Allegato 1 PROGRAMMA DI SORVEGLIANZA PER L'INFLUENZA AVIARIA - 2024 Sommario 1. DESCRIZIONE E IMPLEMENTAZIONE DEL PROGRAMMA DI SORVEGLIANZA NEL POLLAME 1.1 Designazione dell'autorita' centrale avente funzione di supervisionare e coordinare i dipartimenti responsabili per l'implementazione del programma 1.2 Sistema ufficiale di registrazione degli allevamenti 1.3 Disegno del piano di sorveglianza nel pollame secondo i criteri specificati nell'Allegato II del Regolamento Delegato (UE) 2020/689 della Commissione 1.3.1 Breve descrizione della popolazione avicola e della produzione avicola in Italia 1.3.2 Criteri e fattori di rischio per la sorveglianza basata sui rischi 1.4 Popolazione target 1.4.1 stabilimenti avicoli(a) da campionare, eccetto anatre, oche e selvaggina allevata Categoria: GALLINE OVAIOLE Categoria: GALLINE OVAIOLE FREE-RANGE Categoria: POLLI RIPRODUTTORI Categoria: TACCHINI RIPRODUTTORI Categoria: TACCHINI DA CARNE Categoria: QUAGLIE RIPRODUTTORI Categoria: FARAONE RIPRODUTTORI Categoria: SELVAGGINA ALLEVATA (GALLINACEI) - RIPRODUTTORI e ADULTI Categoria: RATITI Categoria: RURALI Categoria: SVEZZATORI 1.4.2 Stabilimenti di anatre, oche e selvaggina allevata (anatidi)(a) da campionare Categoria: ANATRE DA CARNE Categoria: ANATRE RIPRODUTTORI Categoria: OCHE DA CARNE Categoria: OCHE RIPRODUTTORI 1.5 Procedure di campionamento, periodi di campionamento e frequenza dei test 1.5.1 Sorveglianza virologica nella stagione ad alto rischio 1.6 Test di laboratorio: descrizione dei test di laboratorio 2. DESCRIZIONE E IMPLEMENTAZIONE DEL PROGRAMMA DI SORVEGLIANZA NELL'AVIFAUNA SELVATICA 2.1 Designazione dell'autorita' centrale avente funzione di supervisionare e coordinare i dipartimenti responsabili per l'implementazione del programma e i collaboratori rilevanti 2.2 Descrizione e delimitazione delle aree geografiche e amministrative nelle quali il programma deve essere applicato 2.3 Stima della popolazione selvatica locale e/o migratoria 2.4 Descrizione, criteri, fattori di rischio e popolazione target 2.4.1 Integrazione del piano di sorveglianza per l'avifauna selvatica ai sensi del Regolamento Delegato UE 2020/689 2.4.2 AVIFAUNA SELVATICA, sorveglianza passiva e attiva 2.5 Periodi e procedure di campionamento 2.6 Test di laboratorio: descrizione dei test di laboratorio utilizzati 3 DESCRIZIONE DELLA SITUAZIONE EPIDEMIOLOGICA DELLA MALATTIA NEL POLLAME DOMESTICO E NELL'AVIFAUNA SELVATICA 4 MISURE IN ATTO RIGUARDO LA NOTIFICA DELLA MALATTIA ALLEGATO 1 - Consistenze del settore avicolo ALLEGATO 2 - Criteri per l'identificazione di casi che richiedono approfondimenti di laboratorio per la diagnosi differenziale di HPAI ALLEGATO 3 - Sorveglianza virologica nella stagione ad alto rischio 1. DESCRIZIONE E IMPLEMENTAZIONE DEL PROGRAMMA DI SORVEGLIANZA NEL POLLAME 1.1 Designazione dell'autorita' centrale avente funzione di supervisionare e coordinare i dipartimenti responsabili per l'implementazione del programma Ai sensi dell'articolo 3, comma 1 del decreto legislativo 5 agosto 2022, n. 136 il Ministero della Salute, Direzione Generale della Salute animale e dei medicinali veterinari (DGSAF) e' l'autorita' veterinaria centrale responsabile di progettare, coordinare e monitorare le attivita' previste dal Piano Nazionale di Sorveglianza per l'Influenza Aviaria, con il supporto scientifico e tecnico del Centro di Referenza Nazionale per l'Influenza Aviaria e la Malattia di Newcastle (CRN IA & ND), ospitato presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe). Sono autorita' competenti per l'attuazione a livello regionale e locale rispettivamente i Servizi Veterinari Regionali delle 19 Regioni e 2 Province Autonome, che sono responsabili degli alimenti di origine animale, della salute e del benessere degli animali e della sicurezza dei mangimi, e le Aziende sanitarie locali che assicurano la corretta applicazione dei protocolli di campionamento nel pollame coordinando le strutture ed i soggetti coinvolti. 1.2 Sistema ufficiale di registrazione degli allevamenti Il Sistema di identificazione e registrazione nazionale (sistema I&R) degli operatori e dei trasportatori, delle attivita', degli stabilimenti, del materiale germinale, degli animali e dei loro eventi e' regolamentato dal decreto legislativo 5 agosto 2022, n, 134 e dal suo manuale operativo Ai sensi del Decreto legislativo 5 agosto 2022 n.134 tutti gli operatori che detengono pollame e volatili in cattivita', devono provvedere alla registrazione o al riconoscimento, ai sensi dell'articolo 5 , comma 1 e dell'articolo 6 comma 1 del d.lgs 134/2022, dei propri stabilimenti e attivita' in Banca Dati Nazionale (BDN) con le modalita' previste dal Manuale operativo I&R e fornendo i dati e le informazioni previste dallo stesso manuale per ciascuna tipologia di attivita'. Ogni stabilimento registrato e' identificato dal codice aziendale, di cui la BDN assicura l'univocita' tra quelli presenti in essa. Il codice aziendale e' un codice alfanumerico riportante la sigla IT, il codice ISTAT del comune, la sigla della provincia e un numero progressivo costituito da 3 caratteri e attribuito in base al territorio comunale in cui ha sede lo stabilimento stesso. Per la registrazione delle attivita' nell'ambito di un medesimo stabilimento, a parita' di localizzazione geografica, il codice aziendale e' unico. A seconda dei casi a ciascuna attivita' verra' attribuito il numero unico di registrazione o di riconoscimento. Per gli operatori senza struttura fissa, il numero di registrazione unico e' attribuito alla sede legale dell'operatore La registrazione in Banca Dati degli allevamenti familiari, intesi come luoghi privati in cui vengono allevati un numero di capi non superiore a 50, destinati esclusivamente all'autoconsumo, puo' prevedere modalita' di registrazione semplificate, come previsto nel Manuale operativo I&R. La BDN e' accessibile via internet e i dati vengono aggiornati dall'autorita' sanitaria locale competente per territorio (ASL). 1.3 Disegno del piano di sorveglianza nel pollame secondo i criteri specificati nell'Allegato II del Regolamento Delegato (UE) 2020/689 della Commissione europea Il programma nazionale di sorveglianza per i virus dell'influenza aviaria (AI) nel pollame e' un programma che integra misure di sorveglianza attiva basata sui rischi (SBR) ad un sistema di individuazione precoce tramite sorveglianza passiva, in base alle disposizioni, criteri e linee guida di cui all'Allegato II del Regolamento Delegato (UE) 2020/689 della Commissione. La progettazione dell'approccio della SBR e' stata sviluppata in tre parti: 1. Analisi delle linee guida, dei criteri e dei fattori di rischio esistenti elencati nelle sezioni 5 e 6 dell'Allegato II, parte I, del Regolamento Delegato (UE) 2020/689 della Commissione con riferimento alle fonti di dati nazionali disponibili sulla popolazione avicola e ai fattori di rischio 2. Matrice di rischio: sviluppo di una matrice di rischio per la quale sono stati identificati i fattori di rischio specifici come dettagliati nel paragrafo 1.3.2 3. Definizione di provincia a rischio di AI: per ciascun fattore di rischio sopra elencato e' stata calcolata una stima del livello di rischio per provincia; i singoli livelli di rischio sono stati riassunti al fine di ottenere un livello di rischio complessivo; le province sono state riclassificate in base al rischio complessivo in province ad alto, medio e basso rischio. Le province identificate come ad alto rischio di introduzione e diffusione del virus di influenza aviaria, sono: - Emilia Romagna: province di Bologna, Ferrara, Forli-Cesena e Ravenna; - Lombardia: province di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova; - Piemonte: province di Cuneo; - Veneto: province di Padova, Rovigo, Venezia, Verona e Vicenza. Le province identificate come a medio rischio di introduzione e diffusione del virus di influenza aviaria, sono: - Friuli-Venezia Giulia: province di Pordenone e Udine; - Lazio: provincia di Viterbo; - Umbria: province di Perugia e Terni; - Veneto: provincia di Treviso. Nelle province ad alto e medio rischio, le attivita' di sorveglianza avranno frequenza e modalita' di attuazione definite nel paragrafo 1.5. Nel rimanente territorio nazionale italiano. considerato a minore rischio, le attivita' di sorveglianza saranno basate sulla notifica di casi sospetti di influenza aviaria (sorveglianza passiva) e sulla sorveglianza attiva negli allevamenti ordinari e tra questi anche quelli con modalita' svezzamento). Il sistema di individuazione precoce - sorveglianza passiva - dei virus dell'influenza aviaria ad alta patogenicita' nel pollame domestico integra le attivita' di SBR (sorveglianza attiva) e dovra' essere implementato trasversalmente in tutti i settori avicoli e su tutto il territorio nazionale. Questo tipo di sorveglianza comporta la segnalazione tempestiva e obbligatoria all'autorita' competente da parte degli operatori e dei detentori degli animali dell'aumento del tasso di mortalita', della comparsa di segni clinici riferibili all'influenza aviaria, o di qualsiasi modifica dei normali parametri di produzione, assunzione di mangime e acqua, secondo quanto riportato nell'Allegato 2 al presente piano. Si differenzia dalla sorveglianza attiva in quanto non e' una pratica programmata e continuativa. La probabilita' di segnalazione varia in base all'esperienza dei detentori del pollame, alla consapevolezza della malattia e al tasso di mortalita', che dipende strettamente dalla specie, dalla categoria produttiva, dal sistema di gestione dell'allevamento, dal sesso e dall'eta' del pollame. Tuttavia, aggiunge valore al sistema complessivo di sorveglianza dell'IA. Gli obiettivi delle due componenti del programma di sorveglianza dell'influenza aviaria nel pollame, la sorveglianza attiva basata sui rischi ed il sistema di individuazione precoce, consistono nell'informare l'autorita' competente: • della rilevazione di HPAI nel pollame in una fase iniziale di introduzione nella popolazione avicola domestica al fine di limitare la diffusione della malattia; • della rilevazione dei virus dell'influenza aviaria a bassa patogenicita' dei sottotipi H5 e H7 circolanti nei galliformi (polli, tacchini, faraone, fagiani, pernici e quaglie), anatidi e ratiti; • della rilevazione dell'influenza aviaria ad alta patogenicita' (HPAI) in specie avicole che generalmente non presentano segni clinici significativi come anatre e, oche, in particolare per negli animali allevati (Anseriformes) per il ripopolamento di selvaggina. L'approccio integrato della SBR e del sistema di individuazione precoce contribuiscono all'aumento delle conoscenze in materia di virus HPAI e LPAI con un potenziale rischio zoonotico. 1.3.1 Breve descrizione della popolazione avicola e della produzione avicola in Italia A livello nazionale, gli allevamenti ordinari di pollame e/o volatili in cattivita' sono organizzati per il 90% in filiere produttive (sistema produttivo integrato che comprende una o piu' Aziende agroalimentari della produzione primaria in cui i soggetti interagiscono in base a contratto stipulato volontariamente tra le parti. Dal punto di vista geografico lo sviluppo del settore avicolo e' condizionato dalle caratteristiche morfologiche orografiche e climatiche del territorio (clima mite con minime variazioni di temperatura risultano piu' favorevoli per l'allevamento intensivo). Inoltre la filiera produttiva richiede infrastrutture (grossi assi stradali e ferroviari) con elevato standard funzionale per garantire gli indispensabili collegamenti con tutti i centri di produzione, fornitura e distribuzione (approvvigionamento di mangime e animali, e distribuzione dei prodotti). Questi fattori hanno portato a una maggior concentrazione degli allevamenti avicoli in alcune regioni piu' che in altre, in particolare in Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte. Quest'area, caratterizzata da una elevata densita' di stabilimenti avicoli nella valle del fiume Po, rappresenta il 70% dell'avicoltura intensiva italiana si trova in prossimita' di aree umide nella suddetta valle e di aree lagunari del Delta del Po, aree caratterizzate da una straordinaria biodiversita'. In queste aree, che rappresentano un importante crocevia lungo le rotte migratorie che prendono origine dalle aree di riproduzione del Sud-est asiatico e della Siberia, sono infatti ospitate diverse centinaia di specie di uccelli acquatici. Indipendentemente dall'elevato rischio di introduzione e diffusione dei virus di influenza aviaria in questi territori, il numero di allevamenti di pollame e altri stabilimenti ad essi collegati nella DPPA e' aumentato irrazionalmente negli ultimi decenni, tanto che quest'area puo' essere considerata un'unita' epidemiologica unica. Le possibili falle nell'applicazione delle misure di biosicurezza ed il sistema di filiera produttiva, nonche' l'allevamento intensivo di diverse specie di pollame, come polli, tacchini, faraone, quaglie e struzzi, per le quali i circuiti produttivi sono spesso sovrapposti, aumentano la minaccia di diffusione dell'IA. Per quanto riguarda le specie allevate e l'orientamento produttivo, la distribuzione territoriale e' caratterizzata da una maggiore concentrazione di allevamenti di tacchini da carne nella Regione Veneto (in particolare la provincia di Verona) mentre gli allevamenti di galline ovaiole per la produzione di uova da consumo risultano piu' concentrati nelle regioni Emilia Romagna e Lombardia. Sotto l'aspetto sanitario gli allevamenti sono caratterizzati, a seconda delle specie allevate, da cicli unici "tutto pieno-tutto vuoto" (riproduttori, broiler e tacchini da carne) o da cicli continui con vuoti biologici per capannone (galline ovaiole per la produzione di uova da consumo, faraone, capponi, etc.). La vigente normativa nazionale prevede regole specifiche in merito ai requisiti di biosicurezza degli stabilimenti che detengono pollame o altri volatili in cattivita' e di altre tipologie di attivita' con essi correlati, che definiscono anche le modalita' di accasamento e le tempistiche relative ai vuoti sanitari e biologici. Il dettaglio sulla numerosita' degli allevamenti di pollame domestico considerate oggetto del presente piano di sorveglianza nelle regioni ad alto e medio rischio, suddivisi per tipologia di attivita' a livello provinciale, e' riportato nell'Allegato 1 (dati BDN 08/03/2023). 1.3.2 Criteri e fattori di rischio per la sorveglianza basata sui rischi Il piano di sorveglianza per l'influenza aviaria per l'anno 2024 e' stato definito considerando i seguenti fattori di rischio: - ubicazione dello stabilimento, con tipologia di attivita' allevamento (da ora allevamento), in prossimita' di zone umide o in zone caratterizzate da un'elevata densita' di uccelli selvatici migratori, in particolare quelli delle specie bersaglio elencate sul sito del laboratorio comunitario di riferimento per l'influenza aviaria e la malattia di Newcastle e regolarmente aggiornato dall'EFSA (https://www.izsvenezie.com/documents/reference-laboratories/avian-in fluenza/usefulresources/ wild-bird-target-species-for-passive-surveillance.pdf); - ubicazione dell'allevamento in aree ad elevata densita' avicola (DPPA), e conseguente complessita' del sistema produttivo, incluse le connessioni funzionali tra gli stabilimenti; - gli allevamenti ricadenti nelle aree di svernamento del germano reale (che per la gran parte sono sovrapponibili alle DPPA); - caratteristiche strutturali e gestionali del sistema produttivo avicolo; - situazione epidemiologica passata e attuale (fattori di rischio per l'introduzione e la diffusione dei virus influenzali identificati durante il corso di precedenti epidemie); - flusso e tipologia di scambi commerciali; - specie e tipologia produttiva (presenza nello stabilimento di categorie di pollame a lunga vita produttiva, multi-eta' e multi-specie, suscettibilita' e probabilita' di infezione secondo Busani et al., 2009 doi: 10.1016/j.tvjl.2008.02.013); - misure di biosicurezza degli allevamenti ordinari di specie a rischio; - presenza di stabilimenti avicoli free-range e/o stabilimenti in cui il pollame puo' entrare in contatto con i volatili selvatici (assenza di barriere o barriere non funzionali). - le valutazioni del rischio ed i pareri scientifici rilasciati dal Centro Nazionale di Referenza per l'Influenza Aviaria e la Malattia di Newcastle in relazione alla rilevanza della diffusione dei virus influenzali ad alta patogenicita' da parte degli uccelli selvatici. In base al rischio di introduzione e/o di diffusione dei virus influenzali, verranno inclusi nel piano di sorveglianza sia allevamenti ordinari, inclusi quelli con capacita' fino a 250 capi, che quelli con modalita' "svezzamento" 1.4 Popolazione target Nel presente programma di sorveglianza saranno sottoposte a campionamento le seguenti specie e orientamento produttivo: a) galline ovaiole; b) galline ovaiole free-range (modalita' di allevamento "all'aperto"); c) galline da riproduzione; d) tacchini da carne; e) tacchini da riproduzione; f) quaglie da riproduzione; g) faraone da riproduzione; h) anatre da carne; i) anatre da riproduzione; j) oche da carne; k) oche da riproduzione; l) selvaggina da penna (galliformi), inclusi i riproduttori; m) ratiti. Inoltre, facendo seguito alla valutazione del rischio, sono inclusi nell'ambito della sorveglianza anche allevamenti ordinari che detengono fino a 250 capi (ex rurali) e gli allevamenti con modalita' svezzamento. Le caratteristiche strutturali e gestionali di tali allevamenti infatti li rendono maggiormente a rischio per quanto riguarda nuove introduzioni virali. In considerazione della breve vita produttiva, saranno esclusi dal piano i broiler e le quaglie da carne; tuttavia i broiler saranno inclusi nella sorveglianza per la rilevazione di virus ad alta patogenicita' nel periodo temporale a maggior rischio di introduzione (Sezione 1.5.1) La strategia alla base della selezione degli stabilimenti individuati in base alle tipologie di attivita', il numero di stabilimenti da campionare e il numero di campioni da prelevare in ciascuno stabilimento sono descritti in dettaglio insieme alle procedure di campionamento nelle sezioni 1.4.1, 1.4.2 ed 1.5. 1.4.1 Stabilimenti/Allevamenti avicoli(a) da campionare, eccetto anatre, oche e selvaggina allevata 1.4.1 Stabilimenti/Allevamenti avicoli(a) da campionare, eccetto anatre, oche e selvaggina allevata Orientamento produttivo: GALLINE OVAIOLE Parte di provvedimento in formato grafico Orientamento produttivo: GALLINE OVAIOLE FREE-RANGE Parte di provvedimento in formato grafico Orientamento produttivo: POLLI RIPRODUTTORI Parte di provvedimento in formato grafico Orientamento produttivo: TACCHINI RIPRODUTTORI Parte di provvedimento in formato grafico Orientamento produttivo: TACCHINI DA CARNE Parte di provvedimento in formato grafico Orientamento produttivo: QUAGLIE RIPRODUTTORI Parte di provvedimento in formato grafico Orientamento produttivo: FARAONE RIPRODUTTORI Parte di provvedimento in formato grafico Orientamento produttivo: SELVAGGINA ALLEVATA (GALLINACEI) - RIPRODUTTORI e ADULTI Parte di provvedimento in formato grafico Orientamento produttivo: RATITI Parte di provvedimento in formato grafico ALLEVAMENTI ORDINARI FINO A 250 CAPI Parte di provvedimento in formato grafico Stabilimenti/Allevamenti con modalita' svezzamento Parte di provvedimento in formato grafico 1.4.2 Stabilimenti/Allevamenti di anatre, oche e selvaggina allevata (anatidi)(a) da campionare Orientamento produttivo: ANATRE DA CARNE Parte di provvedimento in formato grafico Orientamento produttivo: ANATRE RIPRODUTTORI Parte di provvedimento in formato grafico Orientamento produttivo: OCHE DA CARNE Parte di provvedimento in formato grafico Orientamento produttivo: OCHE RIPRODUTTORI Parte di provvedimento in formato grafico 1.5. Procedure di campionamento, periodi di campionamento e frequenza dei test L'industria avicola intensiva italiana presenta una continuita' produttiva nel corso dell'anno non collegata a particolari attivita' stagionali. Ciononostante, i singoli allevamenti devono praticare, tra un ciclo produttivo e l'altro un idoneo vuoto biologico e sanitario come richiesto dalla vigente normativa nazionale. Il settore avicolo rurale, al contrario, ha generalmente un andamento stagionale. Allevamenti ordinari (non familiari) Nelle province identificate ad alto rischio di introduzione e diffusione di virus influenzali aviari, ricadenti nelle regioni Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto, per ogni orientamento produttivo, saranno campionati tutti gli stabilimenti, con le modalita' di seguito riportate: • Tacchini da carne: prelievo sierologico da 5 animali per capannone con un numero minimo di 10 animali per azienda, per ciclo produttivo (preferibilmente prima del carico verso il macello sia per i maschi sia per le femmine); • Quaglie riproduttori: prelievo virologico in allevamento di almeno 20 animali con cadenza semestrale; • Anatre e oche da ingrasso e da riproduzione: prelievo con cadenza semestrale per esame virologico (tamponi cloacali sui singoli soggetti e/o pool di feci fresche) da 5 animali per unita' produttiva con un numero minimo di 10 animali per azienda a cadenza semestrale; • Allevamenti da riproduzione (a eccezione di quelli di anatre e oche e quaglie) e di ovaiole per la produzione di uova da consumo (compresi gli allevamenti free-range): prelievo di campioni di sangue da 5 animali per unita' produttiva con un numero minimo di 10 animali per azienda a cadenza semestrale, possibilmente prima della movimentazione verso gli allevamenti da deposizione per le pollastre e prima del carico al macello; • Altri volatili da carne (esclusi broiler e quaglie): prelievo sierologico di almeno 10 animali per allevamento una volta/anno; • Selvaggina: prelievo di 5 campioni di sangue per voliera con cadenza semestrale (10 nel caso l'allevamento sia costituito da una unica voliera); • Ratiti: prelievo sierologico di almeno 10 animali per allevamento una volta/anno. Nelle aree classificate a medio rischio di introduzione e diffusione di virus influenzali aviari, ricadenti nelle regioni Umbria (province di Perugia e Terni), Friuli-Venezia-Giulia (province di Udine e Pordenone), Lazio (provincia di Viterbo) e Veneto (provincia di Treviso), per orientamento produttivo di seguito riportato, il numero di allevamenti da sottoporre a campionamento una volta all'anno e' riportato nelle relative tabelle di riferimento: - tacchini da ingrasso e riproduttori, polli riproduttori; - galline ovaiole sia allevate al chiuso sia free-range; - selvaggina riproduttori; - oche e anatre da ingrasso e riproduttori. In ogni allevamento (escluse anatre e oche da carne e da riproduzione) verra' prelevato un campione sierologico da un minimo di 10 animali scelti a caso Se l'allevamento sottoposta a monitoraggio e' costituita da piu' di un capannone, e' necessario effettuare almeno 5 campioni per ogni capannone. Negli allevamenti di anatre e oche da riproduzione o da carne verra' eseguito un prelievo con cadenza semestrale per esame virologico (tamponi cloacali sui singoli soggetti e/o pool di feci fresche), da 5 animali per unita' produttiva con un numero minimo di 10 animali per azienda. Nel caso di allevamenti con un unico capannone la numerosita' dei campioni e' pari a 10. Allevamenti ordinari fino a 250 capi (capacita' strutturale registrata in BDN ad inizio dell'anno in corso) Nelle regioni considerate ad alto e medio rischio di introduzione e diffusione, dovranno essere individuati gli allevamenti all'aperto che a cadenza semestrale (in primavera e in autunno in concomitanza con le fasi migratorie) verranno sottoposti a campionamento. Le numerosita' e le tipologie di animali da campionare saranno definite sulla base delle specie allevate e delle tipologie produttive. In ogni allevamento saranno sottoposti a prelievo per indagini virologiche almeno 10 volatili. Il numero totale di allevamenti da campionare a livello nazionale e' di 500. Allevamenti con orientamento svezzamento/commercianti (operatori che effettuano operazioni di raccolta di pollame senza stabilimento) Negli allevamenti con modalita' svezzamento/commercianti accreditati per il commercio extraregionale e per quelli autorizzati a partecipare a fiere, mostre e mercati dovranno essere sottoposti a cadenza mensile a prelievo sierologico, almeno 5 animali per capannone con un minimo di 10 animali per stabilimento fino ad un massimo di 20; nel caso fossero presenti anatidi, questi devono essere sottoposti a prelievi per l'esame virologico (tamponi cloacali sui singoli soggetti e pool di feci fresche) con la stessa numerosita' sopra indicata. L'esito di tali prelievi deve essere riportato sul documento di accompagnamento degli animali. Nei restanti allevamenti rientranti nelle categorie svezzamento/commercianti, e' previsto il prelievo sierologico trimestrale con le modalita' sopra descritte. La scelta degli animali da campionare deve essere rappresentativa e basata sui seguenti criteri epidemiologici di priorita': 1. soggetti morti o malati di qualsiasi eta' 2. specie a rischio 3. animali di eta' piu' elevata in rapporto alla categoria 4. animali allevati all'aperto 5. animali rientrati da fiere, mostre e mercati 6. altre categorie ritenute significative sulla base della valutazione del veterinario ufficiale Negli allevamenti multispecie, i campioni saranno preferibilmente prelevati da anatre, oche e tacchini. Sulla base della valutazione del rischio ed in risposta a variazioni nelle condizioni epidemiologiche, la frequenza e la tipologia degli accertamenti potra' essere modificata mediante piani straordinari di monitoraggio. 1.5.1 Sorveglianza virologica nella stagione ad alto rischio In considerazione delle mutate condizioni epidemiologiche (dinamiche di introduzione e diffusione della malattia) osservate durante le epidemie 2021-22 e 2022-23 e' previsto un piano di sorveglianza addizionale da svolgersi negli allevamenti avicoli, tra il 15 settembre ed il 15 marzo, secondo le seguenti indicazioni: • tacchini da carne, pollastre e ovaiole in fase di deposizione: nelle province ad alto rischio delle regioni Veneto e Lombardia, dovra' essere selezionato su base campionaria un numero di allevamenti tale da escludere la circolazione di virus influenzali con una prevalenza inter allevamento pari a 3% e un livello di confidenza del 95%. Il numero di allevamenti campionabili andra' computato a livello provinciale e dovra' basarsi sul totale degli allevamenti accasati presenti e proporzionalmente ripartito in funzione di questi indirizzi produttivi; • broiler: nelle province ad altro rischio delle regioni Veneto e Lombardia, nonche' in provincia di Treviso e di Rovigo, dovranno essere testati tutti gli allevamenti che detengono animali fra i 37 e i 44 giorni di eta'. ci si avvarra' di campioni prelevati in autogestione dalle filiere ed analizzati dalle stesse, se dotate di laboratori. Le filiere potranno essere coadiuvate dalle ASL e dagli Istituti Zooprofilattici Sperimentali competenti per territorio sia per il prelievo che per l'analisi dei campioni. Le attivita' svolte andranno rendicontate al CRN IA & ND e alla Regione di competenza. Per ogni allevamento selezionato dovra' essere garantito la numerosita' campionaria nei modi e nelle tempistiche riportate in Allegato 3. 1.6. Test di laboratorio: descrizione dei test di laboratorio Con l'entrata in vigore del Regolamento Delegato (UE) 2020/689, il Laboratorio di Riferimento dell'Unione Europea per l'Influenza Aviaria (EURL-IA), ha reso disponibile sul proprio sito web (https://www.izsvenezie.com/reference-laboratories/avian-influenza-ne wcastle-disease/diagnosticprotocols/) informazioni, linee guida e documenti riguardanti: - Prelievo di campioni, compreso il materiale tissutale da esaminare, e trasporto degli stessi; - Procedure dettagliate per test diagnostici virologici, sierologici e molecolari; - Interpretazione dei risultati diagnostici, con spiegazione dei potenziali limiti di un risultato positivo o negativo per ciascun metodo diagnostico. I metodi diagnostici raccomandati dall'EURL-IA sono stati sviluppati in conformita' ai Regolamenti (UE) 2016/429 e 2020/689, e secondo il Manuale diagnostico per l'influenza aviaria (Decisione 2006/437/CE) come previsto dalla Direttiva del Consiglio 2005/94/CE. Tale documento e' stato ritenuto dall' EURL-IA tecnicamente valido anche dopo l'abrogazione della Direttiva 2005/94/CE. Le prove di laboratorio per il programma di sorveglianza dell'IA nel pollame domestico saranno condotte presso uno dei laboratori degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali (IIZZSS). Il siero dei volatili domestici dovra' essere sottoposto a uno screening iniziale per Ia ricerca di anticorpi per influenza A tramite test ELISA competitivo. Gli accertamenti sierologici risultati positivi saranno poi sottoposti alla prova di inibizione dell'emoagglutinazione (HI), per individuare i sottotipi H5 e H7. I campioni sierologici risultati positivi per sottotipo H5 e H7 dovranno essere confermati dal Centro di Referenza Nazionale per l'influenza aviaria tramite prova di inibizione dell'emoagglutinazione (HI) utilizzando ceppi specifici forniti dal laboratorio di riferimento dell'UE per l'influenza aviaria: • per il sottotipo H5: A/teal/England/7394/06 (H5N3) e A/chicken/Scotland/59(H5N1); • per il sottotipo H7: A/turkey/England/647/77 (H7N7) e A/African Starling/983/79 (H7N1). Sui campioni prelevati per indagini virologiche verra' effettuato uno screening iniziale mediante real time RT-PCR del gene M, seguito da un test per H5 e H7 dei campioni risultati positivi. Se i campioni risultano positivi a uno dei due sierotipi (H5 o H7) verra' eseguita l'analisi del sito di clivaggio per definire se il ceppo e' a bassa o alta patogenicita'. I campioni risultati positivi a test molecolari verranno utilizzati per tentare l'isolamento virale. La virulenza di selezionati virus (es. ceppo del case index) eventualmente isolato sara' stimato usando il test dell'indice di patogenicita' intravenoso (IVPI). In considerazione del numero elevato di tamponi per indagini virologiche e' prevista l'applicazione di una strategia di pooling (fino ad un max di 10 campioni in contemporanea). I campioni positivi ai test virologici dovranno essere inviati, accompagnati dalla relativa documentazione, al Centro Nazionale di Referenza che effettuera' quanto prima un'analisi del sito di clivaggio al fine di determinare se si tratta di un virus dell'influenza a bassa o ad alta patogenicita' e ulteriori indagini diagnostiche (isolamento, tipizzazione, analisi filogenetiche, ecc.). Secondo l'esperienza maturata nel corso degli anni, alcune specie/tipologie di produzione di pollame, come le quaglie e i volatili detenuti in allevamenti rurali, quando testate sierologicamente (con ELISA, AGID o HI), forniscono risultati di difficile interpretazione per diversi motivi. Nella quaglia ad esempio, si sono spesso osservati risultati variabili e fenomeni di agglutinazione non specifici dovuti alle caratteristiche intrinseche di questa specie. Gli allevamenti con capacita' strutturale di massimo 250 capi sono maggiormente esposti a diversi fattori di rischio per l'introduzione e la diffusione dei virus dell'IA: i) presenza di specie avicole a lunga vita e multieta', ii) pratica di allevamento all'aperto, iii) pratiche di biosicurezza non ottimali, iv) presenza di diverse specie avicole, comprese quelle che non presentano segni clinici significativi, v) frequenti spostamenti o ricollocamenti. Tutte le condizioni precedenti implicano una maggiore probabilita' di un contatto diretto e/o indiretto con animali o fomiti infetti. Pertanto, in tali allevamenti i test sierologici possono fornire informazioni che non riflettono la circolazione attiva dei virus dell'influenza aviaria, in particolare di virus influenzali a bassa patogenicita' (LPAIv), ma solo l'esposizione pregressa a virus dell'IA durante il ciclo di produzione della specie allevata (fenomeni di agglutinazione non specifica). Per i suddetti motivi, a seguito delle disposizioni e dei criteri di cui al punto 2 lettera (c) (iii) e punto 3 lettere (a) e (b) della sezione 9 Allegato II del Regolamento Delegato (UE) 2020/689 della Commissione, e al fine di controllare tempestivamente la malattia, i campioni prelevati negli allevamenti di quaglie e negli allevamenti con capacita' fino a 250 capi saranno sottoposti a test virologici (real time RT-PCR), al fine di rilevare lo stato di infezione effettivo del pollame e/o la circolazione attiva dei virus dell'IA in questi gruppi di animali. 2. DESCRIZIONE E IMPLEMENTAZIONE DEL PROGRAMMA DI SORVEGLIANZA NELL'AVIFAUNA SELVATICA 2.1 Designazione dell'autorita' centrale avente funzione di supervisionare e coordinare i dipartimenti responsabili per l'implementazione del programma e i collaboratori rilevanti Il Ministero della Salute, Direzione Generale della Salute animale e dei medicinali veterinari (DGSAF) - Ufficio III, progetta, coordina e monitora le attivita' previste dal Piano Nazionale di Sorveglianza per l'Influenza Aviaria, con il supporto scientifico e tecnico del Centro di Referenza Nazionale per l'Influenza Aviaria e la Malattia di Newcastle (CRN IA & ND), ospitato presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe). Altre figure e importanti partner di collaborazione sono: il personale dei Centri di Recupero degli Animali Selvatici (CRAS), gli ornitologi dell'Istituto Italiano per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), le autorita' ambientali e faunistiche. Inoltre, le autorita' fanno affidamento sulla consapevolezza e la cooperazione da parte della cittadinanza in generale per la segnalazione di uccelli selvatici trovati morti o moribondi, e/o di mortalita' anormale. 2.2 Descrizione e delimitazione delle aree geografiche e amministrative nelle quali il programma deve essere applicato L'obiettivo del programma nazionale di sorveglianza per l'influenza aviaria nei volatili selvatici e' l'individuazione tempestiva di virus dell'influenza aviaria ad alta patogenicita' (HPAI) in questa categoria di volatili, al fine di proteggere il pollame e salvaguardare la salute pubblica. Verranno sottoposti ad analisi tutti i campioni provenienti da volatili selvatici trovati morti o sintomatici sull'intero territorio nazionale in qualsiasi periodo dell'anno. Verra' posta maggiore attenzione a quegli animali rilevati in zone umide, con particolare riferimento a quelle maggiormente interessate sia dai flussi migratori sia in prossimita' di aree caratterizzate dalla presenza di allevamenti intensivi del pollame. Una fonte preziosa di informazioni riguardo ad una possibile introduzione e diffusione dei virus influenzali all'interno delle popolazioni di pollame puo' derivare dalla sorveglianza attiva. In particolare: - informazioni raccolte in determinati periodi dell'anno durante le migrazioni stagionali (es. durante la stagione venatoria da fine settembre a fine gennaio), - in aree di particolare rilevanza epidemiologica, quali siti di raduno di uccelli lungo le principali rotte migratorie in prossimita' di aree ad alta densita' di stabilimenti avicoli (es. coste del nord-est del Mare Adriatico, aree del Delta del Po e della Laguna di Venezia). Le iniziative di ricerca di sorveglianza attiva sugli uccelli selvatici in Italia hanno rappresentato per tutta l'epidemia di HPAI 2020/2021 nell'UE un buon indicatore del rischio di infezione per il pollame domestico e hanno consentito di rilevare la presenza di virus influenzali ad patogenicita' (HPAI) in tamponi cloacali, tracheali e/o dal piumaggio prelevati da varie specie di volatili selvatici cacciati in valli da caccia/pesca, o da volatili selvatici campionati intra vitam o trovati moribondi (Gobbo et al. 2021 Oct 20;9(11):2188. doi: 10.3390/microorganisms9112188). 2.3 Stima della popolazione selvatica locale e/o migratoria Gli uccelli acquatici svernanti nelle zone umide italiane sono censiti da oltre vent'anni nell'ambito dell'International Waterbird Census (IWC, https://www.wetlands.org/knowledge-base/internationalwaterbird- census/), un programma di monitoraggio che opera in 143 paesi con l'obiettivo di raccogliere informazioni sulla presenza, il numero e l'andamento degli uccelli acquatici appartenenti a oltre 130 specie nei siti delle zone umide. I risultati sono anche funzionali a stabilire le priorita' di conservazione dei siti (es. criteri Ramsar, Zone di Protezione Speciale come previsto dalla Direttiva 2009/147/CE). L'ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca e Protezione Ambientale) ha il ruolo di coordinatore nazionale per l'Italia. La copertura ottenuta, per molte regioni italiane, e' prossima alla totalita' delle zone umide esistenti. Secondo l'ultimo rapporto ufficiale (2009-2018), a gennaio 2018 sono stati contati in Italia quasi 2 milioni di uccelli acquatici (1.922.148 uccelli), appartenenti a 126 specie (ISPRA, International Waterbird Census Report Italy 2009-2018 - May 2021, doi:10.13140/RG.2.2.24870.45123). L'andamento del trend nel periodo 2009-2018 e' stato positivo: nel 2010 sono stati contati un minimo di 1.609.132 uccelli e nel 2017 un massimo di 2.030.129. Sei specie hanno totali nazionali superiori a 100.000 individui. Quattro di loro, quali l'alzavola dalle ali verdi, la folaga comune, il gabbiano comune e il germano reale superano i 200.000 individui. La comunita' degli uccelli acquatici italiani e' dominata da tre gruppi (anatre; gabbiani e sterne; folaghe e rallidi), che rappresentano oltre i due terzi degli uccelli contati. Il numero di anatre ha mostrato un aumento del 22% tra il periodo 2009-13 e il 2014-18 (media 2014-2018: 813.929), mentre i gabbiani e le sterne sono diminuiti del 6% (media 2014-2018: 342.554) e i rallidi del 12% (media 2014-2018: 234.762). Nel periodo 2009-2018 i cambiamenti piu' significativi nel numero dei soggetti a livello di specie sono stati i seguenti: la volpoca e' triplicata; l'alzavola, il codone e il moriglione sono raddoppiati; il quattrocchi e' diminuita di tre volte. Cigni e oche hanno mostrato un aumento rispettivamente del 44% e del 66%, con un aumento pari al doppio per il cigno reale e per l'oca selvatica, e un aumento di dieci volte dell'oca dalla fronte bianca nel corso dello stesso decennio. 2.4 Descrizione, criteri, fattori di rischio e popolazione target Secondo le disposizioni ed i criteri stabiliti nell'Allegato II del Regolamento Delegato (UE) 2020/689 della Commissione, sara' attuato un sistema di individuazione precoce dei virus dell'influenza aviaria ad alta patogenicita' in specie bersaglio sintomatiche/moribonde o trovate morte. L'elenco delle specie bersaglio e' reso disponibile sul sito del Laboratorio di Riferimento Europeo per l'Influenza Aviaria e la Malattia di Newcastle ('Wild bird target species for HPAI passive surveillance': https://www.izsvenezie.com/reference-laboratories/avian-influenzanewc astle- disease/). Inoltre, informazioni in materia di ornitologia, virologia ed epidemiologia potranno indicare ulteriori specie a rischio da considerare nel presente piano. Le aree a maggior rischio di introduzione dei virus influenzali ad alta patogenicita' sono rappresentate dalle zone umide secondo la Convenzione di RAMSAR, quali ad esempio sono gli habitat che supportano una flora e una fauna caratteristiche, in particolare quella degli uccelli acquatici. La strategia terra' conto dell'evoluzione della situazione epidemiologica della malattia a livello nazionale e internazionale e dei pareri scientifici e report trimestrali dei piani di monitoraggio stilati congiuntamente da EFSA/ECDC/EURL IA & ND (https://www.efsa.europa.eu/en/publications?s=avian+influenza+overvie w). 2.4.1 Integrazione del piano di sorveglianza per l'avifauna selvatica ai sensi del regolamento Delegato UE 2020/689 Considerato quanto riportato nella recente normativa europea, in particolare nel Regolamento Delegato (UE) 2020/689 della Commissione, Allegato II, Parte I, Sezione 4, il quale prevede che, nell'ambito del piano per la sorveglianza dell'influenza aviaria, "al fine dell'individuazione precoce della circolazione dei virus influenzali ad alta patogenicita' (HPAI) nei volatili selvatici, si possa contemplare, in luoghi prioritari e in siti chiave, in particolare quelli in cui i volatili appartenenti a specie di volatili selvatici interessate entrano nell'Unione durante i loro movimenti migratori, almeno sulle rotte nordorientali e orientali, l'esecuzione del campionamento e di prove su: a) volatili caduti in trappola, b) volatili sani cacciati, c) volatili sentinella", ad integrazione delle attivita' di sorveglianza passiva gia' previste per l'avifauna selvatica dal piano dettagliato nel presente documento, ed in accordo con l'evoluzione della situazione epidemiologica, le singole regioni, nel corso dell'anno 2024, individuate le aree a maggior rischio di introduzione e diffusione dei virus influenzali sul proprio territorio, predisporranno specifiche campagne di sorveglianza attiva su volatili cacciati, a cui si rimanda. 2.4.2 AVIFAUNA SELVATICA, sorveglianza passiva e attiva Obiettivo per l'anno 2024: Parte di provvedimento in formato grafico 2.5 Periodi e procedure di campionamento I campioni dovranno essere raccolti durante tutto l'anno da volatili selvatici rinvenuti morti o con sintomatologia e sottoposti ad eutanasia, e dovranno includere tamponi orofaringei e cloacali e tessuti provenienti da trachea, polmoni e intestino. Questi saranno analizzati sia separatamente sia come pool, sulla base delle dimensioni del volatile campionato. I campioni di cervello dovranno essere raccolti nel caso in cui gli organi viscerali non siano integri o siano altamente degradati e saranno analizzati separatamente. 2.6 Test di laboratorio: descrizione dei test di laboratorio utilizzati I campioni saranno testati tramite real time RT-PCR per la ricerca dei virus di influenza aviaria. Sui campioni positivi, sara' effettuato l'isolamento virale su uova di pollo embrionate. Successivamente, specifici test biomolecolari verranno applicati per caratterizzare il sottotipo virale. Se un virus viene isolato, i metodi classici (sierologici) e molecolari di caratterizzazione del virus utilizzati dovranno essere coerenti con le procedure stabilite dal Laboratorio di Riferimento dell'Unione Europea per l'Influenza Aviaria e Malattia di Newcastle (https://www.izsvenezie.com/referencelaboratories/ avian-influenza-newcastle-disease/diagnostic-protocols/). In sintesi, le prove di laboratorio comprendono: • Real time RT-PCR per l'influenza aviaria - test di screening per il gene matrice di tutti i virus dell'influenza A: per la rilevazione del gene matrice di qualsiasi virus dell'influenza A in campioni clinici e isolati virali, • Real time RT-PCR per l'influenza aviaria - rileva il virus Eurasian H5/H7 AI: per la rilevazione del sottotipo H5/H7 del virus dell'influenza aviaria (AI) in campioni clinici e isolati virali, • RT-PCR per l'influenza aviaria - rileva il virus Eurasian H5/H7 AI: per la rilevazione del sottotipo H5/H7 del virus dell'influenza aviaria (AI) in campioni clinici e isolati virali, • Real time RT-PCR per l'influenza aviaria - rileva la componente della neuraminidasi (N) del virus AI: per la rilevazione del sottotipo N1 del virus dell'influenza aviaria (AI) in campioni clinici e isolati virali, • Isolamento del virus in uova di pollo embrionate SPF (Specific Pathogen Free), • Determinazione e analisi della sequenza nucleotidica (e della relativa sequenza amminoacidica) di specifiche regioni del genoma dei virus dell'IA. • Sequenziamento del genoma completo dei virus identificati e successiva analisi filogenetica. Le prove di laboratorio per il programma di sorveglianza dell'IA negli uccelli selvatici saranno condotte presso uno dei laboratori della rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali (IIZZSS). I campioni risultati positivi devono essere tempestivamente inviati al Centro Nazionale di Referenza per l'IA per la conferma del risultato e ulteriori indagini (isolamento del virus, caratterizzazione del virus, analisi filogenetica, ecc.), insieme a tutta la relativa documentazione. 3. DESCRIZIONE DELLA SITUAZIONE EPIDEMIOLOGICA DELLA MALATTIA NEL POLLAME DOMESTICO E NELL'AVIFAUNA SELVATICA Informazioni aggiornate e dettagliate sulla situazione epidemiologica dell'influenza aviaria in Italia per i virus influenzali ad alta patogenicita' (HPAI) si possono trovare al link https://www.izsvenezie.it/temi/malattie-patogeni/influenzaaviaria/sit uazione-epidemiologica-HPAI/. 4. MISURE IN ATTO RIGUARDO LA NOTIFICA DELLA MALATTIA Le misure di controllo e gli obblighi che gli operatori devono mettere in atto in caso di sospetto di malattia e successivamente alla conferma ufficiale della presenza della stessa, le indagini che devono essere svolte dalle autorita' competenti, le misure di restrizione e di biosicurezza, l'inventario e l'analisi dei registri, le zone temporanee soggette a restrizioni, le visite dei veterinari ufficiali sono quelle previste dal Regolamento Delegato (UE) della Commissione 687/2020 (Parte II del Regolamento). Consistenze del settore avicolo Tabella 1. Numero degli allevamenti avicolo per categoria produttiva, stratificato per regione e provincia (fonte dati: BDN 08/03/2023) Parte di provvedimento in formato grafico Tabella 2. Numero di allevamenti avicoli con modalita' svezzamento per regione (fonte dati: BDN 08/03/2023) ===================================================================== | NUTS2 | Regione | Numero allevamenti | +=============+=============================+=======================+ | ITC1 |PIEMONTE | 47 | +-------------+-----------------------------+-----------------------+ | ITC2 |VALLE D'AOSTA | - | +-------------+-----------------------------+-----------------------+ | ITC3 |LIGURIA | 4 | +-------------+-----------------------------+-----------------------+ | ITC4 |LOMBARDIA | 69 | +-------------+-----------------------------+-----------------------+ | ITH10 |PA BOLZANO | 4 | +-------------+-----------------------------+-----------------------+ | ITH20 |PA TRENTO | 1 | +-------------+-----------------------------+-----------------------+ | ITH3 |VENETO | 103 | +-------------+-----------------------------+-----------------------+ | ITH4 |FRIULI-VENEZIA GIULIA | 15 | +-------------+-----------------------------+-----------------------+ | ITH5 |EMILIA - ROMAGNA | 92 | +-------------+-----------------------------+-----------------------+ | ITI1 |TOSCANA | 29 | +-------------+-----------------------------+-----------------------+ | ITI2 |UMBRIA | 34 | +-------------+-----------------------------+-----------------------+ | ITI3 |MARCHE | 40 | +-------------+-----------------------------+-----------------------+ | ITI4 |LAZIO | 22 | +-------------+-----------------------------+-----------------------+ | ITF1 |ABRUZZO | 27 | +-------------+-----------------------------+-----------------------+ | ITF2 |MOLISE | 3 | +-------------+-----------------------------+-----------------------+ | ITF3 |CAMPANIA | 29 | +-------------+-----------------------------+-----------------------+ | ITF4 |PUGLIA | 4 | +-------------+-----------------------------+-----------------------+ | ITF5 |BASILICATA | 1 | +-------------+-----------------------------+-----------------------+ | ITF6 |CALABRIA | 6 | +-------------+-----------------------------+-----------------------+ | ITG1 |SICILIA | 6 | +-------------+-----------------------------+-----------------------+ | ITG2 |SARDEGNA | 2 | +-------------+-----------------------------+-----------------------+ | TOTALE | | 538 | +-------------+-----------------------------+-----------------------+