ISTRUZIONI PER LA COMPILAZIONE DELLA SCHEDA RELATIVA AI CARATTERI DELL'AMBITO Dl INTERVENTO DI CUI ALL'ART. 5, LETTERA B), DEL BANDO DI GARA. I dati statistici da indicare nella scheda devono essere desunti dalle singole sezioni del 13 Censimento generale della popolazione e delle abitazioni. Le sezioni censuarie da considerare sono quelle la cui aggregazione coincida o comprenda l'ambito di intervento proposto e i valori da riportare fanno riferimento alle tavole incluse nei fascicoli provinciali Istat. Il numero occupanti per stanza si ottiene sommando i relativi valori delle singole sezioni censuarie con riferimento alla tav. 1.4 (tipi di alloggio). La percentuale di alloggi pubblici va calcolata sommando i valori relativi alle abitazioni occupate e non occupate di proprieta' di Stato, regione, provincia, comune, IACP (tavole 5.23 e 5.27) in rapporto al totale delle abitazioni, occupate e non occupate), presenti nell'ambito d'intervento (tavola 2.14). Il tasso di scolarita' va riferito alla classe di eta' compresa tra gli 11 e i 14 anni (tav. 2.21). La popolazione con meno di 15 anni va calcolata come valore percentuale sul totale della popolazione residente (tav. 2.2). La percentuale di dirigenti, direttivi, quadri, impiegati, va calcolata con riferimento alla condizione professionale degli occupati (tavola 4.4) in rapporto alla popolazione residente (tavola 2.2). GUIDA AI PROGRAMMI DI SPERIMENTAZIONE Interventi con finalita' sperimentali - legge n. 457/1978, art. 2, lettera f) Programmazione E.R.P.1992-1995 OBIETTIVO GENERALE DI SPERIMENTAZIONE 1. QUALITA' MORFOLOGICA Insieme delle condizioni tipologiche e morfologiche del complesso insediativo e/o dell'organismo edilizio tali da garantire la salvaguardia e la valorizzazione del contesto e il raggiungimento di soddisfacenti livelli qualitativi dal punto di vista architettonico, relazionale e percettivo, sia nel recupero che nella nuova edificazione. RISULTATI ATTESI - PRODOTTI E RICADUTE NORMATIVE I risultati attesi concernono in particolare lo studio e la definizione di strumenti di indirizzo e controllo della qualita' spaziale del progetto di recupero, di riqualificazione o di nuova edificazione generalizzabili in contesti similari e specificamente rivolti alla scala urbana d'intervento. Gli obiettivi di qualita' riguardano specifici temi del progetto propri della scala urbana (compatibilita' con il contesto, integrazione funzionale, qualificazione degli spazi esterni) nell'ambito dei quali la proposizione di soluzioni progettuali con carattere di esemplarita' rispetto all'ordinario per concezione, qualita' insediativa e relazionale, deve costituire la premessa per la definizione di specifici criteri di progettazione generalizzabili: tali criteri devono costituire un contributo originale da utilizzare da parte del Segretariato generale del CER per la definizione della normativa tecnica nazionale per l'edilizia residenziale pubblica. Gli obiettivi di qualita' e i relativi strumenti di indirizzo e controllo, che costituiscono risultati attesi, sono strettamente interconnessi e riferibili a specifiche fasi del processo di progettazione e di realizzazione: a) fase conoscitiva - definizione di criteri di analisi del contesto; b) interfaccia analisi/progetto - definizione di criteri generali d'intervento per l'individuazione degli elementi invarianti da salvaguardare, di quelli soggetti a rifunzionalizzazione, di quelli da riqualificare, di quelli da modificare radicalmente anche attraverso una demolizione/ricostruzione, nonche' di quelli di nuova edificazione; c) fase ideativa - definizione di criteri di progettazione alla scala urbana e di disegno urbano; in rapporto al tema prescelto tali criteri possono anche essere specificamente riferiti alla compatibilita' con il contesto, alla integrazione funzionale dell'intervento ovvero alla qualificazione degli spazi esterni (dai cortili condominiali agli spazi aperti di vicinato, dalle strade di servizio alla residenza alle piazze, dai percorsi pedonali ai parcheggi, sino alle sistemazioni a verde e all'arredo urbano); d) fase di controllo - definizione di check list di requisiti e specifiche di prestazione per la valutazione della qualita' alla scala urbana tali da garantire il soddisfacimento di un adeguato livello di funzionalita' degli spazi e degli oggetti edilizi; oltre al rispetto della funzionalita', sulla quale sono improntate tutte le consolidate normative prestazionali, si richiede la definizione di parametri di valutazione della qualita' morfologica alla scala urbana che tengano conto anche dei caratteri formali, relazionali e percettivi dell'intervento sperimentale. I temi di sperimentazione attinenti la qualita' morfologica prevedono come metodologia specifica di controllo della qualita' del progetto l'effettuazione e la resocontazione di uno studio di compatibilita' progetto/contesto urbano. OBIETTIVO GENERALE DI SPERIMENTAZIONE 1. Qualita' morfologica TEMA DI SPERIMENTAZIONE 1.1 Modificazione e qualificazione di tessuti consolidati e/o degradati. OGGETTI DI SPERIMENTAZIONE PREVALENTI Interventi edilizi - ristrutturazione edilizia Interventi edilizi - nuova edificazione Interventi su tessuti edilizi - edificazione di completamento AMBITO NORMATIVO DI RIFERIMENTO: SETTORE Funzionale-dimensionale OGGETTI Complesso insediativo RISULTATI ATTESI - PRODOTTI E RICADUTE NORMATIVE Guide-criteri di progettazione, liste di requisiti; specifiche di prestazione; metodi di controllo o verifica. METODOLOGIA DI CONTROLLO DI QUALITA' DEL PROGETTO Studio di compatibilita' progetto / contesto urbano. Lo studio di compatibilita', congruentemente con la scala urbana di intervento, le caratteristiche del contesto e le peculiarita' relazionali e percettive, nonche' in rapporto al tema di sperimentazione, deve illustrare sia il percorso progettuale e i diversi stadi di sviluppo del progetto a livello di varianti alternative (in fase di progettazione preliminare), sia le soluzioni di ottimizzazione adottate per la soluzione insediativa prescelta (in fase di progettazione definitiva ed esecutiva), tenuti presenti la struttura tipo-morfologica, il disegno architettonico, i materiali, i colori, l'uso e l'arredo degli spazi collettivi e delle aree esterne, le percorrenze pedonali e carrabili, le relazioni con il contesto. Lo studio di compatibilita' deve essere supportato da simulazioni in scala ridotta effettuate tramite modelli, elaborazioni CAD o altre metodiche. TEMA DI SPERIMENTAZIONE 1.1 MODIFICAZIONE E QUALIFICAZIONE DI TESSUTI CONSOLIDATI E/O DEGRADATI. Per elaborare soluzioni progettuali di modificazione e qualificazione di tessuti consolidati e/o degradati compatibili con le valenze del contesto d'intervento, appare necessario partire dalla lettura e dall'analisi tipo-morfologica degli oggetti edilizi che caratterizzano tale contesto e dalle relazioni che lo strutturano. Obiettivi generali da perseguire sono, da una parte, il rispetto e la valorizzazione dei caratteri geomorfologici, idrogeologici e paesaggistici, nonche' delle preesistenze storico-architettoniche e ambientali caratterizzanti il sito, dall'altra, la valorizzazione e la qualificazione delle relazioni (percorrenze carrabili e pedonali, visuali prospettiche e punti di vista), degli spazi urbani e dei modi d'uso (forme di abitare e di socialita') caratterizzanti il contesto. Il perseguimento di tali obiettivi deve consentire l'instaurarsi di interazioni tra l'intervento di modificazione e l'intorno, rappresentato dalle aree e dai tessuti edilizi limitrofi a quelli d'intervento, in grado di avviare processi di riqualificazione anche di quelle parti non interessate direttamente dall'intervento. Il progetto di riqualificazione, ed in particolare le diverse possibili alternative d'intervento (dalla ristrutturazione conservativa alla demolizione/ricostruzione sino alla nuova edificazione interstiziale) devono essere rapportate alle caratteristiche e alle qualita' del luogo, sia esso un'area consolidata con caratteri da valorizzare o una periferia moderna degradata o una zona abusiva da qualificare. A riguardo si evidenzia il problema connesso alla definizione di appropriate metodiche di analisi del contesto di supporto alla progettazione, specificamente riferite ai tessuti moderni degradati, in genere privi di una diffusa e stratificata presenza di elementi invarianti qualitativamente significativi da salvaguardare e valorizzare: il degrado morfologico e ambientale rende piu' complessa l'analisi, proprio per la difficolta' di cogliere segni e valenze sedimentati, valori riconoscibili e rappresentativi da assumere come riferimento progettale per impostare una pertinente ipotesi di riqualificazione. E in questa direzione, dovranno essere approfondite le questioni legate ai possibili modi con cui il progetto di riqualificazione puo' interagire con il contesto, tenute presenti le caratteristiche morfologiche e d'uso degli edifici e degli spazi urbani, le relazioni funzionali e percettive tra le diverse parti, il disegno architettonico, i materiali e le tecnologie, le forme di abitare e di socialita'. OBIETTIVO GENERALE DI SPERIMENTAZIONE 1. Qualita' morfologica TEMA DI SPERIMENTAZIONE 1.2 Conservazione e valorizzazione dei tessuti storici. OGGETTI DI SPERIMENTAZIONE PREVALENTI Interventi edilizi - restauro e risanamento conservativo Interventi edilizi - ristrutturazione edilizia Interventi edilizi - recupero urbano AMBITO NORMATIVO DI RIFERIMENTO: SETTORE Funzionale-dimensionale; Tecnologico OGGETTI Organismo abitativo; Complesso insediativo RISULTATI ATTESI - PRODOTTI E RICADUTE NORMATIVE Guide-criteri di progettazione, liste di requisiti; specifiche di prestazione; metodi di controllo o verifica. METODOLOGIA DI CONTROLLO DI QUALITA' DEL PROGETTO Studio di compatibilita' progetto / contesto urbano. Lo studio di compatibilita', congruentemente con la scala urbana di intervento, le caratteristiche del contesto e le peculiarita' relazionali e percettive, nonche' in rapporto al tema di sperimentazione, deve illustrare sia il percorso progettuale e i diversi stadi di sviluppo del progetto a livello di varianti alternative (in fase di progettazione preliminare), sia le soluzioni di ottimizzazione adottate per la soluzione insediativa prescelta (in fase di progettazione definitiva ed esecutiva), tenuti presenti la struttura tipo-morfologica, il disegno architettonico, i materiali, i colori, l'uso e l'arredo degli spazi collettivi e delle aree esterne, le percorrenze pedonali e carrabili, le relazioni con il contesto. Lo studio di compatibilita' deve essere supportato da simulazioni in scala ridotta effettuate tramite modelli, elaborazioni CAD o altre metodiche. TEMA DI SPERIMENTAZIONE 1.2 CONSERVAZIONE E VALORIZZAZIONE DEI TESSUTI STORICI Il centro storico - di cui fa parte l'edificio da "recuperare" - e' un sistema organizzato costituito da elementi mutuamente connessi ed interdipendenti. E' un organismo urbano individuato che si compone di organismi edilizi, anch'essi individuati: gli edifici. Esso rappresenta, pertanto, un patrimonio della collettivita' di cui andrebbe salvaguardato il valore etico-civile che si manifesta nell'architettura degli edifici, nella tessitura degli isolati, nell'articolarsi gerarchizzato dei suoi elementi (strade, piazze, edifici) ed infine nel disegno urbano complessivo che lo caratterizza. Gli interventi di recupero nel centro storico, partendo dall'esigenza di risanamento degli edifici, dovranno comunque dare il giusto rilievo alla valorizzazione delle relazioni tra le diverse parti del tessuto edilizio, in particolare attraverso la qualificazione dei percorsi di avvicinamento e di attraversamento, delle corti interne, delle piazze, delle aree di sosta e di parcheggio, anche con riguardo ai relativi elementi di arredo urbano. Gli interventi di recupero dovranno, altresi', valorizzare la eventuale presenza di attivita' non residenziali e di servizio, anche attraverso un attento studio dei modi di caratterizzazione degli affacci delle stesse attivita' su percorsi o spazi pubblici o semipubblici. Gli interventi di recupero, per migliorarne le condizioni di utilizzo o ripristinarne l'immagine, devono in ogni caso essere coerentemente rapportati alle caratteristiche tipo-morfologiche e costruttive del contesto. A tal fine, fermo restando il rispetto delle norme di attuazione dei relativi strumenti urbanistici e degli eventuali vincoli e prescrizioni della locale Soprintendenza, gli interventi di recupero nel centro storico devono, di norma, uniformarsi ai seguenti criteri generali di progettazione: A) interventi sugli edifici da conservare - eliminazione delle superfetazioni degradanti; - modificazione delle aggiunte improprie, qualora sia possibile una loro possibile integrazione nel processo di riqualificazione dell'edificio; - riconfigurazione planimetrica di corpi minori appartenenti all'edificio da recuperare interni all'unita' edilizia, nel rispetto dei caratteri tipo-morfologici dell'intero organismo edilizio; - restituzione di tutte quelle parti distrutte, a seguito di crolli parziali o totali, verificatisi anche dopo la fase di presentazione del progetto di recupero: - salvaguardia dell'identita' architettonica dell'organismo, nei suoi aspetti di sviluppo storico, garantendone la permanenza della figurativita' e della consistenza materica, nel rispetto delle strutture preesistenti per quanto concerne sia la tecnologia esecutiva che i materiali tradizionali impiegati; - definizione del progetto, del relativo capitolato d'appalto e delle procedure esecutive con metodologia di lavoro commisurata al "vecchio", escludendo, di norma, metodi e parametri tipici del "nuovo"; - necessita' che ogni richiesta sia accompagnata da un'accurata indagine diretta, ed, eventualmente, documentaria nonche' da un rilievo stratigrafico architettonico, strutturale, costruttivo, distributivo e tecnologico con dettagliata elencazione e analisi storico-critica sia delle fasi di crescita, sviluppo, involuzione, alterazione, rifusione, frazionamento, sia delle aggiunte sincroniche e diacroniche succedutesi nel tempo in elevazione e in profondita'. Nei limiti consentiti dalle soprarichiamate norme di attuazione della strumentazione urbanistica e dai vincoli e prescrizioni della locale Soprintendenza, appare di particolare interesse lo studio: - di soluzioni modificative per la restituzione di parti alterate, finalizzate al recupero di valori estetici e tipomorfologici in parte manomessi o cancellati; - di soluzioni innovative, volte a far progredire l'idea culturale del recupero in presenza di edifici storici fortemente alterati o gia' ampiamente demoliti, tali da portare ad un nuovo organismo, coerente rispetto alla tipomorfologia dell'organismo originario irrimediabilmente compromesso, ovvero a soluzioni progettuali che si pongono in rapporto dialettico rispetto all'organismo preesistente. Dal punto di vista metodologico, e' indispensabile, qualunque sia la soluzione progettuale prescelta, assicurare la coerenza culturale tra il metodo concettuale e il processo elaborativo dell'intero progetto (che deve essere coerente in ogni suo singolo segmento), che devono sempre avere come fine la conservazione fisica e la valorizzazione dell'immagine architettonica dell'intero organismo. Il "recupero" deve salvaguardare l'identita' dell'edificio, garantendone la stabilita' e la fisicita'. Modifiche alle tecnologie ed ai sistemi costruttivi degli organismi edilizi da recuperare, in linea di coerenza con quanto sopra espresso, sono ammessi soltanto in casi documentati e necessari, purche' l'innovazione sia consapevole e rispettosa dei manufatti esistenti. In particolare, per quanto concerne le tecnologie costruttive e le tecniche di esecuzione, l'intervento di recupero deve assicurare: 1) la conservazione delle murature esterne ed interne portanti nonche' delle principali tramezzature caratterizzanti la distribuzione interna della tipologia storica; 2) il rifacimento, solo quando strettamente necessario, purche' eseguito con materiali e tecniche compatibili con la preesistenza (es. metodo del "cuci e scuci"); 3) la messa in evidenza di particolari strutturali e architettonici significativi; 4) la conservazione degli intonaci originari esistenti, da non rimuovere ma da reintegrare, cosi' come le tinteggiature e i sistemi di decorazione (affreschi, stucchi ecc.), anche se solo conservati parzialmente; in assenza di tali permanenze, per la finitura esterna (intonaci e tinteggiature) si fara' riferimento a quelle originarie delle architetture della zona, affini per tipologia ed epoca; 5) la conservazione delle aperture originarie esterne, secondo la loro forma e posizione; i relativi serramenti devono essere realizzati sulla base di abachi, caratterizzati da partiture e configurazioni coerenti con i tipi originari preesistenti e omogenei ad analoghi tipi riscontrabili nella zona per forme di edilizia coeve ed affini; 6) il mantenimento della giacitura dei solai, sia nella quota che nella tessitura dell'orditura principale e secondaria, compreso il tavolato di ripartizione dei carichi orizzontali, nelle apposite sedi di appoggio della muratura; le sostituzioni, necessarie solo per ridotta resistenza del materiale, devono avvenire con impiego di materiale analogo per le parti in vista (intradosso) e con rinforzi commisurati al tipo di struttura esistente (es.: un secondo tavolato per aumentare la rigidita' generale, sovrapposto all'originario) e con modalita' anche innovative (es.: travi in legno lamellare, impalcato in lamiera gregata al di sopra di quello da conservare, anima del solaio in calcestruzzo con rete elettrosaldata al di sopra dell'impalcato, ecc.); gli impieghi di strutture in c.a. o acciaio, anche per parti limitate della fabbrica, potranno essere ammessi solo in casi eccezionali, sulla base di comprovate esigenze di stabilita' generale e da attuarsi sempre nel rispetto delle caratteristiche tipomorfologiche, distributive e spaziali dell'organismo architettonico; 7) la conservazione dei controsoffitti, anche voltati, nel rispetto della spazialita' originaria, nonche' dei sistemi di decorazione in essere, delle pavimentazioni e delle altre opere di rifinitura che vanno, per quanto possibile, reintegrate o sostituite con materiali, colori e disegni affini agli originali, 8) la conservazione dei collegamenti verticali e delle coperture a tetto con gli stessi materiali, rifiniture, pendenze e arredi, nonche' con la stessa giacitura in cui oggi si trovano, qualora non costituiscano rifacimento di epoca contemporanea. Per ogni intervento di recupero di edifici in muratura in zona sismica si deve fare riferimento a quanto previsto dalla N.T. di cui al D.M. LL.PP. 24/1/86, alle "Raccomandazioni" del "Comitato per la prevenzione del Patrimonio monumentale dal rischio sismico" del 17/6/86 ed al D.M. LL.PP. 20/11/87 contenente le N.T. per la progettazione e collaudo degli edifici in muratura e per il loro consolidamento. Il D.M. LL.PP. 24.01.86 e', per la specificazione del concetto di "miglioramento" in luogo "dell'adeguamento" per gli edifici storici e per l'uso dei termini come "organismo edilizio" e "concezione strutturale", certamente significativo e importante di per se', ma e' in piu' all'origine delle "Raccomandazioni relative agli interventi sul patrimonio monumentale in zone sismiche" approvate dal "Comitato per la prevenzione del patrimonio monumentale" dal rischio sismico. Queste raccomandazioni, da un lato, elencano i difetti e le manchevolezze culturali e tecniche piu' frequenti negli interventi sul costruito, suggerendo, in alternativa, metodologie, materiali e tecniche congruenti con lo specifico problema del recupero delle antiche strutture resistenti, dall'altro, collegando il miglioramento al corretto operare sugli edifici storici, lo indicano come unico modo possibile di intervento antisismico. Decreto e Raccomandazioni, ripresi dal successivo D.M. LL.PP. 20.11.87 - "Norme tecniche per la progettazione e collaudo degli edifici in muratura e per il loro consolidamento", al titolo "Norme tecniche per il consolidamento degli edifici in muratura", costituiscono la normativa di riferimento per gli interventi di recupero in tessuti storici localizzati in zone sismiche. Scopo fondamentale degli interventi e' di assicurare un grado di sicurezza sismica commisurato all'importanza e alla natura dell'opera e al costo dei lavori di ristrutturazione. In particolare si dovra' assicurare il non collasso sotto le azioni di norma in caso di adeguamento (ai sensi del D.M. 24.1.1986) mentre si dovra' comunque garantire il non collasso sotto un carico sismico ridotto (per esempio maggiore del 50%) per gli interventi di miglioramento. Cio' allo scopo di quantificare il livello di sicurezza raggiunto con gli interventi e di paragonarlo alle risorse economiche richieste. In caso di edifici di elevato valore storico-artistico dovra' essere considerat come scopo della progettazione, oltre al non collasso, anche la limitata danneggiabilita'. Il grado di danneggiamento ritenuto accettabile e i conseguenti costi di intervento sono commisurati all'importanza e al valore dell'opera. Le tecniche di consolidamento devono avere come obiettivo principale il miglioramento della resistenza e della durabilita' dell'edificio per quanto possibile nel rispetto degli schemi statici originari. Qualora le valutazioni sullo stato di sicurezza evidenzino cause di vulnerabilita' legate ad irregolarita' nella conformazione geometrica o delle masse dovra' essere approfondito l'effetto di variazioni dello schema statico prodotte da eventuali nuovi giunti o connessioni che aumentino il grado di regolarita'. Le tecniche previste devono tenere conto della effettiva disponibilita' di mano d'opera specializzata nell'esecuzione degli interventi progettati (sia che si tratti di tecniche o materiali innovativi, sia che si tratti di tecniche o materiali il cui uso era diffuso in passato). I documenti di progetto devono descrivere accuratamente le fasi di lavoro, le procedure di messa in opera dei materiali, i controlli, ecc. I tipi di intervento di consolidamento devono, in ogni caso, rispettare l'estetica e l'identita' storico-architettonica dell'edificio preesistente, nonche' assicurare una compatibilita' tra materiali nuovi e quelli originari, al fine di evitare sia dannose concentrazioni di sforzi dovute a diversa rigidezza o resistenza o duttilita', sia l'insorgere nel tempo di fenomeni fisico-chimici di rigetto. B) interventi sulle aree libere, pubbliche o private, contigue alle costruzioni da conservare - riapertura delle aree cortilizie e impianto di giardini; - conservazione e ripristino dei giardini di valore storico architettonico e ambientale e, comunque, di tutte le aree di pertinenza di edifici storicamente significativi; - sistemazioni integrate "pubblico-privato" di spazi pubblici limitrofi alle zone da recuperare, sulla base di soluzioni unitarie, atte a definire idonei interventi di arredo e di riqualificazione della spazialita' urbana (piani del colore, illuminazione pubblica, pavimentazioni, insegne ecc.); - recupero dei tracciati stradali preesistenti di valore storico-documentario e ripristino degli allineamenti storicamente certi dei fronti edilizi; C) interventi infrastrutturali su complessi edilizi ed urbani In relazione alle opere infrastrutturali, la sperimentazione va finalizzata in particolare alla reintegrazione morfologica degli spazi storici oggetto di intervento, anche attraverso la definizione di soluzioni tecniche idonee a ridurre l'impatto visivo e il degrado fisico dei manufatti storici da parte delle opere di urbanizzazione primaria. Al riguardo, e' auspicabile che si pervenga, anche attraverso il coordinamento con gli enti concessionari per i servizi pubblici, alla definizione di soluzioni tecnologiche basate sull'integrazione tra diverse utenze impiantistiche (ad esempio "tunnel tecnologici"), che garantiscano in ogni caso la conservazione delle pavimentazioni originali, intervenendo soltanto in contesti urbani gia' soggetti ad alterazioni dei manufatti e delle sedi stradali. Gli interventi sulle opere infrastrutturali devono contribuire a ridurre il degrado apportato ai tessuti storici anche attraverso interventi, quali l'installazione di opere di urbanizzazione a rete, l'adeguamento alle nuove normative sulla sicurezza degli edifici (impianti telefonici, elettrici, di condizionamento, termici, VV.FF), la collocazione di apparecchiature di controllo dell'accesso delle automobili ai centri storici e dell'inquinamento atmosferico. OBIETTIVO GENERALE DI SPERIMENTAZIONE 1. Qualita' morfologica TEMA DI SPERIMENTAZIONE 1.3 Modificazione con integrazione funzionale OGGETTI DI SPERIMENTAZIONE PREVALENTI Interventi su tessuti edilizi - edificazione di completamento Interventi su tessuti edilizi - realizzazione immobili non residenziali funzionali alla residenza Interventi su tessuti edilizi - adeguamento urbanizzazioni secondarie AMBITO NORMATIVO DI RIFERIMENTO: SETTORE Funzionale-dimensionale OGGETTI Organismo abitativo; Complesso insediativo RISULTATI ATTESI - PRODOTTI E RICADUTE NORMATIVE Guide-criteri di progettazione, liste di requisiti; specifiche di prestazione; metodi di controllo o verifica. METODOLOGIA DI CONTROLLO DI QUALITA' DEL PROGETTO Studio di compatibilita' progetto/contesto urbano. Lo studio di compatibilita', congruentemente con la scala urbana di intervento, le caratteristiche del contesto e le peculiarita' relazionali e percettive, nonche' in rapporto al tema di sperimentazione, deve illustrare sia il percorso progettuale e i diversi stadi di sviluppo del progetto a livello di varianti alternative (in fase di progettazione preliminare), sia le soluzioni di ottimizzazione adottate per la soluzione insediativa prescelta (in fase di progettazione definitiva ed esecutiva), tenuti presenti la struttura tipo-morfologica, il disegno architettonico, i materiali, i colori, l'uso e l'arredo degli spazi collettivi e delle aree esterne, le percorrenze pedonali e carrabili, le relazioni con il contesto. Lo studio di compatibilita' deve essere supportato da simulazioni in scala ridotta effettuate tramite modelli, elaborazioni CAD o altre metodiche. TEMA DI SPERIMENTAZIONE 1.3 MODIFICAZIONE CON INTEGRAZIONE FUNZIONALE. Obiettivo generale e' la individuzione di soluzioni innovative dal punto di vista tipo- morfologico finalizzate all'integrazione tra funzioni residenziali e attivita' extraresidenziali, tali da evitare la frammentazione e la tipizzazione delle soluzioni insediative alla scala edilizia. Tale obiettivo mira a perseguire un superamento della tradizionale separazione e specializzazione funzionale tra attivita' residenziali e attivita' extraresidenziali attraverso la definizione alla scala urbana di livelli di interrelazione e fruizione integrata. A tal fine, il progetto di modificazione, piuttosto che il risultato di una somma di parti distinte, deve porsi come obiettivo l'interazione tra le parti, la complessita' e l'integrazione piuttosto che la specializzazione degli elementi costitutivi, l'unicita' delle soluzioni insediative piuttosto che la loro tipizzazione. Il progetto di modificazione con integrazione funzionale deve, altresi', arricchire e graduare gli spazi di transizione fra gli ambiti a destinazione sociale e gli spazi ad uso esclusivo, esplicitando le categorie architettoniche "interno/esterno" e "privato/pubblico" attraverso la definizione di morfologie urbane e di tipi edilizi innovativi. OBIETTIVO GENERALE DI SPERIMENTAZIONE 1. Qualita' morfologica TEMA DI SPERIMENTAZIONE 1.4 Qualificazione dello spazio urbano OGGETTI DI SPERIMENTAZIONE PREVALENTI Interventi su tessuti edilizi - edificazione di completamento Interventi su tessuti edilizi - arredo urbano/aree pubbliche Interventi su tessuti edilizi - adeguamento urbanizzazioni primarie Interventi su tessuti edilizi - opere di sistemazione ambientale AMBITO NORMATIVO DI RIFERIMENTO: SETTORE Funzionale-dimensionale; Tecnologico OGGETTI Complesso insediativo RISULTATI ATTESI - PRODOTTI E RICADUTE NORMATIVE Guide-criteri di progettazione, liste di requisiti; specifiche di prestazione; metodi di controllo o verifica. METODOLOGIA DI CONTROLLO DI QUALITA' DEL PROGETTO Studio di compatibilita' progetto/contesto urbano. Lo studio di compatibilita', congruentemente con la scala urbana di intervento, le caratteristiche del contesto e le peculiarita' relazionali e percettive, nonche' in rapporto al tema di sperimentazione, deve illustrare sia il percorso progettuale e i diversi stadi di sviluppo del progetto a livello di varianti alternative (in fase di progettazione preliminare), sia le soluzioni di ottimizzazione adottate per la soluzione insediativa prescelta (in fase di progettazione definitiva ed esecutiva), tenuti presenti la struttura tipo-morfologica, il disegno architettonico, i materiali, i colori, l'uso e l'arredo degli spazi collettivi e delle aree esterne, le percorrenze pedonali e carrabili, le relazioni con il contesto. Lo studio di compatibilita' deve essere supportato da simulazioni in scala ridotta effettuate tramite modelli, elaborazioni CAD o altre metodiche. TEMA DI SPERIMENTAZIONE 1.4 QUALIFICAZIONE DELLO SPAZIO URBANO. La condizione di degrado ambientale della periferia moderna, pur amplificata dalla separazione funzionale, puo' essere ricondotta anche alla mancata o alla insufficiente qualita' morfologica e relazionale dello spazio urbano, determinata principalmente dalla ripetizione seriale e tipizzata di edifici isolati e dalla riduzione dello spazio urbano a semplice distacco di risulta dai fabbricati, a spazio informe ed opaco privo di spessore e sprovvisto di potenzialita' sociali. Se la citta' storica, con i suoi muri, le sue vie, le sue piazze, si qualifica per una strutturazione compatta e chiusa dello spazio urbano, chiaramente riconoscibile per caratteri architettonici, per configurazione spaziale e rappresentativita', la periferia moderna, viceversa, si caratterizza per una apertura e indeterminatezza spaziale priva di identita', che inibisce ogni possibilita' di socializzazione. Obiettivo generale di questo tema di sperimentazione e', pertanto, lo studio delle problematiche connesse alla progettazione e realizzazione di spazi urbani esemplari per qualita' morfologica e architettonica, per capacita' di inserimento e dialogo con il contesto, per opportunita' relazionali. Sia che si operi attraverso una rilettura o una possibile evoluzione dei modelli della tradizione (la piazza e la strada), sia che si elaborino innovative forme di spazio urbano per concezione e identita', lo spazio urbano, luogo dove si intrecciano abitudini personali e quotidiane ed espressioni di socialita', dovra' essere pensato nella sua globalita', come un "vuoto" che abbia la stessa pregnanza di significati e la stessa importanza del "pieno". Cio' non significa che lo spazio urbano debba essere strutturato necessariamente in modo unitario, ma in ogni caso dovra' essere dato il giusto rilievo alla morfologia e architettura degli edifici e degli elementi urbani, quali le pavimentazioni, i rivestimenti, l'arredo urbano, le piantumazioni e il verde, ecc., nonche' alle interazioni, gli scambi e alle reciprocita' instaurabili tra lo spazio cosi' delimitato e l'edificato. Anche attraverso un auspicabile coordinamento con gli enti concessionari per i servizi pubblici, potranno, inoltre, essere definite soluzioni tecnologiche basate sull'integrazione tra diverse utenze impiantistiche ovvero soluzioni diverse atte a facilitare la gestione e la manutenzione delle infrastrutture a rete. Un ulteriore problema che potra' essere affrontato nella progettazione e realizzazione degli spazi pubblici e' dato dai modi con cui graduare il rapporto tra questi spazi e l'automobile, ormai parte della vita quotidiana: a tal fine potranno essere sperimentate forme innovative di relazione tra spazio urbano, automobile e residenza, nonche' di strutturazione degli spazi di movimento e sosta per l'automobile atte a qualificarne la fruizione e percezione. OBIETTIVO GENERALE DI SPERIMENTAZIONE 2. QUALITA' ECOSISTEMICA Insieme di condizioni atte a realizzare e garantire nel tempo condizioni di benessere dell'abitare nella citta' e in particolare all'interno degli edifici, nel rispetto degli ecosistemi preesitenti nell'ambiente e assicurando un risparmio nell'uso delle risorse naturali disponibili. RISULTATI ATTESI - PRODOTTI E RICADUTE NORMATIVE Buona parte del patrimonio edilizio del nostro Paese, soprattutto le costruzioni recenti, e' costituito da edifici esposti al rumore, mal ventilati, inadatti al clima, malsicuri, facilmente degradabili e con basse condizioni di fruibilita'. Gli obiettivi di qualita' ecosistemica, volti a realizzare condizioni di benessere dell'abitare, sono tesi ad ottimizzare requisiti, prestazioni, procedimenti e costi di costruzione. Caratteristica fondamentale dell'approccio bioclimatico-ecologico e' il perseguimento di obiettivi di miglioramento della qualita' ambientale e di risparmio energetico nel rispetto delle risorse naturali disponibili e degli ecosistemi preesistenti. L'obiettivo di benessere dell'abitare deve essere in primo luogo perseguito attravero un'attenzione da parte del progettista - sia che si tratti di nuova edificazione che di recupero - per l'impiego di materiali e prodotti di cui siano note le caratteristiche positive in merito a: basso dispendio energetico in fase di produzione; non nocivita' per gli operatori dei processi produttivi ed applicativi; assenza di emissione di sostanze tossiche durante il ciclo di vita; impiego di materie prime rinnovabili o il piu' possibile di derivazione "naturale"; ridotta e semplice manutenibilita'; rimpiegabilita' o riciclabilita' del prodotto una volta terminato il ciclo di vita. I principali criteri di progettazione da tenere in considerazione per il rispetto della qualita' ecosistemica sono i seguenti: a) Risparmio energetico: il comportamento termico del sistema edificio deve essere organizzato e controllato in fase di progettazione, attraverso una organica integrazione con il contesto climatico ed ambientale, per quel che riguarda: 1) l'orientamento dell'edificio; 2) il controllo del flusso termico; 3) l'uso d materiali isolanti ad accumulo termico; 4) il sistema di oscuramento all'esterno; 5) la conservazione del calore 6) l'irraggiamento solare. b) Qualita' dell'aria e fluidodinamica: 1) i modelli di distribuzione dell'aria; 2) la ventilazione nei grandi spazi; 3) la ventilazione negli edifici con atri; 4) la ventilazione a rimozione; 5) le tecniche speciali per la distribuzione dell'aria; 6) il benessere termoigrometrico e la qualita' dell'aria; 7) la ventilazione naturale. c) Potere fonoisolante: 1) protezione contro il rumore; 2) fenomeno della risonanza; d) Proprieta' tossicologiche: 1) identificazione della pericolosita' intrinseca degli inquinanti; 2) analisi del destino ambientale degli inquinanti; 3) definizione degli scenari di esposizione ai fattori di rischio; 4) stima, in termini quantitativi, degli effetti tossici collaterali agli scenari di esposizione; 5) integrazione dei punti precedenti in una valutazione globale, che consenta l'abbassamento, in percentuale, della condizione di tossicita' dell'ambiente interno (edificio) o esterno (urbano); e) Valutazione post-abitativa dell'edificio: 1) aspetti insediativi; funzionalita' degli spazi interni; benessere socio-psicologico; aspetti fisicoambientali. Dal punto di vista bioclimatico si considera che in ambito nazionale almeno 18 milioni di edifici esistenti hanno consumi energetici per l'illuminazione, il riscaldamento e l'acqua calda cosi' elevati da presentare la necessita' urgente d'intervenire sia sulle strutture murarie che sugli impianti. Del resto, quasi la totalita' del patrimonio edilizio, fatti salvi alcuni interventi appositamente mirati, ha bisogno di un graduale adeguamento termico e di un miglioramento in senso ecologico. A tal fine, l'adeguamento degli edifici esistenti alle tematiche tipologico-ambientali e tecnologico-energetiche proprie della bioarchitettura dovrebbe attenersi al rispetto dei seguenti obiettivi di riferimento: 1) un miglioramento dell'efficienza energetica dell'involucro edilizio; 2) un miglioramento dell'efficienza degli impianti; 3) un'integrazione delle nuove componenti tecnologiche solari, eoliche, o altre; 4) modelli di previsione di soleggiamento ed ombreggiamento ed integrazione di sistemi di verde protettivo; 5) il ridimensionamento energetico degli impianti termici; 6) la limitazione del condizionamento estivo con la ventilazione ed un appropriato raffreddamento passivo; 7) il migliore utilizzo del daylighting (illuminazione naturale); 8) la riduzione dei consumi elettrici e termici per aree e periodi parziali di uso; 9) il potenziale risparmio energetico per interventi di solarizzazione passiva. L'attenzione alle problematiche ambientali, anche dal punto di vista dell'alloggio e del sistema urbano, sta sempre piu' caratterizzando la legislazione europea ed impone un adeguamento del sistema italiano al nuovo sistema di regole tratteggiato a scala europea: le soluzioni innovative dovranno, pertanto, proporre criteri di progettazione tali da costituire originale contributo tecnico-normativo di indirizzo, da utilizzare da parte del Segretariato generale del CER per la definizione della normativa tecnica nazionale. Per rendere piu' agevole l'impostazione sperimentale, sono state individuate due tematiche principali: "Risparmio delle risorse" e "Miglioramento della qualita' ambientale", a loro volta suddivise in sottotematiche Al primo tema sperimentale - "Bioarchitettura ed Ecologia Urbana - a)Risparmio delle Risorse": seguono i sottotemi sperimentali - "al) Acqua"; "a2) Energia". Al secondo tema sperimentale - "Bioarchitettura ed Ecologia Urbana - b) Miglioramento della Qualita' Ambientale"; seguono i sottotemi sperimentali - bl) Acustica; b2) Aria; b3) Rifiuti. Lo studio delle questioni concernenti ciascuna sottotemica e' da rapportare ai diversi livelli di scala dell'intervento: 1 livello - Alloggio; 2 livello - Organismo abitativo; 3 livello - Complesso insediativo; OBIETTIVO GENERALE DI SPERIMENTAZIONE 2. Qualita' ecosistemica TEMA DI SPERIMENTAZIONE 2.1 Bioarchitettura ed Ecologia Urbana - Risparmio delle Risorse OGGETTI DI SPERIMENTAZIONE PREVALENTI Interventi edilizi Interventi su tessuti edilizi AMBITO NORMATIVO DI RIFERIMENTO: SETTORE Funzionale-dimensionale; fisico-ambientale; tecnologico OGGETTO Alloggio; Organismo abitativo; Complesso insediativo RISULTATI ATTESI - PRODOTTI E RICADUTE NORMATIVE Guide e criteri di progettazione, valutazioni post-abitative; metodi di controllo o verifica; specifiche di prestazione; liste di requisiti; metodologia per le valutazioni a lungo periodo dei costi. METODOLOGIA DI CONTROLLO DI QUALITA' DEL PROGETTO Studio di compatibilita' progetto/contesto urbano. Lo studio di compatibilita', congruentemente con la scala urbana di intervento, le caratteristiche del contesto e le peculiarita' relazionali e percettive, nonche' in rapporto al tema di sperimentazione, deve illustrare sia il percorso progettuale e i diversi stadi di sviluppo del progetto a livello di varianti alternative (in fase di progettazione preliminare), sia le soluzioni di ottimizzazione adottate per la soluzione insediativa prescelta (in fase di progettazione definitiva ed esecutiva), tenuti presenti la struttura tipo-morfologica, il disegno architettonico, i materiali, i colori, l'uso e l'arredo degli spazi collettivi e delle aree esterne, le percorrenze pedonali e carrabili, le relazioni con il contesto. Tale studio di impatto deve essere supportato da simulazioni in scala ridotta effettuate tramite modelli, elaborazioni CAD o altre metodiche. Nel caso di approfondimenti alla scala dell'alloggio e' necessario effettuare una simulazione di uno o piu' spazi abitativi tramite l'utilizzo delle strumentazioni del Laboratorio Tipologico Nazionale di proprieta' del Segretariato generale del CER. Tale simulazione, in scala reale, e' finalizzata alla verifica ed alla ottimizzazione dei livelli di qualita' funzionale e percettiva degli spazi abitativi di progetto e delle soluzioni alternative previste, da effettuare, con il coinvolgimento della committenza, dei progettisti e di una rappresentanza dei nuclei d'utenza interessati qualora gia' individuati, in fase di progettazione definitiva e/o esecutiva: possono essere previste simulazioni anche in corso d'opera o ad intervento ultimato, nei casi in cui lo richiedano le specifiche finalita' della sperimentazione, opportunamente motivate. TEMA DI SPERIMENTAZIONE 2.1 BIOARCHITETTURA ED ECOLOGIA URBANA - RISPARMIO DELLE RISORSE (a) L'importanza di questo tema sperimentale e' motivata dal ruolo rilevante che ricoprono i consumi energetici del settore edilizio rispetto ai consumi energetici globali, tenendo presente che questi vanno considerati non solo per gli effetti che producono sul consumo di risorse e in termini di dipendenza energetica, ma anche per gli effetti ambientali. I consumi energetici civili (riscaldamento invernale, raffrescamento estivo, illuminazione artificiale, servizi igienico-sanitari, elettrodomestici, etc.) rappresentano a livello comunitario, la parte piu' consistente del totale dei consumi energetici finali. Sia in Italia che negli altri Paesi comunitari il 70-80% dei consumi energetici civili sono prodotti dalla climatizzazione degli ambienti. L'organizzazione fisica e funzionale delle citta', le caratteristiche tipologiche e tecnologiche dell'edilizia, la densita' insediativa, l'organizzazione degli spazi aperti e collettivi, la localizzazione delle attivita', le tecnologie e i modi di trasporto, sono i fattori che condizionano i consumi energetici urbani, incidendo considerevolmente sul bilancio energetico globale, anche in termini di spesa. Considerando, poi, che negli ultimi anni la nuova, domanda si e' andata via via spostando dalla quantita' alla qualita', sia per quel che riguarda la residenza come pure il settore terziario e gli edifici destinati ad attivita' produttive, la riqualificazione energetica degli edifici va considerata in termini operativi, integrata ad interventi di recupero complessivo (adeguamento funzionale, strutturale, normativo...). Compatibilmente con le caratteristiche dell'intervento di sperimentazione, questo tema sperimentale puo' essere sviluppato considerando anche uno solo dei seguenti sottotemi, purche' lo studio sia coerentemente affrontato nel rispetto delle problematiche dei diversi livelli d'intervento (dall'alloggio al complesso insediativo): per ogni sottotema sono riportate alcune delle possibili soluzioni da prendere in considerazione per i tre livelli abitativi. Risparmio delle Risorse (a) Acqua - al) Alloggio: dispositivi per la limitazione del volume d'acqua ad usi domestici; dispositivi per il recupero di acque grigie. Organismo edilizio: dispositivi per il recupero delle acque grigie; dispositivi per il recupero delle acque meteoriche; ottimizzazione della distribuzione idrica. Complesso insediativo: recupero e gestione delle acque meteoriche. Energia - a2) Alloggio: riduzione delle perdite di calore; controllo della ventilazione naturale; controllo dell'ombreggiamento; controllo dell'illuminazione naturale; dispositivi di limitazione dei consumi elettrici e di riscaldamento; sistemi di captazione, attivi e passivi, dell'energia solare; sistemi di riscaldamento non convenzionali. Organismo edilizio: riduzione delle perdite di calore; controllo della ventilazione naturale; controllo dell'ombreggiamento; controllo dell'illuminazione naturale; dispositivi di limitazione dei consumi elettrici e di riscaldamento; sistemi di captazione, attivi e passivi, dell'energia solare; sistemi di riscaldamento non convenzionali; morfologia, orientamento e distribuzione degli spazi. Complesso insediativo: morfologia, orientamento e distribuzione degli organismi edilizi, delle aree verdi, degli specchi d'acqua; sistemi di riscaldamento non convenzionali. OBIETTIVO GENERALE DI SPERIMENTAZIONE 2. Qualita' ecosistemica TEMA DI SPERIMENTAZIONE 2.2 Bioarchitettura ed Ecologia Urbana - Miglioramento della Qualita' Ambientale. OGGETTI DI SPERIMENTAZIONE PREVALENTI Interventi edilizi Interventi su tessuti edilizi Interventi alla scala urbana. AMBITO NORMATIVO DI RIFERIMENTO: SETTORE Funzionale-dimensionale; fisico-ambientale; tecnologico OGGETTO Alloggio; Organismo abitativo; Complesso insediativo; Sistema urbano RISULTATI ATTESI - PRODOTTI E RICADUTE NORMATIVE Guide e criteri di progettazione, valutazioni post-abitative; metodi di controllo o verifica; specifiche di prestazione; liste di requisiti; metodologia per le valutazioni a lungo periodo dei costi. METODOLOGIA DI CONTROLLO DI QUALITA' DEL PROGETTO Studio di compatibilita' progetto/contesto urbano. Lo studio di compatibilita', congruentemente con la scala urbana di intervento, le caratteristiche del contesto e le peculiarita' relazionali e percettive, nonche' in rapporto al tema di sperimentazione, deve illustrare sia il percorso progettuale e i diversi stadi di sviluppo del progetto a livello di varianti alternative (in fase di progettazione preliminare), sia le soluzioni di ottimizzazione adottate per la soluzione insediativa prescelta (in fase di progettazione definitiva ed esecutiva), tenuti presenti la struttura tipo-morfologica, il disegno architettonico, i materiali, i colori, l'uso e l'arredo degli spazi collettivi e delle aree esterne, le percorrenze pedonali e carrabili, le relazioni con il contesto. Tale studio di impatto deve essere supportato da simulazioni in scala ridotta effettuate tramite modelli, elaborazioni CAD o altre metodiche. Nel caso di approfondimenti alla scala dell'alloggio e' necessario effettuare una simulazione di uno o piu' spazi abitativi tramite l'utilizzo delle strumentazioni del Laboratorio Tipologico Nazionale di proprieta' del Segretariato generale del CER. Tale simulazione, in scala reale, e' finalizzata alla verifica ed alla ottimizzazione dei livelli di qualita' funzionale e percettiva degli spazi abitativi di progetto e delle soluzioni alternative previste, da effettuare, con il coinvolgimento della committenza, dei progettisti e di una rappresentanza dei nuclei d'utenza interessati qualora gia' individuati, in fase di progettazione definitiva e/o esecutiva: possono essere previste simulazioni anche in corso d'opera o ad intervento ultimato, nei casi in cui lo richiedano le specifiche finalita' della sperimentazione, opportunamente motivate. TEMA DI SPERIMENTAZIONE 2.2 BIOARCHITETTURA/ECOLOGICA URBANA - MIGLIORAMENTO DELLA QUALITA' AMBIENTALE (b) Vi e' una stretta relazione tra processi di degrado urbano e degrado ambientale descritto nelle diverse forme d'inquinamento (dell'aria, dell'acqua, del terreno e da rumore); il superamento di tale degrado vuol dire soprattutto l'eliminazione o almeno la riduzione dei fattori inquinanti, anche attraverso l'approfondimento delle metodiche progettuali e delle soluzioni costruttive, sia per gli aspetti insediativi che per quelli tecnologici. Molti problemi di disagio abitativo sono dovuti, da una parte, allo scadimento della qualita' abitativa in quanto tale, dall'altra, alla incompatibilita' ambientale dei centri urbani, ovvero alla non salubrita' del sito e dell'immobile. Il miglioramento della qualita' ambientale puo' essere perseguito in fase di progetto, sia esso di recupero edilizio che di nuova costruzione, sulla base della valutazione della condizione esistente o di quella prevedibile, in relazione: alla quantita' dei rifiuti; alla contaminazione delle acque; alla contaminazione dell'atmosfera; ai rumori; al consumo di energia; al consumo di risorse naturali; agli effetti sugli ecosistemi. In fase di realizzazione e gestione dell'intervento dovranno, altresi', essere attentamente valutati gli eventuali effetti indesiderati o le nocivita' indotte dai prodotti di costruzione utilizzati, anche in rapporto alle fasi di ciclo di vita degli stessi. Compatibilmente con le caratteristiche dell'intervento di sperimentazione, questo tema sperimentale puo' essere sviluppato considerando anche uno solo dei seguenti sottotemi, purche' lo studio sia coerentemente affrontato nel rispetto delle problematiche dei diversi livelli d'intervento (dall'alloggio al complesso insediativo): per ogni sottotema sono riportate alcune delle possibili soluzioni da prendere in considerazione per i tre livelli abitativi. Miglioramento della Qualita' Ambientale (b) Acustica - bl) Alloggio: orientamento e distribuzione dell'alloggio; isolamento acustico verso l'esterno e tra gli alloggi. Organismo edilizio: isolamento acustico e/o schermatura verso l'esterno; morfologia. Complesso insediativo: sistemi di schermatura e/o separazione delle fonti di rumore. Aria - b2) Alloggio: sistemi di ventilazione e ricambio naturale; controllo delle emissioni di sostanze nocive dai materiali. Organismo edilizio: orientamento; morfologia e assetto delle singole parti (alloggi, scale, atri). Complesso insediativo: schermatura delle fonti inquinanti (uso del verde come filtro). Sistema urbano: strategia di separazione delle funzioni; sistemi di schermatura delle fonti inquinanti. Rifiuti - b3) Alloggio: sistemi di pretrattamento dei rifiuti organici; predisposizioni per la raccolta differenziata e riduzione del volume dei rifiuti. Organismo edilizio: predisposizioni per la raccolta differenziata. Complesso insediativo: predisposizioni per la raccolta differenziata. OBIETTIVO GENERALE DI SPERIMENTAZIONE 3. QUALITA' FRUITIVA Insieme delle condizioni che garantiscono un uso adeguato del complesso insediativo e/o dell'organismo edilizio da parte degli utenti, all'atto dell'insediamento e nel tempo, con un particolare riguardo all'approfondimento delle questioni inerenti l'eliminazione e il superamento delle barriere architettoniche, la sicurezza di utilizzazione e il soddisfacimento delle esigenze dei nuovi modi di vita con particolare riferimento alle utenze sociali deboli. RISULTATI ATTESI - PRODOTTI E RICADUTE NORMATIVE I risultati attesi concernono lo studio e la definizione di strumenti di indirizzo e di controllo della qualita' spaziale del progetto generalizzabili in contesti similari e specificamente rivolti alla scala dell'organismo abitativo, dell'alloggio e delle unita' ambientali. Gli obiettivi di qualita' attengono specifici temi del progetto della residenza (accessibilita', flessibilita', nuovi modi di vita e uso dell'alloggio, utenze sociali deboli), nell'ambito dei quali devono essere proposte soluzioni progettuali innovative per concezione, qualita' distributiva e architettonica. Tali soluzioni devono proporre criteri di progettazione in grado di costituire originale contributo tecnico-normativo di indirizzo, esemplificativo, dei possibili modi di aggiornamento ed innzalzamento qualitativo degli attuali standard abitativi e delle principali norme tecnico-dimensionali, da utilizzare da parte del Segretariato generale del CER per la definizione della normativa tecnica nazionale. In particolare, per il tema di sperimentazione "accessibilita', visitabilita' e adattabilita' di cui al DM 236/89", i risultati attesi si qualificano per una possibilita' di ricaduta normativa consentita espressamente dalle forme di aggiornamento e modifica delle prescrizioni normative stabilite all'articolo 12 del decreto citato, con particolare riguardo: - alla elaborazione di soluzioni progettuali e di accorgimenti tecnici atti a garantire e ad ampliare, rispetto ai livelli minimi stabiliti nel DM 236/89, il soddisfacimento dei requisiti di accessibilita', visitabilita' e adattabilita'; - alla elaborazione di soluzioni tecniche alternative che, ai sensi dell'art.l2 del citato DM, potranno essere inserite nel testo di aggiornamento e modifica; - allo studio delle ricadute in termini di costo degli interventi e delle soluzioni prospettate, specie se legate all'adattabilita' futura degli alloggi, I temi di sperimentazione attinenti la qualita' fruitiva devono prevedere, come metodologia di controllo di qualita' del progetto, la effettuazione la resocontazione di simulazioni in scala reale di uno o piu' spazi abitativi tramite l'utilizzo delle strumentazioni del Laboratorio Tipologico Nazionale di proprieta' del Segretariato generale del CER. OBIETTIVO GENERALE DI SPERIMENTAZIONE 3. Qualita' fruitiva TEMA DI SPERIMENTAZIONE 3.1 Accessibilita', visitabilita' e adattabilita' DM 236/89 OGGETTI DI SPERIMENTAZIONE PREVALENTI Tipologie per categorie sociali deboli Interventi edilizi - restauro e risanamento conservativo Interventi edilizi - ristrutturazione edilizia Interventi edilizi - nuova edificazione AMBITO NORMATIVO DI RIFERIMENTO: SETTORE Funzionale-dimensionale OGGETTI Unita' ambientale; Alloggio; Organismo abitativo. RISULTATI ATTESI Guide-criteri di progettazione, liste di requisiti; specifiche di prestazione; metodi di controllo o verifica. METODOLOGIA DI CONTROLLO DI QUALITA' DEL PROGETTO Simulazione di uno o piu' spazi abitativi tramite l'utilizzo delle strumentazioni del Laboratorio Tipologico Nazionale di proprieta' del Segretariato generale del CER. Tale simulazione, in scala reale, e' finalizzata alla verifica ed ottimizzazione dei livelli di qualita' funzionale e percettiva degli spazi abitativi di progetto e delle soluzioni alternative previste, da effettuare, con il coinvolgimento della committenza, dei progettisti e di una rappresentanza dei nuclei d'utenza interessati qualora gia' individuati, in fase di progettazione definitiva e/o esecutiva: possono essere previste simulazioni anche in corso d'opera o ad intervento ultimato, nei casi in cui lo richiedano le specifiche finalita' della sperimentazione, opportunamente motivate. TEMA DI SPERIMENTAZIONE 3.1 ACCESSIBILITA', VISITABILITA' E ADATTABILITA' DM 236/89 La legge 13/89 e il relativo regolamento di attuazione emanato con il DM 236/89, hanno modificato in maniera sostanziale la progettazione dell'edilizia residenziale pubblica e di quella privata, in modo da considerare le esigenze di accessibilita', sicurezza nell'uso e di orientamento delle persone con impedite o ridotte capacita' motorie o sensoriali. In particolare, il citato DM, strutturato sulla base di un complesso e innovativo sistema di norme prestazionali, articolate in criteri di progettazione, specifiche tecniche e funzionali e soluzioni tecniche conformi, pone l'attenzione sull'obiettivo dell'eliminazione e del superamento delle barriere architettoniche che costituiscono ostacolo non solo per i disabili ma per qualunque soggetto che, anche solo temporaneamente, ha delle limitazioni nella funzionalita' fisica: i contenuti delle norme finiscono per interessare in modo assai piu' esteso la progettazione, ed il tema, di conseguenza, non e' piu' riconducibile, come in passato, alla sola progettazione di alloggi "speciali", bensi' riguarda l'intervento edilizio nel suo complesso, ivi compresi i relativi spazi esterni. Obiettivi generali sono la definizione di soluzioni tipologiche e distributive innovative e di accorgimenti tecnici atti a garantire e ad ampliare, rispetto ai livelli minimi stabiliti nel citato DM, il soddisfacimento dei requisiti di accessibilita', visitabilita' e adattabilita', con un'attenzione alla limitazione dei relativi costi di realizzazione, alle economie conseguibili in fase di adattabilita', nonche' la proposizione di ulteriori soluzioni tecniche alternative a quelle richiamate nel predetto DM che, ai sensi dell'art. 12, potranno essere inserite in sede di aggiornamento e modifica dello stesso DM. Una particolare attenzione deve essere posta al soddisfacimento del requisito di adattabilita' e alla limitazione dell'onerosita' degli interventi futuri di adeguamento, tenuto presente che la norma e' a riguardo assai generica, in quanto consente di effettuare tali interventi "a costi contenuti" con il solo limite di non interessare le strutture e gli impianti comuni: a riguardo dovranno, pertanto, essere quantificati i relativi costi e descritti, anche sotto forma di manuali per l'utenza, gli interventi di modifica di spazi, di attrezzature e di componenti necessari per rendere accessibile in futuro l'alloggio ovvero l'edificio, nel caso delle tipologie per le quali e' prevista la possibilita' di deroga alla installazione dell'ascensore. OBIETTIVO GENERALE DI SPERIMENTAZIONE 3. Qualita' fruitiva TEMA DI SPERIMENTAZIONE 3.2 Flessibilita' OGGETTI DI SPERIMENTAZIONE PREVALENTI Interventi edilizi - restauro e risanamento conservativo Interventi edilizi - ristrutturazione edilizia Interventi edilizi - nuova edificazione AMBITO NORMATIVO DI RIFERIMENTO: SETTORE Funzionale-dimensionale OGGETTI Unita' ambientale; Alloggio; Organismo abitativo RISULTATI ATTESI Guide-criteri di progettazione, liste di requisiti; specifiche di prestazione; metodi di controllo o verifica. METODOLOGIA DI CONTROLLO DI QUALITA' DEL PROGETTO Simulazione di uno o piu' spazi abitativi tramite l'utilizzo delle strumentazioni del Laboratorio Tipologico Nazionale di proprieta' del Segretariato generale del CER. Tale simulazione, in scala reale, e' finalizzata alla verifica ed ottimizzazione dei livelli di qualita' funzionale e percettiva degli spazi abitativi di progetto e delle soluzioni alternative previste, da effettuare, con il coinvolgimento della committenza, dei progettisti e di una rappresentanza dei nuclei d'utenza interessati qualora gia' individuati, in fase di progettazione definitiva e/o esecutiva: possono essere previste simulazioni anche in corso d'opera o ad intervento ultimato, nei casi in cui lo richiedano le specifiche finalita' della sperimentazione, opportunamente motivate. TEMA DI SPERIMENTAZIONE 3.2 FLESSIBILITA' Il legame tra funzione e forma architettonica e l'emergere della necessita' di diversificare la risposta alloggiativa in rapporto all'eterogeneita' dei bisogni dell'utenza, hanno fatto si che il tema del progetto flessibile assumesse una originale ed oggettiva rilevanza nell'ambito della cultura piu' moderna della residenza, specie in considerazione dello sforzo metodologico compiuto per superare la tipizzazione e la standardizzazione delle soluzioni abitative. La flessibilita' dell'alloggio ha rappresentato per molto tempo, tramite lo spostamento di tramezzi o di arredi e la permutabilita' nell'utilizzazione di spazi comunque limitati, un modo per rispondere alle esigenze diverse e spesso contraddittorie dell'abitare. In mancanza di possibili variazioni della superficie utile complessiva, queste trasformazioni, soprattutto nel caso di aumento dei componenti del nucleo familiare, configurano a una notevole convulsione dello spazio domestico, comportando sovrautilizzazione degli spazi abitativi spesso assai distante da accettabili e pertinenti modalita' di fruizione dell'alloggio. Piu' di recente, specie attraverso l'individuazione del cosiddetto "ambito spaziale autonomo", sono state proposte, in luogo della trasformazione, modalita' di utilizzazione volte a consentire ad una parte dell'alloggio una indipendente funzionalita' rispetto alla restante superficie, al fine di venire incontro alle esigenze di privacy di anziani coabitanti o di figli adulti. In altri casi, la flessibilita' ha ruotato intorno alla trasferibilita' di ambienti da un alloggio all'altro anche attraverso l'accorpamento di piu' piccole unita' abitative o il frazionamento di quelle di maggiori dimensioni. Le soluzioni proposte assai raramente hanno trovato pratica attuazione, tenuto presente che, in un caso, l'utilizzazione dell'ambito spaziale autonomo si e' scontrata con forme di uso dell'alloggio piu' tradizionali che ne hanno vanificato le potenzialita', nell'altro, la trasferibilita' di ambienti da un alloggio all'altro e' stata nei fatti ostacolata dalla sostanziale non mobilita' dei nuclei familiari. Tenute presenti tali linee di sviluppo, il tema della flessibilita' deve essere in modo esplicito rapportato alla modalita' d'uso dell'alloggio (in proprieta' o in affitto) e alle esigenze dei nuclei familiari da insediare, in modo che la soluzione di flessibilita' rappresenti non una semplice proposta, ma un effettivo modo d'utilizzazione da attuare, quando necessario, con precise modalita' tecniche e gestionali, mezzi e risorse. Nell'ambito dei possibili modi di caratterizzazione della flessibilita' dell'alloggio nel tempo, particolare interesse e' da riporre allo studio di soluzioni "evolutive", tali da consentire, nel tempo, un aumento della sua superficie iniziale attraverso modifiche della volumetria o attraverso cambiamenti di destinazione d'uso di spazi pertinenziali o comuni, comunque compatibili con le normative vigenti. Tali soluzioni devono essere, in via prioritaria, rapportate ad alloggi di piccola dimensione (destinati a giovani coppie, a single, ecc.) in modo che la flessibilita' possa costituire, da una parte, un modo per limitare l'impegno economico di partenza e, dall'altra, di consentire all'alloggio di crescere contestualmente con le future esigenze abitative la nascita di figli, l'instaurarsi di una relazione di coppia, la coabitazione con familiari anziani, nuove opportunita' di lavoro domestico, ecc). OBIETTIVO GENERALE DI SPERIMENTAZIONE 3. Qualita' fruitiva TEMA DI SPERIMENTAZIONE 3.3 Nuovi modi di vita e di uso dell'alloggio OGGETTI DI SPERIMENTAZIONE PREVALENTI Interventi edilizi - restauro e risanamento conservativo Interventi edilizi - ristrutturazione edilizia Interventi edilizi - nuova edificazione AMBITO NORMATIVO DI RIFERIMENTO: SETTORE Funzionale-dimensionale OGGETTI Unita' ambientale; Alloggio; Organismo abitativo RISULTATI ATTESI Guide-criteri di progettazione, liste di requisiti; specifiche di prestazione; metodi di controllo o verifica. METODOLOGIA DI CONTROLLO DI QUALITA' Dl PROGETTO Simulazione di uno o piu' spazi abitativi tramite l'utilizzo delle strumentazioni del Laboratorio Tipologico Nazionale di proprieta' del Segretariato generale del CER. Tale simulazione, in scala reale, e' finalizzata alla verifica ed ottimizzazione dei livelli di qualita' funzionale e percettiva degli spazi abitativi di progetto e delle soluzioni alternative previste, da effettuare, con il coinvolgimento della committenza, dei progettisti e di una rappresentanza dei nuclei d'utenza interessati qualora gia' individuati, in fase di progettazione definitiva e/o esecutiva: possono essere previste simulazioni anche in corso d'opera o ad intervento ultimato, nei casi in cui lo richiedano le specifiche finalita' della sperimentazione, opportunamente motivate. TEMA DI SPERIMENTAZIONE 3.3 NUOVI MODI DI VITA E DI USO DELL'ALLOGGIO L'articolazione sempre piu' dinamica dei comportamenti individuali, le esigenze di socializzazione e le nuove forme di lavoro costituiscono alcune tra le principali linee di evoluzione della societa' che comportano un sostanziale ripensamento della tradizionale concezione dell'alloggio. A questo proposito, basta considerare alcune innovative esigenze abitative, quali, ad esempio, ad la possibilita' di integrare nell'abitazione con spazi di lavoro opportunamente attrezzati, eventualmente studiati anche in rapporto alle opportunita' informatiche, la richiesta di una maggiore privacy nello svolgimento delle diverse attivita' dell'abitare, l'attenzione riposta alla salute e all'igiene del corpo, il ruolo preponderante assunto dal tempo libero e dall'hobbistica, il sempre maggiore interesse rivolto ai requisiti degli spazi pertinenziali dell'alloggio (ad esempio, la dimensione e l'attrezzabilita' del garage; la qualita' spaziale e percettiva dello spazio privato all'aperto dell'alloggio, ecc.). Rispetto a questo quadro esigenziale, in progressiva evoluzione, l'alloggio inteso come esclusiva "scatola funzionale" appare non piu' in grado di dare sufficienti risposte ai nuovi modi di vita. Obiettivo generale di questo tema di sperimentazione e' lo studio di innovative forme dell'abitare, per quanto attiene la morfologia, la distribuzione, e la percezione degli spazi dell'alloggio e le funzioni ivi previste, con una particolare attenzione ai modi con cui l'alloggio si relaziona e si rapporta con gli altri alloggi e con l'esterno e ai modi con cui l'alloggio interagisce da un punto di vista relazionale e di immagine architettonica con gli spazi semiprivati-semipubblici di transizione. OBIETTIVO GENERALE DI SPERIMENTAZIONE 3. Qualita' fruitiva TEMA DI SPERIMENTAZIONE 3.4 Utenze sociali deboli OGGETTI DI SPERIMENTAZIONE PREVALENTI tipologie per categorie sociali deboli (anziani, famiglie numerose, studenti, nomadi, immigrati, altro ecc.) mini-alloggi alloggi con servizi sociali ad uso collettivo case-albergo nuclei di servizi per l'approntamento dei campi di accoglienza AMBITO NORMATIVO DI RIFERIMENTO: SETTORE Funzionale-dimensionale OGGETTI Unita' ambientale; Alloggio; Organismo abitativo; Complesso insediativo RISULTATI ATTESI Guide-criteri di progettazione, liste di requisiti; specifiche di prestazione; metodi di controllo o verifica. METODOLOGIA DI CONTROLLO DI QUALITA' DI PROGETTO Simulazione di uno o piu' spazi abitativi tramite l'utilizzo delle strumentazioni del Laboratorio Tipologico Nazionale di proprieta' del Segretariato generale del CER. Tale simulazione, in scala reale, e' finalizzata alla verifica ed ottimizzazione dei livelli di qualita' funzionale e percettiva degli spazi abitativi di progetto e delle soluzioni alternative previste, da effettuare, con il coinvolgimento della committenza, dei progettisti e di una rappresentanza dei nuclei d'utenza interessati qualora gia' individuati, in fase di progettazione definitiva e/o esecutiva: possono essere previste simulazioni anche in corso d'opera o ad intervento ultimato, nei casi in cui lo richiedano le specifiche finalita' della sperimentazione, opportunamente motivate. TEMA DI SPERIMENTAZIONE 3.4 UTENZE SOCIALI DEBOLI Questa categoria ricomprende utenze, quali ad esempio gli anziani, le famiglie numerose, gli studenti, altre categorie sociali con gravi problemi di emarginazione o di esclusione sociale, i nomadi e gli immigrati qualora il relativo fabbisogno abitativo rivesta carattere di ordine pubblico ovvero di particolare priorita' per le dimensioni del fenomeno, altre categorie sociali specificatamente individuate dalle amministrazioni comunali, che si distinguono per l'estrema particolarita' dei bisogni abitativi, in alcuni casi da supportare con adeguati servizi accessori. Il soddisfacimento di tali bisogni puo' essere attuato mediante il ricorso a tipologie abitative anche molto diverse tra loro: dall'alloggio piu' tradizionale a quello con servizi sociali a uso collettivo, dalle case-albergo agli alloggi a tariffa, ecc. Obiettivo generale di questo tema di sperimentazione e' rappresentato dallo studio di soluzioni abitative innovative commisurate alle esigenze delle diverse categorie sociali: tali soluzioni dovranno essere studiate in rapporto alle modalita' di utilizzazione, alla morfologia e alla percezione degli spazi dell'alloggio e dei relativi servizi di supporto ad uso collettivo, con una particolare attenzione ai modi con cui l'alloggio si relaziona e si rapporta con gli altri alloggi, con gli spazi semi-privati e semi-pubblici di transizione e con i servizi di supporto. In ogni caso le soluzioni abitative dovranno essere tali da incentivare i rapporti umani e la socializzazione: a tal fine sono da privilegiare soluzioni insediative ed edilizie che favoriscano tale obiettivo anche attraverso l'integrazione nello stesso intervento di categorie di utenti diversi, socialmente deboli e non. Al riguardo, con un particolare riferimento all'utenza anziana, dovranno essere studiate forme di abitazione tali da ridurre il piu' possibile gli effetti di segregazione derivanti dall'allontanamento dal nucleo familiare originario. OBIETTIVO GENERALE DI SPERIMENTAZIONE 4. SISTEMA QUALITA' Definizione della struttura organizzativa, delle responsabilita', delle procedure, dei procedimenti, delle tecniche e delle attivita' a carattere operativo, messi in atto per soddisfare i requisiti di qualita', cioe' le proprieta' e le caratteristiche di un prodotto che conferiscono ad esso la capacita' di soddisfare esigenze espresse o implicite. RISULTATI ATTESI - PRODOTTI E RICADUTE NORMATIVE Gli indirizzi strategici di politica tecnica definiti dal C.E.R. attraverso la delibera di programmazione 92/95 individuano come obiettivo essenziale da perseguire il miglioramento della qualita' edilizia ed insediativa. Il D.M. 5 agosto 1994, che determina i limiti massimi di costo per gli interventi di edilizia residenziale, incentiva e promuove un miglioramento della qualita' dell'alloggio dell'organismo abitativo, individuando un differenziale di costo, connesso alla qualita' aggiuntiva dell'intervento. Tale differenziale rappresenta le maggiorazioni di costo che possono riconoscersi, in relazione alle indicazioni fornite dalle regioni, con riferimento: - alla dotazione dell'intervento di polizze assicurative postume decennali o di maggiore durata a garanzia dei rischi di costruzione negli anni successivi alla ultimazione dello stesso; - all'adozione di un piano di qualita' relativo all'intervento e/o programma di manutenzione; - al miglioramento del comfort ambientale con riferimento agli aspetti acustici ed igrotermici. Il decreto prevede che le regioni, attraverso specifiche deliberazioni, disciplinino e quantifichino, per ciascun fattore di qualita' aggiuntiva, il relativo differenziale. La crescente richiesta di "garanzia di qualita'" ai vari livelli - dalla certificazione di sistema all'adozione di piani di qualita' per specifica commessa, alla certificazione di prodotti, ai piani di sicurezza - che emerge dalla recente normativa sia nazionale che europea, (D.C. 10 gennaio 1988, D.M. 5 agosto 1994, L. 626/95, direttiva CEE 89/106, DPR 246/93, L: 216/95) rende necessario formulare programmi di sperimentazione in "regime di qualita'", mirati soprattutto alla individuazione di sistemi di controllo della qualita' di "processo" e di "sistema" edilizio, oltre che di procedure di autocontrollo per la garanzia della qualita'. A tal fine si e' individuato l'obiettivo generale, definito "Sistema di qualita'", mirato, da un lato, al controllo della qualita' globale nel settore delle costruzioni, attraverso la definizione di procedure e strumenti per la gestione della qualita' nel processo edilizio ed il controllo della qualita' del "sistema edilizio" (secondo la terminologia introdotta dal D.M. 19 gennaio 1988 "Linee generali di inquadramento della normativa tecnica nazionale"), dall'altro, a compatibilizzare l'innalzamento della qualita' di "prodotto" con il contenimento dei costi. La sperimentazione in quest'ambito tematico, e' finalizzata a definire metodologie, procedure e strumentazioni di controllo proprie delle diverse fasi del processo edilizio ad individuare ruoli e soggetti preposti alle attivita' di controllo di qualita', nonche' ad elaborare strumenti normativi di guida al perseguimento della "qualita' globale" e di verifica dei risultati ottenuti: manuali di qualita', piani di qualita', ecc.. Nell'ambito dell'obiettivo suddetto sono stati individuati i seguenti temi di sperimentazione, che nella loro formulazione fanno riferimento al glossario introdotto dalla norma UNI-ISO 8042. 1. QUALITA' NEL PROCESSO EDILIZIO, intesa come "insieme delle attivita' che, interagendo tra di loro, influenzano la qualita' di un prodotto o di un servizio nelle varie fasi, che vanno dall'identificazione delle esigenze da soddisfare alla verifica del loro soddisfacimento (cerchio della qualita') 2. QUALITA' NEL SISTEMA EDILIZIO, intesa come "insieme di tecniche e di attivita' di controllo di qualita', messe in atto per soddisfare i requisiti di qualita'". Il ruolo della sperimentazione vuole essere, da un lato, la promozione di una cultura della qualita', anche attraverso la partecipazione motivata dei soggetti proponenti, dall'altro, la predisposizione di strumenti procedurali e normativi atti a realizzare e a gestire, a livello istituzionale, un'efficace politica della qualita'. OBIETTIVO GENERALE 4. Sistema qualita' TEMA DI SPERIMENTAZIONE 4.1 Qualita' nel processo edilizio: definizione di procedure di garanzia della qualita' OGGETTI DI SPERIMENTAZIONE PREVALENTI Interventi edilizi Interventi su tessuti edilizi Interventi alla scala urbana AMBITO NORMATIVO DI RIFERIMENTO SETTORE Procedurale. OGGETTI Attivita' di processo: progettazione e controllo del progetto, affidamento ed esecuzione dei lavori, controllo, collaudo, gestione dell'intervento. RISULTATI ATTESI - Sperimentazione di funzioni di Project management. - Predisposizione di convenzioni fra comune e soggetti attuatori, comune e soggetti assegnatari. - Predisposizione di riferimenti per la contrattualistica. - Predisposizione di guide per le fasi di indagine, studio di fattibilita', briefing. ecc. - Gestione dei progetti attraverso la predisposizione di piani di progetto e piani qualita'. - Monitoraggio e controllo di gestione dell'opera realizzata attraverso piani di gestione. - Pianificazione delle relazioni contrattuali fra operatori e fra soggetti attuatori e assegnatari. - Manuali della qualita' specifica (con riferimento alla progettazione, agli approvvigionamenti, alle commesse, all'esecuzione dei lavori, alla gestione degli interventi). RIFERIMENTI NORMATIVI Norme procedurali ISO-UNI 9000 ISO-UNI 8042 TEMA DI SPERIMENTAZIONE 4.1 QUALITA' NEL PROCESSO EDILIZIO: DEFINIZIONE DI PROCEDURE DI GARANZIA DELLA QUALITA' La qualita' degli interventi non rappresenta ormai un obiettivo codificabile solo in termini di standard urbanistici ed edilizi o di requisiti di carattere esclusivamente funzionale. La qualita' va reinterpretata come sistema globale che impone di superamento di una visione della qualita' stessa come fattore parcellizzato e contingente. Questa consapevolezza resta, tuttavia, ancora estranea a molte delle fasi del processo edilizio, le condizioni di conflittualita' e di separatezza fra normazione, programmazione, progettazione, edificazione e controllo non facilitano la promozione di un "sistema" della qualita' globale. Obiettivo generale della sperimentazione in tale ambito deve essere quello di promuovere la integrazione di ruoli e competenze e di superare approcci formali e meramente operativi (qualita' come conformita' a standard) ai temi dalla qualita'. Tali approcci rischiano di esaltare la conflittualita' fra gli operatori, con la proliferazione di norme e di controlli, a scapito della qualita' dei risultati. La finalita' dovra' essere invece prioritariamente quella di creare condizioni per la condivisione di obiettivi qualita' fra gli operatori che, a tutti i livelli, intervengono nelle diverse fasi del processo ideativo e realizzativo degli interventi. Il programma sperimentale deve fare propria tale impostazione affrontando alcuni nodi prioritari: - la integrazione fra le fasi di programmazione, progettazione e costruzione, nell'ottica di una gestione globale della qualita' del progetto; - la flessibilita' organizzativa delle strutture che intervengono nella realizzazione di un progetto e l'organizzazione delle stesse nell'ottica della garanzia di qualita'; - la significativita' dei parametri di normazione e dei modelli di valutazione della qualita' sostanziale degli interventi, in rapporto a requisiti generali e specifici di contesto. OBIETTIVO GENERALE DI SPERIMENTAZIONE 4. Sistema di qualita' TEMA DI SPERIMENTAZIONE 4.2 Qualita' nel Settore Edilizio: gestione delle qualita' e controllo di qualita' OGGETTI DI SPERIMENTAZIONE PREVALENTI Interventi edilizi Interventi su tessuti edilizi Interventi alla scala urbana AMBITO NORMATIVO DI RIFERIMENTO SETTORE Sistema edilizio: settore procedurale; settore tecnico OGGETTO Attivita' di gestione della Qualita': coordinamento e controllo nelle fasi di esecuzione lavori. Attivita' di controllo della qualita': controlli in corso d'opera, a collaudo finale e in fasi di gestione. RISULTATI ATTESI Piani qualita': schema direttore del promotore o della impresa generale e piani dei singoli. Strumenti per la redazione di schemi direttori della qualita': procedure e manuali, istruzioni per particolari cicli di lavorazioni; sistemi di gestione delle non conformita' - strumenti di controllo, modulistica per le verifiche ispettive. Modelli organizzativi, strumenti e procedure di affidamento lavori. Modelli organizzativi di svolgimento lavori. Metodi di verifica in corso d'opera, a collaudo finale e in fase di gestione. Modelli di certificazione degli interventi. RIFERIMENTI NORMATIVI Norme procedurali ISO-UNI 9000 DIR-CEE 89/106 D.P.R. 246 Quaderno C.E.R. n. 2 TEMI DI SPERIMENTAZIONE 4.2 QUALITA' NEL SISTEMA EDILIZIO: GESTIONE DELLA QUALITA' E CONTROLLO DI QUALITA' Nell'ambito di tale area la sperimentazione e' finalizzata a strutturare e strumentare sia le funzioni di gestione della qualita' a livello di soggetto attuatore, sia le attivita' volte a potenziare la capacita' di definizione normativa e controllo della qualita' prestazionale degli interventi. Quest'area tematica concerne anche la messa a punto di modelli e strumenti di controllo della fase di affidamento dei lavori, come nodo rilevante nel quadro dei nuovi orientamenti delle procedure di appalto. Le attivita' previste riguardano la definizione, l'applicazione e regolazione di strumenti di pianificazione della qualita', concepiti in un'ottica di garanzia della qualita', e di strumenti per il potenziamento dell'efficacia del processo e per il controllo della qualita' del prodotto. Altre attivita' riguardano la messa a punto di strumenti operativi nelle fasi di affidamento lavori e svolgimento degli stessi, con il potenziamento della capacita' d controllo, previsione e programmazione; la predisposizione di strumenti di controllo della completezza dei progetti e della qualita' delle soluzioni proposte, con la identificazione di strumenti di controllo in corso d'opera e in fase di gestione, anche in questo caso con la proposta di un potenziamento di alcuni ruoli tradizionali (D.L. e collaudatore) o di nuovi ruoli di controllo tecnico da parte di strutture di certificazione della qualita' di prodotto (laboratori e altro). Inoltre, in tale ambito devono essere sperimentati strumenti e procedure per la certificazione degli interventi, in un'ottica di garanzia della qualita' nei riguardi dei fruitori. Particolare attenzione, nell'ambito della adozione di strumenti per la gestione della qualita' e' dedicato al Piano di qualita' di commessa, quale strumento di controllo della qualita' nell'esecuzione delle opere, individuato dal D.M. 5 agosto 1994. Dalla norma UNI ISO 8042 e' definito il Piano della Qualita': "Documento che precisa le modalita' operative, le risorse e le sequenze di attivita' che influenzano le qualita' di un determinato prodotto, servizio, contratto o progetto"; in particolare, per definire la struttura di base del Piano della Qualita' si e' fatto riferimento ai 20 requisiti della norma TSO/DIS 9004-5 "criteri riguardanti la conduzione aziendale per la qualita' e i sistemi aziendali". In sostanza il p.q. e' l'attuazione del sistema qualita' su una particolare commessa, e' l'insieme organizzato e strutturato di tutte le informazioni necessarie a garantire il soddisfacimento dei requisiti di contratto che evidenzia tutte le attivita' e le procedure messe in essere per il perseguimento della qualita' di quella specifica commessa. Funzione specifica del p.q. e' quella di qualificare nei dettagli operativi ed organizzativi della commessa, definendone la scomposizione in fasi, i tempi di attuazione, i requisiti da rispettare, i piani e le modalita' di controllo, le istruzioni per i vari processi di lavorazione, nonche' tutte le specifiche di commessa, le azioni di controllo e il piano delle azioni correttive delle eventuali non conformita'. La scelta di tale tematica e' proposta anche per quelle strutture che non operano in sistema qualita', ma che vogliono accedere ad un processo di autocertificazione dell'impresa, attraverso l'adozione di un piano di qualita' di commessa. Il p.q. puo' essere momento di verifica della propria struttura organizzativa, rispetto alla normativa di certificazione ISO UNI-9000, e base di partenza per passare dal "sistema qualita' di cantiere" al "sistema qualita' di struttura".