(Allegato 1)
                                                           Allegato 1 
 
                               Nota 95 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    Premessa. 
    Le cheratosi  attiniche  (AK)  si  presentano  clinicamente  come
piccole macchie, papule o placche desquamanti ed eritematose in  aree
di cute foto-danneggiata. 
    Le lesioni possono essere uniche e ben definite  o  multiple.  Le
aree fotoesposte (viso, dorso delle mani, tronco, e soprattutto cuoio
capelluto dei soggetti calvi) sono le piu'  interessate.  L'incidenza
e' in aumento in relazione sia all'allungamento della vita  sia  alle
abitudini che portano a una maggiore esposizione solare. 
    La diagnosi e' in genere clinica e raramente  viene  eseguito  un
esame istologico. Gli  studi  sulla  prevalenza  riportano  dati  non
omogenei con una variabilita' tra 1,4% e 59%, dovuta  in  parte  alle
differenze relative alle  aree  geografiche  e  alle  popolazioni  in
studio, e in parte alle differenti  modalita'  di  valutazione  e  di
conta delle  lesioni.  Le  AK  sono  considerate  forme  iniziali  di
carcinomi squamo-cellulari  (SCC),  espressione  di  un  processo  di
carcinogenesi in piu' fasi. 
    Le lesioni se non trattate possono rimanere stabili per un  certo
periodo, e in una percentuale che varia dallo 0,5% al 20%  progredire
verso un SCC, o, in casi sporadici, regredire. 
    Non esistono criteri certi  che  consentano  di  identificare  le
lesioni che avranno maggiore probabilita' di progredire verso un SCC. 
    Nei  soggetti  con  lesioni  multiple  l'incidenza  di   SCC   e'
significativamente aumentata (da 8 a  11  volte  piu'  frequente  nei
soggetti con piu' di  10  lesioni).  L'esame  istologico  di  lesioni
clinicamente diagnosticate come cheratosi attinica  puo'  evidenziare
un SCC in circa il 10-15% dei casi. Sebbene il rischio di  evoluzione
verso un SCC sia relativamente basso per ogni singola  manifestazione
di AK, gli studi istologici dimostrano che il 60-80% dei SCC  origina
da una AK. Di conseguenza  il  trattamento  precoce  della  cheratosi
attinica e' considerato importante dalla  letteratura  dermatologica.
Le  lesioni  derivano  dall'accumulo  dei  danni  indotti  dagli   UV
(infiammazione,  alterazioni   del   ciclo   cellulare,   mutagenesi,
alterazioni della capacita' di riparo  del  DNA,  immuno-soppressione
locale) e insorgono su aree foto-danneggiate, concetto definito  come
«campo di cancerizzazione» (field cancerization), cioe' di un'area di
epidermide caratterizzata dalla presenza di lesioni pre  neoplastiche
dovute a unita' clonali di cellule con alterazioni  geniche,  indotte
dall'esposizione a carcinogeni. 
    La definizione del  campo  di  cancerizzazione  ha  stimolato  lo
sviluppo di terapie mediche per  la  cheratosi  attinica  basate  sul
trattamento sia delle aree lesionali sia  di  quelle  peri  lesionali
apparentemente sane, con l'obbiettivo di eliminare la  lesione  e  di
arrestare la progressione del processo di cancerizzazione e prevenire
possibili recidive. 
    I trattamenti disponibili. 
    Diclofenac 3% in ialuronato di sodio 
    (applicazione: 2 volte al giorno per 60-90 giorni) 
    Il   diclofenac   e'   un   inibitore   non    specifico    della
ciclo-ossigenasi 2 (COX2). L'over-espressione della COX2, riscontrata
nei carcinomi cutanei, e' indice della reazione infiammatoria indotta
dalla cronica  esposizione  agli  UV  e  porta  alla  generazione  di
metaboliti  dell'acido  arachidonico  capaci  di  alterare  il  ciclo
cellulare. 
    Una metanalisi di 3 studi verso placebo mostra che la risoluzione
completa  delle  lesioni  si  osserva  in  circa  il  40%  dei  casi,
esattamente nel 30% dei pazienti trattati per 3 mesi e  nel  40%  dei
trattati per 6 mesi in un'analisi per protocol. I risultati  positivi
raddoppiano se si considerano anche le risposte  parziali.  Non  sono
riportate differenze nella risposta in relazione  all'area  trattata.
Gli studi comparativi presenti in letteratura  sono  condotti  versus
terapia fotodinamica (MAL PDT) e 5% 5-FU. In  ambedue  gli  studi  il
diclofenac/HA e' risultato meno efficace anche se meglio tollerato. 
    Eventi avversi 
    La tollerabilita' e' buona anche dopo trattamento di aree ampie e
gli effetti collaterali sono lievi  e  principalmente  legati  a  una
modica irritazione nel sito di applicazione. Sono descritti rari casi
di dermatiti da contatto o di fotodermatiti.  L'uso  dovrebbe  essere
escluso in pazienti con sensibilita'  ai  FANS  ed  effettuato  sotto
costante  sorveglianza  nei  pazienti  con  storia  di  sanguinamento
gastrointestinale. 
    5-Fluorouracile/Acido salicilico (5-FU/SA) 
    (applicazione: una volta  al  giorno  sulle  cheratosi  attiniche
finche' le lesioni non sono completamente guarite o fino a un massimo
di 12 settimane. Se si verificano effetti indesiderati gravi, ridurre
la frequenza di applicazione del medicinale a 3  volte  a  settimana,
finche' gli effetti indesiderati non migliorano. I  dati  disponibili
indicano  la  possibilita'  di  trattare   fino   a   dieci   lesioni
contemporaneamente. L'area totale di pelle  trattata  con  Actikerall
non deve eccedere 25 cm²) 
    Il principio attivo fluorouracile e' un citostatico  con  effetto
antimetabolita. Avendo una struttura simile  a  quella  della  timina
(5-metiluracile) presente  negli  acidi  nucleici,  il  fluorouracile
previene la formazione e l'utilizzo della timina stessa, inibendo  in
tal  modo  la  sintesi  del  DNA  e  dell'RNA  e  determinando  cosi'
l'inibizione della crescita cellulare. L'acido salicilico  topico  ha
effetto cheratolitico e riduce l'ipercheratosi associata a  cheratosi
attinica. 
    Actikerall e' indicato per il  trattamento  topico  di  cheratosi
attiniche  ipercheratosiche  leggermente  rilevabili  al  tatto   e/o
moderatamente   spesse    (grado    I/II)    in    pazienti    adulti
immunocompetenti. 
    L'intensita' dei gradi I/II si basa sulla  scala  a  4  punti  di
Olsen et al. (J Am Acad Dermatol 1991) e  identifica  i  gradi  lievi
(macchie piatte e rosa, senza  segni  di  ipercheratosi  ed  eritema,
leggermente  percepibili  al  tatto,  con  cheratosi  attinica   piu'
evidente al tatto che  alla  vista)  e  moderato  (papule  e  placche
eritematose da rosa a rosse con superficie ipercheratotica, cheratosi
attinica moderatamente spessa, evidente sia al tatto che alla vista). 
    Al momento non sono disponibili dati relativi al trattamento  con
Actikerall su parti del corpo che non  siano  viso,  fronte  e  cuoio
capelluto calvo. 
    In uno studio clinico di Fase  III  multicentrico,  randomizzato,
controllato  vs  placebo,  in  doppio  cieco,  a  3  bracci,   gruppi
paralleli, 470 pazienti con cheratosi attinica di grado I e  II  sono
stati trattati con 5-FU/SA, o con un placebo o con un gel  contenente
diclofenac (30 mg/g). In totale, 187 pazienti sono stati sottoposti a
trattamento con l'associazione fissa 5-FU/SA  fino  a  12  settimane.
L'end-point  primario  consisteva   nella   risoluzione   a   livello
istologico di una lesione a 8 settimane dopo la fine del trattamento.
Nel 72% dei soggetti appartenenti al gruppo trattato con 5-FU/SA,  la
cheratosi  attinica  non  e'  piu'  stata   rilevata   nel   campione
istologico, mentre i tassi di risoluzione relativi al gruppo trattato
con  diclofenac  e  al   gruppo   placebo   sono   risultati   essere
rispettivamente 59,1% e 44,8% (analisi per-protocol). Anche il numero
di soggetti con una risposta completa (tutte le lesioni  clinicamente
risolte) e' risultato  essere  piu'  alto  nel  gruppo  trattato  con
5-FU/SA (55,4%) rispetto al gruppo trattato con diclofenac (32%) e al
gruppo placebo (15,1%). L'efficacia clinica  e'  stata  ulteriormente
supportata da uno studio di Fase II  multicentrico,  randomizzato,  a
gruppi paralleli, a confronto con  la  crioterapia.  La  combinazione
5-FU/SA, a 8 settimane dalla fine di un trattamento  di  6  settimane
(n=33), ha mostrato una risoluzione a livello  istologico  piu'  alta
rispetto alla crioterapia, valutata a  14  settimane  dopo  il  primo
trattamento al giorno 1, con un secondo trattamento al giorno 21,  se
necessario (n=33) (62,1% vs 41,9%). Al sesto mese di  follow  up,  il
tasso di recidiva di cheratosi attinica risulta essere piu' basso nel
gruppo trattato con 5-FU/SA (27.3% vs 67.7%). 
    Eventi avversi 
    Nella maggior parte dei pazienti trattati con la soluzione per la
cheratosi attinica si sono manifestate irritazione e infiammazione da
leggera a moderata al sito di applicazione. In caso di reazioni gravi
la frequenza del trattamento  può  essere  ridotta.  Poiche'  questo
prodotto medicinale ha un forte  effetto  ammorbidente  sull'epitelio
corneale,  e'  possibile  che  si   manifestino   una   decolorazione
biancastra e una desquamazione della cute, in particolare nelle  zone
circostanti le cheratosi attiniche. L'acido salicilico  contenuto  in
questo medicinale puo' provocare  nei  pazienti  predisposti  leggeri
segni  di  irritazione,  come  dermatite  e  reazioni  allergiche  da
contatto. Tali reazioni possono manifestarsi sotto forma di  prurito,
arrossamento e piccole vesciche, anche in zone non  corrispondenti  a
quelle in cui il prodotto e' stato applicato. 
    Imiquimod 3,75% 
    (applicazione:  giornaliera  per  2  settimane,  seguite   da   2
settimane di sospensione e poi da altre 2 di trattamento) 
    L'imiquimod e' un attivatore dei Toll Like Receptor 7 e 8  (TLR-7
e  TLR-8)  presenti  sulle  cellule   presentanti   l'antigene,   sui
cheratinociti, sui macrofagi e sui monociti. La stimolazione dei  TLR
porta alla  produzione  di  citochine  infiammatorie,  tra  le  quali
l'interferon  y  che  stimolano  l'immunita'  innata  inducendo   una
attivita' antitumorale. La molecola inoltre e' in grado di inibire la
neo-angiogenesi e di indurre l'apoptosi di cellule tumorali. 
    I due studi registrativi, con analogo disegno,  condotti  su  479
pazienti immunocompetenti con cheratosi  attinica  del  volto  o  del
cuoio capelluto calvo in cui imiquimod al 3,75% si e' confrontato con
placebo  hanno  dimostrato,  dopo  8  settimane   dal   termine   del
trattamento, la risoluzione completa di tutte le  lesioni  nel  35,6%
dei pazienti. 
    Se si considera come efficacia anche la  risoluzione  di  lesioni
che si rendano evidenti  durante  il  trattamento  (Lmax)  il  numero
assoluto di lesioni completamente risolte nell'area trattata  aumenta
in modo rilevante. 
    Eventi avversi 
    E'  possibile  la  comparsa  di  reazioni  infiammatorie  la  cui
intensita' e' dipendente dalla reattivita' del soggetto  e  dall'area
trattata. Le reazioni indotte da imiquimod al 3,75%, sono  di  minore
entita' rispetto a quelle causate da imiquimod  al  5%.  Gli  effetti
collaterali sistemici,  quali  la  sintomatologia  influenzale,  sono
molto rari. 
    5 Fluouracile 4% 
    (applicazione una volta al giorno per un periodo di 4 settimane) 
    Il fluorouracile  (FU)  e'  un  agente  citostatico  con  effetto
antimetabolita. La sicurezza e  l'efficacia  di  5FU  4%  sono  state
valutate  in  due  studi  primari,  multicentrici,   randomizzati   e
controllati in soggetti con almeno 5 lesioni  da  cheratosi  attinica
visibili su viso, cuoio capelluto e/o orecchio  (non  superiore  a  1
cm). La studio clinico 1 ha confrontato 5-FU 4%  con  un  comparatore
attivo attualmente non commercializzato  in  Italia  (5-FU  5%)  (due
volte al giorno) e un placebo di  controllo  negativo  (veicolo).  La
studio  clinico  2  era   uno   studio   controllato   con   placebo.
L'applicazione del farmaco, una volta al giorno per 4  settimane,  ha
interessato il trattamento topico dell'intera area del viso e/o delle
orecchie e/o del cuoio  capelluto  in  cui  sono  state  identificate
lesioni da cheratosi attinica al basale. Una percentuale  elevata  di
pazienti in questi studi ha applicato la crema 5-FU 4% su una area di
cute compresa tra 240 cm² e 961 cm². Tutti gli endpoint di  efficacia
sono stati valutati dopo 4 settimane di trattamento. La  superiorita'
e' stata  dimostrata  rispetto  al  veicolo  in  entrambi  gli  studi
clinici. Nello studio 1, la differenza tra  «guarigione  completa  al
100%» di 5-FU 4%, una volta al giorno (54,4%) rispetto al comparatore
attivo (5-FU 5% due volte al giorno) (57,9%) e' stata del 3,5% con un
limite inferiore dei -11,11% nell'intervallo di confidenza al  97,5%.
La differenza tra «guarigione completa al 75%»  di  5-FU  4%  (80,5%)
rispetto al comparatore attivo (80,2%)  e'  stata  del  0,3%  con  un
limite inferiore dei -5,94% nell'intervallo di  confidenza  al  97,5%
nella popolazione «Intention to Treat» (con  risultati  simili  nella
popolazione «Per protocol»). 
    Eventi avversi 
    E' stata segnalata dermatite allergica da contatto  (reazione  di
ipersensibilita' di tipo ritardato) con farmaci topici a base di 5-FU
e con 5-FU 4% dalla prima autorizzazione all'immissione in commercio.
Il 5-FU topico e' associato a reazioni di  fotosensibilita'  tra  cui
gravi scottature solari. 
    Tirbanibulina10 mg/g unguento 
    La tirbanibulina  interrompe  i  microtubuli  tramite  il  legame
diretto con tubulina, inducendo l'arresto del ciclo  cellulare  e  la
morte  per  apoptosi  delle  cellule  proliferanti  ed  e'  associata
all'interruzione della segnalazione della tirosina chinasi Src. 
    L'efficacia e la sicurezza di tirbanibulina applicata sul viso  o
cuoio capelluto per 5 giorni consecutivi e' stata studiata in 2 studi
di Fase III, randomizzati, in doppio cieco, controllati  con  veicolo
(KX01-AK-003 e KX01-AK-004) comprendenti  702  pazienti  adulti  (353
pazienti trattati con  tirbanibulina  e  349  pazienti  trattati  con
veicolo).  Al  giorno  57,  i  pazienti  trattati  con  tirbanibulina
presentavano   tassi   di   eliminazione    completa    e    parziale
significativamente piu' elevati rispetto  ai  pazienti  trattati  con
veicolo (p <0,0001). L'efficacia e' stata minore  nelle  lesioni  del
cuoio capelluto  rispetto  alle  lesioni  del  viso,  sebbene  ancora
statisticamente significativa. 
    Negli studi individuali, i tassi di guarigione totale e  parziale
al giorno 57 (l'endpoint primario e i principali  endpoint  secondari
in   questi   studi)   erano   dal   punto   di   vista    statistico
significativamente piu' elevati nel gruppo trattato con tirbanibulina
rispetto al gruppo con veicolo (p≤0,0003), sia  complessivamente  che
per sede trattamento (viso o cuoio capelluto). 
    Un totale di 204 pazienti ha raggiunto la  completa  eliminazione
delle lesioni da cheratosi  attinica  nel  campo  di  trattamento  al
giorno 57 (174 trattati con tirbanibulina e 30 trattati con veicolo).
Dopo un  anno,  il  tasso  di  recidiva  nei  pazienti  trattati  con
tirbanibulina e' stato del 73%. Il tasso di  recidiva  delle  lesioni
del cuoio capelluto e' stato  superiore  rispetto  alle  lesioni  del
viso. Dei pazienti che hanno sviluppato recidive, l'86% presentava  1
o 2 lesioni. Inoltre,  il  48%  dei  pazienti  che  aveva  sviluppato
recidive ha riportato almeno 1 lesione che non era stata identificata
al momento del trattamento iniziale (ossia, nuove lesioni conteggiate
come recidive). 
    Eventi avversi 
    Le reazioni avverse riportate piu' frequentemente  sono  reazioni
cutanee locali. Le  reazioni  cutanee  locali  comprendevano  eritema
(91%), esfoliazione/desquamazione (82%), formazione di croste  (46%),
gonfiore (39%), erosione/ulcerazione (12%)  e  vesciche/pustole  (8%)
nella sede di applicazione. Inoltre, nell'area  di  trattamento  sono
stati  segnalati  prurito  (9,1%)  e  dolore  (9,9%)  nella  sede  di
applicazione. 
    Raccomandazioni delle principali linee guida. 
    Le  linee  guida  dell'International  League  of   Dermatological
Societies e dell'European Dermatological Forum nell'aggiornamento del
2015  ribadiscono  la  necessita'  del  trattamento  delle  cheratosi
attiniche per la prevenzione delle insorgenza del SCC e  identificano
in almeno  6  il  numero  di  lesioni  per  le  quali  e'  fortemente
raccomandato il trattamento  farmacologico,  mentre,  per  un  numero
inferiore di lesioni, il trattamento di scelta e' la crioterapia.  Le
linee guida, incluse  le  piu'  aggiornate  linee  guida  italiane  e
inglesi, non esplicitano alcun criterio di scelta fra  un  farmaco  e
l'altro. 
    Per quanto riguarda i singoli trattamenti  farmacologici  topici,
poiche' tutti questi farmaci hanno dimostrato la  loro  efficacia  in
studi di confronto vs placebo e solo molto marginalmente in confronti
diretti, l'individuazione del loro posto in terapia  rimane  incerta.
Gli studi comparativi tra i diversi trattamenti sono  limitati  e  le
valutazioni effettuate attraverso  la  metanalisi  sono  condizionate
dalla possibile diversita' dei pazienti esaminati e del  grado  delle
manifestazioni presenti. La scelta del trattamento dovra' considerare
le  caratteristiche  dei  pazienti  in   rapporto   ai   criteri   di
reclutamento degli studi clinici, i dati di sicurezza disponibili, le
criticita' e i tempi della somministrazione in termini  di  modalita'
di utilizzo e in rapporto all'obiettivo clinico. 
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