(Allegato-art. 6)
                             Articolo 6 
                    Legame con la zona geografica 
 
    La richiesta di riconoscimento della denominazione  «Castagna  di
Roccamonfina» si basa sulla sua forte reputazione a livello nazionale
ed internazionale e sulla sua principale caratteristica peculiare che
e' la precocita' di maturazione dei frutti. 
    L'intera area geografica  della  «Castagna  di  Roccamonfina»  e'
dominata  dal  Vulcano  di  Roccamonfina,  il  piu'  antico  apparato
vulcanico della Campania, che rappresenta  un  elemento  fondamentale
della storia e della vita del  territorio  circostante,  impreziosito
dalla vastita' e dalla  bellezza  dei  castagneti  che  lo  ricoprono
intensamente. Infatti, dal  punto  di  vista  floristico,  la  specie
dominante  e'  il  castagno  europeo   (Castanea   sativa),   diffuso
praticamente su tutto il territorio dominato dal vulcano. 
    Nel corso delle differenti ere geologiche, il complesso vulcanico
di Roccamonfina ha emesso una  quantita'  di  materiale  piroclastico
capace  di  ricoprire  un  territorio  vastissimo,   conferendo   una
fertilita' ai terreni non comune. L'intero territorio si presenta con
suoli neutro-acidofili, ideali per la coltivazione  del  castagno.  I
terreni sono ricoperti da un buon  franco  di  coltivazione  con  una
buona dotazione di humus e pH sub-acido, profondi,  ricchi  di  falde
sottosuperficiali, molto fertili. Anche il clima  e'  particolarmente
favorevole al castagno da frutto, con una piovosita' media anuale  di
838 mm. e una temperatura media di 12.8°C. 
    Tali  condizioni  pedo-climatiche   (terreno   vulcanico,   bassa
altitudine, clima caldo umido) esaltano soprattutto la precocita'  di
maturazione dei frutti, che consente, al prodotto posto in commercio,
di essere presente, sin dalle prime fasi,  sul  mercato  italiano  ed
estero delle castagne. Infatti, come e' testimoniato da mercuriali  e
da listini mercatali, la «Castagna di Roccamonfina» apre di fatto  la
commercializzazione delle castagne a livello nazionale  (fatta  salva
la  produzione  degli  ibridi  euro-giapponesi).  Questo  perche'  la
raccolta, nell'area IGP, favorita dalla precoce caduta  naturale  dei
ricci, termina generalmente proprio quando in tutte le altre aree  di
produzione essa ha inizio,  cioe'  intorno  alla  seconda  decade  di
ottobre. 
    Simbolo dell'economia agricola locale e della  cultura  contadina
del territorio, la Castagna di Roccamonfina ha anche una  lunghissima
storia da raccontare. 
    La presenza del  castagno  nell'area  di  Roccamonfina  e'  fatta
risalire ad alcune centinaia di anni prima della  dominazione  romana
nella zona. Fu tuttavia nel Medioevo, dopo le  invasioni  barbariche,
che la castanicoltura dell'area rappresento' una  parte  fondamentale
per  l'economia  e  la  sopravvivenza   della   popolazione   locale.
Principale fonte di sostentamento alimentare nei periodi invernali  e
di carestia, il castagno a Roccamonfina e dintorni, infatti, aveva un
ruolo fondamentale nella vita familiare della popolazione. Con il suo
legno si costruivano le travi dei tetti delle  case,  i  mobili,  gli
utensili e si alimentava il fuoco delle stufe  e  dei  camini.  Tante
sono le testimonianze storiche del castagno  nel  periodo  medievale,
fatte soprattutto di passaggi di proprieta'  delle  selve  castanili,
sanciti da atti di successione, di vendita e decreti, molti dei quali
ancora conservati nei preziosi archivi e  nelle  biblioteche  diffuse
sul territorio. Con l'arrivo degli Angioini  (1270)  le  castagne  di
Roccamonfina iniziarono ad assumere un'importanza anche  commerciale.
Fu  infatti  riconosciuto  al  paese  il  privilegio  di  un  mercato
settimanale, nel periodo autunnale, e di una fiera annuale. 
    Ma la vera storia della Castagna  di  Roccamonfina,  quella  piu'
popolare e tramandata nei secoli dagli abitanti locali, ha inizio con
la storia del piu' prezioso reperto storico e religioso  della  zona,
il Santuario della  Madonna  dei  Lattani,  un  complesso  religioso,
incorniciato da antichi castagneti, che oltre  la  chiesa,  comprende
anche il Convento  dei  frati  francescani  e  l'eremitaggio  di  San
Bernardino, gia' famoso in quell'epoca, che volle l'edificazione  del
santuario. La  leggenda  narra,  infatti,  che  il  Santo,  venuto  a
Roccamonfina a rendere omaggio ad un quadro della Vergine trovato  da
un pastorello in una vicina grotta, pianto' un ramo secco di castagno
in terra che successivamente germoglio'. I monaci  provvidero  allora
ad innestare i castagneti limitrofi con le talee dell'albero sacro  e
da  qui  ebbe  origine,  a  dire  degli  abitanti,  la  «Castagna  di
Roccamonfina». 
    Nel corso dei secoli, l'interazione tra l'ambiente favorevole  al
castagno e la capacita'  dei  contadini  locali  di  selezionare  gli
ecotipi spontanei, ha consentito lo  sviluppo  di  un  ricco  tessuto
socio-economico  e  culturale.  Col  passare  delle  generazioni,   i
produttori hanno cosi' coltivato questo prodotto spontaneo del bosco,
migliorandolo e diffondendone il nome e la sua reputazione, ben oltre
i confini locali. 
    L'importanza sempre crescente della coltura del castagno in  quei
secoli nella zona e' attestata da norme e statuti, emanati  gia'  nel
tardo medioevo ed in epoca moderna, che si preoccupavano di  tutelare
gli usi civici dei castagneti,  fissando  multe  pesantissime  a  chi
raccoglieva i frutti illecitamente  o  fraudolentemente,  come  anche
vietando l'accesso degli animali nei  fondi,  specialmente  all'epoca
della caduta dei frutti. 
    La  rilevanza  economica  del  castagno  per  il  territorio   e'
confermata anche nei secoli successivi con testimonianze scritte, non
solo locali, come nell'opera «La Sede Degli Aurunci», del 1737  nella
quale  si  evidenzia  chiaramente  l'importanza  della  Castagna   di
Roccamonfina, soprattutto come preziosa risorsa economica dell'intero
territorio. 
    Ancor piu' efficace quanto documentato dai mercuriali che, a  far
data da meta' '800,  riportano  il  prezzo  medio  di  vendita  della
«Castagna di Roccamonfina», distinto per varieta'. Cosi'  come  anche
nel «Catasto Provvisorio del Comune di Marzano»,  datato  1834,  che,
tra i generi venduti e comprati nel Comune,  sono  annotate:  ...  le
Castagne Tempestive e le Castagne Tardive di Roccamonfina. 
    E ulteriori testimonianze ed  evidenze  storiche  e  commerciali,
sull'importanza della «Castagna di Roccamonfina», si susseguono e  si
moltiplicano, col passare del tempo,  in  atti  amministrativi,  atti
notarili  di  compravendita,  mercuriali,  oltre  a  testi  ma  anche
articoli tecnici e rapporti scientifici su sperimentazioni svolte  in
questo territorio da valenti ricercatori. 
    Negli  anni  '80  e  '90  del  secolo  scorso  la  castanicoltura
dell'area di Roccamonfina si segnala per il buon grado di innovazione
colturale praticato e le potature  vengono  fatte  con  assiduita'  e
regolarita'. Cio' anche perche' la vendita dei frutti diventa  sempre
piu' remunerativa, soprattutto nel periodo di  fine  estate,  ove  la
vendita di  caldarroste  nelle  grandi  citta'  e'  assicurata  quasi
esclusivamente dalla «Castagna di  Roccamonfina»,  nota  per  la  sua
precocita' di maturazione dei frutti. 
    E' un periodo fecondo per la  promozione  del  prodotto,  a  cura
anche delle istituzioni, come la Regione Campania,  la  Provincia  di
Caserta e la Camera di  Commercio.  Diverse  sono  le  pubblicazioni,
dagli anni '90 ad oggi, nelle quali la Castagna  di  Roccamonfina  e'
citata e spesso descritta tra i prodotti del  paniere  agroalimentare
tipico di eccellenza, a testimonianza dell'importanza anche economica
del prodotto: la Guida su Roccamonfina e il Monte S. Croce del  1996,
«Campania Terra dell'Ortofrutta» del 2003, «Campania, luoghi, sapori,
eccellenze» del 2019, solo per citarne alcuni. 
    La raccolta delle castagne in quest'area, che  parte  dalla  fine
dell'estate, ha rappresentato da sempre un evento che,  piu'  che  il
resoconto  economico  di  un'annata  agraria,  scandiva  il   periodo
dell'anno  piu'  importante  per  tutto   il   territorio.   Infatti,
Roccamonfina ospitava,  per  alcune  settimane,  il  piu'  importante
mercato delle castagne dell'intera provincia di Caserta ed  era,  per
il territorio, un avvenimento unico. Esso ha origini  antiche  (primi
del '900) e si svolgeva nella piazza piu' grande del paese. In questa
storica piazza, tutti i produttori di castagne, da settembre  fino  a
tutto ottobre, potevano portare il loro prodotto  per  offrirlo  agli
intermediari raccoglitori. L'antico «Mercato  della  Castagna»,  poco
alla volta, assunse i connotati di una festa,  di  un  momento  anche
celebrativo, con la messa di ringraziamento  per  il  raccolto,  fino
alla musica e alle danze popolari locali. L'Amministrazione  comunale
e la Pro Loco interpretarono giustamente la voglia e la proposta  dei
cittadini di voler celebrare l'avvenimento  della  raccolta  e  della
vendita delle castagne e  istituirono,  nel  1976,  la  «Sagra  della
Castagna di Roccamonfina». Da quell'anno, nella seconda  domenica  di
ottobre, si svolge cosi' la Sagra che coinvolge tutto  il  territorio
circostante e alla quale gli abitanti  legano  la  propria  identita'
storica e le proprie radici  e  tradizioni  contadine.  La  Sagra  e'
andata evolvendosi nel tempo assumendo ormai il profilo di una vera e
propria Mostra Mercato della Castagna, oltre che  evento  di  cultura
tradizionale popolare e di spettacolo. 
     La denominazione  «Castagna  di  Roccamonfina»  e'  presente  ed
utilizzata,  da  tempo  immemorabile,  nei  reperti  storici  e   nei
documenti di archivio, nei  manifesti  della  sagra  e  dei  convegni
scientifici, ma compare, spessissimo, anche nelle fatture commerciali
e sulle etichette del prodotto fresco e dei suoi derivati. Oggi,  con
le nuove tecnologie digitali, e' possibile conoscere sulla  rete  web
tutto su questo prodotto: la sua storia, le sue peculiarita', il  suo
utilizzo in cucina, come e dove poterlo acquistare, con testimonianze
anche autorevoli di esperti gourmet, chef  e  operatori  commerciali.
Libri su questo prodotto sono stati scritti, anche di ricette  (L'Oro
bruno di Roccamonfina, 2019).  Trasmissioni  RAI,  come  Linea  Verde
(puntata dell'16 settembre 2011), Sereno  Variabile  (puntata  dell'8
aprile  2013)  Buongiorno  Regione  (puntata  del  4  ottobre  2017),
Mezzogiorno Italia (puntata  del  22  novembre  2014),  oltre  al  TG
regionale (quasi ogni anno  nel  mese  di  ottobre),  hanno  dedicato
spesso  servizi  e  dirette   sulla   «Castagna   di   Roccamonfina»,
soprattutto nel periodo della raccolta e della celebre Sagra. Oltre a
tanti servizi dedicati a Roccamonfina e alla sua Castagna da parte di
diverse emittenti  locali  (TeleLuna,  Tele2000,  Antenna3,  ReteSei,
ecc.).