ALLEGATO I RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO 1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE Caelyx 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA Ogni flacone da 10 ml di Caelyx contiene 2 mg/ml di doxorubicina cloridrato, concentrata per infusione. 3. FORMA FARMACEUTICA Caelyx e' una formulazione liposomiale in cui la doxorubicina cloridrato e' incapsulata in liposomi, sulla cui superficie e' legato il metossipolietilenglicole (MPEG). Questo processo noto come "pegylation", protegge i liposomi dal riconoscimento da parte del sistema fagocitario mononucleare (MPS), e ne incrementa il tempo di circolazione nel sangue. Caelyx e' un concentrato per infusione e si presenta come una sospensione sterile, traslucida e di colore rosso, contenuta in flaconi di vetro da 10 ml per una singola infusione endovenosa. 4. INFORMAZIONI CLINICHE 4.1 Indicazioni terapeutiche Caelyx e' indicato nei casi di sarcoma di Kaposi correlato all'AIDS in pazienti con un basso numero di CD4 (linfociti CD4<200/mm3) e malattia diffusa a livello mucocutaneo o viscerale. Caelyx puo' essere utilizzato come chemioterapia sistemica di prima linea o di seconda linea in pazienti affetti da Sarcoma di Kaposi correlato all'AIDS con malattia gia' in stadio avanzato, od in pazienti intolleranti ad un precedente trattamento chemioterapico sistemico di associazione con almeno due delle seguenti sostanze: un alcaloide della vinca, bleomicina e doxorubicina (o un'altra antraciclina). 4.2 Posologia e modo di somministrazione Dose Caelyx deve essere somministrato per via endovenosa a dosi di 20 mg/ m2 ogni due-tre settimane. Devono essere evitati intervalli inferiori a 10 giorni, in quanto non si puo' escludere un accumulo ed un aumento di tossicita' della sostanza. Per ottenere una risposta terapeutica occorre trattare i pazienti per un periodo di 2-3 mesi. Il trattamento va poi continuato secondo necessita' per mantenere la risposta terapeutica. Somministrazione Caelyx, diluito in 250 ml di glucosata al 5%, deve essere somministrato mediante infusione endovenosa in 30 minuti. NON somministrare il prodotto come bolo o soluzione non diluita. Si consiglia di collegare la linea di infusione contenente Caelyx all'ingresso laterale di un'infusione endovenosa di glucosio al 5%, onde diluire ulteriormente la sostanza e ridurre al minimo il rischio di trombosi e di stravaso. Caelyx non deve essere somministrato per via intramuscolare o per via sottocutanea. Pazienti con insufficienza epatica In un numero ristretto di pazienti con insufficienza epatica (valori di bilirubina superiori a 4 mg/dl), ai quali e' stata somministrata una dose di Caelyx di 20 mg/ m2, non sono state riscontrate alterazioni della clearance e dell'emivita di Caelyx. Tuttavia, finche' non saranno disponibili ulteriori dati, la dose di Caelyx nei pazienti con funzione epatica compromessa deve essere ridotta, sulla base dell'esperienza ottenuta con la doxorubicina cloridrato convenzionale. Prima di somministrare Caelyx occorre controllare la funzione epatica con i comuni test clinici di laboratorio, quali ALT/AST, fosfatasi alcalina e bilirubina. Si raccomanda di ridurre la dose di Caelyx in caso di elevati livelli di bilirubinemia come indicato: bilirubina sierica 1,2 - 3,0 mg/dl, dimezzare la dose usuale; bilirubina >3 mg/dl, un quarto della dose usuale. Pazienti con insufficienza renale Dato che la doxorubicina viene metabolizzata dal fegato ed escreta nella bile, non dovrebbe essere necessaria alcuna modifica del dosaggio di Caelyx. Pazienti splenectomizzati Poiche' non si ha alcuna esperienza sull'uso di Caelyx in pazienti splenectomizzati, non se ne consiglia l'uso. Pazienti pediatrici Non si conosce ne' la sicurezza ne' l'efficacia del prodotto in pazienti di eta' inferiore ai 18 anni. Pazienti anziani Non si conosce ne' la sicurezza ne' l'efficacia del prodotto in pazienti di eta' superiore ai 60 anni. 4.3 Controindicazioni Caelyx e' controindicato nei pazienti con ipersensibilita' verso i suoi componenti o verso la doxorubicina cloridrato. Caelyx non deve essere somministrato durante la gravidanza e l'allattamento. Caelyx non deve essere utilizzato per il trattamento del sarcoma di Kaposi correlato all'AIDS, che possa essere trattato in modo efficace con terapia locale o con alfa-interferone sistemico. 4.4 Speciali avvertenze e opportune precauzioni d'impiego Avvertenze speciali Rischio cardiaco Tutti i pazienti trattati con Caelyx devono essere routinariamente sottoposti a frequenti elettrocardiogrammi. Cambiamenti transitori dell'elettrocardiogramma come appiattimento dell'onda T, sottolivellamento del tratto S-T e aritmie benigne non sono considerati segnali vincolanti per la sospensione della terapia con Caelyx. Tuttavia la riduzione del complesso QRS e' considerato il segno piu' predittivo di tossicita' cardiaca. Se si verifica questa alterazione, deve essere preso in considerazione il test decisivo di tossicita' miocardica da antraciclina, cioe' la biopsia endomiocardica. Metodi piu' specifici dell'elettrocardiogramma per la valutazione ed il controllo della funzione cardiaca sono la misurazione della frazione di eiezione del ventricolo sinistro per mezzo dell'ecocardiografia o preferibilmente per mezzo dell'arteriografia a porte multiple (multiple gated MUGA). Questi metodi devono essere applicati routinariamente prima dell'inizio della terapia con Caelyx e devono essere ripetuti periodicamente durante il trattamento. La valutazione della funzionalita' ventricolare sinistra e' considerata indispensabile prima di ogni somministrazione aggiuntiva di Caelyx che superi un dosaggio cumulativo di 450 mg/m2. Ogni qualvolta si sospetti una cardiomiopatia, per esempio quando la frazione di eiezione del ventricolo sinistro e' diminuita rispetto ai valori precedenti al trattamento e/o (allo stesso tempo) la frazione di eiezione del ventricolo sinistro e' piu' bassa di un valore prognosticamente significativo (ad es. < 45%), deve essere effettuata una biopsia endomiocardica ed il beneficio del proseguimento della terapia deve essere attentamente valutato rispetto al rischio di produrre un danno cardiaco irreversibile. Insufficienza cardiaca congestizia dovuta a cardiomiopatia puo' verificarsi all'improvviso, senza essere preceduta da variazioni dell'elettrocardiogramma, anche parecchie settimane dopo la sospensione del trattamento. I test di valutazione ed i metodi sopra descritti riguardanti il monitoraggio cardiaco durante la terapia con antracicline, devono essere impiegati nel seguente ordine: elettrocardiogramma, misurazione della frazione di eiezione ventricolare sinistra, biopsia endomiocardica. Se i risultati di un test indicano una possibile lesione cardiaca associata alla terapia con Caelyx, il beneficio della terapia deve essere attentamente valutato rispetto al rischio di una lesione miocardica. Pazienti con anamnesi di malattie cardiovascolari devono essere trattati con Caelyx solo quando il beneficio sia maggiore del rischio. Si deve prestare cautela in pazienti con funzionalita' cardiaca compromessa in trattamento con Caelyx. Si deve prestare cautela in pazienti trattati con altre antracicline. La dose totale di doxorubicina cloridrato deve anche tenere conto di ogni precedente (o concomitante) terapia con composti cardiotossici come altre antracicline/antrachinoni o ad es. 5-FU. Mielosoppressione Molti pazienti con sarcoma di Kaposi correlato all'AIDS trattati con Caelyx presentano una mielosoppressione di base dovuta a diversi fattori quali la stessa infezione da HIV o le numerose terapie concomitanti. In questa popolazione, la mielosoppressione diventa l'effetto indesiderato che limita il dosaggio (vedere il paragrafo 4.8 Effetti indesiderati). A causa della potenziale soppressione del midollo osseo, gli esami ematologici dovranno essere effettuati di frequente nel corso della terapia con Caelyx, e per lo meno prima di ogni dose di Caelyx. La mielosoppressione grave e persistente puo' determinare una superinfezione o una emorragia. In studi clinici controllati in confronto a bleomicina/vincristina, le infezioni opportunistiche erano piu' frequenti in corso di trattamento con Caelyx. Pazienti e medici devono essere consapevoli di questa maggiore incidenza, ed agire di conseguenza. Reazioni associate all'infusione Vedere Effetti indesiderati. Precauzioni speciali Pazienti diabetici Va ricordato che ogni flacone di Caelyx contiene saccarosio e viene somministrato mediante un'infusione endovenosa di glucosio al 5%. 4.5 Interazioni con altri medicinali ed interazioni di qualsiasi altro genere Non e' stato eseguito alcuno studio formale di interazione tra altri farmaci e Caelyx. L'eventuale concomitante somministrazione con farmaci che notoriamente interagiscono con la doxorubicina cloridrato richiede cautela. Nonostante l'assenza di studi formali, Caelyx al pari di altre preparazioni a base di doxorubicina cloridrato, puo' potenziare la tossicita' di altre terapie anticancro. Con la doxorubicina cloridrato si sono osservati casi di esacerbazione della cistite emorragica indotta da ciclofosfamide e di aumento dell'epatotossicita' della 6- mercaptopurina. Richiede inoltre cautela la somministrazione concomitante di altri agenti citotossici, in particolare agenti mielotossici. 4.6 Uso durante la gravidanza e l'allattamento Gravidanza Caelyx e' embriotossico nei ratti, nonche' embriotossico e abortivo nei conigli. Non si puo' escludere la teratogenicita'. Non vi sono dati sull'uso di Caelyx nelle donne in gravidanza. Pertanto Caelyx non va somministrato a donne in stato di gravidanza. Le donne in eta' fertile dovranno essere informate di evitare la gravidanza sia che esse o il loro partner siano trattati con Caelyx, ed inoltre, nei sei mesi successivi al termine della terapia con Caelyx (vedere il paragrafo 5.3 Dati preclinici di sicurezza). Allattamento Non e' noto se questo farmaco venga escreto nel latte umano. Pertanto, a causa del rischio potenziale di gravi effetti collaterali per il bambino, occorre che la madre interrompa l'allattamento prima dell'assunzione di Caelyx. 4.7 Effetti sulla capacita' di guidare veicoli e sull'uso di macchine Nonostante Caelyx non dovrebbe avere effetti negativi sulla capacita' di guidare, gli studi finora eseguiti indicano che vertigini e sonnolenza sono associati non frequentemente (< 5%) alla somministrazione di Caelyx. Pertanto i pazienti che lamentano tali effetti devono evitare di guidare e di utilizzare macchinari. 4.8 Effetti indesiderati Studi clinici in aperto e controllati effettuati su pazienti con sarcoma di Kaposi correlato all'AIDS trattati con Caelyx indicano che l'effetto collaterale piu' frequente associato alla somministrazione di Caelyx e' la mielosoppressione che si verifica in circa la meta' dei pazienti. La leucopenia e' l'effetto indesiderato piu' frequentemente riscontrato nella popolazione trattata con Caelyx, ma si possono riscontrare anche anemia e trombocitopenia. Questi eventi possono verificarsi all'inizio od in corso di trattamento. La tossicita' ematologica puo' richiedere la riduzione della dose, la sospensione o la posticipazione del trattamento. Il trattamento con Caelyx deve essere temporaneamente sospeso quando il numero dei neutrofili e' <1000/mm3 e/o la conta delle piastrine e' <50.000/mm3 G-CSF (o GM-CSF) possono essere somministrati come terapia di supporto quando il numero dei neutrofili e' <1000/mm3. Anomalie di laboratorio clinicamente significative sono occorse frequentemente (> o - 5%) durante gli studi clinici con Caelyx. Questi includono aumento della fosfatasi alcalina; aumento della AST e della bilirubinemia che si ritiene siano dovuti alla malattia e non a Caelyx. Riduzione della emoglobina e delle piastrine e' stata riscontrata meno frequentemente (<5%). E' stata osservata raramente (<1%) sepsi correlata a leucopenia. Alcune di queste anomalie possono essere dovute all'infezione da virus HIV e non a Caelyx. Altri effetti collaterali osservati frequentemente (> o - 5%) sono nausea, astenia, alopecia, febbre, diarrea, reazioni acute correlate alla infusione e stomatite. Le reazioni associate all'infusione includono rossore, affanno, edema facciale, emicrania, brividi, dolore alla schiena, senso di oppressione toracica od alla gola e/o ipotensione. Nella maggior parte dei casi gli effetti indesiderati si verificano nel corso del primo ciclo di trattamento. La sospensione temporanea dell'infusione o il rallentamento della velocita' dell'infusione risolvono queste reazioni nell'arco di varie ore, indipendentemente dal fatto che si ricorra ad un trattamento sintomatico. La stomatite si e' manifestata nei pazienti trattati con infusioni continue di doxorubicina cloridrato convenzionale, e frequentemente nei pazienti trattati con Caelyx. La stomatite non interferiva con il completamento della terapia da parte dei pazienti e generalmente non richiedeva aggiustamenti di dosaggio, a meno che non influenzasse la capacita' di alimentarsi da parte del paziente. In tal caso l'intervallo tra le dosi puo' essere aumentato di 1-2 settimane oppure si puo' ridurre la dose. Effetti indesiderati di tipo respiratorio sono stati osservati frequentemente (> o - 5%) negli studi clinici di Caelyx e possono essere collegati a infezioni opportunistiche nei pazienti affetti da AIDS. Infezioni opportunistiche si sono verificate in pazienti affetti da sarcoma di Kaposi dopo la somministrazione di Caelyx; tali infezioni sono frequenti nei pazienti affetti da immunodeficienza indotta da HIV. Le infezioni opportunistiche piu' comuni osservate negli studi clinici sono quelle indotte da Candida, Citomegalovirus, Herpes simplex, Mycobacterium avium complex e polmonite da Pneumocistis carinii. Altri effetti collaterali, riscontrati meno frequentemente (< 5%) includevano eritrodisestesia palmo-plantare, moniliasi orale, nausea e vomito, perdita di peso, rush cutaneo, ulcerazioni del cavo orale, dispnea, dolore addominale, reazioni di ipersensibilita' incluse reazioni anafilattiche, vasodilatazione, vertigini, anoressia, glossite, costipazione, parestesia, retinite e stato confusionale. La eritrodisestesia palmo-plantare e' caratterizzata da eruzioni maculari, iperemiche e dolorose. Nei pazienti in cui si verifica, tale evento generalmente si manifesta dopo sei settimane o piu' di trattamento. Nella maggior parte dei pazienti il fenomeno si risolve in una o due settimane, con o senza trattamento con corticosteroidi. Tale fenomeno pare correlato al dosaggio e alla frequenza del trattamento e puo' essere ridotto aumentando l'intervallo tra le dosi di 1-2 settimane o riducendo la dose. La reazione puo' essere grave e debilitante in alcuni pazienti, e puo' richiedere la sospensione del trattamento. La terapia con doxorubicina tradizionale e associata ad una maggiore incidenza di insufficienza cardiaca congestizia. Fino a quando non saranno disponibili maggiori dati clinici, il pericolo di sviluppare caridiomiopatie con Caelyx dovra' essere considerato simile a quello della doxorubicina standard, anche se nove su dieci biopsie endomiocardiche condotte su pazienti con sarcoma di Kaposi correlato all'AIDS e trattati con dosi cumulative di Caelyx superiori a 460 mg/m2, non hanno evidenziato cardiotossicita' indotta da antracicline. La dose consigliata di Caelyx per pazienti con sarcoma di Kaposi correlato all'AIDS e' di 20 mg/m2 ogni due-tre settimane. Il rischio di cardiotossicita' inizia ad essere maggiore dopo il raggiungimento di dosi cumulative > 400 mg/m2, che corrispondono a oltre 20 cicli di terapia di Caelyx, la cui somministrazione richiede un periodo di 40-60 settimane. Caelyx deve essere considerato come irritante, sebbene fino ad oggi non sia stata osservata alcuna necrosi locale in seguito a stravaso. Studi condotti su animali indicano che la somministrazione di doxorubicina cloridrato in formulazione liposomiale riduce il rischio di lesioni da stravaso. In presenza di segni e sintomi da stravaso (per es. bruciore, eritema), l'infusione deve essere interrotta immediatamente e ripresa in una vena diversa. L'applicazione di ghiaccio sul sito di stravaso per circa 30 minuti potrebbe essere utile per alleviare la reazione locale. Caelyx non deve essere somministrato per via intramuscolare o per via sottocutanea. Raramente con la somministrazione di Caelyx si puo' verificare la ricomparsa di reazioni cutanee dovute ad una precedente radioterapia. 4.9 Sovradosaggio Il sovradosaggio acuto di doxorubicina cloridrato aumenta gli effetti tossici: mucosite, leucopenia e trombocitopenia. Il trattamento del sovradosaggio acuto nei pazienti gravemente mielodepressi richiede: ricovero in ambiente ospedaliero, somministrazione di antibiotici, trasfusione di piastrine e granulociti e trattamento sintomatico della mucosite. 5. PROPRIETA' FARMACOLOGICHE 5.1 Proprieta' farmacodinamiche Categoria farmacoterapeutica: Agenti citotossici (antracicline e sostanze correlate), codice ATC L01DB. Il principio attivo di Caelyx e' la doxorubicina cloridrato, un antibiotico citotossico del gruppo delle antracicline ottenuto dallo Streptomyces peucetius var. caesius. L'esatto meccanismo dell'attivita' antitumorale della doxorubicina non e' noto. Si ritiene generalmente che l'inibizione della sintesi di DNA, RNA e proteine, sia il responsabile principale dell'effetto citotossico, dovuto probabilmente alla interposizione dell'antraciclina tra coppie adiacenti di basi della doppia elica del DNA, impedendone lo svolgimento per la replicazione. 5.2 Proprieta' farmacocinetiche Caelyx e' una formulazione liposomiale, rivestita di MPEG, a lunga durata, della doxorubicina cloridrato che e' in grado di fornire una maggiore concentrazione di doxorubicina nel sarcoma di Kaposi piuttosto che nella cute normale. I liposomi trattati con MPEG contengono segmenti del polimero idrofilo metossipolietilen glicol (MPEG) attaccati in superficie. Tali gruppi lineari si estendono dalla superficie del liposoma creando un rivestimento protettivo che riduce le interazioni tra la membrana lipidica a due strati e i componenti del plasma. Cio' consente ai liposomi di Caelyx di circolare per periodi piu' prolungati nel sangue. I liposomi rivestiti di MPEG sono sufficientemente piccoli (diametro medio di 100 nm circa) per passare intatti (per stravaso) attraverso i capillari, che irrorano i tumori. Prove della penetrazione dei liposomi rivestiti di MPEG dai vasi sanguigni e della loro penetrazione e accumulo nei tumori sono state riscontrate in topi con carcinoma del colon C-26 e in topi transgenici con lesioni di tipologia simile al sarcoma di Kaposi. I liposomi rivestiti di MPEG sono inoltre caratterizzati da una matrice lipidica a bassa permeabilita' e da un sistema tampone acquoso interno, che contribuiscono all'incapsulamento della doxorubicina cloridrato durante il periodo in cui il liposoma permane in circolazione. La farmacocinetica plasmatica di Caelyx e' stata valutata su 23 pazienti affetti da sarcoma di Kaposi, a cui venivano somministrate dosi singole di 20 mg/m2 mediante infusione in 30 minuti. I parametri farmacocinetici di Caelyx (primariamente rappresentanti la doxorubicina cloridrato incapsulata nel liposoma e bassi livelli di doxorubicina cloridrato non incapsulata) sono stati misurati dopo la somministrazione di 20 mg/m2 e sono presentati nella seguente tabella. Parametri farmacocinetici in pazienti trattati con Caelyx _____________________________________________________________________ | | Media + o - errore | | | standard | | | 20 mg/m2 | | Parametro | (n=23) | |___________________________________________|_______________________| | | | | Massima concentrazione plasmatica (a) | 8,34 + o - 0,49 | | (Mi g/ml) | | | Clearance plasmatica (L/h/m2) | 0,041 + o - 0,004 | | Volume di distribuzione (L/m2) | 2,72 + o - 0,120 | | AUC (Mi g/ml.h) | 590 + o - 58,7 | | Lambda 1 emivita (ore) | 5,2 + o - 1,4 | | Lambda 2 emivita (ore) | 55,0 + o - 4,8 | |___________________________________________|_______________________| (a) Misurata al termine di una infusione di 30 minuti. La farmacocinetica plasmatica di Caelyx nell'uomo differisce significativamente da quanto riportato in letteratura per le preparazioni standard di doxorubicina cloridrato. Caelyx e' caratterizzato da una farmacocinetica lineare. La biodisponibilita' avviene in due fasi dopo la somministrazione, una prima fase relativamente breve (- 5 ore) ed una seconda fase prolungata (- 55 ore) che influisce per la maggior parte sull'area sotto la curva (AUC). La doxorubicina cloridrato mostra una notevole distribuzione tissutale (volume di distribuzione da 700 a 1100 L/m2) e una clearance rapida, (da 24 a 73 L/h/m2). Il profilo farmacocinetico di Caelyx indica invece che tale prodotto rimane confinato principalmente all'interno del volume plasmatico, e che la clearance della doxorubicina dal sangue dipende dal trasportatore liposomiale. La disponibilita' della doxorubicina inizia dopo lo stravaso dei liposomi e il loro ingresso nel compartimento tissutale. Per dosi equivalenti, la concentrazione plasmatica e i valori di AUC di Caelyx che rappresentano principalmente la doxorubicina cloridrato incapsulata nel liposoma (contenente il 90-95% della doxorubicina misurata) risultano significativamente maggiori dei valori ottenuti con preparazioni standard di doxorubicina cloridrato. Sono state ottenute biopsie delle lesioni del sarcoma di Kaposi e della cute normale 48 e 96 ore dopo l'infusione. 48 ore dopo il trattamento, i pazienti che hanno ricevuto 20 mg/m2 di Caelyx hanno fatto registrare una concentrazione totale di doxorubicina (incapsulata in liposoma e non) nelle lesioni del sarcoma di Kaposi in media 19 (range 3-53) volte superiore rispetto ai valori nella cute normale. 5.3 Dati preclinici di sicurezza Il profilo tossicologico di Caelyx negli studi per somministrazione ripetuta, condotti negli animali e' simile a quello riportato per infusioni a lungo termine della doxorubicina cloridrato nell'uomo. Con Caelyx l'incapsulamento della doxorubicina cloridrato nei liposomi rivestiti di MPEG determina i seguenti effetti che hanno diversa intensita': Cardiotossicita' Studi condotti nel coniglio hanno dimostrato che la cardiotossicita' di Caelyx e' ridotta rispetto a quella indotta da formulazioni convenzionali di doxorubicina. Tossicita' cutanea In studi condotti per somministrazione ripetuta di Caelyx su ratti e cani, sono stati osservati a dosaggi clinicamente rilevanti, gravi infiammazioni a livello del derma e formazioni ulcerose. Nello studio sul cane l'incidenza e la gravita' di queste lesioni e' stata ridotta abbassando la dose o prolungando gli intervalli tra le dosi. Simili lesioni dermiche, che sono descritte come eritrodisestesia palmo-plantare, sono state osservate anche in pazienti dopo infusione endovenosa a lungo termine (vedere il paragrafo 4.8 Effetti indesiderati). Risposta anafilattoide Durante gli studi di tossicita' per dosi ripetute condotti sul cane, e' stata osservata dopo la somministrazione di liposomi rivestiti di MPEG (placebo) una risposta acuta caratterizzata da ipotensione, mucose pallide, salivazione, emesi e periodi di iperattivita' seguiti da ipoattivita' e letargia. Una risposta simile, ma meno grave e' stata riscontrata in cani trattati con Caelyx e doxorubicina. La risposta ipotensiva e' stata ridotta di intensita' con un pre-trattamento a base di antiistarninici. Tuttavia la risposta non ha posto in pericolo di vita i cani che recuperavano rapidamente dopo sospensione del trattamento. Tossicita' locale Studi di tollerabilita' sottocutanea dimostrano che Caelyx, rispetto alla doxorubicina cloridrato causa irritazioni locali o danni tissutali piu' lievi dopo un eventuale stravaso. Mutagenicita' e carcinogenicita' Sebbene non siano stati condotti studi a tal proposito, la doxorubicina cloridrato, componente farmacologicamente attivo di Caelyx e' mutagena e carcinogenica. I liposomi placebo rivestiti di MPEG non sono ne' mutageni ne' genotossici. Tossicita' riproduttiva Caelyx dopo una dose singola di 36 mg/kg nel topo determina atrofia ovarica e testicolare di grado medio-moderato. Calo del peso testicolare ed ipospermia erano presenti nei ratti trattati con dosi ripetute > o - 0,25 mg/kg/die e nei cani e' stata osservata, dopo somministrazione di dosi ripetute di 1 mg/kg/die, una diffusa degenerazione dei tubuli seminiferi ed un marcato calo della spermatogenesi (vedere il paragrafo 4.6 Gravidanza e allattamento). 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1 Elenco degli eccipienti Ogni flacone di prodotto contiene i seguenti eccipienti: - alfa-2(2- par. quadra 1,2-distearoil-sn-glicero(3) fosfossi par. quadra etilcarbamoil)-omega metossipoli(ossietilen)-40, sale di sodio (MPEG-DSPE) - Fosfatidilcolina di soia completamente idrogenata (HSPC) - Colesterolo, NF - Ammonio solfato, ACS - Saccarosio, Ph Eur - Istidina, Ph Eur - Acqua per preparazioni iniettabili, Ph Eur - Acido cloridrico, Ph Eur - Sodio idrossido, Ph Eur 6.2 Incompatibilita' Non mescolare con altri farmaci. 6.3 Periodo di validita' I flaconi integri di prodotto hanno una validita' di 18 mesi e vanno conservati a 2-8 gradi C. Dopo diluizione con glucosata al 5%, la soluzione diluita di Caelyx deve essere usata immediatamente. Il prodotto diluito per un uso non immediato, dovra' essere preparato in condizioni asettiche ed in conformita' con le buone pratiche farmaceutiche e dovra' essere conservato a temperatura di 2-8 gradi C per un massimo di 24 ore. I flaconi parzialmente utilizzati vanno gettati. 6.4 Speciali precauzioni per la conservazione Conservare a temperatura compresa tra 2 e 8 gradi C. Evitare il congelamento. 6.5 Natura e contenuto della confezione Il contenitore e' un flacone in vetro Tipo I, con tappo in bromobutile grigio siliconato e guarnizione in alluminio. Caelyx e' fornito in confezioni singole o da 10 flaconi. Ogni flacone da 10 ml di Caelyx contiene doxorubicina cloridrato, 2 mg/ml; concentrato per infusione. 6.6 Istruzioni per l'impiego e la manipolazione, e per l'eliminazione del medicinale non utilizzato o dei rifiuti derivati da tale medicinale (se necessario) Non usare il prodotto se e' presente del precipitato o altri tipi di particelle. Determinare la dose di Caelyx da somministrare (a seconda della dose consigliata e della superficie corporea del paziente). Prelevare il volume corretto di Caelyx mediante siringa sterile. Occorre operare in condizioni rigorosamente asettiche, in quanto Caelyx non contiene ne' conservanti ne' agenti batteriostatici. La dose corretta di Caelyx va diluita in 250 ml di soluzione endovenosa di glucosio al 5% prima della somministrazione. L'uso di diluenti diversi della soluzione endovenosa di glucosio al 5%, o la presenza di qualsiasi agente batteriostatico, come per esempio alcool benzilico, puo' causare la precipitazione di Caelyx. Si raccomanda di collegare la linea di infusione contenente Caelyx all'ingresso laterale di un'infusione endovenosa di glucosio al 5%. La soluzione di Caelyx va maneggiata con cautela. E' necessario l'uso di guanti. Se Caelyx viene a contatto con la pelle o le mucose, lavare immediatamente a fondo con acqua e sapone. Caelyx va maneggiato ed eliminato nel rispetto delle normali precauzioni utilizzate per altri farmaci antitumorali. 7. TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO SP Europe Rue de Stalle 73 1180 Brussels, Belgio 8. NUMERI DI ISCRIZIONE NEL REGISTRO COMUNITARIO DEI MEDICINALI EU/1/96/011/001 EU/1/96/011/002 9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE 21 Giugno 1996 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO