(Allegato 1)
                                                           Allegato 1 
 
                      PROGRAMMA DI SORVEGLIANZA 
                   PER L'INFLUENZA AVIARIA - 2024 
 
Sommario 
 
1. DESCRIZIONE E IMPLEMENTAZIONE DEL PROGRAMMA  DI  SORVEGLIANZA  NEL
POLLAME 
   1.1  Designazione  dell'autorita'  centrale  avente  funzione   di
supervisionare  e  coordinare   i   dipartimenti   responsabili   per
l'implementazione del programma 
   1.2 Sistema ufficiale di registrazione degli allevamenti 
   1.3 Disegno del  piano  di  sorveglianza  nel  pollame  secondo  i
criteri specificati nell'Allegato II del  Regolamento  Delegato  (UE)
2020/689 della Commissione 
   1.3.1  Breve  descrizione  della  popolazione  avicola   e   della
produzione avicola in Italia 
   1.3.2 Criteri e fattori di rischio per la sorveglianza basata  sui
rischi 
   1.4 Popolazione target 
   1.4.1 stabilimenti avicoli(a) da campionare, eccetto anatre,  oche
e selvaggina allevata 
      Categoria: GALLINE OVAIOLE 
      Categoria: GALLINE OVAIOLE FREE-RANGE 
      Categoria: POLLI RIPRODUTTORI 
      Categoria: TACCHINI RIPRODUTTORI 
      Categoria: TACCHINI DA CARNE 
      Categoria: QUAGLIE RIPRODUTTORI 
      Categoria: FARAONE RIPRODUTTORI 
      Categoria: SELVAGGINA ALLEVATA (GALLINACEI)  -  RIPRODUTTORI  e
ADULTI 
      Categoria: RATITI 
      Categoria: RURALI 
      Categoria: SVEZZATORI 
   1.4.2  Stabilimenti  di  anatre,  oche   e   selvaggina   allevata
(anatidi)(a) da campionare 
      Categoria: ANATRE DA CARNE 
      Categoria: ANATRE RIPRODUTTORI 
      Categoria: OCHE DA CARNE 
      Categoria: OCHE RIPRODUTTORI 
   1.5  Procedure  di  campionamento,  periodi  di  campionamento   e
frequenza dei test 
   1.5.1 Sorveglianza virologica nella stagione ad alto rischio 
   1.6 Test di laboratorio: descrizione dei test di laboratorio 
2.  DESCRIZIONE  E  IMPLEMENTAZIONE  DEL  PROGRAMMA  DI  SORVEGLIANZA
NELL'AVIFAUNA SELVATICA 
   2.1  Designazione  dell'autorita'  centrale  avente  funzione   di
supervisionare  e  coordinare   i   dipartimenti   responsabili   per
l'implementazione del programma e i collaboratori rilevanti 
   2.2  Descrizione  e  delimitazione  delle   aree   geografiche   e
amministrative nelle quali il programma deve essere applicato 
   2.3 Stima della popolazione selvatica locale e/o migratoria 
   2.4 Descrizione, criteri, fattori di rischio e popolazione target 
   2.4.1  Integrazione  del  piano  di  sorveglianza  per  l'avifauna
selvatica ai sensi del Regolamento Delegato UE 2020/689 
   2.4.2 AVIFAUNA SELVATICA, sorveglianza passiva e attiva 
   2.5 Periodi e procedure di campionamento 
   2.6 Test di  laboratorio:  descrizione  dei  test  di  laboratorio
utilizzati 
3 DESCRIZIONE DELLA  SITUAZIONE  EPIDEMIOLOGICA  DELLA  MALATTIA  NEL
POLLAME DOMESTICO E NELL'AVIFAUNA SELVATICA 
4 MISURE IN ATTO RIGUARDO LA NOTIFICA DELLA MALATTIA 
ALLEGATO 1 - Consistenze del settore avicolo 
ALLEGATO 2 - Criteri per l'identificazione  di  casi  che  richiedono
approfondimenti di laboratorio per la diagnosi differenziale di HPAI 
ALLEGATO 3 - Sorveglianza virologica nella stagione ad alto rischio 
 
1. DESCRIZIONE E IMPLEMENTAZIONE DEL PROGRAMMA  DI  SORVEGLIANZA  NEL
POLLAME 
 
1.1 Designazione   dell'autorita'   centrale   avente   funzione   di
    supervisionare  e  coordinare  i  dipartimenti  responsabili  per
    l'implementazione del programma 
 
Ai sensi dell'articolo 3, comma 1 del decreto  legislativo  5  agosto
2022, n. 136 il Ministero  della  Salute,  Direzione  Generale  della
Salute animale e dei medicinali  veterinari  (DGSAF)  e'  l'autorita'
veterinaria  centrale  responsabile  di  progettare,   coordinare   e
monitorare le attivita' previste dal Piano Nazionale di  Sorveglianza
per l'Influenza Aviaria, con il supporto scientifico  e  tecnico  del
Centro di Referenza Nazionale per l'Influenza Aviaria e  la  Malattia
di  Newcastle   (CRN   IA   &   ND),   ospitato   presso   l'Istituto
Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe). 
Sono autorita' competenti per  l'attuazione  a  livello  regionale  e
locale  rispettivamente  i  Servizi  Veterinari  Regionali  delle  19
Regioni e 2 Province Autonome, che sono responsabili  degli  alimenti
di origine animale, della salute e  del  benessere  degli  animali  e
della sicurezza dei  mangimi,  e  le  Aziende  sanitarie  locali  che
assicurano la corretta applicazione dei protocolli  di  campionamento
nel pollame coordinando le strutture ed i soggetti coinvolti. 
 
1.2 Sistema ufficiale di registrazione degli allevamenti 
 
Il Sistema di identificazione e registrazione nazionale (sistema I&R)
degli  operatori  e  dei  trasportatori,   delle   attivita',   degli
stabilimenti, del materiale  germinale,  degli  animali  e  dei  loro
eventi e' regolamentato dal decreto legislativo 5 agosto 2022, n, 134
e dal suo manuale operativo Ai sensi del Decreto legislativo 5 agosto
2022 n.134 tutti gli operatori che detengono pollame  e  volatili  in
cattivita', devono provvedere alla registrazione o al riconoscimento,
ai sensi dell'articolo 5 , comma 1 e  dell'articolo  6  comma  1  del
d.lgs 134/2022, dei propri stabilimenti e  attivita'  in  Banca  Dati
Nazionale (BDN) con le modalita' previste dal Manuale operativo I&R e
fornendo i dati e le informazioni previste dallo stesso  manuale  per
ciascuna tipologia di attivita'. 
Ogni stabilimento registrato e' identificato dal codice aziendale, di
cui la BDN assicura l'univocita' tra  quelli  presenti  in  essa.  Il
codice aziendale e' un codice alfanumerico riportante la sigla IT, il
codice ISTAT del  comune,  la  sigla  della  provincia  e  un  numero
progressivo costituito  da  3  caratteri  e  attribuito  in  base  al
territorio comunale in cui ha sede lo  stabilimento  stesso.  Per  la
registrazione   delle   attivita'   nell'ambito   di   un    medesimo
stabilimento, a  parita'  di  localizzazione  geografica,  il  codice
aziendale e' unico. A seconda dei casi a  ciascuna  attivita'  verra'
attribuito il numero unico di registrazione o di riconoscimento.  Per
gli operatori senza struttura fissa, il numero di registrazione unico
e' attribuito alla sede legale dell'operatore 
La registrazione in Banca Dati degli  allevamenti  familiari,  intesi
come luoghi privati in cui vengono allevati un  numero  di  capi  non
superiore  a  50,  destinati  esclusivamente  all'autoconsumo,   puo'
prevedere modalita' di registrazione semplificate, come previsto  nel
Manuale operativo I&R. 
La BDN e' accessibile  via  internet  e  i  dati  vengono  aggiornati
dall'autorita' sanitaria locale competente per territorio (ASL). 
 
1.3 Disegno del piano di sorveglianza nel pollame secondo  i  criteri
    specificati  nell'Allegato  II  del  Regolamento  Delegato   (UE)
    2020/689 della Commissione europea 
 
Il programma nazionale di sorveglianza  per  i  virus  dell'influenza
aviaria (AI) nel pollame  e'  un  programma  che  integra  misure  di
sorveglianza  attiva  basata  sui  rischi  (SBR)  ad  un  sistema  di
individuazione precoce tramite sorveglianza  passiva,  in  base  alle
disposizioni, criteri e  linee  guida  di  cui  all'Allegato  II  del
Regolamento Delegato (UE) 2020/689 della Commissione. 
La progettazione dell'approccio della SBR e' stata sviluppata in  tre
parti: 
1. Analisi delle linee guida, dei criteri e dei  fattori  di  rischio
esistenti elencati nelle sezioni 5 e 6 dell'Allegato II, parte I, del
Regolamento Delegato (UE) 2020/689 della Commissione con  riferimento
alle fonti di dati nazionali disponibili sulla popolazione avicola  e
ai fattori di rischio 
2. Matrice di rischio: sviluppo di una  matrice  di  rischio  per  la
quale sono stati identificati i fattori  di  rischio  specifici  come
dettagliati nel paragrafo 1.3.2 
3. Definizione di provincia a rischio di AI: per ciascun  fattore  di
rischio sopra elencato e' stata calcolata una stima  del  livello  di
rischio per provincia;  i  singoli  livelli  di  rischio  sono  stati
riassunti al fine di ottenere un livello di rischio  complessivo;  le
province sono state riclassificate in base al rischio complessivo  in
province ad alto, medio e basso rischio. 
Le province identificate come  ad  alto  rischio  di  introduzione  e
diffusione del virus di influenza aviaria, sono: 
- Emilia  Romagna:  province  di  Bologna,  Ferrara,  Forli-Cesena  e
Ravenna; 
- Lombardia: province di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova; 
- Piemonte: province di Cuneo; 
- Veneto: province di Padova, Rovigo, Venezia, Verona e Vicenza. 
Le province identificate come  a  medio  rischio  di  introduzione  e
diffusione del virus di influenza aviaria, sono: 
- Friuli-Venezia Giulia: province di Pordenone e Udine; 
- Lazio: provincia di Viterbo; 
- Umbria: province di Perugia e Terni; 
- Veneto: provincia di Treviso. 
Nelle province ad alto e medio rischio, le attivita' di  sorveglianza
avranno frequenza e modalita' di attuazione  definite  nel  paragrafo
1.5. 
Nel rimanente territorio nazionale  italiano.  considerato  a  minore
rischio, le attivita' di sorveglianza saranno basate  sulla  notifica
di casi sospetti di influenza aviaria (sorveglianza passiva) e  sulla
sorveglianza attiva negli allevamenti ordinari  e  tra  questi  anche
quelli con modalita' svezzamento). 
Il sistema di individuazione precoce -  sorveglianza  passiva  -  dei
virus  dell'influenza  aviaria  ad  alta  patogenicita'  nel  pollame
domestico integra le attivita' di SBR (sorveglianza attiva) e  dovra'
essere implementato trasversalmente in tutti i settori avicoli  e  su
tutto il territorio nazionale. Questo tipo di  sorveglianza  comporta
la segnalazione tempestiva e obbligatoria all'autorita' competente da
parte degli operatori e dei detentori degli animali dell'aumento  del
tasso di mortalita',  della  comparsa  di  segni  clinici  riferibili
all'influenza aviaria, o di qualsiasi modifica dei normali  parametri
di  produzione,  assunzione  di  mangime  e  acqua,  secondo   quanto
riportato nell'Allegato 2 al presente  piano.  Si  differenzia  dalla
sorveglianza attiva in  quanto  non  e'  una  pratica  programmata  e
continuativa.  La  probabilita'  di  segnalazione   varia   in   base
all'esperienza dei detentori del pollame, alla  consapevolezza  della
malattia e al tasso di mortalita',  che  dipende  strettamente  dalla
specie,  dalla  categoria  produttiva,  dal   sistema   di   gestione
dell'allevamento,  dal  sesso  e  dall'eta'  del  pollame.  Tuttavia,
aggiunge valore al sistema complessivo di sorveglianza dell'IA. 
Gli obiettivi delle due  componenti  del  programma  di  sorveglianza
dell'influenza aviaria nel pollame, la sorveglianza attiva basata sui
rischi  ed  il  sistema   di   individuazione   precoce,   consistono
nell'informare l'autorita' competente: 
• della rilevazione di HPAI nel  pollame  in  una  fase  iniziale  di
introduzione nella popolazione avicola domestica al fine di  limitare
la diffusione della malattia; 
•  della  rilevazione  dei  virus  dell'influenza  aviaria  a   bassa
patogenicita' dei sottotipi H5 e H7 circolanti nei galliformi (polli,
tacchini, faraone, fagiani, pernici e quaglie), anatidi e ratiti; 
• della rilevazione  dell'influenza  aviaria  ad  alta  patogenicita'
(HPAI) in  specie  avicole  che  generalmente  non  presentano  segni
clinici significativi come anatre e, oche, in particolare  per  negli
animali allevati (Anseriformes) per il ripopolamento di selvaggina. 
L'approccio integrato della  SBR  e  del  sistema  di  individuazione
precoce contribuiscono all'aumento delle  conoscenze  in  materia  di
virus HPAI e LPAI con un potenziale rischio zoonotico. 
 
1.3.1 Breve descrizione della popolazione avicola e della  produzione
      avicola in Italia 
 
A livello nazionale, gli allevamenti ordinari di pollame e/o volatili
in cattivita' sono organizzati  per  il  90%  in  filiere  produttive
(sistema produttivo  integrato  che  comprende  una  o  piu'  Aziende
agroalimentari  della  produzione  primaria   in   cui   i   soggetti
interagiscono in base a contratto stipulato  volontariamente  tra  le
parti. 
Dal punto di vista geografico lo  sviluppo  del  settore  avicolo  e'
condizionato  dalle  caratteristiche   morfologiche   orografiche   e
climatiche del  territorio  (clima  mite  con  minime  variazioni  di
temperatura risultano piu' favorevoli per  l'allevamento  intensivo).
Inoltre la filiera produttiva richiede  infrastrutture  (grossi  assi
stradali e ferroviari) con elevato standard funzionale per  garantire
gli indispensabili collegamenti con tutti  i  centri  di  produzione,
fornitura e distribuzione (approvvigionamento di mangime e animali, e
distribuzione dei prodotti).  Questi  fattori  hanno  portato  a  una
maggior concentrazione degli allevamenti avicoli  in  alcune  regioni
piu'  che  in   altre,   in   particolare   in   Lombardia,   Veneto,
Emilia-Romagna e Piemonte. Quest'area, caratterizzata da una  elevata
densita'  di  stabilimenti  avicoli  nella  valle   del   fiume   Po,
rappresenta il 70% dell'avicoltura intensiva  italiana  si  trova  in
prossimita' di aree umide nella suddetta valle e di aree lagunari del
Delta del Po, aree caratterizzate da una straordinaria biodiversita'.
In queste aree, che rappresentano un  importante  crocevia  lungo  le
rotte migratorie che prendono origine dalle aree di riproduzione  del
Sud-est asiatico e  della  Siberia,  sono  infatti  ospitate  diverse
centinaia di specie di uccelli acquatici. 
Indipendentemente dall'elevato rischio di introduzione  e  diffusione
dei virus di influenza aviaria in  questi  territori,  il  numero  di
allevamenti di pollame e altri stabilimenti ad essi  collegati  nella
DPPA e' aumentato irrazionalmente negli  ultimi  decenni,  tanto  che
quest'area puo' essere considerata un'unita' epidemiologica unica. Le
possibili falle nell'applicazione delle misure di biosicurezza ed  il
sistema di filiera produttiva,  nonche'  l'allevamento  intensivo  di
diverse specie di pollame, come polli, tacchini, faraone,  quaglie  e
struzzi, per le quali i circuiti produttivi sono spesso  sovrapposti,
aumentano la minaccia di diffusione dell'IA. Per quanto  riguarda  le
specie  allevate  e  l'orientamento  produttivo,   la   distribuzione
territoriale e' caratterizzata  da  una  maggiore  concentrazione  di
allevamenti di tacchini da carne nella Regione Veneto (in particolare
la provincia di Verona) mentre gli allevamenti di galline ovaiole per
la produzione di uova da consumo  risultano  piu'  concentrati  nelle
regioni Emilia Romagna e Lombardia. 
Sotto l'aspetto sanitario  gli  allevamenti  sono  caratterizzati,  a
seconda delle specie allevate,  da  cicli  unici  "tutto  pieno-tutto
vuoto" (riproduttori,  broiler  e  tacchini  da  carne)  o  da  cicli
continui con vuoti biologici per capannone (galline  ovaiole  per  la
produzione di uova da consumo, faraone, capponi,  etc.).  La  vigente
normativa nazionale prevede regole specifiche in merito ai  requisiti
di biosicurezza degli stabilimenti  che  detengono  pollame  o  altri
volatili in cattivita' e di altre tipologie  di  attivita'  con  essi
correlati, che definiscono anche le modalita'  di  accasamento  e  le
tempistiche relative ai vuoti  sanitari  e  biologici.  Il  dettaglio
sulla numerosita' degli allevamenti di pollame domestico  considerate
oggetto del presente piano di sorveglianza nelle regioni  ad  alto  e
medio  rischio,  suddivisi  per  tipologia  di  attivita'  a  livello
provinciale, e' riportato nell'Allegato 1 (dati BDN 08/03/2023). 
 
1.3.2 Criteri e fattori di rischio per  la  sorveglianza  basata  sui
       rischi 
 
Il piano di sorveglianza per l'influenza aviaria per l'anno  2024  e'
stato definito considerando i seguenti fattori di rischio: 
-  ubicazione  dello  stabilimento,  con   tipologia   di   attivita'
allevamento (da ora allevamento), in prossimita' di zone umide  o  in
zone caratterizzate  da  un'elevata  densita'  di  uccelli  selvatici
migratori, in particolare quelli delle specie bersaglio elencate  sul
sito del  laboratorio  comunitario  di  riferimento  per  l'influenza
aviaria  e  la  malattia  di  Newcastle  e  regolarmente   aggiornato
dall'EFSA
(https://www.izsvenezie.com/documents/reference-laboratories/avian-in
fluenza/usefulresources/
wild-bird-target-species-for-passive-surveillance.pdf); 
- ubicazione dell'allevamento in aree  ad  elevata  densita'  avicola
(DPPA), e conseguente complessita' del sistema produttivo, incluse le
connessioni funzionali tra gli stabilimenti; 
- gli allevamenti ricadenti nelle aree  di  svernamento  del  germano
reale (che per la gran parte sono sovrapponibili alle DPPA); 
- caratteristiche strutturali e  gestionali  del  sistema  produttivo
avicolo; 
- situazione epidemiologica passata e attuale (fattori di rischio per
l'introduzione e la diffusione  dei  virus  influenzali  identificati
durante il corso di precedenti epidemie); 
- flusso e tipologia di scambi commerciali; 
- specie e  tipologia  produttiva  (presenza  nello  stabilimento  di
categorie  di  pollame  a  lunga  vita   produttiva,   multi-eta'   e
multi-specie, suscettibilita' e  probabilita'  di  infezione  secondo
Busani et al., 2009 doi: 10.1016/j.tvjl.2008.02.013); 
- misure di biosicurezza  degli  allevamenti  ordinari  di  specie  a
rischio; 
- presenza di stabilimenti avicoli free-range e/o stabilimenti in cui
il pollame puo' entrare in contatto con i volatili selvatici (assenza
di barriere o barriere non funzionali). 
- le valutazioni del rischio ed i pareri scientifici  rilasciati  dal
Centro Nazionale di Referenza per l'Influenza Aviaria e  la  Malattia
di Newcastle in relazione alla rilevanza della diffusione  dei  virus
influenzali ad alta patogenicita' da parte degli uccelli selvatici. 
In base al rischio  di  introduzione  e/o  di  diffusione  dei  virus
influenzali,  verranno  inclusi  nel  piano   di   sorveglianza   sia
allevamenti ordinari, inclusi quelli con capacita' fino a  250  capi,
che quelli con modalita' "svezzamento" 
 
1.4 Popolazione target 
 
Nel  presente  programma  di  sorveglianza   saranno   sottoposte   a
campionamento le seguenti specie e orientamento produttivo: 
   a) galline ovaiole; 
   b)  galline   ovaiole   free-range   (modalita'   di   allevamento
"all'aperto"); 
   c) galline da riproduzione; 
   d) tacchini da carne; 
   e) tacchini da riproduzione; 
   f) quaglie da riproduzione; 
   g) faraone da riproduzione; 
   h) anatre da carne; 
   i) anatre da riproduzione; 
   j) oche da carne; 
   k) oche da riproduzione; 
   l) selvaggina da penna (galliformi), inclusi i riproduttori; 
   m) ratiti. 
Inoltre, facendo seguito alla valutazione del rischio,  sono  inclusi
nell'ambito  della  sorveglianza  anche  allevamenti   ordinari   che
detengono fino a 250 capi (ex rurali) e gli allevamenti con modalita'
svezzamento. Le caratteristiche  strutturali  e  gestionali  di  tali
allevamenti infatti li rendono  maggiormente  a  rischio  per  quanto
riguarda nuove introduzioni virali. 
In considerazione della breve vita produttiva,  saranno  esclusi  dal
piano i broiler e le quaglie da carne;  tuttavia  i  broiler  saranno
inclusi nella sorveglianza  per  la  rilevazione  di  virus  ad  alta
patogenicita' nel periodo temporale a maggior rischio di introduzione
(Sezione 1.5.1) 
La strategia alla base della selezione degli stabilimenti individuati
in base alle tipologie di attivita', il  numero  di  stabilimenti  da
campionare  e  il  numero  di  campioni  da  prelevare  in   ciascuno
stabilimento sono descritti in dettaglio insieme  alle  procedure  di
campionamento nelle sezioni 1.4.1, 1.4.2 ed 1.5. 
 
1.4.1 Stabilimenti/Allevamenti  avicoli(a)  da  campionare,   eccetto
      anatre, oche e selvaggina allevata 
1.4.1 Stabilimenti/Allevamenti  avicoli(a)  da  campionare,   eccetto
      anatre, oche e selvaggina allevata 
 
Orientamento produttivo: GALLINE OVAIOLE 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Orientamento produttivo: GALLINE OVAIOLE FREE-RANGE 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Orientamento produttivo: POLLI RIPRODUTTORI 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Orientamento produttivo: TACCHINI RIPRODUTTORI 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Orientamento produttivo: TACCHINI DA CARNE 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Orientamento produttivo: QUAGLIE RIPRODUTTORI 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Orientamento produttivo: FARAONE RIPRODUTTORI 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Orientamento   produttivo:   SELVAGGINA   ALLEVATA   (GALLINACEI)   -
RIPRODUTTORI e ADULTI 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Orientamento produttivo: RATITI 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
ALLEVAMENTI ORDINARI FINO A 250 CAPI 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Stabilimenti/Allevamenti con modalita' svezzamento 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
1.4.2 Stabilimenti/Allevamenti di anatre, oche e selvaggina  allevata
(anatidi)(a) da campionare 
 
Orientamento produttivo: ANATRE DA CARNE 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Orientamento produttivo: ANATRE RIPRODUTTORI 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Orientamento produttivo: OCHE DA CARNE 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Orientamento produttivo: OCHE RIPRODUTTORI 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
1.5. Procedure di campionamento, periodi di campionamento e frequenza
     dei test 
 
L'industria  avicola  intensiva  italiana  presenta  una  continuita'
produttiva nel corso dell'anno non collegata a particolari  attivita'
stagionali. Ciononostante, i singoli  allevamenti  devono  praticare,
tra un ciclo  produttivo  e  l'altro  un  idoneo  vuoto  biologico  e
sanitario  come  richiesto  dalla  vigente  normativa  nazionale.  Il
settore avicolo rurale, al contrario, ha  generalmente  un  andamento
stagionale. 
 
Allevamenti ordinari (non familiari) 
Nelle  province  identificate  ad  alto  rischio  di  introduzione  e
diffusione di  virus  influenzali  aviari,  ricadenti  nelle  regioni
Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto, per  ogni  orientamento
produttivo,  saranno  campionati  tutti  gli  stabilimenti,  con   le
modalita' di seguito riportate: 
   • Tacchini  da  carne:  prelievo  sierologico  da  5  animali  per
capannone con un numero minimo di 10 animali per azienda,  per  ciclo
produttivo (preferibilmente prima del carico verso il macello sia per
i maschi sia per le femmine); 
   • Quaglie riproduttori:  prelievo  virologico  in  allevamento  di
almeno 20 animali con cadenza semestrale; 
   • Anatre e oche  da  ingrasso  e  da  riproduzione:  prelievo  con
cadenza semestrale per esame virologico (tamponi cloacali sui singoli
soggetti e/o pool di feci fresche) da 5 animali per unita' produttiva
con un numero minimo di 10 animali per azienda a cadenza semestrale; 
   • Allevamenti da riproduzione (a eccezione di quelli di  anatre  e
oche e quaglie) e di ovaiole per la produzione  di  uova  da  consumo
(compresi gli allevamenti free-range): prelievo di campioni di sangue
da 5 animali per unita' produttiva con un numero minimo di 10 animali
per  azienda  a  cadenza  semestrale,   possibilmente   prima   della
movimentazione verso gli allevamenti da deposizione per le  pollastre
e prima del carico al macello; 
   • Altri volatili da carne (esclusi broiler  e  quaglie):  prelievo
sierologico di almeno 10 animali per allevamento una volta/anno; 
   • Selvaggina: prelievo di 5 campioni di  sangue  per  voliera  con
cadenza semestrale (10 nel caso l'allevamento sia costituito  da  una
unica voliera); 
   •  Ratiti:  prelievo  sierologico  di  almeno   10   animali   per
allevamento una volta/anno. 
Nelle aree classificate a medio rischio di introduzione e  diffusione
di virus influenzali aviari, ricadenti nelle regioni Umbria (province
di Perugia e  Terni),  Friuli-Venezia-Giulia  (province  di  Udine  e
Pordenone), Lazio (provincia  di  Viterbo)  e  Veneto  (provincia  di
Treviso), per orientamento produttivo di seguito riportato, il numero
di allevamenti da sottoporre a campionamento una  volta  all'anno  e'
riportato nelle relative tabelle di riferimento: 
- tacchini da ingrasso e riproduttori, polli riproduttori; 
- galline ovaiole sia allevate al chiuso sia free-range; 
- selvaggina riproduttori; 
- oche e anatre da ingrasso e riproduttori. 
In  ogni  allevamento  (escluse  anatre  e  oche  da   carne   e   da
riproduzione) verra' prelevato un campione sierologico da  un  minimo
di  10  animali  scelti  a  caso  Se   l'allevamento   sottoposta   a
monitoraggio e' costituita da piu' di  un  capannone,  e'  necessario
effettuare almeno 5 campioni per ogni capannone. 
Negli allevamenti di anatre e oche da riproduzione o da carne  verra'
eseguito un prelievo con  cadenza  semestrale  per  esame  virologico
(tamponi cloacali sui singoli soggetti e/o pool di feci fresche),  da
5 animali per unita' produttiva con un numero minimo  di  10  animali
per azienda. Nel caso  di  allevamenti  con  un  unico  capannone  la
numerosita' dei campioni e' pari a 10. 
 
Allevamenti  ordinari  fino  a  250   capi   (capacita'   strutturale
registrata in BDN ad inizio dell'anno in corso) 
Nelle regioni considerate ad alto e medio rischio di  introduzione  e
diffusione, dovranno essere individuati  gli  allevamenti  all'aperto
che a cadenza semestrale (in primavera e in autunno  in  concomitanza
con le fasi  migratorie)  verranno  sottoposti  a  campionamento.  Le
numerosita' e le tipologie di animali da campionare saranno  definite
sulla base delle specie allevate e  delle  tipologie  produttive.  In
ogni  allevamento  saranno  sottoposti  a   prelievo   per   indagini
virologiche almeno 10 volatili. Il numero totale  di  allevamenti  da
campionare a livello nazionale e' di 500. 
 
Allevamenti con orientamento svezzamento/commercianti (operatori  che
effettuano operazioni di raccolta di pollame senza stabilimento) 
Negli allevamenti con modalita' svezzamento/commercianti  accreditati
per  il  commercio  extraregionale  e  per   quelli   autorizzati   a
partecipare a fiere, mostre e mercati dovranno  essere  sottoposti  a
cadenza  mensile  a  prelievo  sierologico,  almeno  5  animali   per
capannone con un minimo di 10 animali per  stabilimento  fino  ad  un
massimo di 20; nel  caso  fossero  presenti  anatidi,  questi  devono
essere sottoposti a prelievi per l'esame virologico (tamponi cloacali
sui  singoli  soggetti  e  pool  di  feci  fresche)  con  la   stessa
numerosita' sopra indicata. L'esito  di  tali  prelievi  deve  essere
riportato sul documento di accompagnamento degli animali. 
Nei    restanti    allevamenti     rientranti     nelle     categorie
svezzamento/commercianti,  e'  previsto   il   prelievo   sierologico
trimestrale con le modalita' sopra descritte. 
La scelta degli animali da campionare deve essere  rappresentativa  e
basata sui seguenti criteri epidemiologici di priorita': 
1. soggetti morti o malati di qualsiasi eta' 
2. specie a rischio 
3. animali di eta' piu' elevata in rapporto alla categoria 
4. animali allevati all'aperto 
5. animali rientrati da fiere, mostre e mercati 
6.  altre  categorie  ritenute   significative   sulla   base   della
valutazione del veterinario ufficiale 
Negli allevamenti multispecie,  i  campioni  saranno  preferibilmente
prelevati da anatre, oche e tacchini. 
Sulla base della valutazione del rischio ed in risposta a  variazioni
nelle condizioni epidemiologiche, la frequenza e la  tipologia  degli
accertamenti potra' essere modificata mediante piani straordinari  di
monitoraggio. 
 
1.5.1 Sorveglianza virologica nella stagione ad alto rischio 
 
In considerazione delle mutate condizioni epidemiologiche  (dinamiche
di introduzione e diffusione della  malattia)  osservate  durante  le
epidemie 2021-22 e 2022-23  e'  previsto  un  piano  di  sorveglianza
addizionale  da  svolgersi  negli  allevamenti  avicoli,  tra  il  15
settembre ed il 15 marzo, secondo le seguenti indicazioni: 
   • tacchini da carne, pollastre e ovaiole in fase  di  deposizione:
nelle province ad alto rischio  delle  regioni  Veneto  e  Lombardia,
dovra'  essere  selezionato  su  base  campionaria   un   numero   di
allevamenti tale da escludere la circolazione  di  virus  influenzali
con una prevalenza inter allevamento  pari  a  3%  e  un  livello  di
confidenza del 95%. Il  numero  di  allevamenti  campionabili  andra'
computato a livello provinciale e dovra'  basarsi  sul  totale  degli
allevamenti  accasati  presenti  e  proporzionalmente  ripartito   in
funzione di questi indirizzi produttivi; 
   • broiler: nelle province ad altro rischio delle regioni Veneto  e
Lombardia, nonche' in provincia di  Treviso  e  di  Rovigo,  dovranno
essere testati tutti gli allevamenti che detengono animali fra i 37 e
i 44 giorni  di  eta'.  ci  si  avvarra'  di  campioni  prelevati  in
autogestione dalle filiere ed analizzati dalle stesse, se  dotate  di
laboratori. Le filiere potranno essere coadiuvate dalle ASL  e  dagli
Istituti Zooprofilattici Sperimentali competenti per  territorio  sia
per il prelievo che per l'analisi dei campioni. Le  attivita'  svolte
andranno rendicontate al CRN IA & ND e alla Regione di competenza. 
Per  ogni  allevamento  selezionato  dovra'   essere   garantito   la
numerosita' campionaria nei modi e  nelle  tempistiche  riportate  in
Allegato 3. 
 
1.6. Test di laboratorio: descrizione dei test di laboratorio 
 
Con l'entrata in vigore del Regolamento Delegato  (UE)  2020/689,  il
Laboratorio  di  Riferimento  dell'Unione  Europea  per   l'Influenza
Aviaria  (EURL-IA),  ha  reso  disponibile  sul  proprio   sito   web
(https://www.izsvenezie.com/reference-laboratories/avian-influenza-ne
wcastle-disease/diagnosticprotocols/)  informazioni,  linee  guida  e
documenti riguardanti: 
- Prelievo di campioni, compreso il materiale tissutale da esaminare,
e trasporto degli stessi; 
- Procedure dettagliate per test diagnostici virologici,  sierologici
e molecolari; 
- Interpretazione dei  risultati  diagnostici,  con  spiegazione  dei
potenziali limiti di un risultato positivo  o  negativo  per  ciascun
metodo diagnostico. 
I metodi diagnostici raccomandati dall'EURL-IA sono stati  sviluppati
in conformita' ai Regolamenti (UE) 2016/429 e 2020/689, e secondo  il
Manuale diagnostico per l'influenza aviaria  (Decisione  2006/437/CE)
come  previsto  dalla  Direttiva  del  Consiglio   2005/94/CE.   Tale
documento e' stato ritenuto dall' EURL-IA tecnicamente  valido  anche
dopo l'abrogazione della Direttiva 2005/94/CE. 
Le prove di laboratorio per il programma di sorveglianza dell'IA  nel
pollame domestico saranno condotte presso uno  dei  laboratori  degli
Istituti Zooprofilattici Sperimentali (IIZZSS). 
Il siero dei  volatili  domestici  dovra'  essere  sottoposto  a  uno
screening iniziale per  Ia  ricerca  di  anticorpi  per  influenza  A
tramite  test  ELISA  competitivo.   Gli   accertamenti   sierologici
risultati positivi saranno poi sottoposti alla  prova  di  inibizione
dell'emoagglutinazione (HI), per individuare i sottotipi H5 e H7. 
I campioni sierologici risultati  positivi  per  sottotipo  H5  e  H7
dovranno essere confermati dal  Centro  di  Referenza  Nazionale  per
l'influenza     aviaria     tramite     prova      di      inibizione
dell'emoagglutinazione (HI) utilizzando ceppi specifici  forniti  dal
laboratorio di riferimento dell'UE per l'influenza aviaria: 
   •  per  il   sottotipo   H5:   A/teal/England/7394/06   (H5N3)   e
A/chicken/Scotland/59(H5N1); 
   • per il sottotipo H7: A/turkey/England/647/77 (H7N7) e  A/African
Starling/983/79 (H7N1). 
Sui campioni prelevati per indagini virologiche verra' effettuato uno
screening iniziale mediante real time RT-PCR del gene M,  seguito  da
un test per H5 e H7 dei campioni risultati positivi.  Se  i  campioni
risultano positivi a uno dei due sierotipi (H5 o H7) verra'  eseguita
l'analisi del sito di clivaggio per definire se il ceppo e' a bassa o
alta patogenicita'. I campioni risultati positivi a  test  molecolari
verranno utilizzati per tentare l'isolamento virale. La virulenza  di
selezionati virus (es. ceppo del case  index)  eventualmente  isolato
sara' stimato usando il test dell'indice di patogenicita' intravenoso
(IVPI). 
In  considerazione  del  numero  elevato  di  tamponi  per   indagini
virologiche e' prevista l'applicazione di una  strategia  di  pooling
(fino ad un max di 10 campioni in contemporanea). 
I campioni positivi  ai  test  virologici  dovranno  essere  inviati,
accompagnati dalla relativa documentazione, al  Centro  Nazionale  di
Referenza  che  effettuera'  quanto  prima  un'analisi  del  sito  di
clivaggio  al  fine  di  determinare  se  si  tratta  di   un   virus
dell'influenza a bassa o ad alta patogenicita' e  ulteriori  indagini
diagnostiche (isolamento, tipizzazione, analisi filogenetiche, ecc.). 
Secondo  l'esperienza  maturata  nel   corso   degli   anni,   alcune
specie/tipologie di produzione  di  pollame,  come  le  quaglie  e  i
volatili   detenuti   in   allevamenti   rurali,    quando    testate
sierologicamente (con ELISA, AGID  o  HI),  forniscono  risultati  di
difficile  interpretazione  per  diversi  motivi.  Nella  quaglia  ad
esempio, si sono spesso osservati risultati variabili e  fenomeni  di
agglutinazione non specifici dovuti alle caratteristiche  intrinseche
di questa specie. 
Gli allevamenti con capacita' strutturale di massimo  250  capi  sono
maggiormente esposti a diversi fattori di rischio per  l'introduzione
e la diffusione dei virus dell'IA: i) presenza di  specie  avicole  a
lunga vita e multieta', ii) pratica di allevamento  all'aperto,  iii)
pratiche di biosicurezza non ottimali, iv) presenza di diverse specie
avicole,  comprese  quelle   che   non   presentano   segni   clinici
significativi, v) frequenti spostamenti o  ricollocamenti.  Tutte  le
condizioni precedenti  implicano  una  maggiore  probabilita'  di  un
contatto  diretto  e/o  indiretto  con  animali  o  fomiti   infetti.
Pertanto, in tali allevamenti  i  test  sierologici  possono  fornire
informazioni che non riflettono  la  circolazione  attiva  dei  virus
dell'influenza aviaria, in particolare di virus influenzali  a  bassa
patogenicita'  (LPAIv),  ma  solo  l'esposizione  pregressa  a  virus
dell'IA  durante  il  ciclo  di  produzione  della  specie   allevata
(fenomeni di agglutinazione non specifica). Per i suddetti motivi,  a
seguito delle disposizioni e dei criteri di cui al  punto  2  lettera
(c) (iii) e punto 3 lettere (a) e (b) della sezione 9 Allegato II del
Regolamento Delegato (UE) 2020/689 della Commissione, e  al  fine  di
controllare tempestivamente la malattia, i campioni  prelevati  negli
allevamenti di quaglie e negli allevamenti con capacita' fino  a  250
capi saranno sottoposti a test virologici (real time RT-PCR), al fine
di rilevare lo stato  di  infezione  effettivo  del  pollame  e/o  la
circolazione attiva dei virus dell'IA in questi gruppi di animali. 
 
2.  DESCRIZIONE  E  IMPLEMENTAZIONE  DEL  PROGRAMMA  DI  SORVEGLIANZA
NELL'AVIFAUNA SELVATICA 
 
2.1 Designazione   dell'autorita'   centrale   avente   funzione   di
    supervisionare  e  coordinare  i  dipartimenti  responsabili  per
    l'implementazione del programma e i collaboratori rilevanti 
 
Il Ministero della Salute, Direzione Generale della Salute animale  e
dei medicinali veterinari (DGSAF) - Ufficio III, progetta, coordina e
monitora le attivita' previste dal Piano  Nazionale  di  Sorveglianza
per l'Influenza Aviaria, con il supporto scientifico  e  tecnico  del
Centro di Referenza Nazionale per l'Influenza Aviaria e  la  Malattia
di  Newcastle   (CRN   IA   &   ND),   ospitato   presso   l'Istituto
Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe).  Altre  figure  e
importanti partner di collaborazione sono: il personale dei Centri di
Recupero degli Animali Selvatici (CRAS), gli ornitologi dell'Istituto
Italiano per la  Protezione  e  la  Ricerca  Ambientale  (ISPRA),  le
autorita' ambientali  e  faunistiche.  Inoltre,  le  autorita'  fanno
affidamento sulla consapevolezza e la  cooperazione  da  parte  della
cittadinanza in generale per la  segnalazione  di  uccelli  selvatici
trovati morti o moribondi, e/o di mortalita' anormale. 
 
2.2 Descrizione   e   delimitazione   delle   aree   geografiche    e
    amministrative nelle quali il programma deve essere applicato 
 
L'obiettivo del programma nazionale di sorveglianza  per  l'influenza
aviaria nei volatili  selvatici  e'  l'individuazione  tempestiva  di
virus dell'influenza aviaria ad alta patogenicita' (HPAI)  in  questa
categoria  di  volatili,  al  fine  di  proteggere   il   pollame   e
salvaguardare la salute pubblica. 
Verranno sottoposti  ad  analisi  tutti  i  campioni  provenienti  da
volatili selvatici trovati morti o sintomatici sull'intero territorio
nazionale in  qualsiasi  periodo  dell'anno.  Verra'  posta  maggiore
attenzione a quegli animali rilevati in zone umide,  con  particolare
riferimento  a  quelle  maggiormente  interessate  sia   dai   flussi
migratori sia in prossimita' di aree caratterizzate dalla presenza di
allevamenti intensivi del pollame. 
Una  fonte  preziosa  di  informazioni  riguardo  ad  una   possibile
introduzione e diffusione dei  virus  influenzali  all'interno  delle
popolazioni di pollame puo' derivare dalla sorveglianza attiva. 
In particolare: 
- informazioni raccolte in determinati periodi dell'anno  durante  le
migrazioni stagionali (es. durante  la  stagione  venatoria  da  fine
settembre a fine gennaio), 
- in aree di particolare  rilevanza  epidemiologica,  quali  siti  di
raduno di uccelli lungo le principali rotte migratorie in prossimita'
di aree ad alta densita'  di  stabilimenti  avicoli  (es.  coste  del
nord-est del Mare Adriatico, aree del Delta del Po e della Laguna  di
Venezia). 
Le  iniziative  di  ricerca  di  sorveglianza  attiva  sugli  uccelli
selvatici in Italia hanno rappresentato per tutta l'epidemia di  HPAI
2020/2021 nell'UE un buon indicatore del rischio di infezione per  il
pollame domestico e hanno consentito di rilevare la presenza di virus
influenzali ad patogenicita' (HPAI) in  tamponi  cloacali,  tracheali
e/o dal piumaggio prelevati da varie  specie  di  volatili  selvatici
cacciati in valli da caccia/pesca, o da volatili selvatici campionati
intra vitam o trovati moribondi (Gobbo et al. 2021 Oct 20;9(11):2188.
doi: 10.3390/microorganisms9112188). 
 
2.3 Stima della popolazione selvatica locale e/o migratoria 
 
Gli uccelli  acquatici  svernanti  nelle  zone  umide  italiane  sono
censiti da oltre vent'anni nell'ambito  dell'International  Waterbird
Census                                                          (IWC,
https://www.wetlands.org/knowledge-base/internationalwaterbird-
census/), un programma di monitoraggio che opera  in  143  paesi  con
l'obiettivo di raccogliere informazioni sulla presenza, il  numero  e
l'andamento degli uccelli acquatici appartenenti a oltre  130  specie
nei siti delle zone  umide.  I  risultati  sono  anche  funzionali  a
stabilire le priorita' di conservazione dei siti (es. criteri Ramsar,
Zone  di  Protezione   Speciale   come   previsto   dalla   Direttiva
2009/147/CE). L'ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca e Protezione
Ambientale) ha il ruolo di coordinatore nazionale  per  l'Italia.  La
copertura ottenuta, per molte  regioni  italiane,  e'  prossima  alla
totalita' delle  zone  umide  esistenti.  Secondo  l'ultimo  rapporto
ufficiale (2009-2018), a gennaio 2018 sono stati  contati  in  Italia
quasi  2  milioni   di   uccelli   acquatici   (1.922.148   uccelli),
appartenenti a 126  specie  (ISPRA,  International  Waterbird  Census
Report Italy 2009-2018 - May 2021,  doi:10.13140/RG.2.2.24870.45123).
L'andamento del trend nel periodo 2009-2018 e'  stato  positivo:  nel
2010 sono stati contati un minimo di 1.609.132 uccelli e nel 2017  un
massimo di 2.030.129. Sei specie hanno totali nazionali  superiori  a
100.000 individui. Quattro di loro, quali l'alzavola dalle ali verdi,
la folaga comune, il gabbiano comune e il germano  reale  superano  i
200.000 individui. La comunita' degli uccelli acquatici  italiani  e'
dominata  da  tre  gruppi  (anatre;  gabbiani  e  sterne;  folaghe  e
rallidi), che rappresentano oltre i due terzi degli uccelli  contati.
Il numero di anatre ha mostrato un aumento del  22%  tra  il  periodo
2009-13 e il 2014-18 (media 2014-2018: 813.929), mentre i gabbiani  e
le sterne sono diminuiti  del  6%  (media  2014-2018:  342.554)  e  i
rallidi del 12% (media 2014-2018: 234.762). Nel periodo  2009-2018  i
cambiamenti piu' significativi nel numero dei soggetti a  livello  di
specie sono stati i seguenti: la volpoca e'  triplicata;  l'alzavola,
il codone  e  il  moriglione  sono  raddoppiati;  il  quattrocchi  e'
diminuita di tre volte.  Cigni  e  oche  hanno  mostrato  un  aumento
rispettivamente del 44% e del 66%, con un aumento pari al doppio  per
il cigno reale e per l'oca selvatica, e un  aumento  di  dieci  volte
dell'oca dalla fronte bianca nel corso dello stesso decennio. 
 
2.4 Descrizione, criteri, fattori di rischio e popolazione target 
 
Secondo le disposizioni ed i criteri stabiliti nell'Allegato  II  del
Regolamento Delegato (UE) 2020/689 della Commissione,  sara'  attuato
un sistema di individuazione precoce dei virus dell'influenza aviaria
ad alta patogenicita' in specie  bersaglio  sintomatiche/moribonde  o
trovate morte. L'elenco delle specie bersaglio  e'  reso  disponibile
sul sito del  Laboratorio  di  Riferimento  Europeo  per  l'Influenza
Aviaria e la Malattia di Newcastle ('Wild  bird  target  species  for
HPAI                      passive                      surveillance':
https://www.izsvenezie.com/reference-laboratories/avian-influenzanewc
astle- disease/). 
Inoltre,  informazioni  in  materia  di  ornitologia,  virologia   ed
epidemiologia  potranno  indicare  ulteriori  specie  a  rischio   da
considerare  nel  presente  piano.  Le  aree  a  maggior  rischio  di
introduzione  dei  virus  influenzali  ad  alta  patogenicita'   sono
rappresentate dalle zone umide  secondo  la  Convenzione  di  RAMSAR,
quali ad esempio sono gli habitat che  supportano  una  flora  e  una
fauna caratteristiche, in particolare quella degli uccelli acquatici.
La  strategia   terra'   conto   dell'evoluzione   della   situazione
epidemiologica della malattia a livello nazionale e internazionale  e
dei pareri scientifici e report trimestrali dei piani di monitoraggio
stilati    congiuntamente    da    EFSA/ECDC/EURL     IA     &     ND
(https://www.efsa.europa.eu/en/publications?s=avian+influenza+overvie
w). 
 
2.4.1 Integrazione del piano di sorveglianza per l'avifauna selvatica
      ai sensi del regolamento Delegato UE 2020/689 
 
Considerato quanto riportato  nella  recente  normativa  europea,  in
particolare nel Regolamento Delegato (UE) 2020/689 della Commissione,
Allegato II, Parte I, Sezione 4, il quale  prevede  che,  nell'ambito
del piano  per  la  sorveglianza  dell'influenza  aviaria,  "al  fine
dell'individuazione precoce della circolazione dei virus  influenzali
ad  alta  patogenicita'  (HPAI)  nei  volatili  selvatici,  si  possa
contemplare, in luoghi prioritari e in siti  chiave,  in  particolare
quelli in cui i volatili appartenenti a specie di volatili  selvatici
interessate entrano nell'Unione durante i loro  movimenti  migratori,
almeno  sulle  rotte  nordorientali  e  orientali,  l'esecuzione  del
campionamento e di prove su:  a)  volatili  caduti  in  trappola,  b)
volatili sani cacciati,  c)  volatili  sentinella",  ad  integrazione
delle attivita' di sorveglianza passiva gia' previste per  l'avifauna
selvatica dal piano dettagliato nel presente documento, ed in accordo
con l'evoluzione della situazione epidemiologica, le singole regioni,
nel corso dell'anno 2024, individuate le aree a  maggior  rischio  di
introduzione  e  diffusione  dei  virus   influenzali   sul   proprio
territorio, predisporranno specifiche campagne di sorveglianza attiva
su volatili cacciati, a cui si rimanda. 
 
2.4.2 AVIFAUNA SELVATICA, sorveglianza passiva e attiva 
 
Obiettivo per l'anno 2024: 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
 
2.5 Periodi e procedure di campionamento 
 
I campioni dovranno essere raccolti durante tutto l'anno da  volatili
selvatici rinvenuti  morti  o  con  sintomatologia  e  sottoposti  ad
eutanasia, e dovranno includere  tamponi  orofaringei  e  cloacali  e
tessuti provenienti da trachea, polmoni e intestino.  Questi  saranno
analizzati  sia  separatamente  sia  come  pool,  sulla  base   delle
dimensioni del volatile campionato. I campioni di  cervello  dovranno
essere raccolti nel caso  in  cui  gli  organi  viscerali  non  siano
integri  o   siano   altamente   degradati   e   saranno   analizzati
separatamente. 
 
2.6 Test  di  laboratorio:  descrizione  dei  test   di   laboratorio
    utilizzati 
 
I campioni saranno testati tramite real time RT-PCR  per  la  ricerca
dei  virus  di  influenza  aviaria.  Sui  campioni  positivi,   sara'
effettuato  l'isolamento  virale  su  uova   di   pollo   embrionate.
Successivamente, specifici test biomolecolari verranno applicati  per
caratterizzare il sottotipo virale. Se  un  virus  viene  isolato,  i
metodi classici (sierologici) e molecolari di  caratterizzazione  del
virus utilizzati dovranno essere coerenti con le procedure  stabilite
dal Laboratorio di Riferimento dell'Unione  Europea  per  l'Influenza
Aviaria          e          Malattia           di           Newcastle
(https://www.izsvenezie.com/referencelaboratories/
avian-influenza-newcastle-disease/diagnostic-protocols/). 
In sintesi, le prove di laboratorio comprendono: 
• Real time RT-PCR per l'influenza aviaria - test di screening per il
gene matrice di tutti i virus dell'influenza A:  per  la  rilevazione
del gene matrice di qualsiasi  virus  dell'influenza  A  in  campioni
clinici e isolati virali, 
• Real time RT-PCR per l'influenza aviaria - rileva il virus Eurasian
H5/H7  AI:  per  la  rilevazione  del  sottotipo  H5/H7   del   virus
dell'influenza aviaria (AI) in campioni clinici e isolati virali, 
• RT-PCR per l'influenza aviaria - rileva il virus Eurasian H5/H7 AI:
per la rilevazione  del  sottotipo  H5/H7  del  virus  dell'influenza
aviaria (AI) in campioni clinici e isolati virali, 
• Real time RT-PCR per l'influenza aviaria  -  rileva  la  componente
della  neuraminidasi  (N)  del  virus  AI:  per  la  rilevazione  del
sottotipo N1  del  virus  dell'influenza  aviaria  (AI)  in  campioni
clinici e isolati virali, 
• Isolamento del virus in uova  di  pollo  embrionate  SPF  (Specific
Pathogen Free), 
• Determinazione e  analisi  della  sequenza  nucleotidica  (e  della
relativa sequenza amminoacidica) di specifiche regioni del genoma dei
virus dell'IA. 
•  Sequenziamento  del  genoma  completo  dei  virus  identificati  e
successiva analisi filogenetica. 
Le prove di laboratorio per  il  programma  di  sorveglianza  dell'IA
negli uccelli selvatici saranno condotte presso  uno  dei  laboratori
della rete degli Istituti Zooprofilattici  Sperimentali  (IIZZSS).  I
campioni risultati positivi devono essere tempestivamente inviati  al
Centro Nazionale di Referenza per l'IA per la conferma del  risultato
e ulteriori indagini (isolamento  del  virus,  caratterizzazione  del
virus, analisi filogenetica,  ecc.),  insieme  a  tutta  la  relativa
documentazione. 
 
3. DESCRIZIONE DELLA SITUAZIONE  EPIDEMIOLOGICA  DELLA  MALATTIA  NEL
POLLAME DOMESTICO E NELL'AVIFAUNA SELVATICA 
 
Informazioni aggiornate e dettagliate sulla situazione epidemiologica
dell'influenza aviaria in 
Italia per i virus influenzali ad alta patogenicita' (HPAI) si 
possono                trovare                al                 link
https://www.izsvenezie.it/temi/malattie-patogeni/influenzaaviaria/sit
uazione-epidemiologica-HPAI/. 
 
4. MISURE IN ATTO RIGUARDO LA NOTIFICA DELLA MALATTIA 
 
Le misure di controllo  e  gli  obblighi  che  gli  operatori  devono
mettere in atto in caso di sospetto  di  malattia  e  successivamente
alla conferma ufficiale della presenza della stessa, le indagini  che
devono  essere  svolte  dalle  autorita'  competenti,  le  misure  di
restrizione e di biosicurezza, l'inventario e l'analisi dei registri,
le zone temporanee soggette a restrizioni, le visite  dei  veterinari
ufficiali sono quelle previste dal Regolamento  Delegato  (UE)  della
Commissione 687/2020 (Parte II del Regolamento). 
 
Consistenze del settore avicolo 
 
Tabella 1. Numero degli allevamenti avicolo per categoria produttiva,
stratificato per regione e provincia (fonte dati: BDN 08/03/2023) 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Tabella 2. Numero di allevamenti avicoli  con  modalita'  svezzamento
per regione (fonte dati: BDN 08/03/2023) 
 
 
=====================================================================
|    NUTS2    |           Regione           |  Numero allevamenti   |
+=============+=============================+=======================+
|    ITC1     |PIEMONTE                     |          47           |
+-------------+-----------------------------+-----------------------+
|    ITC2     |VALLE D'AOSTA                |           -           |
+-------------+-----------------------------+-----------------------+
|    ITC3     |LIGURIA                      |           4           |
+-------------+-----------------------------+-----------------------+
|    ITC4     |LOMBARDIA                    |          69           |
+-------------+-----------------------------+-----------------------+
|    ITH10    |PA BOLZANO                   |           4           |
+-------------+-----------------------------+-----------------------+
|    ITH20    |PA TRENTO                    |           1           |
+-------------+-----------------------------+-----------------------+
|    ITH3     |VENETO                       |          103          |
+-------------+-----------------------------+-----------------------+
|    ITH4     |FRIULI-VENEZIA GIULIA        |          15           |
+-------------+-----------------------------+-----------------------+
|    ITH5     |EMILIA - ROMAGNA             |          92           |
+-------------+-----------------------------+-----------------------+
|    ITI1     |TOSCANA                      |          29           |
+-------------+-----------------------------+-----------------------+
|    ITI2     |UMBRIA                       |          34           |
+-------------+-----------------------------+-----------------------+
|    ITI3     |MARCHE                       |          40           |
+-------------+-----------------------------+-----------------------+
|    ITI4     |LAZIO                        |          22           |
+-------------+-----------------------------+-----------------------+
|    ITF1     |ABRUZZO                      |          27           |
+-------------+-----------------------------+-----------------------+
|    ITF2     |MOLISE                       |           3           |
+-------------+-----------------------------+-----------------------+
|    ITF3     |CAMPANIA                     |          29           |
+-------------+-----------------------------+-----------------------+
|    ITF4     |PUGLIA                       |           4           |
+-------------+-----------------------------+-----------------------+
|    ITF5     |BASILICATA                   |           1           |
+-------------+-----------------------------+-----------------------+
|    ITF6     |CALABRIA                     |           6           |
+-------------+-----------------------------+-----------------------+
|    ITG1     |SICILIA                      |           6           |
+-------------+-----------------------------+-----------------------+
|    ITG2     |SARDEGNA                     |           2           |
+-------------+-----------------------------+-----------------------+
|   TOTALE    |                             |          538          |
+-------------+-----------------------------+-----------------------+