(all. 1 - art. 1)
                                                           ALLEGATO I
            RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO
    1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
    Caelyx
    2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
    Ogni  flacone da 10 ml di Caelyx contiene 2 mg/ml di doxorubicina
cloridrato, concentrata per infusione.
    3. FORMA FARMACEUTICA
    Caelyx e' una formulazione liposomiale  in  cui  la  doxorubicina
cloridrato e' incapsulata in liposomi, sulla cui superficie e' legato
il   metossipolietilenglicole   (MPEG).  Questo  processo  noto  come
"pegylation", protegge i liposomi dal  riconoscimento  da  parte  del
sistema  fagocitario  mononucleare (MPS), e ne incrementa il tempo di
circolazione nel sangue. Caelyx e' un concentrato per infusione e  si
presenta  come una sospensione sterile, traslucida e di colore rosso,
contenuta in flaconi di vetro da 10  ml  per  una  singola  infusione
endovenosa.
    4. INFORMAZIONI CLINICHE
    4.1 Indicazioni terapeutiche
    Caelyx  e'  indicato  nei  casi  di  sarcoma  di Kaposi correlato
all'AIDS  in  pazienti  con  un  basso  numero  di   CD4   (linfociti
CD4<200/mm3) e malattia diffusa a livello mucocutaneo o viscerale.
    Caelyx  puo'  essere  utilizzato  come chemioterapia sistemica di
prima linea o di seconda linea in  pazienti  affetti  da  Sarcoma  di
Kaposi correlato all'AIDS con malattia gia' in stadio avanzato, od in
pazienti  intolleranti  ad  un  precedente trattamento chemioterapico
sistemico di associazione con almeno due delle seguenti sostanze:  un
alcaloide   della   vinca,  bleomicina  e  doxorubicina  (o  un'altra
antraciclina).
    4.2 Posologia e modo di somministrazione
    Dose
    Caelyx deve essere somministrato per via endovenosa a dosi di  20
mg/  m2  ogni  due-tre  settimane.   Devono essere evitati intervalli
inferiori a 10 giorni, in quanto non si puo' escludere un accumulo ed
un aumento di tossicita' della sostanza. Per  ottenere  una  risposta
terapeutica  occorre  trattare i pazienti per un periodo di 2-3 mesi.
Il trattamento va poi continuato secondo necessita' per mantenere  la
risposta terapeutica.
    Somministrazione
    Caelyx,  diluito  in  250  ml  di  glucosata  al  5%, deve essere
somministrato  mediante  infusione  endovenosa  in  30  minuti.   NON
somministrare  il  prodotto  come  bolo  o  soluzione non diluita. Si
consiglia di  collegare  la  linea  di  infusione  contenente  Caelyx
all'ingresso  laterale  di un'infusione endovenosa di glucosio al 5%,
onde diluire ulteriormente la sostanza e ridurre al minimo il rischio
di trombosi e di stravaso. Caelyx non deve essere  somministrato  per
via intramuscolare o per via sottocutanea.
    Pazienti con insufficienza epatica
    In  un  numero  ristretto  di  pazienti con insufficienza epatica
(valori di bilirubina  superiori  a  4  mg/dl),  ai  quali  e'  stata
somministrata  una  dose  di  Caelyx  di  20  mg/  m2, non sono state
riscontrate alterazioni della clearance  e  dell'emivita  di  Caelyx.
Tuttavia,  finche' non saranno disponibili ulteriori dati, la dose di
Caelyx nei pazienti con  funzione  epatica  compromessa  deve  essere
ridotta,  sulla  base  dell'esperienza  ottenuta  con la doxorubicina
cloridrato  convenzionale.  Prima  di  somministrare  Caelyx  occorre
controllare  la  funzione  epatica  con  i  comuni  test  clinici  di
laboratorio, quali  ALT/AST,  fosfatasi  alcalina  e  bilirubina.  Si
raccomanda di ridurre la dose di Caelyx in caso di elevati livelli di
bilirubinemia  come  indicato:  bilirubina  sierica  1,2 - 3,0 mg/dl,
dimezzare la dose usuale; bilirubina >3 mg/dl, un quarto  della  dose
usuale.
    Pazienti con insufficienza renale
    Dato  che  la  doxorubicina  viene  metabolizzata  dal  fegato ed
escreta nella bile, non dovrebbe essere  necessaria  alcuna  modifica
del dosaggio di Caelyx.
    Pazienti splenectomizzati
    Poiche'  non  si  ha  alcuna  esperienza  sull'uso  di  Caelyx in
pazienti splenectomizzati, non se ne consiglia l'uso.
    Pazienti pediatrici
    Non si conosce ne' la sicurezza ne' l'efficacia del  prodotto  in
pazienti di eta' inferiore ai 18 anni.
    Pazienti anziani
    Non  si  conosce ne' la sicurezza ne' l'efficacia del prodotto in
pazienti di eta' superiore ai 60 anni.
    4.3 Controindicazioni
    Caelyx e' controindicato nei pazienti con ipersensibilita'  verso
i suoi componenti o verso la doxorubicina cloridrato. Caelyx non deve
essere somministrato durante la gravidanza e l'allattamento.
    Caelyx  non deve essere utilizzato per il trattamento del sarcoma
di Kaposi correlato all'AIDS,  che  possa  essere  trattato  in  modo
efficace con terapia locale o con alfa-interferone sistemico.
    4.4   Speciali   avvertenze  e  opportune  precauzioni  d'impiego
Avvertenze speciali Rischio cardiaco
    Tutti   i   pazienti   trattati   con   Caelyx   devono    essere
routinariamente    sottoposti    a   frequenti   elettrocardiogrammi.
Cambiamenti transitori  dell'elettrocardiogramma  come  appiattimento
dell'onda  T,  sottolivellamento del tratto S-T e aritmie benigne non
sono considerati segnali vincolanti per la sospensione della  terapia
con Caelyx. Tuttavia la riduzione del complesso QRS e' considerato il
segno  piu'  predittivo di tossicita' cardiaca. Se si verifica questa
alterazione, deve essere preso in considerazione il test decisivo  di
tossicita'    miocardica    da   antraciclina,   cioe'   la   biopsia
endomiocardica.
    Metodi piu' specifici dell'elettrocardiogramma per la valutazione
ed il controllo della funzione cardiaca  sono  la  misurazione  della
frazione    di   eiezione   del   ventricolo   sinistro   per   mezzo
dell'ecocardiografia o preferibilmente per mezzo dell'arteriografia a
porte multiple (multiple gated MUGA).  Questi  metodi  devono  essere
applicati  routinariamente prima dell'inizio della terapia con Caelyx
e  devono  essere  ripetuti periodicamente durante il trattamento. La
valutazione della funzionalita' ventricolare sinistra e'  considerata
indispensabile  prima  di  ogni somministrazione aggiuntiva di Caelyx
che superi un dosaggio cumulativo di 450 mg/m2.
    Ogni qualvolta si sospetti una cardiomiopatia, per esempio quando
la frazione di eiezione del ventricolo sinistro e' diminuita rispetto
ai valori precedenti  al  trattamento  e/o  (allo  stesso  tempo)  la
frazione  di  eiezione  del  ventricolo  sinistro e' piu' bassa di un
valore prognosticamente significativo (ad es.  <  45%),  deve  essere
effettuata   una   biopsia   endomiocardica   ed   il  beneficio  del
proseguimento  della  terapia  deve  essere   attentamente   valutato
rispetto al rischio di produrre un danno cardiaco irreversibile.
    Insufficienza  cardiaca  congestizia dovuta a cardiomiopatia puo'
verificarsi all'improvviso,  senza  essere  preceduta  da  variazioni
dell'elettrocardiogramma,   anche   parecchie   settimane   dopo   la
sospensione del trattamento.
    I test di valutazione ed i metodi sopra descritti riguardanti  il
monitoraggio  cardiaco  durante  la  terapia con antracicline, devono
essere   impiegati   nel   seguente   ordine:    elettrocardiogramma,
misurazione della frazione di eiezione ventricolare sinistra, biopsia
endomiocardica.  Se  i  risultati  di  un test indicano una possibile
lesione cardiaca associata alla  terapia  con  Caelyx,  il  beneficio
della  terapia  deve essere attentamente valutato rispetto al rischio
di una lesione miocardica.
    Pazienti con anamnesi di malattie cardiovascolari  devono  essere
trattati  con  Caelyx  solo  quando  il  beneficio  sia  maggiore del
rischio.
    Si deve prestare cautela in pazienti con  funzionalita'  cardiaca
compromessa in trattamento con Caelyx.
    Si   deve   prestare  cautela  in  pazienti  trattati  con  altre
antracicline. La dose totale di doxorubicina  cloridrato  deve  anche
tenere conto di ogni precedente (o concomitante) terapia con composti
cardiotossici come altre antracicline/antrachinoni o ad es. 5-FU.
    Mielosoppressione
    Molti  pazienti con sarcoma di Kaposi correlato all'AIDS trattati
con Caelyx presentano una mielosoppressione di base dovuta a  diversi
fattori  quali  la  stessa  infezione  da  HIV  o le numerose terapie
concomitanti. In questa  popolazione,  la  mielosoppressione  diventa
l'effetto  indesiderato  che  limita il dosaggio (vedere il paragrafo
4.8 Effetti indesiderati). A causa della potenziale soppressione  del
midollo  osseo,  gli  esami ematologici dovranno essere effettuati di
frequente nel corso della terapia con Caelyx, e per lo meno prima  di
ogni dose di Caelyx.
    La  mielosoppressione  grave  e  persistente puo' determinare una
superinfezione o una emorragia.
    In    studi    clinici     controllati     in     confronto     a
bleomicina/vincristina,   le  infezioni  opportunistiche  erano  piu'
frequenti in corso di  trattamento  con  Caelyx.  Pazienti  e  medici
devono  essere  consapevoli di questa maggiore incidenza, ed agire di
conseguenza.
    Reazioni associate all'infusione
    Vedere Effetti indesiderati.
    Precauzioni speciali
    Pazienti diabetici
    Va  ricordato  che  ogni  flacone di Caelyx contiene saccarosio e
viene somministrato mediante un'infusione endovenosa di  glucosio  al
5%.
    4.5  Interazioni con altri medicinali ed interazioni di qualsiasi
altro genere
    Non e' stato eseguito alcuno studio formale  di  interazione  tra
altri farmaci e Caelyx. L'eventuale concomitante somministrazione con
farmaci che notoriamente interagiscono con la doxorubicina cloridrato
richiede  cautela.  Nonostante  l'assenza di studi formali, Caelyx al
pari di altre preparazioni a base di  doxorubicina  cloridrato,  puo'
potenziare   la  tossicita'  di  altre  terapie  anticancro.  Con  la
doxorubicina cloridrato si sono osservati casi di esacerbazione della
cistite  emorragica  indotta   da   ciclofosfamide   e   di   aumento
dell'epatotossicita'   della   6-  mercaptopurina.  Richiede  inoltre
cautela la somministrazione concomitante di altri agenti citotossici,
in particolare agenti mielotossici.
    4.6 Uso durante la gravidanza e l'allattamento
    Gravidanza
    Caelyx  e'  embriotossico  nei  ratti,  nonche'  embriotossico  e
abortivo  nei  conigli. Non si puo' escludere la teratogenicita'. Non
vi sono dati sull'uso di Caelyx nelle donne in  gravidanza.  Pertanto
Caelyx  non va somministrato a donne in stato di gravidanza. Le donne
in eta' fertile dovranno essere informate di  evitare  la  gravidanza
sia che esse o il loro partner siano trattati con Caelyx, ed inoltre,
nei  sei  mesi successivi al termine della terapia con Caelyx (vedere
il paragrafo 5.3 Dati preclinici di sicurezza).
    Allattamento
    Non e' noto se questo farmaco  venga  escreto  nel  latte  umano.
Pertanto, a causa del rischio potenziale di gravi effetti collaterali
per  il bambino, occorre che la madre interrompa l'allattamento prima
dell'assunzione di Caelyx.
4.7 Effetti sulla capacita' di guidare veicoli e sull'uso di macchine
    Nonostante Caelyx  non  dovrebbe  avere  effetti  negativi  sulla
capacita'   di  guidare,  gli  studi  finora  eseguiti  indicano  che
vertigini e sonnolenza sono associati non frequentemente (< 5%)  alla
somministrazione  di  Caelyx.  Pertanto i pazienti che lamentano tali
effetti devono evitare di guidare e di utilizzare macchinari.
    4.8 Effetti indesiderati
    Studi clinici in aperto e controllati effettuati su pazienti  con
sarcoma di Kaposi correlato all'AIDS trattati con Caelyx indicano che
l'effetto  collaterale piu' frequente associato alla somministrazione
di Caelyx e' la mielosoppressione che si verifica in circa  la  meta'
dei pazienti.
    La  leucopenia  e'  l'effetto  indesiderato  piu'  frequentemente
riscontrato nella popolazione trattata  con  Caelyx,  ma  si  possono
riscontrare  anche  anemia  e  trombocitopenia. Questi eventi possono
verificarsi all'inizio od in  corso  di  trattamento.  La  tossicita'
ematologica puo' richiedere la riduzione della dose, la sospensione o
la  posticipazione  del  trattamento.  Il trattamento con Caelyx deve
essere temporaneamente sospeso quando il  numero  dei  neutrofili  e'
<1000/mm3  e/o  la  conta  delle  piastrine  e'  <50.000/mm3 G-CSF (o
GM-CSF) possono essere somministrati come terapia di supporto  quando
il numero dei neutrofili e' <1000/mm3.
    Anomalie  di  laboratorio clinicamente significative sono occorse
frequentemente (> o - 5%)  durante  gli  studi  clinici  con  Caelyx.
Questi  includono aumento della fosfatasi alcalina; aumento della AST
e della bilirubinemia che si ritiene siano dovuti alla malattia e non
a Caelyx. Riduzione della  emoglobina  e  delle  piastrine  e'  stata
riscontrata  meno frequentemente (<5%).  E' stata osservata raramente
(<1%) sepsi correlata a leucopenia. Alcune di queste anomalie possono
essere dovute all'infezione da virus HIV e non a Caelyx.
    Altri effetti collaterali osservati frequentemente  (>  o  -  5%)
sono  nausea,  astenia,  alopecia,  febbre,  diarrea,  reazioni acute
correlate alla infusione e stomatite.
    Le reazioni associate all'infusione includono  rossore,  affanno,
edema  facciale,  emicrania,  brividi,  dolore alla schiena, senso di
oppressione toracica od alla  gola  e/o  ipotensione.  Nella  maggior
parte  dei  casi gli effetti indesiderati si verificano nel corso del
primo ciclo di trattamento. La sospensione temporanea  dell'infusione
o  il  rallentamento  della velocita' dell'infusione risolvono queste
reazioni nell'arco di varie ore, indipendentemente dal fatto  che  si
ricorra ad un trattamento sintomatico.
    La   stomatite  si  e'  manifestata  nei  pazienti  trattati  con
infusioni  continue  di  doxorubicina  cloridrato  convenzionale,   e
frequentemente  nei  pazienti  trattati  con Caelyx. La stomatite non
interferiva con il completamento della terapia da parte dei  pazienti
e  generalmente  non richiedeva aggiustamenti di dosaggio, a meno che
non influenzasse la capacita' di alimentarsi da parte  del  paziente.
In  tal  caso  l'intervallo  tra le dosi puo' essere aumentato di 1-2
settimane oppure si puo' ridurre la dose.
    Effetti indesiderati di tipo respiratorio  sono  stati  osservati
frequentemente  (>  o  -  5%) negli studi clinici di Caelyx e possono
essere collegati a infezioni opportunistiche nei pazienti affetti  da
AIDS.  Infezioni  opportunistiche  si  sono  verificate  in  pazienti
affetti da sarcoma di Kaposi dopo la somministrazione di Caelyx; tali
infezioni sono frequenti nei  pazienti  affetti  da  immunodeficienza
indotta  da  HIV.  Le infezioni opportunistiche piu' comuni osservate
negli studi clinici sono quelle indotte da Candida,  Citomegalovirus,
Herpes   simplex,   Mycobacterium   avium   complex  e  polmonite  da
Pneumocistis carinii.
    Altri effetti collaterali, riscontrati meno frequentemente (< 5%)
includevano eritrodisestesia palmo-plantare, moniliasi orale,  nausea
e  vomito, perdita di peso, rush cutaneo, ulcerazioni del cavo orale,
dispnea, dolore  addominale,  reazioni  di  ipersensibilita'  incluse
reazioni   anafilattiche,   vasodilatazione,   vertigini,  anoressia,
glossite, costipazione, parestesia, retinite e stato confusionale.
    La eritrodisestesia palmo-plantare e' caratterizzata da  eruzioni
maculari,  iperemiche  e  dolorose.  Nei pazienti in cui si verifica,
tale evento generalmente si manifesta dopo sei settimane  o  piu'  di
trattamento.  Nella maggior parte dei pazienti il fenomeno si risolve
in una o due settimane, con o senza trattamento con  corticosteroidi.
Tale  fenomeno  pare  correlato  al  dosaggio  e  alla  frequenza del
trattamento e puo' essere ridotto aumentando l'intervallo tra le dosi
di 1-2 settimane o riducendo la dose. La reazione puo' essere grave e
debilitante in alcuni pazienti, e puo' richiedere la sospensione  del
trattamento.
    La  terapia  con  doxorubicina  tradizionale  e  associata ad una
maggiore incidenza di  insufficienza  cardiaca  congestizia.  Fino  a
quando  non saranno disponibili maggiori dati clinici, il pericolo di
sviluppare  caridiomiopatie  con  Caelyx  dovra'  essere  considerato
simile  a  quello della doxorubicina standard, anche se nove su dieci
biopsie endomiocardiche condotte su pazienti con  sarcoma  di  Kaposi
correlato all'AIDS e trattati con dosi cumulative di Caelyx superiori
a  460  mg/m2,  non  hanno  evidenziato  cardiotossicita'  indotta da
antracicline. La dose consigliata di Caelyx per pazienti con  sarcoma
di  Kaposi  correlato all'AIDS e' di 20 mg/m2 ogni due-tre settimane.
Il rischio di cardiotossicita' inizia  ad  essere  maggiore  dopo  il
raggiungimento  di  dosi  cumulative > 400 mg/m2, che corrispondono a
oltre 20 cicli di terapia di Caelyx, la cui somministrazione richiede
un periodo di 40-60 settimane.
    Caelyx deve essere considerato come irritante,  sebbene  fino  ad
oggi  non  sia  stata  osservata  alcuna  necrosi locale in seguito a
stravaso. Studi condotti su animali indicano che la  somministrazione
di  doxorubicina  cloridrato  in  formulazione  liposomiale riduce il
rischio di lesioni da stravaso. In presenza di  segni  e  sintomi  da
stravaso   (per  es.  bruciore,  eritema),  l'infusione  deve  essere
interrotta  immediatamente   e   ripresa   in   una   vena   diversa.
L'applicazione  di  ghiaccio sul sito di stravaso per circa 30 minuti
potrebbe essere utile per alleviare la reazione  locale.  Caelyx  non
deve   essere   somministrato   per  via  intramuscolare  o  per  via
sottocutanea.
    Raramente con la somministrazione di Caelyx si puo' verificare la
ricomparsa di reazioni cutanee dovute ad una precedente radioterapia.
    4.9 Sovradosaggio
    Il sovradosaggio acuto di  doxorubicina  cloridrato  aumenta  gli
effetti   tossici:   mucosite,   leucopenia   e  trombocitopenia.  Il
trattamento  del  sovradosaggio   acuto   nei   pazienti   gravemente
mielodepressi    richiede:    ricovero   in   ambiente   ospedaliero,
somministrazione  di  antibiotici,   trasfusione   di   piastrine   e
granulociti e trattamento sintomatico della mucosite.
    5. PROPRIETA' FARMACOLOGICHE
    5.1 Proprieta' farmacodinamiche
    Categoria  farmacoterapeutica: Agenti citotossici (antracicline e
sostanze correlate), codice ATC L01DB.
    Il principio attivo di Caelyx e' la doxorubicina  cloridrato,  un
antibiotico  citotossico del gruppo delle antracicline ottenuto dallo
Streptomyces   peucetius   var.      caesius.   L'esatto   meccanismo
dell'attivita'  antitumorale  della  doxorubicina  non  e'  noto.  Si
ritiene generalmente che l'inibizione della sintesi  di  DNA,  RNA  e
proteine,  sia  il  responsabile principale dell'effetto citotossico,
dovuto probabilmente alla interposizione dell'antraciclina tra coppie
adiacenti  di  basi  della  doppia  elica  del  DNA,  impedendone  lo
svolgimento per la replicazione.
    5.2 Proprieta' farmacocinetiche
    Caelyx  e'  una  formulazione  liposomiale,  rivestita di MPEG, a
lunga durata, della  doxorubicina  cloridrato  che  e'  in  grado  di
fornire  una  maggiore  concentrazione di doxorubicina nel sarcoma di
Kaposi piuttosto che nella cute normale. I liposomi trattati con MPEG
contengono segmenti del polimero  idrofilo  metossipolietilen  glicol
(MPEG)  attaccati  in  superficie.  Tali  gruppi lineari si estendono
dalla superficie del liposoma creando un rivestimento protettivo  che
riduce  le  interazioni  tra  la  membrana  lipidica a due strati e i
componenti del  plasma.  Cio'  consente  ai  liposomi  di  Caelyx  di
circolare   per  periodi  piu'  prolungati  nel  sangue.  I  liposomi
rivestiti di MPEG sono sufficientemente piccoli  (diametro  medio  di
100  nm  circa)  per  passare  intatti  (per  stravaso)  attraverso i
capillari, che  irrorano  i  tumori.  Prove  della  penetrazione  dei
liposomi   rivestiti   di  MPEG  dai  vasi  sanguigni  e  della  loro
penetrazione e accumulo nei tumori sono state riscontrate in topi con
carcinoma del colon  C-26  e  in  topi  transgenici  con  lesioni  di
tipologia  simile  al sarcoma di Kaposi. I liposomi rivestiti di MPEG
sono  inoltre  caratterizzati  da  una  matrice  lipidica   a   bassa
permeabilita'   e   da   un  sistema  tampone  acquoso  interno,  che
contribuiscono  all'incapsulamento  della   doxorubicina   cloridrato
durante il periodo in cui il liposoma permane in circolazione.
    La  farmacocinetica  plasmatica di Caelyx e' stata valutata su 23
pazienti affetti da sarcoma di Kaposi, a cui  venivano  somministrate
dosi singole di 20 mg/m2 mediante infusione in 30 minuti. I parametri
farmacocinetici    di   Caelyx   (primariamente   rappresentanti   la
doxorubicina cloridrato incapsulata nel liposoma e bassi  livelli  di
doxorubicina  cloridrato non incapsulata) sono stati misurati dopo la
somministrazione  di  20  mg/m2  e  sono  presentati  nella  seguente
tabella.
    Parametri farmacocinetici in pazienti trattati con Caelyx
_____________________________________________________________________
|                                           |   Media + o - errore  |
|                                           |   standard            |
|                                           |   20 mg/m2            |
| Parametro                                 |   (n=23)              |
|___________________________________________|_______________________|
|                                           |                       |
| Massima concentrazione plasmatica (a)     |   8,34 + o - 0,49     |
|   (Mi g/ml)                               |                       |
| Clearance plasmatica (L/h/m2)             |   0,041 + o - 0,004   |
| Volume di distribuzione (L/m2)            |   2,72 + o - 0,120    |
| AUC (Mi g/ml.h)                           |   590 + o - 58,7      |
| Lambda 1 emivita (ore)                    |   5,2 + o - 1,4       |
| Lambda 2 emivita (ore)                    |   55,0 + o - 4,8      |
|___________________________________________|_______________________|
    (a) Misurata al termine di una infusione di 30 minuti.
    La  farmacocinetica  plasmatica  di  Caelyx  nell'uomo differisce
significativamente  da  quanto  riportato  in  letteratura   per   le
preparazioni   standard   di   doxorubicina   cloridrato.  Caelyx  e'
caratterizzato da una farmacocinetica lineare.  La  biodisponibilita'
avviene  in  due  fasi  dopo  la  somministrazione,  una  prima  fase
relativamente breve (- 5 ore) ed una seconda fase  prolungata  (-  55
ore)  che  influisce  per  la  maggior parte sull'area sotto la curva
(AUC). La doxorubicina cloridrato mostra una  notevole  distribuzione
tissutale  (volume  di  distribuzione  da  700  a  1100  L/m2)  e una
clearance rapida, (da 24 a 73 L/h/m2). Il profilo farmacocinetico  di
Caelyx   indica   invece   che   tale   prodotto   rimane   confinato
principalmente all'interno del volume plasmatico, e che la  clearance
della doxorubicina dal sangue dipende dal trasportatore liposomiale.
    La  disponibilita' della doxorubicina inizia dopo lo stravaso dei
liposomi e il loro ingresso nel compartimento tissutale.
    Per dosi equivalenti, la concentrazione plasmatica e i valori  di
AUC  di  Caelyx  che  rappresentano  principalmente  la  doxorubicina
cloridrato incapsulata  nel  liposoma  (contenente  il  90-95%  della
doxorubicina  misurata)  risultano  significativamente  maggiori  dei
valori ottenuti con preparazioni standard di doxorubicina cloridrato.
Sono state ottenute biopsie delle lesioni del  sarcoma  di  Kaposi  e
della  cute  normale  48  e  96  ore dopo l'infusione. 48 ore dopo il
trattamento, i pazienti che hanno ricevuto 20 mg/m2 di  Caelyx  hanno
fatto   registrare   una   concentrazione   totale   di  doxorubicina
(incapsulata in liposoma e non) nelle lesioni del sarcoma  di  Kaposi
in  media  19  (range  3-53) volte superiore rispetto ai valori nella
cute normale.
    5.3 Dati preclinici di sicurezza
    Il   profilo   tossicologico   di   Caelyx   negli   studi    per
somministrazione  ripetuta, condotti negli animali e' simile a quello
riportato per infusioni a lungo termine della doxorubicina cloridrato
nell'uomo. Con Caelyx l'incapsulamento della doxorubicina  cloridrato
nei liposomi rivestiti di MPEG determina i seguenti effetti che hanno
diversa intensita':
    Cardiotossicita'
    Studi   condotti   nel   coniglio   hanno   dimostrato   che   la
cardiotossicita' di Caelyx e' ridotta rispetto a  quella  indotta  da
formulazioni convenzionali di doxorubicina.
    Tossicita' cutanea
    In  studi  condotti  per  somministrazione  ripetuta di Caelyx su
ratti e cani, sono stati osservati a dosaggi clinicamente  rilevanti,
gravi  infiammazioni a livello del derma e formazioni ulcerose. Nello
studio sul cane l'incidenza e la gravita' di queste lesioni e'  stata
ridotta  abbassando la dose o prolungando gli intervalli tra le dosi.
Simili lesioni dermiche, che  sono  descritte  come  eritrodisestesia
palmo-plantare, sono state osservate anche in pazienti dopo infusione
endovenosa   a   lungo  termine  (vedere  il  paragrafo  4.8  Effetti
indesiderati).
    Risposta anafilattoide
    Durante gli studi di tossicita' per dosi  ripetute  condotti  sul
cane,  e'  stata  osservata  dopo  la  somministrazione  di  liposomi
rivestiti di MPEG (placebo)  una  risposta  acuta  caratterizzata  da
ipotensione,   mucose   pallide,  salivazione,  emesi  e  periodi  di
iperattivita'  seguiti  da  ipoattivita'  e  letargia.  Una  risposta
simile,  ma  meno  grave  e'  stata  riscontrata in cani trattati con
Caelyx e doxorubicina. La risposta ipotensiva  e'  stata  ridotta  di
intensita' con un pre-trattamento a base di antiistarninici. Tuttavia
la  risposta non ha posto in pericolo di vita i cani che recuperavano
rapidamente dopo sospensione del trattamento.
    Tossicita' locale
    Studi  di  tollerabilita'  sottocutanea  dimostrano  che  Caelyx,
rispetto  alla  doxorubicina  cloridrato  causa  irritazioni locali o
danni tissutali piu' lievi dopo un eventuale stravaso.
    Mutagenicita' e carcinogenicita'
    Sebbene non siano  stati  condotti  studi  a  tal  proposito,  la
doxorubicina  cloridrato,  componente  farmacologicamente  attivo  di
Caelyx e' mutagena e carcinogenica. I liposomi placebo  rivestiti  di
MPEG non sono ne' mutageni ne' genotossici.
    Tossicita' riproduttiva
    Caelyx  dopo  una  dose  singola  di  36 mg/kg nel topo determina
atrofia ovarica e testicolare di grado medio-moderato. Calo del  peso
testicolare  ed ipospermia erano presenti nei ratti trattati con dosi
ripetute > o - 0,25 mg/kg/die e nei cani  e'  stata  osservata,  dopo
somministrazione  di  dosi  ripetute  di  1  mg/kg/die,  una  diffusa
degenerazione  dei  tubuli  seminiferi  ed  un  marcato  calo   della
spermatogenesi (vedere il paragrafo 4.6 Gravidanza e allattamento).
    6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
    6.1 Elenco degli eccipienti
    Ogni flacone di prodotto contiene i seguenti eccipienti:
    -  alfa-2(2-  par.  quadra  1,2-distearoil-sn-glicero(3) fosfossi
par. quadra etilcarbamoil)-omega metossipoli(ossietilen)-40, sale  di
sodio (MPEG-DSPE)
    - Fosfatidilcolina di soia completamente idrogenata (HSPC)
    - Colesterolo, NF
    - Ammonio solfato, ACS
    - Saccarosio, Ph Eur
    - Istidina, Ph Eur
    - Acqua per preparazioni iniettabili, Ph Eur
    - Acido cloridrico, Ph Eur
    - Sodio idrossido, Ph Eur
    6.2 Incompatibilita'
    Non mescolare con altri farmaci.
    6.3 Periodo di validita'
    I  flaconi  integri  di prodotto hanno una validita' di 18 mesi e
vanno conservati a 2-8 gradi C. Dopo diluizione con glucosata al  5%,
la  soluzione  diluita di Caelyx deve essere usata immediatamente. Il
prodotto diluito per un uso non immediato, dovra' essere preparato in
condizioni  asettiche  ed  in  conformita'  con  le  buone   pratiche
farmaceutiche e dovra' essere conservato a temperatura di 2-8 gradi C
per  un  massimo  di  24 ore. I flaconi parzialmente utilizzati vanno
gettati.
    6.4 Speciali precauzioni per la conservazione
    Conservare a temperatura compresa tra 2 e 8 gradi C.  Evitare  il
congelamento.
    6.5 Natura e contenuto della confezione
    Il  contenitore  e'  un  flacone  in  vetro  Tipo I, con tappo in
bromobutile grigio siliconato e guarnizione in alluminio.  Caelyx  e'
fornito  in confezioni singole o da 10 flaconi. Ogni flacone da 10 ml
di Caelyx contiene doxorubicina cloridrato, 2 mg/ml; concentrato  per
infusione.
    6.6   Istruzioni   per   l'impiego  e  la  manipolazione,  e  per
l'eliminazione del medicinale non utilizzato o dei  rifiuti  derivati
da tale medicinale (se necessario)
    Non usare il prodotto se e' presente del precipitato o altri tipi
di particelle.
    Determinare  la  dose di Caelyx da somministrare (a seconda della
dose consigliata e della superficie corporea del paziente). Prelevare
il volume  corretto  di  Caelyx  mediante  siringa  sterile.  Occorre
operare  in  condizioni rigorosamente asettiche, in quanto Caelyx non
contiene ne' conservanti ne' agenti batteriostatici. La dose corretta
di Caelyx va diluita in 250 ml di soluzione endovenosa di glucosio al
5% prima della somministrazione.
    L'uso  di diluenti diversi della soluzione endovenosa di glucosio
al 5%, o la presenza di qualsiasi agente  batteriostatico,  come  per
esempio alcool benzilico, puo' causare la precipitazione di Caelyx.
    Si  raccomanda  di  collegare  la  linea  di infusione contenente
Caelyx all'ingresso laterale di un'infusione endovenosa  di  glucosio
al 5%.
    La  soluzione  di Caelyx va maneggiata con cautela. E' necessario
l'uso di guanti. Se Caelyx viene a contatto con la pelle o le mucose,
lavare  immediatamente  a  fondo  con  acqua  e  sapone.  Caelyx   va
maneggiato  ed  eliminato    nel  rispetto  delle normali precauzioni
utilizzate per altri farmaci antitumorali.
    7. TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
SP Europe
Rue de Stalle 73
1180 Brussels, Belgio
    8. NUMERI DI ISCRIZIONE NEL REGISTRO COMUNITARIO DEI MEDICINALI
EU/1/96/011/001
EU/1/96/011/002
    9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE
21 Giugno 1996
    10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO