(Allegato A-art. 9)
                               Art. 9. 
 
                  Legame con l'ambiente geografico 
 
A) Informazione sulla zona geografica. 
Fattori naturali rilevanti per il legame: 
    la  Regione  Molise  ha  una  estensione  di  4.438  Kmq  con  un
territorio prevalentemente montano, 55,3%  di  Montagna  e  44,7%  di
collina;  la  peculiarita'  dei  terreni  a  livello  morfologico  e'
caratterizzata da un susseguirsi di rilievi dalle sommita' strette ed
allungate  di  forma  convessa  e  piu'  raramente   subpianeggiante,
separate da profonde valli dai versanti complessi. 
    Questi versanti possono essere interessati  da  intensi  processi
erosivi talvolta di tipo calanchivio e franoso. 
    Il substrato e' costituito dalle formazioni marnoso calcaree  del
Paleogene e da formazioni arenacee e marnoso - arenacee del Miocene. 
    Essendo l'orografia del Molise non particolarmente tormentata, la
temperatura  media  annua  varia  tra  13,5  e  14,8°C,   mentre   le
precipitazioni medie annue sono comprese tra mm 696,8 e 1067 mm. 
    La  distribuzione  stagionale  delle  piogge  ha  caratteristiche
tipicamente mediterranee concentrandosi per circa il 60% nel  periodo
autunno-inverno  con  una  distribuzione  abbastanza   uniforme   sul
territorio. 
    Nell'area molisana affiorano terreni con eta'  e  caratteristiche
litologiche differenti (Bestini T. 1983): 
      rocce calcaree e calcaree-dolomitiche stratificate e/o  massive
di  piattaforma,  di  eta'  triassico-cretacica,  rappresentate   dai
rilievi massicci del matese e delle mainarde;  la  morfologia  appare
con forme aspree e pendii acclivi incisi da profondi solchi vallivi; 
      formazioni       calcareo-marnose-selciose       di        eta'
cretacico-oligocenica e complessi flyscioidi miocenici a costituzione
prevalente arenaceo-marnosa e argillo-marnosa. Tali terreni affiorano
in un'ampia  fascia,  delimitata  dai  rilievi  del  Matese  e  delle
Mainarde, che si estende verso NE sino alle medie valli del Trigno  e
del  Biferno.  Il  settore   Sud   orientale,   di   questa   fascia,
individuabile nelle aree di Campobasso e di Riccia, e' costituita  da
rilievi per lo piu' arenaceo marnosi.  Nel  settore  ricadente  nelle
aree   di   Frosolone,   Chiauci   i   rilievi   sono    di    natura
calcareo-marnoso-selciose affiancati a formazioni marnoso-calcaree  o
marnoso-argilloso-arenacee  come  le  aree  di  Forli'  del   Sannio,
Roccasicura, Agnone; 
      il complesso alloctono  delle  «ArgilleVaricolori»  affiora  in
gran parte del territorio molisano centrale, nella media e alta valle
del Trigno e del Biferno tra Larino e Campobasso. E' conosciuto anche
con il termine di «complesso sifilide», «caotico», «indifferenziato»;
la struttura  caotica  di  questi  terreni  e'  dovuta  al  miscuglio
disordinato e variamente colorato di  argille  scagliose  di  origine
tettonica. Tale complesso rappresenta il substrato sul quale poggiano
le    formazioni    flyscioidi    mioceniche    calcareo     marnose,
arenaceo-marnose e marnoso-argillose di  eta'  miocenica.  I  terreni
flyscioidi miocenici costituiscono gran  parte  dei  rilievi  che  si
estendono dai Monti Frentani sino al Matese; 
      sedimenti    argillosi    e     sabbioso-conglomeratici     del
Plio-Pleistocene affiorano in una  fascia  parallela  alla  linea  di
costa     e     che     segue     l'allineamento     Montenero     di
Bisaccia-Guglionesi-Ururi. I dati di campagna e  quelli  relativi  ai
pozzi  evidenziano  che  questi  terreni  si  ritrovano  a   contatto
tettonico con la formazione di «Argille Varicolori» e si sono deposti
mentre nel bacino  arrivavano  coltri  del  complesso  alloctono.  Un
ulteriore elemento identificativo sul terreno  del  passaggio  tra  i
sedimenti plio-pleistocenici con le  restanti  formazioni  e'  dovuto
alla presenza di rocce evaporitiche quali i gessi  (bassa  Valle  del
Trigno, Montenero di Bisaccia, Guglionesi); 
      depositi alluvionali recenti ed attuali e terrazzi  alluvionali
antichi si rinvengono nei fondovalle  dei  principali  fiumi  Trigno,
Biferno e Fortore e dei loro affluenti in prossimita' della foce; 
      depositi di origine fluvio-lacustre e palustre,  intercalati  a
depositi alluvionali e conoidi sono  presenti  nelle  depressioni  di
origine tettonica sottese ai rilievi calcareo-dolomitici  e  calcarei
marnoso-selciosi    (piana     di     Boiano-Sepino,     piana     di
Venafro-Roccaravindola, conca di Isernia). 
    Sulla  base  della  conformazione  orografica,  la  densita'   di
drenaggio ed il substrato geolitologico si puo' parlare di  tre  tipi
di paesaggio: 
      sistema  di  paesaggio  di  colline,  con  suoli  ben  drenati,
profondi, tessitura fine, calcarei e pietrosita'; 
      sistema di paesaggio delle  colline  costiere,  con  suoli  ben
drenati,  da  non  calcarei  a  calcarei,   substrato   geolitologico
sabbioso - argilloso, tessitura topsoil e subsoil da fine a  media  e
pietrosita' assente o scarsa; 
      sistema    di    paesaggio    pedemontano,     morfologicamente
caratterizzato da una serie  di  conoidi  coalescenti  originate  dai
corsi d'acqua provenienti  dai  rilievi  circostanti  e  da  depositi
alluvionali dei fiumi. 
    Il colore chiaro e/o scuro presente negli orizzonti  superficiali
dei suoli, indice di proprieta' favorevoli, quali un buon livello  di
fertilita' agraria e di attivita' biologica, regolamenta lo  sviluppo
e la vigoria delle piante e dei germogli. 
    I terreni ammessi alla coltivazione del vitigno «Tintilia» devono
essere posizionati ad  un'altitudine  non  inferiore  ai  200  m.l.m,
nell'ambito della zona geografica  delimitata  che  comprende  comuni
delle Province di Campobasso ed Isernia, quasi tutti situati  tra  il
medio e alto Molise. 
    La collina per la «Tintilia»  e'  senza  dubbio  l'ambiente  piu'
adatto, in essa l'uva acquisisce il meglio dei costituenti organici e
minerali. 
    La storia della civilta' del Contado  del  Molise  ci  insegna  e
richiama alla mente i piccoli  appezzamenti  a  vigneti,  distesi  su
colline e dorsi assolati e perfino sui dirupi o speroni rocciosi. 
Fattori umani rilevanti per il legame: 
    di fondamentale rilievo sono i fattori umani legati al territorio
di produzione, che per consolidata tradizione hanno contribuito  alla
coltivazione e alla diffusione  del  vitigno  «Tintilia»  da  cui  si
ottiene l'omonimo vino. 
    La coltivazione del  vitigno  «Tintilia»  in  Molise  ha  origini
antichissime, testimonianze della sua presenza ci portano  alla  fine
del 700, in epoca borbonica, ed e'  sancita,  dall'agronomo  Raffaele
Pepe di Civitacampomarano, nel suo manoscritto del 1810. 
    La introduzione  e  la  diffusione  del  vitigno,  documentata  e
tramandata a noi da numerose testimonianze  e  reperti  del  700,  e'
stata opera dei vari nobili, notabili e possidenti dei comuni facenti
parte del  Contato  del  Molise.  Testimonianza  scritta  della  Casa
Vinicola  Janigro  dimostra  che,  nella  seconda   meta'   dell'800,
produceva e  imbottigliava  Tintilia  e  che  questo  vino,  prodotto
nell'anno 1890, si classifico' al  primo  posto  e  fu  premiato  con
medaglia d'oro alla mostra vinicola di Parigi nel 1900. 
    La nostra viticoltura si e' consolidata nel  medioevo,  all'ombra
del castello feudale, che con il placet del «Signore»  era  possibile
coltivare la  vite  e  poche  altre  colture  per  i  vassalli  e  il
fabbisogno delle famiglie dei coloni, anche  se  testimonianza  della
sua presenza ci e' data dai Greci, dai Sanniti  e  dagli  scritti  di
Plinio. 
    Le prime notizie  dettagliate  e  ordinate  secondo  un  criterio
scientifico sulla produzione  dei  vini  prodotti  in  Molise,  dalle
varieta' coltivate, risalgono agli scritti di Raffaele Pepe, che  nel
1812 invitava  i  produttori  a  migliorare  la  vinificazione  delle
proprie uve senza ricorrere a sofisticate pratiche enologiche. 
    Giuseppe del Re, nel 1836, indica che  «i  vigneti,  quasi  tutti
piantati sopra colli e poggi,  formano  un  totale  di  56.948  moggi
(circa 4.000 ha), e contengono varie  specie  di  uve,  che  maturano
quali presto quali tardi, ma vanno  tutte  al  posto  nei  giorni  di
vendemmia». 
    Nel 1892,  su  iniziativa  di  Angelantuono  Baranello,  sorge  a
Ferrazzano la Societa' Operaia che  svolge  un'intensa  attivita'  di
promozione nel settore agricolo locale. 
    L'influenza dei fattori umani, nel corso  dei  tempi  ha  portato
alla costituzione di numerose cantine cooperative e cantine  private,
portando nel  contempo  a  definire  aspetti  tecnici  e  produttivi,
puntualmente riportati nel vigente disciplinare di produzione. 
    L'incidenza  dei  fattori  umani,  nel  corso   del   tempo,   e'
particolarmente imputata alla regolare  determinazione  dei  seguenti
aspetti tecnico produttivi, che fanno parte integrante  del  presente
disciplinare di produzione: 
      base  ampelografica  dei  vigneti:  la  produzione   del   vino
«Tintilia del Molise» deve essere ottenuto  da  uve  provenienti  dal
vitigno «Tintilia», con aggiunta del 5% di uve provenienti  da  altri
vitigni a bacca rossa ammessi alla coltivazione nella Regione Molise; 
      le forme di allevamento, i sesti d'impianto  ed  i  sistemi  di
potatura, che anche per i nuovi impianti,  sono  quelli  tradizionali
della zona di produzione, sono comunque  atti  a  non  modificare  le
caratteristiche delle uve e dei  vini  e  di  contenere  le  rese  di
produzione entro i limiti fissati dal presente disciplinare; 
      le   pratiche    relative    alla    vinificazione,    compreso
l'invecchiamento sono quelle  tradizionalmente  consolidate,  per  la
vinificazione in rosso e rosato, delle uve  provenienti  dal  vitigno
«Tintilia»,   atte   a   conferire   al   vino   le   sue   peculiari
caratteristiche. Esse vanno  effettuate  nell'ambito  della  zona  di
produzione, di cui all'art. 3. La resa massima dell'uva in vino,  per
le tipologie Rosso e Rosato, non deve essere  superiore  al  70%,  ad
eccezione della Riserva che non  deve  superare  il  55%  di  vino  a
denominazione di origine. 
B) Informazioni sulla qualita' o sulle caratteristiche  del  prodotto
essenzialmente o esclusivamente attribuibili all'ambiente geografico. 
    I vini di cui al presente disciplinare di produzione  presentano,
dal   punto   di   vista    particolareggiato    ed    organolettico,
caratteristiche specifiche proprie e tipiche, descritte  all'art.  6,
che   ne    permettono    una    indiscutibile    individuazione    e
caratterizzazione legata all'ambiente geografico. 
    In particolare i vini a denominazione di  origine  «Tintilia  del
Molise» presentano caratteristiche chimico-fisiche  proporzionate  in
tutte le tipologie  con  buona  alcolicita',  elevata  concentrazione
fenolica, invidiabile freschezza e note speziate evidenti percepibili
sia all'olfatto che al retrolfatto. 
C) Descrizione dell'interazione causale fra gli elementi di cui  alla
lettera A) e quelli di cui alla lettera B). 
    Gli  aspetti  ambientali  ed  agronomici  e  le  precise  entita'
biologiche, considerate dai viticoltori, hanno consentito, nel  corso
degli anni, il raggiungimento di: 
      una corretta tecnica colturale; 
      la scelta ed il perfezionamento di idonei sesti  e  sistemi  di
allevamento; 
      l'individuazione delle migliori aree vocate per la coltivazione
del   vitigno   «Tintilia»,   al    fine    dell'esaltazione    delle
caratteristiche organolettiche delle uve e dei vini da esse ottenuti. 
    L'adozione delle forme di allevamento, permettono di  controllare
meglio le alterazioni climatiche in atto, e consentono alle  uve  una
maturazione graduale e completa. 
    La storicita' della vitivinicoltura della regione,  dal  medioevo
fino ai giorni nostri, testimoniata da importanti  documenti,  e'  la
sostanziale prova della  stretta  relazione  ed  influenza  reciproca
esistente  tra  i  fattori  umani,  la  qualita'   e   le   peculiari
caratteristiche dei vini «Molisani», tant'e' che essa ha favorito  la
permanenza e/o l'insediamento degli agricoltori nelle aziende  e  sul
territorio,  ovvero,  e'  la  dimostrazione  di   come   l'intervento
dell'uomo nel territorio abbia, nel corso dei secoli,  conservato  le
tradizionali tecniche di coltivazione della  vite  e  delle  pratiche
enologiche, che nel tempo sono state perfezionate ed affinate, grazie
all'evidente progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere  i
rinomati vini odierni. 
    I  numerosi  studi   realizzati   dalla   facolta'   di   agraria
dell'Universita' del Molise sul vitigno «Tintilia»  hanno  portato  a
definire con metodo scientifico l'autoctonicita'  dello  stesso,  nel
contempo hanno fissato punti fermi nelle tecniche di  coltivazioni  e
vinificazione delle uve. Infatti, i viticoltori hanno  dato  e  danno
molto  credito  alle  innovazioni  tecniche,   ritenendo   importante
l'ausilio dei ricercatori  di  settore,  al  fine  di  migliorare  la
produzione e la qualita' dei vini. Cio' e' provato dal fatto  che  le
novita' tecniche e colturali,  in  particolare  la  razionalizzazione
delle  tecniche  di  potatura,  che  risultano   essere   un   lavoro
d'intelligenza e che nessuna macchina potra' mai rigorosamente  fare,
hanno trovato molto spazio nella vitivinicoltura contemporanea. 
    Il viticoltore Molisano,  ha  sperimentato,  sul  campo,  che  il
segreto della ottima produzione, dei vini DOC, «Tintilia del Molise»,
e' racchiuso nelle mani e le forbici del potatore, il quale,  tenendo
sotto  controllo  il  carico  di  gemme,  regola  anche  i   principi
fisiologici espressi dal «Bilancio energetico azoto - carboidrati». 
    La denominazione di origine controllata dei vini «Molise» o  «del
Molise»  seguita  dalla  specificazione   del   vitigno   «Tintilia»,
riconosciuta con decreto del Ministero delle politiche  agricole  del
18 maggio 1998, e' stata riconosciuta come denominazione  di  origine
controllata «Tintilia del Molise» con il decreto del 1° giugno  2011,
Gazzetta Ufficiale n. 139 del  17  giugno  2011  cui  e'  seguito  il
decreto di rettifica del 20 settembre 2011, Gazzetta Ufficiale n. 231
del 4 ottobre 2011,  cui  e'  annesso  il  relativo  disciplinare  di
produzione.