(all. 2 - art. 1)
ISTRUZIONI PER  LA COMPILAZIONE DELLA SCHEDA  RELATIVA AI CARATTERI
   DELL'AMBITO Dl INTERVENTO DI CUI ALL'ART. 5, LETTERA B), DEL BANDO
   DI GARA.
  I dati  statistici da indicare  nella scheda devono  essere desunti
dalle singole sezioni del 13  Censimento generale della popolazione e
delle abitazioni. Le sezioni censuarie  da considerare sono quelle la
cui aggregazione coincida o comprenda l'ambito di intervento proposto
e i  valori da  riportare fanno riferimento  alle tavole  incluse nei
fascicoli provinciali Istat.
  Il  numero occupanti  per  stanza si  ottiene  sommando i  relativi
valori delle singole sezioni censuarie  con riferimento alla tav. 1.4
(tipi di alloggio).
  La percentuale di  alloggi pubblici va calcolata  sommando i valori
relativi alle  abitazioni occupate  e non  occupate di  proprieta' di
Stato,  regione, provincia,  comune,  IACP (tavole  5.23  e 5.27)  in
rapporto  al  totale  delle  abitazioni, occupate  e  non  occupate),
presenti nell'ambito d'intervento (tavola 2.14).
  Il tasso di scolarita' va riferito alla classe di eta' compresa tra
gli 11 e i 14 anni (tav. 2.21).
  La  popolazione  con meno  di  15  anni  va calcolata  come  valore
percentuale sul totale della popolazione residente (tav. 2.2).
  La  percentuale  di  dirigenti, direttivi,  quadri,  impiegati,  va
calcolata  con   riferimento  alla  condizione   professionale  degli
occupati (tavola 4.4) in  rapporto alla popolazione residente (tavola
2.2).
                GUIDA AI PROGRAMMI DI SPERIMENTAZIONE
     Interventi con finalita' sperimentali - legge n. 457/1978,
                         art. 2, lettera f)
                   Programmazione E.R.P.1992-1995
                OBIETTIVO GENERALE DI SPERIMENTAZIONE
1. QUALITA' MORFOLOGICA
 Insieme  delle  condizioni  tipologiche e morfologiche del complesso
insediativo  e/o  dell'organismo  edilizio  tali  da   garantire   la
salvaguardia  e la valorizzazione del contesto e il raggiungimento di
soddisfacenti livelli qualitativi dal punto di vista  architettonico,
relazionale   e   percettivo,   sia  nel  recupero  che  nella  nuova
edificazione.
RISULTATI ATTESI - PRODOTTI E RICADUTE NORMATIVE
 I  risultati  attesi  concernono  in  particolare  lo  studio  e  la
definizione  di  strumenti  di  indirizzo  e controllo della qualita'
spaziale del progetto di recupero, di  riqualificazione  o  di  nuova
edificazione  generalizzabili  in  contesti similari e specificamente
rivolti alla scala urbana d'intervento.
 Gli  obiettivi  di  qualita'  riguardano specifici temi del progetto
propri  della  scala  urbana   (compatibilita'   con   il   contesto,
integrazione   funzionale,   qualificazione   degli   spazi  esterni)
nell'ambito dei quali la proposizione di  soluzioni  progettuali  con
carattere  di  esemplarita'  rispetto  all'ordinario  per concezione,
qualita' insediativa e relazionale, deve costituire la  premessa  per
la definizione di specifici criteri di progettazione generalizzabili:
tali  criteri devono costituire un contributo originale da utilizzare
da parte del Segretariato generale del CER per la  definizione  della
normativa tecnica nazionale per l'edilizia residenziale pubblica.
 Gli  obiettivi  di  qualita'  e  i relativi strumenti di indirizzo e
controllo, che  costituiscono  risultati  attesi,  sono  strettamente
interconnessi   e  riferibili  a  specifiche  fasi  del  processo  di
progettazione e di realizzazione:
 a) fase conoscitiva
 - definizione di criteri di analisi del contesto;
 b) interfaccia analisi/progetto
 - definizione di criteri generali d'intervento per  l'individuazione
degli  elementi  invarianti  da  salvaguardare,  di quelli soggetti a
rifunzionalizzazione,  di  quelli  da  riqualificare,  di  quelli  da
modificare        radicalmente       anche       attraverso       una
demolizione/ricostruzione, nonche' di quelli di nuova edificazione;
 c) fase ideativa
 - definizione di criteri di progettazione alla  scala  urbana  e  di
disegno  urbano;  in  rapporto al tema prescelto tali criteri possono
anche essere  specificamente  riferiti  alla  compatibilita'  con  il
contesto,  alla  integrazione  funzionale dell'intervento ovvero alla
qualificazione degli spazi esterni  (dai  cortili  condominiali  agli
spazi  aperti  di  vicinato,  dalle strade di servizio alla residenza
alle  piazze,  dai  percorsi  pedonali  ai   parcheggi,   sino   alle
sistemazioni a verde e all'arredo urbano);
 d) fase di controllo
 - definizione di check list di requisiti e specifiche di prestazione
per la valutazione della qualita' alla scala urbana tali da garantire
il  soddisfacimento  di  un  adeguato  livello di funzionalita' degli
spazi e degli oggetti edilizi; oltre al rispetto della funzionalita',
sulla  quale  sono  improntate   tutte   le   consolidate   normative
prestazionali, si richiede la definizione di parametri di valutazione
della  qualita' morfologica alla scala urbana che tengano conto anche
dei  caratteri  formali,  relazionali  e  percettivi  dell'intervento
sperimentale.
 I   temi   di  sperimentazione  attinenti  la  qualita'  morfologica
prevedono come metodologia specifica di controllo della qualita'  del
progetto  l'effettuazione  e  la  resocontazione  di  uno  studio  di
compatibilita' progetto/contesto urbano.
OBIETTIVO GENERALE DI SPERIMENTAZIONE
 1. Qualita' morfologica
TEMA DI SPERIMENTAZIONE
 1.1  Modificazione  e  qualificazione  di  tessuti  consolidati  e/o
degradati.
OGGETTI DI SPERIMENTAZIONE PREVALENTI
 Interventi edilizi - ristrutturazione edilizia
 Interventi edilizi - nuova edificazione
 Interventi su tessuti edilizi - edificazione di completamento
AMBITO NORMATIVO DI RIFERIMENTO:
 SETTORE
 Funzionale-dimensionale
 OGGETTI
 Complesso insediativo
RISULTATI ATTESI - PRODOTTI E RICADUTE NORMATIVE
 Guide-criteri  di  progettazione,  liste di requisiti; specifiche di
prestazione; metodi di controllo o verifica.
METODOLOGIA DI CONTROLLO DI QUALITA' DEL PROGETTO
 Studio di compatibilita' progetto / contesto urbano.
 Lo studio di compatibilita', congruentemente con la scala urbana  di
intervento,   le  caratteristiche  del  contesto  e  le  peculiarita'
relazionali  e  percettive,  nonche'   in   rapporto   al   tema   di
sperimentazione,  deve  illustrare  sia  il  percorso progettuale e i
diversi  stadi  di  sviluppo  del  progetto  a  livello  di  varianti
alternative  (in fase di progettazione preliminare), sia le soluzioni
di ottimizzazione adottate per la soluzione insediativa prescelta (in
fase di progettazione definitiva ed esecutiva),  tenuti  presenti  la
struttura tipo-morfologica, il disegno architettonico, i materiali, i
colori, l'uso e l'arredo degli spazi collettivi e delle aree esterne,
le percorrenze pedonali e carrabili, le relazioni con il contesto.
 Lo studio di compatibilita' deve essere supportato da simulazioni in
scala  ridotta  effettuate  tramite modelli, elaborazioni CAD o altre
metodiche.
                       TEMA DI SPERIMENTAZIONE
1.1 MODIFICAZIONE E QUALIFICAZIONE DI TESSUTI CONSOLIDATI E/O
    DEGRADATI.
 Per   elaborare   soluzioni   progettuali   di    modificazione    e
qualificazione  di  tessuti consolidati e/o degradati compatibili con
le valenze del contesto d'intervento, appare necessario partire dalla
lettura e dall'analisi tipo-morfologica  degli  oggetti  edilizi  che
caratterizzano tale contesto e dalle relazioni che lo strutturano.
 Obiettivi  generali  da perseguire sono, da una parte, il rispetto e
la  valorizzazione  dei  caratteri  geomorfologici,  idrogeologici  e
paesaggistici,  nonche'  delle preesistenze storico-architettoniche e
ambientali caratterizzanti il sito, dall'altra, la  valorizzazione  e
la  qualificazione delle relazioni (percorrenze carrabili e pedonali,
visuali prospettiche e punti di vista), degli spazi urbani e dei modi
d'uso (forme di abitare e di socialita') caratterizzanti il contesto.
 Il perseguimento di tali obiettivi deve consentire l'instaurarsi  di
interazioni   tra   l'intervento   di   modificazione   e  l'intorno,
rappresentato dalle aree e dai tessuti  edilizi  limitrofi  a  quelli
d'intervento,  in grado di avviare processi di riqualificazione anche
di quelle parti non interessate direttamente dall'intervento.
 Il  progetto  di  riqualificazione,  ed  in  particolare  le diverse
possibili   alternative    d'intervento    (dalla    ristrutturazione
conservativa   alla   demolizione/ricostruzione   sino   alla   nuova
edificazione   interstiziale)   devono   essere    rapportate    alle
caratteristiche   e   alle  qualita'  del  luogo,  sia  esso  un'area
consolidata con caratteri da  valorizzare  o  una  periferia  moderna
degradata o una zona abusiva da qualificare.
 A  riguardo  si  evidenzia  il problema connesso alla definizione di
appropriate metodiche  di  analisi  del  contesto  di  supporto  alla
progettazione,  specificamente riferite ai tessuti moderni degradati,
in genere privi di una diffusa e stratificata  presenza  di  elementi
invarianti   qualitativamente   significativi   da   salvaguardare  e
valorizzare: il degrado morfologico e ambientale rende piu' complessa
l'analisi, proprio per la difficolta' di  cogliere  segni  e  valenze
sedimentati,  valori riconoscibili e rappresentativi da assumere come
riferimento  progettale  per  impostare  una  pertinente  ipotesi  di
riqualificazione.
 E  in  questa  direzione,  dovranno essere approfondite le questioni
legate ai possibili modi con cui il progetto di riqualificazione puo'
interagire  con  il  contesto,  tenute  presenti  le  caratteristiche
morfologiche e d'uso degli edifici e degli spazi urbani, le relazioni
funzionali   e   percettive   tra   le   diverse  parti,  il  disegno
architettonico, i materiali e le tecnologie, le forme di abitare e di
socialita'.
OBIETTIVO GENERALE DI SPERIMENTAZIONE
 1. Qualita' morfologica
TEMA DI SPERIMENTAZIONE
 1.2 Conservazione e valorizzazione dei tessuti storici.
OGGETTI DI SPERIMENTAZIONE PREVALENTI
 Interventi edilizi - restauro e risanamento conservativo
 Interventi edilizi - ristrutturazione edilizia
 Interventi edilizi - recupero urbano
AMBITO NORMATIVO DI RIFERIMENTO:
 SETTORE
 Funzionale-dimensionale; Tecnologico
 OGGETTI
 Organismo abitativo; Complesso insediativo
RISULTATI ATTESI - PRODOTTI E RICADUTE NORMATIVE
 Guide-criteri di progettazione, liste di  requisiti;  specifiche  di
prestazione; metodi di controllo o verifica.
METODOLOGIA DI CONTROLLO DI QUALITA' DEL PROGETTO
 Studio di compatibilita' progetto / contesto urbano.
 Lo  studio di compatibilita', congruentemente con la scala urbana di
intervento,  le  caratteristiche  del  contesto  e  le   peculiarita'
relazionali   e   percettive,   nonche'   in   rapporto  al  tema  di
sperimentazione, deve illustrare sia  il  percorso  progettuale  e  i
diversi  stadi  di  sviluppo  del  progetto  a  livello  di  varianti
alternative (in fase di progettazione preliminare), sia le  soluzioni
di ottimizzazione adottate per la soluzione insediativa prescelta (in
fase  di  progettazione  definitiva ed esecutiva), tenuti presenti la
struttura tipo-morfologica, il disegno architettonico, i materiali, i
colori, l'uso e l'arredo degli spazi collettivi e delle aree esterne,
le percorrenze pedonali e carrabili, le relazioni con il contesto.
 Lo studio di compatibilita' deve essere supportato da simulazioni in
scala ridotta effettuate tramite modelli, elaborazioni  CAD  o  altre
metodiche.
                       TEMA DI SPERIMENTAZIONE
1.2 CONSERVAZIONE E VALORIZZAZIONE DEI TESSUTI STORICI
 Il  centro storico - di cui fa parte l'edificio da "recuperare" - e'
un sistema organizzato costituito da elementi mutuamente connessi  ed
interdipendenti. E' un organismo urbano individuato che si compone di
organismi   edilizi,   anch'essi   individuati:   gli  edifici.  Esso
rappresenta, pertanto,  un  patrimonio  della  collettivita'  di  cui
andrebbe  salvaguardato  il  valore  etico-civile  che  si  manifesta
nell'architettura  degli  edifici,  nella  tessitura  degli  isolati,
nell'articolarsi  gerarchizzato  dei  suoi  elementi (strade, piazze,
edifici)  ed  infine  nel   disegno   urbano   complessivo   che   lo
caratterizza.
 Gli   interventi   di   recupero   nel   centro   storico,  partendo
dall'esigenza di risanamento degli edifici, dovranno comunque dare il
giusto rilievo alla valorizzazione delle  relazioni  tra  le  diverse
parti   del   tessuto   edilizio,   in   particolare   attraverso  la
qualificazione dei percorsi di avvicinamento  e  di  attraversamento,
delle  corti  interne,  delle  piazze,  delle  aree  di  sosta  e  di
parcheggio, anche con riguardo ai relativi elementi di arredo urbano.
 Gli  interventi  di  recupero  dovranno,  altresi',  valorizzare  la
eventuale presenza di attivita' non residenziali e di servizio, anche
attraverso  un  attento  studio  dei  modi di caratterizzazione degli
affacci delle  stesse  attivita'  su  percorsi  o  spazi  pubblici  o
semipubblici.
 Gli  interventi  di  recupero,  per  migliorarne  le  condizioni  di
utilizzo o ripristinarne  l'immagine,  devono  in  ogni  caso  essere
coerentemente  rapportati  alle  caratteristiche  tipo-morfologiche e
costruttive del contesto.
 A tal fine, fermo restando il rispetto delle norme di attuazione dei
relativi  strumenti  urbanistici  e   degli   eventuali   vincoli   e
prescrizioni  della locale Soprintendenza, gli interventi di recupero
nel centro storico devono, di norma, uniformarsi ai seguenti  criteri
generali di progettazione:
A) interventi sugli edifici da conservare
 - eliminazione delle superfetazioni degradanti;
 -  modificazione delle aggiunte improprie, qualora sia possibile una
loro  possibile  integrazione  nel   processo   di   riqualificazione
dell'edificio;
 -   riconfigurazione   planimetrica  di  corpi  minori  appartenenti
all'edificio da recuperare interni all'unita' edilizia, nel  rispetto
dei caratteri tipo-morfologici dell'intero organismo edilizio;
 -  restituzione di tutte quelle parti distrutte, a seguito di crolli
parziali o totali, verificatisi anche dopo la fase  di  presentazione
del progetto di recupero:
 -  salvaguardia  dell'identita'  architettonica  dell'organismo, nei
suoi aspetti di sviluppo storico, garantendone  la  permanenza  della
figurativita'  e  della  consistenza  materica,  nel  rispetto  delle
strutture  preesistenti  per  quanto  concerne  sia   la   tecnologia
esecutiva che i materiali tradizionali impiegati;
 -  definizione  del  progetto,  del  relativo capitolato d'appalto e
delle procedure esecutive con metodologia di  lavoro  commisurata  al
"vecchio",  escludendo,  di  norma,  metodi  e  parametri  tipici del
"nuovo";
 - necessita' che ogni  richiesta  sia  accompagnata  da  un'accurata
indagine  diretta,  ed,  eventualmente,  documentaria  nonche'  da un
rilievo  stratigrafico  architettonico,   strutturale,   costruttivo,
distributivo  e  tecnologico  con  dettagliata  elencazione e analisi
storico-critica sia delle fasi di  crescita,  sviluppo,  involuzione,
alterazione, rifusione, frazionamento, sia delle aggiunte sincroniche
e diacroniche succedutesi nel tempo in elevazione e in profondita'.
 Nei  limiti  consentiti  dalle  soprarichiamate  norme di attuazione
della strumentazione urbanistica e dai vincoli e  prescrizioni  della
locale Soprintendenza, appare di particolare interesse lo studio:
 -  di  soluzioni modificative per la restituzione di parti alterate,
finalizzate al recupero di valori estetici e tipomorfologici in parte
manomessi o cancellati;
 - di soluzioni innovative, volte a far progredire  l'idea  culturale
del  recupero  in  presenza  di edifici storici fortemente alterati o
gia' ampiamente demoliti, tali da  portare  ad  un  nuovo  organismo,
coerente   rispetto  alla  tipomorfologia  dell'organismo  originario
irrimediabilmente compromesso, ovvero a soluzioni progettuali che  si
pongono in rapporto dialettico rispetto all'organismo preesistente.
 Dal punto di vista metodologico, e' indispensabile, qualunque sia la
soluzione progettuale prescelta, assicurare la coerenza culturale tra
il  metodo concettuale e il processo elaborativo dell'intero progetto
(che deve essere coerente in ogni suo singolo segmento),  che  devono
sempre  avere  come  fine la conservazione fisica e la valorizzazione
dell'immagine architettonica  dell'intero  organismo.  Il  "recupero"
deve   salvaguardare   l'identita'   dell'edificio,  garantendone  la
stabilita' e la fisicita'.
 Modifiche alle tecnologie ed ai sistemi costruttivi degli  organismi
edilizi  da  recuperare,  in  linea  di  coerenza  con  quanto  sopra
espresso, sono ammessi soltanto  in  casi  documentati  e  necessari,
purche'  l'innovazione  sia  consapevole  e  rispettosa dei manufatti
esistenti.
 In particolare, per quanto concerne le tecnologie costruttive  e  le
tecniche di esecuzione, l'intervento di recupero deve assicurare:
 1)  la  conservazione  delle  murature  esterne  ed interne portanti
nonche'   delle   principali    tramezzature    caratterizzanti    la
distribuzione interna della tipologia storica;
 2)  il  rifacimento,  solo  quando  strettamente necessario, purche'
eseguito con materiali e tecniche  compatibili  con  la  preesistenza
(es. metodo del "cuci e scuci");
 3)  la messa in evidenza di particolari strutturali e architettonici
significativi;
 4) la conservazione  degli  intonaci  originari  esistenti,  da  non
rimuovere  ma da reintegrare, cosi' come le tinteggiature e i sistemi
di decorazione (affreschi, stucchi ecc.), anche  se  solo  conservati
parzialmente;  in assenza di tali permanenze, per la finitura esterna
(intonaci e tinteggiature) si fara' riferimento a  quelle  originarie
delle architetture della zona, affini per tipologia ed epoca;
 5)  la  conservazione  delle aperture originarie esterne, secondo la
loro  forma  e  posizione;  i  relativi  serramenti   devono   essere
realizzati  sulla  base  di  abachi,  caratterizzati  da  partiture e
configurazioni coerenti con i tipi originari preesistenti e  omogenei
ad analoghi tipi riscontrabili nella zona per forme di edilizia coeve
ed affini;
 6)  il  mantenimento  della giacitura dei solai, sia nella quota che
nella tessitura dell'orditura principale e  secondaria,  compreso  il
tavolato di ripartizione dei carichi orizzontali, nelle apposite sedi
di  appoggio  della  muratura;  le  sostituzioni, necessarie solo per
ridotta resistenza del materiale,  devono  avvenire  con  impiego  di
materiale  analogo  per le parti in vista (intradosso) e con rinforzi
commisurati al tipo di struttura esistente (es.: un secondo  tavolato
per  aumentare  la  rigidita' generale, sovrapposto all'originario) e
con modalita'  anche  innovative  (es.:  travi  in  legno  lamellare,
impalcato  in  lamiera  gregata  al di sopra di quello da conservare,
anima del solaio in calcestruzzo con rete elettrosaldata al di  sopra
dell'impalcato,  ecc.);  gli impieghi di strutture in c.a. o acciaio,
anche per parti limitate della fabbrica, potranno essere ammessi solo
in casi eccezionali, sulla base di comprovate esigenze di  stabilita'
generale  e  da  attuarsi  sempre  nel rispetto delle caratteristiche
tipomorfologiche,    distributive    e    spaziali     dell'organismo
architettonico;
 7)  la conservazione dei controsoffitti, anche voltati, nel rispetto
della spazialita' originaria, nonche' dei sistemi di  decorazione  in
essere,  delle  pavimentazioni  e delle altre opere di rifinitura che
vanno, per quanto possibile, reintegrate o sostituite con  materiali,
colori e disegni affini agli originali,
 8)  la  conservazione dei collegamenti verticali e delle coperture a
tetto con  gli  stessi  materiali,  rifiniture,  pendenze  e  arredi,
nonche'  con  la stessa giacitura in cui oggi si trovano, qualora non
costituiscano rifacimento di epoca contemporanea.
 Per ogni intervento di recupero  di  edifici  in  muratura  in  zona
sismica  si deve fare riferimento a quanto previsto dalla N.T. di cui
al D.M. LL.PP. 24/1/86, alle "Raccomandazioni" del "Comitato  per  la
prevenzione  del  Patrimonio  monumentale  dal  rischio  sismico" del
17/6/86 ed  al  D.M.  LL.PP.  20/11/87  contenente  le  N.T.  per  la
progettazione  e  collaudo  degli  edifici  in muratura e per il loro
consolidamento.
 Il D.M. LL.PP. 24.01.86 e', per la specificazione  del  concetto  di
"miglioramento" in luogo "dell'adeguamento" per gli edifici storici e
per  l'uso  dei  termini  come  "organismo  edilizio"  e  "concezione
strutturale", certamente significativo e importante di per se', ma e'
in piu' all'origine delle "Raccomandazioni relative  agli  interventi
sul  patrimonio monumentale in zone sismiche" approvate dal "Comitato
per la prevenzione del patrimonio monumentale" dal rischio sismico.
 Queste  raccomandazioni,  da  un  lato,  elencano  i  difetti  e  le
manchevolezze culturali e tecniche piu'  frequenti  negli  interventi
sul  costruito,  suggerendo, in alternativa, metodologie, materiali e
tecniche congruenti con lo  specifico  problema  del  recupero  delle
antiche strutture resistenti, dall'altro, collegando il miglioramento
al  corretto  operare  sugli  edifici storici, lo indicano come unico
modo possibile di intervento antisismico.
 Decreto  e  Raccomandazioni,  ripresi  dal  successivo  D.M.  LL.PP.
20.11.87  -  "Norme  tecniche  per  la progettazione e collaudo degli
edifici in muratura e per il loro consolidamento", al  titolo  "Norme
tecniche   per   il   consolidamento   degli  edifici  in  muratura",
costituiscono la normativa  di  riferimento  per  gli  interventi  di
recupero in tessuti storici localizzati in zone sismiche.
 Scopo  fondamentale  degli  interventi  e' di assicurare un grado di
sicurezza sismica commisurato all'importanza e alla natura dell'opera
e al costo dei lavori di ristrutturazione.
 In particolare si dovra' assicurare il non collasso sotto le  azioni
di  norma in caso di adeguamento (ai sensi del D.M. 24.1.1986) mentre
si dovra' comunque garantire il non collasso sotto un carico  sismico
ridotto  (per  esempio  maggiore  del  50%)  per  gli  interventi  di
miglioramento.
 Cio' allo scopo di quantificare il livello  di  sicurezza  raggiunto
con   gli   interventi  e  di  paragonarlo  alle  risorse  economiche
richieste.
 In caso di edifici di elevato valore storico-artistico dovra' essere
considerat come scopo della progettazione,  oltre  al  non  collasso,
anche  la  limitata  danneggiabilita'.  Il  grado  di  danneggiamento
ritenuto  accettabile  e  i  conseguenti  costi  di  intervento  sono
commisurati all'importanza e al valore dell'opera.
 Le tecniche di consolidamento devono avere come obiettivo principale
il  miglioramento  della resistenza e della durabilita' dell'edificio
per quanto possibile nel rispetto degli schemi statici originari.
 Qualora le valutazioni sullo stato di sicurezza evidenzino cause  di
vulnerabilita' legate ad irregolarita' nella conformazione geometrica
o  delle  masse  dovra'  essere  approfondito l'effetto di variazioni
dello schema statico prodotte da eventuali nuovi giunti o connessioni
che aumentino il grado di regolarita'.
 Le  tecniche  previste   devono   tenere   conto   della   effettiva
disponibilita'  di  mano  d'opera specializzata nell'esecuzione degli
interventi progettati (sia che si  tratti  di  tecniche  o  materiali
innovativi,  sia che si tratti di tecniche o materiali il cui uso era
diffuso in passato).
 I documenti di progetto devono descrivere accuratamente le  fasi  di
lavoro,  le  procedure  di messa in opera dei materiali, i controlli,
ecc.
 I tipi  di  intervento  di  consolidamento  devono,  in  ogni  caso,
rispettare    l'estetica    e    l'identita'   storico-architettonica
dell'edificio preesistente, nonche' assicurare una compatibilita' tra
materiali nuovi e quelli originari, al fine di  evitare  sia  dannose
concentrazioni  di  sforzi  dovute a diversa rigidezza o resistenza o
duttilita', sia l'insorgere nel tempo di fenomeni  fisico-chimici  di
rigetto.
B)  interventi  sulle aree libere, pubbliche o private, contigue alle
costruzioni da conservare
 - riapertura delle aree cortilizie e impianto di giardini;
 -  conservazione  e  ripristino  dei  giardini  di  valore   storico
architettonico  e  ambientale  e,  comunque,  di  tutte  le  aree  di
pertinenza di edifici storicamente significativi;
 -  sistemazioni  integrate  "pubblico-privato"  di  spazi   pubblici
limitrofi  alle zone da recuperare, sulla base di soluzioni unitarie,
atte a definire idonei interventi di  arredo  e  di  riqualificazione
della  spazialita'  urbana (piani del colore, illuminazione pubblica,
pavimentazioni, insegne ecc.);
 -  recupero  dei   tracciati   stradali   preesistenti   di   valore
storico-documentario  e  ripristino  degli  allineamenti storicamente
certi dei fronti edilizi;
C) interventi infrastrutturali su complessi edilizi ed urbani
 In relazione alle  opere  infrastrutturali,  la  sperimentazione  va
finalizzata  in  particolare  alla  reintegrazione  morfologica degli
spazi storici oggetto di intervento, anche attraverso la  definizione
di  soluzioni tecniche idonee a ridurre l'impatto visivo e il degrado
fisico dei manufatti storici da parte delle opere  di  urbanizzazione
primaria.
 Al  riguardo,  e'  auspicabile  che si pervenga, anche attraverso il
coordinamento con gli enti concessionari per i servizi pubblici, alla
definizione di soluzioni tecnologiche  basate  sull'integrazione  tra
diverse  utenze impiantistiche (ad esempio "tunnel tecnologici"), che
garantiscano in  ogni  caso  la  conservazione  delle  pavimentazioni
originali,  intervenendo soltanto in contesti urbani gia' soggetti ad
alterazioni dei manufatti e delle sedi stradali.
 Gli interventi sulle opere  infrastrutturali  devono  contribuire  a
ridurre  il  degrado  apportato  ai  tessuti storici anche attraverso
interventi, quali l'installazione di opere di urbanizzazione a  rete,
l'adeguamento  alle  nuove  normative  sulla  sicurezza degli edifici
(impianti telefonici, elettrici, di condizionamento, termici, VV.FF),
la collocazione di apparecchiature di  controllo  dell'accesso  delle
automobili ai centri storici e dell'inquinamento atmosferico.
OBIETTIVO GENERALE DI SPERIMENTAZIONE
 1. Qualita' morfologica
TEMA DI SPERIMENTAZIONE
 1.3 Modificazione con integrazione funzionale
OGGETTI DI SPERIMENTAZIONE PREVALENTI
 Interventi su tessuti edilizi - edificazione di completamento
 Interventi su tessuti edilizi - realizzazione immobili non
                                  residenziali funzionali
                                  alla residenza
 Interventi su tessuti edilizi - adeguamento urbanizzazioni
                                  secondarie
AMBITO NORMATIVO DI RIFERIMENTO:
 SETTORE
 Funzionale-dimensionale
 OGGETTI
 Organismo abitativo; Complesso insediativo
RISULTATI ATTESI - PRODOTTI E RICADUTE NORMATIVE
 Guide-criteri  di  progettazione,  liste di requisiti; specifiche di
prestazione; metodi di controllo o verifica.
METODOLOGIA DI CONTROLLO DI QUALITA' DEL PROGETTO
 Studio di compatibilita' progetto/contesto urbano.
 Lo studio di compatibilita', congruentemente con la scala urbana  di
intervento,   le  caratteristiche  del  contesto  e  le  peculiarita'
relazionali  e  percettive,  nonche'   in   rapporto   al   tema   di
sperimentazione,  deve  illustrare  sia  il  percorso progettuale e i
diversi  stadi  di  sviluppo  del  progetto  a  livello  di  varianti
alternative  (in fase di progettazione preliminare), sia le soluzioni
di ottimizzazione adottate per la soluzione insediativa prescelta (in
fase di progettazione definitiva ed esecutiva),  tenuti  presenti  la
struttura tipo-morfologica, il disegno architettonico, i materiali, i
colori, l'uso e l'arredo degli spazi collettivi e delle aree esterne,
le percorrenze pedonali e carrabili, le relazioni con il contesto.
 Lo studio di compatibilita' deve essere supportato da simulazioni in
scala  ridotta  effettuate  tramite modelli, elaborazioni CAD o altre
metodiche.
                       TEMA DI SPERIMENTAZIONE
1.3 MODIFICAZIONE CON INTEGRAZIONE FUNZIONALE.
 Obiettivo generale e' la individuzione di soluzioni  innovative  dal
punto  di  vista  tipo-  morfologico finalizzate all'integrazione tra
funzioni residenziali e attivita' extraresidenziali, tali da  evitare
la  frammentazione e la tipizzazione delle soluzioni insediative alla
scala edilizia.
 Tale obiettivo mira a perseguire un superamento  della  tradizionale
separazione  e specializzazione funzionale tra attivita' residenziali
e attivita' extraresidenziali attraverso la  definizione  alla  scala
urbana di livelli di interrelazione e fruizione integrata.
 A tal fine, il progetto di modificazione, piuttosto che il risultato
di   una   somma   di  parti  distinte,  deve  porsi  come  obiettivo
l'interazione  tra  le  parti,  la  complessita'   e   l'integrazione
piuttosto   che   la  specializzazione  degli  elementi  costitutivi,
l'unicita'  delle  soluzioni  insediative  piuttosto  che   la   loro
tipizzazione.
 Il  progetto  di  modificazione  con  integrazione  funzionale deve,
altresi', arricchire e graduare gli  spazi  di  transizione  fra  gli
ambiti   a  destinazione  sociale  e  gli  spazi  ad  uso  esclusivo,
esplicitando  le  categorie   architettoniche   "interno/esterno"   e
"privato/pubblico"  attraverso  la definizione di morfologie urbane e
di tipi edilizi innovativi.
OBIETTIVO GENERALE DI SPERIMENTAZIONE
 1. Qualita' morfologica
                       TEMA DI SPERIMENTAZIONE
 1.4 Qualificazione dello spazio urbano
OGGETTI DI SPERIMENTAZIONE PREVALENTI
 Interventi su tessuti edilizi - edificazione di completamento
 Interventi su tessuti edilizi - arredo urbano/aree pubbliche
 Interventi su tessuti edilizi - adeguamento urbanizzazioni primarie
 Interventi su tessuti edilizi - opere di sistemazione ambientale
AMBITO NORMATIVO DI RIFERIMENTO:
 SETTORE
 Funzionale-dimensionale; Tecnologico
 OGGETTI
 Complesso insediativo
RISULTATI ATTESI - PRODOTTI E RICADUTE NORMATIVE
 Guide-criteri  di  progettazione,  liste di requisiti; specifiche di
prestazione; metodi di controllo o verifica.
METODOLOGIA DI CONTROLLO DI QUALITA' DEL PROGETTO
 Studio di compatibilita' progetto/contesto urbano.
 Lo studio di compatibilita', congruentemente con la scala urbana  di
intervento,   le  caratteristiche  del  contesto  e  le  peculiarita'
relazionali  e  percettive,  nonche'   in   rapporto   al   tema   di
sperimentazione,  deve  illustrare  sia  il  percorso progettuale e i
diversi  stadi  di  sviluppo  del  progetto  a  livello  di  varianti
alternative  (in fase di progettazione preliminare), sia le soluzioni
di ottimizzazione adottate per la soluzione insediativa prescelta (in
fase di progettazione definitiva ed esecutiva),  tenuti  presenti  la
struttura tipo-morfologica, il disegno architettonico, i materiali, i
colori, l'uso e l'arredo degli spazi collettivi e delle aree esterne,
le percorrenze pedonali e carrabili, le relazioni con il contesto.
 Lo studio di compatibilita' deve essere supportato da simulazioni in
scala  ridotta  effettuate  tramite modelli, elaborazioni CAD o altre
metodiche.
TEMA DI SPERIMENTAZIONE
1.4 QUALIFICAZIONE DELLO SPAZIO URBANO.
 La condizione di degrado ambientale  della  periferia  moderna,  pur
amplificata  dalla  separazione  funzionale,  puo'  essere ricondotta
anche alla  mancata  o  alla  insufficiente  qualita'  morfologica  e
relazionale  dello  spazio  urbano,  determinata principalmente dalla
ripetizione seriale e tipizzata di edifici isolati e dalla  riduzione
dello  spazio urbano a semplice distacco di risulta dai fabbricati, a
spazio  informe  ed  opaco  privo  di  spessore   e   sprovvisto   di
potenzialita' sociali.
 Se la citta' storica, con i suoi muri, le sue vie, le sue piazze, si
qualifica  per  una  strutturazione  compatta  e  chiusa dello spazio
urbano, chiaramente riconoscibile per caratteri  architettonici,  per
configurazione  spaziale  e rappresentativita', la periferia moderna,
viceversa,  si  caratterizza  per  una  apertura  e  indeterminatezza
spaziale  priva  di  identita',  che  inibisce  ogni  possibilita' di
socializzazione.
 Obiettivo generale di questo tema di sperimentazione  e',  pertanto,
lo   studio   delle   problematiche  connesse  alla  progettazione  e
realizzazione di spazi urbani esemplari per  qualita'  morfologica  e
architettonica,  per  capacita'  di  inserimento  e  dialogo  con  il
contesto, per opportunita' relazionali.
 Sia che si operi attraverso una rilettura o una possibile evoluzione
dei modelli della tradizione (la piazza e  la  strada),  sia  che  si
elaborino   innovative  forme  di  spazio  urbano  per  concezione  e
identita', lo spazio urbano,  luogo  dove  si  intrecciano  abitudini
personali  e  quotidiane  ed espressioni di socialita', dovra' essere
pensato nella sua globalita', come un "vuoto"  che  abbia  la  stessa
pregnanza di significati e la stessa importanza del "pieno".
 Cio'  non  significa  che  lo spazio urbano debba essere strutturato
necessariamente in modo unitario, ma in ogni caso dovra' essere  dato
il  giusto  rilievo  alla  morfologia  e architettura degli edifici e
degli elementi  urbani,  quali  le  pavimentazioni,  i  rivestimenti,
l'arredo  urbano,  le  piantumazioni  e  il verde, ecc., nonche' alle
interazioni, gli scambi  e  alle  reciprocita'  instaurabili  tra  lo
spazio cosi' delimitato e l'edificato.
 Anche   attraverso   un   auspicabile  coordinamento  con  gli  enti
concessionari per  i  servizi  pubblici,  potranno,  inoltre,  essere
definite  soluzioni tecnologiche basate sull'integrazione tra diverse
utenze impiantistiche ovvero soluzioni diverse atte a  facilitare  la
gestione e la manutenzione delle infrastrutture a rete.
 Un   ulteriore   problema   che   potra'   essere  affrontato  nella
progettazione e realizzazione degli spazi pubblici e' dato  dai  modi
con  cui  graduare il rapporto tra questi spazi e l'automobile, ormai
parte della vita quotidiana: a tal fine potranno essere  sperimentate
forme  innovative  di  relazione  tra  spazio  urbano,  automobile  e
residenza, nonche' di strutturazione degli spazi di movimento e sosta
per l'automobile atte a qualificarne la fruizione e percezione.
                OBIETTIVO GENERALE DI SPERIMENTAZIONE
2. QUALITA' ECOSISTEMICA
 Insieme di condizioni  atte  a  realizzare  e  garantire  nel  tempo
condizioni  di  benessere  dell'abitare nella citta' e in particolare
all'interno degli edifici, nel rispetto degli ecosistemi  preesitenti
nell'ambiente  e  assicurando  un  risparmio  nell'uso  delle risorse
naturali disponibili.
RISULTATI ATTESI - PRODOTTI E RICADUTE NORMATIVE
 Buona parte del patrimonio edilizio del nostro Paese, soprattutto le
costruzioni recenti, e' costituito da edifici esposti al rumore,  mal
ventilati, inadatti al clima, malsicuri, facilmente degradabili e con
basse condizioni di fruibilita'.
 Gli   obiettivi   di   qualita'  ecosistemica,  volti  a  realizzare
condizioni  di  benessere  dell'abitare,  sono  tesi  ad  ottimizzare
requisiti, prestazioni, procedimenti e costi di costruzione.
 Caratteristica fondamentale dell'approccio bioclimatico-ecologico e'
il   perseguimento  di  obiettivi  di  miglioramento  della  qualita'
ambientale e di  risparmio  energetico  nel  rispetto  delle  risorse
naturali disponibili e degli ecosistemi preesistenti.
 L'obiettivo  di  benessere  dell'abitare  deve essere in primo luogo
perseguito attravero un'attenzione da parte del progettista - sia che
si tratti di nuova edificazione che di recupero -  per  l'impiego  di
materiali e prodotti di cui siano note le caratteristiche positive in
merito  a:  basso  dispendio  energetico  in  fase di produzione; non
nocivita' per gli operatori dei processi produttivi  ed  applicativi;
assenza  di  emissione di sostanze tossiche durante il ciclo di vita;
impiego  di  materie  prime  rinnovabili  o  il  piu'  possibile   di
derivazione   "naturale";   ridotta   e   semplice   manutenibilita';
rimpiegabilita' o riciclabilita' del prodotto una volta terminato  il
ciclo di vita.
 I  principali  criteri  di progettazione da tenere in considerazione
per il rispetto della qualita' ecosistemica sono i seguenti:
 a)  Risparmio  energetico:  il  comportamento  termico  del  sistema
edificio   deve   essere   organizzato   e  controllato  in  fase  di
progettazione, attraverso una organica integrazione con  il  contesto
climatico ed ambientale, per quel che riguarda:
 1) l'orientamento dell'edificio; 2) il controllo del flusso termico;
3)  l'uso  d materiali isolanti ad accumulo termico; 4) il sistema di
oscuramento  all'esterno;  5)  la   conservazione   del   calore   6)
l'irraggiamento solare.
 b)   Qualita'   dell'aria   e   fluidodinamica:   1)  i  modelli  di
distribuzione dell'aria; 2) la ventilazione nei grandi spazi;  3)  la
ventilazione  negli edifici con atri; 4) la ventilazione a rimozione;
5) le  tecniche  speciali  per  la  distribuzione  dell'aria;  6)  il
benessere   termoigrometrico   e   la   qualita'   dell'aria;  7)  la
ventilazione naturale.
 c) Potere fonoisolante: 1) protezione contro il rumore; 2)  fenomeno
della risonanza;
 d) Proprieta' tossicologiche: 1) identificazione della pericolosita'
intrinseca  degli inquinanti; 2) analisi del destino ambientale degli
inquinanti; 3) definizione degli scenari di esposizione ai fattori di
rischio; 4) stima, in termini  quantitativi,  degli  effetti  tossici
collaterali  agli  scenari  di esposizione; 5) integrazione dei punti
precedenti in una valutazione globale, che  consenta  l'abbassamento,
in  percentuale, della condizione di tossicita' dell'ambiente interno
(edificio) o esterno (urbano);
 e) Valutazione post-abitativa dell'edificio: 1) aspetti insediativi;
funzionalita'  degli  spazi  interni;  benessere   socio-psicologico;
aspetti fisicoambientali.
 Dal punto di vista bioclimatico si considera che in ambito nazionale
almeno  18  milioni di edifici esistenti hanno consumi energetici per
l'illuminazione, il riscaldamento e l'acqua calda  cosi'  elevati  da
presentare  la  necessita'  urgente d'intervenire sia sulle strutture
murarie che sugli impianti.
 Del  resto,  quasi la totalita' del patrimonio edilizio, fatti salvi
alcuni interventi appositamente mirati, ha  bisogno  di  un  graduale
adeguamento termico e di un miglioramento in senso ecologico.
 A  tal  fine,  l'adeguamento  degli edifici esistenti alle tematiche
tipologico-ambientali   e   tecnologico-energetiche   proprie   della
bioarchitettura dovrebbe attenersi al rispetto dei seguenti obiettivi
di riferimento:
 1)   un   miglioramento  dell'efficienza  energetica  dell'involucro
edilizio; 2) un  miglioramento  dell'efficienza  degli  impianti;  3)
un'integrazione  delle nuove componenti tecnologiche solari, eoliche,
o altre; 4) modelli di previsione di soleggiamento ed  ombreggiamento
ed   integrazione   di   sistemi   di   verde   protettivo;   5)   il
ridimensionamento  energetico   degli   impianti   termici;   6)   la
limitazione  del  condizionamento  estivo  con  la ventilazione ed un
appropriato raffreddamento  passivo;  7)  il  migliore  utilizzo  del
daylighting  (illuminazione  naturale);  8)  la riduzione dei consumi
elettrici e termici per  aree  e  periodi  parziali  di  uso;  9)  il
potenziale  risparmio  energetico  per  interventi  di solarizzazione
passiva.
 L'attenzione alle problematiche ambientali, anche dal punto di vista
dell'alloggio e del sistema urbano, sta sempre  piu'  caratterizzando
la legislazione europea ed impone un adeguamento del sistema italiano
al nuovo sistema di regole tratteggiato a scala europea: le soluzioni
innovative dovranno, pertanto, proporre criteri di progettazione tali
da costituire originale contributo tecnico-normativo di indirizzo, da
utilizzare  da  parte  del  Segretariato  generale  del  CER  per  la
definizione della normativa tecnica nazionale.
 Per rendere piu' agevole  l'impostazione  sperimentale,  sono  state
individuate  due  tematiche  principali:  "Risparmio delle risorse" e
"Miglioramento della qualita' ambientale", a loro volta suddivise  in
sottotematiche
Al  primo  tema  sperimentale - "Bioarchitettura ed Ecologia Urbana -
a)Risparmio delle Risorse":
 seguono i sottotemi sperimentali - "al) Acqua"; "a2) Energia".
 Al secondo tema sperimentale - "Bioarchitettura ed Ecologia Urbana -
b) Miglioramento della Qualita' Ambientale";
 seguono i sottotemi sperimentali  -  bl)  Acustica;  b2)  Aria;  b3)
Rifiuti.
 Lo  studio  delle  questioni  concernenti ciascuna sottotemica e' da
rapportare ai diversi livelli di scala dell'intervento: 1  livello  -
Alloggio;  2  livello  -  Organismo  abitativo; 3 livello - Complesso
insediativo;
OBIETTIVO GENERALE DI SPERIMENTAZIONE
 2. Qualita' ecosistemica
TEMA DI SPERIMENTAZIONE
 2.1 Bioarchitettura ed Ecologia Urbana - Risparmio delle Risorse
OGGETTI DI SPERIMENTAZIONE PREVALENTI
 Interventi edilizi
 Interventi su tessuti edilizi
AMBITO NORMATIVO DI RIFERIMENTO:
 SETTORE
 Funzionale-dimensionale; fisico-ambientale; tecnologico
 OGGETTO
 Alloggio; Organismo abitativo; Complesso insediativo
RISULTATI ATTESI - PRODOTTI E RICADUTE NORMATIVE
 Guide e criteri di progettazione, valutazioni post-abitative; metodi
di   controllo  o  verifica;  specifiche  di  prestazione;  liste  di
requisiti; metodologia per le valutazioni a lungo periodo dei costi.
METODOLOGIA DI CONTROLLO DI QUALITA' DEL PROGETTO
 Studio di compatibilita' progetto/contesto urbano.
 Lo studio di compatibilita', congruentemente con la scala urbana  di
intervento,   le  caratteristiche  del  contesto  e  le  peculiarita'
relazionali  e  percettive,  nonche'   in   rapporto   al   tema   di
sperimentazione,  deve  illustrare  sia  il  percorso progettuale e i
diversi  stadi  di  sviluppo  del  progetto  a  livello  di  varianti
alternative  (in fase di progettazione preliminare), sia le soluzioni
di ottimizzazione adottate per la soluzione insediativa prescelta (in
fase di progettazione definitiva ed esecutiva),  tenuti  presenti  la
struttura tipo-morfologica, il disegno architettonico, i materiali, i
colori, l'uso e l'arredo degli spazi collettivi e delle aree esterne,
le percorrenze pedonali e carrabili, le relazioni con il contesto.
 Tale  studio  di  impatto  deve  essere supportato da simulazioni in
scala ridotta effettuate tramite modelli, elaborazioni  CAD  o  altre
metodiche.
 Nel  caso  di approfondimenti alla scala dell'alloggio e' necessario
effettuare una simulazione di uno  o  piu'  spazi  abitativi  tramite
l'utilizzo  delle strumentazioni del Laboratorio Tipologico Nazionale
di proprieta' del Segretariato generale del CER.
 Tale simulazione, in scala reale, e' finalizzata  alla  verifica  ed
alla  ottimizzazione  dei livelli di qualita' funzionale e percettiva
degli spazi abitativi  di  progetto  e  delle  soluzioni  alternative
previste, da effettuare, con il coinvolgimento della committenza, dei
progettisti  e  di una rappresentanza dei nuclei d'utenza interessati
qualora gia' individuati, in fase  di  progettazione  definitiva  e/o
esecutiva: possono essere previste simulazioni anche in corso d'opera
o ad intervento ultimato, nei casi in cui lo richiedano le specifiche
finalita' della sperimentazione, opportunamente motivate.
                       TEMA DI SPERIMENTAZIONE
2.1 BIOARCHITETTURA ED ECOLOGIA URBANA - RISPARMIO DELLE RISORSE (a)
 L'importanza  di  questo  tema  sperimentale  e'  motivata dal ruolo
rilevante che ricoprono i consumi  energetici  del  settore  edilizio
rispetto  ai  consumi energetici globali, tenendo presente che questi
vanno considerati non solo per gli effetti che producono sul  consumo
di  risorse  e  in termini di dipendenza energetica, ma anche per gli
effetti ambientali.
 I consumi energetici civili (riscaldamento invernale, raffrescamento
estivo,   illuminazione   artificiale,   servizi   igienico-sanitari,
elettrodomestici, etc.) rappresentano a livello comunitario, la parte
piu' consistente del totale dei consumi energetici finali.
 Sia in Italia che negli altri Paesi comunitari il 70-80% dei consumi
energetici civili sono prodotti dalla climatizzazione degli ambienti.
 L'organizzazione    fisica    e    funzionale   delle   citta',   le
caratteristiche tipologiche e tecnologiche dell'edilizia, la densita'
insediativa, l'organizzazione degli spazi  aperti  e  collettivi,  la
localizzazione  delle attivita', le tecnologie e i modi di trasporto,
sono  i  fattori  che  condizionano  i  consumi  energetici   urbani,
incidendo considerevolmente sul bilancio energetico globale, anche in
termini di spesa.
 Considerando,  poi,  che  negli  ultimi anni la nuova, domanda si e'
andata via via spostando dalla quantita' alla qualita', sia per  quel
che  riguarda  la  residenza  come  pure  il  settore terziario e gli
edifici  destinati  ad  attivita'  produttive,  la   riqualificazione
energetica   degli  edifici  va  considerata  in  termini  operativi,
integrata  ad  interventi  di   recupero   complessivo   (adeguamento
funzionale, strutturale, normativo...).
 Compatibilmente    con   le   caratteristiche   dell'intervento   di
sperimentazione, questo  tema  sperimentale  puo'  essere  sviluppato
considerando anche uno solo dei seguenti sottotemi, purche' lo studio
sia  coerentemente  affrontato  nel  rispetto delle problematiche dei
diversi   livelli   d'intervento    (dall'alloggio    al    complesso
insediativo):   per   ogni  sottotema  sono  riportate  alcune  delle
possibili soluzioni da prendere in considerazione per i  tre  livelli
abitativi.
Risparmio delle Risorse (a)
 Acqua  -  al)  Alloggio:  dispositivi  per la limitazione del volume
d'acqua ad usi  domestici;  dispositivi  per  il  recupero  di  acque
grigie.
 Organismo  edilizio: dispositivi per il recupero delle acque grigie;
dispositivi per il recupero delle  acque  meteoriche;  ottimizzazione
della distribuzione idrica.
 Complesso insediativo: recupero e gestione delle acque meteoriche.
Energia  - a2) Alloggio: riduzione delle perdite di calore; controllo
della ventilazione naturale; controllo dell'ombreggiamento; controllo
dell'illuminazione naturale; dispositivi di limitazione  dei  consumi
elettrici  e  di  riscaldamento;  sistemi  di  captazione,  attivi  e
passivi,  dell'energia   solare;   sistemi   di   riscaldamento   non
convenzionali.
 Organismo  edilizio:  riduzione  delle  perdite di calore; controllo
della ventilazione naturale; controllo dell'ombreggiamento; controllo
dell'illuminazione naturale; dispositivi di limitazione  dei  consumi
elettrici  e  di  riscaldamento;  sistemi  di  captazione,  attivi  e
passivi,  dell'energia   solare;   sistemi   di   riscaldamento   non
convenzionali; morfologia, orientamento e distribuzione degli spazi.
 Complesso  insediativo:  morfologia,  orientamento  e  distribuzione
degli organismi edilizi, delle aree  verdi,  degli  specchi  d'acqua;
sistemi di riscaldamento non convenzionali.
OBIETTIVO GENERALE DI SPERIMENTAZIONE
 2. Qualita' ecosistemica
TEMA DI SPERIMENTAZIONE
 2.2   Bioarchitettura  ed  Ecologia  Urbana  -  Miglioramento  della
Qualita' Ambientale.
OGGETTI DI SPERIMENTAZIONE PREVALENTI
 Interventi edilizi
 Interventi su tessuti edilizi
 Interventi alla scala urbana.
AMBITO NORMATIVO DI RIFERIMENTO:
 SETTORE
 Funzionale-dimensionale; fisico-ambientale; tecnologico
 OGGETTO
 Alloggio; Organismo abitativo; Complesso insediativo; Sistema urbano
RISULTATI ATTESI - PRODOTTI E RICADUTE NORMATIVE
 Guide e criteri di progettazione, valutazioni post-abitative; metodi
di  controllo  o  verifica;  specifiche  di  prestazione;  liste   di
requisiti; metodologia per le valutazioni a lungo periodo dei costi.
METODOLOGIA DI CONTROLLO DI QUALITA' DEL PROGETTO
 Studio di compatibilita' progetto/contesto urbano.
 Lo  studio di compatibilita', congruentemente con la scala urbana di
intervento,  le  caratteristiche  del  contesto  e  le   peculiarita'
relazionali   e   percettive,   nonche'   in   rapporto  al  tema  di
sperimentazione, deve illustrare sia  il  percorso  progettuale  e  i
diversi  stadi  di  sviluppo  del  progetto  a  livello  di  varianti
alternative (in fase di progettazione preliminare), sia le  soluzioni
di ottimizzazione adottate per la soluzione insediativa prescelta (in
fase  di  progettazione  definitiva ed esecutiva), tenuti presenti la
struttura tipo-morfologica, il disegno architettonico, i materiali, i
colori, l'uso e l'arredo degli spazi collettivi e delle aree esterne,
le percorrenze pedonali e carrabili, le relazioni con il contesto.
 Tale studio di impatto deve  essere  supportato  da  simulazioni  in
scala  ridotta  effettuate  tramite modelli, elaborazioni CAD o altre
metodiche.
 Nel caso di approfondimenti alla scala dell'alloggio  e'  necessario
effettuare  una  simulazione  di  uno  o piu' spazi abitativi tramite
l'utilizzo delle strumentazioni del Laboratorio Tipologico  Nazionale
di proprieta' del Segretariato generale del CER.
 Tale  simulazione,  in  scala reale, e' finalizzata alla verifica ed
alla ottimizzazione dei livelli di qualita' funzionale  e  percettiva
degli  spazi  abitativi  di  progetto  e  delle soluzioni alternative
previste, da effettuare, con il coinvolgimento della committenza, dei
progettisti e di una rappresentanza dei nuclei  d'utenza  interessati
qualora  gia'  individuati,  in  fase di progettazione definitiva e/o
esecutiva: possono essere previste simulazioni anche in corso d'opera
o ad intervento ultimato, nei casi in cui lo richiedano le specifiche
finalita' della sperimentazione, opportunamente motivate.
                       TEMA DI SPERIMENTAZIONE
2.2 BIOARCHITETTURA/ECOLOGICA URBANA - MIGLIORAMENTO
    DELLA QUALITA' AMBIENTALE (b)
 Vi e' una stretta relazione tra processi di degrado urbano e degrado
ambientale  descritto  nelle diverse forme d'inquinamento (dell'aria,
dell'acqua, del terreno e da rumore); il superamento di tale  degrado
vuol  dire  soprattutto  l'eliminazione  o  almeno  la  riduzione dei
fattori  inquinanti,   anche   attraverso   l'approfondimento   delle
metodiche  progettuali  e  delle  soluzioni  costruttive, sia per gli
aspetti insediativi che per quelli tecnologici.
 Molti problemi di disagio abitativo sono dovuti, da una parte,  allo
scadimento  della qualita' abitativa in quanto tale, dall'altra, alla
incompatibilita'  ambientale  dei  centri  urbani,  ovvero  alla  non
salubrita' del sito e dell'immobile.
 Il miglioramento della qualita' ambientale puo' essere perseguito in
fase  di  progetto,  sia  esso  di  recupero  edilizio  che  di nuova
costruzione, sulla base della valutazione della condizione  esistente
o  di  quella  prevedibile, in relazione: alla quantita' dei rifiuti;
alla contaminazione delle acque; alla contaminazione  dell'atmosfera;
ai  rumori;  al  consumo  di energia; al consumo di risorse naturali;
agli effetti sugli ecosistemi.
 In  fase  di  realizzazione  e  gestione  dell'intervento  dovranno,
altresi',   essere   attentamente   valutati  gli  eventuali  effetti
indesiderati o le  nocivita'  indotte  dai  prodotti  di  costruzione
utilizzati,  anche  in  rapporto  alle  fasi  di  ciclo di vita degli
stessi.
 Compatibilmente   con   le   caratteristiche   dell'intervento    di
sperimentazione,  questo  tema  sperimentale  puo'  essere sviluppato
considerando anche uno solo dei seguenti sottotemi, purche' lo studio
sia coerentemente affrontato nel  rispetto  delle  problematiche  dei
diversi    livelli    d'intervento    (dall'alloggio   al   complesso
insediativo):  per  ogni  sottotema  sono  riportate   alcune   delle
possibili  soluzioni  da prendere in considerazione per i tre livelli
abitativi.
Miglioramento della Qualita' Ambientale (b)
Acustica - bl) Alloggio: orientamento e distribuzione  dell'alloggio;
isolamento acustico verso l'esterno e tra gli alloggi.
 Organismo   edilizio:  isolamento  acustico  e/o  schermatura  verso
l'esterno; morfologia.
 Complesso insediativo: sistemi di schermatura e/o separazione  delle
fonti di rumore.
Aria  -  b2)  Alloggio:  sistemi di ventilazione e ricambio naturale;
controllo delle emissioni di sostanze nocive dai materiali.
 Organismo edilizio: orientamento; morfologia e assetto delle singole
parti (alloggi, scale, atri).
 Complesso  insediativo:  schermatura delle fonti inquinanti (uso del
verde come filtro).
 Sistema urbano: strategia di separazione delle funzioni; sistemi  di
schermatura delle fonti inquinanti.
 Rifiuti  -  b3)  Alloggio:  sistemi  di  pretrattamento  dei rifiuti
organici; predisposizioni per la raccolta differenziata  e  riduzione
del volume dei rifiuti.
 Organismo edilizio: predisposizioni per la raccolta differenziata.
 Complesso    insediativo:    predisposizioni    per    la   raccolta
differenziata.
                OBIETTIVO GENERALE DI SPERIMENTAZIONE
3. QUALITA' FRUITIVA
 Insieme delle  condizioni  che  garantiscono  un  uso  adeguato  del
complesso  insediativo  e/o  dell'organismo  edilizio  da parte degli
utenti, all'atto dell'insediamento e nel tempo,  con  un  particolare
riguardo  all'approfondimento delle questioni inerenti l'eliminazione
e il superamento delle  barriere  architettoniche,  la  sicurezza  di
utilizzazione  e  il soddisfacimento delle esigenze dei nuovi modi di
vita con particolare riferimento alle utenze sociali deboli.
RISULTATI ATTESI - PRODOTTI E RICADUTE NORMATIVE
 I  risultati  attesi  concernono  lo  studio  e  la  definizione  di
strumenti di indirizzo e di controllo  della  qualita'  spaziale  del
progetto   generalizzabili  in  contesti  similari  e  specificamente
rivolti alla scala dell'organismo abitativo,  dell'alloggio  e  delle
unita' ambientali.
 Gli  obiettivi  di  qualita'  attengono  specifici temi del progetto
della residenza (accessibilita', flessibilita', nuovi modi di vita  e
uso  dell'alloggio,  utenze  sociali  deboli),  nell'ambito dei quali
devono  essere  proposte   soluzioni   progettuali   innovative   per
concezione, qualita' distributiva e architettonica.
 Tali  soluzioni devono proporre criteri di progettazione in grado di
costituire  originale  contributo  tecnico-normativo  di   indirizzo,
esemplificativo, dei possibili modi di aggiornamento ed innzalzamento
qualitativo degli attuali standard abitativi e delle principali norme
tecnico-dimensionali,   da   utilizzare  da  parte  del  Segretariato
generale  del  CER  per  la  definizione  della   normativa   tecnica
nazionale.
 In  particolare,  per  il  tema  di sperimentazione "accessibilita',
visitabilita' e adattabilita' di  cui  al  DM  236/89",  i  risultati
attesi  si  qualificano  per  una  possibilita' di ricaduta normativa
consentita espressamente dalle  forme  di  aggiornamento  e  modifica
delle  prescrizioni  normative  stabilite all'articolo 12 del decreto
citato, con particolare riguardo:
 - alla elaborazione  di  soluzioni  progettuali  e  di  accorgimenti
tecnici  atti  a  garantire e ad ampliare, rispetto ai livelli minimi
stabiliti  nel  DM  236/89,  il  soddisfacimento  dei  requisiti   di
accessibilita', visitabilita' e adattabilita';
 -  alla elaborazione di soluzioni tecniche alternative che, ai sensi
dell'art.l2 del citato DM, potranno  essere  inserite  nel  testo  di
aggiornamento e modifica;
 -  allo studio delle ricadute in termini di costo degli interventi e
delle  soluzioni  prospettate,  specie  se  legate  all'adattabilita'
futura degli alloggi,
 I  temi  di  sperimentazione  attinenti  la qualita' fruitiva devono
prevedere, come metodologia di controllo di qualita' del progetto, la
effettuazione la resocontazione di simulazioni in scala reale di  uno
o  piu'  spazi  abitativi tramite l'utilizzo delle strumentazioni del
Laboratorio  Tipologico  Nazionale  di  proprieta'  del  Segretariato
generale del CER.
OBIETTIVO GENERALE DI SPERIMENTAZIONE
 3. Qualita' fruitiva
TEMA DI SPERIMENTAZIONE
 3.1  Accessibilita', visitabilita' e adattabilita' DM 236/89
OGGETTI DI SPERIMENTAZIONE PREVALENTI
 Tipologie per categorie sociali deboli
 Interventi edilizi - restauro e risanamento conservativo
 Interventi edilizi - ristrutturazione edilizia
 Interventi edilizi - nuova edificazione
AMBITO NORMATIVO DI RIFERIMENTO:
 SETTORE
 Funzionale-dimensionale
 OGGETTI
 Unita' ambientale; Alloggio; Organismo abitativo.
RISULTATI ATTESI
 Guide-criteri  di  progettazione,  liste di requisiti; specifiche di
prestazione; metodi di controllo o verifica.
METODOLOGIA DI CONTROLLO DI QUALITA' DEL PROGETTO
 Simulazione di uno o piu' spazi abitativi tramite  l'utilizzo  delle
strumentazioni del Laboratorio Tipologico Nazionale di proprieta' del
Segretariato generale del CER.
 Tale  simulazione,  in  scala reale, e' finalizzata alla verifica ed
ottimizzazione dei livelli di qualita' funzionale e percettiva  degli
spazi  abitativi  di progetto e delle soluzioni alternative previste,
da  effettuare,  con  il  coinvolgimento   della   committenza,   dei
progettisti  e  di una rappresentanza dei nuclei d'utenza interessati
qualora gia' individuati, in fase  di  progettazione  definitiva  e/o
esecutiva: possono essere previste simulazioni anche in corso d'opera
o ad intervento ultimato, nei casi in cui lo richiedano le specifiche
finalita' della sperimentazione, opportunamente motivate.
                       TEMA DI SPERIMENTAZIONE
3.1 ACCESSIBILITA', VISITABILITA' E ADATTABILITA' DM 236/89
 La  legge  13/89 e il relativo regolamento di attuazione emanato con
il  DM  236/89,  hanno   modificato   in   maniera   sostanziale   la
progettazione   dell'edilizia   residenziale  pubblica  e  di  quella
privata, in  modo  da  considerare  le  esigenze  di  accessibilita',
sicurezza  nell'uso  e  di  orientamento delle persone con impedite o
ridotte capacita' motorie o sensoriali.
 In particolare, il citato DM, strutturato sulla base di un complesso
e innovativo sistema di norme prestazionali, articolate in criteri di
progettazione, specifiche tecniche e funzionali e soluzioni  tecniche
conformi,  pone  l'attenzione  sull'obiettivo dell'eliminazione e del
superamento delle barriere architettoniche che costituiscono ostacolo
non solo per i disabili ma per qualunque  soggetto  che,  anche  solo
temporaneamente,  ha  delle limitazioni nella funzionalita' fisica: i
contenuti delle norme finiscono per interessare in  modo  assai  piu'
esteso  la  progettazione,  ed  il  tema, di conseguenza, non e' piu'
riconducibile, come in passato, alla sola  progettazione  di  alloggi
"speciali",  bensi' riguarda l'intervento edilizio nel suo complesso,
ivi compresi i relativi spazi esterni.
 Obiettivi generali sono la definizione di  soluzioni  tipologiche  e
distributive  innovative e di accorgimenti tecnici atti a garantire e
ad ampliare, rispetto ai livelli minimi stabiliti nel citato  DM,  il
soddisfacimento  dei  requisiti  di  accessibilita',  visitabilita' e
adattabilita',  con un'attenzione alla limitazione dei relativi costi
di   realizzazione,   alle   economie   conseguibili   in   fase   di
adattabilita',   nonche'   la  proposizione  di  ulteriori  soluzioni
tecniche alternative a quelle richiamate  nel  predetto  DM  che,  ai
sensi dell'art. 12, potranno essere inserite in sede di aggiornamento
e modifica dello stesso DM.
 Una  particolare attenzione deve essere posta al soddisfacimento del
requisito di adattabilita' e alla limitazione  dell'onerosita'  degli
interventi  futuri  di adeguamento, tenuto presente che la norma e' a
riguardo assai  generica,  in  quanto  consente  di  effettuare  tali
interventi  "a costi contenuti" con il solo limite di non interessare
le strutture e gli impianti comuni: a  riguardo  dovranno,  pertanto,
essere  quantificati  i relativi costi e descritti, anche sotto forma
di manuali per l'utenza, gli interventi  di  modifica  di  spazi,  di
attrezzature  e  di  componenti  necessari per rendere accessibile in
futuro l'alloggio ovvero l'edificio, nel caso delle tipologie per  le
quali  e'  prevista  la  possibilita'  di  deroga  alla installazione
dell'ascensore.
OBIETTIVO GENERALE DI SPERIMENTAZIONE
 3. Qualita' fruitiva
TEMA DI SPERIMENTAZIONE
 3.2 Flessibilita'
OGGETTI DI SPERIMENTAZIONE PREVALENTI
 Interventi edilizi - restauro e risanamento conservativo
 Interventi edilizi - ristrutturazione edilizia
 Interventi edilizi - nuova edificazione
AMBITO NORMATIVO DI RIFERIMENTO:
 SETTORE
 Funzionale-dimensionale
 OGGETTI
 Unita' ambientale; Alloggio; Organismo abitativo
RISULTATI ATTESI
 Guide-criteri di progettazione, liste di  requisiti;  specifiche  di
prestazione; metodi di controllo o verifica.
METODOLOGIA DI CONTROLLO DI QUALITA' DEL PROGETTO
 Simulazione  di  uno o piu' spazi abitativi tramite l'utilizzo delle
strumentazioni del Laboratorio Tipologico Nazionale di proprieta' del
Segretariato generale del CER.
 Tale simulazione, in scala reale, e' finalizzata  alla  verifica  ed
ottimizzazione  dei livelli di qualita' funzionale e percettiva degli
spazi abitativi di progetto e delle soluzioni  alternative  previste,
da   effettuare,   con   il  coinvolgimento  della  committenza,  dei
progettisti e di una rappresentanza dei nuclei  d'utenza  interessati
qualora  gia'  individuati,  in  fase di progettazione definitiva e/o
esecutiva: possono essere previste simulazioni anche in corso d'opera
o ad intervento ultimato, nei casi in cui lo richiedano le specifiche
finalita' della sperimentazione, opportunamente motivate.
                       TEMA DI SPERIMENTAZIONE
3.2 FLESSIBILITA'
 Il  legame  tra  funzione  e forma architettonica e l'emergere della
necessita' di diversificare  la  risposta  alloggiativa  in  rapporto
all'eterogeneita' dei bisogni dell'utenza, hanno fatto si che il tema
del   progetto   flessibile  assumesse  una  originale  ed  oggettiva
rilevanza nell'ambito della cultura  piu'  moderna  della  residenza,
specie  in  considerazione  dello  sforzo  metodologico  compiuto per
superare la  tipizzazione  e  la  standardizzazione  delle  soluzioni
abitative.
 La  flessibilita'  dell'alloggio  ha  rappresentato per molto tempo,
tramite lo spostamento di tramezzi o di arredi  e  la  permutabilita'
nell'utilizzazione di spazi comunque limitati, un modo per rispondere
alle esigenze diverse e spesso contraddittorie dell'abitare.
 In   mancanza   di   possibili  variazioni  della  superficie  utile
complessiva, queste trasformazioni, soprattutto nel caso  di  aumento
dei  componenti  del  nucleo  familiare,  configurano  a una notevole
convulsione dello spazio  domestico,  comportando  sovrautilizzazione
degli   spazi  abitativi  spesso  assai  distante  da  accettabili  e
pertinenti modalita' di fruizione dell'alloggio.
 Piu' di recente, specie attraverso l'individuazione  del  cosiddetto
"ambito  spaziale  autonomo",  sono  state  proposte,  in luogo della
trasformazione, modalita' di utilizzazione volte a consentire ad  una
parte  dell'alloggio  una  indipendente  funzionalita'  rispetto alla
restante superficie, al fine di  venire  incontro  alle  esigenze  di
privacy di anziani coabitanti o di figli adulti.
 In   altri   casi,   la   flessibilita'   ha  ruotato  intorno  alla
trasferibilita' di ambienti da un alloggio all'altro anche attraverso
l'accorpamento di piu' piccole unita' abitative o il frazionamento di
quelle di maggiori dimensioni.
 Le  soluzioni  proposte  assai  raramente  hanno   trovato   pratica
attuazione,   tenuto   presente  che,  in  un  caso,  l'utilizzazione
dell'ambito spaziale autonomo  si  e'  scontrata  con  forme  di  uso
dell'alloggio   piu'   tradizionali   che   ne  hanno  vanificato  le
potenzialita', nell'altro,  la  trasferibilita'  di  ambienti  da  un
alloggio  all'altro  e'  stata nei fatti ostacolata dalla sostanziale
non mobilita' dei nuclei familiari.
 Tenute presenti tali linee di sviluppo, il tema della  flessibilita'
deve  essere  in  modo  esplicito  rapportato  alla  modalita'  d'uso
dell'alloggio (in proprieta' o in affitto) e alle esigenze dei nuclei
familiari da insediare, in modo che  la  soluzione  di  flessibilita'
rappresenti   non   una  semplice  proposta,  ma  un  effettivo  modo
d'utilizzazione da attuare, quando necessario, con precise  modalita'
tecniche e gestionali, mezzi e risorse.
 Nell'ambito   dei   possibili   modi   di   caratterizzazione  della
flessibilita' dell'alloggio nel tempo, particolare  interesse  e'  da
riporre allo studio di soluzioni "evolutive", tali da consentire, nel
tempo,  un aumento della sua superficie iniziale attraverso modifiche
della volumetria o attraverso cambiamenti di  destinazione  d'uso  di
spazi  pertinenziali  o comuni, comunque compatibili con le normative
vigenti.
 Tali  soluzioni  devono  essere,  in  via prioritaria, rapportate ad
alloggi di piccola dimensione (destinati a giovani coppie, a  single,
ecc.) in modo che la flessibilita' possa costituire, da una parte, un
modo  per  limitare l'impegno economico di partenza e, dall'altra, di
consentire all'alloggio di crescere  contestualmente  con  le  future
esigenze   abitative  la  nascita  di  figli,  l'instaurarsi  di  una
relazione di coppia, la coabitazione  con  familiari  anziani,  nuove
opportunita' di lavoro domestico, ecc).
OBIETTIVO GENERALE DI SPERIMENTAZIONE
 3. Qualita' fruitiva
TEMA DI SPERIMENTAZIONE
 3.3 Nuovi modi di vita e di uso dell'alloggio
OGGETTI DI SPERIMENTAZIONE PREVALENTI
 Interventi edilizi - restauro e risanamento conservativo
 Interventi edilizi - ristrutturazione edilizia
 Interventi edilizi - nuova edificazione
AMBITO NORMATIVO DI RIFERIMENTO:
 SETTORE
 Funzionale-dimensionale
 OGGETTI
 Unita' ambientale; Alloggio; Organismo abitativo
RISULTATI ATTESI
 Guide-criteri  di  progettazione,  liste di requisiti; specifiche di
prestazione; metodi di controllo o verifica.
METODOLOGIA DI CONTROLLO DI QUALITA' Dl PROGETTO
 Simulazione di uno o piu' spazi abitativi tramite  l'utilizzo  delle
strumentazioni del Laboratorio Tipologico Nazionale di proprieta' del
Segretariato generale del CER.
 Tale  simulazione,  in  scala reale, e' finalizzata alla verifica ed
ottimizzazione dei livelli di qualita' funzionale e percettiva  degli
spazi  abitativi  di progetto e delle soluzioni alternative previste,
da  effettuare,  con  il  coinvolgimento   della   committenza,   dei
progettisti  e  di una rappresentanza dei nuclei d'utenza interessati
qualora gia' individuati, in fase  di  progettazione  definitiva  e/o
esecutiva: possono essere previste simulazioni anche in corso d'opera
o ad intervento ultimato, nei casi in cui lo richiedano le specifiche
finalita' della sperimentazione, opportunamente motivate.
                       TEMA DI SPERIMENTAZIONE
3.3 NUOVI MODI DI VITA E DI USO DELL'ALLOGGIO
 L'articolazione  sempre piu' dinamica dei comportamenti individuali,
le  esigenze  di  socializzazione  e  le  nuove   forme   di   lavoro
costituiscono  alcune  tra  le  principali  linee di evoluzione della
societa'   che   comportano   un   sostanziale   ripensamento   della
tradizionale concezione dell'alloggio.
 A  questo  proposito,  basta  considerare alcune innovative esigenze
abitative,  quali,  ad  esempio,  ad  la  possibilita'  di  integrare
nell'abitazione   con  spazi  di  lavoro  opportunamente  attrezzati,
eventualmente  studiati   anche   in   rapporto   alle   opportunita'
informatiche,  la richiesta di una maggiore privacy nello svolgimento
delle  diverse  attivita'  dell'abitare,  l'attenzione  riposta  alla
salute  e  all'igiene  del  corpo, il ruolo preponderante assunto dal
tempo libero e dall'hobbistica, il sempre maggiore interesse  rivolto
ai  requisiti degli spazi pertinenziali dell'alloggio (ad esempio, la
dimensione e l'attrezzabilita' del garage;  la  qualita'  spaziale  e
percettiva dello spazio privato all'aperto dell'alloggio, ecc.).
 Rispetto  a  questo  quadro  esigenziale, in progressiva evoluzione,
l'alloggio inteso come esclusiva "scatola funzionale" appare non piu'
in grado di dare sufficienti risposte ai nuovi modi di vita.
 Obiettivo generale di questo tema di sperimentazione e' lo studio di
innovative forme dell'abitare, per quanto attiene la  morfologia,  la
distribuzione,  e  la  percezione  degli  spazi  dell'alloggio  e  le
funzioni ivi previste, con una particolare attenzione ai modi con cui
l'alloggio si relaziona e si rapporta con gli  altri  alloggi  e  con
l'esterno  e  ai  modi  con cui l'alloggio interagisce da un punto di
vista  relazionale  e  di  immagine  architettonica  con  gli   spazi
semiprivati-semipubblici di transizione.
OBIETTIVO GENERALE DI SPERIMENTAZIONE
 3. Qualita' fruitiva
TEMA DI SPERIMENTAZIONE
 3.4 Utenze sociali deboli
OGGETTI DI SPERIMENTAZIONE PREVALENTI
 tipologie  per categorie sociali deboli (anziani, famiglie numerose,
studenti, nomadi, immigrati, altro ecc.)
 mini-alloggi
 alloggi con servizi sociali ad uso collettivo
 case-albergo
 nuclei di servizi per l'approntamento dei campi di accoglienza
AMBITO NORMATIVO DI RIFERIMENTO:
 SETTORE
 Funzionale-dimensionale
 OGGETTI
 Unita'  ambientale;   Alloggio;   Organismo   abitativo;   Complesso
insediativo
RISULTATI ATTESI
 Guide-criteri  di  progettazione,  liste di requisiti; specifiche di
prestazione; metodi di controllo o verifica.
METODOLOGIA DI CONTROLLO DI QUALITA' DI PROGETTO
 Simulazione di uno o piu' spazi abitativi tramite  l'utilizzo  delle
strumentazioni del Laboratorio Tipologico Nazionale di proprieta' del
Segretariato generale del CER.
 Tale  simulazione,  in  scala reale, e' finalizzata alla verifica ed
ottimizzazione dei livelli di qualita' funzionale e percettiva  degli
spazi  abitativi  di progetto e delle soluzioni alternative previste,
da  effettuare,  con  il  coinvolgimento   della   committenza,   dei
progettisti  e  di una rappresentanza dei nuclei d'utenza interessati
qualora gia' individuati, in fase  di  progettazione  definitiva  e/o
esecutiva: possono essere previste simulazioni anche in corso d'opera
o ad intervento ultimato, nei casi in cui lo richiedano le specifiche
finalita' della sperimentazione, opportunamente motivate.
                       TEMA DI SPERIMENTAZIONE
3.4 UTENZE SOCIALI DEBOLI
 Questa  categoria  ricomprende utenze, quali ad esempio gli anziani,
le famiglie numerose, gli studenti, altre categorie sociali con gravi
problemi di emarginazione o di esclusione sociale,  i  nomadi  e  gli
immigrati  qualora il relativo fabbisogno abitativo rivesta carattere
di ordine pubblico ovvero di particolare priorita' per le  dimensioni
del  fenomeno,  altre  categorie sociali specificatamente individuate
dalle amministrazioni comunali,  che  si  distinguono  per  l'estrema
particolarita'  dei  bisogni  abitativi, in alcuni casi da supportare
con adeguati servizi accessori.
 Il soddisfacimento di tali bisogni puo' essere attuato  mediante  il
ricorso   a   tipologie  abitative  anche  molto  diverse  tra  loro:
dall'alloggio piu' tradizionale a quello con servizi  sociali  a  uso
collettivo, dalle case-albergo agli alloggi a tariffa, ecc.
 Obiettivo   generale   di   questo   tema   di   sperimentazione  e'
rappresentato  dallo  studio  di   soluzioni   abitative   innovative
commisurate  alle  esigenze  delle  diverse categorie sociali:   tali
soluzioni dovranno essere studiate  in  rapporto  alle  modalita'  di
utilizzazione,   alla   morfologia  e  alla  percezione  degli  spazi
dell'alloggio e dei relativi servizi di supporto ad  uso  collettivo,
con  una  particolare  attenzione  ai  modi  con  cui  l'alloggio  si
relaziona e  si  rapporta  con  gli  altri  alloggi,  con  gli  spazi
semi-privati  e  semi-pubblici  di  transizione  e  con  i servizi di
supporto.
 In  ogni  caso  le  soluzioni  abitative  dovranno  essere  tali  da
incentivare i rapporti umani e la socializzazione: a tal fine sono da
privilegiare  soluzioni  insediative ed edilizie che favoriscano tale
obiettivo anche attraverso l'integrazione nello stesso intervento  di
categorie di utenti diversi, socialmente deboli e non.
 Al  riguardo,  con  un  particolare  riferimento all'utenza anziana,
dovranno essere studiate forme di abitazione tali da ridurre il  piu'
possibile  gli  effetti di segregazione derivanti dall'allontanamento
dal nucleo familiare originario.
                OBIETTIVO GENERALE DI SPERIMENTAZIONE
4. SISTEMA QUALITA'
 Definizione della struttura  organizzativa,  delle  responsabilita',
delle procedure, dei procedimenti, delle tecniche e delle attivita' a
carattere  operativo,  messi  in  atto  per soddisfare i requisiti di
qualita', cioe' le proprieta' e le caratteristiche di un prodotto che
conferiscono ad esso la capacita' di soddisfare esigenze  espresse  o
implicite.
RISULTATI ATTESI - PRODOTTI E RICADUTE NORMATIVE
 Gli  indirizzi  strategici  di  politica tecnica definiti dal C.E.R.
attraverso la  delibera  di  programmazione  92/95  individuano  come
obiettivo  essenziale  da  perseguire il miglioramento della qualita'
edilizia ed insediativa.
 Il D.M. 5 agosto 1994, che determina i limiti massimi di  costo  per
gli  interventi  di  edilizia  residenziale,  incentiva e promuove un
miglioramento della qualita' dell'alloggio dell'organismo  abitativo,
individuando  un  differenziale  di  costo,  connesso  alla  qualita'
aggiuntiva dell'intervento.
 Tale differenziale rappresenta le maggiorazioni di costo che possono
riconoscersi, in relazione alle indicazioni  fornite  dalle  regioni,
con riferimento:
 -  alla  dotazione  dell'intervento  di polizze assicurative postume
decennali o di maggiore durata a garanzia dei rischi  di  costruzione
negli anni successivi alla ultimazione dello stesso;
 -  all'adozione  di un piano di qualita' relativo all'intervento e/o
programma di manutenzione;
 - al miglioramento  del  comfort  ambientale  con  riferimento  agli
aspetti acustici ed igrotermici.
 Il   decreto   prevede   che   le   regioni,  attraverso  specifiche
deliberazioni, disciplinino e quantifichino, per ciascun  fattore  di
qualita' aggiuntiva, il relativo differenziale.
 La  crescente  richiesta di "garanzia di qualita'" ai vari livelli -
dalla certificazione di sistema all'adozione di piani di qualita' per
specifica commessa, alla certificazione  di  prodotti,  ai  piani  di
sicurezza  -  che  emerge  dalla  recente normativa sia nazionale che
europea, (D.C.   10 gennaio 1988, D.M.  5  agosto  1994,  L.  626/95,
direttiva  CEE  89/106,  DPR  246/93,  L:    216/95) rende necessario
formulare programmi  di  sperimentazione  in  "regime  di  qualita'",
mirati  soprattutto alla individuazione di sistemi di controllo della
qualita'  di  "processo"  e  di  "sistema"  edilizio,  oltre  che  di
procedure di autocontrollo per la garanzia della qualita'.
 A tal fine si e' individuato l'obiettivo generale, definito "Sistema
di qualita'", mirato, da un lato, al controllo della qualita' globale
nel settore delle costruzioni, attraverso la definizione di procedure
e  strumenti  per la gestione della qualita' nel processo edilizio ed
il controllo  della  qualita'  del  "sistema  edilizio"  (secondo  la
terminologia  introdotta  dal D.M. 19 gennaio 1988 "Linee generali di
inquadramento della  normativa  tecnica  nazionale"),  dall'altro,  a
compatibilizzare  l'innalzamento  della qualita' di "prodotto" con il
contenimento dei costi.
 La  sperimentazione  in  quest'ambito  tematico,  e'  finalizzata  a
definire metodologie, procedure e strumentazioni di controllo proprie
delle  diverse  fasi  del  processo  edilizio  ad individuare ruoli e
soggetti preposti alle attivita' di controllo di qualita', nonche' ad
elaborare  strumenti  normativi  di  guida  al  perseguimento   della
"qualita'  globale"  e di verifica dei risultati ottenuti: manuali di
qualita', piani di qualita', ecc..
 Nell'ambito  dell'obiettivo  suddetto  sono  stati   individuati   i
seguenti  temi  di sperimentazione, che nella loro formulazione fanno
riferimento al glossario introdotto dalla norma UNI-ISO 8042.
 1.  QUALITA'  NEL  PROCESSO  EDILIZIO,  intesa  come  "insieme delle
attivita' che, interagendo tra di loro, influenzano la qualita' di un
prodotto  o  di   un   servizio   nelle   varie   fasi,   che   vanno
dall'identificazione  delle  esigenze da soddisfare alla verifica del
loro soddisfacimento (cerchio della qualita')
 2. QUALITA' NEL SISTEMA EDILIZIO, intesa come "insieme di tecniche e
di attivita' di controllo di qualita', messe in atto per soddisfare i
requisiti di qualita'".
 Il  ruolo  della  sperimentazione  vuole  essere,  da  un  lato,  la
promozione  di  una  cultura  della  qualita',  anche  attraverso  la
partecipazione  motivata  dei  soggetti  proponenti,  dall'altro,  la
predisposizione   di   strumenti   procedurali  e  normativi  atti  a
realizzare e a gestire, a livello istituzionale, un'efficace politica
della qualita'.
OBIETTIVO GENERALE
 4. Sistema qualita'
TEMA DI SPERIMENTAZIONE
 4.1 Qualita' nel processo  edilizio:  definizione  di  procedure  di
garanzia della qualita'
OGGETTI DI SPERIMENTAZIONE PREVALENTI
 Interventi edilizi
 Interventi su tessuti edilizi
 Interventi alla scala urbana
AMBITO NORMATIVO DI RIFERIMENTO
 SETTORE
 Procedurale.
OGGETTI
 Attivita'  di  processo:  progettazione  e  controllo  del progetto,
affidamento ed esecuzione dei lavori, controllo,  collaudo,  gestione
dell'intervento.
RISULTATI ATTESI
 - Sperimentazione di funzioni di Project management.
 -  Predisposizione  di  convenzioni fra comune e soggetti attuatori,
comune e soggetti assegnatari.
 - Predisposizione di riferimenti per la contrattualistica.
 - Predisposizione di guide  per  le  fasi  di  indagine,  studio  di
fattibilita', briefing. ecc.
 -  Gestione  dei  progetti attraverso la predisposizione di piani di
progetto e piani qualita'.
 -  Monitoraggio  e  controllo  di  gestione  dell'opera   realizzata
attraverso piani di gestione.
 -  Pianificazione  delle  relazioni contrattuali fra operatori e fra
soggetti attuatori e assegnatari.
 -  Manuali  della   qualita'   specifica   (con   riferimento   alla
progettazione, agli approvvigionamenti, alle commesse, all'esecuzione
dei lavori, alla gestione degli interventi).
RIFERIMENTI NORMATIVI
 Norme procedurali
 ISO-UNI 9000
 ISO-UNI 8042
                       TEMA DI SPERIMENTAZIONE
4.1 QUALITA' NEL PROCESSO EDILIZIO:
    DEFINIZIONE DI PROCEDURE DI GARANZIA DELLA QUALITA'
 La  qualita'  degli  interventi  non  rappresenta ormai un obiettivo
codificabile solo in termini di standard urbanistici ed edilizi o  di
requisiti di carattere esclusivamente funzionale.
 La  qualita'  va  reinterpretata  come sistema globale che impone di
superamento  di  una  visione  della  qualita'  stessa  come  fattore
parcellizzato e contingente.
 Questa consapevolezza resta, tuttavia, ancora estranea a molte delle
fasi  del  processo  edilizio,  le condizioni di conflittualita' e di
separatezza   fra    normazione,    programmazione,    progettazione,
edificazione e controllo non facilitano la promozione di un "sistema"
della qualita' globale.
 Obiettivo  generale della sperimentazione in tale ambito deve essere
quello di promuovere la integrazione  di  ruoli  e  competenze  e  di
superare  approcci  formali  e  meramente  operativi  (qualita'  come
conformita'  a  standard)  ai  temi  dalla  qualita'.  Tali  approcci
rischiano  di  esaltare  la conflittualita' fra gli operatori, con la
proliferazione di norme e di controlli, a scapito della qualita'  dei
risultati.
 La  finalita' dovra' essere invece prioritariamente quella di creare
condizioni  per  la  condivisione  di  obiettivi  qualita'  fra   gli
operatori che, a tutti i livelli, intervengono nelle diverse fasi del
processo ideativo e realizzativo degli interventi.
 Il  programma  sperimentale  deve  fare  propria  tale  impostazione
affrontando alcuni nodi prioritari:
 - la integrazione fra le fasi  di  programmazione,  progettazione  e
costruzione,  nell'ottica  di una gestione globale della qualita' del
progetto;
 - la flessibilita' organizzativa delle  strutture  che  intervengono
nella  realizzazione  di  un progetto e l'organizzazione delle stesse
nell'ottica della garanzia di qualita';
 - la significativita' dei parametri di normazione e dei  modelli  di
valutazione  della qualita' sostanziale degli interventi, in rapporto
a requisiti generali e specifici di contesto.
OBIETTIVO GENERALE DI SPERIMENTAZIONE
 4. Sistema di qualita'
TEMA DI SPERIMENTAZIONE
 4.2  Qualita'  nel  Settore  Edilizio:  gestione  delle  qualita'  e
controllo di qualita'
OGGETTI DI SPERIMENTAZIONE PREVALENTI
 Interventi edilizi
 Interventi su tessuti edilizi
 Interventi alla scala urbana
AMBITO NORMATIVO DI RIFERIMENTO
 SETTORE
 Sistema edilizio: settore procedurale; settore tecnico
 OGGETTO
 Attivita'  di  gestione  della  Qualita':  coordinamento e controllo
nelle fasi di esecuzione lavori.
 Attivita' di controllo della qualita': controlli in corso d'opera, a
collaudo finale e in fasi di gestione.
RISULTATI ATTESI
 Piani qualita': schema  direttore  del  promotore  o  della  impresa
generale e piani dei singoli.
 Strumenti  per  la  redazione  di  schemi  direttori della qualita':
procedure e manuali, istruzioni per particolari cicli di lavorazioni;
sistemi di gestione delle non conformita' - strumenti  di  controllo,
modulistica per le verifiche ispettive.
 Modelli organizzativi, strumenti e procedure di affidamento lavori.
 Modelli organizzativi di svolgimento lavori.
 Metodi  di verifica in corso d'opera, a collaudo finale e in fase di
gestione.
 Modelli di certificazione degli interventi.
RIFERIMENTI NORMATIVI
 Norme procedurali
 ISO-UNI 9000
 DIR-CEE 89/106
 D.P.R. 246
 Quaderno C.E.R. n. 2
                       TEMI DI SPERIMENTAZIONE
4.2 QUALITA' NEL SISTEMA EDILIZIO: GESTIONE DELLA QUALITA' E
    CONTROLLO DI QUALITA'
 Nell'ambito  di  tale  area  la  sperimentazione  e'  finalizzata  a
strutturare  e strumentare sia le funzioni di gestione della qualita'
a livello di soggetto attuatore, sia le attivita' volte a  potenziare
la  capacita'  di  definizione  normativa  e controllo della qualita'
prestazionale degli interventi.
 Quest'area tematica concerne anche la messa a  punto  di  modelli  e
strumenti  di  controllo  della  fase di affidamento dei lavori, come
nodo rilevante nel quadro dei nuovi orientamenti delle  procedure  di
appalto.
 Le  attivita'  previste  riguardano la definizione, l'applicazione e
regolazione di strumenti di pianificazione della qualita',  concepiti
in  un'ottica  di  garanzia  della  qualita',  e  di strumenti per il
potenziamento dell'efficacia del processo e per  il  controllo  della
qualita' del prodotto. Altre attivita' riguardano la messa a punto di
strumenti  operativi  nelle  fasi di affidamento lavori e svolgimento
degli stessi, con  il  potenziamento  della  capacita'  d  controllo,
previsione  e  programmazione;  la  predisposizione  di  strumenti di
controllo  della  completezza  dei  progetti  e  della qualita' delle
soluzioni proposte, con la identificazione di strumenti di  controllo
in  corso  d'opera e in fase di gestione, anche in questo caso con la
proposta di un potenziamento di alcuni  ruoli  tradizionali  (D.L.  e
collaudatore)  o  di  nuovi  ruoli  di  controllo tecnico da parte di
strutture di certificazione della qualita' di prodotto (laboratori  e
altro).
 Inoltre,  in  tale  ambito  devono  essere  sperimentati strumenti e
procedure per la certificazione degli  interventi,  in  un'ottica  di
garanzia della qualita' nei riguardi dei fruitori.
 Particolare  attenzione, nell'ambito della adozione di strumenti per
la gestione della qualita'  e'  dedicato  al  Piano  di  qualita'  di
commessa, quale strumento di controllo della qualita' nell'esecuzione
delle opere, individuato dal D.M. 5 agosto 1994.
 Dalla  norma  UNI  ISO  8042  e'  definito  il Piano della Qualita':
"Documento che precisa  le  modalita'  operative,  le  risorse  e  le
sequenze  di  attivita' che influenzano le qualita' di un determinato
prodotto,  servizio,  contratto  o  progetto";  in  particolare,  per
definire  la  struttura  di base del Piano della Qualita' si e' fatto
riferimento ai 20  requisiti  della  norma  TSO/DIS  9004-5  "criteri
riguardanti  la  conduzione  aziendale  per  la  qualita' e i sistemi
aziendali".
 In sostanza il p.q. e' l'attuazione  del  sistema  qualita'  su  una
particolare commessa, e' l'insieme organizzato e strutturato di tutte
le   informazioni  necessarie  a  garantire  il  soddisfacimento  dei
requisiti  di  contratto  che  evidenzia  tutte  le  attivita'  e  le
procedure  messe  in  essere  per  il perseguimento della qualita' di
quella specifica commessa.
 Funzione specifica del p.q. e' quella di  qualificare  nei  dettagli
operativi   ed   organizzativi   della   commessa,   definendone   la
scomposizione  in  fasi,  i  tempi  di  attuazione,  i  requisiti  da
rispettare,  i piani e le modalita' di controllo, le istruzioni per i
vari  processi  di  lavorazione,  nonche'  tutte  le  specifiche   di
commessa,  le  azioni di controllo e il piano delle azioni correttive
delle eventuali non conformita'.
 La scelta di tale tematica e' proposta anche  per  quelle  strutture
che  non  operano in sistema qualita', ma che vogliono accedere ad un
processo di autocertificazione dell'impresa, attraverso l'adozione di
un piano di qualita' di commessa. Il  p.q.  puo'  essere  momento  di
verifica   della   propria  struttura  organizzativa,  rispetto  alla
normativa di certificazione ISO UNI-9000,  e  base  di  partenza  per
passare  dal  "sistema  qualita' di cantiere" al "sistema qualita' di
struttura".