano, infatti, pochi aspetti aggiuntivi,  in
particolare l'importanza  del  diritto  alle  pari  opportunita'  che
esprimono come esigenza di 
 
    «Ridurre la disuguaglianza e l'ingiustizia sociale.» 
    «Avere uno Stato che tutela i cittadini.» 
    «Poter essere attive come cittadine.» 
    «Aiutare soprattutto le  famiglie  povere  che  non  riescono  ad
andare avanti economicamente.» 
 
    I ragazzi e ragazze che hanno partecipato al questionario, tra  i
12 ed i  17  anni,  in  eta'  pre-adolescenziale  ed  adolescenziale,
sentono sempre piu' l'esigenza di "prendere la distanza" dal contesto
familiare, per muoversi verso il gruppo dei pari. L'educazione ha  il
compito di accogliere la spinta all'autonomia,  integrandola  con  il
piano  delle  responsabilita'.  Risulta  importante  che  gli  adulti
accompagnino gradualmente i ragazzi e le ragazze in questo  percorso.
I ragazzi e le ragazze intuiscono che l'autonomia non e' scissa dalla
responsabilita',  dalla  capacita'  di  prendere  decisioni  il  piu'
possibile consapevoli, sapendo che delle conseguenze si  risponde  in
prima persona. 
 
    L'intreccio tra autonomia e responsabilita' e' la base per  poter
essere  soggetti  autodeterminati  e  cittadini  attivi.  Le  realta'
educative nelle quali i ragazzi e le ragazze  si  sentono  a  proprio
agio, oltre al contesto familiare e scolastico  sono  spazi  esterni,
contesti  dove  si  puo'   praticare   sport,   attivita'   educative
territoriali  laboratoriali,  oltre  che  spazi  culturali  come   la
biblioteca scolastica e del Comune, luoghi dove si possono affrontare
varie  tematiche  interessanti  per  loro  anche  attraverso  momenti
seminariali. 
 
    «Poter avere sia spazi per attivita' sportive e di gioco.» 
    «Aggiungere una biblioteca in ogni scuola.» 
    «Percorsi di orientamento, seminari alternativi sulla  formazione
del cittadino e su  tematiche  poco  discusse  in  tema  di  crescita
personale.» 
    «Incrementare lo sviluppo di parchi verdi per poter far conoscere
ai  bambini  la  natura  e  non  farli  crescere   in   un   ambiente
industrializzato.» 
    «Mezzi di trasporto a disposizione  per  chiunque  non  abbia  la
possibilita' di essere accompagnato in macchina da un genitore.» 
    «Istituire centri dove i bambini imparano a stare insieme, con il
fine di combattere le discriminazioni (razzismo  e  xenofobia)  e  le
cattive  abitudini  (alcolismo,  tabagismo  o  addirittura   uso   di
droghe).» 
 
    Le proposte ruotano attorno ad attivita' da svolgersi tra pari  o
con la presenza di adulti  di  riferimento  all'interno  di  contesti
formali, informali e non formali, per  sperimentare  nuove  forme  di
espressione, di partecipazione, di condivisione progettuale, mettendo
al centro il ragazzo e la  ragazza,  dando  voce  alle  loro  idee  e
opinioni, anche attraverso vari linguaggi espressivi. 
 
      c) Promuovere e tutelare la  salute  come  benessere  integrale
della persona. Quale altra priorita' individueresti? 
 
    Le considerazioni raccolte rivelano che i ragazzi  e  le  ragazze
identificano il benessere con un concetto ampio che racchiude aspetti
fisici,  mentali,  sociali  e  spirituali.  Benessere  per  loro   si
identifica anche come superamento della poverta' educativa e non solo
economica, opportunita' di scelta e coraggio di affrontare  un  mondo
che puo' ostacolare e condizionare. 
 
    Tra le priorita' essi collocano il contrasto  al  bullismo  e  la
promozione di una cultura attenta al rispetto dei diritti. 
 
    «Non discriminare le persone di altri Paesi.» 
    «Essere rispettati e rispettare le persone diverse da noi.» 
    «Rispettarsi  a  vicenda  e   garantire   l'educazione   e   pari
opportunita'.» 
    «Educazione  all'uguaglianza  e  alla   conoscenza   dei   propri
diritti.» 
 
    Il benessere dipende ancora tanto dal contesto  scolastico,  dove
si attendono risposte da esperti e ascolto. 
 
    «Lezioni specifiche con degli esperti che  spieghino  i  problemi
adolescenziali principali  (disturbi  alimentari  e  psicologici,  ad
esempio anoressia, bulimia, depressione, ecc..).» 
    «Educazione sessuale nelle scuole.» 
    «Impegno da parte  dei  professori  nell'assistere  al  meglio  i
propri studenti, adattando la didattica in  modo  differente  per  il
benessere di ognuno di essi.» 
    «Educazione ad una vita al di fuori dell'ambito  scolastico,  per
vivere in futuro al meglio integrati in una comunita'.» 
    «Operatori interessati ad ascoltare i problemi dei ragazzi.» 
    «Attivita'  di  sensibilizzazione  dei  docenti  scolastici  alle
problematiche dei ragazzi e su come individuarle e agire.» 
 
      d) Sostenere e aiutare  bambini  e  ragazzi  in  condizioni  di
fragilita'/ difficolta'. Quale altra priorita' individueresti? 
 
    I ragazzi e le ragazze capiscono che la poverta' psicosociale  ed
educativa esperita nell'ambiente sociofamiliare  nei  primi  anni  di
vita puo' rappresentare  un  elemento  di  disuguaglianze  sociali  e
poverta' economica. Chiedono che ci  siano  interventi  in  grado  di
promuovere condizioni idonee alla crescita, di prevenire i rischi che
possono ostacolare il percorso di sviluppo e a preservare la salute e
la sicurezza dei loro coetanei. Anche  una  strutturata  ed  efficace
organizzazione  dei   servizi   territoriali   puo'   garantire   una
continuita' di interventi  con  l'obiettivo  di  rispondere  ai  loro
bisogni.  I  ragazzi  e  le   ragazze   fanno   eco   alle   proposte
dell'Osservatorio pensando a misure di sostegno a favore di  coetanei
in condizioni di fragilita': sostegno educativo, tutela e  protezione
dei  bambini  vittime  di  sfruttamento,  discriminazione,  violenza,
impegno contro il bullismo, attenzione ai ragazzi stranieri 
 
    «Informare piu' nelle scuole sui  maltrattamenti  e  sfruttamenti
che avvengono in Italia e  far  organizzare  ai  ragazzi  campagne  e
associazioni a tutela delle vittime che subiscono tali atrocita'.» 
    «Percorsi  di  aiuto  e  riabilitazione  a  chiunque  ha   subito
violenze.» 
    «Aiutare i minori non accompagnati.» 
    «Aiutare sempre questi bambini che  vengono  picchiati  e  magari
mandarli in un'altra famiglia con non li maltratta.» 
    «Tutelare i bambini e le bambine che hanno subito abusi.» 
    «Ridurre il bullismo.» 
    «Far si' che i bambini/ragazzi maltrattati possano recuperare  un
benessere fisico e mentale il  piu'  presto  possibile  e  magari  in
luoghi appositi (diviso in luoghi per ragazzi e per bambini  per  far
stare ad agio le diverse fasce d'eta'), preferibilmente all'aperto  e
a contatto con la natura  (luogo  tipico  dell'immaginario  felice  e
tranquillo dei ragazzi e bambini) per rassicurarli,  tranquillizzarli
e dar loro l'affetto necessario per riprendersi.» 
 
    Anche a scuola i ragazzi e le ragazze vogliono  informazioni  per
loro e i loro insegnanti. 
 
    «Avere professori che stiano piu' attenti ai fatti  che  accadono
nel corso della giornata come il bullismo.» 
    «Rendere, attraverso incontri mirati, i  ragazzi  piu'  sensibili
sul tema della diversita' e su quanto essa non esista.» 
    «Inserire 1  ora  alla  settimana  (da  sostituire  con  un'altra
materia)  per  fare  laboratori  o  discussioni  in  classe  con   la
professoressa.» 
    «E  se  esplicitano  i  temi  sui  quali  vorrebbero  trovare  un
confronto, essi  sono  quelli  che  attraversano  la  loro  crescita:
l'educazione sessuale, il cyberbullismo, il razzismo, l'omofobia,  la
violenza, il rispetto per l'ambiente.» 
    «Educazione sessuale nelle scuole.» 
    «Vorrei proporre il discorso dell'omofobia perche'  anche  qui  a
scuola succede e vorrei proporre  anche  un'altra  attenzione  che  e
quella del bullismo.» 
    «Corsi  sulla  lgbt  per  far  sentire  meno  sole  persone   con
orientamenti diversi e parlare di queste persone  che  possono  avere
dei problemi e subire discriminazioni.» 
    «Il rispetto per l'ambiente e per  gli  animali,  l'inquinamento,
l'energia rinnovabile.» 
    «La violenza sulle ragazze.» 
 
      e) La partecipazione come diritto e opportunita'  per  tutti  i
bambini e ragazzi. Quale altra priorita' individueresti? 
 
    Con grande lucidita' e concretezza i ragazzi e le  ragazze  hanno
associato alla partecipazione la possibilita' di veder soddisfatti  i
loro bisogni fondamentali: di  nuovo  lotta  alla  poverta',  diritti
all'educazione («dall'infanzia e  per  tutti!»)  essere  ascoltati  e
coinvolti  dagli  adulti  prossimi  e  dalle  istituzioni.  Essi   si
percepiscono soggetti in divenire, alla ricerca di approdi nei  quali
ancorare i propri cambiamenti  e  incidere  sulla  comunita'  che  li
circonda. Quando interpellati i ragazzi e  le  ragazze  esprimono  un
punto di vista diverso da quello dei grandi su come  dovrebbe  essere
la realta', come adulti, abbiamo la responsabilita' e  il  dovere  di
ascoltarli. La richiesta che emerge e' quella di creare  un  ambiente
di ascolto ed empatia, dove ognuno possa sentirsi libero di apportare
il proprio contributo, secondo  le  proprie  competenze  e  grado  di
sviluppo. 
 
    «Per me partecipare vuol dire anche fare  educazione  pratica  (e
non solo teorica come avviene nella scuola italiana).» 
    «Creare incontri periodici tra i giovani e le istituzioni.» 
 
4.2 Approfondimento qualitativo 
 
4.2.1 Osservatorio e Piano di azione 
 
Una  certa  curiosita'  ha  suscitato  l'Osservatorio  nazionale  per
l'infanzia e l'adolescenza, un organismo  istituito  ormai  quasi  un
quarto di secolo fa, ma che solo in anni recenti e  con  una  qualche
discontinuita' ha inglobato il punto  divista  dei  ragazzi  e  delle
ragazze nei propri processi consultivi, di analisi ed elaborazione. 
    Molto poco conosciuto anche lo strumento del Piano di azione,  un
atto di coordinamento e programmazione delle politiche per l'infanzia
e l'adolescenza francamente poco noto anche  agli  operatori  e  alle
operatrici di riferimento dei minorenni coinvolti. Ai gruppi e' stato
esplicitato il legame tra il Piano nazionale e i principi e i diritti
della Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia  e  dell'adolescenza,
provando  a  rendere  evidente  l'inscindibile  interdipendenza   tra
"affermazione  di  diritto  e  realta'"  come  detto   da   uno   dei
partecipanti. Rispetto ai temi del Piano nazionale per  l'infanzia  e
dell'adolescenza, tre hanno suscitato un particolare interesse: 
      a)  il  diritto  allo  studio  ha  sollecitato   l'apertura   e
l'introduzione al concetto piu'  ampio  di  diritto,  richiamando  la
Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia  e  adolescenza,
poco nota  ai  ragazzi.  I  ragazzi  spontanei  nell'esporre  i  loro
pensieri in merito ai diritti e la partecipazione,  sono  inclini  ad
osservazioni a volte critiche nei confronti di  «chi  potrebbe  agire
dall'alto ma non lo fa». Il riferimento ad azioni politiche a  tutela
dei  cittadini  introduce  il  concetto  di  cittadinanza,  etica   e
uguaglianza sociale a cui fanno spesso riferimento, insistendo  sulla
non accettazione della diversita' dei diritti tra ragazzi e ragazze o
adulti.  Nonostante  la  consapevolezza  che  "gli  adulti  sanno   e
conoscono di piu'", i ragazzi richiamano con forza la loro voglia  di
partecipare alle scelte della comunita' in cui  vivono,  portando  le
loro idee innovative e produttive anche  per  chi  vive  in  contesti
cittadini o rionali di grande disagio e  di  scarse  opportunita'  di
futuro. Diritto  e  dovere,  possibilita',  e'  molto  stimolante  il
confronto su questo tema nel gruppo dei ragazzi degli istituti penali
"Il diritto come una cosa che tu hai la possibilita' di fare  ma  che
tu devi fare visto che ne hai la possibilita'" richiama il senso  del
diritto e del dovere, ma anche di un'occasione da  non  sprecare.  Il
confronto  nel  gruppo,  diviene  particolarmente  vivace  quando  il
concetto di diritto e' assimilato a quello del  dovere.  «Non  e'  un
dovere andare a lavorare? Cioe' e' un diritto se me lo merito ma  poi
e' un dovere». Tra questi ragazzi grande  senso  di  maturita'  e  di
responsabilita' civile e personale emerge dalla  capacita'  di  stare
sugli argomenti proposti, contribuendo a costruire un denso spazio di
confronto e di espressione. 
      b)  Altro  interessante  approfondimento   ha   riguardato   la
differenza tra i ragazzi e ragazze circai diritti percepiti, i gruppi
avevano   posizioni   di   critica   molto    nette    rispetto    ai
ruolitradizionali e a ogni forma di discriminazione, la  possibilita'
di avere occasioni educativeper mettere a fuoco questi temi e'  stata
evocata da molti. Non emergono particolaridifferenze  tra  i  diritti
dei  ragazzi/e  e  gli  adulti,  al  contrario  emerge   un'idea   di
societamaschilista, discriminante nei confronti delle  donne:  «anche
in  famiglia  non  puoi  fare  certecose  perche'  sei  donna  e  sei
incapace»,  «una  ragazza  non  puo'  vestirsi  come  vuole   perche'
egiudicata». Le differenze di genere ingaggiano molto i ragazzi e  le
ragazze  rom  sinti,  e  ilgruppo  si   sofferma   sulle   differenti
opportunita': non si coglie una  diseguaglianza  attuale,tuttavia  le
riflessioni del gruppo spaziano su una linea temporale in cui  notano
come, adesempio, il ruolo della donna e i diritti, si  siano  evoluti
nella  giusta  dimensione  diuguaglianza,  restituendole  paritetiche
opportunita' di partecipazione alla vita  sociale.  Siavverte,  dalle
libere espressioni all'interno dei gruppi,  quanto  le  differenze  o
lediscriminazioni  sociali   siano   da   loro   stessi   considerate
intollerabili e contrarie al sensocivico e morale della  persona.  Da
cio', la  consapevolezza  del  concetto  delle  giusteopportunita'  e
tutele  per  tutti,   indistintamente   dalla   condizione   sociale,
economica,religiosa o di provenienza. I  ragazzi  e  le  ragazze  rom
hanno partecipato con interesse  ecoinvolgimento  ai  temi  proposti,
evidenziando, spesso e con amarezza, una realta' ancoradi  esclusione
e di discriminazione che non permette a tutti di «sentirsi uguali»  e
che pertale motivo «andrebbe risolta dai grandi». 
      c) I temi del benessere integrale e  della  poverta'  educativa
hanno suscitato interesse e sonostati ricollegati alle  differenti  e
reali condizioni di vita, con riflessioni da cui emergeva undesiderio
di riscatto che spingerebbe ad abbandonare  i  luoghi  di  origine  e
andare  altroveper  essere  se'   stessi   e   godere   di   maggiori
opportunita'. In questa prospettiva interessanterilevare l'intensita'
con cui i ragazzi e le ragazze  hanno  raccontato  la  partecipazione
agruppi territoriali di socializzazione quali spazi di accoglienza  e
di rassicurazione intermini di crescita, di confronto  e  di  visione
del futuro. La promozione delle capacitaespressive, comunicative e di
socializzazione    attraverso    l'uso    di    attivita'    ludiche,
artistiche,sportive, teatrali  e  laboratoriali,  sono  vissuti  come
strumenti  di  sviluppo  e  maturazione  diabilita',   competenze   e
personalita',  in  un'ottica  di   benessere   integrale,   confronto
ematurazione del senso civico. 
 
    I ragazzi e le ragazze avevano molto  chiaro  che  esistono  vari
tipi di poverta' e ne hanno parlato: la  poverta'  economica,  intesa
come reale difficolta' a provvedere autonomamente e in modo  adeguato
alle necessita' materiali; la poverta' di opportunita',  intesa  come
contesti di vita familiare, sociale o comunitari  scarsamente  dotati
di  risorse  capaci  di  fare  da  «motore  per  scappare»,  leva  di
promozione sociale; la poverta' educativa come assenza di capacita' e
competenze   per   conoscere   e   usufruire   di   possibilita'   di
partecipazione e affermazione  personale;  la  poverta'  relazionale,
intesa come «disattenzione» da parte della  famiglia  o  degli  altri
adulti, anche servizi, che si collocano accanto  al  ragazzo  e  alla
ragazza. Le comunita' e le  reti  di  solidarieta'  territoriali  per
bambini/e e ragazzi/e rappresentano luoghi  cooperativi  di  crescita
nei  quali  costruire  spazi  per  attivita'  ricreative,   attivita'
sportive,   laboratori    di    partecipazione,    opportunita'    di
collaborazione e affermazione.  Il  richiamo  a  una  nuova  idea  di
coinvolgimento sul territorio, specialmente per coloro che la  vivono
direttamente  nei  laboratori  di  educativa  territoriale,   e'   di
fondamentale rilevanza per  concretizzare  l'ideale  del  diritto  di
opportunita' e di partecipazione  in  cui  i  ragazzi  e  le  ragazze
possano esprimersi liberamente ed incrementare il proprio  potenziale
umano.