Allegato 2
Premessa
L'emergenza sanitaria causata dalla pandemia ha imposto di
ripensare e riorganizzare i servizi territoriali in tutte le aree del
Paese. La riorganizzazione della medicina territoriale deve essere
perseguita come elemento essenziale per fronteggiare l'emergenza, per
favorire una maggiore prossimita' alla popolazione anche in un'ottica
di contrasto alle disuguaglianze nell'accesso alle cure.
Il Ministero della salute ha promosso e finanziato un progetto,
coordinato dall'Istituto superiore di sanita', nel quale sono stati
censiti i Consultori familiari, servizi di base a tutela della salute
della donna, degli adolescenti, della coppia e della famiglia (1) .
Lo studio ha permesso di fare il punto sull'operativita' e sulle
buone pratiche messe in atto a livello locale, che possono costituire
obiettivi da perseguire sul territorio nazionale. I CF sono in grado
di garantire attivita' di prevenzione delle malattie e promozione
della salute e sono attori ineludibili per raggiungere i giovani e le
loro famiglie, fra le fasce di popolazione piu' vulnerabili agli
effetti psicosociali della pandemia. Nei consultori familiari e'
garantita la presenza di una equipe multidisciplinare, costituita da
ginecologo, ostetrica, psicologo e assistente sociale, cui si possono
aggiungere altre professionalita' sanitarie. Sfruttando
l'integrazione con altri servizi sanitari e sociali come ad esempio
ospedali, servizi sociali, pediatri di libera scelta e medici di
medicina generale, servizi scolastici ecc. e' possibile rispondere in
modo capillare ai bisogni del territorio.
Obiettivi
Prendendo a riferimento lo studio citato, fra le iniziative che
hanno avuto un miglior riscontro sul territorio, si propongono una
serie di interventi che mirano a potenziare i servizi dei Consultori
familiari ed a raggiungere in modo piu' incisivo il target di
riferimento, comprendendo sia i minori in eta' scolare che i pazienti
oncologici e le loro famiglie. Le regioni e province autonome
potranno organizzare interventi di prossimita' omogenei e
standardizzati per offrire supporto psicologico alle specifiche fasce
di popolazione individuate dal decreto. Per garantire efficienza
nell'implementazione del programma, sara' individuata come capofila
una regione o provincia autonoma che assumera' la funzione di
coordinamento, supportando le altre regioni e province autonome
nell'impiego delle risorse in questione e si fara' carico del
monitoraggio degli interventi e dell'invio delle rendicontazioni al
Ministero della salute.
Obiettivo del programma di interventi e' la programmazione
integrata trai diversi Servizi e attivita' esistenti sul territorio
per sostenere iniziative di promozione del «...benessere, favorendo
l'accesso ai servizi psicologici delle fasce piu' deboli della
popolazione, con priorita' per i pazienti affetti da patologie
oncologiche, nonche' per il supporto psicologico dei bambini e degli
adolescenti in eta' scolare», anche attraverso azioni volte al
empowerment della comunita'.
Requisiti
Le azioni da effettuare dovranno includere alcuni fra i seguenti
requisiti:
a) interventi diretti sul target;
b) attivo coinvolgimento dei pediatri di libera scelta (PLS) e
dei medici di medicina generale (MMG);
c) attivo coinvolgimento tra pari (ad esempio progetti di peer
support);
d) inclusione delle famiglie;
e) individuazione precoce del disagio nei luoghi di vita degli
adolescenti, prioritariamente nelle scuole;
f) utilizzo degli strumenti dei ragazzi e valorizzazione dei
loro linguaggi e forme di comunicazione;
g) costruzione/rafforzamento di integrazione tra i servizi e
gli attori pubblici che operano sul territorio, prioritariamente
consultori famigliari e scuole;
h) inclusione di strumenti di raccolta informativa per
monitorare i processi e valutare l'efficacia degli interventi.
Iniziative elegibili
Di seguito un elenco di possibili iniziative tra le quali
scegliere il tipo di intervento da effettuare:
potenziamento della rete territoriale dei Consultori familiari,
dei servizi sociali ed educativi;
attivazione/potenziamento di servizi telefonici di psicologia
dedicati per gli adolescenti;
istituzione di sportelli di ascolto e supporto psicologico
negli istituti scolastici anche con modalita' telefonica o digitale
(ad esempio: Whatsapp ecc.);
utilizzo dei social network e di attivita' di sostegno tra
pari;
implementazione dell'uso della video-tecnologia per garantire
l'accessibilita' alle attivita' erogate (sportelli di ascolto,
supporto psicologico, ecc.) in caso di situazioni di lockdown o
semi-lockdown;
ampliamento e/o consolidamento di reti integrate di assistenza,
ad esempio nel caso dei pazienti oncologici, a livello di Azienda
sanitaria locale (ASL) o distretto, a supporto sia della continuita'
assistenziale tra cure primarie e ospedale, sia dell'accessibilita'
dei percorsi socioassistenziali, con attenzione alle disuguaglianze;
formazione del personale finalizzata al
rafforzamento/miglioramento delle specifiche competenze richieste
dagli interventi programmati.
Monitoraggio e rendicontazione
Ai fini del monitoraggio, della rendicontazione e della
valutazione degli interventi effettuati, le regioni e le province
autonome dovranno rilevare le seguenti informazioni (verra' fornito
apposito form), al termine dei primi dodici mesi di attivita' ed alla
scadenza dei ventiquattro mesi:
ASL coinvolte, specificando:
numero di comuni coinvolti rispetto al totale dei comuni di
competenza;
popolazione di riferimento;
relativamente ai minori in eta' scolare, il numero di scuole
coinvolte e per ciascuna scuola:
ordine e grado;
tipologia di scuola (istituto tecnico, liceo, istituto
professionale, ecc.);
relativamente ai pazienti oncologici, il numero di servizi
specialistici coinvolti.
numero di operatori reclutati grazie al finanziamento ricevuto
(distinti per profilo professionale, ad esempio: psicologo,
psicoterapeuta, educatore professionali, tecnico della riabilitazione
psichiatrica, assistente sociale);
numero di supporti psicologici effettuati;
numero di soggetti che hanno beneficiato di un intervento di
supporto psicologico (con specifica indicazione, nel caso si tratti
di paziente oncologico), specificando per ciascun soggetto:
eta';
sesso;
titolo di studio;
titolo di studio dei genitori (in caso di minori);
tipo di disagio manifestato;
numero di incontri programmati;
numero di incontri effettuati;
tipologia di prestazione effettuata (colloquio, counselling,
psicoterapia, ecc.);
coinvolgimento della famiglia;
coinvolgimento del PLS o del MMG;
fornire chiarimenti e supportare nella compilazione della
reportistica richiesta al fine di raccogliere dati uniformi.
Ogni regione e provincia autonoma dovra' rendicontare l'impiego
delle risorse ricevute al termine dei primi dodici mesi di attivita'
ed alla scadenza dei ventiquattro mesi, utilizzando lo schema
allegato.
Parte di provvedimento in formato grafico
Compiti della capofila
La regione o provincia autonoma capofila avra' il ruolo di
interlocutore privilegiato con il Ministero della salute e con le
altre autorita' decentrate alto scopo di:
suggerire e coordinare attivita' che possano essere sviluppate
congiuntamente da piu' regioni o province autonome;
promuovere l'uniformita' degli interventi sul territorio
nazionale;
standardizzare e condividere protocolli operativi;
indirizzare nella scelta delle iniziative da attuare.
Funzioni del Ministero della salute
Il Ministero della salute garantira' un fattivo supporto alle
autorita' decentrate indirizzando nella scelta delle iniziative e
promuovendo un coordinamento attivo tra le regioni e le province
autonome al fine di garantire una programmazione coerente degli
interventi individuati dalle stesse. Assicurera' un costante
affiancamento durante tutte le fasi di svolgimento delle azioni
concordate.
Si occupera', inoltre, della raccolta dei rendiconti previsti (al
termine dei primi dodici mesi di attivita' ed al termine dei
ventiquattro mesi) e della verifica della completezza e
dell'attendibilita' dei dati forniti.
La mancata o incompleta presentazione della documentazione
prevista nei termini indicati, nonche' l'individuazione di azioni
carenti dei requisiti summenzionati, da parte della regione o
provincia autonoma, legittima l'amministrazione a procedere con la
richiesta di restituzione delle somme precedentemente erogate.
(1) https://www.ccm-network.it/progetto.jsp?id=node/1995&idP=740