(Allegato A-art. 5)
                               Art. 5. 
 
                 Metodo di ottenimento del prodotto 
 
    Produzione. Il «Miele delle Dolomiti Bellunesi» e' prodotto da un
ecotipo locale di Apis mellifera che deriva da  incroci  tra  diverse
razze apistiche, prevalentemente tra l'Apis Ligustica e  la  Carnica,
che si e' particolarmente adattata  alle  peculiarita'  dell'ambiente
montano bellunese. Proprio grazie al suo adattamento non si sono  mai
riscontrati particolari problemi  legati  alle  temperature:  se  ben
correttamente invernata, sopporta bene le basse temperature anche per
lunghi periodi; cosi' come le alte temperature non sono mai  tali  da
creare inconvenienti a questo tipo di allevamento. Esse raccolgono il
nettare presente nelle fioriture locali, tipiche di questo territorio
montano, quali, prevalentemente, l'acacia, il tiglio,  tarassaco,  il
castagno, il rododendro e varie labiacee nonche'  da  infinite  altre
varieta' di specie erbacee, arboree ed arbustive  presenti  in  forma
spontanea. 
    Per un'eventuale nutrizione proteica  alle  famiglie  di  api  e'
vietato l'impiego di prodotti contenenti polline d'origine diversa da
quella strettamente locale.  Una  pratica  normalmente  adottata,  e'
quella che prevede la raccolta di favi di polline o di solo  polline,
quest'ultimo mediante delle trappole, da essiccare o immagazzinare in
congelatore durante  il  periodo  di  elevata  produzione  e  poi  da
riutilizzare in periodi di minor disponibilita' pollinifera. 
    Il  miele,  si  ottiene  da  arnie  stanziali   o   che   vengono
periodicamente  spostate   solamente   all'interno   del   territorio
bellunese  previsto  all'art.  3;  tale  miele  deve  venir  estratto
direttamente dai  favi  dei  melari  mediante  centrifugazione.  Sono
vietate altre manipolazioni o trattamenti aggiunti. 
    Raccolta. All'inizio delle fioriture nel territorio  si  provvede
alla posa dei melari interponendo tassativamente un «escludi  regina»
tra il nido e il primo melario allo scopo di evitare  che  la  regina
possa estendere la  deposizione  delle  uova  anche  nei  melari.  La
raccolta del prodotto deve  avvenire  durante  o  dopo  la  fioritura
d'interesse del miele depositato nei favi da melario, in funzione del
raggiungimento del giusto  grado  di  maturazione  del  prodotto.  Al
momento del prelevamento dei melari le api possono venire allontanate
con metodi che non devono alterare la qualita'  del  prodotto,  quali
l'api-scampo o il soffiatore,  limitando  l'impiego  di  affumicatori
che, se necessari  per  una  migliore  gestione  in  sicurezza  della
colonia, vanno comunque mantenuti a debita distanza  dai  melari  per
evitare di  trasferire  al  miele  odori  e  sapori  estranei.  Negli
affumicatori e' consentito preferibilmente l'uso di  pezzi  di  juta,
rotoli di cartone non stampato, aghi di pino, fieno. 
    La raccolta del miele avviene  sempre  per  fasi  successive,  in
concomitanza delle diverse fioriture, al fine di ottenere un prodotto
monofloreale differenziato. 
    Eventuali trattamenti sanitari, da  eseguire  alle  api  solo  ed
esclusivamente al termine di ogni fioritura e  dopo  il  prelievo  di
tutti i  melari,  devono  rispettare,  in  modo  rigoroso,  il  Piano
Regionale di  profilassi  che,  annualmente,  viene  predisposto  dal
Centro Regionale di Apicoltura del Veneto, e devono essere  praticati
con totale rispetto delle modalita'  e  dei  tempi  programmati,  con
principi attivi naturali che garantiscano l'assenza  di  residui  nel
prodotto. 
    Lavorazione. Tutto  il  «Miele  delle  Dolomiti  Bellunesi»  DOP,
prodotto nel territorio di cui all'art. 3,  deve  essere  lavorato  e
preparato per  la  vendita  in  appositi  laboratori  di  smielatura,
autorizzati e controllati dal  Servizio  Veterinario  competente  per
territorio. 
    Dopo la raccolta dei melari  si  deve  procedere,  prima  che  il
prodotto possa cristallizzare o fermentare in favo e  comunque  entro
15 giorni dalla raccolta dei melari, all'estrazione del prodotto  dai
favi  di  melario,   operazione   da   eseguire   tassativamente   ed
esclusivamente con la centrifugazione. Queste operazioni vanno svolte
in condizioni tali da  evitare  il  rischio  di  cristallizzazioni  e
fermentazioni. E' consigliato l'uso di deumidificatori ambientali. 
    Non sono consentiti altri metodi  d'estrazione.  Il  miele  cosi'
ottenuto  viene  collocato  in  appositi   recipienti   inox,   detti
maturatori, previa una filtrazione che consenta il passaggio di tutti
i granuli di polline presenti nel  prodotto  per  poterne  verificare
l'origine botanica. 
    La permanenza del  miele  nei  maturatori  deve  prolungarsi  per
almeno  10-15  giorni,  allo   scopo   di   favorire   e   completare
l'affioramento di schiuma o eventuali piccoli residui  di  cera,  che
saranno totalmente asportati prima del confezionamento. 
    Dopo   l'estrazione   e   la   purificazione,   sono   consentite
esclusivamente  le  operazioni  tecnologiche  che  non  alterino   le
caratteristiche tipiche del prodotto, quali la  deumidificazione,  la
cristallizzazione guidata e il riscaldamento per  la  fluidificazione
del prodotto che, rigorosamente, non deve mai superare i 40°C. 
    Tutto il ciclo di  lavorazione  del  prodotto  deve  avvenire  in
ambienti asciutti,  mettendo  in  atto  ogni  precauzione  di  ordine
igienico-sanitario, necessaria per evitare  qualsiasi  contaminazione
con sostanze estranee, sporcizia, insetti o altri animali. 
    Conservazione. La conservazione deve  garantire  il  mantenimento
delle  caratteristiche  del  prodotto;  in  particolare   i   vasetti
confezionati e  pronti  per  la  vendita  vanno  tenuti  in  ambiente
asciutto, privo di odori estranei, in ambiente  fresco  e  al  riparo
della luce.