(Allegato 3)
                                                           Allegato 3 
 
                                                (Articolo 5, comma 2) 
 
CRITERI PER L'ACQUISIZIONE DI INFORMAZIONI SULLO  STATO  DI  QUALITA'
  DEL SUOLO E DELLE ACQUE SOTTERRANEE CON RIFERIMENTO  ALLA  PRESENZA
  DI SOSTANZE PERICOLOSE PERTINENTI 
 
1. Criteri generali per la caratterizzazione del suolo. 
 
1.1. Indicazioni generali sulle strategie di campionamento. 
  La  strategia  di  campionamento  e'  scelta   sulla   base   delle
caratteristiche del sito e delle attivita' condotte, tenendo altresi'
conto delle informazioni gia' disponibili sullo  stato  del  suolo  e
delle acque sotterranee, come specificato nei seguenti paragrafi. 
  Sono ammesse le seguenti strategie di campionamento: 
    a) strategia di campionamento ad «ubicazione sistematica»  basata
su campioni compositi; 
    b) strategia di campionamento ad «ubicazione sistematica»  basata
su campioni puntuali; 
    c) strategia di campionamento «ragionata»; 
    d) strategia mista. 
1.1.1. Strategie a «ubicazione sistematica» [lettere a) e b)]. 
  Ove si adotti  una  delle  strategie  ad  «ubicazione  sistematica»
(lettere a o b) per il campionamento del suolo  insaturo,  la  scelta
della localizzazione  dei  punti  e'  effettuata  sulla  base  di  un
criterio  di  tipo  casuale  o  statistico,   ad   esempio   mediante
campionamento effettuato sulla base  di  una  griglia  predefinita  o
casuale; queste strategie sono particolarmente indicate nei  casi  in
cui le dimensioni dell'area o la scarsita' di informazioni storiche e
impiantistiche   sul   sito   non   permettano   di   ottenere    una
caratterizzazione  preliminare  soddisfacente  e  di   prevedere   la
localizzazione delle piu' probabili fonti di contaminazione. 
  In particolare, nell'applicazione di tali strategie, fatta salva la
facolta' per l'Autorita' competente di accettare diversi  criteri  in
considerazione di specificita' del sito, sono utilizzati  i  seguenti
criteri: 
    il sito e' suddiviso secondo  una  maglia  regolare  in  aree  di
dimensione massima pari a 100 m × 100 m; 
    in prossimita' dei centri di pericolo la maglia e' opportunamente
raffittita riducendo la dimensione delle aree, al fine  di  garantire
una maggiore densita' di campionamento; 
    in ciascuna area della maglia sono prelevati  campioni  di  suolo
rappresentativi almeno degli intervalli di profondita' (0 ÷ 0,2) m  e
[0,2 ÷ 1] m; 
    in caso siano gia' disponibili (ad esempio perche' effettuate  in
attuazione  di  altra  normativa)  caratterizzazioni  di  piu'   ampi
spessori di suolo (ad esempio compresi tra il piano campagna e 1 m di
profondita'), esse sono considerate rappresentative dello strato [0,2
÷ 1]  m,  ove  tali  piu'  ampi  spessori  ricomprendano  anche  tale
intervallo. In  tal  caso,  pertanto,  e'  sufficiente  integrare  il
campionamento con prelievi nell'intervallo di profondita' (0  ÷  0,2)
m. 
1.1.2.  Ulteriori  indicazioni  per  la  strategia   ad   «ubicazione
  sistematica» basata su campioni compositi (lettera a). 
  Con  specifico  riferimento  alla  strategia  di  campionamento  ad
«ubicazione sistematica» basata su campioni  compositi  (lettera  a),
oltre a quelli di cui  al  paragrafo  1.1.1,  si  applicano  anche  i
seguenti criteri aggiuntivi: 
    per ciascun intervallo  di  profondita',  un  campione  composito
ottenuto da almeno 10 punti  di  campionamento  per  ciascuna  maglia
costituisce un campione rappresentativo del suolo in  tale  area  per
tale intervallo di profondita'; 
    il numero di campioni  rappresentativi  per  ogni  intervallo  di
profondita' indagato non puo' comunque mai essere inferiore a tre per
singola maglia. 
  La strategia di campionamento ad «ubicazione sistematica» basata su
di campioni compositi (lettera a), non e' applicabile nel caso in cui
tra  le  sostanze  pericolose  pertinenti  siano  compresi   composti
volatili. 
  Nei casi in cui siano presenti centri di pericolo situati  in  aree
suscettibili  di  contaminazione  dei  suoli  profondi  (ad  esempio:
presenza di serbatoi interrati adibiti allo  stoccaggio  di  sostanze
pericolose, sottoservizi, ecc.) la strategia  basata  su  una  maglia
regolare di campioni compositi non e' di per se' adeguata, a meno che
non sia opportunamente integrata  con  campioni  puntuali  (strategia
mista). 
1.1.3.  Ulteriori  indicazioni  per  la   strategia   a   «ubicazione
  sistematica» basata su campioni puntuali (lettera b). 
  Ove  si  adotti  la  strategia  di  campionamento  ad   «ubicazione
sistematica»  basata  su  campioni  puntuali  (lettera  b),  per   il
campionamento del suolo insaturo  si  applicano  i  seguenti  criteri
aggiuntivi oltre a quelli di cui al paragrafo 1.1.1: 
    per ciascun intervallo di  profondita',  ogni  campione  puntuale
costituisce un campione rappresentativo del suolo in  tale  area  per
tale intervallo di profondita'; 
    il numero di campioni  rappresentativi  per  ogni  intervallo  di
profondita' indagato non potra' comunque mai essere inferiore a tre; 
    campioni puntuali di  suolo  insaturo  a  profondita'  superiori,
ovvero tra 1 m e il livello di falda, sono  prelevati,  sulla  scorta
delle caratteristiche dell'impianto, in corrispondenza dei  punti  di
campionamento  prossimi  ai  centri  di  pericolo  situati  in   aree
suscettibili  di  contaminazione  dei  suoli  profondi  (ad  esempio:
presenza di serbatoi interrati adibiti allo  stoccaggio  di  sostanze
pericolose, sottoservizi, ecc.). 
1.1.4. Strategia «ragionata» (lettera c). 
  Ove si adotti la strategia di  campionamento  «ragionata»  (lettera
c), la scelta dei punti di campionamento  e'  basata  sull'esame  dei
dati a disposizione sull'uso pregresso, attuale e  futuro  del  sito,
nonche'  sulle  caratteristiche  di  suolo,   sottosuolo   ed   acque
sotterranee e deve essere mirata a verificare le ipotesi formulate in
termini di presenza ed estensione,  attuale  e  futura,  di  sostanze
pertinenti  significative  nel  sottosuolo.   Questa   strategia   e'
particolarmente indicata per i siti complessi qualora le informazioni
storiche e impiantistiche a disposizione consentano di  prevedere  la
localizzazione delle aree piu' vulnerabili  e  delle  piu'  probabili
fonti di contaminazione. 
  Per la strategia «ragionata» di campionamento del suolo insaturo si
applicano i seguenti criteri: 
    la posizione planimetrica dei punti  di  prelievo  e'  progettata
garantendo prelievi in corrispondenza e in prossimita' dei centri  di
pericolo  attuali,  passati  e  futuri,  nonche'  degli   strati   di
sottosuolo dalle caratteristiche particolari, ad esempio per presenza
di singolarita' litologiche; 
    in ciascun punto di prelievo sono  prelevati  campioni  di  suolo
rappresentativi almeno degli intervalli di profondita' (0 ÷ 0,2) m  e
[0,2 ÷ 1] m; 
    per ciascun intervallo di  profondita',  ogni  campione  puntuale
costituisce un campione rappresentativo del suolo in  tale  posizione
per tale intervallo di profondita'; 
    in corrispondenza di ciascun centro  di  pericolo  il  numero  di
campioni rappresentativi per ogni intervallo di profondita'  indagato
non potra' comunque mai essere inferiore a tre; 
    in caso siano gia' disponibili (ad esempio perche' effettuate  in
attuazione  di  altra  normativa)  caratterizzazioni  di  piu'   ampi
spessori di suolo (ad esempio compresi tra il piano campagna e 1 m di
profondita'), esse sono considerate rappresentative dello strato [0,2
÷ 1]  m,  ove  tali  piu'  ampi  spessori  ricomprendano  anche  tale
intervallo. In  tal  caso,  pertanto,  e'  sufficiente  integrare  il
campionamento con prelievi nell'intervallo di profondita' (0  ÷  0,2)
m; 
    campioni puntuali di  suolo  insaturo  a  profondita'  superiori,
ovvero tra 1 m e il livello di falda, sono  prelevati,  sulla  scorta
delle caratteristiche dell'impianto, in corrispondenza dei centri  di
pericolo situati in aree suscettibili  di  contaminazione  dei  suoli
profondi (ad esempio: presenza di  serbatoi  interrati  adibiti  allo
stoccaggio di sostanze pericolose, sottoservizi, ecc.). 
1.1.5. Strategia «mista» (lettera d). 
  La strategia mista (lettera  d)  per  il  campionamento  del  suolo
insaturo e' basata su una maglia regolare  di  campioni  compositi  o
puntuali (strategia di cui alla lettera a) oppure di cui alla lettera
b) integrata da campioni puntuali  prelevati  in  corrispondenza  dei
centri di pericolo o di strati di  sottosuolo  dalle  caratteristiche
particolari (strategia di cui alla lettera c). La strategia mista  e'
particolarmente adatta in casi complessi in cui le informazioni  gia'
disponibili sono disomogenee in diverse zone del sito  o  in  cui  e'
necessario tenere conto delle difficolta' di effettuare campionamenti
in aree occupate da impianti in esercizio, e pertanto essa e'  sempre
adeguata e fortemente auspicabile in caso  di  siti  molto  estesi  o
complessi. 
  Per tale strategia si applicano i seguenti criteri: 
    si applica inizialmente una delle strategie di  campionamento  ad
«ubicazione sistematica», gia' descritte; 
    tali strategie  sono  integrate  con  campioni  puntuali  la  cui
posizione e' progettata garantendo  prelievi  in  corrispondenza  dei
centri di pericolo attuali, passati e futuri, nonche' (se  del  caso)
degli strati di sottosuolo dalle caratteristiche particolari; 
    in ciascuno di tali punti di prelievo aggiuntivi, sono  prelevati
campioni puntuali di suolo rappresentativi almeno degli intervalli di
profondita' (0 ÷ 0,2) m e [0,2 ÷ 1] m; 
    campioni puntuali di  suolo  insaturo  a  profondita'  superiori,
ovvero tra 1 m e il livello di falda, sono  prelevati,  sulla  scorta
delle caratteristiche dell'impianto, in corrispondenza dei centri  di
pericolo situati in aree suscettibili alla contaminazione  dei  suoli
profondi (ad esempio: presenza di  serbatoi  interrati  adibiti  allo
stoccaggio di sostanze pericolose, sottoservizi, ecc.); 
    tutti i  campioni  puntuali  sono  trattati  separatamente  e  in
aggiunta a quelli compositi. 
 
1.2. Indicazioni generali su campionamento e analisi dei campioni. 
  Le procedure di campionamento prevedono  lo  scarto  in  campo  del
materiale grossolano (> 2 cm). Le analisi  chimiche  sono  effettuate
sulla frazione < 2  mm  del  materiale  campionato,  ma  e'  comunque
determinata la percentuale di  «scheletro»  (frazione  granulometrica
compresa tra 2 mm e 2  cm).  La  concentrazione  di  contaminante  e'
quindi riferita alla massa totale del campione di terreno  (<  2  cm)
riferita al peso secco. 
  Il set analitico delle analisi da effettuare sui campioni prelevati
deve accertare  la  presenza  di  sostanze  pericolose  pertinenti  e
determinare  le  caratteristiche  fisico-chimiche   del   suolo,   in
particolare  il  contenuto  di  carbonio  organico,  il   pH   e   la
granulometria. 
  Il set analitico e' integrato anche con altre sostanze  pericolose,
che non interessano le attivita' correnti, in particolare nel caso in
cui gli impatti su suolo e acque sotterranee  prodotti  da  attivita'
pregresse non possano essere chiaramente distinti da quelli  prodotti
dalle attivita' in esercizio. 
  Qualora la numerosita' dei campioni lo consenta (n ≥ 10), il valore
della  concentrazione  rappresentativa  delle   sostanze   pericolose
pertinenti, per ogni spessore indagato, e' un  indicatore  statistico
della tendenza centrale della distribuzione. Negli altri  casi  (n  <
10) si tiene conto di tutti i valori  di  concentrazione  riscontrati
nei campioni analizzati per ciascuno  strato  (campioni  compositi  e
puntuali) e il valore rappresentativo per il sito e' scelto a partire
da  tali  valori,  in  modo  da  rendere   possibile   un   confronto
quantitativo con il valore che sara'  determinato  al  momento  della
cessazione definitiva della attivita',  determinato  con  i  medesimi
criteri. 
 
2. Criteri per la caratterizzazione del  suolo  in  riferimento  alla
  storia del sito. 
 
  Ferme restando le indicazioni generali di cui al  paragrafo  1,  in
considerazione degli usi passati del  sito,  si  applicano  anche  le
indicazioni riportate nei seguenti paragrafi. 
 
2.1. Nuove installazioni in aree rispetto alle  quali  non  si  hanno
  informazioni circa la presenza di insediamenti  produttivi  in  cui
  sono state impiegate sostanze pericolose pertinenti. 
  Nel caso di nuova  installazione  (articolo  5,  comma  1,  lettera
i-sexies, del decreto legislativo n. 152/2006)  in  un'area  rispetto
alla quale non si ha notizia di presenza,  attuale  o  pregressa,  di
attivita' che abbiano  gestito  sostanze  pericolose  pertinenti,  si
ritengono adeguate le strategie illustrate al punto 1.1  lettere  a),
b) o d). 
  La strategia «ragionata», e' ammissibile solo previa  illustrazione
dei motivi che dimostrino la sua adeguatezza sulla base di specifiche
caratteristiche delle sostanze pericolose pertinenti e sulla base  di
tipo e localizzazione dei futuri centri di pericolo. 
 
2.2.  Nuove  installazioni  in  aree  con   accertata   presenza   di
  insediamenti  produttivi  in  cui  sono  state  impiegate  sostanze
  pericolose. 
  Nel caso di nuove installazioni in aree rispetto alle quali risulta
la presenza, attuale o pregressa, di insediamenti produttivi  in  cui
sono state impiegate sostanze pericolose, devono  essere  fornite  le
eventuali informazioni sullo stato del  sito  gia'  disponibili,  ove
validate da Enti pubblici nell'ambito dei procedimenti di  rispettiva
competenza. 
  Ove tali  informazioni  non  siano  disponibili,  non  siano  state
validate (almeno a campione) dalle competenti autorita'  pubbliche  o
non siano comunque ritenute sufficienti dall'Autorita', competente  a
caratterizzare l'attuale stato di qualita' del suolo  e  delle  acque
sotterranee con riferimento alla presenza delle  sostanze  pericolose
pertinenti, si procede applicando le strategie di cui al punto 1.1. 
 
2.3. Installazioni esistenti. 
  Nel caso di installazioni esistenti (articolo 5, comma  1,  lettera
i-quinquies, del decreto  legislativo  n.  152/2006),  devono  essere
prodotte  le  eventuali  informazioni  sullo  stato  del  sito   gia'
disponibili,  ove  validate  da   Enti   pubblici   nell'ambito   dei
procedimenti di rispettiva competenza. 
  Ove tali  informazioni  non  siano  disponibili,  non  siano  state
validate (almeno a campione) dalle competenti autorita'  pubbliche  o
non siano comunque ritenute sufficienti dall'Autorita', competente  a
caratterizzare l'attuale stato di qualita' del suolo  e  delle  acque
sotterranee con riferimento alla presenza delle  sostanze  pericolose
pertinenti,  si  procede  applicando  preferibilmente  una  strategia
«ragionata» o una strategia mista (punto 1.1 lettere c oppure d). 
 
2.4. Aggiornamento della relazione di riferimento e presentazione  di
  nuova relazione. 
    In attuazione dell'articolo 29-ter, comma 1 e 29-nonies, comma 2,
del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, nel caso specifico  di
installazioni che hanno gia' presentato la relazione di riferimento e
che, per qualunque  motivo,  si  trovino  a  gestire  nuove  sostanze
pericolose pertinenti, deve essere presentato un aggiornamento  della
relazione di riferimento, integrata con le nuove sostanze  pericolose
pertinenti ovvero, se le  modifiche  introducono  un  nuovo  processo
produttivo   che    modifica    il    modello    concettuale    della
caratterizzazione, una nuova relazione di riferimento. 
 
3. Criteri generali per la caratterizzazione delle acque sotterranee. 
 
  La strategia di campionamento da adottare, per la caratterizzazione
delle acque sotterranee, deve tenere conto della dimensione  e  delle
condizioni idrogeologiche del sito. 
  Per la caratterizzazione  delle  acque  sotterranee  devono  essere
realizzati almeno tre piezometri non allineati, dei quali uno ubicato
a monte idrogeologico delle  potenziali  fonti  di  contaminazione  e
almeno uno a valle. 
  Salve diverse  indicazioni  dell'autorita'  competente  dettate  da
possibili specificita' idrogeologiche, l'indagine dovra'  interessare
l'acquifero superficiale ed essere estesa anche alla falda  profonda,
adottando  i  dovuti  accorgimenti  volti  ad  evitare  fenomeni   di
cross-contamination, esclusivamente nei casi di: 
    sospetta contaminazione della falda profonda; 
    interazione tra falda superficiale e profonda; 
    emungimento delle  acque  della  falda  profonda  per  l'utilizzo
all'interno  dell'impianto.  In  quest'ultimo  caso,   i   pozzi   di
emungimento potranno  essere  utilizzati  ai  fini  del  prelievo  di
campioni d'acqua solo se le loro caratteristiche costruttive (data di
installazione,   stratigrafia,    intervallo/i    di    finestratura,
profondita', ecc.) sono illustrate nella relazione di riferimento. 
  La  ricostruzione  della  superficie  piezometrica   dell'acquifero
indagato e' effettuata sulla base di  appositi  rilievi  eseguiti  in
campo. 
  Il set analitico comprende le sostanze pericolose pertinenti  ed  i
loro eventuali prodotti intermedi di degradazione. 
  Nel caso in cui all'interno del sito dell'impianto, oppure a  monte
idrogeologico dello stesso, sia stata  accertata  una  contaminazione
significativa delle acque di falda da sostanze organiche (ad  esempio
composti clorurati o idrocarburi) caratterizzata  dalla  presenza  di
fase separata, le attivita' di indagine devono essere  integrate  con
la valutazione della presenza della fase stessa. 
  Per la redazione della  relazione  di  riferimento  possono  essere
utilizzati tutti gli eventuali dati disponibili sulla falda  rilevati
nell'anno precedente alla data di presentazione della  relazione.  Il
riferimento a dati meno recenti e' opportunamente  motivato  e  sara'
oggetto di specifica valutazione da parte dell'autorita'  competente.
Qualora la caratterizzazione gia' effettuata e utilizzabile  ai  fini
della  predisposizione  della  relazione  di   riferimento   non   e'
considerata esaustiva  da  parte  dell'autorita'  competente,  devono
essere  prelevati  ulteriori  campioni  dai  punti  di   monitoraggio
esistenti  oppure  da  nuovi   punti   di   indagine   opportunamente
realizzati.