3. CONCLUSIONI Cio' che e' emerso con forza nella redazione del Piano del mare e' l'esigenza di esprimere una visione armoniosa, alta e onnicomprensiva, per fare di questo documento uno strumento di programmazione unitario e coordinato sulle strategie da adottare nelle politiche del mare. L'Italia intende guardare al mare oltre l'orizzonte con occhi nuovi e con un diverso approccio che non sia soltanto economicistico, ma anche con una chiara strategia di sicurezza, in un Mediterraneo baricentro tra interessi di diverse Potenze e, quindi, in una posizione esposta e da tutelare. Ecco perche' si rende necessario superare la visione essenzialmente commerciale che l'Italia ha finora avuto della geopolitica marittima. E' ormai urgente adottare dei provvedimenti che incentivino la competitivita' delle nostre imprese, delle nostre associazioni, dei nostri territori, con particolare attenzione alle isole minori; dei provvedimenti che tutelino il nostro patrimonio marino, accompagnando la transizione dalla "crescita blu" ad una economia del mare sostenibile;228 dei provvedimenti che rendano piu' efficiente ed efficace l'azione complessiva dello Stato sul mare, in termini di sicurezza nazionale, sul rispetto dei vincoli internazionali e di tutela della territorialita' delle acque. In particolare, si rende necessario sviluppare azioni coerenti con le direttrici che possano anche: - snellire la burocrazia, semplificando i rapporti tra imprese, territori e PA, riducendo il numero di passaggi e i tempi per compierli, attraverso la messa a sistema degli interlocutori istituzionali; imprenditori marittimi e istituzioni devono raccordarsi agevolmente semplificando il livello regolatorio, di intese, nulla osta e altri atti di assenso comunque denominati, nella stesura delle normative attuative di settore da parte dei dicasteri competenti attraverso l'attivazione di conferenze di servizi semplificate; - adottare normative chiare e politiche fiscali certe, al fine di rendere piu' competitive le filiere del mare; - internazionalizzare, promuovere e comunicare l'economia del mare "Made in Italy"; - digitalizzare l'intero settore marittimo, per conferirgli maggiore competitivita' e appetibilita' a livello internazionale, colmando i gap di interconnessione nazionale attraverso l'adozione di un'unica banca dati in cui gli attori pubblici e privati possano far convergere ed attingere l'informazione, partendo dagli strumenti per la pianificazione spaziale, per semplificare e velocizzare le procedure autorizzative; tale strumento potrebbe essere gestito dal Cipom (o dal Ministero della Protezione Civile e del Mare) ed essere messo a disposizione di tutte le pertinenti realta' pubbliche e private; - rafforzare quantitativamente e qualitativamente la rappresentanza della marittimita' italiana nell'Unione Europea e nelle sedi internazionali preposte; - allineare la normativa del settore marittimo a quella gia' assai attenta dell'Unione Europea, evitando d'adottare delle norme piu' restrittive solo per l'Italia, norme che avrebbero il solo effetto di penalizzare la nostra competitivita'; - inquadrare in maniera trasversale il tema della formazione del personale marittimo e del mantenimento delle relative qualifiche, cui e' necessario guardare, anche in questo caso, con occhi orientati alla semplificazione e alla competitivita'; - attuare delle politiche ambientali orientate alla sostenibilita', nelle dimensioni ecologica, economica, sociale e giuridica, che coinvolgano nel processo le attivita' produttive; - favorire e sostenere network e cluster nazionali di tutti gli utenti del mare, partendo da quelli istituzionalmente riconosciuti a livello nazionale ed europeo, anche attraverso nuovi sistemi tecnologici innovativi, che possano rafforzare e maggiormente qualificare l'offerta marittima italiana sia a livello nazionale che internazionale; - facilitare le sinergie tra istituzioni, territori, imprese, associazioni, autorita' civili, autorita' militari e cittadini che operano sul e per il mare; - affrontare in maniera innovativa la questione del dragaggio dei porti e dei loro accessi; si tratta di un aspetto estremamente delicato, che rischia di penalizzare i nostri sorgitori e, con essi, i nostri imprenditori marittimi; un tema, questo, che abbraccia interessi trasversali e richiede un approccio parimenti trasversale, consapevole ma agile; - incentivare la transizione energetica, attraverso un'azione dello Stato consapevole e determinata; - sostenere l'innovazione tecnologica, mettendo insieme il mondo delle imprese e il mondo della ricerca, che e' alla base della competitivita' delle nostre imprese marittime; - migliorare l'efficienza e l'efficacia dell'azione complessiva dello Stato sul mare; - promuovere, a cominciare dalla scuola primaria, una nuova cultura del mare, attraverso l'approccio multidisciplinare (letteratura, mito, storia, antropologia, economia, archeologia, scienza, arte), finalizzato ad approfondire la conoscenza di questo straordinario elemento della natura per migliorarne la salvaguardia e la valorizzazione. In sintesi, e' necessario addivenire a un punto d'equilibrio tra esigenze apparentemente contrastanti. La disciplina delle attivita' marittime deve essere permeata: da unicita' di visione, perche' e' unico il patrimonio del mare; da trasversalita', perche' nello scrivere una norma e' fondamentale la consapevolezza degli effetti che inevitabilmente si riverberano su piu' ambiti, una consapevolezza marittima, che richiede una formazione e una preparazione specifiche; da omogeneita' d'applicazione, perche' gli operatori economici hanno esigenza di confrontarsi con procedure agili, consolidate e prevedibili, pur nel rispetto della tutela di peculiarita' locali meritevoli di attenzione. Serve adottare un approccio corale, per orientare le politiche del mare in maniera armoniosa, per sprigionare le straordinarie potenzialita' marittime dell'Italia, per sostenere lo sviluppo d'iniziative tese a valorizzare il patrimonio delle opportunita' di cui disponiamo. Questo sforzo implica anche la diffusione della cultura marittima, il recupero e la valorizzazione delle nostre antiche tradizioni marinare, l'accento sulla comunicazione e sulla promozione di un pensiero strategico. Per essere efficace, questa trasformazione deve poggiare su una solida base culturale e sulla piu' ampia partecipazione non solo dei soggetti strettamente interessati, ma di tutti i cittadini. 4. APPENDICE Il presente "Piano del mare" nazionale e' il risultato della sinergica azione di coordinamento, programmazione ed indirizzo strategico svolta dal Comitato interministeriale per le politiche del mare (Cipom), istituito con il decreto-legge 11 novembre 2022, n. 173, convertito in legge, con modificazioni, dall'art. 1, comma 1, legge 16 dicembre 2022, n. 204, e presieduto dal Ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare e composto dai seguenti Ministri: ♦ Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale; ♦ Ministro della difesa; ♦ Ministro dell'economia e delle finanze; ♦ Ministro delle imprese e del made in italy; ♦ Ministro dell'agricoltura, della sovranita' alimentare e delle foreste; ♦ Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica; ♦ Ministro delle infrastrutture e dei trasporti; ♦ Ministro della cultura; ♦ Ministro del turismo; ♦ Ministro per gli affari regionali e le autonomie; ♦ Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. ♦ Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Il presente "Piano" e' stato redatto con il supporto della Struttura di missione per le politiche del mare e il contributo dei sottoelencati dieci esperti, nominati dal Ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare ai sensi dell'art. 9, comma 2 del d.lgs. n. 303 del 1999: ♦ ACAMPORA Dott. Giovanni - Presidente ASSONAUTICA; ♦ CARACCIOLO Prof. Lucio - Professore di relazioni internazionali e studi strategici, direttore della rivista "Limes"; ♦ CATAUDELLA Prof. Stefano - Professore emerito di ecologia applicata nell'Universita' di "Tor Vergata"; ♦ CORDARO Avv. Salvatore - Avvocato cassazionista - gia' assessore della Regione siciliana al Territorio e all'ambiente; ♦ NONES Prof. Michele - Gia' consigliere PCM e ministeriale per questioni di sicurezza; Vicepresidente IAI; ♦ PISANI Dott. Vincenzo - Fondazione Leonardo Civilta' delle Macchine; ♦ RIBUFFO Amm. Pierpaolo - Ammiraglio di Divisione - Comandante Interregionale Marittimo Nord; ♦ ROSSI Avv. Alberto - Segretario generale ASSARMATORI; ♦ SISTO Dott. Luca - Direttore generale CONFITARMA; ♦ TELLARINI Prof.ssa Greta - Professoressa di diritto della navigazione e dei trasporti. ♦ TELLARINI Prof.ssa Greta - Professoressa di diritto della navigazione e dei trasporti. Hanno altresi' contribuito al "Piano", nella qualita' di Consiglieri del Ministro: ♦ Prof. Claudio GAMBINO, professore associato di geografia nell'Universita' Kore di Enna; ♦ Avv. Giacomo GARGANO, professore associato di diritto amministrativo nell'Universita' Kore di Enna; ♦ Capitano Luigi LANERA; ♦ Avv. Elda TURCO BULGHERINI, gia' professore ordinario di diritto della navigazione nell'Universita' Tor Vergata di Roma. ♦ Avv. Elda TURCO BULGHERINI, gia' professore ordinario di diritto della navigazione nell'Universita' Tor Vergata di Roma. Portatori di interesse o stakeholder: • AGCI - AGRITAL • CONFETRA • LEGAPESCA COOP • COLDIRETTI - IMPRESA • AGRIPESCA - UCI PESCA • LEGA NAVALE • AERO • CONFARCA • LEONARDO S.P.A. • AIAD • CONFCOMMERCIO • MAREVIVO • AIDNI • CONFINDUSTRIA • OGS TRIESTE • OP TONNIERI DEL • AIDIM • CONFINDUSTRIA NAUTICA TIRRENO • OSSERVATORIO NAZIONALE PER LA • AIPAS • CONFTRASPORTO TUTELA DEL MARE • OSSERVATORIO • ALL•PESCA • CONFITARMA NAZIONALE PESCA • ALIS • CONFSAL PESCA • PESCAGRI - CIA • CONFIMPRESE DEMANIALI • ANCI ITALIA • SAIPEM • CONFARTIGIANATO • ANASPED IMPRESE BALNEARI • SNAM • ANEV • CONFESERCENTI • RINA • CONSORZIO • TIM S.P.A. • ANCIM MEDITERRANEO (SPARKLE) • CONFTURISMO - • ANIM CONFCOMMERCIO • TERNA • SEGRETARIATO UNIONE PER IL • ANCIP • DCGCMCC MEDITERRANEO • ALLEANZE COOP• ITALIANE PESCA • DRASS • SIB ITALIA • SIB • AMI • ELETTRICITA' FUTURA CONFCOMMERCIO • AMA • ENI • UE COOP • UGL • ANAPI • ELETTRONICA S.P.A. AGROALIMENTARE • ANGOPI • FEDERCOOPESCA • UILA PESCA • ANTEP • FAITA FEDERCAMPING • UIL TRASPORTI • ANTA • FAI CISL • UGL MARE • FEDAGRIPESCA - • ASSITERMINAL CONFCOOPERATIVE • UNASCA • FEDERAGENTI - • API ASSAGENTI • UNEM • UNCI - • ARCHEOCLUB ITALIA • FEDEPILOTI AGROALIMENTARE • ARCI PESCA FISA • FEDERALBERGHI • UNIPORT - FISE • ARPACAL • FEDERBALNEARI • UNICOOP PESCA • ASSOCAD • FEDESPEDI - ANTEP • USCLAC - UNCDIM • WEST MED - • ASSOARPA • FEDERIMORCHIATORI NATIONAL HUB • ASSONAVE • FEDER OP.IT • WWF • ASSAGENTI • FEDERLOGISTICA • ASSARMATORI • FEDERTERZIARIO • ASSORIMORCHIATORI • FEDERAZIONE DEL MARE • ASSOPORTI • FEDERMARE • ASSOCIAZIONE MARINERIE D'ITALIA • FEDERPESCA • ASSOCIAZIONE PESCA AGRI CIA • FEDERTURISMO • ASSOBALNEARI • FINCANTIERI S.P.A. • ASSOCOSTIERI • FIBA CONFESERCENTI • ASSOITTICA • FIPIA • ASSOGASLIQUIDI- FEDERCHIMICA • FILT-CGIL • ASSOLOGISTICA • FIPO • ASSONAT • FIPSAS CONI • ASSONAUTICA • FIT-CISL • ASSORISORSE • FLAI CGIL • ASSOMARINAS • GREENPEACE • IMPRESA PESCA - ASS. • ASSOTURISMO PESCA ED ACQUACOLTURA • INTERNATIONAL • ASSOITTICA PROPELLER CLUBS • ISTITUTO ITALIANO DI • BE.WA.RE. NAVIGAZIONE • CLIA • INTERMARINE S.P.A. • BIG - CLUSTER • ITS ACADEMY TECNOLOGICO NAZIONALE FONDAZIONE CABOTO • LEGACOOP - • CNA AGROALIMENTARE • CNSD • LEGAMBIENTE Amministrazioni pubbliche ed Enti pubblici: • Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali • Ministero dell'Interno • Ministero dell'Istruzione e del Merito • Comitato Offshore • Dipartimento per le Politiche di coesione • CONI • ANPAL • INAIL • INPS Enti di ricerca: • Centro Resilienza Coste • CESMAR • Comitato Sicurezza delle Attivita' Off-shore • CNR • CONSIMA • ENEA • EURISPES - Osservatorio Isole Minori • ISPRA • Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale • NOEL - UNIVERSITA' MEDITERRANEA • OGS TRIESTE • Universita' La Sapienza - Cattedra di Geologia Marina (Prof. F. CHIOCCI) • Universita' Roma 3 • INGV • INGV Il flusso di lavoro prodromico all'approvazione del primo "Piano del mare" italiano e' iniziato il 29 marzo 2023 con la prima riunione del Cipom nella quale il Presidente, il Ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Senatore Nello Musumeci, ha illustrato il metodo di lavoro che le articolazioni amministrative dipendenti avrebbero seguito per raggiungere detto importante primo obiettivo, evidenziando come lo stesso sarebbe stato il piu' inclusivo possibile, dando voce a tutti i portatori d'interessi e alle amministrazioni facenti parte del Cipom. A tal fine, dopo questo primo incontro, la Struttura di Missione per le Politiche del Mare ha organizzato dieci audizioni tematiche con tutti gli stakeholder in ambito marittimo, al fine di acquisire dagli stessi tutte le criticita' rappresentate, nonche' le informazioni necessarie per realizzare un Piano completo che consentisse di elaborare possibili soluzioni rispetto alle citate criticita' per un rilancio complessivo della blue economy nazionale. Nello specifico, le audizioni hanno riguardato le seguenti aree tematiche, con la partecipazione riepilogata nella Tabella 1 di seguito riportata: ♦ 26 aprile 2023 ("Porti e logistica"); ♦ 28 aprile 2023 ("Rotte marittime e spedizioni"); ♦ 3 maggio 2023 ("Ecosistemi, biodiversita' e risorse marine viventi"); ♦ 10 maggio 2023 ("Risorse energetiche, immersioni e geologia marina"); ♦ 17 maggio 2023 ("Beni culturali, turismo/crociera, sport, demanio marittimo"); ♦ 23 maggio 2023 ("Sicurezza; promozione e proiezione del sistema marittimo nazionale a livello internazionale"); ♦ 29 maggio 2023 ("Lavoro e formazione"); ♦ 29 maggio 2023 ("Isole minori"); ♦ 5 giugno 2023 ("Lavoro e formazione. - Settore della pesca"); ♦ 7 giugno 2023 ("Approfondimenti). In data 5 luglio 2023, sono stati convocati, per un ulteriore confronto sul redigendo Piano, i Vertici della Marina Militare, della Guardia di Finanza e del Corpo delle Capitanerie di porto, nonche' delle Agenzie del Demanio e delle Dogane. Le audizioni per il "Piano del mare" hanno richiesto un'intensa attivita' di gestione e coordinamento da parte della Struttura di Missione per le Politiche del mare che ha organizzato e svolto, alla presenza dei dieci esperti designati, un totale di n. 83 audizioni, ascoltando oltre n. 190 stakeholder e raccogliendo n. 139 contributi presentati dai diversi portatori d'interesse. Si evince un'elevata percentuale di partecipazione alle audizioni, sintomo di un forte interesse alle tematiche della blue economy nazionale, sia da parte dei portatori di interesse che da parte delle Pubbliche Amministrazioni, raggiungendo, in vari casi, livelli di partecipazione molto vicini al 100%. Terminate le audizioni degli stakeholder, si e' proceduto a elaborare la prima bozza di Piano del mare. Il 28 giugno 2023 e' stata convocata la seconda seduta del Cipom al fine di illustrare, alle diverse Amministrazioni facenti parte del Comitato, l'andamento dei lavori di redazione del Piano e la necessita' di un continuo coinvolgimento delle stesse per eventuali osservazioni e ampliamento delle aree tematiche trattate dal Piano. Il presente "Piano del mare" e' stato approvato all'unanimita' il 31 luglio 2023, nel corso della terza seduta del Cipom. --------------------------------------- 1 Vds. Comunicazione Commissione Europea 17 Maggio 2021, n. 240 Final. 2 Vds. Comunicazione Commissione Europea n. 240 del 2021 Final. 3 Vds. Italian Maritime Economy, Rapporto SRM, 2021. 4 Vds. Undersea Telecommunication Cables: Technology Overview and Issues for Congress, Congressional Research Service, September 13, 2022. 5 Il trasporto via mare contribuisce sole per il 3% alle emissioni di gas serra https://ec.europa.eu/research-and-innovation/en/horizon-magazine/emis sions-free-sailing-full-steam-ahead-ocean-going-shipping 6 Vds. «The EU Blue Economy Report 2023». 7 Vds. «XI Rapporto Nazionale sull'Economia del Mare», Centro Studi Tagliacarne - Unioncamere - OsserMare. 8 Elaborazione SRM Assoporti e UNEM 2022 (presentazione rapporto 4° «MED & ITALIAN ENERGY REPORT» di SRM e dell'ESL@Energy Center del politecnico di Torino, 1 dic. 2022). 9 Ibidem; greggio e' inteso come petrolio e GNL. 10 Il "Mediterraneo allargato" e' un concetto geopolitico e geostrategico identificabile con la Regione che include aree immediatamente contigue al Mediterraneo "in senso stretto", e si allarga ad oriente verso il Mar Nero, il Medio Oriente e - tramite Suez - il Mar Rosso, il Golfo Persico, il Corno d'Africa, l'Oceano Indiano e a occidente - attraverso Gibilterra - verso il Golfo di Guinea (fonte: Ministero della Difesa, Strategia di Sicurezza e Difesa per il Mediterraneo, ed. 2022). 11 Recante il «Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero», poi modificato dalla legge 30 luglio 2002, n. 189, meglio nota come legge "Bossi-Fini". 12 Recante il «Codice dei beni culturali e del paesaggio». 13 Recante l'«Istituzione di una zona economica esclusiva oltre il limite esterno del mare territoriale». 14 Mentre la ZEE deve essere proclamata per divenire effettiva, la piattaforma continentale, costituendo secondo l'art. 76, paragrafo 1, dell'UNCLOS, un prolungamento naturale del territorio emerso, appartiene allo Stato costiero ab initio ed ipso jure. Ai sensi dell'art. 77, paragrafo 3, della stessa Convenzione, «I diritti dello Stato costiero sulla piattaforma continentale non dipendono dall'occupazione effettiva o fittizia o da qualsiasi specifica proclamazione». 15 Recante norme sulla «Ricerca e coltivazione degli idrocarburi liquidi e gassosi nel mare territoriale e nella piattaforma continentale e modificazioni alla l. 11 gennaio 1957, n. 6, sulla ricerca e coltivazione degli idrocarburi liquidi e gassosi», ulteriormente modificata dalla legge 2 dicembre 1994, n. 689, di ratifica ed esecuzione dell'UNCLOS, che sostituisce la definizione di Piattaforma Continentale con quella dell'art 76 della UNCLOS. 16 Conformemente a quanto previsto all'art. 125 della Convenzione di Montego Bay, godono del diritto di passaggio inoffensivo anche gli Stati privi di litorale. 17 Vds. Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del Mare - Montego Bay (UNCLOS) 1982, art. 19. 18 In questa ottica si colloca la politica di vicinato della UE di cui all'articolo 8 del TUE, ovvero di una rete di rapporti collaborativi con Paesi in grado di assurgere al ruolo di partner impegnandosi su programmi e progetti che includono una componente di sviluppo economico e un forte impegno al miglioramento della catena logistica, come effettivamente sta accadendo in alcuni Paesi dell'area Middle East and North Africa, quale - a titolo esemplificativo ma non esclusivo - il Marocco. Trattasi, nella sostanza, di una politica bilaterale tra l'Unione europea e ciascuno Stato partner, che prevede iniziative di cooperazione regionale: il partenariato orientale (c.d. "PO") e l'Unione per il Mediterraneo (UpM), etc. 19 In particolare, i servizi di collegamento marittimo Ro-Ro/Pax attivi nelle due isole maggiori hanno movimentato piu' di 30 milioni di tonnellate di merce e oltre 6 milioni di passeggeri. 20 Vds. Direttiva UE n. 959 del 2023 del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica della Direttiva CE 13 ottobre 2003, n. 87, che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nell'Unione. 21 Piu' approfonditamente sulle isole minori italiane nell'ottica del presente Piano del mare si rinvia infra al par. 2.12. 22 Risulta quindi evidente il legame indissolubile tra insularita' e trasporto marittimo insulare. 23 Nel 2019 sono stati oltre 26 milioni i passeggeri che hanno utilizzato il trasporto marittimo locale. 24 Il raddoppio del Canale di Suez (completato nel 2015) e il progetto "Belt and Road Initiative", promosso dalla Cina fin dal 2013, rendono l'area nel cui centro e' situato l'Italia un luogo di interesse logistico prioritario. 25 Cfr. «Drewry Maritime Research, Container Forecast - Q1 2022». 26 Cfr. «Rapporto Shipping Industry Italia - Il contributo della Shipping Industry al sistema Paese» - Studio Nomisma 2021. 27 Nel Sud sono presenti le maggiori strutture portuali per i servizi marittimi di "transhipment" (Gioia Tauro, Taranto e Cagliari). 28 Cosi' come precisato anche dall'articolo 21 del Regolamento UE 11 dicembre 2013, n. 1315. 29 Che istituisce un quadro normativo per la fornitura dei servizi portuali e norme comuni in materia di trasparenza finanziaria dei porti. 30 Quali i cc.dd. "Ecobonus" e "Marebonus". 31 Cfr., ex multis, «Rapporto Shipping Industry Italia - Il contributo della Shipping Industry al sistema Paese» - Studio Nomisma 2021, pag. 16. 32 Cfr. «Ports Infographics Maritime Economy 2023». 33 I piu' diffusi afferiscono al trasporto dei prodotti siderurgici e delle rinfuse liquide, in particolar modo per quanto riguarda i settori petrolifero e chimico a servizio dell'industria nazionale. 34 Trattasi del Regolamento (CE) che concerne l'applicazione del principio della libera prestazione dei servizi ai trasporti marittimi fra Stati membri ("cabotaggio marittimo"). 35 Cfr., ex multis, Paper Cassa Depositi e Prestiti dal titolo «Crocieristica e Covid-19: Alcuni fatti stilizzati», 2020, nonche' vedasi il Report CLIA «State of the cruise industry outlook», 2022. 36 Completano il podio dello scorso anno Civitavecchia e Marsiglia (entrambe in significativa crescita passeggeri sul 2021). Nelle successive posizioni ci sono Marsiglia, Palma de Mallorca, con Napoli e Genova a contendersi il quinto posto. 37 Cfr., ex multis, «Il traffico crocieristico in Italia nel 2022 e le previsioni per il 2023», Risposte al Turismo, speciale crociere, edizione 2023. 38 Cio' scongiurando, tuttavia, lo sfruttamento di approdi eventualmente situati in aree private presenti all'interno di alcune realta' portuali nazionali le quali, al contrario, dovrebbero essere oggetto di demanializzazione. 39 L'entrata in funzione del nuovo regime per i controlli dei passeggeri e dei marittimi di Paesi terzi in partenza o in arrivo dai/nei porti Schengen in attuazione del Regolamento UE 30 novembre 2017, n. 2226 avra' un impatto sulle compagnie di traghetti e crociere nelle tratte con Paesi terzi. Tale normativa introduce a livello europeo due sistemi: (i) il sistema di controllo degli ingressi e delle uscite, c.d. "EES" (Entry-Exit System), che si applichera' a tutti i viaggiatori di Paesi terzi che desiderano entrare nell'area Schengen per un breve periodo (massimo 90 giorni ogni 180); (ii) il sistema di informazione e autorizzazione ai viaggi, c.d. "ETIAS" (European Travel Information and Authorisation System) che, invece, si applichera' solo ai cittadini di Paesi terzi esenti dall'obbligo di visto. 40 In questo senso, occorre altresi' un impegno a livello internazionale per fare in modo che almeno i passeggeri delle compagnie crocieristiche che si imbarcano in un porto Schengen e sbarcano nuovamente nello stesso porto od in un altro, sempre in area Schengen, siano esentati da tali controlli. 41 Che ricomprende nel proprio alveo merce pallettizzata, in balle, in fusti, in casse, oppure grandi macchinari fuori sagoma (c.d. "project cargo"). 42 Cfr. Statistiche della Banca d'Italia relative alla «Indagine sui trasporti internazionali di merci», giugno 2023: https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/indagine-trasporti-internaz ionali/2023-indagine-trasporti-internazionali/Statistiche ITM 0806202 3.pdf. 43 Per quanto riguarda le rinfuse liquide imbarcate e sbarcate nei porti italiani, il 2022 ha registrato 169.016.474 tonnellate. In crescita quindi del 3,2% rispetto ai 163.796.753 del 2021 (anche se, nel 2019, il totale registrato era pari a 182.808.394 tonnellate). Le rinfuse solide, invece, nei dodici mesi terminati il 31 dicembre scorso erano state 61.071.582 tonnellate, il 7,3% in piu' rispetto ai 56.937.187 di tonnellate del 2021 (nonche' ai 59.661.023 di tonnellate registrate nel 2019). Per contro, ancora al di sotto del periodo pre-Covid sono le altre merci varie (ovvero i traffici break bulk) che nel 2019 valevano 23.368.829 tonnellate, nel 2021 erano state 20.360.044 tonnellate e l'anno scorso 19.664.663 tonnellate. 44 Vds. Comunicazione della Commissione europea (2004) 43, rubricata «Orientamenti comunitari in materia di aiuti di Stato ai trasporti marittimi». 45 Trattasi, in particolare: (a) del credito d'imposta corrispondente all'Irpef dovuta sulle retribuzioni corrisposte al personale imbarcato a bordo di navi iscritte nel Registro internazionale (Cfr. articolo 4, comma 1); (b) della riduzione dell'80% del reddito derivante dall'utilizzazione delle predette navi (Cfr. articolo 4, comma 2); (c) dell'esonero dal versamento di contributi previdenziali e assistenziali per il personale imbarcato (Cfr. articolo 6); (d) della riduzione dell'aliquota dell'imposta sulle assicurazioni (Cfr. articolo 9-quater). 46 Inoltre, il settore del trasporto marittimo beneficia del regime opzionale della c.d. "Tonnage Tax" di cui agli articoli 155-161 del T.U.I.R (d.p.r. 22 dicembre 1986, n. 917). 47 Cfr. regio decreto del 30 marzo 1942, n. 327 e s.m.i.. 48 Cfr. d.p.r. 15 febbraio 1952, n. 328 e s.m.i.. 49 Un esempio sono le attivita' di collaudo degli apparati radioelettrici di bordo delle navi italiane effettuate all'estero da parte degli ispettori ministeriali al solo fine del rilascio e del rinnovo della licenza radio. 50 Comprese le carte, i libri, il certificato di iscrizione, i diversi giornali di bordo come il giornale nautico, il giornale di carico, il giornale radio telegrafico e tutti gli altri documenti previsti dal codice della navigazione, nonche' il registro dell'orario di lavoro. 51 Anche normando la questione irrisolta della corresponsione degli anticipi di denaro a bordo delle navi impiegate sulle tratte internazionali. 52 Cfr. Circolare IMO «List of certificates and documents required to be carried on board ships, 2022». 53 In questo modo all'Amministrazione resterebbe la certificazione della "Flag State Inspection", assumendo cosi' un ruolo di verifica ispettiva postuma - cosi' come avviene nelle ispezioni alle navi battenti bandiera straniera che scalano i porti nazionali - con verifiche a 360° su tutta la certificazione statutaria e con il controllo indiretto sulle attivita' certificative degli stessi Organismi. 54 Vds. proposta presentata in data 1 giugno 2023. 55 Integrando nel quadro delle ispezioni delle navi anche la Convenzione IMO «Ballast Water Management» e la Convenzione di Nairobi «Wreck Removal» (rispettivamente sulla gestione delle acque di zavorra e sulla rimozione dei relitti). 56 Inerenti ai criteri di ponderazione (weighting points) applicati a determinate tipologie di navi e il fattore di ponderazione basato sulla ratifica delle convenzioni internazionali da parte dello Stato di bandiera. 57 Cio' comporterebbe che le navi che rientrano nelle categorie D-E verrebbero considerate come navi potenzialmente piu' rischiose dal punto di vita della Maritime Safety. 58 Questa misura mirerebbe ad incoraggiare il rilascio di certificati elettronici da parte degli Stati di bandiera o delle organizzazioni riconosciute che agiscono per loro conto. Le navi che utilizzeranno certificati elettronici sarebbero quindi considerate navi a minor rischio e quindi potenzialmente esposte ad un numero minore di ispezioni Port State control. 59 Tra cui l'obbligo per l'Amministrazione di ciascuno Stato membro di «fare affidamento su risorse adeguate, commisurate alle dimensioni e al tipo della propria flotta» e di «assicurare la supervisione delle attivita' degli ispettori dello Stato di bandiera, ispettori statali e organizzazioni riconosciute» ("Ros", Recognised Organisations). 60 Gli Stati membri sono tenuti a rendere consultabile un elenco di informazioni relative alle navi battenti la loro bandiera (elenco di cui all'articolo 6), in un formato elettronico compatibile e interoperabile con le banche dati sulla sicurezza marittima dell'Unione. 61 Conferendo alla Commissione e all'EMSA maggiore controllo e specificando ulteriormente i requisiti per i sistemi di gestione della qualita' e per le valutazioni annuali delle prestazioni. 62 Inoltre, la Direttiva stabilisce che le sanzioni penali saranno introdotte dalla proposta di Direttiva europea del 2023 sui Reati Ambientali, attualmente in fase di negoziazione interistituzionale, che prevedra' sanzioni penali per i reati piu' gravi contro l'ambiente, come gli scarichi illeciti provenienti dalle navi e il riciclaggio improprio di componenti inquinanti delle navi, al fine di garantire un solido sistema di enforcement e sanzioni. 63 La proposta ha l'effetto, tra l'altro, di estendere il campo di applicazione ai pescherecci, compresi quelli di lunghezza inferiore a 15 metri; fornire orientamenti in relazione agli incidenti che si verificano, coinvolgendo le navi in porto e coprendo cosi' la sicurezza dei portuali e dei lavoratori portuali (articolo 5.6). 64 La Direttiva sul trasporto combinato promuove il passaggio dal trasporto merci su strada a modi di trasporto a basse emissioni come le vie navigabili interne, il trasporto marittimo a corto raggio e ferroviario. 65 La Strategia europea per una Mobilita' intelligente e sostenibile (COM/2020/789) fissa dei target specifici di incremento del trasferimento modale verso lo short sea shipping del 25 % entro il 2030 e del 50% entro il 2050. 66 Ai sensi del Regolamento UE 1257 del 2023, la Commissione si impegna a riesaminare il presente Regolamento al piu' tardi, entro i diciotto mesi precedenti alla data di entrata in vigore della Convenzione di Hong Kong. 67 Vds. «Hong Kong International Convention for the Safe and Environmentally Sound Recycling of Ships» (HKC), 2009. 68 Ad oggi, detto progetto e' virato verso una prospettiva di cooperazione industriale e di "cluster" con l'aggiunta di elementi che potrebbero rivelarsi cruciali nello sviluppo delle filiere UE-Mediterraneo e con un impatto notevole sulle direttrici di traffico marittimo sia con riferimento ai traffici passeggeri sia per i traffici merci. Il programma pluriennale 2021-2027 per il vicinato meridionale definisce, infatti, seppur preliminarmente, le priorita' e gli obiettivi della cooperazione regionale unionale, cfr. Studio «Il mare che verra'. Analisi strategica sulle opportunita' del Mediterraneo. Lo sviluppo industriale, il reshoring, la ricostruzione, la ripresa del mercato turistico e le ricadute possibili sull'interscambio via mare e sulla portualita'» (pp. 15 e ss.). 69 Vds. «Ports Infographics Maritime Economy 2023» secondo cui, in termini di commercio internazionale, circa il 70% delle merci che sono movimentate in valore avviene via mare e dal Mediterraneo, scenario competitivo dei nostri porti, passa il 27% delle rotte strategiche mondiali. 70 Vds. Piano Strategico Nazionale della Portualita' e della Logistica, pubblicato nel 2015, nel quale viene precisato come si debba prendere atto del fatto che - anche lato terra - le scelte industriali e logistiche degli operatori di settore contribuiscono in misura non trascurabile a determinare i traffici portuali e di cio' deve tenersi conto compiutamente nella definizione delle previsioni di domanda (cfr. p. 153 del Piano). 71 Cfr. «Piano Strategico Nazionale della Portualita' e della Logistica», pp. 177-185. 72 Cfr. Studio «Il mare che verra'. Analisi strategica sulle opportunita' del Mediterraneo. Lo sviluppo industriale, il reshoring, la ricostruzione, la ripresa del mercato turistico e le ricadute possibili sull'interscambio via mare e sulla portualita'», p. 22. 73 In tal senso, giova rilevare che anche il «Piano Strategico Nazionale per la Portualita' e la Logistica», approvato con d.p.c.m. 26 agosto 2015, all'obiettivo n. 6, individua come prioritaria detta necessita' da attuare attraverso la piattaforma logistica nazionale. La direttiva del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti n. 137 del 20 marzo 2018 ha indicato le «Linee guida per omogeneizzare ed organizzare i sistemi Port Community System (PCS)» attraverso la Piattaforma Logistica Nazionale poi concretamente attuata. 74 Quattro dei nove Corridoi TEN-T interessano l'Italia: (a) il Corridoio Mediterraneo che attraversa il Nord Italia da Ovest ad Est, congiungendo Torino, Milano, Verona, Venezia, Trieste, Bologna e Ravenna; (b) il Corridoio Reno Alpi che passa per i valichi di Domodossola e Chiasso e giunge al porto di Genova; (c) il Corridoio Baltico Adriatico che collega l'Austria e la Slovenia ai porti del Nord Adriatico di Trieste, Venezia e Ravenna, passando per Udine, Padova e Bologna; (d) il Corridoio Scandinavo-Mediterraneo che parte dal valico del Brennero e collega Trento, Verona, Bologna, Firenze, Livorno e Roma con i principali centri urbani del sud come Napoli, Bari, Catanzaro, Messina e Palermo. 75 In questo senso, infatti, si colloca il Regolamento UE 11 dicembre 2013, n. 1315 che ha definito la rete di trasporto trans-europea TENT-T e che prevede la creazione di una rete articolata su due livelli per lo sviluppo della rete internazionale: (i) la c.d. "Comprehensive Network", ovvero una rete globale da realizzarsi entro il 2050 che mira a garantire la piena copertura del territorio dell'Unione europea e l'accessibilita' a tutte le regioni; (ii) la c.d. "Core Network", ovvero una rete centrale a livello unionale (da realizzarsi entro il 2030) che comprende le parti di rete globale che rivestono la piu' alta importanza strategica ai fini del conseguimento degli obiettivi per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti. La sua realizzazione si basa su un «approccio per corridoi». 76 I porti italiani nelle TEN-T si distribuiscono sulla rete centrale (core), che comprende: Ancona, Augusta, Bari, Cagliari, Genova, Gioia Tauro, La Spezia, Livorno, Napoli, Palermo, Ravenna, Taranto, Trieste, Venezia; la rete complessiva ("comprehensive") a sua volta comprende i porti di: Brindisi, Carloforte, Chioggia, Civitavecchia, Fiumicino, Gaeta, Gela, Golfo Aranci, La Maddalena, Marina di Carrara, Messina, Milazzo, Monfalcone, Olbia, Palau, Piombino, Porto Levante, Porto Torres, Porto- ferraio, Portovesme, Reggio Calabria, Salerno, Savona Vado, Siracusa e Trapani. A questi, il MIT ha proposto che siano aggiunti altri 5 porti. Nell'ambito rete dei porti marittimi di interesse nazionale gli scali ammontano a 58, distribuiti nelle 16 Autorita' di Sistema Portuale. 77 Cfr. «Iniziativa di studio sulla portualita' italiana - Secondo Rapporto» - 2016 pp. 43-46. 78 Trattasi dello strumento dell'UE per gli investimenti strategici nelle infrastrutture di trasporto. Si veda, al riguardo, la lista dei progetti TEN-T che riceveranno finanziamenti europei, per un totale di 6.2 miliardi di euro, a seguito dell'ultimo bando CEF, relativi - inter alia - allo sviluppo di infrastrutture per la navigazione e il corto raggio ed il c.d. "Cold-Ironing". Detti progetti - selezionati dalla Commissione europea che ne sosterra' oltre l'80% del finanziamento - riguardano, tra le altre, i porti marittimi di Irlanda, Grecia, Spagna, Lettonia, Olanda e Polonia: https://cinea.ec.europa.eu/news-events/news/transport-infrastructure- european-commission-accelerates-shift-sustainable-and-smart-mobility- ten-t-2023-06-22 en. 79 Rappresentato, cioe', dalla superficie su cui insiste l'insieme dei servizi e delle attivita' economiche che - a seconda dello sviluppo dell'offerta logistica e dei livelli di accessibilita' - gravitano sul porto. 80 Cfr. «Progetto Mare - La competitivita' dell'economia del mare in una prospettiva di sviluppo del Paese e di autonomia strategica europea», Maggio 2022, pag. 78, in cui viene precisato che - a fronte di un numero elevato di porti, pur notevolmente differenti per dimensione e capacita' di traffico - risultano esservi alcune incongruenze nei dati medi di numero e lunghezza degli accosti e superficie delle banchine per porto, come pure nei dati medi di lunghezza dell'accosto e superficie delle banchine per accosto. Viene infatti riportato che «[.] Adottando come riferimenti i valori medi nazionali, si rilevano diverse combinazioni, almeno apparentemente contraddittorie; cosi', una portualita' regionale puo' avere una dotazione media di accosti elevata e una lunghezza ancor piu' elevata, ma bassa nella superficie di banchine; all'opposto, si rilevano pochi accosti e lunghezze ridotte, ma ampie superfici di banchine. [.]». 81 Cfr., ex multis, T. Nooteboom, J.P. Rodrigue, «Port regionalization: towards a new phase in port development», in «Maritime policy and management» n. 3, 2005 - stessi autori, «The terminaliation of supply chains: reassessing port-hinterland logitical reletionships», in «Maritime policy and management», n. 2, 2009, nonche' lo studio relativo alla «Iniziativa di studio sulla portualita' italiana» - Dipartimento per la programmazione ed il coordinamento della politica Economica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, 2014 (p. 47 e ss.). 82 Il tutto, ad esempio, implementando anche servizi di "navettamento" ferroviario. 83 Cfr. «Progetto Mare - La competitivita' dell'economia del mare in una prospettiva di sviluppo del Paese e di autonomia strategica europea», Maggio 2022, pp. 152-153. 84 Il tutto, ad esempio, in linea con quanto previsto anche nelle c.d. "Azioni" 1 e 2 di cui al Piano Strategico della Portualita' e della Logistica aventi ad oggetto, segnatamente, «Misure per la semplificazione e a velocizzazione delle procedure, dei controlli degli interventi su porti di interesse nazionale» e «Misure per l'efficientamento dei servizi portuali e l'aumento della competitivita' degli operatori». 85 Investimento 4 operata con Decreto interministeriale 3 dicembre 2021, n. 492 del «Interventi infrastrutturali per le Zone Economiche Speciali (ZES)». 86 Il tutto, peraltro, in linea sia con la normativa sia con la giurisprudenza di riferimento, nella misura in cui la pluralita' di operatori per l'erogazione del servizio e' ritenuta compatibile con il mercato interno e, da un punto di vista organizzativo, fa si' che il servizio in esame possa essere svolto anche da imprese iscritte nel registro ex art. 68 cod. nav. in possesso di idonei requisiti. Tale orientamento - che va di pari passo anche con quanto contenuto nel Regolamento UE 15 febbraio 2017, n. 352 nella misura in cui non e' esclusa la possibilita' di affidare a piu' operatori il servizio di ritiro rifiuti prodotti dalle navi - va nel senso di dare piena liberta' al mercato sul presupposto che la selezione dell'operatore del servizio e' rimessa al soggetto che usufruira' del servizio e a carico del quale sono posti i relativi costi, in un regime concorrenziale. 87 Come evidenziato nell'ambito di numerose analisi condotte in ambito nazionale ed internazionale, da ultimo l'approfondimento condotto da RAM S.p.A. a maggio 2023 dedicato a «Il ruolo dell'innovazione tecnologica digitale per la blue economy e per la portualita' italiana». 88 Cfr. «XI Rapporto Nazionale sull'Economia del Mare» Centro Studi Tagliacarne - Unioncamere - OsserMare, 2023. 89 Cfr. Regolamento UE 2019 del Parlamento europeo e del Consiglio 20 giugno 2019, n. 1239 che «istituisce un sistema di interfaccia unica marittima europea e che abroga la direttiva 2010/65/CE». 90 Cfr. Paper R.A.M. - Logistica, Infrastrutture, Trasporti S.p.A. dal titolo «Il ruolo dell'innovazione tecnologica digitale per la blue economy e per la portualita' italiana» - maggio 2023, pp. 25 ss. 91 Cfr. ex multis «Iniziativa di studio sulla portualita' italiana» - Dipartimento per la programmazione ed il coordinamento della politica Economica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, 2014 (pag. 55), nonche' «Progetto Mare - La competitivita' dell'economia del mare in una prospettiva di sviluppo del Paese e di autonomia strategica europea», Maggio 2022, pag. 206. 92 Inoltre, l'applicazione di tale procedura potrebbe fornire anche la possibilita' di appositi servizi di c.d. "tracking" che conseguentemente avrebbero un impatto positivo sia sulla sicurezza e sul monitoraggio delle merci presenti nelle aree portuali sia sulla "velocizzazione" delle connesse operazioni portuali. 93 Cfr. Articolo 56-ter, Sezione 15, rubricato «Aiuti a favore dei porti marittimi», di cui al Regolamento UE della Commissione 14 giugno 2017, n. 1084 «che modifica il regolamento (UE) n. 651/2014 per quanto riguarda gli aiuti alle infrastrutture portuali e aeroportuali [.]». Il tutto tenendo conto del principio secondo cui le infrastrutture portuali sovvenzionate sono messe a disposizione degli utenti interessati su base paritaria e non discriminatoria alle condizioni di mercato. 94 Cfr. ex multis il parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ("CSLP") n. 44 del 2017 che ha chiarito che: (a) l'obiettivo del PRP sia quello di tutelare la concorrenza; (b) il PRP rappresenta una garanzia per gli investimenti e crea affidamento per il soggetto concessionario. 95 In sostanza, quindi, ai sensi di quanto previsto anche dall'art. 5 della legge n. 84 del 1994, i PRP sono strumenti di autolimitazione dell'AdSP nell'attivita' di assentimento delle concessioni demaniali. 96 Cfr. ex multis anche quanto contenuto nella delibera n. 130 del 2017 dell'Autorita' di Regolazione dei Trasporti avente ad oggetto la conclusione del procedimento di verifica delle condizioni di regolazione / accesso alle infrastrutture presso un importante scalo nazionale. 97 In applicazione di quanto previsto dal d.l. 31 maggio 2021, n. 77 (in G.U., 31 maggio 2021, n. 129), convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2021, n. 108, recante la «Governance del Piano nazionale di rilancio e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure», all'articolo 6-bis, ha disposto che il MIT di concerto con il MASE e MIC debba approvare il Piano nazionale dei dragaggi sostenibili, anche sulla base della programmazione delle AdSP e delle Regioni con particolare riferimento ai programmi finanziati dal PNC e di ulteriori risorse europee, nazionali, regionali e delle medesime AdSP. 98 Circostanza questa gia' evidenziata anche all'interno dello Studio dal titolo: «Iniziativa di studio sulla portualita' italiana» - Dipartimento per la programmazione ed il coordinamento della politica Economica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, 2014 (pag. 82). 99 Sul punto, infatti, si osservi che la dotazione degli accosti dotati di binari collegati e non collegati alla rete ferroviaria risulta molto concentrata in poche AdSP e quasi tutte nel Nord. Le AdSP meglio dotate di accosti collegati alla rete ferroviaria risultano essere quelle del Mar Ligure Occidentale (15,2%), del Mar Adriatico Settentrionale (44,7%) ed Orientale (10,2%). In termini incidenza degli accosti dotati di binari collegati alla rete ferroviaria su quelli totali si rileva nell'AdSP del Mar Ligure Orientale (62,5%), dell'Adriatico Settentrionale (52,9%) e Centrale (83,3%) e del Mare dello Stretto (50%). Trattasi pertanto di dati che evidenziano la ridotta capacita' di sviluppare traffici intermodali su ferrovia nella generalita' delle AdSP, pur con alcune rilevanti eccezioni reperibili in quelle del Nord. Al tempo stesso, tuttavia, i dati sugli accosti dotati di binari, ma non collegati alla rete ferroviaria, potrebbero rappresentare delle opportunita' di investimento per provvedere al loro allaccio (in tal senso cfr. «Progetto Mare - La competitivita' dell'economia del mare in una prospettiva di sviluppo del Paese e di autonomia strategica europea», maggio 2022, pag. 91). 100 Il differenziale del costo "portuale" associato al trasporto ferroviario delle merci da/per il porto rispetto alla concorrente modalita' del trasporto su strada e', nella grande sostanza, quello relativo all'espletamento del servizio di manovra ferroviaria da parte delle societa' concessionarie. Tale costo disincentiva lo sviluppo del trasporto ferroviario delle merci in ambito portuale, incidendo significativamente nella componente dei costi fissi dell'attivita' di impresa del singolo operatore di trasporto multimodale e, di conseguenza, non agevola l'incremento della quota ferroviaria del traffico portuale. 101 Ci si riferisce, in particolare, alla Decisione della Commissione europea 3 marzo 2022, n. 1427 final in merito al regime di aiuto di Stato adottato dalla Regione Friuli-Venezia Giulia volto ad incoraggiare il passaggio del traffico merci dalla strada alla ferrovia o al trasporto per vie navigabili nella Regione Friuli-Venezia Giulia. La Commissione europea ha ritenuto che tale regime di aiuto di Stato fosse vantaggioso sia per l'ambiente sia per il trasferimento modale da soluzioni di trasporto esclusivamente su strada a soluzioni di trasporto meno inquinanti. 102 Posto che, a seguito delle previsioni contenute nel d.l. 17 maggio 2022, n. 50 e nella successiva legge di conversione, ha modificato la precedente disciplina normativa nel senso di consentire anche alle Autorita' di Sistema Portuale l'utilizzo delle CER per il soddisfacimento delle esigenze energivore in ambito portuale. La norma, peraltro, prescrive espressamente (art. 9, comma 2) che le comunita' energetiche rinnovabili portuali siano istituite in coerenza con il documento di pianificazione energetica e ambientale, di cui all'articolo 4- bis, legge n. 84 del 1994, ai sensi del quale le AdSP devono perseguire adeguati obiettivi, con particolare riferimento alla riduzione delle emissioni di CO2, definendo nel documento gli indirizzi strategici per la implementazione di specifiche misure al fine di migliorare l'efficienza energetica e di promuovere l'uso delle energie rinnovabili in ambito portuale. 103 Cfr. Regolamento UE 1084 del 2017, articolo 56-ter. 104 Vds. «Le Comunita' Energetiche Portuali» - Diritto Pubblico Europeo - Rassegna on-line - Fascicolo I, 2023, Prof. Avv. U. Patroni Griffi. 105 Il tutto, al netto di una preliminare definizione degli aspetti energetici, finanziari e giuridici (Cfr., ex multis, M. Caroli, «Le Comunita' Energetiche: da fenomeno emergente a modello di transizione», in M L. De Vidovich, L. Tricarico e M. Zulaniello, «Community energy map, Una ricognizione delle prime esperienze di comunita' energetiche rinnovabili» p. 13). 106 Il cui progetto, gia' previsto anche nell'alveo della Missione 3 del PNRR avente ad oggetto le «Infrastrutture per una mobilita' sostenibile», ha l'obiettivo di finanziare interventi per l'efficientamento energetico, la riduzione delle emissioni di CO2 e di altre emissioni inquinanti nei porti per promuovere la sostenibilita' ambientale delle attivita' portuali, anche a beneficio delle aree urbane circostanti. 107 Vds. definizione IMO, secondo cui «[.] A green shipping corridor is a shipping route on which zero-carbon emissions ships and other emissions reduction programmes are deployed, and emissions reductions are measured and enabled through public and private actions and policies [.]». Vedasi altresi' i contenuti della «Green Shipping Conference 2023» dell'IMO: https://www.imo.org/en/About/Events/Pages/Green-Shipping-conference.a spx. 108 Entro il 2025, infatti, dovrebbero essere istituiti i primi 6 "Green Corridors" ed entro il 2030 potrebbe raggiungersi la soglia delle 200 navi cargo a zero emissioni. Il tutto, contestualizzando tale dato, corrisponderebbe a circa il 5% dell'intera flotta oceanica mondiale a zero emissioni. 109 Di cui al d.lgs. 8 novembre 2021, n. 197. 110 La cui vigenza in tutti gli Stati membri e' divenuta effettiva a partire dal 24 marzo 2019. 111 Discorso di apertura della Presidente von der Leyen per l'inaugurazione dell'anno accademico dell'Universita' degli Studi di Palermo, 23 febbraio 2023. 112 Nel 2021 l'approvvigionamento energetico nazionale e' stato costituito come segue: 40,9% gas naturale; 32,9% petrolio e prodotti petroliferi; 19,5% rinnovabili e bioliquidi; 3,6% combustibili solidi; 2,4% energia elettrica; 0,8 % rifiuti non rinnovabili. Si conferma, inoltre, la dipendenza dell'Italia da fonti di approvvigionamento estere: nel 2021 la produzione nazionale di fonti energetiche e' diminuita complessivamente del 3,4% mentre le importazioni nette di energia sono aumentate dell'8,3%. (cfr. Ministero della Transizione Ecologica, «La situazione energetica nazionale nel 2021», luglio 2022). 113 Al momento l'Italia ha tre impianti di rigassificazione, uno sulla terra ferma, in Liguria (Panigaglia), e due in mare, di fronte le coste della Toscana (Livorno) e del Veneto (Porto Viro). Il Governo ha deciso di potenziare la capacita' di rigassificazione italiana aggiungendo altri due impianti, a Ravenna e a Piombino. 114 Nel 2022, a Taranto, e' stato inaugurato Beleolico, il primo parco eolico marino del Mediterraneo, costituito da 10 turbine per una potenza complessiva di circa 30 MW ed una conseguente produzione stimata di oltre 58.000 MWh/anno, pari al fabbisogno energetico di 60.000 persone. Tale parco e' stato assemblato nel porto di Taranto e poi installato in mare nei pressi del Molo Polisettoriale. Un accordo tra la societa' che gestisce l'impianto e l'AdSP MI consente a quest'ultima di approvvigionarsi parzialmente dell'energia prodotta per le proprie esigenze di consumo. In particolare, l'impianto fornira' energia al porto di Taranto (almeno il 10%) e punta anche a fornire, attraverso l'elettrolisi, idrogeno verde all'acciaieria ex Ilva e alla raffineria Eni. Altri tre progetti "storici", invece, sono ancora in fase di negoziazione con le realta' locali (Sulcis, Canale di Sicilia e Rimini). 115 Con la Comunicazione COM 19 novembre 2020, n. 741 final la Commissione europea ha pubblicato una strategia per sfruttare le energie rinnovabili offshore al fine di sostituire i combustibili fossili e creare opportunita' industriali e posti di lavoro verdi. A tal riguardo, secondo la Commissione europea, l'industria delle energie rinnovabili del mare dovra' aumentare di 25 volte entro il 2050 per sostenere gli obiettivi del Green Deal in maniera che sia compatibile con gli obiettivi della strategia dell'UE per la biodiversita' e, al tempo stesso, in equilibrio con altre attivita' come la pesca e l'acquacoltura. Al settore energetico offshore viene riconosciuto dalla UE un ruolo potenziale fondamentale in un'economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva. Il piano per l'obiettivo climatico 2030 della UE ha illustrato perche' e come le emissioni di gas a effetto serra dovrebbero essere ridotte di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e, per questo, la strategia della Commissione europea per sfruttare le energie rinnovabili offshore dichiara che sara' necessario accrescere il settore dell'eolico offshore «. che secondo le stime richiedera' meno del 3% dello spazio marittimo europeo e puo' pertanto essere compatibile con gli obiettivi della strategia dell'UE sulla biodiversita'». Il Mar Mediterraneo «. presenta un elevato potenziale di energia eolica offshore (per lo piu' galleggiante), un buon potenziale di energia del moto ondoso e un potenziale localizzato di energia delle maree». In merito a quanto precede, la strategia sulle energie rinnovabili offshore afferma inoltre che «Tra le tecnologie delle energie rinnovabili quelle offshore presentano il maggiore potenziale di espansione. Sulla base dei 12 GW di capacita' eolica offshore attualmente installata, la Commissione ritiene realistico e realizzabile l'obiettivo di disporre entro il 2030 di una capacita' installata di almeno 60 GW di energia eolica offshore e di almeno 1 GW di energia oceanica, in modo da raggiungere rispettivamente 300 GW e 40 GW di capacita' installata entro il 2050.». 116 Ne e' un esempio il parco eolico flottante a largo delle coste siciliane, il cui progetto prevede la realizzazione di 74 aerogeneratori da 15 MW ciascuno a 50 km da Mazara del Vallo. La potenza complessiva e' di 1.100 MW a una distanza minima di circa 50 km dalla costa siciliana. Un ulteriore progetto riguarda la realizzazione di un impianto eolico offshore al largo di Marsala, costituito da 21 turbine da 12 MW ciascuna, per una capacita' totale di circa 250 MW. Sempre in Sicilia, nell'estate 2022, sono stati depositati altri due progetti per due parchi eolici offshore, rispettivamente a Trapani e Porto Empedocle. 117 Il posizionamento delle pale eoliche in mare aperto permette di intercettare la risorsa eolica laddove e' piu' abbondante e, quindi, di massimizzare la produzione di energia, ridurre l'uso del suolo (1 progetto in mare sostituisce circa 20 progetti su terraferma), limitare l'uso del terreno alle opere di connessione (di solito gia' in zone industriali), minimizzare, data l'assenza di una fondazione fissa, l'impatto ambientale durante tutte le fasi di vita dell'impianto, ma anche quello visivo tipico degli impianti a terra e le interferenze con le attivita' costiere, di navigazione e di pesca. La struttura degli impianti galleggianti, rispetto alla versione bottom fixed e terrestre, ha una serie di componenti strutturali innovativi tra cui il floater: una base galleggiante con strutture che raggiungono gli 80/100 m per lato e dal peso di 4000 t. Per produrre in serie manufatti di tali dimensioni e' richiesta una specifica competenza progettuale e tecnologica, oltre ad una diffusa capacita' produttiva e finanziaria (ad esempio, per la produzione di 30 piattaforme galleggianti all'anno sono necessari oltre 120 mila ton. di acciaio lavorato). 118 PNRR, Investimento 1.3: Promozione impianti innovativi (incluso offshore). 119 Il sistema ISWEC (Inertial Sea Wave Energy Converter) e' inserito all'interno di uno scafo galleggiante, il cui utilizzo ottimale e' in mare aperto, anche in array. I primi impianti pilota sono stati installati al largo di Ravenna e dell'isola di Pantelleria. Il REWEC3 (Resonant Wave Energy Converter - release 3) si inserisce all'interno delle dighe portuali, trasformandole in infrastrutture 'attive', capaci cioe' di produrre energia elettrica dalle onde, per porti Green. I primi impianti pilota sono stati realizzati all'interno dei porti di Civitavecchia e di Salerno. A Salerno e' in corso una sperimentazione. 120 Secondo uno studio del 2020 del «Global Maritime Forum», organizzazione internazionale no-profit impegnata a disegnare il futuro del commercio marittimo mondiale globale per uno sviluppo economico sostenibile, «La portata degli investimenti cumulativi necessari tra il 2030 e il 2050 per raggiungere l'obiettivo dell'IMO [.] e' di circa 1-1,4 trilioni di dollari» (https://www.globalmaritimeforum.org/news/the-scale-of-investment-nee ded-to-decarbonize-international-shipping). Gran parte di queste risorse e' legata agli investimenti nelle infrastrutture terrestri e negli impianti di produzione di combustibili a basse emissioni di carbonio, compresi lo stoccaggio, il bunkeraggio ed il trasporto; si stima che il 10-15% di questi costi sia connesso direttamente con le navi. Si tratta comunque di valutazioni in continua evoluzione ed aggiornamento, altri studi stimano due o tre volte superiore, rispetto alla cifra individuata dal Global Maritime Forum, l'ammontare delle risorse da mettere in campo per la transizione energetica del settore marittimo. 121 In tale contesto, sarebbe auspicabile valutare una estensione della possibilita' di usufruire di incentivi fiscali anche per quei volumi di bioGNL destinati alla navigazione internazionale, oltre che nelle acque interne, massimizzando la penetrazione delle rinnovabili nel settore marittimo. 122 Le regole IMO si applicano in modo uniforme all'intero settore mondiale del trasporto e consentono di evitare l'alterazione della concorrenza internazionale tra gli operatori, garantendo un ambiente equo e regolato. Le misure introdotte dall'IMO hanno la caratteristica di fissare gli obiettivi lasciando liberi gli operatori di scegliere le soluzioni tecniche atte a conseguirli. Questa "neutralita' tecnologica" costituisce un valore molto importante perche' consente lo sviluppo di varie soluzioni che, testate e validate sul piano operativo, vengono poi affidate alla scelta dal mercato. 123 Avendo come riferimento il 2008, la suddetta strategia prevedeva per il 2030 la riduzione di almeno il 40% dell'intensita' di carbonio, per il 2050 la riduzione di almeno il 70% dell'intensita' di carbonio e del 50% del valore assoluto delle emissioni di gas serra, con l'obiettivo dichiarato di «emissioni zero il prima possibile, entro la fine di questo secolo». Il 7 luglio 2023, gli Stati membri dell'IMO, riuniti presso il Comitato per la protezione dell'ambiente marino (MEPC 80), hanno adottato la Strategia IMO 2023 relativa alla riduzione delle emissioni di gas serra delle navi, con obiettivi rafforzati per affrontare le emissioni nocive. La strategia riveduta dell'IMO sui gas a effetto serra include una maggiore ambizione comune di raggiungere l'azzeramento delle emissioni nette di gas a effetto serra del trasporto marittimo internazionale entro il 2050, un impegno a garantire l'adozione di combustibili alternativi a zero o quasi zero emissioni entro il 2030, nonche' punti di controllo indicativi relativi alla strategia per il 2030 e il 2040. 124 Anche a livello internazionale, con la pubblicazione di studi e analisi sempre piu' completi e approfonditi, si sta prendendo coscienza di come il CII, voluto dall'IMO, rischi non solo di non raggiungere l'ambizioso traguardo di una riduzione dell'impronta carbonica del trasporto marittimo, ma anzi di essere in tal senso controproducente. 125 Da ultimo il rapporto «Decarbonizzazare i trasporti. Evidenze scientifiche e proposte di policy», a cura della struttura per la transizione ecologica della mobilita' e delle infrastrutture del MIMS, aprile 2022. 126 «The aviation and maritime sectors and the EU-ETS: challenges and impacts» (2021) https://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/STUD/2021/690886/IPOL_S TU(2021)690886 EN.pdf 127 Parere della Commissione TRAN del Parlamento europeo, adottato il 14 maggio 2022 https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TRAN-AD-704649_EN.pdf 128 Vds. Article 20 FuelEU Maritime Regulation: «Member States should shall endeavour to ensure that the revenues generated from FuelEU penalties, or the equivalent in financial value of those revenues, are used to support the rapid deployment and use of renewable and low carbon fuels in the maritime sector, by stimulating the production of greater quantities of renewable and low carbon fuels for the maritime sector, facilitating the construction of appropriate bunkering facilities or electric connection ports in ports, and supporting the development, testing and deployment of the most innovative technologies in the fleet to achieve significant emission reductions». 129 Durante la sosta il lavoro di trasporto e' nullo, perche' e' nulla la distanza percorsa; tuttavia, allo stesso momento la nave continua a bruciare combustibile per alimentare i servizi di bordo necessari alla propria agibilita' e sicurezza. Questa fase di sosta penalizza fortemente il calcolo del CII e due navi assolutamente simili - o addirittura la stessa nave in condizioni operative diverse - possono ottenere dei valori del CII molto diversi tra loro. 130 Al contrario, soprattutto il bio-diesel potrebbe essere allo stato attuale l'unica via percorribile per iniziare immediatamente ad abbattere l'impronta di carbonio di una larghissima parte delle flotta esistente, in attesa che per i fuel alternativi emergenti siano resi disponibili adeguati livelli di produzione e distribuzione, tenendo anche conto che i tempi di sostituzione delle flotte saranno necessariamente pluridecennali, per ragioni tecniche, economiche e di capacita' produttiva della cantieristica mondiale. 131 I primi fuel distillati come l'MDO o residuali come l'HFO, sono largamente preponderanti ma le navi alimentate con l'LNG (Liquefied Natural Gas) stanno crescendo in numero ed in dimensione. 132 Attualmente sono presenti ed operativi sul territorio nazionale due depositi di GNL (Oristano e Ravenna) e tre terminali di rigassificazione (Rovigo, Livorno, Panigaglia), questi ultimi non sono ancora in grado di fornire servizi di bunkeraggio ma sono in corso progetti in fase avanzata di adeguamento di tali infrastrutture per poter garantire servizi di small scale e di reloading, per soddisfare la domanda dei mezzi navali alimentati a GNL. 133 Rispetto all'utilizzo di un combustibile tradizionale, tenendo conto del contenuto energetico dei diversi fuel, il calcolo porta ad una diminuzione dell'ordine del 25% della CO2 emessa, consentendo alla nave di rispettare piu' facilmente le sempre piu' stringenti normative in materia di emissioni di CO2. Da un punto di vista ambientale, l'utilizzo di gas liquefatti come GNL e GPL consente di traguardare importanti riduzioni delle emissioni di altre sostanze inquinanti, con riduzioni fino al 90% delle emissioni di PM, NOx ed SOx. L'impronta carbonica dei prodotti risulta ancor piu' rilevante se si considera che la futura disponibilita' di prodotti bio e rinnovabili (bioGPL, bioGNL, dimetiletere rinnovabile) sara' direttamente implementabile sia nell'infrastruttura logistica (stoccaggio e distribuzione) sia negli apparecchi utilizzatori, senza necessita' di apportare alcun tipo di adeguamento significativo. Lo sviluppo delle filiere bio e rinnovabili, inoltre, consentira' di attivare importanti sinergie industriali in ottica di economia circolare, valorizzando ancor piu' il comparto marittimo in un approccio di sistema integrato. 134 L'edizione 2022 dello studio «Maritime Forecast to 2050» del Det-Norske-Veritas riporta che il numero di navi in servizio alimentato a GNL e' pari a 923 unita', equivalenti al 5,39% del tonnellaggio mondiale. 135 La riduzione di velocita', con una conseguente amplificata riduzione dei consumi, e' uno dei pochi parametri attraverso cui in molti casi si puo' agire per diminuire l'impronta di carbonio di una nave. Occorre osservare che la riduzione di velocita' implica, a parita' di domanda di trasporto, l'inserimento sulla linea di altra capacita' di carico, ossia di altre navi. In questo modo si rischia che, per rendere compliant alla norma la singola nave, se ne riduca la velocita' in una misura tale che sia necessario inserire una seconda unita' nella stessa linea, con un risultato positivo per la singola nave ma negativo per l'ambiente. 136 Da un lato, sia il bio-gas sia il bio-diesel possono essere bruciati nei motori esistenti miscelandoli (drop-in) al gas naturale liquefatto o al diesel tradizionali. Dall'altro, prelevando il carbonio dall'atmosfera e non dal sottosuolo questi fuel risultano carbon-neutral ed in qualche caso addirittura carbon-negative; pertanto, addizionando ad esempio il 30% di bio-diesel al diesel fossile si potrebbe ottenere una riduzione anche del 30% dell'impronta di carbonio della nave, utilizzando processi produttivi che utilizzino energie rinnovabili. 137 I biocarburanti si differenziano in via generale in tre categorie distinte: (a) di prima generazione - quelli che vengono prodotti con l'utilizzo di materie prime e destinati, solitamente, all'alimentazione umana o animale. Esistono giustificate perplessita' rispetto all'utilizzo di queste biomasse ai fini della produzione di biofuels perche' potrebbero distruggere le filiere alimentari soprattutto dei Paesi poveri ed in via di sviluppo; (b) di seconda generazione - derivano da biomasse non in competizione con il ciclo agroalimentare, quindi non destinate all'alimentazione dell'uomo e degli animali, ossia provenienti da colture di suoli aridi e semiaridi e prodotti con tecniche che non comportano sottrazione di terreno agricolo alla produzione alimentare o cambi di destinazione agricola; (c) di terza generazione (biocarburanti avanzati) - prodotti dagli scarti industriali, rifiuti organici, biomasse lignocellulosiche, sottoprodotti agricoli, scarti industriali. Tali sono ad esempio i biocombustibili gassosi come biometano prodotto dalla filiera della digestione anaerobica di rifiuti organici. 138 HSFO (High Sulphur Fuel Oil) e VLSFO (Very Low Sulphur Fuel Oil) sono prodotti residuali della distillazione del petrolio, mentre MGO (Marine Gas Oil) ed MDO (Marine Diesel Oil) sono prodotti distillati. 139 Si pensi al ruolo degli agri-hub nei progetti ENI avviati in Africa. 140 FAME (Fatty Acid Methyk Ester) deriva da lipidi come oli vegetali (ad esempio olio di palma, olio di soia, olio di colza), grassi animali (ad esempio olio di sego) e olio da cucina usato; ha un'impronta di un carbonio well-to-wake che e' circa il 50% rispetto a quella dell'MGO (38-48 gCO2e/MJ contro 85-87 gCO2e/MJ. 141 HVO (Hydrotreated Vegetable Oil) e' prodotto dalla stessa biomassa di FAME ma puo' essere prodotto anche da colture residuali e rifiuti industriali e agricoli; a seconda della biomassa utilizzata puo' avere un'impronta di carbonio well-to-wake inferiore al 10% di quella dell'MGO (8-48 gCO2e/MJ contro 85-87 gCO2e/MJ. 142 Interim guidance on the use biofuels under regulations 26, 27 and 28 of MARPOL Annex VI (DCS and CII) (IMO MEPC.1/Circ.905). 143 Come sottolineato nei precedenti paragrafi, i regolamenti europei FuelEU Maritime e AFIR, entrambi in fase finale di approvazione, stabiliscono obblighi di utilizzo per le navi passeggeri e porta-container e di dotazione infrastrutturale nei grandi porti europei della rete TEN-T del cold ironing. 144 Per arrivare all'idrogeno verde occorre che l'energia elettrica necessaria per l'elettrolisi dell'acqua, tramite la quale si ottiene l'idrogeno, sia prodotta senza alcuna emissione di anidride carbonica, quindi attraverso parchi eolici o solari, impianti idroelettrici o di sfruttamento delle maree, quindi attraverso energie rinnovabili, oppure attraverso l'energia nucleare. 145 Come sottolineato in vari documenti della Commissione europea, «la vendita all'asta delle quote (ETS) genera entrate considerevoli» che gli Stati membri sono tenuti ad impiegare nell'azione per il clima, nella trasformazione energetica e nell'innovazione tecnologica. 146 In Italia, la disciplina nazionale delle aste per le quote di emissione CO2 e' attualmente contenuta nel decreto legislativo 9 giugno 2020, n. 473, di recepimento della Direttiva UE 14 marzo 2018, n. 410 che modifica la Direttiva ETS. Tale disciplina sara' oggetto di revisione a seguito dell'atto di recepimento nel diritto interno delle modifiche introdotte dalla nuova Direttiva n. 959 del 2023. L'articolo 4, comma 1 del d.lgs. 9 giugno 2020, n. 47 disciplina il Comitato nazionale ETS quale Autorita' nazionale competente per l'attuazione delle disposizioni della Direttiva ETS. Ai sensi del medesimo articolo, il Comitato e' composto da dieci membri con diritto di voto, di cui tre del Ministero dell'Ambiente (compreso il Presidente del Comitato), tre del Ministero dello Sviluppo Economico, uno del Ministero della Giustizia con diritto di voto esclusivamente sulle questioni inerenti l'attivita' sanzionatoria, tre del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture (di cui due appartenenti all'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC)) con diritto di voto esclusivamente sulle questioni inerenti al trasporto aereo. 147 Regolamento UE n. 1380 del 2013 148 Artt. 38 e ss. 44 TFUE 149 Tra queste, a titolo di esempio si segnalano: normativa relativa alle visite mediche dei marittimi, sproporzione delle tabelle medicinali di bordo, irreperibilita' di medicinali e delle bombole ossigeno medicale di bordo. 150 La disciplina lavoristica del settore vede la coesistenza di normative internazionali ed europee, in aggiunta al complesso quadro normativo italiano. In ambito internazionale, caposaldo della disciplina del lavoro marittimo e' la Maritime Labour Convention del 2006, la quale presenta un quadro normativo di base applicabile nella quasi totalita' dei contesti marittimi nazionali. Nella disciplina internazionale si inserisce una normativa nazionale speciale del lavoro marittimo estremamente regolata, affidata a diverse Amministrazioni facenti capo a differenti dicasteri, ed in molti casi non piu' adeguata alle dinamiche legate all'attivita' di navigazione moderna e alla relativa gestione del rapporto di lavoro. 151 Si fa riferimento, in particolare, (i) alle procedure di convalida degli imbarchi e sbarchi dei marittimi, delle carte di bordo, dei registri dell'orario di lavoro, ancora obbligatoriamente cartacee, (ii) alle procedure di arruolamento del personale marittimo (artt. 328 e 329 cod. nav.), con la quale, sulla base della positiva esperienza maturata nel periodo pandemico, si propone di unificare in un'unica disposizione, equiparandole, la procedura per la stipulazione delle convenzioni di arruolamento in Italia e quella per la stipulazione delle convenzioni di arruolamento all'estero, facendo sempre salva la specialita' del contratto di arruolamento e la solennita' della forma prevista dalle vigenti disposizioni, (iii) alle procedure di impiego dei marittimi su mezzi dello stesso tipo, appartenenti al medesimo armatore, adibiti al servizio nell'ambito dei porti e delle rade o a servizi pubblici di linea o privati di carattere locale e nazionale, anche rientranti sotto la competenza di autorita' marittime diverse. 152 La specialita' della materia emerge con particolare evidenza dalla questione relativa all'incremento del contributo addizionale NASpI, dovuto nei casi di rinnovo del contratto di lavoro a tempo determinato, la cui attribuzione e' finalizzata a disincentivare l'abuso della forma del contratto a termine. Da piu' parti si segnala la necessita' che venga chiarita al piu' presto l'inapplicabilita' ai contratti di arruolamento di cui all'art. 325 cod. nav. proprio in virtu' della specialita' della materia e posto che il rapporto di lavoro marittimo risulta strutturalmente caratterizzato da discontinuita', secondo una logica di avvicendamento tra imbarchi e sbarchi sull'unita' navale. 153 Cfr. «Rapporto Shipping Industry Italia - Il contributo della Shipping Industry al sistema Paese» - Studio Nomisma 2021. 154 Si fa riferimento, ad esempio, a direttori e ufficiali di macchina, ufficiali elettrotecnici, elettricisti, operai meccanici, carpentieri, ottonai, tankisti, cuochi equipaggio, etc. Nella stagione estiva emerge anche una forte carenza di personale alberghiero. 155 Si fa riferimento, nello specifico, all'allegato al d.p.r. 231 del 2006 che disciplina i requisiti di accesso alle professioni del mare nonche' alla legge 4 agosto 1955, n. 727e al d.p.r. 14 luglio 1957, n. 1065 che disciplinano l'accesso alla professione del cuoco di bordo. 156 E' il noto Regolamento recante le norme degli uffici di collocamento della gente di mare. 157 Misure meritoriamente introdotte dal recente decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 luglio 2023, n. 85 che all'art. 36 comma 1-bis implementa alcune importanti forme di sostegno finanziario alla formazione iniziale del personale marittimo. In particolare, il presente disposto normativo ha previsto che al fine di incrementare la sicurezza del trasporto marittimo e' istituito, nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, un fondo con una dotazione di 1 milione di euro per l'anno 2023 e di 2 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2026, destinato all'erogazione di contributi alle imprese armatoriali per la formazione iniziale del personale impiegato sulle navi, con particolare riferimento alle figure professionali mancanti di sezioni di coperta, macchine, cucina e camera. 158 La recente legge n. 85 del 2023, di conversione del d.l. n. 48 del 2023 "Lavoro", ha istituito un fondo di un milione di euro per il 2023 e due milioni per ciascuno degli anni dal 2024 al 2026 destinato all'erogazione di contributi alle imprese armatoriali per la formazione iniziale del personale, con particolare riferimento alle figure professionali mancanti di sezioni di coperta, macchine, cucina e camera. 159 Nell'ambito della riconosciuta specialita' del lavoro marittimo, ed in considerazione della natura complessa ed estremamente tecnica e faticosa che caratterizza l'attivita' lavorativa condotta a bordo del mezzo navale, il Piano del mare riconosce l'opportunita' di valutarne l'inserimento all'interno dell'elenco dei lavori usuranti. 160 La convenzione STCW dell'IMO e' una delle quattro principali convenzioni marittime su scala mondiale. Le altre tre sono la Convenzione internazionale per la salvaguardia della vita umana in mare (SOLAS), la Convenzione internazionale sulla prevenzione dell'inquinamento marino (MARPOL) e la Convenzione sul lavoro marittimo (MLC). Nel gennaio del 2006 e' iniziata una revisione generale della Convenzione STCW, culminata nella conferenza dei Contraenti della Convenzione STCW, (Manila, 2010) nella quale sono stati approvati, tra gli altri, una serie di emendamenti che aggiornano, anche alla luce delle nuove tecnologie, gli standard di competenza richiesti e introducono nuovi requisiti per l'addestramento e la certificazione. 161 L'art. 8 rubricato «Viaggi costieri» del d.lgs. n. 71 del 2015 al comma 1 dispone che: - «[.] Le disposizioni del presente decreto si applicano anche ai lavoratori marittimi che prestano servizio a bordo di navi battenti bandiera italiana, adibite alla navigazione costiera»; e al comma 2: - «[.] Con provvedimenti dell'autorita' competente di cui all'articolo 3, comma 1, possono essere determinate disposizioni piu' favorevoli, che soddisfano le disposizioni della sez. A/1-3 del codice STCW, in materia di istruzione e formazione per i lavoratori marittimi che prestano la propria opera a bordo di unita' adibite esclusivamente a viaggi costieri. [.]». 162 Sul punto si osserva che nel 2018, a seguito di una procedura d'infrazione aperta nei confronti dell'Italia dalla Commissione nel 2017 su specifici rilievi posti dall'EMSA che riguardavano la corretta attuazione della direttiva 2008/106/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008, il Ministero ha dovuto integrare il percorso professionale per la navigazione costiera per i marittimi in possesso delle abilitazioni di coperta (soprattutto gli ufficiali) impiegati su unita' con stazza uguale o superiore a 500 GT (vds. Decreto ministeriale del MIT del 22 novembre 2018 allegato). 163 In coerenza con gli obiettivi stessi posti dal PNRR, il quale ha definito come prioritaria la formazione continua e competitiva delle professionalita' impiegate nei settori maggiormente coinvolti dal profondo processo di evoluzione tecnologica oggi in corso. Da questo punto di vista, l'esperienza nell'utilizzo dello strumento del Fondo Nuove Competenze ha dimostrato il valore del modello. 164 Introdotti nel nostro ordinamento con d.p.c.m. 25 gennaio 2008, gli ITS hanno rappresentato la prima esperienza in Italia di un'offerta formativa post-secondaria e non universitaria, professionalizzante, simile a diversi modelli consolidati e gia' presenti in altri Paesi UE, quali le Fachhochschule ("scuola tecnica superiore") tedesche o il Brevet Technicien Superieur ("licenza di tecnico superiore") francese. Questa tipologia di istituto, in ambito europeo, e' accomunata dalle caratteristiche di: 1. cercare di favorire l'inserimento diretto nel mondo del lavoro; 2. rispondere alla richiesta delle aziende di personale con formazione terziaria non universitaria, dotato di esperienza pratica; 3. essere il naturale proseguimento di un precedente percorso formativo svolto in alternanza scuola-lavoro; 4. permettere anche la formazione continua di professionisti gia' impiegati. 165 Detto elemento, basato su un approccio alla formazione anche di tipo esperienziale a bordo delle navi, ha dimostrato la propria efficacia sia nel consolidamento delle competenze tecniche oggetto dell'erogazione della formazione, sia dal punto di vista, forse ancora piu' rilevante, dell'attrattivita' delle opportunita' di carriera nel settore marittimo in fase di orientamento professionale degli studenti che si affacciano al mondo del lavoro. 166 ITS come: ITS BACT - Tecnologie Innovative per i Beni e le Attivita' Culturali e Turistiche, Tecnico Superiore per il Turismo Crocieristico Internazionale, Tecnico superiore responsabile delle produzioni e delle trasformazioni agrarie, agro-alimentari e agro-industriali nell'ambito della cucina di bordo. 167 Y&B il corso per diventare Tecnico con conoscenza di tutto il ciclo produttivo di un cantiere nautico, YAS per specializzarsi nella gestione dell'imbarcazione generale, negli impianti e apparati, MYM per diventare esperto nella gestione delle Marine o PTP Super Yacht Academy. 168 Cfr. C.C.N.L. dei Lavoratori dei porti. 169 Vale a dire l'indennita' di mancato avviamento. 170 Marinaio autorizzato alla pesca, Meccanico motorista, Meccanico navale di 2^ classe, Motorista abilitato, Capobarca per la pesca costiera. 171 Cfr. art. 3, d.lgs. (CpS) 12 agosto 1947, n. 869, recante «Nuove disposizioni sulle integrazioni salariali». 172 Il Piano si svilupperebbe secondo due obiettivi cardine, quali sono il necessario consolidamento dei processi di diversificazione delle forniture energetiche, nell'ottica di un'eliminazione totale della dipendenza italiana dal Gas di provenienza russa entro il periodo 2024/2025, e la qualificazione dell'Italia in Europa come hub energetico di riferimento per il Mediterraneo. 173 Dal punto di vista delle conoscenze sui georischi marini, l'Italia e' particolarmente avanzata. In quest'ambito, si segnala il progetto MAGIC («MArine Geohazard along the Italian Coasts»), condotto dal Dipartimento di Protezione Civile negli anni 2007-2013, finalizzato alla mappatura dei lineamenti di pericolosita' dei mari italiani. Tale iniziativa, che ha coinvolto l'intera comunita' degli istituti di ricerca operanti nel campo della geologia marina, con un budget superiore ai 7 milioni di euro, ha rilevato come nei nostri mari i lineamenti di pericolosita' siano estremamente frequenti. In particolare, sono stati individuati oltre 200 "Punti di Criticita'", successivamente classificati e gerarchizzati in collaborazione con il Dipartimento di Protezione Civile, selezionando 18 testate di canyon, 8 frane, 3 lineamenti tettonici, 3 apparti vulcanici e 3 aree con fuoriuscita di fluidi in cui le condizioni di pericolosita' sono state ritenute particolarmente gravi. I risultati della mappatura non solo hanno evidenziato la rilevanza del fenomeno ma gia' costituiscono uno strumento operativo per l'individuazione di lineamenti responsabili di eventi futuri e di definizione della situazione ex ante per la comprensione dei cambiamenti intervenuti. 174 Tale monitoraggio e' possibile, ad esempio, attraverso rilievi batimetrici ripetuti nel tempo integrati dall'analisi di immagini satellitari ad alta risoluzione. 175 Si fa riferimento, ad esempio, al progetto MAGIC, menzionato nella nota 174. 176 A titolo di esempio si puo' citare il porto di Gioia Tauro, uno dei piu' grandi porti per container del Mediterraneo e principale entry point per soccorsi via nave in caso di evento sismico in Calabria, il cui ingresso e' situato in prossimita' (poche decine di metri) della testata del Canyon sottomarino. 177 La messa a punto di strumentazioni per il monitoraggio di aree critiche (ad es. strutture portuali soggette a cedimenti o versanti potenzialmente suscettibili di instabilita' gravitativa, come nel caso della Sciara del Fuoco a Stromboli) e' fondamentale per a) individuare eventi di instabilita' sottomarina in concomitanza con eventi sismici rilevati dalla rete sismica e/o di eruzioni vulcaniche, al fine di definirne la signature; b) individuare possibili segnali precursori di eventi di instabilita' specie se ad alto potenziale tsunami-genico; c) analizzare e registrare processi erosivo/deposizionale attivi a fondo mare, eventualmente correlandoli ad eventi meteomarini o di piena fluviale di elevata intensita'. 178 I Laboratori Nazionali del Sud (LNS) sono uno dei quattro laboratori dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, con sede a Catania. Svolgono diverse attivita' legate alla fisica e alla fisica delle particelle. Per l'Astrofisica Particellare e' in costruzione una grande infrastruttura di ricerca sottomarina (KM3NeT) per la rivelazione di neutrini presso una sede dei LNS situata a Portopalo di Capo Passero (SI). KM3NeT e' il piu' grande telescopio sottomarino mai realizzato. L'osservatorio sottomarino consentira' agli scienziati di identificare le sorgenti dei neutrini di alta energia provenienti da eventi catastrofici nell'universo, e di studiare le proprieta' fondamentali di queste particelle, le piu' elusive che si conoscano perche' interagiscono pochissimo con la materia e, proprio per questo, per osservarle sono necessari rivelatori di grandi dimensioni. Ai LNS sono inoltre operativi una sala di irraggiamento per la proton-terapia (CATANA), un laboratorio per i beni culturali (LANDIS), un laboratorio per la radioattivita' ambientale e altri laboratori per attivita' multidisciplinari (fotonica, biologia, chimica, ecc.). 179 Vds. Direttiva CE n. 56 del 2008. 180 La posizione dell'osservatorio e' strategica anche per la sua vicinanza al vulcano Etna. L'interpretazione delle misure geofisiche prese a mare alla profondita' di 2000 metri, congiuntamente all'analisi dei dati rilevati dalle stazioni geofisiche a terra, contribuiscono a migliorare la conoscenza del vulcano. 181 Istituita nel 1994 in base alla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS), l'International Seabed Authority, ISA) si occupa di amministrare, per conto degli Stati membri, le risorse minerarie dei fondali marini dell'Area, nonche' di assicurare che l'ambiente marino sia protetto nello svolgimento di queste attivita' e infine che la ricerca scientifica marina e la conoscenza dei fondali vengano promosse. 182 Inoltre, l'Italia ha contribuito ai lavori della commissione tecnico legale in tutte le fasi piu' rilevanti delle attivita' dell'ISA, da quelle organizzative del suo funzionamento, alla redazione dei regolamenti di esplorazione sino alla preparazione del codice di sfruttamento. Esperti italiani provenienti a diverse discipline sono, infatti, stati eletti membri della Commissione sin dal 1997. 183 In questo contesto, si ricorda la disciplina internazionale che regola la posa dei cavi sottomarini, in particolare la Convenzione di Montego Bay del 1982 sul diritto del mare, che distingue le regole esistenti per il mare territoriale da una parte, e la Zona economica esclusiva e il mare internazionale dall'altra. Per il mare territoriale (fino a 12 miglia dalla linea di base) la posa di cavi sottomarini cosi' come il collegamento con le infrastrutture terrestri puo' avvenire solo con il consenso dello Stato territoriale, che ne disciplina anche il percorso della posa nonche' le modalita' di protezione. Nella zona economica esclusiva (fino a 200 miglia nautiche dalla linea di base) vige il principio della liberta' della posa dei cavi sottomarini. Sebbene lo Stato territoriale possa richiedere di approvarne il tracciato (affinche' non interferisca con le attivita' di pesca o sfruttamento minerario del sottosuolo), non ha facolta' di porre un divieto sulla posa dei cavi nei confronti di altri Stati. In alto mare, infine, si afferma il principio di totale liberta' di posa dei cavi sottomarini. 184 Il territorio insulare italiano e' pari a circa 49.798 km², mentre il territorio nazionale totale ricopre una superficie di circa 301.278 km², vds. EURISPES - Istituto di Studi politici, Economici e Sociali, Osservatorio permanente sull'Insularita', 2023. 185 Il calcolo ricomprende anche le isole dell'arcipelago spezzino e l'Asinara, sostanzialmente disabitate o, comunque, con una popolazione inferiore a 50 unita'. Queste isole sono dette "minori" in quanto hanno tutte una superficie inferiore ai 1.000 km². Esse occupano un'area complessiva di oltre 800 km², di cui 224 sono di pertinenza dell'Isola d'Elba - la piu' grande - seguita da Sant'Antioco (115,6 km²) e Pantelleria (84,5 km²); solo altre tre sono al di sopra dei 40 km² (San Pietro, Asinara, Ischia) mentre le restanti sono piu' piccole. Non tutte le isole minori sono abitate; lo sono poco meno di 30 per un totale di abitanti inferiore a 200mila unita' (poco piu' dello 0,3% della popolazione italiana). Fatta eccezione per Ischia (oltre 62mila abitanti) e l'Isola d'Elba (31mila abitanti circa), tutte le altre isole minori hanno una popolazione inferiore ai 15mila abitanti. Possono cosi' individuarsi 2 gruppi: il primo, che comprende quelle con un numero di abitanti superiore a 10mila, e' composto da Capri, Sant'Antioco, le Isole Eolie nel loro insieme, la Maddalena e Procida; il secondo, piu' consistente, raggruppa le isole con meno di 10mila abitanti: Pantelleria, le Pelagie, San Pietro, le Egadi, Ponza, Salina, il Giglio e Ustica. Infine, ci sono realta' che hanno meno di 1.000 abitanti (Ventotene, le Tremiti e Capraia). Ivi, 4. 186 Ivi, 5. 187 Il Fondo e' destinato a finanziare progetti di sviluppo infrastrutturale o di riqualificazione del territorio di Comuni ricompresi nell'ambito delle isole minori, cosi' come individuate dalla legge n. 448 del 2001. 188 Legge recante «Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023». 189 In questi termini A. Gallia - S. Malatesta, «Le isole minori italiane nelle missioni del PNRR. Una visione sul futuro», in Documenti geografici, 2022, 161 e ss, DOI: 10.19246 https://www.documentigeografici.it/index.php/docugeo/article/view/349 190 V. art. 1 c. 494 l. 197 del 2022 (bilancio per l'anno 2023) ed il successivo comma 495 che prevede: «Il fondo di cui al comma 494 e' destinato al finanziamento di interventi per la mobilita' dei cittadini residenti nel territorio della Sicilia e della Sardegna». 191 In tal modo, nell'ottica di una internazionalizzazione della telemedicina, la Sicilia diventerebbe una sorta di cerniera tra l'Europa, il Continente africano ed il Medio Oriente. Dallo sviluppo della Telemedicina con il suo impiego nelle emergenze sanitarie attraverso il sistema satellitare e' naturale ricavarne un modello validato, snello ed appropriato esportabile e condivisibile con altre realta' sanitarie quali quelle dei Paesi del Nord Africa, ma anche del bacino del Mediterraneo e del Medio Oriente dove le criticita' sanitarie sono strettamente correlate al loro contesto sociale, allo stato di poverta' o di carenza scolastica, oltre ai problemi di natura politica ed ai conflitti etnico-religiosi. In tal modo, la Sicilia diventerebbe un collante di promozione culturale, sanitaria e sociale, quindi di sviluppo sociale di nazioni in stato di precarieta' economica e sociale. 192 L'innovazione tecnologica in sanita' pubblica con la creazione e l'implementazione della telemedicina e del monitoraggio da remoto nelle aree disagiate, sulle imbarcazioni, nei porti favorisce nel cittadino la cultura della sicurezza delle cure, ne migliora la fiducia nei confronti del SSN ed e' elemento di garanzia e motivazione per implementare la scelta di viaggi culturali, ma anche per il turismo sportivo, ecc. e, di riflesso per la conoscenza ed interesse per il mare, per le aree protette e per la tutela delle stesse. Molti cittadini oggi, soprattutto di fasce d'eta' piu' elevate o affette da patologie croniche e' costretto a scegliere le mete turistiche soprattutto in correlazione ai servizi sanitari presenti sul luogo. 193 Vds. in tale contesto il d.lgs. n. 71 del 2015, recante «Attuazione della direttiva 2012/35/UE, che modifica la direttiva 2008/106/CE, concernente i requisiti minimi di formazione della gente di mare» che gia' prevede la possibilita' di agevolare percorsi semplificati - nell'ambito delle norme stabilite dalle convenzioni internazionali - per i marittimi che svolgono il proprio lavoro a bordo delle navi impegnate nei viaggi costieri. 194 Il costo della formazione e della certificazione professionale del personale marittimo e' un tema attuale, in parte affrontato dal Governo con il decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48 (d.l. Lavoro), recante misure urgenti per l'inclusione sociale e l'accesso al mondo del lavoro poi convertito con modificazioni con legge 3 luglio 2023, n. 85. 195 In questo senso anche il «Rapporto dell'Osservatorio isole sostenibili, Le sfide della transizione ecologica nelle isole minori», edizione 2023. 196 Fonte EURISPES - Istituto di Studi politici, Economici e Sociali, Osservatorio permanente sull'Insularita', 2023. 197 Ibidem. 198 Vds. il Libro Bianco sull'Energia - Ancim, Nov 2019. 199 Dati Osservatorio isole sostenibili, Le sfide per le isole minori e le buone pratiche dal mondo, edizione 2022. 200 Fonte EURISPES - Istituto di Studi politici, Economici e Sociali, Osservatorio permanente sull'Insularita', 2023. 201 Ibidem. 202 Le linee marittime interessate a questi servizi, classificati di "corto raggio", riguardano - per lo piu' - servizi marittimi regolari connotati da obblighi di servizio pubblico e, in alcuni casi, disciplinati da contratti di servizio pubblico. L'eta' media dei mezzi Ro-Pax si attesta ad oltre i 35 anni, mentre quella delle unita' veloci e' superiore ai 25 anni. In termini di stazza lorda, su un totale di circa 225.000 TSL, l'89% circa e' costituito da unita' Ro-Pax e il restante 11% da unita' veloci. 203 Fonte EURISPES - Istituto di Studi politici, Economici e Sociali, Osservatorio permanente sull'Insularita', 2023. 204 Ibidem. 205 Fonte «XI Rapporto Nazionale sull'Economia del Mare», Centro Studi Tagliacarne - Unioncamere - OsserMare. 206 Deloitte &Touche, Universita' di Genova e Universita' di Amburgo. 207 Direttiva CE del Parlamento Europeo e del consiglio 12 dicembre 2006, n. 123. 208 IPCC, 2021: Climate Change 2021: The Physical Science Basis. Contribution of Working Group I to the Sixth Assessment Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change [Masson-Delmotte, V., P. Zhai, A. Pirani, S.L. Connors, C. Pean, S. Berger, N. Caud, Y. Chen, L. Goldfarb, M.I. Gomis, M. Huang, K. Leitzell, E. Lonnoy, J.B.R. Matthews, T.K. Maycock, T. Waterfield, O. Yelekçi, R. Yu, and B. Zhou (eds.)]. Cambridge University Press, Cambridge, United Kingdom and New York, NY, USA, 2391 pp. doi:10.1017/9781009157896. IPCC, 2022: Climate Change 2022: Impacts, Adaptation and Vulnerability. Contribution of Working Group II to the Sixth Assessment Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change [H.-O. Pörtner, D.C. Roberts, M. Tignor, E.S. Poloczanska, K. Mintenbeck, A. Alegria, M. Craig, S. Langsdorf, S. Löschke, V. Möller, A. Okem, B. Rama (eds.)]. Cambridge University Press. Cambridge University Press, Cambridge, UK and New York, NY, USA, 3056 pp., doi:10.1017/9781009325844. 209 Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni «Plasmare un'Europa resiliente ai cambiamenti climatici - La nuova strategia dell'UE di adattamento ai cambiamenti climatici». Bruxelles, 24.2.2021 COM(2021) 82 final. 210 https://www.mase.gov.it/sites/default/files/archivio/allegati/clima/s trategia adattamentoCC.pdf. La Strategia, con i tre rapporti che la supportano, rappresenta un primo quadro di riferimento per l'adattamento nazionale e fornisce obiettivi, principi ed un set di azioni settoriali ed intersettoriali di adattamento. 211 Cfr. https://climate-adapt.eea.europa.eu/en/knowledge/tools/adaptation-sup port-tool. 212 Eventi di mareggiate e acqua alta eccezionale a Venezia descritti in Il clima in Italia nel 2022, Report SNPA 36/2023. 213 Cfr. IPCC FAQ 5.1: How is life in the sea affected by climate change' https://www.ipcc.ch/srocc/about/faq/final-faq-chapter-5 214 Vds. Il clima in Italia nel 2022, Report SNPA 36/2023: stime aggiornate della temperatura dei mari italiani. 215 Trae fondamento sia dal Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (art. 174) sia dalla Costituzione italiana (art. 3, comma 2, e art. 119, comma 5) che richiedono interventi specifici per favorire uno sviluppo armonico e una rimozione degli squilibri economici e sociali. La politica di coesione e' promossa e sostenuta dall'UE con i Fondi strutturali che finanziano programmi con una gestione condivisa tra Stato membro e Commissione. 216 La finalita' degli interventi CTE consiste nel promuovere la collaborazione tra i territori dei diversi Stati membri mediante lo sviluppo di azioni congiunte, scambi di esperienze e costruzione di reti tra attori nazionali, regionali e locali per contribuire allo sviluppo economico, sociale e territoriale. 217 I quali comprendono: Interreg Area Alpina, Interreg ESPON 2030, Interreg EURO MEDITERRANEO (EURO MED), Interreg Europa, Interreg Europa centrale, Interreg Francia-Italia (ALCOTRA), Interreg Grecia-Italia, Interreg IPA ADRION, Interreg IPA South ADRIATIC, Interreg Interact, Interreg Italia-Austria, Interreg Italia-Croazia, Interreg Italia-Francia (Marittimo), Interreg Italia-Malta, Interreg Italia-Slovenia, Interreg Italia-Svizzera, Interreg NEXT Bacino del Mediterraneo (NEXT MED), Interreg NEXT Italia Tunisia e Interreg URBACT IV. 218 Circa 86 programmi: 64 Transfrontalieri di cui: 49 sui confini interni dell'UE, 10 sui confini con i Paesi in pre-adesione (Interreg IPA) e 5 sui confini esterni all'UE (Interreg Next); 13 Transnazionali a sostegno di ampie aree di cooperazione; 4 interregionali per il sostegno all'efficacia della politica di coesione (Interreg Europe; ESPON; URBACT; INTERACT); 5 dedicati alle regioni d'oltremare https://interreg.eu/about-interreg/ 219 Sono 67 programmi, declinati in 38 regionali, 10 nazionali e 19 CTE questi ultimi interamente dedicati alla "blue economy". 220 Fonte: Relazione Annuale sulla CTE 2022, consultabile al seguente indirizzo: https://www.agenziacoesione.gov.it/news_istituzionali/relazione-annua le-sulla-partecipazione-italiana-ai-programmi-cte-eni-ipa-ii-anno-202 2/ 221 Quattro Stati membri (Italia, Slovenia, Grecia, Croazia) e sei Paesi non-UE (Albania, Serbia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Macedonia del Nord e Repubblica di San Marino). 222 Processo di incorporazione delle priorita' identificate dalle strategie nei Programmi della coesione, mainstream e di cooperazione territoriale europea. Sebbene questo processo sarebbe orientato prevalentemente ai Programmi mainstream, anche in considerazione del loro volume finanziario, oggi la cooperazione territoriale riveste un ruolo importante in questo sistema nella programmazione 2021-2027. 223 L'UpM riunisce i Paesi dell'Unione europea e 15 Paesi delle sponde meridionali e orientali del Mediterraneo: Algeria, Bosnia-Erzegovina, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Mauritania, Monaco, Montenegro, Marocco, Autorita' palestinese, Siria, Tunisia e Turchia. La Libia, invece, ne fa parte come Stato osservatore. L'Unione ha lo scopo di promuovere la stabilita' e l'integrazione in tutta la regione mediterranea, al fine di sostenere lo sviluppo socioeconomico dei diversi Paesi e garantire la stabilita' nella regione. A tal fine, individua e svolge attivita' di assistenza a progetti di interesse regionale, ai quali conferisce il proprio supporto. Questi progetti ed iniziative si concentrano su sei settori di attivita', come prescritto dagli Stati membri dell'UpM: sviluppo imprenditoriale, alta formazione e ricerca, affari sociali e civili, energia e azioni per il clima, trasporti e sviluppo urbano, acqua e ambiente. 224 L'UpM prevede un doppio Segretario generale: uno nominato dai Paesi della sponda Sud ed uno nominato da quelli della sponda Nord. L'UE, attraverso la Commissione europea, partecipa all'UpM costituendo una traccia e un indirizzo per l'evoluzione della stessa Unione. 225 Vds. d.lgs. 16 agosto 2016, n. 177, art. 2, comma 1, lett. c) 1). 226 L'iniziativa dei Tre Mari - Baltico-Nero-Adriatico - e' promossa dalla Polonia con l'avallo statunitense, con la Romania in Mar Nero e la Croazia in Adriatico che agiscono da perni. Un'iniziativa pervasivamente duale, civile e militare, che abbraccia i settori dell'approvvigionamento energetico, delle infrastrutture autostradali e ferroviarie e quello dello sviluppo della portualita', coi progetti europei del corridoio Gdynia/Danzica-Trieste e del progetto nazionale di alta velocita' Trieste-Ancona. 227 Episodi come quello dell'incagliamento della nave portacontainer Ever Given nel Canale di Suez ne hanno mostrato con chiarezza la vulnerabilita' e le conseguenze critiche sull'intero sistema di logistica e approvvigionamenti mondiale. 228 Comunicazione della Commissione Europea 17 maggio 2021, n. 240 final.