(Allegato)
                                                             Allegato 
 
                   Al Presidente della Repubblica 
 
    Nel Comune di Torre Annunziata (Napoli), i  cui  organi  elettivi
sono  stati  rinnovati  nelle  consultazioni  amministrative  dell'11
giugno 2017, sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della
criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e
l'imparzialita' dell'amministrazione nonche' il buon andamento ed  il
funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine  e  della
sicurezza pubblica. 
    All'esito  di  indagini  svolte  dalle  forze   dell'ordine   sul
contenuto  di   numerose   segnalazioni   con   le   quali   venivano
rappresentate forme di ingerenza e di condizionamento da parte  della
criminalita'  organizzata  nell'attivita'  amministrativa   dell'ente
locale   e   tenuto   o   conto    della    constatata    incapacita'
dell'amministrazione comunale di porre in essere  iniziative,  alcune
delle quali individuate anche in sede  di  comitati  provinciali  per
l'ordine e la sicurezza pubblica, per  migliorare  il  controllo  del
territorio e  cosi'  contrastare  la  recrudescenza  delle  attivita'
criminose  ad  opera  delle  locali  consorterie  camorristiche,   il
prefetto di Napoli ha disposto, per gli  accertamenti  di  rito,  con
decreto del 14 ottobre 2021, l'accesso presso il suddetto comune,  ai
sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000,
n. 267, sucessivamente prorogato per ulteriori tre mesi. 
    Successivamente, a seguito delle dimissioni succedutesi nel tempo
di oltre la meta' dei componenti l'organo assembleare,  il  consiglio
comunale di  Torre  Annunziata  e'  stato  sciolto  con  decreto  del
Presidente della Repubblica in data 23  febbraio  2022,  adottato  ai
sensi  dell'art.  141,  comma  1,  lettera  b,  n.  4,  del   decreto
legislativo 18 agosto 2000, n. 267 con la nomina  di  un  commissario
straordinario. 
    Al termine dell'indagine  ispettiva,  la  commissione  incaricata
dell'accesso  ha  depositato  le  proprie  conclusioni,   sulle   cui
risultanze il prefetto di Napoli, sentito nella seduta del  28  marzo
2022 il comitato provinciale per l'ordine e  la  sicurezza  pubblica,
integrato con la  partecipazione  del  procuratore  della  Repubblica
della direzione distrettuale antimafia di Napoli  e  del  Procuratore
della  Repubblica  presso  il  Tribunale  di  Torre  Annunziata,   ha
trasmesso l'allegata relazione che costituisce parte integrante della
presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di  concreti,
univoci e rilevanti elementi su  collegamenti  diretti  ed  indiretti
degli amministratori locali con la criminalita' organizzata  di  tipo
mafioso e su forme di  condizionamento  degli  stessi,  riscontrando,
pertanto, i presupposti per l'applicazione delle  misure  di  cui  al
citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000. 
    I lavori svolti dalla commissione d'accesso hanno preso in esame,
oltre all'intero andamento gestionale dell'ente  locale,  la  cornice
criminale  ed  il  locale  contesto   ambientale,   con   particolare
attenzione alle risultanze di indagini di polizia  e  ai  conseguenti
sviluppi giudiziari - da cui sono scaturiti provvedimenti  di  natura
cautelativa nonche' un decreto giudiziario di perquisizione personale
e contestuale sequestro adottato il  7  febbraio  2022  dalla  locale
Direzione distrettuale antimafia - che hanno recentemente  riguardato
numerosi componenti  dell'amministrazione  comunale  e  dell'apparato
burocratico, in particolare dell'ufficio tecnico comunale. 
    La relazione del prefetto pone in rilievo che  il  territorio  in
cui insiste il Comune di Torre  Annunziata  e'  caratterizzato  dalla
presenza di diversi gruppi criminali di stampo  camorristico,  spesso
in  violenta  contrapposizione  tra  loro  per  il   predominio   sul
territorio, il traffico di sostanze stupefacenti e il controllo delle
attivita' estorsive nei confronti dell'imprenditoria locale. 
    Alla  problematica  situazione  dell'ordine  e  della   sicurezza
pubblica  che  ne  consegue  si  aggiunge  la  sostanziale  debolezza
politico-amministrativa delle  amministrazioni  comunali  succedutesi
nel  tempo,  compresa  l'ultima  uscente,  dimostratesi  incapaci  di
contrastare  gli  interessi  ed  evitare  i   condizionamenti   della
criminalita' organizzata. 
    A tal proposito, il prefetto di Napoli ha precisato che il Comune
di Torre Annunziata e' gia' stato  oggetto  nel  giugno  1993  di  un
provvedimento  dissolutorio   per   collegamenti   diretti   con   la
criminalita' organizzata (decreto-legge  31  maggio  1991,  n.  164),
essendo stata accertata in quell'occasione la «forma  piu'  grave  di
inquinamento della res publica, caratterizzata  dalla  identita'  tra
rappresentanti  della  comunita'  locale  ed  esponenti  malavitosi»,
oltreche' di una procedura di accesso ex art. 143,  comma  2,  TUOEL,
disposta nel 2013,  conclusasi  non  con  lo  scioglimento  dell'ente
locale  ma  con  l'adozione  di   prescrizioni   per   rimuovere   le
illegittimita' rilevate in sede ispettiva. 
    La commissione  d'indagine,  nel  sottolineare  che  siedono  nel
consiglio comunale  ben  13  membri  gia'  in  carica  nella  passata
consiliatura, e tra questi cinque sono  nell'assise  da  due  mandati
consecutivi, rileva quale indizio del  condizionamento  del  voto  da
parte delle locali consorterie la presenza nel consesso  di  numerosi
amministratori aventi legami familiari e frequentazioni con esponenti
della locale criminalita' organizzata, nonche'  di  altri  denunciati
per vari reati all'autorita' giudiziaria. 
    Il prefetto di  Napoli  si  sofferma  sulla  figura  del  sindaco
ponendo in rilievo l'aggressione, avvenuta nel corso della precedente
consiliatura, a cui il primo cittadino ha assistito, effettuata da un
dipendente  comunale  -  riconducibile  per  rapporti  parentali   ad
ambienti  criminali  e  sospettato  di  appartenere  egli  stesso  ad
organizzazioni criminali - ai danni di altro dipendente comunale;  il
primo cittadino sebbene sia stato convocato, per due volte, non si e'
presentato, quale testimone, nell'ambito  del  relativo  procedimento
disciplinare  pregiudicando   la   possibilita'   di   accertare   le
responsabilita' dell'aggressore. L'organo ispettivo ha evidenziato al
riguardo come la mancata testimonianza sia stata di fatto una  chiara
manifestazione di soggezione della politica all'assoluta predominanza
dei mafiosi locali. 
    Il sindaco di Torre Annunziata risulta  inoltre  indagato  per  i
reati di cui agli articoli 110, 416-bis codice penale e 110, 81  cpv,
319, 321 e  416-bis  comma  1,  codice  penale  dalla  Procura  della
Repubblica presso il Tribunale di Napoli, unitamente, a vario titolo,
ad  altri  amministratori  -  ex  assessori,  tra  cui  anche  un  ex
vicesindaco, e consiglieri comunali - ad un dipendente comunale e  un
dipendente  della  societa'  partecipata  affidataria  del   servizio
rifiuti,  soggetto  quest'ultimo  avente  legami  familiari  con   un
consigliere comunale e con un  esponente  di  spicco  della  malavita
locale,  ritenuto  elemento  di   collegamento   della   criminalita'
organizzata con l'amministrazione comunale di Torre Annunziata. 
    A questo proposito l'organo ispettivo ha  sottolineato  il  ruolo
esercitato da tale ultimo soggetto  controindicato,  che  riveste  un
ruolo chiave nella vita  politica  di  Torre  Annunziata  costituendo
elemento di raccordo e collegamento tra amministratori e imprenditori
che gestiscono i vari servizi  concessi  in  appalto  dal  comune  in
maniera diretta e/o attraverso  societa'  partecipate.  Le  attivita'
d'indagine hanno evidenziato come lo stesso, tramite politici locali,
sia in grado di influenzare le nomine di assessori favorendo  persone
a lui gradite e di condizionare in  maniera  occulta  e  costante  la
gestione dell'amministrazione comunale di Torre Annunziata. 
    La  relazione  del  prefetto  sottolinea   come   il   menzionato
dipendente abbia assunto il ruolo di interlocutore  privilegiato  del
sindaco e di altri amministratori comunali, fino ad  assumere  quello
di  garante  della  continuita'  amministrativa  dell'ente.   A   tal
riguardo, sia nel decreto della procura di Napoli che nella relazione
prefettizia  viene  fatto  riferimento  alla  anomala  e  del   tutto
ingiustificata partecipazione dello stesso soggetto in piu'  riunioni
del consiglio comunale, durante le quali il medesimo ha ostentato  la
propria presenza nel consesso - e nella seduta del  29  ottobre  2021
perfino  su  invito  dello  stesso  ex  presidente  del  consiglio  -
adoperandosi in piu' occasioni per ottenere il numero legale in aula,
per  garantire  la  coesione  della  maggioranza  consiliare   e   la
prosecuzione  della  consiliatura,  durata  ostinatamente  fino  allo
scioglimento  dell'ente  determinatosi,  come  detto,  per  l'estremo
depauperamento  dell'organo  consiliare  di  Torre  Annunziata.  Tale
potere, a parere della commissione ispettiva era esercitato anche nei
confronti  dei  consiglieri  di   minoranza   a   dimostrazione   del
condizionamento dell'intero organo consiliare  soggetto  a  dinamiche
estranee alla normale dialettica e contrapposizione  tra  le  diverse
componenti politiche presenti nel consesso. 
    Viene, peraltro, evidenziato che nelle giornate in  cui  si  sono
svolti i menzionati consigli  comunali  il  dipendente  in  argomento
risultava assente dal lavoro per malattia. 
    Ulteriore elemento emerso all'esito delle  indagini  giudiziarie,
che attesta il  livello  di  condizionamento  e  compenetrazione  tra
criminalita' organizzata e politica locale  e'  rappresentato  da  un
episodio che vede protagonista il  vice  sindaco  che  avvicinato  da
loschi individui non ha provveduto a  richiedere  l'intervento  delle
forze di polizia o comunque a denunciare il fatto, ma ha avvertito di
quanto  accaduto  il  menzionato  dipendente,  vicenda  che   attesta
l'elevata considerazione e comunque l'influenza che  il  soggetto  in
questione, riconducibile alla criminalita' organizzata, esercita  sui
componenti dell'amministrazione locale. 
    La relazione ispettiva evidenzia  inoltre  che  alcuni  assessori
comunali sono indagati anche per i reati di cui agli articoli 416-bis
e 416-bis, comma 1, codice penale ed inoltre sono state rilevate  nei
loro  confronti  frequentazioni  con  esponenti  della   criminalita'
locale. 
    Criticita' sono state segnalate anche nei confronti del personale
amministrativo, parte del quale risulta avere precedenti penali o  di
polizia, per reati anche di natura  associativa  o  per  altri  gravi
reati (omicidio, delitti contro la pubblica amministrazione), nonche'
rapporti parentali, di affinita' o frequentazioni con  noti  soggetti
appartenenti alla criminalita' organizzata.  Viene,  in  particolare,
posta in rilievo  la  posizione  dell'allora  dirigente  dell'ufficio
tecnico  comunale  tratto  in  arresto  in  flagranza  di   reato   e
conseguentemente soggetto a procedimenti penali nei quali  come  gia'
evidenziato - unitamente ad altro amministratore, gia' vicesindaco  e
assessore comunale, anch'esso destinatario di  una  misura  cautelare
successivamente annullata dal tribunale di riesame - e'  accusato  di
aver favorito alcune ditte nelle aggiudicazioni di appalti o commesse
pubbliche previo versamento di ingenti somme di denaro.  Il  predetto
dirigente e' stato condannato alla pena di anni sei per il  reato  di
cui all'art. 319-quater e risulta ancora indagato  nell'ambito  dello
stesso procedimento penale. 
    I lavori della  commissione  d'indagine,  oltre  a  rilevare  una
generalizzata  condizione   di   illegalita'   in   diversi   settori
amministrativi, hanno evidenziato come la  pervasiva  presenza  della
criminalita'  organizzata  sul  territorio  del   Comune   di   Torre
Annunziata - ove e' stata registrata una  notevole  recrudescenza  di
episodi  criminosi  -  sia   stata   agevolata   anche   dall'inerzia
dell'amministrazione comunale nel porre in essere iniziative  miranti
a contrastarne la diffusione e l'impunita'. 
    La relazione del prefetto pone al  riguardo  in  rilievo  che  e'
stato piu' volte richiesto al primo cittadino, anche in occasione  di
diversi comitati provinciali per l'ordine  e  la  sicurezza  pubblica
dedicati proprio a quell'ente locale, di assicurare l'implementazione
e  il  corretto  funzionamento  del  sistema   di   videosorveglianza
cittadino. 
    In particolare, durante il comitato provinciale per l'ordine e la
sicurezza pubblica appositamente tenutosi il 19 maggio 2021 presso la
sede del consiglio comunale di Torre Annunziata il sindaco  e'  stato
sollecitato al rispetto degli impegni assunti precedentemente per  il
completamento  dell'impianto   di   videosorveglianza,   opera   gia'
segnalata dal prefetto di Napoli come assolutamente  prioritaria  per
il controllo del territorio  atteso  che,  dalle  verifiche  disposte
dalle forze di polizia e' risultato che l'impianto  e'  assolutamente
inefficace in quanto molte delle 54 telecamere installate  non  erano
funzionanti. Tuttavia, sebbene lo stesso prefetto di Napoli abbia  in
piu' occasioni invitato il primo cittadino ad avvalersi degli  uffici
della prefettura questi ha sostanzialmente ignorato i ripetuti inviti
ad operare fattivamente per la sicurezza  cittadina  rivolti  in  ben
quattro comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica. 
    La commissione di accesso nell'evidenziare imprecisioni e ritardi
continui nelle procedure di gara per la videosorveglianza, tanto  che
al  momento  in  cui  ha  rassegnato  la  propria  relazione  nessuna
procedura volta all'efficientamento e all'ampliamento di quel sistema
era stato portato a conclusione, ha rilevato la mancanza di  volonta'
dell'amministrazione nel compulsare gli uffici  competenti  tanto  da
far presumere «una precisa volonta' di ritardare» l'installazione  di
un valido ausilio alle forze di polizia il cui funzionamento  avrebbe
potuto  fungere  da  deterrente  di  taluni  gravi  fatti  di  sangue
verificatisi   a   Torre    Annunziata.    Al    riguardo,    rileva,
significativamente, il fatto che la predetta procedura di gara  viene
indicata  nel  decreto  di  perquisizione  emesso   dalla   Direzione
distrettuale antimafia il 7 febbraio 2022 evidenziando  che  su  tale
procedimento aveva  manifestato  interesse  il  sopracitato  soggetto
controindicato   rivelatosi   piuttosto   influente    sull'attivita'
politico-amministrativa dell'ente locale. 
    La commissione d'indagine ha inoltre analizzato le  modalita'  di
gestione delle societa'  partecipate  dal  comune,  soffermandosi  in
particolare su una di queste alla quale dal 2014 e' stata affidata in
house, e quindi sottoposta al controllo analogo  da  parte  dell'ente
locale  che  ne  detiene  l'intero  capitale  sociale,  la   gestione
integrata dei rifiuti urbani, la  pulizia  di  edifici  comunali,  la
manutenzione  del  verde  pubblico  e  la  gestione  della  sosta   a
pagamento. L'organo ispettivo ha evidenziato che la maggior parte dei
dipendenti di tale societa', molti dei  quali  assunti  negli  ultimi
anni con contratti anche a tempo determinato, sono legati da  vincoli
di parentela o di  frequentazione  con  esponenti  appartenenti  alla
locale criminalita' organizzata. E'  stato  rilevato,  altresi',  che
alcune ditte, delle quali la predetta societa' si e' avvalsa  per  la
fornitura di servizi o per il noleggio a freddo  di  automezzi,  sono
risultate controindicate per quanto attiene alla normativa antimafia;
in particolare, l'organo ispettivo ha segnalato  una  ditta,  che  da
alcuni anni e' affidataria dei lavori di lavaggio e  di  manutenzione
ordinaria e straordinaria di automezzi e attrezzature  in  dotazione,
di cui e' proprietario un consigliere  comunale  e  un  familiare  di
quest'ultimo,  peraltro  gia'  attenzionata  durante   la   pregressa
procedura  di  accesso  del  2013  e  destinataria  di   interdittiva
antimafia «atipica», emessa  in  data  16  gennaio  2012,  in  quanto
emersero potenziali condizionamenti di  tipo  mafioso.  La  relazione
prefettizia si sofferma anche su un'altra societa', che fornisce  dal
2015 il noleggio a freddo di 15 automezzi per l'igiene urbana,  ditta
che e' stata destinataria  di  provvedimento  interdittivo  antimafia
emesso dalla prefettura di Napoli in data 22 gennaio 2021. Cosi' pure
nei riguardi di un'altra ditta che gestisce, in affidamento  diretto,
ininterrottamente  dal  2017,  quindi  con  evidente  violazione  del
principio di rotazione degli affidamenti, il servizio di sicurezza  e
igiene sui  luoghi  di  lavoro  e  le  visite  mediche  periodiche  e
pre-assuntive. L'organo ispettivo  ha  evidenziato  al  riguardo  che
l'amministratore  e  proprietario  in  quota  parte  della   predetta
societa' risulta avere legami familiari con  esponenti  di  una  nota
famiglia camorristica. 
    Tutte  le  segnalate  criticita',  pur  essendo   evidenti,   non
risultano in alcun modo  contrastate  dall'amministrazione  comunale,
che invece non  ha  esercitato  il  dovuto  controllo  analogo  sulla
gestione   complessiva   della   menzionata   societa'    interamente
partecipata dal Comune di Torre Annunziata. 
    Ulteriori  illegittimita'  e   anomalie   sono   state   rilevate
dall'organo ispettivo in  molteplici  affidamenti  di  servizi  o  di
lavori disposti da parte del Comune di Torre Annunziata, tra i  quali
viene segnalato l'affidamento diretto ad una ditta  del  servizio  di
pulizia degli arenili pubblici per due mesi, ditta gia'  assegnataria
di altri commesse comunali, concesse tutte in affidamento diretto  e,
dunque, in violazione del principio della rotazione degli  incarichi.
Inoltre, non risulta richiesta la certificazione antimafia  che,  nel
caso specifico, non avrebbe potuto essere  rilasciata  in  quanto  la
predetta ditta non e' iscritta nelle white list della  prefettura  di
Napoli e percio' non poteva essere in alcun modo assegnataria diretta
di pubbliche commesse. Peraltro, viene rilevato che  l'amministratore
della societa' risulta avere gravi  precedenti  penali  ed  e'  stato
controllato in compagnia di un soggetto pregiudicato avente relazioni
familiari con un esponente di spicco di un locale  clan  camorristico
detenuto in carcere dove sta espiando la pena dell'ergastolo. 
    Anomalie in parte analoghe sono state registrate in relazione  ai
lavori affidati direttamente ad una societa' tra i quali il  servizio
rimozione e  smaltimento  dei  rifiuti  abbandonati,  ditta  che  non
risulta iscritta nelle white list prefettizie, per cui anche  in  tal
caso non poteva essere assegnataria, in affidamento diretto, ai sensi
dell'art. 36, comma 2, lettera a, decreto legislativo n. 50/2016,  di
commesse pubbliche. 
    Illegittimita' ed  omissioni  sono  state  rilevate  anche  nella
procedura di gara, effettuata tramite il  mercato  elettronico  della
pubblica  amministrazione  (MEPA),  dei  lavori   di   piantatura   e
incremento  del  verde  cittadino  per  un  importo  complessivo   di
529.477,74 euro, gara conclusasi con l'assegnazione dei lavori ad una
ditta destinataria di interdittiva antimafia, emessa il 31 marzo 2020
dalla prefettura di Napoli. Viene rilevato, altresi', che in  vigenza
del provvedimento ostativo, con delibera di giunta  comunale  n.  135
del 22 luglio 2020, e'  stata  approvata  in  favore  della  societa'
affidataria una  perizia  di  variante  per  lavori  aggiuntivi  pari
all'importo di 33.443,35 euro, oltre  agli  oneri  di  sicurezza.  Al
riguardo,  l'organo  ispettivo  ha  rilevato  l'illegittimita'  della
perizia di variante, trattandosi  di  lavori  aggiuntivi  prevedibili
che, peraltro, si sono conclusi il 31 luglio 2020, dunque solo  pochi
giorni dopo la suddetta delibera giuntale di  approvazione,  come  si
rileva dal certificato di regolare esecuzione dell'11 agosto  2020  a
seguito del quale sono state liquidate alla ditta  spettanze  pari  a
468.274,00 euro. 
    Ulteriore vicenda che  significativamente  attesta  una  gestione
dell'ente locale avulsa dal rispetto del principio  di  legalita'  e'
quella che riguarda  il  perpetuarsi  di  una  concessione  demaniale
balneare, del valore di 977.979,17  euro,  rilasciata  in  favore  di
soggetti  controindicati,  concessione  comunale  gia'   oggetto   di
interesse e di rilievo durante la  procedura  di  accesso  del  2013.
Nella relazione prefettizia si rileva che la societa'  concessionaria
ha avuto in uso il bene pubblico, formalmente in  gestione  congiunta
con altre societa', oltre che negli anni passati anche per il periodo
2020/2021 e che la medesima risulta amministrata  dai  familiari  del
precedente  concessionario,  esponente  della   locale   criminalita'
organizzata, ucciso in un agguato camorristico nel novembre 2006. 
    L'organo  ispettivo  ha  rilevato   un   atteggiamento   omissivo
dell'amministrazione comunale anche per quanto attiene alle procedure
di acquisizione  e  successiva  gestione  dei  beni  confiscati  alla
criminalita' organizzata, mancanze che si sostanziano nel ritardare i
sopralluoghi dei numerosi beni  amministrati  dall'Agenzia  nazionale
dei beni sequestrati e confiscati (ANBSC) presenti sul territorio  di
Torre Annunziata e nell'incertezza e  confusione  nella  gestione  di
quelli gia' assegnati; infatti, i beni confiscati  alla  criminalita'
organizzata attualmente a disposizione  del  comune  ammontano  a  13
immobili, il cui utilizzo concreto e'  in  parte  ancora  nella  fase
preliminare di selezione delle proposte presentate a seguito di bando
pubblico e da finanziare nell'ambito del  PNRR.  Viene  riferito,  in
particolare,  di  un  appartamento  confiscato  che,  per   l'inerzia
dell'amministrazione  comunale,   risulta   essere   stato   occupato
abusivamente da un soggetto avente legami con esponenti  camorristici
locali, bene peraltro dichiarato non abitabile e, dunque,  pericoloso
per gli stessi occupanti. 
    L'inerzia dell'amministrazione comunale e' stata  rilevata  anche
per i mancati controlli  sull'apparato  burocratico,  in  particolare
sull'operato dei responsabili degli uffici  comunali,  nonostante  le
segnalazioni   effettuate   dal   responsabile    dell'anticorruzione
riguardanti illegittimita' rilevate in sede di controllo interno alle
quali i menzionati responsabili dei  settori  non  hanno  dato  alcun
riscontro. 
    L'atteggiamento  passivo  degli  amministratori,  sebbene  sempre
informati del comportamento omissivo degli uffici  comunali  e  delle
illegittimita' o delle irregolarita' nelle procedure poste in  essere
dagli stessi, si e' sostanziato nell'assoluto  disinteresse  riguardo
alla  legalita'  dell'azione  amministrativa  nel  suo  complesso   e
nell'assenza di direttive e di controllo dell'attivita' dei dirigenti
preposti, ai quali, peraltro, sono state sempre erogate le indennita'
di risultato; l'inerzia degli organi politici di vertice dell'ente si
e' registrata anche  in  occasione  della  relazione  presentata  dal
segretario comunale ai sensi dell'art.  147-bis  TUOEL,  relativa  ai
controlli di regolarita' amministrativa e anticorruzione redatta  per
l'anno  2021,  nella  quale   veniva   evidenziata   «la   violazione
sistematica, ad opera dell'ufficio tecnico comunale, della  normativa
antimafia di cui al decreto legislativo n. 159/2011, con  riferimento
alla  mancata  richiesta  della  relativa  certificazione   per   gli
affidamenti nel servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi
urbani». 
    La  condotta  omissiva  e  incurante  dell'apparato  dirigenziale
dell'ente e l'assenza di direttive da parte del vertice politico tese
a  ristabilire  la  legalita'   dell'azione   amministrativa,   viene
segnalata dal prefetto  di  Napoli  anche  in  relazione  ai  rilievi
formulati  dal  Ministero  dell'economia  e  delle  finanze  in  sede
ispettiva sulla gestione economica e contabile del  Comune  di  Torre
Annunziata. Viene al  riguardo  evidenziato  che  sebbene  i  rilievi
facessero riferimento alla  precedente  consiliatura,  l'ente  si  e'
comunque sottratto al preciso compito di assumere gli atti  non  piu'
procastinabili  volti  a  regolarizzare  la  situazione   finanziario
contabile, riscontrandosi pertanto, anche  in  questa  occasione,  il
totale disinteresse mostrato dall'amministrazione comunale  circa  la
corretta gestione amministrativo-contabile dell'ente locale a  fronte
delle numerose segnalazioni formulate  dal  segretario  generale.  La
relazione ispettiva evidenzia anche gravi illegittimita' nella nomina
del dirigente dell'ufficio tecnico. 
    Le vicende analiticamente esaminate e  dettagliatamente  riferite
nella relazione del prefetto di Napoli hanno rivelato  una  serie  di
condizionamenti nell'amministrazione  comunale  di  Torre  Annunziata
(Napoli), volti a perseguire fini diversi  da  quelli  istituzionali,
che hanno determinato lo svilimento  e  la  perdita  di  credibilita'
dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della
collettivita',  rendendo  necessario  l'intervento  dello  Stato  per
assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'. 
    Sebbene il processo di ripristino della legalita'  nell'attivita'
del comune sia gia' iniziato con la  gestione  provvisoria  dell'ente
affidata al commissario straordinario, ai  sensi  dell'art.  141  del
decreto legislativo 18 agosto 2000, n.  267,  in  considerazione  dei
fatti suesposti e  per  garantire  il  completo  affrancamento  dalle
influenze della criminalita', si  ritiene,  comunque,  necessaria  la
nomina della commissione straordinaria  di  cui  all'art.  144  dello
stesso decreto legislativo, anche per scongiurare il pericolo che  la
capacita' pervasiva delle organizzazioni  criminali  possa  di  nuovo
esprimersi in occasione delle prossime consultazioni  amministrative.
L'arco temporale piu' lungo previsto dalla vigente normativa  per  la
gestione straordinaria consente anche  l'avvio  di  iniziative  e  di
interventi programmatori  che,  piu'  incisivamente,  favoriscono  il
risanamento dell'ente. 
    Rilevato che il provvedimento dissolutorio previsto dall'art. 143
del  citato  decreto  legislativo,  per  le  caratteristiche  che  lo
configurano, puo' intervenire finanche quando sia stato gia' disposto
provvedimento per altra causa,  differenziandosene  per  funzioni  ed
effetti, si propone l'adozione della misura di rigore  nei  confronti
del Comune di Torre Annunziata,  con  conseguente  affidamento  della
gestione dell'ente locale ad una commissione  straordinaria  cui,  in
virtu' dei successivi articoli 144 e 145, sono attribuite  specifiche
competenze e metodologie di intervento finalizzate a  garantire,  nel
tempo, la rispondenza dell'azione amministrativa alle esigenze  della
collettivita'. 
    In  relazione  alla  presenza  ed  all'estensione  dell'influenza
criminale,  si  rende  necessario  che  la  durata   della   gestione
commissariale sia determinata in diciotto mesi. 
      Roma, 3 maggio 2022 
 
                                  Il Ministro dell'interno: Lamorgese