(all. 7 - art. 1)
                                                         ALLEGATO VII
 
METODO   DI   RIFERIMENTO   PER   LA  DETERMINAZIONE  DI  IDROCARBURI
POLICICLICI AROMATICI (IPA) IN ARIA
 
Scopo e campo di applicazione
Il metodo permette la determinazione  degli  idrocarburi  policiclici
aromatici  (IPA) con 4-6 anelli presenti nel particolato atmosferico.
In particolare, permette di  determinare  i  seguenti  IPA  presi  in
considerazine  dalla  Commissione  Consultiva Tossicologica Nazionale
(CCTN) ai fini della formulazione del parere sugli  IPA  [rif.  1]  e
classificati  dalla  Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro
come  'probabilmente'  o  'possibilmente   cancerogeni'   [rif.   2]:
benz[a]antracene,      benzo[b]fluorantene,      benzo[j]fluorantene,
benzo[k]fluorantene,     benzo[a]pirene,      indeno[1,2,3-cd]pirene,
dibenz[a,h]antracene.
Il  metodo  e'  applicabile  in ambienti esterni, a concentrazioni di
singoli IPA superiori approssimativamente a 0,05 ng/m3.
Note generali
Il metodo e' rivolto  a  laboratori  ben  attrezzati,  con  personale
dotato    di    buona    esperienza   nella   microanalisi   mediante
gascromatografia.  Per  questo  motivo,  non  vengono  affrontati  in
dettaglio gli aspetti relativi alla buona pratica di laboratorio, che
devono tuttavia essere attentamente valutati dagli analisti.
Si richiama l'attenzione, in particolare, sulle difficolta' derivanti
dalle  basse  concentrazioni degli IPA in atmosfera e sui pericoli di
possibili  contaminazioni  accidentali  dei   campioni   durante   il
trattamento.
In  considerazione dell'attivita' cancerogena associata alle sostanze
oggetto di questo metodo,  occorre  prestare  la  massima  attenzione
affinche'  la  custodia, l'uso e lo smaltimento degli IPA, delle loro
soluzioni e dei  campioni  estratti  avvenga  sempre  con  le  dovute
cautele per non causare danni agli operatori e all'ambiente.
Principio del metodo
Una   quantita'  nota  di  materiale  particolato  atmosferico  viene
raccolta, mediante aspirazione, su filtro in fibra di vetro (nota 1).
Il materiale raccolto viene sottoposto ad estrazione  con  cicloesano
mediante   ultrasioni.   L'estratto  viene  poi  purificato  mediante
cromatografia su strato sottile (TLC) di gel di silice.
L'identificazione ed il dosaggio dei singoli IPA  vengono  effettuati
mediante  gascromatografia  (GC) con colonna capillare e rivelatore a
ionizzazione di fiamma. L'identificazione degli IPA viene  confermata
mediante   gascromatografia-spettrometria   di   massa   su  campioni
selezionati.
Interferenze
Interferisce qualunque composto  che  in  GC  eluisca  con  tempo  di
ritenzione   approssimativamente   uguale   a  quello  degli  IPA  da
determinare. Le interferenze possono essere costituite, oltre che  da
altri  IPA  presenti  nel  campione  d'aria,  anche  da  contaminanti
presenti nei solventi, nei  reagenti,  nella  vetreria  ed  in  altra
attrezzatura  di  laboratorio.  L'uso,  in  particolare,  di vetreria
scrupolosamente pulita (nota 2) e  di  solventi  ad  elevata  purezza
aiuta a minimizzare i problemi dovuti agli interferenti.
Apparecchiatura e materiali
-  Campionatore  ad  alto  volume  operante  preferenzialmente ad una
portata  intorno  a  70  m3/ora  (nota  3).  Il  filtro  deve  essere
alloggiato  in modo tale da essere protetto dalla luce solare diretta
e dalla pioggia.
-  Filtri  in   fibra   di   vetro   privi   di   leganti   organici,
preferenzialmente 20 x 25 cm (nota 4).
- Palloni di vetro scuro da 50 ml e 250 ml, per evaporatore rotante.
- Palloni tarati da 10 ml e 25 ml, classe A.
-  Flaconcini  ('vials')  in  vetro,  con  tappo  a  vite  munito  di
guarnizione teflonata, con le seguenti capacita'  (approssimate):  20
ml;  12  ml  e 30 ml, in vetro scuro (o da avvolgere accuratamente in
foglio d'alluminio); 5 ml, a fondo conico.
- Vasca ad ultrasuoni.
- Evaporatore rotante, collegato ad una pompa da vuoto  ad  acqua  (o
sistema equivalente), con controllo della temperatura del bagno.
- Microsiringa da 500 (mi)l.
- Attrezzatura per TLC:
- capillari in vetro da 100 (mi)l per la deposizione del campione;
-  lastre per cromatografia preparativa di gel di silice 70-230 mesh,
con indicatore di fluorescenza, su vetro 20 x 20 cm, spessore 1 mm;
- vasca di vetro con coperchio per lo sviluppo delle lastre;
- lampada UV a 254 nm;
- spatola in acciaio inossidabile con bordo tagliato dritto;
- colonnina di vetro, senza rubinetto, d.i. 1-2 cm, lunghezza  minima
15 cm, con setto in vetro sinterizzato (sostituibile con un batuffolo
di ovatta sgrassata);
- Attrezzatura per GC:
-   gascromatografo   con   iniettore   'on-column'  e  rivelatore  a
ionizzazione di fiamma;
- colonna capillare in silice fusa, con fase stazionaria  '5%  fenil,
1%   vinilmetilpolisilossano'  oppure  '5%  fenilmetilpolisilossano',
lunghezza 25-30 m, diametro interno 0,20-0,32 mm, spessore  0,25-0,33
(mi)m;
-  sistema  elettronico  per l'acquisizione e l'elaborazione dei dati
(integratore o computer con idoneo programma);
- siringa da 5 (mi)l per l'introduzione dei campioni.
- Ovatta (sgrassata mediante estrazione in soxhlet  con  n-esano  per
una notte).
-  Azoto  ad elevata purezza, ulteriormente purificato attraverso gel
di silice e setacci molecolari.
- Solventi: acetone, cicloesano, n-esano, toluene;  tutti  a  purezza
'per HPLC' o equivalente.
-  Illuminazione del laboratorio: evitare l'esposizione dei filtri di
prelievo, dei campioni  e  delle  soluzioni  di  IPA  a  luce  solare
diretta.  Usare  illuminazione  al tungsteno; le lampade fluorescenti
possono essere usate solo se fornite di schermo per le radiazioni UV.
Pretrattamento delle lastre cromatografiche
Prima dell'uso, le lastre vanno lavate con acetone,  ponendole  nella
vasca  per TLC e facendo correre il fronte del solvente per almeno 16
cm (senza pero' fargli raggiungere il bordo superiore della  lastra).
Si  fanno  quindi  asciugare sotto cappa aspirante e si conservano in
essiccatore  con  gel  di  silice fino al momento dell'uso. Le lastre
vanno utilizzate entro una settimana dal lavaggio.
Miscela standard di IPA
La miscela standard viene preparata a partire da:
(a) soluzioni madre dei singoli materiali standard  a  purezza  nota,
comprendenti    i    seguenti   IPA   (nota   5):   benz[a]antracene,
benzo[b]fluorantene,       benzo[k]fluorantene,       benzo[a]pirene,
indeno[1,2,3-cd]pirene, dibenz[a,h]antracen; oppure,
(b)  miscele  concentrate  di  IPA  a  titolo  noto,  disponibili  in
commercio, contenenti - tra gli altri - i sei IPA riportati al  punto
a.
Preparazione delle soluzioni madre dei singoli IPA
Si  pesano accuratamente ca. 5 mg di sostanza (precisione: +-0,01 mg)
dentro un flaconcino di vetro chiaro da ca. 20  ml  e  si  aggiungono
alcuni  millilitri  di  tolulene.  A  dissoluzione avvenuta (prestare
particolare  attenzione  nel   valutare   visivamente   la   completa
dissoluzione   della   sostanza),   la   soluzione  viene  trasferita
quantitativamente, con ripetuti lavaggi, in pallone tarato da 25 ml e
portata a volume (concentrazione  risultante:  ca.  0,20  mg/ml).  Si
analizzano  in  GC  ca.  0,5  (mi)l  di  questa soluzione, al fine di
verificare  il  grado  di  purezza  della  sostanza   disciolta.   Si
trasferisce in flaconcino di vetro scuro e si conserva in frigorifero
a +4›C (nota 6).
Preparazione della miscela standard di IPA
(a)  Dalle soluzioni madre dei singoli IPA (v. sez. 'Miscela standard
di IPA', punto a):
Si prelevano 1,00 ml  di  ognuna  delle  sei  soluzioni  madre  e  si
trasferiscono  in  un  pallone tarato da 10 ml. Si porta poi a volume
con toluene e si trasferisce in flaconcino di vetro  scuro  ('miscela
di  IPA';  ca.  20  (mi)l/ml di ogni IPA). Si preleva 1,60 ml di tale
soluzione e si trasferisce in un pallone tarato da 10 ml, portando  a
volume con toluene. La soluzione cosi' ottenuta ha una concentrazione
di  ca.  3,2  (mi)g/ml di ogni IPA (nota 7) e costituisce la 'miscela
standard'. Se ne analizza 1 (mi)l in GC e si  verifica  l'assenza  di
picchi  interferenti. Si trasferisce poi in flaconcino di vetro scuro
e si conserva in frigorifero a +4›C (nota 8).
(b) Dalla miscela concentrata di IPA (v. sez.  'Miscela  standard  di
IPA', punto b).
La  miscela  concentrata  di  IPA  viene oppurtunatamente diluita con
toluene in modo da ottenere la 'miscela di IPA' e la 'miscela  stand-
ard', con le concentrazioni riportate al punto a.
Controllo di qualita'
Le  seguenti  prove  devono  essere  effettuate:  prima  di  iniziare
l'applicazione del metodo (incluso  il  campionamento)  sui  campioni
reali  (nota  9);  poi, come controllo regolatore, al massimo ogni 20
determinazioni od ogni tre mesi;  in  particolare,  ogniqualvolta  si
modifichi  la  procedura  di  trattamento dei campioni prelevati o si
cambi tipo o lotto di un qualunque materiale (nota 10).
Bianco-reagenti
Si sottopone un filtro 'bianco' (non  esposto)  all'interno  processo
analitico  (a  partire dall'estrazione) nelle stesse condizioni e con
gli stessi materiali impiegati per l'analisi dei campioni reali. Tale
determinazione va effettuata in duplicato; puo' essere condotta su un
solo filtro quando viene effettuata come controllo regolare.
L'analisi  del  bianco-reagenti deve dar luogo a gascromatogrammi con
picchi interferenti assenti o presenti a livelli trascurabili (la cui
misura, cioe', risulti inferiore - ad esempio - al 10%  della  misura
del picco dell'IPA 'interferito' nei campioni reali). Di un eventuale
presenza  di picchi interferenti non eliminabili, occorre tener conto
nel calcolo dei risultati.
Efficienza di recupero e ripetibilita'
La  prova  viene  effettuata  su  tre  filtri  bianchi  che   vengono
'arricchiti'  e  poi  sottoposti  all'intero  processo  analitico  (a
partire dall'estrazione), nelle stesse condizioni e  con  gli  stessi
materiali impiegati per l'analisi dei campioni reali.
Si taglia un filtro in quadrati di ca. 3 x 3 cm, che si sovrappongono
a  due  a  due.  Si  depositano  500  (mi)l  della 'miscela standard'
mediante microsiringa, goccia a goccia, con distribuzione uniforme su
tutti i quadrati 'superiori'. Si lascia evaporare  (5-10  minuti)  il
solvente  sotto  cappa  aspirante,  si trasferiscono tutti i quadrati
(superiori ed inferiori) in becher e si inizia il trattamento con  la
procedura del metodo.
Qualora  vari  campioni  presentino  livelli  di IPA corrispondenti a
concentrazioni  sull'ordine  di  grandezza  di  0,1  ng/m3,   occorre
effettuare  la  stessa  prova anche con la 'miscela standard' diluita
1:10 (conc. di ogni IPA: ca.  0,3  ng/(mi)l).  In  questo  caso,  per
evitare  di  effettuare determinazioni in condizioni vicine al limite
di rivelabilita' strumentale, conviene concentrare i campioni - prima
dell'analisi - ad un volume inferiore a 500 (mi)l.
L'efficienza di  recupero  di  ogni  singolo  IPA  viene  determinata
rapportando   la   concentrazione   trovata  (valore  medio  delle  3
determinazioni)  a  quella  misurata,  nello  stesso  giorno,   nella
'miscela  standard'.  Ogni  analisi  GC (sia dei campioni bianchi che
della 'miscela standard') deve essere effettuata in duplicato, con  i
criteri  riportati nella sez. 'Analisi'. Il recupero % deve risultare
maggiore uguale 60, con  un  CV%  relativo  alle  tre  determinazioni
minore  uguale  20;  se  non  si  ottengono  tali  risultati, occorre
ricercare la causa e ripetere la prova.
Procedura
Campionamento
La durata del  campionamento  (cioe',  del  prelievo  su  un  singolo
filtro) deve essere di 24 ore (nota 11).
Il  campionamento  deve  essere  di  tipo  sistematico, con frequenza
costante nel corso dell'anno di riferimento. La frequenza e' pari a 1
prelievo ogni z giorni, ove z=3-6; z puo' essere  maggiore  di  7  in
ambienti rurali. In nessun caso, z deve essere pari a 7.
Viene  riportato  il  numero  d'identificazione sul filtro, prima che
questo venga installato nel portafiltro.
Il prelievo deve iniziare nelle prime ore del mattino.
Al  termine  del  prelievo,  il  filtro  viene  subito   levato   dal
portafiltro,  piegato  in due, con il materiale raccolto all'interno,
riposto in una busta di carta o  avvolto  in  foglio  d'alluminio,  e
conservato  a  ca.  -18›C  fino  al  momento dell'estrazione che deve
essere comunque  effettuata  -  come  regola  generale  -  entro  due
settimane.
Il campionatore (in particolare, la zona intorno al portafiltro) deve
essere  pulito con regolarita' dai depositi di materiale particolato,
seguendo le eventuali istruzioni al riguardo fornite dal costruttore.
Estrazione
Il filtro viene tagliato in quadrati di ca. 3 x 3 cm, i quali vengono
posti in un becher da 250 ml, insieme ad 80 ml  di  cicloesano  (nota
12).  Il  becher  viene chiuso superiormente con foglio d'alluminio e
posto in vasca ad ultrasuoni, attivando il generatore  di  ultrasuoni
per  15  min.  Dopo  il trattamento, la soluzione viene prelevata con
pipetta e, filtrandola su  ovatta  per  eliminare  le  particelle  in
sospensione,  viene  trasferita  in  un pallone scuro per evaporatore
rotante da 250 ml.
L'estrazione con ultrasuoni ed il trasferimento della  soluzione  nel
pallone  vengono ripetute altre due volte aggiungendo, ogni volta, 50
ml di cicloesano. L'ovatta su cui  e'  stata  filtrata  la  soluzione
viene  trasferita  nel  becher  prima  di  effettuare  la  successiva
estrazione.
Concentrazione dell'estratto (nota 13)
L'estratto cicloesanico viene concentrato in  evaporatore  rotante  a
ca. 2 ml, sotto vuoto (mediante pompa ad acqua o sistema equivalente)
e mantenendo la temperatura del bagno sotto i 40›C. Si trasferisce la
soluzione  concentrata,  insieme  ai  lavaggi  (prestare  particolare
attenzione al lavaggio quantitativo della superficie del pallone), in
un flaconcino di vetro a fondo conico da 5 ml e  si  concentra  sotto
leggero flusso d'azoto a ca. 0,5 ml.
Purificazione per TLC
La  soluzione  estratta  e  concentrata  viene depositata, insieme ai
lavaggi del flaconcino, con capillare  di  vetro  sulla  lastra  TLC,
lungo  una  striscia di ca. 7 cm. A fianco, come riferimento, vengono
depositati con semina puntiforme 50 (mi)l della 'miscela di IPA'  (v.
sez.  'Preparazione  della  miscela  standard  di  IPA'), pari ad una
quantita' di ca. 1 (mi)g di ogni IPA.
Nel  caso  vengano  trattati  contemporaneamente  due  campioni,   si
depositano esternamente i due estratti ed al centro il riferimento.
Evaporato  il  solvente,  la  lastra  viene posta nella vasca per TLC
(precondizionata  almeno  un'ora  con  il  solvente  d'eluizione)   e
sviluppata  al buio (avvolgere accuratamente la vasca ed il coperchio
con foglio d'alluminio) con una miscela n-esano-ene 1:1 vol., finche'
il fronte non abbia percorso ca. 12 cm dalla linea di deposizione. Si
lascia la lastra sotto cappa aspirante per 1-2 min.    Osservando  la
lastra  ancora  umida  sotto  la lampada UV, per un tempo quanto piu'
breve possibile, si delimita con una matita la banda fluorescente del
campione (o  dei  campioni).  Mediante  spatola,  il  gel  di  silice
corrispondente  alla  banda  viene  grattato,  raccolto, frantumato e
versato  in  colonnina  (effettuare  queste  operazioni  sotto  cappa
aspirante!).
Gli IPA vengono eluiti con 12 ml di tolulene (tre porzioni successive
di  5-5-2  ml). Dopo eluizione dell'ultima porzione, il gel di silice
viene posto sotto pressione con  azoto  per  raccogliere  la  maggior
quantita' possibile di solvente assorbito.
Il  toulene  viene raccolto in pallone scuro 50 ml e concentrato (con
la procedura riportata nella sez. 'Concentrazione  dell'estratto')  a
poco meno di 500 (mi)l.
Il  campione  viene  conservato  in  frigorifero  a  +4›C,  in attesa
dell'analisi che deve essere effettuata entro un mese.
Analisi GC
Subito prima  dell'analisi,  il  campione  viene  riportato  a  temp.
ambiente. Dopo averne misurato il volume mediante microsiringa da 500
(mi)l,  viene  aggiunto un volume di toulene da portare il campione a
500 (mi)l (nota 14).
Condizioni operative:
Temp. rivelatore: 310›C
Temp. forno: 1 min a 90›C, programma fino a  190›C  a  25›C/min,  poi
programmata  fino  a  300›C a 6›C/min, isoterma finale a 300›C per il
tempo necessario all'uscita degli ultimi picchi (nota 15).
Gas di trasporto: idrogeno o elio.
Volume da iniettare: 1,0 (mi)l,  sia  per  il  campione  che  per  la
'miscela standard'.
Il  risultato  di  ogni  analisi (sia del campione che della 'miscela
standard') deve essere la media di due iniezioni. Il rapporto tra  le
due misure deve essere - di massima - pari a 100 maggiore uguale 10%,
per  ogni  IPA; in caso contrario, occorre individuare la causa della
scarsa precisione e ripetere l'analisi.
L'individuazione   dei   picchi   di   interesse   viene   effettuata
tentativamente  mediante confronto dei tempi di ritenzione con quelli
della 'miscela standard'  (iniettata  nello  stesso  giorno  e  nelle
stesse  condizioni  operative)  e  confermata  mediante iniezione del
campione arricchito con la 'miscela standard'  (nota  16)  (v.  anche
sez. 'Analisi GC-MS').
Il risultato relativo ai tre benzofluoranteni (poco o affatto risolti
tra loro) viene riportato come somma delle tre sostanze.
Qualora,  per  un  determinato  IPA,  la risposta (area o altezza del
picco) sia superiore o inferiore di oltre 10 volte rispetto a  quella
della  miscela  standard,  occorre  -  rispettivamente  -  diluire  o
concentrare opportunamente  il  campione  e  ripetere  l'analisi.  In
questo   caso,  va  anche  corretta  corrispondentemente  la  formula
riportata nella sez. 'Calcolo dei risultati'.
Al fine di poter valutare - in linea  di  massima  -  l'affidabilita'
della  misura fornita dal sistema di acquisizione ed elaborazione dei
dati, questo dovrebbe essere impostato in modo  da  mostrare  sia  la
linea  di  base  costruita  che  l'inizio  e la fine di ogni picco di
interesse. Occorre quindi controllare che la linea di base  costruita
segua effettivamente la base dei picchi di interesse.
Inoltre,  affinche'  siano  evidenti  eventuali  picchi  parzialmente
sovrapposti, e' opportuno che il parametro 'attenuazione' sia  scelto
in modo tale che i picchi di interesse siano in scala.
In  caso  di  picchi  parzialmente  sovrapposti  ad  interferenti, e'
preferibile utilizzare le misure dei  picchi  relative  alle  altezze
piuttosto   che   alle   aree.   Nel   caso   particolare   dei   tre
benzofluoranteni, e' invece preferibile utilizzare l'area  del  picco
(se integrati come unico picco) ovvero calcolare la somma delle aree.
Analisi GC-MS
L'identificazione  dei  picchi  deve  essere ulteriormente confermata
mediante gascromatografia-spettrometria  di  massa.  Questa  conferma
deve   essere   effettuata   'una   tantum'   (nota  17):  all'inizio
dell'applicazione del  metodo  ai  campioni  reali;  successivamente,
quando  si  suppone  la  presenza  di  nuove  fonti  di emissione; in
generale ogniqualvolta si abbia motivo di ritenere che il profilo del
gascromatogramma possa essere cambiato.
L'identificazione va effettuata mediante esame dello spettro di massa
e  mediante  confronto  con  lo  spettro  dello  standard ottenuto in
laboratorio, nelle stesse condizioni d'analisi del campione  (dunque,
non con lo spettro fornito dalle librerie disponibili in commercio).
Calcolo dei risultati
Per  calcolare la concentrazione C del singolo IPA in un campione, si
applica la seguente formula:
                Rcamp x Concst x 500
           C = _______________________ ng/m3
                     Rst x Vol
dove:
Rcamp: risposta (area o altezza) misurata nel campione
Rst: risposta misurata nella miscela standard
CONCst: concentrazione dell'IPA nella miscela standard (ng/(mi)l)
500: volume del campione prima dell'analisi (mi)l
Vol: volume d'aria aspirata durante il campionamento (m3)
Il valore cosi' calcolato va poi corretto in base  all'efficienza  di
recupero stimata mediante la prova riportata nella sez. 'Controllo di
qualita''.
La  concentrazione  media  annuale  va  calcolata  facendo  la  media
aritmetica delle singole concentrazioni determinate (nota 18).
Nel resoconto finale, devono comparire sia le  medie  annuali  che  i
singoli  valori  determinati.  I risultati vanno inoltre accompagnati
dall'indicazione  dei  periodi  di   accensione   del   riscaldamento
domestico  e  da un'indicazione di massima dei combustibili impiegati
per il riscaldamento nell'area intorno al sito di prelievo.
Determinazione mediante metodi equivalenti
Un  Laboratorio  puo'  impiegare  un  metodo  differente  da   quello
descritto,  purche' sia in grado di dimostrarne l'equivalenza ai fini
dei risultati. In particolare, salvo  i  casi  in  cui  le  modifiche
riguardino  dettagli  procedurali  palesemente  ininfluenti  in  modo
significativo sul risultato, bisogna effettuare le seguenti prove:
(a) Se la modifica riguarda l'estrazione  (tecnica  e/o  solvente  di
estrazione),   occorre  dimostrare  (v.  sez.  successiva)  che  tale
modifica non comporta recuperi inferiori (anche  se  maggiore  uguale
60%  quando  sono  calcolati  con  la  procedura riportata nella sez.
'Efficienza di recupero e ripetibilita') a quelli ottenibili  con  il
metodo  di  riferimento. Successivamente, occorre effettuare la prova
riportata al successivo punto b.
(b)  Se  riguarda  la  purificazione,  occorre  effettuare  la  prova
descritta   nella  sez.  'Efficienza  di  recupero  e  ripetibilita',
ottenendo valori di recupero e ripetibilita' che soddisfino i  limiti
ivi riportati.
(c)  Se  riguarda  l'analisi, occorre effettuare la seguente prova su
tre  campioni  reali:  si  suddivide  l'estratto  purificato  in  due
aliquote  e  si  analizzano  le  sue aliquote, l'una con il metodo di
riferimento e  l'altra  con  quello  alternativo.  Per  ogni  IPA,  i
risultati  ottenuti  con  il  metodo  alternativo devono essere entro
+-20% di quelli ottenuti con il metodo di riferimento. (Nota 19)
Efficienza di recupero: confronto con il metodo di riferimento
La  prova  va  effettuata su filtro esposto (sottoposto a prelievo in
condizioni reali), in triplicato.
Dalla superficie esposta del filtro, si prelevano, mediante  fustella
di diametro pari a ca. 4,5 cm, 12 porzioni su 3 file x 4 colonne, che
si suddividono in due gruppi A e B secondo lo schema:
A B A B
B A B A
A B A B
Un  gruppo viene sottoposto ad estrazione con la procedura del metodo
di riferimento, l'altro con la procedura alternativa.
Riferimenti bibliografici
[1] Menichini E. (Ed.) Opinion adopted by the Italian National  Advi-
sory  Toxicological  Committee  on  polycyclic  aromatic hydrocarbons
(containing the original Italian text). Rapporto Istisan  92/4.  Ist.
Super. Sanita', Roma, 1992.
[2] IARC. Overall Evaluations of Carcinogenicity: An Updating of IARC
Monographs  Volumes  1 to 42. Mon. Eval. Carcin. Risk Hum., Suppl. 7.
IARC, Lyon, 1987.
Note
(1)
Non viene analizzata la fase gassosa poiche', in  base  alle  attuali
conoscenze,  gli  IPA  a  4-6  anelli  sono  presenti  in tale fase a
concentrazioni trascurabili (tranne che, in alcune condizioni, per il
benz[a]antracene)  rispetto  a  quelli     adsorbiti  sul   materiale
particolare.
(2)
E'   particolarmente   importante   che  tutta  la  vetreria,  ed  in
particolare i flaconcini contenenti gli estratti  concentrati,  venga
lavata  -  subito  dopo l'uso - con l'ultimo solvente impiegato e poi
sciacquata abbondantemente con acetone ad elevata purezza.
(3)
Qualora venga adoperato un campionatore operante a  diversa  portata,
si veda la nota 7.
Puo'  anche  essere impiegato un campionatore 'PM10' (per il prelievo
del materiale  particolato  con  diametro  aerodinamico  inferiore  o
uguale a 10 (mi)m) in quanto gli IPA in aria urbana si trovano per la
maggior parte adsorbiti su tale frazione granulometrica: in base alle
conoscenze  attuali,  le  differenze  tra  le  concentrazioni  di IPA
misurate usando un campionatore per le 'polveri totali' ed uno per il
PM10 sono, in prima approssimazione, trascurabili.
(4)
Possono essere di dimensioni differenti, se il campionatore non e' in
grado di alloggiare i filtri 20 x 25 cm.
(5)
Non e' necessario includere anche il benzo[j]fluorantene,  in  quanto
coeluente con altri due isomeri 'b' e 'k' (il risultato viene infatti
espresso  come  somma dei tre isomeri). Dei tre isomeri, viene omesso
il 'j', nella preparazione di questa miscela,  per  analogia  con  le
miscele  in  commercio  (v. punto b) che contengono di norma solo gli
altri due.
(6)
Marcare il livello della soluzione    e  verificare,  prima  di  ogni
successivo  prelievo, che non ci sia stata evaporazione significativa
di solvente. Sostituire le soluzioni madre dopo circa un  anno  dalla
preparazione.
(7)
Tale  concentrazione  corrisponde,  nelle  condizioni  del  metodo, a
quella teoricamente presente nel campione reale  quando  il  prelievo
sia  stato effettuato in atmosfera con concentrazioni dei singoli IPA
intorno ad 1 ng/m3  (valore  guida  su  base  annuale    per  il  BaP
raccomandato dalla CCNT [rif. 1]).
Se  dovessero  essere  sostanzialmente  modificate  le condizioni del
metodo (in particolare, la portata di campionamento) che  influenzano
il  valore  della suddetta concentrazione teorica nel campione reale,
occorre modificare opportunamente il titolo della 'miscela standard'.
(8)
Marcare il livello  della  soluzione  e  verificare,  prima  di  ogni
successivo  prelievo, che non ci sia stata evaporazione significativa
di solvente.  Controllare  con  regolarita'  che  non  ci  sia  stata
degradazione  di  uno o piu' IPA, verificando la costanza del profilo
gascromatografico della  miscela.  Sostituire  comunque  la  'miscela
standard' dopo circa sei mesi.
(9)
Per  'campioni reali' si intendono i campioni prelevati sul campo nel
corso dell'indagine.
(10)
E' opportuno predisporre ogni materiale di consumo (filtri, solventi,
reagenti, lastre TLC) - dello stesso tipo e proveniente dallo  stesso
lotto  -  in  quantita'  tale  che possa essere effettuato un insieme
quanto piu' numeroso possibile di  determinazioni,  senza  modificare
alcun materiale.
(11)
Il  campionamento  non  deve essere protatto per oltre 24 ore, con lo
stesso filtro, per minimizzare possibili perdite degli  IPA  raccolti
dovute a reazioni con specie chimiche presenti in atmosfera.
(12)
A  questo  stadio,  puo'  essere  aggiunta  una quantita' nota di uno
standard interno, scelto in modo che esca in una  zona  'pulita'  del
gascromatogramma,   con   funzione  di  tracciante.  Conoscendone  il
recupero  nelle condizioni del  metodo, esso consente di tenere sotto
controllo la corretta applicazione del metodo al singolo campione  in
esame.
(13)
Nel  caso  in  cui,  in  funzione  dell'obiettivo  dell'indagine, sia
sufficiente conoscere, per un insieme di n  prelievi  ove  n=2-4,  il
valore   medio  piuttosto  che  i  singoli  risultati,  e'  possibile
combinare gli n estratti e procedere alla purificazione e analisi  di
tale  campione  'combinato'.  La  scelta  del numero z (relativo alla
frequenza di campionamento; v. sez.  'Campionamento')  e  di  n  deve
essere  tale  che  il  campione 'combinato' copra un periodo di tempo
minore uguale 15 giorni.
Prima della concentrazione, viene prelevata un'aliquota pari a 1/n di
ogni estratto, vengono combinate le n aliquote  (ricostituendo  cosi'
un volume totale pari a quello di un singolo campione) e si tratta il
campione combinato secondo la procedura descritta. Il risultato sara'
il  valore  medio  degli  n  prelievi.  (Le  aliquote di estratto non
utilizzate possono essere  concentrate  e  conservate  per  eventuali
analisi di controllo).
(14)
Impiegare  una  microsiringa  di capacita' immediatamente superiore a
quella del volume da aggiungere.
(15)
Se la colonna non consente di  raggiungere  la  temp.  di  300›C,  e'
possibile  impiegare una temp. massima inferiore (280-290›C). Piu' in
generale, e' possibile adottare un diverso programma termico  se,  in
funzione  delle  condizioni strumentali e dei campioni in esame, cio'
consente una determinazione piu' affidabile (ad es., se  consente  di
migliorare la risoluzione di picchi parzialmente sovrapposti).
(16)
Iniettare  il  campione  tal  quale  e poi il campione arricchito, ed
individuare  i  picchi  che  presentano  un  incremento   a   seguito
dell'arricchimento.  L'arricchimento puo' essere velocemente ottenuto
prelevando con la siringa, in sequenza,  ca.  0,2  (mi)l  di  miscela
standard, aria ed infine 1,0 (mi)l di campione.
(17)
Si  considera  che  il  profilo  gascromatografico  dei  campioni, in
assenza di  significative variazioni nelle fonti  di  emissione,  sia
sostanzialmente costante.
La  spettrometria  di massa non consente la differenzazione di alcuni
IPA isomeri, che va dunque effettuata mediante  l'uso  dei  tempi  di
ritenzione.  Quest'analisi  consente quindi di confermare la presenza
di  un  IPA  con  determinato  peso  molecolare  e,  limitatamente  a
particolari casi, anche lo specifico isomero.
(18)
Nel caso si adotti la procedura dei campioni 'combinati' (v. nota 13)
ed  il  numero  n  di estratti 'combinati' non sia costante nel corso
dell'anno, occorre ovviamente  calcolare  la  media  ponderata  delle
concentrazioni determinate.
(19)
In  particolare,  qualora l'analisi quantitativa venga effettuata per
gascromatografia-spettrometria di massa, mediante l'uso  di  standard
interni  deuterati aggiunti sul filtro prima dell'estrazione, occorre
comunque verificare che l'efficienza di recupero e  la  ripetibilita'
soddisfino  i  limiti  riportati nella sez. 'Efficienza di recupero e
ripetibilita'', ai livelli di arricchimento ivi riportati.