(Allegato 2)
                                                           Allegato 2 
 
                                        (art. 2, comma 1, lettera b)) 
 
              Obiettivi, strategie ed azioni di un PUMS 
 
1. Premessa 
    Un Piano urbano della mobilita'  sostenibile  (PUMS)  deve  avere
come obiettivi principali il miglioramento  dell'accessibilita'  alle
aree urbane e periurbane, mediante sistemi di mobilita'  e  trasporti
sostenibili e di alta qualita'  anche  sotto  il  profilo  ambientale
economico e sociale, ed  il  miglioramento  della  fruibilita'  dello
spazio pubblico. 
    Secondo l'allegato «Connettere l'Italia: fabbisogni e progetti di
infrastrutture» al Documento di economia e  finanza  (DEF)  2017,  il
PUMS costituisce uno dei tre strumenti amministrativi  indispensabili
perche' ci sia accesso,  da  parte  delle  Citta'  metropolitane,  ai
finanziamenti  statali  per  la  realizzazione  di  nuovi  interventi
infrastrutturali relativi ai sistemi di  trasporto  rapido  di  massa
(sistema ferroviario metropolitano, rete delle metropolitane,  tram);
gli altri due strumenti consistono in Progetti di fattibilita'  delle
singole infrastrutture, redatte ai sensi del decreto  legislativo  n.
50 del 2016, e nel rapporto di coerenza dei progetti  presentati  con
gli obiettivi e le strategie di «Connettere l'Italia:  strategie  per
le infrastrutture di trasporto e logistica», allegato al DEF 2016. 
    L'insieme  di  tutte   le   liste   prioritarie   di   interventi
infrastrutturali prodotte dalle  varie  aree  metropolitane,  insieme
alla documentazione di piano che attesta il  loro  impatto  positivo,
singolo e  sinergico,  sullo  sviluppo  della  mobilita'  sostenibile
urbana, costituiranno l'input per la successiva fase  di  valutazione
da parte degli organi centrali, in cui  verranno  definite  le  opere
prioritarie da finanziare e verra' deciso su quali progetti  allocare
le risorse statali  disponibili  con  un  logica  di  premialita'.  I
progetti saranno valutati in funzione degli  obiettivi  perseguiti  e
dei seguenti fattori: 
    risultati e qualita' delle analisi svolte; 
    presenza di un cofinanziamento dalle regioni; 
    distribuzione territoriale (nell'ottica di compensazione tra nord
e sud). 
    Le infrastrutture di mobilita' proposte nell'ambito  di  un  PUMS
devono contribuire a ridurre gli impatti  negativi  sulla  salute  ed
essere  corredate  da  progetti  urbani  per  aumentare  la  qualita'
estetica, funzionale e formale dei luoghi attraversati. 
    Promuovere la mobilita' sostenibile, quindi, significa  orientare
la mobilita' dei residenti e dei city user in modo che questi possano
privilegiare gli spostamenti a  piedi,  in  bicicletta  o  con  mezzi
pubblici ovvero utilizzare mezzi privati a basso impatto ambientale e
creare le infrastrutture che consentano  il  miglior  utilizzo  delle
stesse  verso,  attraverso  e  all'interno  delle   aree   urbane   e
periurbane. 
2. Obiettivi 
    La definizione degli obiettivi del Piano e  il  monitoraggio  del
suo  stato  di  attuazione  devono   basarsi   su   solide   evidenze
quantitative. 
    Come  gia'  detto  nell'allegato  1  -   punto   d   una   chiara
individuazione degli obiettivi consentira' di delineare le  strategie
e le azioni propedeutiche alla costruzione partecipata dello Scenario
di Piano. 
    Per promuovere una visione unitaria e sistematica dei PUMS, anche
in coerenza con gli indirizzi europei,  al  fine  di  realizzare  uno
sviluppo equilibrato e sostenibile si elencano le 4 aree di interesse
ed i relativi macro-obiettivi minimi obbligatori dei PUMS: 
    A. Efficacia ed efficienza del sistema di mobilita' 
      A1. Miglioramento del TPL; 
      A2. Riequilibrio modale della mobilita'; 
      A3. Riduzione della congestione; 
      A4. Miglioramento dell'accessibilita' di persone e merci; 
      A5. Miglioramento dell'integrazione tra lo sviluppo del sistema
della  mobilita'  e  l'assetto   e   lo   sviluppo   del   territorio
(insediamenti  residenziali  e  previsioni   urbanistiche   di   poli
attrattori commerciali, culturali, turistici); 
      A6. Miglioramento  della  qualita'  dello  spazio  stradale  ed
urbano; 
    B. Sostenibilita' energetica ed ambientale 
      B1. Riduzione del consumo di  carburanti  tradizionali  diversi
dai combustibili alternativi; 
      B2. Miglioramento della qualita' dell'aria; 
      B3. Riduzione dell'inquinamento acustico; 
    C. Sicurezza della mobilita' stradale 
      C1. Riduzione dell'incidentalita' stradale; 
      C2. Diminuzione sensibile del numero generale  degli  incidenti
con morti e feriti; 
      C3. Diminuzione sensibile dei  costi  sociali  derivanti  dagli
incidenti; 
      C4. Diminuzione sensibile del numero degli incidenti con  morti
e feriti tra gli utenti deboli (pedoni, ciclisti, bambini e over 65) 
    D. Sostenibilita' socio-economica 
      D1. Miglioramento della inclusione sociale; 
      D2. Aumento della soddisfazione della cittadinanza; 
      D3. Aumento del tasso di occupazione; 
      D4.  Riduzione  dei  costi  della  mobilita'   (connessi   alla
necessita' di usare il veicolo privato). 
    Accanto ai macro-obiettivi minimi  obbligatori,  si  elencano  di
seguito una serie di obiettivi specifici (indicativi) di ogni realta'
urbana. Ciascun Ente puo' scegliere, per il proprio PUMS, quello piu'
adatto  alle  proprie  caratteristiche,  salvo  poi  monitorarne   il
raggiungimento secondo gli indicatori previsti: 
      a) migliorare l'attrattivita' del trasporto collettivo; 
      b) migliorare l'attrattivita' del trasporto condiviso; 
      c) migliorare le performance economiche del TPL; 
      d) migliorare l'attrattivita' del trasporto ciclopedonale; 
      e) ridurre la congestione stradale; 
      f)  promuovere  l'introduzione  di  mezzi   a   basso   impatto
inquinante; 
      g) ridurre la sosta irregolare; 
      h) efficientare la logistica urbana; 
      i) migliorare le  performance  energetiche  ed  ambientali  del
parco veicolare passeggeri e merci; 
      j)  garantire  l'accessibilita'  alle  persone  con   mobilita'
ridotta; 
      k) garantire la mobilita' alle persone a basso reddito; 
      l) garantire la mobilita' alle persone anziane; 
      m)  migliorare la sicurezza della circolazione veicolare; 
      n) migliorare la sicurezza di pedoni e ciclisti; 
      o) aumentare le alternative di scelta modale per i cittadini. 
3. Strategie 
    Al fine di poter perseguire gli obiettivi  individuati  dal  PUMS
risulta necessario definire le strategie e  le  relative  azioni  che
costituiscono la base di partenza per la  costruzione  degli  scenari
alternativi di Piano. 
    Una strategia e' costituita da una o piu' azioni da intraprendere
per poter raggiungere uno o piu' obiettivi e dare quindi  risposta  a
specifiche   criticita'   evidenziate   dall'analisi    del    quadro
conoscitivo.  In  linea  generale  possono  essere  individuate  piu'
strategie, trasversali rispetto ai diversi  obiettivi  perseguiti  ed
alle varie modalita' di trasporto: 
    1. Integrazione tra i sistemi di  trasporto,  ,  che  comprendano
anche sistemi di trasporto rapido di massa, laddove economicamente  e
finanziariamente sostenibili; 
    2. Sviluppo della mobilita' collettiva per migliorare la qualita'
del servizio ed innalzare la  velocita'  commerciale  dei  mezzi  del
trasporto pubblico; 
    3. Sviluppo di sistemi di mobilita'  pedonale  e  ciclistica,  al
fine  di  considerare  gli  spostamenti  ciclo-pedonali  come   parte
integrante e fondamentale della mobilita' urbana  e  non  come  quota
residuale; 
    4. Introduzione di sistemi di  mobilita'  motorizzata  condivisa,
quali car-sharing, bike-sharing, van-sharing, car-pooling; 
    5. Rinnovo del parco con l'introduzione di mezzi a basso  impatto
inquinante ed elevata efficienza energetica, secondo  i  principi  di
cui al decreto legislativo di attuazione della  direttiva  2014/94/UE
del parlamento europeo e del consiglio  del  22  ottobre  2014  sulla
realizzazione di una infrastruttura per i combustibili alternativi; 
    6.  Razionalizzazione  della  logistica  urbana,   al   fine   di
contemperare le esigenze di approvvigionamento delle merci necessarie
per accrescere la vitalita'  del  tessuto  economico  e  sociale  dei
centri urbani; 
    7.  diffusione  della  cultura  connessa  alla  sicurezza   della
mobilita', con azioni  che  mirano  alla  riduzione  del  rischio  di
incidente ed altre il cui fine e' la  riduzione  dell'esposizione  al
rischio; con azioni di protezione dell'utenza  debole  ed  altre  che
mirano all'attenuazione delle conseguenze degli incidenti. Diffusione
della cultura e della formazione sulla mobilita' sostenibile al  fine
di favorire una  maggiore  consapevolezza  e  lo  spostamento  modale
soprattutto per le generazioni future. 
4. Azioni 
    Un'azione costituisce una delle possibili attivita' da mettere in
campo per  contribuire  all'attuazione  concreta  di  una  strategia.
Un'azione si sostanzia in uno o piu' interventi di tipo materiale e/o
immateriale, con caratterizzazione spazio-temporale ben definita. Per
ognuna delle strategie sopra definite, e' possibile esercitare una  o
piu' delle seguenti azioni: 
  1 Integrazione tra i sistemi di trasporto 
    a. la redistribuzione e la ricomposizione della rete di trasporto
in forma gerarchica e sinergica ed  il  recupero  di  quote  di  rete
stradale  e  spazi   pubblici   integrando   con   nuovi   interventi
infrastrutturali,  a  favore  di  una  loro  migliore  fruibilita'  e
condivisione da parte di pedoni, ciclisti, utenti del TPL e mobilita'
privata a basso impatto ambientale; 
    b. l'individuazione delle possibili forme di integrazione  tra  i
sistemi di trasporto attraverso il corretto funzionamento dei nodi di
interscambio  esistenti  (e/o  realizzazione  di  nuovi   nodi)   per
garantire opportune adduzioni alla rete primaria e secondaria; 
    c. rendere possibile il trasporto di  biciclette  sui  mezzi  del
TPL, sui treni e sui traghetti adeguando opportunamente gli spazi; 
    d. lo sviluppo dell'integrazione tariffaria prevedendo  anche  il
trasporto delle biciclette  sui  mezzi  del  TPL,  sui  treni  e  sui
traghetti 
    e. utilizzo dell'ITS e di sistemi di infomobilita'  per  favorire
l'integrazione di sistemi di trasporto,  per  la  fornitura  di  dati
sulla rete prioritaria urbana e per lo sviluppo di servizi innovativi
di mobilita'. 
    f.  Attivita'  condotte  dal  Mobility   Manager   di   area   in
collaborazione con i singoli Mobility manager aziendali con lo  scopo
di incentivare la sostenibilita' 
    g. Sviluppare politiche integrate di gestione della domanda 
  2 Sviluppo della mobilita' collettiva 
    a. la  realizzazione  di  corsie  preferenziali  o  riservate  al
trasporto collettivo (autobus o tram), che, oltre ad  avere  ricadute
positive sulla velocita' commerciale, migliorano l'affidabilita'  dei
passaggi, la sicurezza e la qualita' del servizio; 
    b.  l'implementazione  di   impianti   semaforici   asserviti   e
preferenziali al TPL; 
    c. la previsione di interventi, anche sulle  infrastrutture,  per
la  fluidificazione  dei  percorsi  del  trasporto  pubblico   (quali
intersezioni,  snodi,  itinerari  funzionali   alla   rettifica   dei
tracciati); 
    d. aumentare l'accessibilita' al TPL per i passeggeri con ridotta
mobilita', aumentando le vetture attrezzate e realizzando  interventi
presso i marciapiedi in corrispondenza delle fermate; 
    e. Utilizzo  di  ITS  da  parte  degli  operatori  del  trasporto
pubblico, attraverso  l'incremento  nella  dotazione  di  veicoli  di
sistemi per il monitoraggio in tempo reale della localizzazione e del
servizio (centrale operativa, AVM- Automatic  Vehicle  Monitoring,  e
AVL-Automatic Vehicle Location) finalizzato ad adeguare gli orari del
servizio alla domanda effettiva di passeggeri e, a intervenire  anche
in tempo reale per modifiche dei piani di esercizio; 
    f. la rilevazione del numero di passeggeri  a  bordo,  attraverso
l'installazione  di   dispositivi   sui   mezzi,   con   l'avvio   di
sperimentazioni specifiche per l'utilizzo della telefonia mobile; 
    g.  l'utilizzo  diffuso  dei  diversi  canali  di   comunicazione
all'utenza:  informazioni  a  bordo  e   alle   fermate;   siti   web
informativi;  social  network  come  Facebook  e  Twitter;   telefoni
cellulari, mediante  SMS  di  avviso;  applicazioni  per  smartphone;
schermi  e  altoparlanti  nelle  stazioni  e  presso  le  fermate   e
all'interno delle vetture; schermi e computer touch-screen in  luoghi
strategici come ospedali, centri commerciali e universita';  pannelli
a messaggio variabile; 
    h. azioni per il miglioramento della qualita'  del  servizio  del
tpl. 
  3 Sviluppo di sistemi di mobilita' pedonale e ciclistica 
    a. l'implementazione di servizi di bike sharing anche per turisti
ed utenti occasionali; 
    b. il  miglioramento  delle  condizioni  d'uso  della  bicicletta
attraverso la realizzazione di itinerari ciclabili; 
    c. il miglioramento dei collegamenti pedonali e ciclistici  verso
i principali luoghi di interesse pubblico (scuole,  uffici  pubblici,
servizi primari) - bike-sharing dedicati, servizi su gomma,  percorsi
dedicati (da stazioni a mete di pubblico interesse); 
    d. l'adozione di soluzioni progettuali per  ambiti  specifici  di
particolare interesse e/o particolarmente problematici (quali le zone
30); 
    e. la diffusione di servizi per i  ciclisti,  quali:  servizi  di
riparazione e deposito, pompe pubbliche, la realizzazione di posteggi
per  le  biciclette,  custoditi   ed   attrezzati(...),   presso   le
stazioni/fermate del TPL e parcheggi pubblici di scambio; 
    f. creazione di percorsi casa -scuola per le biciclette e a piedi
e promozione di forme di mobilita' pedonale collettiva; 
    g. l'implementazione di azioni di promozione, sensibilizzazione e
marketing. 
    h.  la   diffusione   di   sistemi   ettometrici   automatizzati,
segnaletica  way  finding  e  dispositivi  d'ausilio  alla  mobilita'
dell'utenza debole  (semafori  con  segnalazione  acustica,  scivoli,
percorsi tattili, ecc.) 
  4 Introduzione di sistemi di mobilita' motorizzata condivisa 
    a. Dotazione presso le stazioni metro/treno,  principali  fermate
di autobus e nodi di scambio di  parcheggi  dedicati  ai  fini  dello
sviluppo della  mobilita'  condivisa  nell'ottica  del  rafforzamento
dell'accessibilita' al sistema del Trasporto pubblico; 
    b. Utilizzo di ITS e piattaforme software in grado di gestire  il
trasporto privato condiviso e di integrarlo con il TPL; 
    c. Promozione della mobilita' condivisa presso  aziende  ed  enti
pubblici; 
    d. politiche tariffarie in favore di car sharing, moto sharing  e
carpooling; 
    e. agevolazione transito e sosta  per  i  veicoli  con  mobilita'
condivisa; 
  5 Rinnovo del parco con l'introduzione di  mezzi  a  basso  impatto
inquinante in coerenza con il decreto legislativo n. 257/2016 
    a. Azioni per favorire lo sviluppo della  mobilita'  condivisa  a
basso impatto inquinante; 
    b. Introduzione di  veicoli  a  basso  impatto  inquinante  nelle
flotte aziendali pubbliche e private; 
    c.  introduzione  veicoli  a  basso  impatto  inquinante  per  la
distribuzione urbana delle merci e/o cargo bike; 
    d. introduzione di veicoli turistici a basso impatto  inquinante,
anche per le vie d'acqua; 
    e. installazione colonnine per la ricarica elettrica  e  impianti
per la distribuzione di  combustibili  alternativi  a  basso  impatto
inquinante; 
    f. il monitoraggio della composizione  e  dell'eta'  media  della
flotta del parco mezzi dei trasporti pubblici locali; 
    g. Sistemi premiali per cargo bike e  tricicli  e  quadricicli  a
basso impatto inquinante; 
  6 Razionalizzazione della logistica urbana 
    a. sviluppo di nuovi modelli  di  governance  per  una  logistica
urbana efficiente, efficace e sostenibile che consenta di ottimizzare
il processo di raccolta e distribuzione delle merci in ambito  urbano
contribuendo alla riduzione del traffico e dell'inquinamento; 
    b. introduzione  di  un  sistema  premiale  per  i  veicoli  meno
impattanti dal punto di vista degli ingombri  (furgoni  <3,5  t,  van
sharing, cargo bike, ecc); 
    c. adozione di un  sistema  di  regolamentazione  complessivo  ed
integrato (merci e passeggeri) da attuarsi anche  mediante  politiche
tariffarie per l'accesso  dei  mezzi  di  carico/scarico  (accessi  a
pagamento, articolazione di scontistiche e/o abbonamenti)  che  premi
un ultimo miglio ecosostenibile; 
    d. razionalizzazione delle aree per il carico scarico delle merci
promuovendo e presidiando, anche attraverso  l'ausilio  di  strumenti
elettronici  ed  informatici,  reti   di   aree   (stalli)   per   il
carico/scarico merci. 
  7 Diffusione della cultura connessa alla sicurezza della  mobilita'
e alla mobilita' sostenibile 
    a. interventi infrastrutturali per la risoluzione di problemi nei
punti piu' a rischio della rete stradale; 
    b. Introduzione in ambito  urbano,  in  via  sperimentale,  delle
valutazioni, dei controlli e delle ispezioni  di  sicurezza  previste
dal decreto legislativo n. 35/2011 tenuto conto delle indicazioni che
perverranno da regioni e provincie autonome entro il 2020; 
    c. aumentare la sicurezza dei  pedoni  e  dei  ciclisti  e  degli
utenti del TPL ad  esempio  con  la  realizzazione  e  protezione  di
fermate ad «isola» e marciapiedi  in  corrispondenza  delle  fermate,
attraverso la realizzazione di corsie ciclabili protette , interventi
di separazione dei flussi, segnaletica  orizzontale  e  verticale  ed
attraverso corsie pedonale protette e realizzazione percorsi pedonali
protetti casa-scuola; 
    d. campagne di sensibilizzazione ed educazione stradale; 
    e. campagne di  informazione  e  coinvolgimento  sulla  mobilita'
sostenibile, anche attraverso interventi specifici  e  diffusi  sulle
scuole. 
5. Indicatori 
    Nell'ambito della redazione del PUMS, devono essere  definite  le
attivita'  di  monitoraggio  obbligatorio  da   avviare   a   seguito
dell'approvazione del PUMS. 
    A tale scopo, si rende opportuna la costruzione di diversi set di
indicatori, che consentano di valutare sia l'esecuzione dell'azione o
dell'intervento (indicatori di realizzazione), sia  il  perseguimento
degli obiettivi propri del  PUMS  (indicatori  di  risultato)  legati
all'efficacia ed all'efficienza  del  funzionamento  dell'intervento.
Tali indicatori sono indicati nella tabella allegata. 
    Gli  indicatori  di  risultato  sono   anche   utilizzati   nella
valutazione  comparativa  degli   scenari   alternativi   che   porta
all'individuazione dello scenario di piano. 
    Gli indicatori sono elencati nelle tabelle successive. 
6. Individuazione dello scenario di piano 
    Come anticipato nell'allegato 1, punto e, attraverso l'uso  degli
indicatori di raggiungimento dei macro obiettivi,  si  perviene  alla
individuazione  dello  scenario  di  Piano.  E'  necessario   infatti
adottare metodi e strumenti di supporto alle decisioni che portino  a
risultati e indicatori di confronto  omogenei,  per  consentire  agli
organi e agli Enti sovraordinati sia di  individuare  gli  interventi
che,  a  parita'  di  costo,   apportino   maggiori   benefici   alla
collettivita', sia il confronto tra  piani  elaborati  da  diverse  e
distanti realta' territoriali. 
    Per valutare ciascun scenario  alternativo  di  Piano  si  dovra'
tener conto delle  indicazioni  fornite  in  questo  documento  sugli
obiettivi da considerare e  sulle  modalita'  con  cui  misurarne  il
livello di perseguimento (indicatori di risultato) e  in  particolare
dei seguenti ambiti di approfondimento: 
      la fattibilita' tecnica; 
      l'impatto sul cambio modale verso modalita' piu' sostenibili; 
      la riduzione della congestione; 
      la riduzione dei consumi e delle emissioni (inquinanti  locali,
effetti climalteranti, rumore); 
      il miglioramento della sicurezza; 
      il miglioramento della qualita' della vita dei cittadini; 
      l'attrattivita' commerciale; 
      la percezione degli utenti; 
      il costo ed impatto finanziario in generale. 
    Gli  scenari  alternativi  vanno  costruiti   ipotizzando   varie
combinazioni di  azioni  tra  quelle  menzionate  precedentemente  in
relazione alle varie strategie, e possono differire  tra  loro  anche
solo sulla base di una diversa temporizzazione delle stesse azioni. 
    Per ciascuno di essi e' necessario definire  un  Piano  Economico
Finanziario  che  ne  supporti  la  sostenibilita'  programmatica  in
termini di costi di investimento e gestione. A tal fine, per ciascuna
azione prevista nello scenario, e' necessario  effettuare  una  stima
sommaria dei costi di investimento e della relativa  temporizzazione,
dei tempi  di  realizzazione  dell'opera  e  dei  costi  di  gestione
ordinaria  e  straordinaria  connessi  all'azione  durante   il   suo
funzionamento. Inoltre, nella valutazione  dei  benefici,  si  dovra'
tener conto di un'eventuale realizzazione per lotti funzionali. 
    Ogni scenario  alternativo  va  valutato  rispetto  a  quello  di
riferimento  che  include  tutti   gli   interventi   in   corso   di
realizzazione  o  gia'  finanziati,  che  saranno  completati   entro
l'orizzonte temporale considerato nel PUMS e  che,  indipendentemente
dal soggetto attuatore, prevedano ricadute all'interno  dell'area  di
Piano. 
    La  scelta  dello  Scenario  di  Piano,  tra  tutti  gli  scenari
alternativi  proposti,  avverra'  tramite  valutazione   comparativa,
utilizzando le note  tecniche  mono  o  multi  criteriali,  valutando
quindi  da  un  lato  la  sostenibilita'  economica,  finanziaria   e
gestionale degli interventi proposti e dall'altro i benefici generati
da tutte le strategie messe in campo dal PUMS. 
  
 
              Parte di provvedimento in formato grafico