(Allegato VI)
 
                      ALLEGATO VI (articolo 6) 
 
Criteri di approvazione di un Piano di sicurezza dell'acqua (PSA) 
per le forniture idro-potabili ai sensi degli articoli 6 e 8 
del presente decreto. 
 
  Parte I: 
  Criteri minimi per l'approvazione di un PSA 
 
  I gestori idro-potabili effettuano una valutazione e  gestione  del
rischio dei propri sistemi  di  fornitura,  secondo  il  modello  dei
"Water safety  plans"  dell'Organizzazione  Mondiale  della  Sanita',
trasposto  nelle  Linee  guida  nazionali  sui  "Piani  di  sicurezza
dell'acqua" emesse dall'ISS, assicurando e  fornendo  evidenze  della
conformita' alle prescrizioni dell'articolo 6,  commi  4,  5  e  6  e
dell'articolo 8. 
  In tale contesto,  il  riferimento  per  approvazione  del  PSA  e'
rappresentato dalle Linee guida nazionali per  l'implementazione  dei
Piani di Sicurezza dell'Acqua* . Le indicazioni riportate di  seguito
richiamano in maniera puntuale, ancorche' non esaustiva, i  requisiti
richiesti per l'approvazione del PSA. 
 
  STEP 1: Formazione di un team multidisciplinare e cloud di PSA 
 
  Il primo step per lo sviluppo di un PSA prevede la costituzione  di
un Gruppo di  lavoro  (team)  multidisciplinare  formato  da  esperti
provenienti dai diversi enti coinvolti nella gestione e tutela  della
filiera  idropotabile  analizzata,  coordinato  da  un  team   leader
qualificato nell'ambito del Programma  di  Formazione  Nazionale  sui
PSA**  e  la  strutturazione  del  cloud  del  PSA,  una  piattaforma
documentale che consente l'archiviazione, l'analisi e la condivisione
in sicurezza di tutti i dati e documenti relativi ad un PSA. 
  E'  responsabilita'  del  team  definire  gli  obiettivi  del   PSA
delineandone  l'ambito  di  applicazione  con  la  descrizione  della
filiera idro-potabile interessata. 
  Il numero di partecipanti al team e'  funzione  della  complessita'
del sistema di fornitura idro-potabile  oggetto  del  PSA.  Tuttavia,
devono sempre far parte del team almeno un  rappresentante  dell'Alta
direzione  del  sistema  di  gestione  che  sviluppa  il  PSA   e   i
rappresentanti  delle  Autorita'  sanitarie  locali  territorialmente
competenti (ASL) e delle  Agenzie  regionali  e  provinciali  per  la
protezione dell'ambiente (ARPA e  APPA)  competenti  per  la  filiera
idrica/territorio analizzato; in  caso  di  sistemi  idro-potabili  a
servizio  di  diversi  territori  (Comuni,   province   e   regioni),
dovrebbero essere presenti nel team i rappresentanti degli organi  di
controllo e vigilanza competenti o, comunque, al  minimo,  assicurare
la piena condivisione e aggiornamento di valutazioni e decisioni. 
  La partecipazione ad un team di PSA  non  costituisce  generalmente
un'attivita'  esclusiva:  salvo  una  o  piu'  risorse   addette   al
coordinamento (tra cui il team leader), la maggior parte  dei  membri
del Gruppo di lavoro  continuera'  a  svolgere  le  proprie  funzioni
nell'ambito dell'ente di appartenenza, e partecipera'  alle  riunioni
di team secondo necessita'; il contributo al team -  soprattutto  nel
caso di ASL e ARPA/APPA - puo' non contemplare la partecipazione alle
riunioni di team ma, al minimo, deve prevedere l'apporto  nell'ambito
del   cloud   del   PSA   di   ogni   informazione   rilevante    per
l'identificazione di pericoli e eventi pericolosi  e  di  ogni  altro
elemento rilevante per lo sviluppo del PSA. 
  I partecipanti al team devono avere una conoscenza approfondita  di
ogni segmento della filiera idrica compresi il territorio su cui essa
insiste, le fonti di captazione dell'acqua, i processi di trattamento
delle acque, le reti di distribuzione, la gestione delle  operazioni,
la qualita' dell'acqua potabile. Si richiedono inoltre  conoscenze  e
competenze  in  materia  di  salute  pubblica   e   di   sistemi   di
distribuzione idrica interni. 
  A supporto delle attivita' del team in tutte le fasi di sviluppo  e
implementazione del PSA e per la sua approvazione, a  garanzia  della
gestione del piano nel medio-lungo periodo, il gestore  idro-potabile
dovra' garantire  la  condivisione  dei  dati  attraverso  il  cloud,
nell'ambito di  AnTeA,  la  condivisione  dei  dati  con  l'autorita'
sanitaria  locale  territorialmente  competente  e  con   l'autorita'
sanitaria centrale. L'utilizzo della piattaforma  sara'  garantito  a
tutti  gli  esperti  nel  team  tramite  privilegi   di   accesso   e
dichiarazione   di   riservatezza   dei    dati.    Per    assicurare
l'aggiornamento  costante   e   controllato   dei   contenuti   della
piattaforma, il team leader deve identificare un  amministratore  del
cloud responsabile  della  gestione  della  documentazione.  Elementi
utili per definire  la  struttura  del  cloud,  flessibile  e  adatta
all'applicazione nei diversi  contesti  ipotizzabili,  sono  definiti
nelle Linee  guida  nazionali  per  l'implementazione  dei  Piani  di
Sicurezza dell'Acqua. 
    
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|Le azioni ed elementi definiti nello step 1, funzionali allo       |
|sviluppo di un PSA, e considerati tra i requisiti minimi per       |
|l'approvazione di esso sono:                                       |
|. Presenza di un team leader qualificato nell'ambito del Programma |
|di Formazione Nazionale sui PSA;                                   |
|. Definizione di un team multidisciplinare e della relativa        |
|matrice delle competenze;                                          |
|. Partecipazione al team dell'Alta direzione del sistema           |
|idro-potabile oggetto del PSA;                                     |
|. Partecipazione al team delle Autorita' sanitarie locali          |
|territorialmente competenti (ASL) e delle Agenzie regionali (ARPA) |
|e provinciali (APPA) per la protezione dell'ambiente competenti    |
|per la filiera idropotabile/territorio analizzato, cui e' richiesto|
|apporto di conoscenze propedeutiche alla identificazione           |
|e valutazione dei rischi a carattere generale o sito-specifico;    |
|per sistemi di fornitura estesi anche al di fuori del territorio   |
|regionale, le autorita' regionali sanitarie e ambientali possono   |
individuare le Aziende sanitarie, ARPA/APPA da coinvolgere e        |
|svolgere un ruolo di coordinamento tra le diverse strutture;       |
|. Creazione di un cloud di PSA che abbia, come minimo,             |
|le seguenti caratteristiche:                                       |
|. condiviso con l'Autorita' sanitaria locale territorialmente      |
|competente e centrale (nell'ambito di AnTeA), nel quale archiviare |
|tutti i dati e le informazioni relativi al sistema in esame,       |
|compresa la banca dati su filiera idro-potabile, valutazione       |
|di rischio e misure di controllo e monitoraggio, prevista dalla    |
|legislazione vigente in materia di qualita' delle acque destinate  |
|al consumo umano.                                                  |
|. accesso alla piattaforma gestito tramite accesso controllato di  |
|diverso livello e dichiarazione di riservatezza dei dati per       |
| tutti gli utenti;                                                 |
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                               _______ 
 
  * Dovra' essere considerata l'edizione corrente delle Linee  Guida.
L'attuale edizione delle Linee Guida e' in  Rapporti  ISTISAN  14/21,
"Linee guida per la valutazione e gestione del rischio nella  filiera
delle acque destinate al consumo umano secondo il modello  dei  Water
Safety Plan (Piani di Sicurezza dell'Acqua  -  PSA)",  le  successive
modifiche e integrazioni delle Linee Guida, diffuse pubblicamente sul
sito istituzionale di Ministero della salute e ISS, sono indicate con
Circolare del Ministero della salute. 
  ** Il Programma di Formazione Nazionale sui  PSA  si  e'  svolto  a
partire da giugno 2018. I corsi di formazione  per  team  leader  per
l'implementazione di Piani di Sicurezza dell'Acqua che appartengono a
detto Programma sono: 
    - Tutti i corsi denominati "Corso  di  formazione  nazionale  per
team leader per l'implementazione dei Piani di  Sicurezza  dell'Acqua
(PSA) nella filiera idro-potabile" riconosciuti dall'ISS, organizzati
su scala nazionale (Roma 18-21 giugno 2018, 25-28  giugno  2018,  3-6
luglio 2018) e regionale (Udine 26-27 marzo, 2-3 aprile 2019,  Milano
20-23 maggio  2019,  Bologna  17-20  settembre  2019,  Venezia  25-26
settembre, 1-2 ottobre 2019, Napoli 4, 8-10 ottobre 2019, Roma  21-24
ottobre 2019, Asti 4,5,11 e 12 novembre 2019, Ancona  18,19,25  e  26
febbraio 2020). 
    - Il corso di formazione a distanza (FAD)  "Corso  di  formazione
nazionale  per  team  leader  per  l'implementazione  dei  Piani   di
Sicurezza dell'Acqua (PSA) nella filiera  idro-potabile"  disponibile
sul sito di ISS. 
  L'ISS pubblica e  aggiorna  sul  sito  istituzionale  l'elenco  dei
team-leader di PSA qualificati. La qualifica di team  leader  di  PSA
attestata  da  ISS  potra'  essere  revocata  dall'ISS  con  giudizio
motivato,  a  seguito  di  evidenze  di  inadempienza  o   inadeguata
efficienza rispetto agli obblighi di implementazione di PSA. 
 
  STEP 2: Descrizione della filiera idro-potabile 
 
  Le attivita' previste dal secondo step  per  lo  sviluppo  del  PSA
consistono nella descrizione di tutte le fasi e operazioni  coinvolte
nel prelievo, adduzione,  trattamento,  distribuzione,  stoccaggio  e
gestione delle acque destinate al consumo umano, in tutti gli aspetti
ad esse correlati, anche per quanto riguarda materiali e  processi  e
ogni elemento utile alla descrizione e comprensione dell'ambiente  di
captazione. 
  Questo step prevede studi documentali e analisi di dati  storici  e
recenti, supportati da visite in situ per verificare  la  rispondenza
fra lo stato  delle  conoscenze  su  ogni  elemento  del  sistema  di
fornitura e le condizioni reali  e,  conseguentemente,  l'adeguatezza
della documentazione disponibile. 
  La descrizione del sistema di fornitura deve garantire che  ciascun
elemento della filiera idropotabile, dalla captazione al consumatore,
venga considerato. A  tal  fine,  fra  gli  elementi  essenziali  che
caratterizzano  il  sistema  acquedottistico  in  esame,  vi  e'   la
definizione delle zone di fornitura idro-potabile (water supply zone,
WSZ). 
  In questo step e' poi prevista la  realizzazione  di  diagrammi  di
flusso di due livelli differenti: il  diagramma  di  livello  1,  che
offre una panoramica dell'intero sistema di fornitura  (dall'ambiente
di captazione al consumatore), e deve prevedere la suddivisione della
filiera idro-potabile in nodi, eventuali sub-nodi  ed  internodi;  il
diagramma di livello 2, che consiste in un focus sugli elementi  piu'
complessi rappresentati nel diagramma di livello 1, fornendo dettagli
su una specifica fase della filiera idrica. La  rappresentazione  del
sistema di fornitura attraverso i diagrammi  di  flusso  deve  essere
completa  e  accurata  e  le  informazioni  di  dettaglio  facilmente
accessibili e fruibili, in quanto dovranno essere utilizzate dal team
come base per l'analisi dei rischi. Il team deve validare i diagrammi
di  flusso  mediante   ispezioni   in   situ   per   verificarne   la
corrispondenza rispetto alle informazioni  di  archivio  del  sistema
idrico  e  ai  procedimenti  in  atto;  tale  verifica  deve   essere
registrata a cura di un componente del team del PSA. I  diagrammi  di
flusso cosi' definiti e validati sul campo rappresentano la base  per
la nidificazione delle cartelle del  cloud  e  l'archiviazione  della
documentazione. 
    
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|Le azioni ed elementi definiti nello step 2, funzionali allo       |
|sviluppo di un PSA, e considerati tra i  requisiti minimi per      |
|l'approvazione di esso sono:                                       |
|. Descrizione accurata della filiera idro-potabile (che deve       |
|comprendere sia la descrizione sistema di fornitura idro-potabile  |
|che ogni elemento utile  alla descrizione e comprensione           |
|dell'ambiente di captazione), compreso lo sviluppo e la validazione|
|di diagrammi di flusso di due differenti livelli (livello 1 -      |
|generale, inclusivo di tutti i nodi e internodi - e livello 2 -    |
|dettaglio dei nodi).                                               |
|. Identificazione delle zone di fornitura idro-potabile (WSZ)      |
|su base informatizzata (shape file);                               |
|. Inserimento nel cloud del PSA delleinformazioni necessarie       |
|per la descrizione della filiera idro-potabile,                    |
+===================================================================+
    
  STEP 3.1: Identificazione dei pericoli e degli eventi pericolosi 
 
  Le attivita' che caratterizzano la prima parte del terzo  step  per
lo sviluppo del PSA sono finalizzate alla corretta identificazione di
tutti i possibili eventi pericolosi - tra cui ogni possibile fenomeno
esogeno  o  problema  infrastrutturale  o   procedurale   che   possa
manifestarsi all'interno della filiera idropotabile nel breve,  medio
e lungo periodo -  e  dei  potenziali  pericoli  che  possono  essere
introdotti o non rimossi nella filiera  idro-  potabile  causando  un
effetto nocivo per la salute del  consumatore  attraverso  l'utilizzo
delle acque. 
  Tale processo analitico e' propedeutico alla valutazione dei rischi
potenziali che insistono  sulla  filiera  in  esame.  Il  rischio  e'
infatti rappresentato  dalla  combinazione  tra  la  probabilita'  di
accadimento  di  un  evento  pericoloso  e  la  gravita'  delle   sue
conseguenze, se il pericolo si  presenta  nella  fornitura  di  acqua
potabile. 
  Per  l'identificazione  degli  eventi  pericolosi  e  pericoli   e'
necessario coinvolgere in particolare i rappresentanti  di  ARPA/APPA
che partecipano al team. Essi dovranno contribuire fornendo i dati  e
le informazioni disponibili,  secondo  quanto  indicato  nelle  Linee
guida  nazionali  per  l'implementazione  dei  Piani   di   Sicurezza
dell'Acqua. 
  In particolare, per l'identificazione  dei  pericoli  i  principali
riferimenti sono: 
 
    - ogni informazione derivante dall'applicazione dell'art.  7  del
Decreto sui rischi nelle aree di alimentazione dei punti di  prelievo
di acque da destinare al consumo umano, con particolare  riguardo  ai
piani di tutela delle acque ai sensi del D. Lgs. 152; 
    - le linee guida internazionali1 ; 
    - le liste di controllo relative ai contaminanti emergenti  (CEC)
e la documentazione proveniente dalla normativa ambientale. 
 
  Nel caso di filiere idropotabili complesse ed estese, potra' essere
utile avvalersi di strumenti  pratici  di  supporto,  definiti  nelle
Linee guida nazionali per l'implementazione dei  Piani  di  Sicurezza
dell'Acqua quali: 
    - check-list di controllo per l'effettuazione dei sopralluoghi in
campo (ispezioni); 
    - modelli statistici per il calcolo  di  indici  e  indicatori  a
partire dalle serie storiche dei dati analitici (es.  modello  FMEA),
per la valutazione  della  significativita'  della  contaminazione  e
degli andamenti temporali e spaziali; 
    - modelli di simulazione della rete; 
    - mappatura delle fonti di pressione e delle aree sensibili  (ove
presenti). 
    
=====================================================================
|Le azioni ed elementi definiti nello step 3.1, funzionali allo     |
|sviluppo di un PSA, e considerati tra i requisiti minimi per       |
|l'approvazione di esso consistono nella evidenza dell'attivita'    |
|del team per l'identificazione e descrizione dei potenziali eventi |
|pericolosi e pericoli che possono minacciare la filiera            |
|idro-potabile in esame attraverso l'uso di dati, documenti di      |
|riferimento nazionali e internazionali e strumenti di supporto     |
|quali, in particolare:                                             |
|- Considerazione approfondita dei risultati della valutazione      |
|e gestione del rischio degli ambienti su cui insiste la captazione |
|effettuata conformemente all'articolo 7;                           |
+===================================================================+
    
 
                               _______ 
 
   1 A titolo non esaustivo: Protecting  surface  water  for  health.
Identifying, assessing and managing drinking-water quality  risks  in
surface-water catchments  -  WHO  2016;  Protecting  groundwater  for
health. Managing the quality of drinking-water sources  -  WHO  2006;
Water safety in distribution systems -  WHO  2014;  Water  safety  in
buildings - WHO 2011. 
    
=====================================================================
|- Analisi dei rischi per approvvigionamenti idrici consistenti     |
|in acque da destinare a consumo umano di diversa origine, per      |
|le quali non siano disponibili valutazioni specifiche ai sensi     |
|del precedente punto, come, tra l'altro, nel caso di prelievo di   |
|acque marine sottoposte a dissalazione;                            |
|- Verifiche ispettive e eventuali investigazioni specifiche per    |
|ogni fase della filiera idro-potabile analizzata quali la          |
|determinazione analitica di elementi chimici non oggetto di        |
|ordinario controllo;                                              |
|- Valutazione su base statistica di serie storiche di dati         |
|relativamente a parametri specifici oggetto di ordinario controllo |
|e di potenziale interesse su base sito-specifica.                  |
+===================================================================+
    
  STEP 3.2: Valutazione del rischio 
 
  Le attivita' che caratterizzano la seconda parte del terzo step per
lo sviluppo del PSA, fase centrale dello sviluppo, sono finalizzate a
valutare  i  rischi  correlati  agli  eventi  pericolosi  e  pericoli
individuati nella fase precedente  (step  3.1).  La  valutazione  del
rischio  consentira'  al  team  di  PSA  di  distinguere  tra  rischi
significativi e meno significativi costruendo una scala di priorita',
funzionale alle fasi successive di sviluppo del PSA. 
  Il "rischio" e' la misura quantitativa di un determinato pericolo e
deriva dalla combinazione tra  la  probabilita'  di  accadimento  del
pericolo e la gravita' degli effetti avversi da  esso  causati  sulla
salute del consumatore. 
  L'approccio piu' comunemente adottato nella valutazione dei  rischi
e' un approccio semi-quantitativo, che fornisce come prodotto  finale
un  punteggio  univocamente   associato   all'entita'   del   rischio
considerato; in  alternativa,  puo'  essere  adoperato  un  approccio
qualitativo, in cui il rischio e' stimato qualitativamente sulla base
del possibile impatto  sulla  salute  delle  conseguenze  dell'evento
pericoloso in esame. Metodi di valutazione  piu'  avanzati  prevedono
approcci  di  stima  quantitativa  sia   per   rischi   chimici   che
microbiologici. 
  Nell'applicazione     dell'approccio     semi-quantitativo,      la
"Probabilita' di accadimento di un evento pericoloso" e' quantificata
con un numero intero e discreto scelto nell'intervallo compreso tra 1
e 5, in base alla frequenza di accadimento dell'evento riscontrata in
passato. In assenza di dati o nel caso  di  eventi  pericolosi  rari,
sara' necessario stimare la probabilita' di  accadimento  sulla  base
della plausibilita' dell'evento  stesso,  tenendo  in  considerazione
tutti gli elementi che ne giustificano una possibile  manifestazione.
La "Gravita'  di  un  pericolo"  e'  stabilita  considerando  diversi
aspetti oltre al potenziale impatto dello stesso sulla salute  umana.
Tra questi: 
 
    - gli effetti organolettici (estetici), ossia la  variazione  dei
parametri che condizionano l'accettabilita' dell'acqua da  parte  del
consumatore (colore, odore, sapore, limpidezza); 
    - l'adeguatezza della fornitura idrica in termini di portata; 
    - la continuita' del servizio come assenza di interruzioni. 
 
  La  gravita'  del/i  pericolo/i  associato/i   a   ciascun   evento
pericoloso e' quantificata con un numero  intero  e  discreto  scelto
nell'intervallo  compreso  tra  1  e  5  in   base   al   significato
attribuibile agli effetti del pericolo. 
  I valori individuati, moltiplicati fra loro, forniscono  il  valore
numerico associato al rischio. Tale  valore  sara'  compreso  in  una
scala da 1 a 25 adottando una matrice 5x5 come quella riportata nelle
Linee guida nazionali per l'implementazione dei  Piani  di  Sicurezza
dell'Acqua. 
    
=====================================================================
|Le azioni ed elementi definiti nello step 3.2, funzionali allo     |
|sviluppo di un PSA, e considerati tra i requisiti minimi per       |
|l'approvazione di esso sono:                                       |
|- Applicazione ed evidenza di criteri condivisi con il team per    |
|la valutazione dei rischi;                                         |
|- Sviluppo e aggiornamento di una matrice dei rischi che riassuma, |
|per i diversi nodi, sub-nodi e internodi, gli eventi pericolosi    |
|e pericoli identificati, la descrizione dei rischi correlati       |
|(qualitativa o quantitativa, sulla base dell'approccio di          |
|valutazione adottato) e le misure di controllo presenti o          |
|da implementare per la mitigazione di essi.                        |
|- L'inclusione nell'analisi dei rischi di fenomeni correlati a     |
|cambiamenti climatici e a eventi di attacchi deliberati a          |
|infrastrutture, sistemi informatici, sulla disponibilita' e        |
|qualita' dell'acqua e sull'accesso all'acqua.                      |
+===================================================================+
    
  Per l'implementazione degli step 3.1 e  3.2  puo'  essere  adottato
l'approccio per le valutazioni di rischio  microbiologico  e  chimico
quantitativo  -  quantitative  microbial  risk   assessment   (QMRA),
quantitative chemical risk  assessment  (QCRA)  -  secondo  procedure
internazionali standardizzate. 
  Indipendentemente  dall'approccio  adottato,  la  valutazione   del
rischio sara' condotta secondo le  modalita'  descritte  nelle  Linee
guida  nazionali  per  l'implementazione  dei  Piani   di   Sicurezza
dell'Acqua, in modo da non trascurare alcun elemento e aspetto  della
filiera    idro-potabile,    assicurando    l'identificazione     dei
miglioramenti necessari  a  garantire  la  sicurezza  dell'acqua  nel
tempo2 . 
 
                               _______ 
 
   2 Nelle linee guida nazionali per  l'implementazione  dei  PSA  e'
descritto estesamente un approccio in due fasi, che prevede: 
    1) Una prima valutazione nelle condizioni  di  peggior  scenario,
cioe' in assenza (ipotetica) di misure di controllo esistenti; 
    2) La valutazione del rischio residuo alla luce delle  misure  di
controllo esistenti. 
  E' altresi' possibile adottare un  approccio  a  singola  fase:  la
valutazione del  rischio  viene  effettuata  dopo  aver  esaminato  e
validato le misure di controllo esistenti,  al  fine  di  determinare
dove sono necessari aggiornamenti di  queste  ultime  e/o  misure  di
controllo aggiuntive. Il rischio che rimane dopo  aver  tenuto  conto
dell'efficacia delle misure di  controllo  esistenti  viene  definito
"rischio residuale" o "rischio residuo". I due approcci sono entrambi
validi: il team di PSA dovrebbe decidere quale  metodologia  e'  piu'
adatta al contesto analizzato,  alle  esigenze  e  all'esperienza  di
applicazione in materia di PSA. 
 
  STEP 4: Valutazione delle misure di  controllo  esistenti  e  della
loro efficacia e rivalutazione dei rischi 
 
  Le attivita' previste dal quarto  step  per  lo  sviluppo  del  PSA
consistono  nella  valutazione   dell'efficacia   delle   misure   di
controllo,  associate  a  tutte  le  azioni  o  attivita'  utilizzate
correntemente nel sistema di fornitura  idropotabile  per  prevenire,
eliminare o ridurre a livello accettabile  un  rischio  correlato  al
consumo dell'acqua  o  comunque,  un'alterazione  indesiderata  della
qualita' dell'acqua stessa e nella valutazione del  rischio  residuo.
La valutazione delle misure di controllo dovra' essere  condotta  sia
nell'ambito del processo di valutazione del rischio  a  singola  fase
che nell'ambito del processo a due fasi. 
  L'identificazione delle misure di controllo poste in essere  e  del
relativo piano di monitoraggio operativo (trattato estesamente  nello
step 6) completa la fase di  descrizione  del  sistema  di  fornitura
idropotabile, e la valutazione della loro efficacia  e'  propedeutica
alla  pianificazione  di  azioni  di   miglioramento   mirate   nelle
successive fasi del PSA. 
    
=====================================================================
|Le azioni ed elementi definiti nello step 4, funzionali            |
|allo sviluppo di un PSA, e considerati tra i requisiti minimi      |
|per l'approvazione di esso sono:                                   |
|- Aggiornamento della matrice dei rischi nelle sezioni relative    |
|alle misure di controllo esistenti;                                |
|- Definizione di evidenze e documenti che confermino l'efficacia   |
|delle singole misure identificate nel controllo dei rischi,        |
|inserendo nella Matrice dei rischi chiari riferimenti alla sezione |
|del cloud in cui la documentazione e' archiviata.                  |
+===================================================================+
    
  STEP 5: Definizione delle priorita'  d'intervento  e  sviluppo  dei
piani di miglioramento 
 
  Le attivita' previste dal quinto  step  per  lo  sviluppo  del  PSA
comprendono la definizione dei criteri per individuare  le  priorita'
gestionali e descrivere i piani di miglioramento. 
  Per ognuno dei rischi residui del sistema  di  fornitura  in  esame
deve essere redatto un "piano di  miglioramento"  consistente  in  un
documento  operativo,  completo  e  aggiornato  contenente  tutte  le
informazioni relative alle azioni di  miglioramento  da  implementare
per la gestione del  rischio  residuale,  da  attuare  in  ordine  di
priorita' in base alla natura  del  rischio.  Particolare  contributo
nell'ambito del team di PSA al piano  di  miglioramento  puo'  essere
rivestito dall'alta direzione del sistema di gestione idro-potabile e
dall'EGATO  -  ove  siano  ravvisabili  investimenti  di  medio-lungo
periodo e/o dalle autorita' ambientali e  amministrative,  ove  siano
ravvisabili azioni nel territorio per controllare fenomeni inquinanti
nelle aree di alimentazione e nelle captazioni. 
  Il piano di miglioramento puo' essere  incluso  direttamente  nella
matrice di rischio del PSA e deve comunque prevedere  sezioni  minime
per ciascuna azione di miglioramento quali: 
 
    - Obiettivo dell'azione 
    - Rationale 
    - Specifiche sull'azione da adottare 
    -  Referente   nel   team   per   la   conduzione/implementazione
dell'azione 
    -  Cronoprogramma  dettagliato   per   l'attuazione   dell'azione
(comprendente la Data di attuazione e lo stato di avanzamento) 
    - Budget 
    - Documenti di riferimento 
    
=====================================================================
|Le azioni ed elementi definiti nello step 5, funzionali allo       |
|sviluppo di un PSA, e considerati tra i requisiti minimi per       |
|l'approvazione di esso sono:                                       |
|- Sviluppo di un piano di miglioramento per ciascun rischio        |
|residuale classificato come molto alto, alto, significativo        |
|o medio;                                                           |
|- Implementazione del piano di miglioramento secondo un'attenta    |
|programmazione nel breve, medio e lungo periodo, in funzione       |
|delle risorse disponibili anche associando il PSA al Piano di      |
|investimenti del gestore;                                          |
|- Monitoraggio delle azioni di miglioramento attraverso verifiche  |
|e aggiornamento periodici del piano di miglioramento.              |
+===================================================================+
    
  STEP 6: Monitoraggio operativo ed azioni correttive 
 
  Le attivita' previste dal sesto step per lo sviluppo del  PSA  sono
finalizzate ad assicurare che le misure di controllo implementate nel
sistema di fornitura funzionino come previsto, continuativamente  nel
tempo. A tale  scopo,  il  team  valuta  e  implementa  strategie  di
monitoraggio operativo. Lo scopo del monitoraggio operativo e' quello
di  fornire  l'evidenza,  mediante  una   sequenza   pianificata   di
osservazioni o misurazioni, che le misure di  controllo  implementate
nel sistema idrico stanno funzionando, nel tempo, in modo efficace. 
  Il  monitoraggio  operativo  deve  essere  adatto  allo  scopo,   e
garantire  semplicita'  e  rapidita'  di  esecuzione.   Inoltre,   e'
fondamentale che esso svolga la sua azione in tempo reale  o  meglio,
ove  possibile,  in  chiave   preventiva,   garantendo   al   gestore
idropotabile il tempo necessario  ad  implementare  eventuali  azioni
correttive. A  tal  fine,  devono  essere  stabiliti  limiti  critici
adeguati, in grado di segnalare l'eventuale inefficacia della  misura
di controllo prima che essa comporti la compromissione della qualita'
dell'acqua destinata al consumo umano. 
  Il piano di monitoraggio operativo  deve  privilegiare  sistemi  di
monitoraggio on-line e "early-warning" per  individuare  fenomeni  di
potenziale contaminazione o malfunzionamenti  nel  trattamento  delle
acque e deve essere descritto in un documento del PSA. 
    
=====================================================================
|Le azioni ed elementi definiti nello step 6, funzionali allo       |
|sviluppo di un PSA, e considerati tra i requisiti minimi per       |
|l'approvazione di esso sono:                                       |
|- Definizione di strategie di monitoraggio operativo in grado      |
|di assicurare il funzionamento in continuo delle misure            |
|di controllo                                                       |
|- Definizione di un piano di monitoraggio operativo che contenga:  |
|  - i parametri monitorati;                                        |
|  - i limiti critici;                                              |
|  - le azioni correttive da intraprendere in caso di superamento   |
|    dei limiti critici.                                            |
|  - la registrazione dei dati del monitoraggio operativo acquisiti;|
|    tali dati devono essere conservati preferibilmente per         |
|    sei anni, ma non meno di tre anni.                             |
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  STEP 7: Verifica del PSA 
 
  Le attivita' che caratterizzano il settimo step per lo sviluppo del
PSA, fase  finale  di  sviluppo  hanno  come  obiettivo  la  verifica
complessiva dell'efficacia del PSA. La verifica sommaria  nell'ambito
del riesame del PSA dovrebbe essere condotta almeno ogni tre  anni  e
l'esito delle valutazioni inserito nella Matrice dei Rischi. In  caso
di incidenti o modifiche sostanziali del sistema idro-potabile  sara'
necessario l'aggiornamento del PSA e la ripetizione  delle  procedure
di verifica. 
  Il PSA dovra' in ogni caso essere revisionato ogni sei anni. 
  Le tre componenti del processo di verifica  del  PSA,  da  valutare
attraverso l'uso di macro-indicatori, sono: 
 
    .  la  verifica  della  qualita'  dell'acqua;   macro-indicatore:
conformita' delle acque destinate al  consumo  umano  confermata  dal
controllo analitico; 
    .  la  verifica  dello  stato   di   completamento   del   piano;
macro-indicatore: esito positivo delle ispezioni di PSA; 
    . la verifica  della  qualita'  del  servizio;  macro-indicatore:
grado di soddisfazione dei consumatori. 
 
  Verifica della qualita' dell'acqua 
 
  Per la verifica del PSA si  considerano  gli  esiti  del  controllo
interno ed esterno, riferiti alle seguenti quattro tipologie: 
 
  1. parametri previsti dalla normativa e non soggetti a modifiche in
termini di frequenza di campionamento; 
  2. parametri previsti dalla normativa e  soggetti  a  modifiche  in
termini di frequenza di campionamento; 
  3. parametri integrativi non previsti  dalla  normativa,  ricercati
sulla base delle risultanze dalla valutazione dei rischi; 
  4. ogni altro parametro previsto dalla normativa o non  considerato
oggetto di ordinario controllo analitico.; 
  I risultati analitici relativi ai parametri delle liste/gruppi da 1
a 3 dovranno essere presentati come dato medio annuale dei  tre  anni
precedenti l'anno di presentazione  del  PSA  per  l'approvazione  o,
limitatamente  ai  parametri  della  lista/Gruppo  3,   qualora   non
disponibili, si potra' considerare il  dato  cumulato  effettivamente
disponibile. L'analisi  dei  dati  sul  quarto  gruppo  puo'  fornire
elementi integrativi per la verifica. 
 
  Verifica dello stato di completamento del PSA 
 
  Devono essere condotte ispezioni da parte del  team  di  PSA  o  di
gruppi di lavoro demandati dal team, per confermare  la  completezza,
l'adeguata implementazione  ed  efficacia  del  PSA.  L'ispezione  e'
considerata «interna», se condotta da personale  interno  al  gestore
idro-potabile anche avvalendosi di professionalita' non  appartenenti
al gestore, o «esterna», se condotta da parte di  un  soggetto  terzo
esterno al gestore, chiamato ad esprimere un  giudizio  indipendente.
L'ispezione puo'  inoltre  configurarsi  in  altre  due  fattispecie:
«informale» e «formale». Le ispezioni informali  sono  condotte  ogni
volta che il gestore idro-potabile  ne  ravvisa  la  necessita',  nel
corso  delle  attivita'  di  sviluppo  e  implementazione  del   PSA;
l'ispezione  «formale»  viene  condotta   al   fine   di   verificare
l'effettivo stato di implementazione del PSA e l'adeguatezza rispetto
ai requisiti richiesti. 
  In accordo alle indicazioni sopra  riportate,  l'ispezione  interna
formale costituisce un nulla osta tecnico richiesto per comprovare la
verifica del  PSA  ai  fini  della  richiesta  di  approvazione.  Nel
rapporto di  ispezione  dovranno  essere  riportate  le  osservazioni
riferite ai quattro ambiti descritti: 
 
    . corrispondenza della documentazione relativa  alla  descrizione
del sistema idrico al sistema stesso; 
    . adeguatezza delle eventuali check list; 
    . corretta compilazione delle eventuali check list; 
    .  eventuali  ulteriori  osservazioni  non   riconducibili   alle
circostanze precedenti. 
 
  Verifica della qualita' del servizio 
 
  Devono  essere  raccolte  ed   analizzate   le   segnalazioni   dei
consumatori  (analisi  dei  reclami),  in  quanto   possono   fornire
indicazioni utili ad evidenziare situazioni di criticita'  specifiche
o altre vulnerabilita' del sistema idrico  non  rilevate  nelle  fasi
precedenti. Le tipologie di segnalazione da considerare  nell'analisi
sono quelle inerenti: 
 
    - la discontinuita' della fornitura idrica; 
    - le alterazioni a carico della pressione; 
    -  le  alterazioni  a  carico  delle  proprieta'   organolettiche
dell'acqua (odore, colore, sapore e torbidita'). 
 
  I dati dovranno essere possibilmente elaborati su base trimestrale,
e riferiti ai tre anni precedenti l'anno di presentazione del PSA per
l'approvazione. 
  La verifica generale del PSA dovra' convergere in  una  valutazione
critica di tutti i contributi sopra elencati. 
  Tale valutazione aggregata dovra' risultare  in  una  relazione  di
sintesi generale. 
    
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|Le azioni ed elementi definiti nello step 7, funzionali allo       |
|sviluppo di un PSA, e considerati tra i requisiti minimi per       |
|l'approvazione di esso sono:                                       |
|- Valutazione degli esiti del controllo analitico interno per le   |
|quattro tipologie di parametri definite;                           |
|- Rapporto dell'ispezione interna formale ed eventuali seguiti;    |
|- Analisi dei reclami;                                             |
|- Redazione di un documento di sintesi generale, riportante        |
|gli esiti delle tre valutazioni sopra richiamate.                  |
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  STEP 8: Procedure di gestione e documentazione del PSA 
 
  Lo scopo dello step  8  e'  quello  di  elencare  e  descrivere  la
documentazione necessaria nelle diverse fasi di sviluppo del PSA e le
procedure da applicare in condizioni  normali,  di  incidente,  o  in
situazioni di emergenza. 
  La documentazione di un PSA deve in primo  luogo  fornire  evidenza
che le investigazioni e  analisi  finalizzate  alla  valutazione  dei
rischi  sono  state  condotte  accuratamente  e  che  le  azioni   di
miglioramento  pianificate  sono  state  effettivamente   avviate   e
implementate. La disponibilita' e  completezza  della  documentazione
del PSA costituisce dunque  una  prova  della  dovuta  diligenza  del
gestore e dell'adeguatezza del PSA ai  requisiti  di  legge.  Non  e'
sempre  necessario  lo   sviluppo   di   nuova   documentazione,   ma
generalmente ci si puo' avvalere di documenti gia' esistenti. 
  La documentazione del PSA deve includere: 
 
    - tutti i documenti relativi all'implementazione del PSA definiti
nelle Linee  guida  nazionali  per  l'implementazione  dei  Piani  di
Sicurezza dell'Acqua quali la Matrice  delle  competenze/composizione
del team, il cronoprogramma delle attivita', i verbali delle riunioni
e delle ispezioni, la Matrice dei Rischi, le check list, i  diagrammi
di flusso; 
    - le check list compilate durante le ispezioni; 
    - i diagrammi di flusso; 
    - le procedure e le  registrazioni  necessarie  allo  svolgimento
delle   attivita',    incluse    tra    l'altro,    le    valutazioni
sull'identificazione  dei  pericoli  e  valutazione  dei  rischi,  la
validazione e la verifica delle misure di controllo, i risultati  dei
monitoraggi  operativi,  eventuali  azioni  correttive  adottate,  le
registrazioni di risposta agli incidenti; 
    - altre registrazioni, che devono essere predisposte e conservate
per fornire evidenza della conformita' ai requisiti  e  dell'efficace
funzionamento del PSA; 
    - la documentazione relativa alle attivita' di formazione. 
 
  Relativamente all'applicazione di Procedure,  esse  definiscono  le
azioni  da  intraprendere  durante  le  normali  attivita'  operative
nonche'  in  occasioni  di  emergenza  e  situazioni  di   incidenti.
Nell'ambito del PSA sono  di  fondamentale  importanza  le  Procedure
gestionali e le Procedure operative. 
  Fra  le  Procedure  gestionali,  e'  necessario   predisporre   una
procedura di gestione della documentazione,  finalizzata  a  definire
anche  nell'ambito  del  cloud,  modalita'   e   responsabilita'   di
redazione, approvazione, aggiornamento,  revisione,  conservazione  e
distribuzione dei  dati  e  dei  documenti  interni  e  gestione  dei
documenti esterni. 
  Per  la  gestione  di  incidenti,  le  Procedure  Operative  devono
specificare le azioni correttive da  intraprendere,  identificare  le
responsabilita', definire le azioni di risposta  e  dare  indicazioni
sulla localizzazione delle attrezzature di emergenza e/o supporto. 
    
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|Le azioni ed elementi definiti nello step 8, funzionali            |
|allo sviluppo di un PSA, e considerati tra i requisiti minimi      |
|per l'approvazione di esso sono:                                   |
|- Definizione di tutta la documentazione rilevante ai fini del PSA;|
|- Archiviazione della documentazione nel cloud;                    |
|- Definizione di Procedure di gestione e Procedure operative o     |
|indicazione delle procedure gia' esistenti adottate                |
|nell'ambito del PSA.                                               |
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  STEP 9: Attivita' di supporto, revisione e comunicazione 
 
  Lo step 9 descrive i programmi di  supporto  a  un  PSA,  attivita'
specifiche che possono costituire un aiuto allo sviluppo del Piano  e
delle competenze e conoscenze dei membri del team e del personale del
gestore idropotabile in materia di sicurezza delle acque destinate al
consumo umano,  e  gli  obiettivi  e  strumenti  per  assicurare  una
comunicazione trasparente ed efficace sui  rischi  e  sulla  qualita'
delle acque destinate al consumo umano in situazioni di normalita'  e
di emergenza, all'interno dell'organizzazione e verso il  consumatore
ed altri portatori di interesse. 
  Fra i possibili programmi di supporto ai PSA vi sono: 
 
    - Programmi per la diffusione di consapevolezza  ed  impegno  sul
PSA; 
    - Programmi di formazione degli operatori del sistema idrico; 
    - Programmi di comunicazione al consumatore; 
    - Programmi per il controllo di qualita' di laboratorio; 
    - Programmi di ricerca e sviluppo. 
    
=====================================================================
|Le azioni ed elementi definiti nello step 9, funzionali allo       |
|sviluppo di un PSA,  e considerati tra i requisiti raccomandati    |
|per l'approvazione di esso sono:                                   |
|- Archiviazione nel cloud degli eventi formativi, i contenuti      |
|divulgati e i docenti e discenti coinvolti.                        |
|- Comunicazione e diffusione tempestiva al team delle modifiche    |
|eventualmente occorse all'interno della filiera idropotabile,      |
|e di ogni altra condizione che abbia impatto sul PSA.              |
|- Sviluppo di strategie per diffondere e comunicare                |
|bidirezionalmente il significato delle informazioni che            |
|riguardano la salute, promuovendo, ove possibile, iniziative       |
|per i consumatori, volte ad approfondire la percezione dei rischi  |
|e la comunicazione su di essi.                                     |
+===================================================================+
    
  STEP 10: Piani di emergenza e riesame del sistema 
 
  Lo step 10  definisce  due  aspetti  fondamentali  di  un  PSA:  la
definizione di un piano di emergenza e  il  riesame  del  sistema  in
condizioni ordinarie o in caso di incidente. 
  I piani di emergenza, generalmente gia' sviluppati all'interno  dei
sistemi idro-potabili, dovranno essere acquisiti, integrati e inclusi
nel PSA. Questi rappresentano la strategia per la gestione di scenari
emergenziali, per i  quali  non  e'  possibile  prevedere  misure  di
controllo preventive nell'ambito del PSA o  nel  caso  di  misure  di
risposta e di  gestione  del  rischio  che  esulino  dalla  sfera  di
controllo del gestore idro-potabile, ad  esempio  per  crisi  idriche
dovuti a sismi o eventi estremi. Per l'implementazione dei  Piani  di
Emergenza si suggerisce di contemplare elementi  specifici  per  ogni
plausibile scenario che possa verificarsi, basandosi anche  su  linee
guida specificamente sviluppate.  Nelle  Linee  guida  nazionali  per
l'implementazione dei Piani di Sicurezza dell'Acqua e' riportata  una
possibile articolazione di un Piano di emergenza. 
  Il riesame periodico di un PSA assicura che eventuali nuovi  rischi
introdotti nella filiera idro-potabile vengano regolarmente  valutati
ed affrontati. A tal fine, il team dovra' convocare sedute di riesame
ogni tre anni, per l'aggiornamento, e  ogni  6  in  previsione  della
riapprovazione. Dovra' essere anche prevista la programmazione di  un
riesame straordinario del PSA, e relativa rivalutazione  del  rischio
nella filiera idropotabile di pertinenza, a seguito di: 
 
    - modifiche sostanziali nella struttura del team; 
    - azioni correttive a seguito dei precedenti riesami; 
    - risultanze analitiche a seguito delle attivita' di verifica; 
    - emanazione di nuove normative; 
    - modifiche sostanziali nella filiera  idro-potabile  (scelta  di
nuovi approvvigionamenti o modifiche alle opere di  presa  esistenti,
installazione  di  nuovi  impianti   di   trattamento   o   modifiche
strutturali agli impianti preesistenti); 
    - nuovi programmi di addestramento del personale o  modifiche  ai
programmi esistenti; 
    -  revisioni  di  procedure  o  definizione  di  nuove  procedure
operative (PO); 
    -  analisi  delle  attivita'  di   comunicazione,   comprese   le
informazioni di ritorno dei clienti 
    - verifiche ispettive esterne. 
 
  Il riesame di  incidenti  riscontrati  o  mancati  deve  servire  a
stabilire se: i limiti critici sono appropriati, le azioni correttive
sono appropriate, le esistenti misure di controllo sono efficaci e se
sono  necessarie  addizionali  misure  di  controllo.  Se  necessario
dovranno essere effettuate nuove ispezioni  e  nuove  validazioni  di
misure  di  controllo,  tenendo  sempre  traccia  di  ogni   modifica
apportata al PSA. 
    
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|Le azioni ed elementi definiti nello step 10, funzionali allo      |
|sviluppo di un PSA, e considerati tra i requisiti minimi per       |
|l'approvazione di esso sono:                                       |
|- Definizione di un Piano di emergenza o integrazione              |
|di un piano esistente nel PSA.                                     |
|- Riesame periodico del PSA e relativa rivalutazione del rischio   |
|nella filiera idropotabile di pertinenza (ogni tre anni, per       |
|l'aggiornamento, e ogni sei per la riapprovazione);                |
|- Effettuazione di un riesame straordinario del PSA                |
|a seguito di incidenti o modifiche significative del PSA           |
|(sia del team che del sistema idro-potabile);                      |
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  Parte II: 
  Criteri procedurali per l'approvazione di un PSA per  le  forniture
idro-potabili ai sensi degli articoli 6 e 8 
 
  A cura del Ministero della salute e  del  CeNSiA  sono  emanate  le
Linee guida per l'approvazione dei Piani di sicurezza dell'acqua  per
le  forniture  idro-potabili  ai  sensi  degli  articoli  6  e  8   e
dell'articolo  20,   comma   3,   lettera   b,   entro   180   giorni
dall'emanazione  del  presente  decreto,  sulla  base  dei   seguenti
criteri. 
  A. Il gestore idropotabile all'avvio del PSA notifica alla  regione
e al CeNSiA quale Ente di approvazione del PSA le specifiche del  PSA
quali,  tra  l'altro,  il  gestore  idro-potabile   affidatario   del
servizio,  l'EGATO  (o  gli  EGATO)  di   riferimento,   la   filiera
idro-potabile oggetto del PSA e i volumi di acqua captata e  fornita,
il territorio e la popolazione fornita, la composizione del  team  di
PSA, l'evidenza della richiesta di partecipazione  nel  team  di  PSA
delle Autorita' sanitarie e ambientali  territorialmente  competenti,
in qualita' di portatori di conoscenza, l'accesso al cloud di PSA; 
  B. L'implementazione del PSA ad opera del gestore idro-potabile  e'
sistematicamente  registrata  nel  cloud,  accessibile  al  CeNSiA  e
all'Autorita' sanitaria regionale; 
  Al termine del processo di  implementazione  del  PSA,  il  gestore
idro-potabile richiede al CeNSiA per  via  telematica  l'approvazione
del  Piano,  trasmettendo  una   sintesi   dei   risultati   ottenuti
nell'ambito  dell'implementazione,  integrata  dalla   documentazione
rilevante  quale,  tra  l'altro,  la   banca   dati   sulla   filiera
idro-potabile, la valutazione di rischio e le misure di controllo, le
«zone di fornitura idro-potabile», i dati di controllo  per  elementi
chimici e sostanze non oggetto di ordinario controllo sulla  base  di
elementi di rischio sito-specifici,  il  piano  di  controlli  basato
sull'analisi di rischio;  la  richiesta  di  autorizzazione  del  PSA
espressa  dal  gestore   idro-potabile   e'   subordinata   all'esito
favorevole di una verifica interna formale della conformita' rispetto
a ogni elemento di cui alla parte I del  presente  allegato  e  della
disponibilita' delle relative evidenze nel cloud di PSA, sottoscritto
dal team-leader di PSA; 
  la richiesta di approvazione  e'  contestualmente  notificata  alla
regione che puo' esprimere  eventuali  osservazioni  direttamente  al
CeNSiA entro 30 giorni dalla richiesta di approvazione: 
  C. Presso il CeNSiA opera il "Gruppo nazionale di  esperti  per  la
verifica, valutazione e approvazione del  PSA";  il  Gruppo,  la  cui
composizione e' approvata secondo quanto  indicato  in  articolo  20,
comma 3, lettera c), e' composto da funzionari adeguatamente  formati
e qualificati attraverso un programma elaborato da  ISS  e  Ministero
della salute appartenenti a: 
    - Sistema Nazionale Prevenzione Salute dai  rischi  ambientali  e
climatici (SNPS) di cui al DM 9  giugno  2022,  che  include  esperti
afferenti a regioni e  province  autonome,  Istituti  zooprofilattici
sperimentali, Istituto Superiore di Sanita', Ministero della salute; 
    - Sistema Nazionale Protezione Ambiente (SNPA) 
    - Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica; 
    - EGATO; 
  il "Gruppo nazionale di esperti  per  la  verifica,  valutazione  e
approvazione del PSA" coordinato dal CeNSiA, coadiuva il CeNSiA nelle
verifiche e valutazioni funzionali al giudizio  di  approvazione  del
PSA,   anche   attraverso   verifiche   ispettive    sulla    filiera
idro-potabile; 
  il giudizio in merito alla richiesta di  approvazione  del  PSA  e'
formulato dal CeNSiA, trasmesso dal CeNSiA al gestore  idro-potabile,
alla regione e alla ASL di competenza  e  pubblicato  dal  CeNSiA  su
AnTeA; 
  D. Il giudizio in merito alla richiesta  di  approvazione  del  PSA
puo' consistere in: 
    1. Non approvato: il PSA per  la  filiera  idro-potabile  non  e'
approvato  con  giudizio  motivato.  Il  gestore  idro-potabile  puo'
presentare nuovamente istanza  di  approvazione  del  PSA  dopo  aver
implementato il PSA per la stessa filiera, tenendo  conto  delle  non
conformita' e richieste rilevate; 
    2.  Approvato  con  riserva:   vengono   richieste   al   gestore
idro-potabile delle azioni integrative  o  correttive  rispetto  alle
misure  previste  nel  PSA  oggetto  di  approvazione;   il   gestore
idro-potabile  e'  tenuto  ad  adottare  e  implementare  le   misure
richieste dandone evidenza all'Ente di approvazione, che,  verificata
l'adeguatezza puo' approvare il PSA secondo i criteri del punto  3  o
altrimenti emettere giudizio di cui al presente punto o al punto 1 
    3. Approvato: il PSA si considera approvato, incluso il piano dei
controlli  interni;  possono  essere  comunque  formulati  rilievi  e
raccomandazioni per il gestore idro-potabile. 
  Il  mantenimento  dei  requisiti  di  approvazione   del   PSA   e'
subordinato all'applicazione  di  tutte  le  misure  di  controllo  e
verifica previste di cui il gestore idro-potabile e' tenuto a fornire
evidenza, anche attraverso il costante  aggiornamento  del  cloud  di
PSA; in caso  di  inadempienze  nell'implementazione  del  PSA  o  di
incidenti, rilevanti non conformita' o altre evidenze di inefficienza
dello stesso, su iniziativa del CeNSiA o a  seguito  di  richieste  o
segnalazioni da parte di altri Enti, il PSA puo' essere riesaminato e
soggetto a giudizio di ri- approvazione secondo quanto previsto  alla
lettera D. 
  E.  Trascorsi  tre  anni  dall'approvazione  del  PSA  il   gestore
idro-potabile e' tenuto a trasmettere gli esiti del riesame integrato
dalla verifica formale interna al CeNSiA, in seguito al quale, previa
diversa valutazione del CeNSiA di cui alla lettera D,  comunicata  al
gestore idro-potabile, il PSA mantiene le condizioni di  approvazione
previste. 
  F. Trascorsi sei anni dalla approvazione del PSA  o  a  seguito  di
sostanziali modifiche rispetto al PSA approvato, anche a  seguito  di
incidenti, il gestore idro-potabile dovra' effettuare un riesame  del
PSA e sottoporre il PSA a giudizio di approvazione secondo i  criteri
di cui alla lettera D. 
  Le  richieste  di  approvazione  di  PSA  da  parte   dei   gestori
idro-potabili, pervenute ad oggi all'ISS e al Ministero della Salute,
sono  esaminate,  secondo  l'ordine  cronologico  di  ricezione,  dal
CeNSiA, che si riserva di indicare al richiedente  diverse  modalita'
di formulazione  e  trasmissione  della  domanda  di  approvazione  e
relativa documentazione, in forza dei  criteri  di  cui  al  presente
allegato e delle altre disposizioni introdotte dal presente decreto.