(Allegato III) (parte 1)
                                                         Allegato III 
 
 
                     Quadro strategico nazionale 
 
        Sezione A: fornitura di elettricita' per il trasporto 
 
                         Prima sottosezione: 
          Piano Nazionale Infrastrutturale per la ricarica 
        dei veicoli alimentati ad energia elettrica (PNire), 
di cui all'articolo 17 septies della legge n. 134 del 7 agosto 2012. 
 
 
                     Quadro strategico nazionale 
 
        Sezione A: fornitura di elettricita' per il trasporto 
 
                        Seconda sottosezione: 
      valutazione della necessita' di fornitura di elettricita' 
        alle infrastrutture di ormeggio nei porti marittimi e 
          nei porti della navigazione interna e valutazione 
         della necessita' di installare sistemi di fornitura 
           di elettricita' negli aeroporti per l'utilizzo 
                da parte degli aerei in stazionamento 
 
 
                               INDICE 
 
  LISTA DELLE TABELLE 
  LISTA DELLE FIGURE 
  2 ELETTRIFICAZIONE DELLE BANCHINE - LO STATO TECNOLOGICO 
  2.1 INTRODUZIONE 
  2.2 LE NORME DI RIFERIMENTO 
  3 ELETTRIFICAZIONE DELLE BANCHINE - LO SCENARIO ITALIANO 
  4 MISURE DI SOSTEGNO PER L'ELETTRIFICAZIONE DELLE BANCHINE 
  5  FORNITURA  DI  ELETTRICITA'   AGLI   AEROMOBILI   IN   FASE   DI
STAZIONAMENTO - LO STATO TECNOLOGICO 
  6  FORNITURA  DI  ELETTRICITA'   AGLI   AEROMOBILI   IN   FASE   DI
STAZIONAMENTO - LO SCENARIO ITALIANO 
  7  FORNITURA  DI  ELETTRICITA'   AGLI   AEROMOBILI   IN   FASE   DI
STAZIONAMENTO - GLI IMPATTI SOCIALI 
  8  MISURE  DI  SOSTEGNO  PER  LA  FORNITURA  DI  ELETTRICITA'  AGLI
AEROMOBILI IN FASE DI STAZIONAMENTO 
  8.1 AUTORITA' AEROPORTUALI ED OPERATORI 
  8.2 AIRLINE OPERATORS 
  9 ULTERIORI  CONTRIBUTI  ALLA  RIDUZIONE  DEI  CONSUMI  DI  ENERGIA
ELETTRICA NEL SETTORE AEROPORTUALE 
 
  RIFERIMENTI 
 
  APPENDICE A: 
 
                         LISTA DELLE TABELLE 
 
  Tabella No. 
  Tabella 1:  Dati  di  Traffico  Anno  2015  e  variazioni  su  2014
(Assaeroporti, dati aggiornati Marzo 2016) 
 
                         LISTA DELLE FIGURE 
 
  Figura No. 
  Figura 1: Dipendenza energetica nel 2013 e spesa dei paesi  europei
in benzina e diesel nel 2012. Fonte: EUROSTAT 
 
 
  1 LE POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA PER IL SETTORE DEI TRASPORTI 
 
  Nel settore dei trasporti, sostenere l'innovazione e  l'efficienza,
frenare la dipendenza dalle importazioni di  petrolio  e  guidare  il
passaggio a fonti energetiche interne e rinnovabili  rappresenta  una
via  da  seguire  per  raggiungere  gli  obiettivi  chiave   europei:
stimolare la crescita economica, aumentare l'occupazione e mitigare i
cambiamenti climatici. In particolare l'Italia presenta un livello di
dipendenza energetica tra i piu' elevati a livello europeo, 76.9%  al
2013. Nel 2012, l'import di petrolio grezzo e'  stato  pari  a  68.81
milioni di tonnellate e la spesa per benzina e diesel e' stata pari a
24.63 miliardi di euro (Fuelling Europe's future. How auto innovation
leads to EU jobs. Cambridge Econometrics (CE), in collaboration  with
Ricardo-AEA, Element Energy. 2013) (Figura 1). 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 1: Dipendenza energetica nel 2013 e spesa dei paesi europei in
             benzina e diesel nel 2012. Fonte: EUROSTAT 
 
  Occorre quindi porsi obiettivi di riduzione dei consumi  energetici
da combustibili fossili, di riduzione  delle  emissioni  di  anidride
carbonica e di miglioramento della qualita' dell'aria  anche  tramite
la fornitura di elettricita' agli aeromobili in fase di stazionamento
e l'elettrificazione delle banchine. 
 
  2 ELETTRIFICAZIONE DELLE BANCHINE - LO STATO TECNOLOGICO 
 
  2.1 INTRODUZIONE 
  Il settore del trasporto marittimo di persone e  cose  contribuisce
all'emissione di sostanze inquinanti nocive  per  l'aria  costituendo
pertanto un problema per le comunita' portuali coinvolte. 
  L'aumento delle concentrazioni di Ossidi di Azoto (NOx), Ossidi  di
Zolfo (SOx), Particolato (PM) Idrocarburi incombusti  (HC  o  VOCs  -
benzene,  formaldeide,  toluene,  ecc.),  Ossido  di  Carbonio   (CO)
costituiscono una minaccia per la salute pubblica nei porti  e  nelle
aree circostanti. 
  Per queste ragioni,  tra  cui  principalmente  quelle  legate  alle
emissioni in aria di gas ed  inquinanti  ad  elevato  impatto  locale
(NOx, SOx, PM) l'alimentazione di navi in porto tramite una  sorgente
elettrica esterna alla nave stessa sta diventando un argomento di cui
tenere conto nella progettazione degli impianti  elettrici  navali  e
della logistica portuale. 
  Le prime navi ad adottare  soluzioni  di  questo  tipo,  progettate
cioe' per poter spegnere i motori primi dei loro generatori quando in
porto e per poter essere alimentate da sorgenti  esterne  (a  terra),
risalgono all'inizio degli anni 2000. Tale pratica,  nata  nei  porti
dell'Alaska e altri porti USA, e' storicamente conosciuta come  "cold
ironing". 
  Tenendo conto della vita operativa di una nave,  della  percentuale
di navi nuove che verosimilmente saranno realizzate per funzionare  a
gas naturale come combustibile alternativo,  si  presume  che  queste
ultime saranno solo circa il 10/11 % delle navi circolanti  entro  il
2030 (fonte  studio  Lloyds  Register  Marine  e  dall'University  of
London). 
  La realizzazione di sistemi di fornitura di alimentazione elettrica
lungo le banchine alle navi adibite alla navigazione marittima o alle
navi adibite alla navigazione interna, quando ormeggiate,  effettuata
attraverso  un'interfaccia  standardizzata  puo'  pertanto  rivestire
un'importanza fondamentale per la  riduzione  delle  emissioni  nelle
aree portuali. I benefici  conseguenti  si  estenderebbero  ad  ampie
fasce   della   popolazione    costiera    e    consentirebbero    la
riqualificazione di aree portuali a fini turistici e commerciali. 
  Dal punto di vista tecnico, l'eventuale realizzazione  di  impianti
di elettrificazione delle  banchine,  anche  se  non  particolarmente
complicato, richiederebbe comunque  la  collaborazione  di  tutte  le
entita'  coinvolte  (pubbliche   istituzioni,   armatori,   autorita'
portuali, gestori dei terminali portuali) per assicurare  un  elevato
tasso  di  utilizzo  a  garanzia  della  sostenibilita'   commerciale
dell'investimento e una massimizzazione della riduzione  dell'impatto
ambientale. 
  La necessita'  di  un'alimentazione  simultanea  di  piu'  navi  da
crociera, che genera una richiesta di potenza molto elevata, potrebbe
comportare    di    dover    rafforzare    la    rete    locale    di
trasmissione/distribuzione.   Tale   eventualita'   potrebbe   essere
un'opportunita'  rilevante  per  il  miglioramento   della   qualita'
dell'energia di intere aree urbane afferenti alle rispettive  realta'
portuali. 
 
  2.2 LE NORME DI RIFERIMENTO 
  La normativa e la standardizzazione sono disponibili: nel  2012  e'
stato   pubblicato   congiuntamente   da    IEC    -    International
Electrotechnical Commission, ISO  -  International  Organization  for
Standardization e IEEE  -  Institute  of  Electrical  and  Electronic
Engineers lo standard tecnico IEC/ISO/IEEE 80005-1 -  Ed.  2012-07  -
Utility connections in port - Part 1: High Voltage  Shore  Connection
(HVSC)  Systems  -  General  requirements.  L'intenzione  di   questo
standard e' quello di definire i requisiti di sicurezza e lo standard
per le connessioni  delle  navi  ai  relativi  teminal  fornitori  di
energia. 
  Le soluzioni tecniche sono mature e sono gia' state  installate  su
navi da crociera e da carico che approdano con regolarita'  in  porti
ove esiste la disponibilita' di energia da terra per  alimentare  gli
impianti elettrici delle navi (prevalentemente negli USA). 
  L'impatto sulla  logistica  portuale  e  sulla  rete  elettrica  di
alimentazione in alcuni casi non e' trascurabile: relativamente  alla
fornitura di energia elettrica alle navi da crociera si prevede  che,
per ognuna di esse, sia necessaria una singola fornitura di almeno 16
MVA (preferibili 20 MVA) corrispondenti mediamente a 12.8 MWe. 
  In generale i limiti imposti  per  le  emissioni  inquinanti  delle
centrali termoelettriche  sono  tali  da  rendere  comunque  positivo
l'impatto  sull'ambiente,  conseguente  all'adozione  di  sistemi  di
alimentazione da terra delle navi in porto. Tale  impatto  e'  ancora
piu' positivo qualora  sia  possibile  generare  l'energia  richiesta
dalle navi in siti lontani dagli abitati o con fonti rinnovabili. 
 
  3 ELETTRIFICAZIONE DELLE BANCHINE - LO SCENARIO ITALIANO 
  Recenti studi hanno evidenziato  (Universita'  di  Trieste,  studio
sulla riqualificazione dell'area portuale di Trieste)  che  circa  il
40% del costo dell'elettrificazione  di  due  banchine  per  navi  da
crociera di  grandi  dimensioni  (nel  caso  specifico  in  grado  di
alimentare due navi da crociera con 20  MVA  di  potenza  ognuna)  e'
rappresentato dalla linea di alta tensione che andrebbe portata  fino
alla cabina ed alle relative stazioni di  trasformazione.  Lo  studio
evidenzia le possibili sinergie  tra  elettrificazione  del  porto  e
infrastruttura di ricarica dei veicoli  elettrici,  la  stessa  linea
potrebbe alimentare anche le stazioni di carica lente  e  veloci  dei
veicoli elettrici senza alcun aggravio di costi. 
  I sistemi di fornitura di alimentazione elettrica  alle  navi  sono
una  tecnologia  efficace  non  soltanto  per  la   riduzione   delle
emissioni, ma anche per la riduzione dell'impatto  acustico  e  delle
vibrazioni generate dai motori attivi su navi ormeggiate in banchina. 
  Anche uno studio dell'Autorita' Portuale di Genova dimostra come le
navi da crociera e i traghetti ospitati mediamente nei soli bacini di
carenaggio di Genova, se connesse con un impianto di elettrificazione
delle banchine, potrebbero ridurre le  emissioni  di  CO2  di  19.000
tonnellate/anno, di NOx e  SOx  di  un  totale  di  2.400  tonnellate
all'anno. 
  La disponibilita' di soluzioni  per  l'alimentazione  elettrica  in
porto, in particolare  per  le  navi  da  crociera  costituirebbe  un
ulteriore fattore di attrattivita' dei porti Italiani,  tenuto  conto
di quanto stia diventando importante  la  sostenibilita'  sociale  ed
ambientale. 
  La  presenza  di  standard  globali  per  l'elettrificazione  delle
banchine garantisce la compatibilita' di installazioni effettuate  in
Italia  con  quelle  dislocate  in   ogni   altro   porto   mondiale,
massimizzando il fattore di utilizzo dei sistemi installati. 
  L'evoluzione  tecnologica  dei  sistemi  di  controllo  delle  reti
intelligenti  consente  un  miglioramento  sensibile  dell'efficienza
energetica in tutta l'area portuale e delle zone adiacenti, che  deve
integrare anche la parte relativa all'infrastruttura di ricarica  dei
veicoli elettrici e degli altri carichi elettrici portuali. A  questo
proposito si cita uno studio dell'Universita' Sapienza  di  Roma  che
propone un approccio integrato alla gestione  energetica  dei  porti,
che include gli impianti di alimentazione delle navi in  banchina,  i
carichi per  la  movimentazione  delle  merci  (gru)  e  la  relativa
conservazione (celle frigorifere) ed apre ad altri carichi  elettrici
tra cui l'infrastruttura dei veicoli elettrici pubblici e privati. 
  Ogni porto presenta specifiche peculiarita' legate  alla  posizione
geografica,  alla  sua  rete  di  interconnessione   infrastrutturale
terreste (strade, autostrade, ferrovie), alla tipologia  di  traffico
marittimo e alla vicinanza o meno ad un centro urbano. 
  Il successo  ambientale  e  commerciale  di  qualsiasi  sistema  di
elettrificazione delle banchine deve essere soggetto ad  un  accurato
studio di fattibilita' e ad una valutazione caso per caso, al fine di
ottimizzare  il   dimensionamento   dell'impianto   e   massimizzarne
l'utilizzo da parte degli operatori portuali e degli armatori. 
  La valutazione  sull'opportunita'  di  elettrificare  un  porto  od
alcune banchine  dello  stesso  potra'  essere  fatta  applicando  il
principio della valutazione dei  costi  e  benefici  derivanti  dalle
installazioni stesse, come indicato dalla Direttiva  2014/94.  A  tal
fine  si  potranno  utilizzare,  secondo  necessita',  alcuni   degli
elementi della metodologia suggerita dalla Commissione  Europea,  che
permette di  quantificare  le  esternalita',  o  la  riduzione  delle
stesse. 
  Nello  specifico  si  puo'   quantificare   una   riduzione   degli
inquininati ad impatto locale (SOx, NOx, PM)  a  cui  si  unisce  una
riduzione della CO2 emessa, soprattutto ove  venga  integrata  in  un
sistema di produzione di energia pulita, da fonti rinnovabili. 
  Molti porti  italiani  hanno  gia'  redatto  o  stanno  sviluppando
diversi studi sull'impatto economico-ambientale dell'elettrificazione
delle banchine e tutti concordano sul determinante  contributo  della
elettrificazione dei porti alla effettiva riduzione  delle  emissioni
inquinanti misurabili, e  molti  tengono  conto  del  bilancio  costi
benefici oppure analizzano i  vantaggi  di  un  approccio  energetico
integrato all'area portuale. 
 
  4 MISURE DI SOSTEGNO PER L'ELETTRIFICAZIONE DELLE BANCHINE 
  Particolare attenzione per ciascun progetto deve  essere  riservata
alla sostenibilita' finanziaria che, oltre all'investimento  iniziale
in  macchinari  capaci  di   fornire   energia   elettrica   con   le
caratteristiche adeguate al  maggior  numero  possibile  di  navi  (e
quindi con tensioni che possono variare dai 440 V ai 690 V,  dai  6,6
kV agli 11 kV e con frequenze di 50 o 60  Hz  ),  deve  tenere  conto
della sfruttabilita' dell'impianto (previsione di  quante  navi,  tra
quelle gia' pronte per poter essere alimentate da terra, approderanno
nel porto in un determinato periodo) e del costo finale per  l'utente
(tale  costo  deve  risultare  competitivo  rispetto  al  costo   dei
combustibili navali che permettono di ottemperare ai  limiti  imposti
per legge in materia di emissioni navali). 
  Pertanto,  a  seguito  di  approfondite  considerazioni  locali  di
carattere  ambientale,  di  traffico  marittimo,  di  generazione   e
disponibilita' di energia elettrica dalla rete nazionale,  si  potra'
stabilire caso per caso, porto per porto, l'opportunita'  di  dotarlo
di impianto di alimentazione elettrica per navi. 
 
  5  FORNITURA  DI  ELETTRICITA'   AGLI   AEROMOBILI   IN   FASE   DI
STAZIONAMENTO - LO STATO TECNOLOGICO 
  Ogni aereo, in volo o a terra, necessita di  una  alimentazione  di
energia elettrica, 115 V e 400 Hz per operazioni di  sicurezza  e  di
controllo  del  velivolo  stesso.  Durante  il  rullaggio,  l'energia
elettrica e' generata da  apparecchiature  di  bordo  che  forniscono
energia / potenza per funzioni diverse dalla propulsione, ad  esempio
l'unita' di alimentazione ausiliaria (APU  -  Auxiliary  Power  Unit)
situata nella parte posteriore del velivolo. Quando  l'aeromobile  e'
parcheggiato, l'APU puo' essere utilizzata per alimentare il velivolo
durante  l'imbarco  e  lo  sbarco   dei   passeggeri,   la   pulizia,
l'avviamento  del  motore,  ecc.  e,  soprattutto,   per   alimentare
l'impianto di climatizzazione. Tuttavia, queste  operazioni  generano
un alto livello di gas serra (ad esempio, per un  per  B747-400  sono
necessari 550 l/h di kerosene) e provocano una rumorosita'  di  circa
80 decibel (dB),  misurata  nella  area  di  stazionamento,  con  una
efficienza stimata dell'APU compresa tra il 10 e il 14%. 
  L'installazione di un impianto di fornitura  di  energia  elettrica
negli aeroporti per l'uso da parte degli aerei  in  stazionamento  e'
una opportunita' cruciale per i terminal per  ridurre  al  minimo  il
consumo di carburante, le emissioni acustiche e di CO2 derivanti. 
  Relativamente  alle   tecnologie   disponibili   ci   sono   metodi
alternativi per la fornitura di energia e aria condizionata  per  gli
aeroplani in stazionamento (oltre all'APU): 
  • Impianti fissi di distribuzione dell'energia  elettrica  (FEGP  -
Fixed  Electrical  Ground  Power),  collegati  alla  rete   elettrica
dell'aeroporto,  in  grado  di  alimentare   il   sistema   di   aria
condizionata degli aeromobili. Dal momento che  nella  maggior  parte
degli aeroporti la rete elettrica opera su 50 o 60 Hz, sono necessari
convertitori di frequenza per passare ai  400  Hz  richiesti  per  il
funzionamento dell'aereo. Questi possono  essere  installati  in  due
modi: 
  - Sui pontili di  imbarco  e  sbarco  dei  passeggeri,  controllati
elettricamente sia per la connessione sia per il riavvolgimento,  una
volta concluse le operazioni, oppure 
  - Su supporti fissi posizionati sull'asfalto nei pressi  dell'ogiva
del velivolo parcheggiato che possono essere interrati o fuori terra. 
  • Impianti di aria  pre-condizionata  (APC  -  Pre-conditioned  air
system), utilizzando apparecchiature  a  terra.  I  sistemi  azionati
elettricamente non richiedono combustibile  liquido,  il  livello  di
rumore e' di 70 dB, e la loro  efficienza  e'  fino  al  50%  (per  i
sistemi centrali in termini  di  consumo  di  energia  primaria).  In
termini comparativi, secondo la scala logaritmica, una rumorosita' di
70 dB nella area di stazionamento invece di 80 dB corrisponde ad  una
riduzione della rumorosita' di 10 volte. 
  Questi impianti alternativi alle  APU  possono  essere  forniti  di
motori diesel portatili, oppure concepiti  come  sistemi  localizzati
puntuali o centralizzati: 
  • le unita' portatili a terra con motore diesel (GPU) e  le  unita'
di  condizionamento  d'aria  possono  essere  montate   sulla   parte
posteriore di un camion o rimorchio per una maggiore mobilita'  nelle
aree di stazionamento; 
  • i sistemi localizzati puntuali  (POU  -  Point  of  Use)  rendono
disponibile   l'infrastruttura    primaria    necessaria    per    il
riscaldamento, la ventilazione ed il condizionamento dell'aria (HVAC)
in corrispondenza delle postazioni in cui sostano gli aeromobili; 
  • i sistemi centralizzati infine producono in un  sistema  centrale
la   loro   funzione   primaria   (riscaldamento,   ventilazione    o
condizionamento) che giunge agli aeromobili attraverso  una  rete  di
distribuzione, spesso integrata  con  il  sistema  centralizzato  del
terminal aeroportuale. 
  Poiche' ognuno di questi tipi di sistemi  alternativi  puo'  essere
utilizzato per soddisfare i requisiti di carico e  potenza  per  piu'
tipi  di  velivolo,  la  scelta  di  quale  sistema  alternativo  per
implementare e' basata su diversi fattori legati a  costi,  requisiti
di  infrastruttura  e  considerazioni  operative.  Numerosi  standard
internazionali possono essere impiegati nella selezione dei fornitori
al fine di garantire l'efficienza dell'infrastruttura installata. 
 
  6  FORNITURA  DI  ELETTRICITA'   AGLI   AEROMOBILI   IN   FASE   DI
STAZIONAMENTO - LO SCENARIO ITALIANO 
  Nei principali aeroporti italiani aperti  al  traffico  commerciale
sono presenti piazzole di sosta dotate di apparati  di  alimentazione
di energia elettrica sottobordo (400 Hz) per gli aeromobili. 
  In particolare nei tre gates intercontinentali (cosi' come definiti
dal DPR 201/2015  che  ha  individuato  gli  aeroporti  di  interesse
nazionale: aeroporti di Fiumicino, Malpensa e Venezia) i  sopracitati
apparati sono disponibili per oltre l'80% delle piazzole presenti. 
  I  suddetti  dispositivi  di  rifornimento  sottobordo  sono  anche
disponibili  nella  quasi  totalita'  degli  aeroporti  con  traffico
superiore ai 1,5 milioni di pax/anno, in percentuale variabile. 
  Dati di Traffico Anno 2015  (Assaeroporti,  dati  aggiornati  Marzo
2016) 
 
Tabella  1:  Dati  di  Traffico  Anno  2015  e  variazioni  su   2014
             (Assaeroporti, dati aggiornati Marzo 2016) 
 
 
=====================================================================
| N.  |   AEROPORTO   |  MOVIMENTI   |   %   |  PASSEGGERI  |   %   |
+=====+===============+==============+=======+==============+=======+
|  1  |Alghero        |        12.551|   -9,1|     1.677.967|    2,4|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
|  2  |Ancona         |        12.395|   -2,9|       521.065|    8,4|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
|  3  |Bari           |        36.886|   13,0|     3.972.105|    8,0|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
|  4  |Bergamo        |        76.078|   12,4|    10.404.625|   18,6|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
|  5  |Bologna        |        64.571|   -0,7|     6.889.742|    4,7|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
|  6  |Bolzano        |        11.915|   -2,2|        35.141|  -46,4|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
|  7  |Brescia        |         8.239|    9,6|         7.744|  -42,8|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
|  8  |Brindisi       |        18.042|    4,5|     2.258.292|    4,4|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
|  9  |Cagliari       |        31.167|   -8,6|     3.719.289|    2,2|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 10  |Catania        |        54.988|   -8,2|     7.105.487|   -2,7|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 11  |Comiso         |         3.458|   21,5|       372.963|   13,6|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 12  |Cuneo          |         4.908|  -14,0|       129.847|  -45,3|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 13  |Firenze        |        34.269|    0,3|     2.419.818|    7,5|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 14  |Foggia         |         1.043|  -57,7|         1.942|  -67,0|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 15  |Genova         |        19.280|    3,8|     1.363.240|    7,5|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 16  |Grosseto       |         1.661|  -10,0|         3.183|  -32,0|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 17  |Lamezia Terme  |        21.524|   -5,9|     2.342.452|   -2,8|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 18  |Milano Linate  |       118.650|    4,8|     9.689.635|    7,4|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
|     |Milano         |              |       |              |       |
| 19  |Malpensa¹      |       160.484|   -3,8|    18.582.043|   -1,4|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 20  |Napoli         |        60.261|    1,4|     6.163.188|    3,4|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 21  |Olbia          |        28.272|   -1,0|     2.240.016|    5,3|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 22  |Palermo        |        42.407|    0,4|     4.910.791|    7,4|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 23  |Parma          |         5.946|  -15,2|       187.028|   -9,0|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 24  |Perugia        |         5.963|   72,6|       274.027|   30,9|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 25  |Pescara        |        10.324|   53,2|       612.875|   10,1|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 26  |Pisa           |        39.515|    1,7|     4.804.812|    2,6|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 27  |Reggio Calabria|         6.858|   -7,1|       492.612|   -5,8|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 28  |Roma Ciampino² |        53.153|    6,2|     5.834.201|   16,1|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 29  |Roma Fiumicino²|       315.217|    1,0|    40.463.208|    4,8|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 30  |Torino         |        44.261|    4,2|     3.666.424|    6,8|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 31  |Trapani        |        11.607|   -7,4|     1.586.992|   -0,7|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 32  |Trieste        |        14.672|   -4,9|       741.776|    0,2|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 33  |Treviso        |        18.402|    3,4|     2.383.307|    6,0|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
| 34  |Venezia        |        81.946|    5,4|     8.751.028|    3,3|
+-----+---------------+--------------+-------+--------------+-------+
 
 
--------------- 
¹ Inclusi movimenti e passeggeri Bergamo, relativi al periodo in  cui
le  attivita'  aeronautiche  si  sono  fermate   alcuni   giorni   in
coincidenza con l'ultima fase dei lavori di rifacimento della pista e
ammodernamento delle infrastrutture di volo. 
² Nel periodo Mag-Lug 2015, per ragioni operative, parte del  trafico
di Fiumicino e' stato trasferito a Ciampino 
 
 
  Negli aeroporti caratterizzati da volumi di traffico piu' bassi, ad
eccezione di pochi casi, non sono fruibili piazzole con alimentazione
elettrica sottobordo. 
  A margine di quanto sopra, si evidenzia che l'Action  Plan  per  la
riduzione dei livelli di CO2,  definito  dall'Italia  per  rispondere
alle specifiche risoluzioni dell'ICAO, promuove l'aumento del  numero
delle  piazzole  di  sosta   fornite   di   alimentazione   elettrica
sottobordo. 
  Come precedentemente riportato, la maggior  parte  degli  aeroporti
italiani che operano un servizio commerciale sono gia' dotati, per lo
meno parzialmente, di  installazioni  per  la  fornitura  di  energia
elettrica  agli  aeromobili  in  fase  di  stazionamento,   ulteriori
installazioni sono previste essere sviluppate. 
  La valutazione dell'opportunita' di incrementare  ulteriormente  il
numero di installazioni potra' essere fatta applicando  il  principio
della valutazione dei costi e benefici derivanti dalle  installazioni
stesse, come indicato dalla Direttiva 2014/94. A tal fine si potranno
utilizzare,  secondo  necessita',   alcuni   degli   elementi   della
metodologia suggerita dalla Commissione Europea. 
 
 
  7  FORNITURA  DI  ELETTRICITA'   AGLI   AEROMOBILI   IN   FASE   DI
STAZIONAMENTO - GLI IMPATTI SOCIALI 
  La valuatzione se e dove procedure con le installazioni  necessarie
alla  fornitura  di  energia  elettrica  agli  aerei   in   fase   di
stazionamento puo' essere fatta sulla base  di  una  mappatura  delle
diverse categorie di aeroporti, del loro profilo di traffico aereo  e
delle strutture aeroportuali  attualmente  disponibili,  i  piani  di
azione possono essere studiati, insieme alle  industrie  del  settore
del trasporto aereo, per determinare la strategia ottimale di  azione
ed  il  livello  ottimale  di  coordinamento,  che  potrebbe   essere
nazionale cosi' come regionale. 
  Una volta che  sia  stata  stabilita  la  necessita'  di  un'azione
strategica concreta (mediante una valutazione  Costi  Benefici),  gli
organismi di regolamentazione possono impostare linee guida normative
in materia di utilizzo della  APU  mentre  gli  aerei  stazionano  in
aeroporto e fornire incentivi finanziari per l'installazione di  tali
sistemi. 
I principi ispiratori del piano d'azione possono essere  trovati  nel
programma AGR (Aircraft on  the  Ground  CO2  Reduction),  sviluppato
dalla BAA attraverso la Sustainable Aviation coalition3 . 
Il programma fornisce una guida  pratica  per  aiutare  le  compagnie
aeree, i fornitori di servizi per la navigazione aerea,  le  societa'
di assistenza a terra e gli operatori  aeroportuali  per  ridurre  le
emissioni di CO2 dei movimenti aerei a terra ed  ha  gia'  portato  a
notevoli risparmi: 
• una quantita' stimata di circa  100.000  tonnellate  di  CO2  annue
risparmiate ad Heathrow, derivante dalla riduzione dell'utilizzo  del
motore durante il rullaggio cosi' come dall'uso di FEGP e PCA; 
• circa il 20% di risparmi in termini di incremento di efficienza per
ciascun movimento per le attuali attivita' a terra degli  aeromobili,
con potenziali ulteriori sviluppi per il futuro; 
• questo si traduce in circa 6 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno
a livello mondiale (stimato dalla IATA). 
 
 
-------- 
 3 Sustainable Aviation CO2  Road-Map  2012,  disponibile  sul  sito:
http://www.sustainableaviation.co.uk/wpcontent/uploads/2015/09/SA-Car
bon-Roadmap-full-report.pdf 
 
 
  8  MISURE  DI  SOSTEGNO  PER  LA  FORNITURA  DI  ELETTRICITA'  AGLI
AEROMOBILI IN FASE DI STAZIONAMENTO 
 
  8.1 AUTORITA' AEROPORTUALI ED OPERATORI 
  Le autorita' aeroportuali e gli operatori sono fattori  chiave  per
la  realizzazione  di  infrastrutture  alternative  e  centrale   per
l'agevolazione del  suo  utilizzo  da  parte  degli  operatori  delle
compagnie aeree. In genere, gli aeroporti che hanno installato FEGP e
PCAs impostare restrizioni per l'uso di APUs. 
  Oltre  a  fornire   infrastrutture   alternative,   gli   aeroporti
potrebbero garantire che le strutture a terra siano ben  mantenute  e
la disponibilita' sia elevata, al fine di creare  una  fiducia  nella
possibilita' di un loro utilizzo costante. 
  Gli Aeroporti potrebbero anche collaborare con gli operatori  aerei
e di terra garantendo che le strutture terminalistiche dell'aeroporto
siano adeguate, adatte allo scopo e ben tenute e che ci sia stata una
sufficiente formazione mirata a garantire che queste strutture  siano
utilizzate in modo efficiente e sicuro. 
 
  8.2 AIRLINE OPERATORS 
  Gli operatori aerei hanno un ruolo da svolgere per accrescere l'uso
di infrastrutture alternative. Alcune  compagnie  aeree  stabiliscono
procedure aggiuntive al fine di limitare l'uso dell'APU, in  funzione
del tipo di velivolo, del peso effettivo al momento del decollo  e  a
seconda  delle   caratteristiche   dell'aeroporto   (altitudine,   la
lunghezza della pista, ecc). 
  Poiche' l'uso di  carburante  aeronautico  nel  APU  e'  costoso  e
inefficiente,  si  raccomanda  che  gli  operatori  di  bordo  e  gli
operatori di terra seguano  procedure  nel  usare  le  dotazioni  del
terminal aeroportuale,  che,  se  seguite,  possono  far  risparmiare
carburante, ridurre significativamente il rumore e  le  emissioni  di
gas serra. Le seguenti  regole  non  valicano  mai  le  normative  di
sicurezza ne i controlli del velivolo: 
  1. Nel Terminale Aeroportuale, le installazioni di terra come  FEGP
e  PCA  alimentati  dalla  rete  elettrica,  devono   essere   sempre
utilizzate ove previste, 
  2. Quando queste non sono disponibili, dovrebbero essere utilizzate
per le unita' di condizionamento i GPU portatili alimentati a gasolio
perche'  riducono  l'utilizzo  di  carburante,  emissioni  e   rumore
rispetto all'APU, 
  3. Quando FEGP, PCA o GPU non  sono  disponibili,  dovrebbe  essere
usato il sistema APU di bordo  ed  i  relativi  generatori  e  flussi
d'aria dal compressore (ad alta pressione e temperatura). 
  4. Se nessuna di queste tecnologie e' disponibile  dovrebbe  essere
usato come ultima risorsa i generatori azionati dal motore principale
e il flusso dell'aria. 
 
  9 ULTERIORI  CONTRIBUTI  ALLA  RIDUZIONE  DEI  CONSUMI  DI  ENERGIA
ELETTRICA NEL SETTORE AEROPORTUALE 
  Nel  settore  aeroportuale  i  Gestori  hanno  da   tempo   avviato
iniziative ed interventi volti alla riduzione del consumo di  energia
primaria, e conseguentemente delle emissioni di CO2, e  considerevoli
progressi sono gia' stati realizzati, sia  con  azioni  intraprese  a
livello nazionale, sia tramite la partecipazione a programmi europei.
A cio' si aggiungono  le  azioni  inserite  nei  nuovi  contratti  di
programma che le societa' di gestione  intendono  adottare  entro  il
2020, sulla base dei modelli emanati  dall'Autorita'  di  Regolazione
dei Trasporti. 
  Sulla base delle informazioni fornite da  Assaeroporti,  a  partire
dai dati  comunicati  dai  principali  Gestori  che  complessivamente
rappresentano circa il  90%  del  traffico  complessivo  del  sistema
aeroportuale  italiano,  corrispondente  a  oltre  135   milioni   di
passeggeri, risulta il seguente quadro: 
  • Aeroporti che rappresentano l'84% del  traffico  aereo  nazionale
hanno  gia'  promosso  interventi  volti  all'efficientamento   degli
impianti di illuminazione, come ad esempio la installazione di  corpi
illuminanti ad alta  efficienza  (LED)  o  di  sistemi  di  controllo
automatico della luminosita' degli ambienti; nel 2020 si prevede  che
detta percentuale aumenti all'87% del traffico complessivo; 
  • Aeroporti che rappresentano il 78% del traffico  aereo  nazionale
hanno gia' avviato interventi per l'efficientamento degli impianti di
produzione   energetica    (termica/elettrica/frigorifera)    tramite
cogenerazione,  trigenerazione  o  installazione  di  unita'  per  il
trattamento dell'aria  (UTA)  ad  elevata  efficienza;  nel  2020  si
prevede  che  detta  percentuale   aumenti   all'84%   del   traffico
complessivo; 
  • Aeroporti che rappresentano il 41% del traffico  aereo  nazionale
hanno gia' promosso interventi di riqualificazione e/o  realizzazione
di componenti  dell'involucro  edilizio  ad  elevate  prestazioni  in
termini di trasmittanza  termica;  nel  2020  si  prevede  che  detta
percentuale aumenti al 57% del traffico complessivo; 
  • Aeroporti che rappresentano il 58% del traffico  aereo  nazionale
hanno gia' promosso interventi di  Green  Procurement;  nel  2020  si
prevede  che  detta  percentuale  aumenti   al   60%   del   traffico
complessivo; 
  • Aeroporti che rappresentano il 59% del traffico  aereo  nazionale
hanno gia' promosso interventi  di  Personnel  Training  comprendente
iniziative  di  formazione  e   sensibilizzazione   sulle   tematiche
ambientali ed il corretto  uso  dell'energia,  rivolte  al  personale
aeroportuale; nel 2020 si prevede che detta  percentuale  aumenti  al
64% del traffico complessivo; 
  • Aeroporti che rappresentano l'82% del  traffico  aereo  nazionale
hanno gia' promosso l'adozione di protocolli gestionali  e  strumenti
organizzativi per la migliore conduzione degli impianti tecnologici e
la pianificazione degli interventi di  miglioramento  dell'efficienza
energetica delle infrastrutture aeroportuali; nel 2020 si prevede che
detta percentuale aumenti all'84% del traffico complessivo; 
  • Alcuni aeroporti prevedono di realizzare entro il 2020 interventi
riguardanti l'installazione di impianti fotovoltaici  e  di  adottare
materiali fotocatalitici per le aree di viabilita'; 
  • L'Accreditamento ACI Europe Airport Carbon Accreditation e' stato
conseguito da aeroporti che gestiscono il 51% del traffico  aereo  ed
e' previsto raggiungere il 65% nel 2020. 
  In  merito  agli  interventi  che  saranno  attuati   dai   Gestori
aeroportuali per la riduzione delle esternalita' ambientali  connesse
all'attivita' aeroportuale, programmati nell'ambito dei  rinnovi  dei
contratti   di   programma   vi   sono   ad   esempio   i    seguenti
indicatori-obiettivo  definiti  dall'Autorita'  di  Regolazione   dei
Trasporti: 
  •  Nuovi  impianti  di  illuminazione  in  sostituzione  di  quelli
esistenti con apparecchi a basso consumo (LED, fluorescenti, etc.) 
  • Installazione dei componenti opachi di involucro al di sotto  dei
valori limite di trasmittanza indicati dalla normativa 
  • Installazione dei componenti trasparenti di involucro al di sotto
dei valori limite di trasmittanza indicati dalla normativa 
  • Riduzione del consumo di energia  mediante  sistemi  di  gestione
degli apparati di Illuminazione 
  •  Riduzione  del  consumio  di  energia   mediante   impianti   di
condizionamento ad elevata efficienza 
  •  Produzione  di  energia  alternativa  tramite  installazione  di
impianti fotovoltaici 
  • Produzione di energia elettrica, termica  e  frigorifera  tramite
impianti di cogenerazione e rigenerazione 
  • Produzione di  energia  termica  ed  elettrica  tramite  impianti
alimentati da biomasse reperibili localmente 
  • Produzione di energia elettrica, termica  e  frigorifera  tramite
impianti di cogenerazione e rigenerazione 
  • Produzione  di  energia  elettrica  e  termica  tramite  impianti
geotermici a bassa entalpia 
 
 
                     Quadro strategico nazionale 
 
                             Sezione b: 
           Fornitura di idrogeno per il trasporto stradale 
 
 
                               INDICE 
 
  LISTA DELLE TABELLE LISTA DELLE FIGURE 
  1 LE POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA PER IL SETTORE DEI TRASPORTI 
  2 LO STATO TECNOLOGICO 
  3 SCENARI EUROPEI 
  4 SCENARI ITALIANI 
  4.1 DIMENSIONAMENTO DEL PARCO VEICOLI FCEV 
  4.2 PRODUZIONE DELL'IDROGENO PER IL SETTORE DEI TRASPORTI 
  4.3 INTEGRAZIONE DELLE RINNOVABILI ELETTRICHE 
  5 DIMENSIONAMENTO DELLA RETE DI STAZIONI DI RIFORNIMENTO 
  6 LE PROSPETTIVE PER LA SOCIETA' 
  6.1 LA PROSPETTIVA DEL CONSUMATORE 
  6.2 RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DI CO2 E DI ALTRI INQUINANTI  DANNOSI
ALLA SALUTE UMANA 
  7 MISURE DI SOSTEGNO 
  7.1 MISURE DI SOSTEGNO ALLO SVILUPPO DELL'IDROGENO E BARRIERE 
  7.2 BARRIERE ALLO SVILUPPO DELL'IDROGENO 
  7.3 MISURE GIURIDICHE 
  8 INTEROPERABILITA' A LIVELLO EUROPEO 
  9 ABBREVIAZIONI, ACRONIMI, UNITA' DI MISURA E BIBLIOGRAFIA 
  9.1 ABBREVIAZIONI E ACRONIMI 
  9.2 UNITA' DI MISURA 
  9.3 BIBLIOGRAFIA 
 
  RIFERIMENTI 
 
  APPENDICE A: 
 
                         LISTA DELLE TABELLE 
 
  Tabella No. 
  Tabella 1: Scenari di evoluzione tecnologica riportati  nel  report
"Fuelling Europe's future. How auto innovation leads to EU jobs" 
  Tabella  2:  Scenario  MobilitaH2IT,   riduzione   dei   principali
inquinanti atmosferici attribuiti al trasporto su strada fino al 2050 
  Tabella 3: Iniziative UE per la  sperimentazione  e  la  diffusione
dell'idrogeno per il trasporto 
 
 
                         LISTA DELLE FIGURE 
 
  Figura No. 
  Figura 1: Dipendenza energetica nel 2013 e spesa dei paesi  europei
in benzina e diesel nel 2012. Fonte: EUROSTAT 
  Figura 2: Emissioni dal pozzo alla ruota  (well-to-wheel,  WTW)  vs
autonomia per diverse opzioni tecnologiche di mobilita' 
  Figura 3: La sfida dello stoccaggio energetico per la mobilita' 
  Figura 4: Componenti di un auto FCEV e previsioni  di  costo  delle
autovetture per tecnologia di alimentazione in Europa 
  Figura 5: Costo d'acquisto e TCO degli autobus  per  tecnologia  di
alimentazione in Europa 
  Figura 6: Flusso di cassa  delle  stazioni  di  rifornimento  nelle
prima fase di sviluppo del mercato FCEV 
  Figura 7: La stazione idrogeno di Bolzano 
  Figura 8: Stock delle autovetture per tecnologia negli Stati Uniti,
EU4 e Giappone nello scenario IEA 2DS high H2 fino al 2050 
  Figura   9:   TCO   delle   diverse   tecnologie   automobilistiche
(considerando un tasso di sconto del 5 %) 
  Figura 10: Proiezione del numero  di  stazioni  di  rifornimento  a
idrogeno previsto in Francia Figura 11: Scenario MobilitaH2IT,  stock
autovetture FCEV fino al 2050 
  Figura 12: Scenario MobilitaH2IT, stock autobus FCEV fino al 2050 
  Figura 13: Scenario MobilitaH2IT, domanda  H2  alla  pompa  veicoli
FCEV fino al 2050 Figura 14:  Scenario  MobilitaH2IT,  produzione  H2
fino al 2050 
  Figura 15: Scenario MobilitaH2IT, costo di produzione  e  trasporto
H2 fino al 2050 
  Figura 16: Scenario MobilitaH2IT, potenziale di integrazione  delle
rinnovabili elettriche fino al 2050 
  Figura 17:  Scenario  MobilitaH2IT,  numero  e  tipologia  stazioni
rifornimento per autovetture FCEV e autobus FCEV fino al 2050 
  Figura 18: Possibile  ubicazione  delle  stazioni  di  rifornimento
previste al 2020 per autovetture FCEV (sx) e autobus FCEV (dx) 
  Figura 19: Possibile  ubicazione  delle  stazioni  di  rifornimento
previste al 2025 per autovetture FCEV (sx) e autobus FCEV (dx) 
  Figura 20: Scenario MobilitaH2IT, riduzione delle emissioni di  CO2
rispetto al Reference Scenario fino al 2050 
  Figura 21: Scenario MobilitaH2IT, finanziamenti pubblici Europei  e
Nazionali necessari fino al 2025 
 
  1 LE POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA PER IL SETTORE DEI TRASPORTI 
  Nel settore dei trasporti, sostenere l'innovazione e  l'efficienza,
frenare la dipendenza dalle importazioni di  petrolio  e  guidare  il
passaggio a fonti energetiche interne e rinnovabili  rappresenta  una
via  da  seguire  per  raggiungere  gli  obiettivi  chiave   europei:
stimolare la crescita economica, aumentare l'occupazione e mitigare i
cambiamenti climatici. In particolare l'Italia presenta un livello di
dipendenza energetica tra i piu' elevati a livello europeo, 76.9%  al
2013. Nel 2012, l'import di petrolio grezzo e'  stato  pari  a  68.81
milioni di tonnellate e la spesa per benzina e diesel e' stata pari a
24.63 miliardi di euro (Fuelling Europe's future. How auto innovation
leads to EU jobs. Cambridge Econometrics (CE), in collaboration  with
Ricardo-AEA, Element Energy. 2013) (Figura 1). 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 1: Dipendenza energetica nel 2013 e spesa dei paesi europei in
             benzina e diesel nel 2012. Fonte: EUROSTAT 
 
  Occorre quindi porsi obiettivi di riduzione dei consumi  energetici
da combustibili fossili, di riduzione  delle  emissioni  di  anidride
carbonica e di miglioramento della qualita' dell'aria  anche  tramite
l'utilizzo dell'idrogeno. 
 
  2 LO STATO TECNOLOGICO 
  La produzione di idrogeno da energia elettrica e lo  stoccaggio  in
forma  gassosa  o  liquefatta  rappresenta  una  valida  opzione  per
aumentare  la  flessibilita'  del  sistema  energetico,   consentendo
l'integrazione  di   elevate   quote   di   fonti   rinnovabili   non
programmabili (fotovoltaico, eolico) e la riduzione  delle  emissioni
di CO2. 
  In particolare il trasporto su strada e' un  grande  emettitore  di
anidride carbonica ed e' necessario il passaggio a modi di  trasporto
piu' efficienti, come il trasporto di passeggeri e merci  su  rotaia.
In alternativa, una sostanziale  decarbonizzazione  del  settore  dei
trasporti su strada puo' essere ottenuta: 
  1) aumentando la quota di  uso  diretto  di  energia  elettrica  in
veicoli elettrici  a  batteria  (BEVs)  e  veicoli  elettrici  ibridi
plug-in (PHEVs); 
  2) aumentando in  modo  significativo  la  quota  di  biocarburanti
sostenibili (in particolare biometano), in combinazione con motori ad
alta efficienza ibridi a combustione interna (ICEs) e PHEVs; 
  3) utilizzando  FCEVs  veicoli  elettrici  alimentati  da  idrogeno
prodotto a basso tenore di carbonio. 
  Tutte e tre le opzioni possono contribuire in modo sostanziale alla
riduzione delle emissioni (Figura  2),  ma  devono  superare  diverse
barriere. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 2: Emissioni dal pozzo  alla  ruota  (well-to-wheel,  WTW)  vs
       autonomia per diverse opzioni tecnologiche di mobilita' 
 
  I veicoli BEVs possono  attingere  da  una  produzione  di  energia
elettrica e da un'infrastruttura di trasporto e  distribuzione  (T&D)
gia' esistenti, nonche'  fare  affidamento  sul  fatto  che  il  loro
impatto  in  termini  di  emissioni  di  CO2  sarebbe  ridotto  dalla
decarbonizzazione gia' in atto nel settore elettrico.  In  ogni  caso
occorre considerare che le batterie riscontrano un serio  compromesso
tra capacita' e peso, nonche' l'incertezza sull'autonomia e i  lunghi
tempi di ricarica che sono grandi preoccupazioni per l'accettabilita'
dell'utente finale. Nel caso dei biocarburanti, la produzione solleva
dubbi per quanto riguarda la  sostenibilita'  e  la  sottrazione  dal
settore alimentare umano ed animale, in particolare tenendo conto che
una considerevole quantita' di biocarburanti  saranno  necessari  per
decarbonizzare il trasporto di merci  su  lungo  raggio  (su  strada,
aerei e marittimo). 
  I  veicoli  FCEV  possono  fornire   un   servizio   di   trasporto
paragonabile ai veicoli di oggi e,  allo  stesso  tempo,  contribuire
agli obiettivi di miglioramento  dell'indipendenza  energetica  e  di
sicurezza climatica. 
  Le performance di stoccaggio dell'idrogeno sono migliori rispetto a
quelle delle batterie elettriche (Figura  3).  E'  possibile  infatti
immagazzinare 6 kg di idrogeno (circa 200 kWh) compresso a 700 bar in
un serbatoio dal peso complessivo di 125  kg  e  dal  volume  di  260
litri, mentre per immagazzinare meta' di quest'energia (100  kWh)  in
batterie elettriche agli ioni di litio occorrono 830 kg di peso e 670
litri  di  volume.  Un  serbatoio  di  260   litri   puo'   rientrare
perfettamente nel volume, necessariamente  ridotto,  di  un  veicolo,
offrendo un'autonomia di 600 km, comparabile con quella  offerta  dai
veicoli a benzina e chiaramente superiore alle ridotte autonomie  dei
veicoli a  batteria  BEVs  attualmente  sul  mercato.  Da  ultimo,  e
diversamente dalle batterie,  le  performance  di  stoccaggio  di  un
serbatoio di idrogeno non si deteriorano con il numero di  cariche  e
scariche o con l'esposizione a temperature estreme. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
   Figura 3: La sfida dello stoccaggio energetico per la mobilita' 
 
  Attualmente  circa  540  FCEVs  (autovetture  e  autobus)  sono  in
attivita' come vettura pilota in tutto il mondo,  in  particolare  in
Europa (192),  Stati  Uniti,  Giappone,  Corea  del  Sud  (Technology
Roadmap Hydrogen and Fuel Cells. IEA. Giugno 2015). I  veicoli  FCEVs
sono  essenzialmente  veicoli  elettrici  che   utilizzano   idrogeno
immagazzinato  in  un  serbatoio  pressurizzato   e   una   cella   a
combustibile per la produzione di energia a bordo.  I  veicoli  FCEVs
sono anche auto ibride,  l'energia  di  frenata  viene  recuperata  e
accumulata in una batteria. L'alimentazione elettrica della  batteria
viene  usata  per  ridurre  la  domanda  di  picco  della   cella   a
combustibile  in  accelerazione  e   per   ottimizzare   l'efficienza
operativa. I veicoli FCEVs sono  usualmente  riforniti  con  idrogeno
gassoso a pressioni  tra  35  MPa  e  70  MPa.  Attualmente,  per  le
autovetture, l'efficienza su strada (fuel economy) e' di circa  1  kg
di idrogeno ogni 100 km percorsi, con autonomie da circa 500 km a 750
km e tempi di ricarica inferiori ai 5 minuti. 
  Nonostante i costi delle autovetture FCEV sono ad oggi  elevati1  ,
il costo e' previsto convergere entro il 2030 con quello delle  altre
tecnologie di alimentazione, grazie ad economie di scala  (Figura  4,
(En route pour un transport durable. Cambridge Econometrics. Novembre
2015)). 
 
 
-------- 
 1 I prezzi annunciati fino  ad  oggi  sono  stati  fissati,  per  le
autovetture, a circa 60.000 euro. 
 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  Figura 4: Componenti di un auto FCEV e previsioni di costo delle 
        autovetture per tecnologia di alimentazione in Europa 
 
A  conferma  dell'interesse  nella  tecnologia  FCEV,  alcune   delle
maggiori case  automobilistiche  mondiali  hanno  gia'  integrato  la
tecnologia delle fuel cell ad idrogeno nei loro  piani  strategici  e
dai primi prototipi si  e'  passati  rapidamente,  negli  ultimissimi
anni, alla produzione su scala commerciale. 
Varie sperimentazioni hanno coinvolto anche  il  trasporto  pubblico,
sin dai primi anni '90. Negli ultimi 15 anni, in Europa,  sono  stati
operativi autobus FCEV su circa 8 milioni di km, dimostrando  che  la
tecnologia funziona, e' flessibile, operativa e sicura. Un totale  di
84 autobus FCEV sono operativi, o  in  procinto  di  esserlo,  in  17
citta' e regioni in 8 paesi europei. Le autonomie quotidiane arrivano
fino a 450 km, con efficienze di consumo di circa 8-9  kg  di  H2/100
km, i tempi di rifornimento sono inferiori a 10 minuti.  Gli  autobus
FCEV sono in grado di raggiungere lo stesso chilometraggio quotidiano
degli autobus diesel  convenzionali,  hanno  piena  flessibilita'  di
rotta e non richiedono alcuna infrastruttura lungo  il  percorso.  La
piattaforma europea "Fuel Cells and Hydrogen Joint  Undertaking"  sta
attivamente promuovendo e finanziando diversi progetti, da 10 fino  a
piu' di 20 autobus FCEV per  localita'.  I  futuri  costi  d'acquisto
degli autobus  FCEV  dipenderanno  dalla  rapidita'  nel  raggiungere
effetti di scala e dal cammino tecnologico seguito. In un percorso in
grado  di  cogliere  sinergie  di  tecnologia  con  il  mercato  FCEV
automobilistico (Automotive FC), i costi d'acquisto e  i  TCO  (Total
Cost of Ownership) potrebbero essere  pressoche'  alla  pari  con  la
tecnologia diesel  ibrida  entro  il  prossimo  decennio  (Fuel  Cell
Electric Buses, Potential for Sustainable Public Transport in Europe.
A Study for the Fuel Cells and Hydrogen Joint Undertaking.  Settembre
2015) (Figura 5). 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 5: Costo d'acquisto e TCO  degli  autobus  per  tecnologia  di
                       alimentazione in Europa 
 
  Le stazioni di rifornimento di idrogeno possono  essere  alimentate
in due diversi modi: 
  1) Produzione di idrogeno in sito direttamente  nella  stazione  di
rifornimento; 
  2) Produzione di idrogeno in  impianti  centralizzati  e  trasporto
alla stazione di rifornimento. 
  Sia nella produzione in sito, che nella  produzione  centralizzata,
e' possibile l'utilizzo di elettrolizzatori o steam methane reformers
(SMR). Ogni approccio ha i suoi vantaggi  e  compromessi.  Mentre  la
produzione centralizzata di idrogeno  offre  economie  di  scala  per
minimizzare il costo di generazione dell'idrogeno, la  necessita'  di
distribuire  l'idrogeno  comporta  costi   di   trasporto.   Per   la
generazione  di  idrogeno  decentralizzata  e'  vero  esattamente  il
contrario. 
  In  una  prospettiva  di  incremento  della  produzione   elettrica
mediante  fonti  rinnovabili,  appare   strategico   localizzare   la
produzione di idrogeno da elettrolisi  in  prossimita'  dei  siti  di
produzione da RES (sia  in  modalita'  in  sito  che  centralizzata),
sfruttandone la produzione in surplus.  Questi  impianti,  dotati  di
propri sistemi  di  accumulo,  avranno  maggiori  caratteristiche  di
dispacciabilita',   le   fonti   rinnovabili    diventeranno    "piu'
programmabili". 
  Garantire una  densita'  minima  di  stazioni  di  rifornimento  di
idrogeno e' un prerequisito fondamentale per raggiungere  l'interesse
dei consumatori e garantire un ampio  mercato  per  i  veicoli  FCEV.
Attualmente e'  stimato  che  circa  300  stazioni  sono  gia'  state
realizzate, principalmente dalle  aziende  Air  Liquide,  Linde,  Air
Products  (partener  italiano  e'  il  Gruppo   SAPIO),   H2   Logic,
particolarmente in Germania, Giappone, Stati Uniti (California) e  in
Nord Europa (Danimarca e Olanda) negli ultimi dieci anni  (Hydro-gen:
the energy transition in the  making!  Pierre-Etienne  Franc,  Pascal
Mateo. Manifesto. 2015. ). Sia in Germania che in  Giappone  ci  sono
piani per costruire varie decine di nuove stazioni di rifornimento di
idrogeno nei prossimi anni, in modo da completare l'esistente rete. 
  Le caratteristiche progettuali di una stazione di  rifornimento  di
idrogeno sono determinate  dalla  domanda  giornaliera  di  idrogeno,
dalla modalita' di stoccaggio dell'idrogeno a bordo dei  veicoli  (ad
esempio la pressione a  350  bar  o  700  bar),  e  il  modo  in  cui
l'idrogeno viene consegnato o prodotto in stazione. 
  Il rischio di investimento associato con lo sviluppo delle stazioni
di rifornimento e' dovuto principalmente all'elevato investimento  di
capitale  e  ai  costi  operativi,  nonche'  il  sottoutilizzo  degli
impianti durante la prima fase di sviluppo del mercato FCEV, che puo'
portare a un flusso di cassa negativo nei primi  10-15  anni  (Figura
6). 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 6: Flusso di cassa delle stazioni di rifornimento nelle  prima
                  fase di sviluppo del mercato FCEV 
 
  Questa lunga "valle della morte" puo' essere minimizzata  riducendo
i costi di capitale e di esercizio e massimizzando  l'utilizzo  della
risorsa, ma per coprire il periodo di flusso di  cassa  negativo,  il
sostegno pubblico appare necessario durante la fase  di  introduzione
sul mercato dei veicoli FCEV. 
  Inoltre  nella  progettazione  delle   stazioni   di   rifornimento
dell'idrogeno e' importante l'armonizzazione delle norme europee e la
loro  essenzialita':  i  costi  possono  infatti   diminuire,   anche
considerevolmente, se si riducono le prescrizioni normative nazionali
che vanno oltre gli  standard  europei.  Infine,  sara'  fondamentale
garantire snellezza nelle pratiche autorizzative, evitando che  tempi
burocratici lunghi possano scoraggiare gli operatori  del  settore  e
rallentare la transizione verso una mobilita' sostenibile. 
 
  Approfondimento: IL PROGETTO H2 ALTO ADIGE 
  In Italia spicca il progetto  H2  Alto  Adige.  Produrre  idrogeno,
ovvero "carburante made  in  Alto  Adige"  generato  tramite  energie
rinnovabili, stoccarlo, rifornire le silenziose vetture elettriche  a
emissioni zero per raggiungere una graduale indipendenza  energetica,
questa e' l'idea alla base del progetto H2 di Bolzano. L'Alto  Adige,
nel 2006,  ha  deciso  di  perseguire  questo  importante  obiettivo,
attraverso una stretta collaborazione con l'Autostrada  del  Brennero
SpA e grazie al sostegno del FESR, il Fondo Europeo per  lo  Sviluppo
Regionale. L'impianto di produzione di Bolzano e' considerato uno dei
piu' grandi e innovativi a livello mondiale. I  tre  elettrolizzatori
modulari sono in grado di produrre fino a 345  kg/giorno.  L'idrogeno
compresso e stoccato sotto forma gassosa attualmente  puo'  rifornire
fino a 15 autobus urbani (con tratte giornaliere  di  200-250  km)  o
fino a 700 vetture. Contemporaneamente alla  messa  in  servizio  del
centro idrogeno sono stati avviati i progetti europei HYFIVE e CHIC. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
              Figura 7: La stazione idrogeno di Bolzano 
 
  3 SCENARI EUROPEI 
  Numerosi studi hanno recentemente analizzato possibili  scenari  di
transizione energetica nel  settore  dei  trasporti,  con  estensioni
temporali fino al 2050. 
  Nel settore autovetture, nel "Technology Roadmap Hydrogen and  Fuel
Cells" (Technology Roadmap  Hydrogen  and  Fuel  Cells.  IEA.  Giugno
2015), pubblicato dall'IEA nel  Giugno  2015,  viene  presentato  uno
scenario di introduzione delle autovetture FCEV fino al 2050  (Figura
8). Per quanto riguarda le autovetture FCEV, l'IEA prevede per i  tre
principali mercati, Stati Uniti, EU4 (Francia, Germania, Regno Unito,
Italia) e Giappone i seguenti target commerciali: 
  • 2020: saranno in circolazione circa 30,000 FCEVs; 
  • 2025: le vendite annue raggiungono i 400,000 FCEVs; 
  • 2030: le vendite cumulate raggiungono gli 8 milioni di FCEVs (2,3
milioni di vendite annue); 
  2050: la quota di FCEVs sul totale delle vendite di autovetture  e'
di circa il 30% (25% lo share sullo stock complessivo dei veicoli  in
circolazione), la frazione di  veicoli  convenzionali  ICE  e  ibridi
senza la possibilita' di  inserimento  nella  rete  elettrica  dovra'
scendere a circa il 30 % del parco veicoli. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 8: Stock delle autovetture per tecnologia negli  Stati  Uniti,
     EU4 e Giappone nello scenario IEA 2DS high H2 fino al 2050 
 
  Inoltre,  per  comprendere  gli   impatti   macro-economici   della
transizione verso  una  mobilita'  alternativa,  nell'arco  di  tempo
2010-2050, il Report "Fuelling Europe's future. How  auto  innovation
leads to EU jobs" (Fuelling  Europe's  future.  How  auto  innovation
leads to EU jobs. Cambridge Econometrics (CE), in collaboration  with
Ricardo-AEA, Element Energy. 2013) ha sviluppato e analizzato  cinque
scenari di evoluzione tecnologica. Tali  Scenari  sono  riassunti  in
Tabella 1. 
 
Tabella 1: Scenari di evoluzione  tecnologica  riportati  nel  report
  "Fuelling Europe's future. How auto innovation leads to EU jobs" 
 
 
=====================================================================
|      Nome Scenario       |              Descrizione               |
+==========================+========================================+
|                          |Le emissioni di CO2 delle nuove vendite |
|                          |di autoveicoli in Europa rimangano agli |
|                          |attuali livelli di 135 g/km, la corrente|
|                          |suddivisione tra veicoli diesel e       |
|                          |benzina rimane invariata e nessun       |
|                          |ulteriore tecnologia viene introdotta   |
|Reference Scenario (REF)  |per migliorare l'efficienza.            |
+--------------------------+----------------------------------------+
|                          |Raggiungimento dell'obiettivo proposto  |
|                          |alle autovetture di 95 g/km nel 2020 e  |
|                          |ai furgoni di 147 g/km nel 2020. Nessun |
|                          |ulteriore obiettivo politico viene      |
|                          |fissato dopo il 2020, ci saranno        |
|                          |comunque alcuni ulteriori progressi     |
|                          |nella riduzione del consumo di          |
|                          |carburante, guidati dalla preoccupazione|
|                          |dei consumatori per le emissioni di CO2,|
|                          |dall' incremento nel prezzo del         |
|                          |carburante e dal proseguimento          |
|                          |nell'esistente sviluppo tecnologico     |
|                          |(tasso di miglioramento inferiore all'1%|
|                          |all'anno dopo il 2020). L'introduzione  |
|                          |di veicoli HEV nel nuovo parco auto     |
|Current Policy Initiatives|raggiunge il 5% nel 2020, il 12 % nel   |
|(CPI)                     |2030 e il 22 % entro il 2050.           |
+--------------------------+----------------------------------------+
|                          |Lo scenario si propone di esplorare     |
|                          |l'impatto di un'introduzione ambiziosa  |
|                          |di veicoli HEV. Si presuppone una       |
|                          |penetrazione di mercato per gli HEV del |
|                          |10 % sulle nuove vendite di veicoli nel |
|                          |2020, del 50 % nel 2030 e del 96 % nel  |
|Scenario Tech1            |2050.                                   |
+--------------------------+----------------------------------------+
|                          |Questo scenario presuppone una          |
|                          |penetrazione di mercato dei veicoli HEV |
|                          |del 20 % nelle vendite di nuovi veicoli |
|                          |nel 2020, 42% nel 2030, 10 % nel 2050. I|
|                          |veicoli elettrici avanzati (PHEV, BEV,  |
|                          |FCEV) vengono introdotti al 2.5 % nel   |
|Scenario Tech2            |2020, 37 % nel 2030, 90 % nel 2050.     |
+--------------------------+----------------------------------------+
|                          |Questo scenario presuppone un ritmo piu'|
|                          |rapido di introduzione dei veicoli      |
|                          |elettrici avanzati (PHEV, BEV, FCEV),   |
|                          |possibile con apposite misure di        |
|                          |sostegno. Questo scenario presuppone una|
|                          |penetrazione di mercato dei veicoli     |
|                          |elettrici avanzati del 9.5 % nel 2020,  |
|                          |80 % nel 2030 e 100 % nel 2050. I       |
|                          |veicoli HEV raggiungono, nelle vendite  |
|                          |di nuovi veicoli, il 20 % nel 2020, il  |
|Scenario Tech3            |15 % nel 2030, il 0 % nel 2050.         |
+--------------------------+----------------------------------------+
 
 
  Le innovazioni indagate negli scenari Tech1, Tech2  e  Tech3  hanno
portato alle seguenti conclusioni: 
  • Le emissioni dirette di CO2 delle  auto  e  dei  furgoni  vengono
ridotte tra il 64 %  e  il  93  %  entro  il  2050,  contribuendo  al
raggiungimento  dell'obiettivo  UE  di  riduzione   delle   emissioni
complessive dei trasporti del 60%. 
  •  Le  emissioni  degli  inquinanti  dannosi   alla   salute   sono
drasticamente tagliate, l'NOx di oltre l'85 %, il particolato fine di
oltre il 70%. 
  • I consumatori  selezionano  i  loro  veicoli  sulla  base  di  un
un'ampia gamma di fattori, di cui il costo del capitale  e'  solo  un
elemento. Nel calcolo dell'impatto  complessivo  sugli  automobilisti
legato al miglioramento nell'efficienza dei veicoli, e'  anche  utile
guardare al "Costo Totale di Proprieta'" (Total  Cost  of  Ownership,
TCO),  che  include  i  costi  del  carburante  e  la   manutenzione.
Utilizzando un tasso di sconto del 5 % i TCO delle diverse tecnologie
automobilistiche sono attesi convergere verso il 2020  (ad  eccezione
dei FCEV), con il TCO di tutti i propulsori inferiore  a  quello  del
2010, nonostante la  previsione  di  un  significativo  (circa  +30%)
aumento del prezzo dei combustibili (Figura 9). Invece i veicoli FCEV
avvicinano i TCO delle altre tecnologie a partire dal 2030. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 9: TCO delle diverse tecnologie automobilistiche (considerando
                     un tasso di sconto del 5 %) 
 
  • Il passaggio a combustibili alternativi, puo'  avere  un  impatto
positivo sull'economia europea. In primo luogo, porta a  una  maggior
efficienza nei veicoli. 
  • Gli investimenti nelle infrastrutture per il  rifornimento  hanno
un impatto positivo sul PIL, perche' stimolano l'industria  nazionale
e richiedono un alto input di lavoro nella catena di fornitura. 
  • L'Europa eccelle nella tecnologia per il settore automobilistico,
un aumento della spesa per veicoli  a  basse  emissioni  di  carbonio
creera' lavoro. Tra 660.000 e 1,1 milioni di nuovi  posti  di  lavoro
(al netto dell'intera forza lavoro) potranno essere generati entro il
2030. Nel 2050, questi valori salgono tra 1.9 e 2.3 milioni di  nuovi
posti di lavoro. La transizione verso veicoli a  basse  emissioni  di
carbonio generera' la domanda di nuove competenze nella forza lavoro.
L'Europa  potra'  sviluppare  adeguati  percorsi  formativi  per  far
crescere le necessarie competenze nella sua futura forza lavoro. 
  • L'analisi  suggerisce  anche  che  la  tassazione  della  maggior
attivita' economica risultante da un passaggio  ai  veicoli  a  basse
emissioni in gran parte  compensa  le  entrate  fiscali  perse  dalla
vendita dei combustibili convenzionali (benzina e diesel). 
  Passando  al  settore  autobus,  a  livello  europeo  e'   prevista
l'attuazione di progetti dimostrativi su larga scala, con  un  totale
da circa 300 a 400 autobus FCEV in Europa entro il 2020 [19]. 
  Questo scenario prevede un volume totale  di  8,000-10,000  autobus
FCEV necessari fino al 2025. 
  Alcune  importanti  iniziative  europee  hanno  gia'   iniziato   a
sostenere  l'introduzione  dell'idrogeno  come  carburante   per   il
trasporto attraverso lo sviluppo  e  l'attuazione  di  una  strategia
nazionale. Queste sono : 
  • Regno Unito: "UK H2 Mobility" (www.ukh2mobility.co.uk); 
  • Francia: "Mobilite' hydrogene France"  (www.afhypac.org)  (Figura
10); 
  • Scandinavia: "Scandinavian Hydrogen Highway Partnership" 
  (www. scandinavianhydrogen. org); 
  • Germania: "H2 Mobility" (h2-mobility.de). 
  Le prime indicazioni quantitative risultano essere: 
 
 
 ===================================================================
 | Paese  |FCEV 2020|FCEV 2025|FCEV 2030|HRS 2020|HRS 2025|HRS 2030|
 +========+=========+=========+=========+========+========+========+
 |Regno   |         |         |         |        |        |        |
 |Unito   |        -|        -|1.600.000|       -|       -|   1.150|
 +--------+---------+---------+---------+--------+--------+--------+
 |Francia |    2.500|  167.000|  773.000|      21|     355|     602|
 +--------+---------+---------+---------+--------+--------+--------+
 |Germania|  156.000|  658.000|1.773.000|     377|     779|     992|
 +--------+---------+---------+---------+--------+--------+--------+
 
 
  Iniziative simili sono in fase  di  lancio  anche  in  altri  paesi
europei come Austria, Belgio, Finlandia, Paesi Bassi, Svizzera. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 10: Proiezione  del  numero  di  stazioni  di  rifornimento  a
                    idrogeno previsto in Francia 
 
  I progetti di cui sopra dimostrano che lo sviluppo di idrogeno come
combustibile alternativo e' possibile quando si trova: 
  •  una  strategia  stabilita  per   diffondere   le   stazioni   di
rifornimento di idrogeno; 
  • un forte sostegno del governo nazionale e locale  (legislativo  e
finanziario); 
  •  una  presenza  importante  di  attori  industriali   nel   campo
dell'idrogeno; 
  • un potenziale di produzione di idrogeno "green". 
  Questi possono essere riconosciuti come elementi  fondamentali  per
la definizione di una strategia per la mobilita' a idrogeno. 
 
4 SCENARI ITALIANI 
Il seguente contesto caratterizza lo stato attuale  del  settore  dei
trasporti in Italia: 
• Al 2014 il settore  dei  trasporti  rappresentava  il  31,8  %  dei
consumi finali totali di energia (38.117 ktep su un totale di 119.769
ktep)2 . 
• Al 2013 le emissioni atmosferiche attribuibili al settore trasporti
rappresentavano il 24% delle emissioni  totali  nazionali  (104,9  Mt
CO2eq su un totale di 438,0 Mt CO2eq ³). 
• L'Italia e' il Paese dell'Unione europea che  registra  piu'  morti
premature a causa dell'inquinamento dell'aria.  In  Italia  nel  2012
59.500 decessi prematuri sono attribuibili al  particolato  fine  (PM
2,5), 3.300 all'ozono (O3 ) e 21.600 al biossido di azoto (NO2 ) (Air
quality in Europe. European Environmental Agency. 2015 Report). 
• Per quanto riguarda il trasporto su strada, al 2014 la  consistenza
del parco veicolare  e'  risultata  pari  a  circa  49,2  milioni  di
veicoli, tra  cui:  37,1  milioni  di  autovetture,  6,5  milioni  di
motocicli, 3,9 milioni di autocarri per merci, 97.914 autobus. Tra le
autovetture la predominanza e' netta per  l'alimentazione  a  benzina
(51%) e gasolio (41%), seguono le  alimentazioni  ibride  benzina/GPL
(6%) e benzina/metano  (2%).  Allo  stato  attuale,  la  presenza  di
veicoli elettrici avanzati (PHEV, BEV,  FCEV)  e'  pressoche'  nulla.
(Annuario Statistico ACI 2015) 
La  definizione  degli  obiettivi  nazionali   e'   basata   su   una
modellazione analitica di dettaglio estesa fino al 2050, prendendo in
considerazione i seguenti aspetti: 
• obiettivi ambientali  per  la  riduzione  dei  gas  serra  e  delle
emissioni inquinanti; 
• futura flotta di veicoli alternativi attesi per  diversi  orizzonti
temporali e stima della domanda futura di idrogeno4 ; 
• produzione dell'idrogeno e  aumento  della  rete  di  alimentazione
(cioe' l'implementazione di un'infrastruttura adeguata) per  favorire
lo sviluppo  della  mobilita'  alternativa  e,  di  conseguenza,  per
soddisfare le future esigenze della domanda. 
L'intera analisi e' stata scomposta nelle seguenti aree: 
1. Dimensionamento del parco veicoli FCEV; 
2. Produzione dell'idrogeno per il settore dei trasporti; 
3. Integrazione delle rinnovabili elettriche; 
4. Dimensionamento delle stazioni di rifornimento; 
5. La prospettiva del consumatore; 
6. Riduzione delle emissioni di CO2 e  di  altri  inquinanti  dannosi
alla salute umana; 
7. Misure di sostegno allo sviluppo dell'idrogeno. 
 
 
-------- 
 2 I dati del bilancio energetico nazionale MiSE 
 3 I dati delle emissioni di gas  ad  effetto  serra  sono  di  fonte
UNFCCC cosi' come comunicati per l'Italia da ISPRA secondo il mandato
stabilito dal Decreto legislativo 51/2008 
 4 Lo scenario di introduzione dell'idrogeno nella mobilita' italiana
(denominato Scenario MobilitaH2IT), proposto  in  questa  sezione  e'
stato modellato tenendo conto degli studi di  riferimento  illustrati
nel precedente Capitolo, adattandoli al contesto italiano 
 
 
  4.1 DIMENSIONAMENTO DEL PARCO VEICOLI FCEV 
  La vendita di autovetture FCEV proposta nello Scenario MobilitaH2IT
e' riportata in Figura 11 per il contesto italiano5 . Lo scenario  di
vendita in Italia delle autovetture FCEV pone come punto di  partenza
un'introduzione  di  1.000  autovetture  entro  il  2020,   per   poi
raggiungere uno stock di circa 27.000 al 2025 (0,1% del parco veicoli
italiano), circa 290.000 al 2030 (0,7% del parco veicoli italiano)  e
circa 8,5 Milioni al 2050 (20% del parco veicoli italiano). 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 11: Scenario MobilitaH2IT, stock autovetture FCEV fino al 2050 
 
  Passando agli autobus, lo scenario di ramp-up italiano e'  indicato
in Figura 126 . Lo scenario di vendita in Italia degli  autobus  FCEV
prevede obiettivi  piu'  ambizioni  rispetto  alle  autovetture.  Gli
operatori  del  trasporto  pubblico,  attivi  in  ambito   cittadino,
dovranno infatti garantire un ruolo guida nella transizione verso una
mobilita' alternativa, specialmente nelle prime fasi di  mercato.  Il
punto di partenza e' posto nell'introduzione di 100 autobus entro  il
2020, per poi raggiungere uno stock di circa 1.100  al  2025  (1,1  %
dello stock totale), circa 3.700 al 2030 (3,8 % dello stock totale) e
circa 23.000 al 2050 (25,0 % dello stock totale). 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  Figura 12: Scenario MobilitaH2IT, stock autobus FCEV fino al 2050 
 
  Un notevole miglioramento nella fuel economy  delle  autovetture  e
degli  autobus  FCEV  e'  atteso  fino  al  2050,  incrementando   la
competitivita' con i veicoli convenzionali ICE, soggetti anch'essi  a
miglioramenti ma in  maniera  meno  marcata.  Questo  fa  si  che  la
percentuale di finanziamento per gli  acquirenti  (eco-bonus),  nella
copertura del costo  addizionale  dei  veicoli  FCEV,  potra'  essere
ridotta progressivamente. 
  La domanda di idrogeno alla pompa delle autovetture  FCEV  e  degli
autobus FCEV introdotti nello Scenario MobilitaH2IT, e'  indicata  in
Figura 13. Al 2020 e' prevista una domanda alla pompa di circa  2.000
kg/giorno, portata a circa 25.600 kg/giorno al 2025. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 13: Scenario MobilitaH2IT, domanda H2 alla pompa veicoli  FCEV
                            fino al 2050 
 
--------------- 
 5 Nel calcolo dello stock autovetture FCEV e' stato  considerato  un
life-time di 12 anni 
 6 Nel calcolo dello stock  autobus  FCEV  e'  stato  considerato  un
life-time di 12 anni 
 
 
  4.2 PRODUZIONE DELL'IDROGENO PER IL SETTORE DEI TRASPORTI 
  Negli scenari proposti  l'idrogeno  puo'  essere  prodotto  secondo
quattro diverse modalita' operative: 
  1) Produzione di idrogeno in impianti  centralizzati  mediante  SMR
(H2 da SMR C) e trasporto gassoso su camion  fino  alla  stazione  di
rifornimento; 
  2)  Produzione  di  idrogeno  in  impianti  centralizzati  mediante
elettrolisi da rinnovabili (H2 da  ELR  C)  e  trasporto  gassoso  su
camion fino alla stazione di rifornimento; 
  3) Produzione di idrogeno on-site nella  stazione  di  rifornimento
mediante elettrolisi con energia elettrica da rete (H2 da ELG OS); 
  4) Produzione di idrogeno on-site nella  stazione  di  rifornimento
mediante elettrolisi con energia elettrica  rinnovabile  (H2  da  ELR
OS). 
  Attualmente, piu' del 95% dell'idrogeno  viene  prodotto  da  fonti
fossili. La produzione centralizzata di  idrogeno  da  SMR,  a  basso
costo, permettera' di agevolare il periodo  di  transizione  iniziale
2020-2030. Superata questa fase tutta la nuova produzione di idrogeno
avverra'  mediante  elettrolisi.   In   particolare   dovra'   essere
particolarmente  incentivato  l'utilizzo   di   energia   rinnovabile
prodotta on-site (autoconsumo). Lo Scenario MobilitaH2IT prevede  una
rapida transizione  verso  una  produzione  di  idrogeno  "green"  da
elettrolisi e il raggiungimento di risultati ambizioni in termini di: 
  1) Maggior  contributo  dei  veicoli  FCEV  nella  riduzione  delle
emissioni di CO2; 
  2) Maggior indipendenza energetica nazionale; 
  3) Maggior potenzialita' di integrazione  delle  fonti  rinnovabili
non programmabili (fotovoltaico, eolico). 
  La  produzione  di  idrogeno,  con  relativo  mix,  nello  Scenario
MobilitaH2IT e' indicata in  Figura  14.  Al  2020  e'  prevista  una
domanda di produzione pari  a  circa  2.500  kg/giorno  (circa  1.500
kg/giorno da SMR e circa 1.000 kg/giorno da elettrolisi),  portata  a
circa 32.000 kg/giorno al 2025 (circa 12.800 kg/giorno da SMR e circa
19.200 kg/giorno da elettrolisi). 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    Figura 14: Scenario MobilitaH2IT, produzione H2 fino al 2050 
 
  In  Figura  15  sono  stati  analizzati  e  comparati  i  costi  di
produzione  e  trasporto  dell'idrogeno   nelle   quattro   modalita'
operative  precedentemente  descritte.  Il  costo  di  produzione   e
trasporto  dell'idrogeno  e'  calcolato  sulla  base   di   parametri
economici quali i costi di investimento  (CAPEX),  costi  finanziari,
costi dell'energia primaria (gas ed elettricita'), costi operativi  e
di manutenzione (OPEX), margine di guadagno sulla  produzione,  costi
di trasporto e margine di guadagno sul trasporto,  cosi'  come  sulla
base di parametri tecnici quali  l'efficienza  di  conversione  e  il
life-time. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 15: Scenario MobilitaH2IT, costo di produzione e trasporto  H2
                            fino al 2050 
 
  4.3 INTEGRAZIONE DELLE RINNOVABILI ELETTRICHE 
  La produzione di idrogeno da energia elettrica e lo  stoccaggio  in
forma gassosa o liquefatta potrebbe rappresentare una valida  opzione
per aumentare la flessibilita' del  sistema  energetico,  consentendo
l'integrazione  di   elevate   quote   di   fonti   rinnovabili   non
programmabili (fotovoltaico, eolico). In particolare potrebbe  essere
di grande interesse l'accumulo mediante power to fuel: l'elettricita'
viene trasformata in idrogeno utilizzato poi  come  combustibile  per
FCEV nel settore dei trasporti. La Figura 16 quantifica il potenziale
di integrazione delle rinnovabili elettriche offerto  nello  Scenario
MobilitaH2IT: circa 2,3 TWh/anno al  2030,  circa  24,7  TWh/anno  al
2040, circa 47 TWh/anno al 2050. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 16: Scenario MobilitaH2IT, potenziale  di  integrazione  delle
                 rinnovabili elettriche fino al 2050 
 
  5 DIMENSIONAMENTO DELLA RETE DI STAZIONI DI RIFORNIMENTO 
  La   configurazione   dell'infrastruttura   di   rifornimento    e'
determinata da molti parametri, tra cui: la domanda di  idrogeno,  la
densita'  di  popolazione   dell'ambiente   urbano,   ipotesi   sulla
necessaria prossimita' di una stazione rispetto  ad  un'altra  per  i
consumatori. Per necessita' operative, autovetture e autobus  saranno
serviti da stazioni di rifornimento diverse. 
  Le stazioni piu' piccole saranno costruite nelle due fasi  iniziali
di captive fleet (2020-2022  e  2023-2025),  a  servizio  di  piccole
flotte di veicoli. Nella prima fase 2020-2022  si  prevedono  captive
fleets fino a 99-109 autovetture e fino a 10-11 autobus, con stazioni
rispettivamente da 50 kg/giorno e 200 kg/giorno. Nella  seconda  fase
2023-2025 si prevedono captive fleets fino a  222-229  autovetture  e
fino a 29 autobus, con stazioni rispettivamente da  100  kg/giorno  e
500 kg/giorno. La costruzione di piccole stazioni permette il  rapido
raggiungimento di una copertura minima delle  principali  arterie  di
trasporto (TEN-T) e dei  principali  centri  abitati,  garantendo  il
successivo passaggio  alla  mass  transportation.  Dopo  questa  fase
iniziale e' prevista solamente la costruzione di stazioni  di  grande
taglia, 500 kg/giorno per le autovetture (in grado di rifornire  fino
a 1169 autovetture/giorno al 2026) e 1000 kg/giorno per  gli  autobus
(in  grado  di  rifornire  fino  a  60   autobus/giorno   al   2026),
economicamente attrattive per gli operatori del settore. 
  L'approccio captive fleet permette i seguenti benefici: 
  • I mezzi di trasporto e le stazioni di rifornimento  dell'idrogeno
saranno sviluppati una volta identificato un  numero  sufficiente  di
clienti locali; 
  •  Un  adeguato  fattore  di  carico  (AL)  per  le   stazioni   di
rifornimento gia' dai primi anni, evitando rischi di sottoutilizzo; 
  • Notevole riduzione della necessita' di investimento. 
  Le captive fleet sono flotte di veicoli con modelli di guida  e  di
rifornimento prevedibili. Ogni flotta fa riferimento ad una specifica
stazione di rifornimento. Esempi di captive fleet sono le  flotte  di
taxi, veicoli per la consegna della merce, le flotte di veicoli per i
dipendenti comunali, per le forze dell'ordine, veicoli  della  posta,
flotte di veicoli aziendali. Tali utenze devono essere coinvolte  per
il successo della prima fase di introduzione sul mercato. 
  Lo Scenario MobilitaH2IT utilizza le seguenti assunzioni per quanto
riguarda le stazioni di rifornimento dell'idrogeno: 
  • annual load factor (AL) delle stazioni di rifornimento pari al 70
% fino al 2020 e al 75% nel periodo successivo per le  autovetture  e
80% fino al 2020 e 90 % nel periodo successivo per gli autobus; 
  • costi finanziari pari al 7 % (Fuel Cell Electric Buses, Potential
for Sustainable Public Transport in Europe.  A  Study  for  the  Fuel
Cells and Hydrogen Joint Undertaking. Settembre 2015), 
  • margine di guadagno per le stazioni di rifornimento pari al 20 %. 
  Numero e tipologia delle stazioni di rifornimento, per  autovetture
FCEV e autobus FCEV,  nello  Scenario  MobilitaH2IT  e'  indicato  in
Figura 17. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura  17:  Scenario  MobilitaH2IT,  numero  e  tipologia   stazioni
    rifornimento per autovetture FCEV e autobus FCEV fino al 2050 
 
  In Figura 18 e in Figura 19 e' indicata  una  possibile  ubicazione
delle stazioni di rifornimento per autovetture FCEV  e  autobus  FCEV
previste al 2020 e al 2025.  La  scelta  dell'ubicazione  rispetta  i
seguenti criteri: 
  • citta'  gia'  attive  o  in  fase  progettuale  avanzata  per  la
sperimentazione del trasporto idrogeno, alla data  di  redazione  del
presente documento (Bolzano, Milano, Sanremo, Roma, Venezia, Brunico,
Rovereto); 
  • popolazione residente nel comune (priorita' ai comuni con maggior
popolazione, dati ISTAT 2015). 
  Le Figura 18 e la Figura 19 ipotizzano una possibile  distribuzione
territoriale   delle   stazioni   di   rifornimento    dell'idrogeno.
L'effettiva ubicazione dipendera' infatti dall'adesione delle  citta'
ai bandi di finanziamento appositamente promosse a  livello  europeo,
nazionale e regionale. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura  18:  Possibile  ubicazione  delle  stazioni  di  rifornimento
   previste al 2020 per autovetture FCEV (sx) e autobus FCEV (dx) 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura  19:  Possibile  ubicazione  delle  stazioni  di  rifornimento
   previste al 2025 per autovetture FCEV (sx) e autobus FCEV (dx) 
 
  Per quanto riguarda le autovetture, l'infrastruttura prevista dallo
scenario a fine 2020 permette  solamente  l'attivita'  di  un  numero
limitato di captive fleets in alcune citta'  italiane,  a  fine  2025
invece l'infrastruttura prevista dallo scenario appare  adeguata  per
una vera e propria mass transportation. L'ubicazione  delle  stazioni
sarebbe  ben  collocata  rispetto  alla  rete  TEN-T  e   alla   rete
autostradale italiana. 
 
  6 LE PROSPETTIVE PER LA SOCIETA' 
 
  6.1 LA PROSPETTIVA DEL CONSUMATORE 
  Come  facilmente  prevedibile,  tra   le   modalita'   considerate,
l'idrogeno piu' economico e'  quello  prodotto  mediante  elettrolisi
on-site con autoconsumo da rinnovabili e mediante SMR  centralizzato,
in stazioni di grandi dimensioni (500 kg/giorno per le autovetture  e
1000 kg/giorno per gli autobus). 
  Al fine di valutare la competitivita' del vettore idrogeno rispetto
al  concorrenziale  diesel,  e'  stato  valutato  il  costo  per   la
percorrenza  di  100  km  per  autovetture  e  autobus  FCEV  e   per
autovetture e autobus diesel. Il costo per la percorrenza di  100  km
dipende dal costo del vettore energetico  alla  pompa  e  dalla  fuel
economy del veicolo. 
  Per  le  autovetture,  nella  prima  fase   2020-2022,   nonostante
l'utilizzo di stazioni di piccole dimensioni  (50  kg/giorno)  e  gli
elevati   costi   di   mercato   di   tutte    le    componenti    di
produzione/distribuzione, i costi del vettore idrogeno sono alla pari
con il vettore diesel nella produzione  da  elettrolisi  on-site  con
autoconsumo da rinnovabili e mediante SMR centralizzato, mentre  sono
superiori di circa 2 euro/100 km in modalita' "H2  da  ELR  C"  e  di
circa 6 euro/100 km in modalita' "H2 da ELG OS". Nella seconda  fase,
cioe' dal 2023, il passaggio a stazioni  piu'  grandi,  dapprima  100
kg/giorno  e  poi  500  kg/giorno,  nonche'  la  rapida  e   notevole
diminuzione  del  costo  di  mercato  di  tutte  le   componenti   di
produzione/distribuzione  rende  il  vettore  idrogeno   ancor   piu'
conveniente rispetto al vettore diesel, da subito anche in  modalita'
"H2 da ELR C", poco prima del 2030 nella modalita' "H2 da ELG OS". 
  Per gli autobus, gia' dal 2020 (stazioni 200 kg/giorno) il  vettore
idrogeno  e'  piu'  conveniente  rispetto  al  vettore  diesel  nella
produzione da elettrolisi on-site con autoconsumo  da  rinnovabili  e
mediante SMR centralizzato, mentre e' piu' costoso sia  in  modalita'
"H2 da ELR C" che in modalita' "H2 da ELG OS". Dal 2025, il passaggio
a  stazioni  da  1000  kg/giorno,  nonche'  la  rapida   e   notevole
diminuzione  del  costo  di  mercato  di  tutte  le   componenti   di
produzione/distribuzione rende il vettore idrogeno  piu'  conveniente
rispetto al vettore diesel anche nella modalita' "H2 da ELR C". 
  Riassumendo, la competitivita' del vettore idrogeno si manifestera'
in tempi rapidi, gia' nella fase inizale con  captive  fleets,  ancor
piu' nel momento in cui si raggiungera' la  maturita'  commerciale  e
l'idrogeno sara' distribuito in  stazioni  di  grandi  dimensioni  (a
partire dal 2025 con stazioni da 500 kg/giorno per le  autovetture  e
1000 kg/giorno per gli autobus). 
 
6.2 RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DI CO2 E DI  ALTRI  INQUINANTI  DANNOSI
ALLA SALUTE UMANA 
Occorre  sottolineare  che  la  produzione   di   idrogeno   mediante
elettrolisi da fonti energetiche rinnovabili e' priva di emissioni di
CO2 . 
La potenzialita' di riduzione delle emissioni di CO2  nello  Scenario
MobilitaH2IT (Figura 20) e' stata calcolata comparando  le  emissioni
per il mix di  produzione  di  idrogeno  destinato  ai  veicoli  FCEV
rispetto alle emissioni dei  veicoli  diesel  di  ultima  generazione
(Reference Scenario). Per lo Scenario MobilitaH2IT si sono ipotizzate
due  opzioni:  (1)  la  produzione   da   elettrolisi   avviene   con
elettricita' solo  da  rete  elettrica  con  mix  nazionale,  (2)  la
produzione da elettrolisi avviene con elettricita' solo da produzione
rinnovabile. Nel Reference Scenario, per  le  autovetture  diesel  lo
standard di riferimento e' quello raggiunto dai nuovi veicoli venduti
in Unione Europea nel 2014 (123,4  gCO2  /km),  per  gli  autobus  lo
standard EURO VI (1.200  gCO2  /km).  Al  2020,  la  riduzione  delle
emissioni di CO2 garantite dalla mobilita'  idrogeno,  rispetto  allo
stato attuale del Reference Scenario, e' in un range tra 269 e  5.066
t/anno, per poi raggiungere un range tra circa 8.000 e 92.000  t/anno
al 2025, circa 116.000 - 655.000 t/anno al  2030  e  circa  12  -  15
Mt/anno al 2050. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 20: Scenario MobilitaH2IT, riduzione delle  emissioni  di  CO2
             rispetto al Reference Scenario fino al 2050 
 
  In Tabella 2 viene invece riportato il potenziale di riduzione  dei
principali  inquinanti  atmosferici  grazie  all'applicazione   dello
Scenario MobilitaH2IT. 
 
Tabella 2: Scenario MobilitaH2IT, riduzione dei principali inquinanti
     atmosferici attribuiti al trasporto su strada fino al 2050 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  7 MISURE DI SOSTEGNO 
 
  7.1 MISURE DI SOSTEGNO ALLO SVILUPPO DELL'IDROGENO E BARRIERE 
  Al fine di promuovere  l'idrogeno  e  lo  sviluppo  delle  relative
infrastrutture, appare necessario ed indispensabile mettere in  campo
diverse azioni/misure. 
  In particolare sono di grande  rilevanza  le  misure,  legislative,
regolamentari /amministrative, finanziarie e di  comunicazione  e  la
disponibilita' di incentivi pubblici europei, nazionali, regionali  e
locali  cosi'  come  di  investimenti  privati.   Si   segnalano   in
particolare il programma quadro Horizon 2020, i Fondi  strutturali  e
di investimento europei, gli orientamenti della rete transeuropea  di
trasporto (TEN-T), e  le  iniziative  della  Banca  Europea  per  gli
Investimenti (BEI) ed in particolare del Fondo "European Local ENergy
Assistance" http://www.eib.org/products/advising/elena/index.htm) 
  Lo Scenario Mobilita'H2IT indica una partecipazione nella quota  di
finanziamenti pubblici UE&IT al 60% da fondi comunitari europei e  al
40% da fondi nazionali 
 
  7.2 BARRIERE ALLO SVILUPPO DELL'IDROGENO 
  Considerando le prospettive tecnologiche e di mercato, almeno  fino
al 2030, appaiono  non  trascurabili  sulla  effettiva  realizzazione
dello scenario illustrato due barriere finanziarie: 
  1) L'investimento nell'acquisto dei costosi veicoli FCEV; 
  2) L'investimento nella realizzazione degli impianti di  produzione
e nelle stazioni di distribuzione dell'idrogeno. 
  Non e' infatti possibile sviluppare un mercato per i  veicoli  FCEV
senza  un'adeguata  infrastruttura  di  produzione  e   distribuzione
dell'idrogeno   e   viceversa,   non   e'   sostenibile    sviluppare
un'infrastruttura di produzione e distribuzione  dell'idrogeno  senza
una domanda da parte di veicoli FCEV in circolazione. 
  Relativamente al primo punto si stima idonea una copertura pubblica
sul costo addizionale delle autovetture e degli autobus FCEV  mentre,
relativamente al secondo punto, al fine  di  ridurre  il  rischio  di
investimento associato allo sviluppo degli impianti di  produzione  e
delle   stazioni   rifornimento   dell'idrogeno,   sarebbe   altresi'
funzionale un sostegno pubblico: 
  • per le stazioni di rifornimento: 
  √ 40% fino 2020, 
  √ 35% dal 2021 al 2025, 
  √ 30% dal 2026 al 2030, 
  √ 20% dal 2031 al 2035, 
  √ 10% dal 2036 al 2040, 
  √ 5% dal 2041 al 2050; 
  • per gli impianti di produzione da SMR: 
  √ 15% fino al 2025, 
  √ 10% nel periodo 2026-2030; 
  • per gli impianti di produzione da elettrolisi: 
  √ 40% fino 2020, 
  √ 35% dal 2021 al 2025, 
  √ 30% dal 2026 al 2030, 
  √ 25% dal 2031 al 2035, 
  √ 20% dal 2036 al 2040, 
  √ 15% dal 2041 al 2050. 
  Per la riuscita dello Scenario Mobilita'H2IT sono stimati opportuni
finanziamenti  pubblici  europei  ed  nazionali  (compresi  gli  Enti
locali) pari a circa 47 M€ fino al 2020 e circa 419 M€ nel successivo
periodo 2021-2025, di cui 60% da fondi comunitari europei  e  40%  da
fondi nazionali italiani compresi gli Enti locali (Figura 21). 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 21: Scenario Mobilita'H2IT, finanziamenti pubblici  Europei  e
                  Nazionali necessari fino al 2025 
 
  Al momento, tuttavia, non e' previsto alcun impegno finanziario per
la implementazione di tale scenario Mobilita'H2IT che, pertanto, deve
intendersi come mero scenario  potenziale  che  si  realizzerebbe  in
presenza  di  tutte  le  condizioni  riportate  nello  stesso  ed  in
particolare  della  disponibilita'  di  fondi   pubblici   nazionali,
regionali e locali per finanziarne la prevista parte pubblica. 
 
  7.3 MISURE GIURIDICHE 
  Lo sviluppo della mobilita' terrestre a  idrogeno  e  fuel-cell  e'
oggetto  di  un  intenso  lavoro  di  standardizzazione   a   livello
internazionale, giunto oramai nella fase terminale. 
  Il punto  2.3  dell'allegato  II  della  Direttiva  2014/94/UE  del
Parlamento  europeo  e   del   Consiglio   sulla   realizzazione   di
un'infrastruttura per i combustibili alternativi  stabilisce  che  "I
punti  di  rifornimento  di  idrogeno  utilizzano  algoritmi  per   i
carburanti  e  apparecchiature  conformi  alla  norma  ISO/TS   20100
relativa all'idrogeno allo stato gassoso utilizzato come combustibile
". 
  Proprio per evitare una frammentazione  delle  competenze,  ISO  ha
deciso di sviluppare in parallelo un intero pacchetto di standard che
coprano tutti gli aspetti  tecnici  e  di  sicurezza  riguardanti  il
rifornimento dei veicoli a idrogeno e fuel-cell. Questo approccio  e'
stato seguito proprio per assicurare il massimo livello di  sicurezza
in tutto il sistema. 
  Attualmente (maggio 2016) i lavori di revisione della norma  ISO/TS
20100 curati da ISO/TC 197 (Hydrogen (Technologies) hanno portato  al
suo ritiro e all'elaborazione della ISO/PRF TS 19880. 
  In particolare, la ISO 19880-1: Gaseous hydrogen fueling stations -
General requirements  raccomandera'  le  caratteristiche  progettuali
minime per garantire la sicurezza e, ove appropriato, le  prestazioni
delle stazioni di rifornimento pubbliche e "non pubbliche" (cioe' per
esempio quelle  riservate  al  rifornimento  di  mezzi  di  trasporto
pubblici) che forniscono idrogeno gassoso per  veicoli  di  trasporto
leggero (veicoli elettrici a fuel cell). Gli  impegni  iniziali  sono
proprio dedicati al rifornimento dei veicoli leggeri, ma una versione
successiva sara' focalizzata anche sull'impiego per gli autobus  e  i
carrelli elevatori. Lo standard (inizialmente diffuso come  Technical
Report, approvato in data 5 ottobre 2015, per  raccogliere  eventuali
osservazioni dagli utilizzatori) sintetizza  l'attuale  esperienza  e
conoscenza nell'ambito del  rifornimento  con  idrogeno,  incluse  le
distanze di sicurezza suggerite e le alternative per i protocolli  di
rifornimento. 
  La ISO 19880-2: Gaseous hydrogen - Fueling  stations  -  Dispensers
fornisce le prescrizioni e i  metodi  di  test  della  sicurezza  per
stazioni di rifornimento  complete  con  idrogeno  gassoso  sia  alla
pressione di 35 MPa (350 bar) sia alla pressione di 70 MPa (700 bar). 
  La ISO 19880-3:  Gaseous  hydrogen  -  Fueling  stations  -  Valves
fornisce le prescrizioni e i metodi  di  test  delle  prestazioni  di
sicurezza delle valvole per gas idrogeno ad alta pressione (1  MPa  e
oltre) installate presso le stazioni  di  rifornimento  per  idrogeno
gassoso. 
  La ISO 19880-4: Gaseous hydrogen - Fueling stations  -  Compressors
contiene le prescrizioni di sicurezza  relative  ai  materiali,  alla
progettazione,  alla  costruzione  e  alla  verifica  di  sistemi  di
compressione  di  idrogeno  gassoso  utilizzati  nelle  stazioni   di
rifornimento per idrogeno gassoso. 
  La ISO  19880-5:  Gaseous  hydrogen  -  Fueling  stations  -  Hoses
considera le  prescrizioni  relative  alle  manichette  per  idrogeno
gassoso e le giunzioni  di  manichette  impiegate  per  collegare  il
distributore  alla  pistola  di  rifornimento,  ma  anche  a   quelle
utilizzate per le linee di spurgo del gas in  zona  sicura  e  quelle
flessibili da poter utilizzare in altri punti dove  e'  richiesta  la
flessibilita' del collegamento. 
  La ISO 19880-6: Gaseous hydrogen  -  Fueling  stations  -  Fittings
specifica metodi uniformi per la  valutazione  e  la  verifica  delle
prestazioni dei raccordi, inclusi  connettori  e  chiusure  terminali
utilizzati nelle stazioni di rifornimento per idrogeno gassoso. 
  Recentemente, sono anche partiti i lavori per lo sviluppo di  altri
due standard: ISO 19880-7: Gaseous  hydrogen  -  Fueling  stations  -
Fueling protocols e ISO 19880-8: Gaseous hydrogen - Fueling  stations
- Hydrogen quality control. 
  In Europa, oltre alla ISO 19880-1  in  fase  di  pubblicazione,  lo
stato dell'arte dell'esperienza di settore  puo'  essere  individuato
nel documento EIGA (European Industrial Gases  Association)  IGC  DOC
15/06/E "Gaseous Hydrogen Stations". Il settore dei  gas  industriali
ha un'esperienza secolare nel trasporto e  stoccaggio  dell'idrogeno,
vantando livelli di sicurezza fra i  migliori  in  campo  industriale
(con un indice  di  frequenza  infortuni  medio  europeo  dell'intero
settore gas industriali e medicinali inferiore a 2 eventi per milione
di ore lavorate). 
  Sebbene il documento sia orientato alle installazioni  di  idrogeno
per  impiego  industriale,  esso  riassume  le  migliori  tecniche  e
pratiche disponibili atte a  garantire  la  massima  sicurezza  nelle
operazioni di compressione, purificazione, riempimento  e  stoccaggio
di idrogeno gassoso. I recipienti a pressione con materiali metallici
sono progettati e fabbricati in Europa con  normative,  quali  AD2000
Merkblatt o EN 13445, consolidate da anni di esperienza, con le quali
vengono garantiti i requisiti di sicurezza richiesti dalla  Direttiva
Apparecchi a Pressione (PED, Pressure Equipment Directive)  97/23/CE,
emanata dalla Comunita' Europea, e recepita in Italia con il  Decreto
Legislativo n° 93/2000. 
  Riguardo ai recipienti per gas a  700  bar  collocati  sui  veicoli
esiste la specifica tecnica ISO/TS 15869 del 2009 intitolata "Gaseous
hydrogen and hydrogen blends - Land vehicle fuel tanks  ".  Un  altro
standard di riferimento e' il "SAE J 2579 Compressed Hydrogen Vehicle
Fuel Containers ".  In  Europa  le  prescrizioni  di  sicurezza  sono
coperte dal "Regolamento (CE) N. 79/2009 del Parlamento europeo e del
Consiglio del 14 gennaio 2009 relativo all'omologazione di veicoli  a
motore alimentati a idrogeno e che modifica la  direttiva  2007/46/CE
". La pressione di scoppio ammessa per questi recipienti e' superiore
al doppio della pressione normale di esercizio. 
  Maggiori dettagli sugli aspetti omologativi dei veicoli a  idrogeno
sono contenuti nel "Regolamento (UE) N.  406/2010  della  Commissione
del  26  aprile  2010  recante  disposizioni  di   applicazione   del
regolamento (CE) n. 79/2009 del Parlamento europeo  e  del  Consiglio
relativo all'omologazione di veicoli a motore alimentati a idrogeno". 
  Come gia' detto, l'Italia ha cominciato a occuparsi di mobilita'  a
idrogeno fin dal 2002 e degno di nota e' il lavoro di  collaborazione
portato avanti dall'Universita' di Pisa con i settori industriali e i
Vigili del Fuoco. Cio' ha portato nel  2006  alla  pubblicazione  del
Decreto del Ministero dell'Interno 31 agosto 2006 "Approvazione della
regola  tecnica  di  prevenzione  incendi   per   la   progettazione,
costruzione ed esercizio degli impianti di distribuzione di  idrogeno
per autotrazione ". 
  A livello italiano esistono allo stato attuale delle condizioni  di
legge piu' restrittive di quelle applicate negli altri Paesi e questo
ha fatto si' che, in una prima fase, le case automobilistiche abbiano
scartato l'Italia come  mercato  di  sbocco  iniziale  delle  auto  a
fuel-cell che saranno distribuite nei prossimi anni. 
  In  particolare,  la  pubblicazione  del  Decreto  31  agosto  2006
avvenuta prima dei piu' recenti e  concreti  sviluppi  tecnologici  a
livello internazionale  prevede  una  limitazione  a  350  bar  della
pressione  di  compressione  ed  erogazione  di  idrogeno  presso  le
stazioni di servizio e sui veicoli. 
  Tale limitazione potra' essere superata alla luce dei nuovi criteri
di costruzione dei recipienti e di omologazione dei veicoli  previsti
dalle normative europee. 
  Tale normativa antincendio  sara'  pertanto  rivista  entro  il  18
novembre 2017 per tener conto dei nuovi standard  internazionali  sui
criteri  costruttivi  delle  stazioni  di  rifornimento  di  idrogeno
gassoso. 
 
  8 INTEROPERABILITA' A LIVELLO EUROPEO 
  In accordo  con  il  punto  (10)  delle  considerazioni  inziali  e
l'articolo  3,  comma  1  della  Direttiva,  laddove  la  continuita'
extraterritoriale dell'infrastruttura ovvero la realizzazione di  una
nuova infrastruttura in prossimita' di confini lo  richieda,  sarebbe
opportuno collaborare con gli Stati  Membri  limitrofi  coinvolti  al
fine di garantire la continuita' transfrontaliera dell'infrastruttura
per i combustibili alternativi. 
  Al  fine  di  valutare   la   necessita'   di   detta   continuita'
transfrontaliera, ai sensi dell'articolo 5, comma 1 della  Direttiva,
particolare attenzione potra' essere data ai  punti  di  rifornimento
lungo i collegamenti stradali transfrontalieri. 
  La valutazione della necessita'  e  delle  eventuali  modalita'  da
adottare    per    garantire    la    continuita'    transfrontaliera
dell'infrastruttura  cosi'  come  l'eventuale  sviluppo  di  progetti
pilota e/o progetti infrastrutturali potrebbe essere fatta tenendo in
considerazione, per quanto pratico ed applicabile, anche i  risultati
dei progetti europei di collaborazione transfrontaliera conclusi o in
itinere quali, a titolo d'esempio, quelli co-finanziati a valere  sui
bandi TEN-T ovvero CEF, una lista non esaustiva dei quali, aggiornata
al Dicembre 2015, e' fornita nel seguito: 
 
Tabella 3: Iniziative UE  per  la  sperimentazione  e  la  diffusione
                   dell'idrogeno per il trasporto 
 
 
=====================================================================
|                        |                 |       |       |PILOTA O|
|         TITOLO         | IDENTIFICATIVO  | INIZO | FINE  | STUDIO |
+========================+=================+=======+=======+========+
|EAS HYMOB               |2014-Fr-Ta-0519-S|01/2016|12/2018|Pilota  |
+------------------------+-----------------+-------+-------+--------+
|H2NODES - evolution of a|                 |       |       |        |
|European hydrogen       |                 |       |       |        |
|refuelling station      |                 |       |       |        |
|network by mobilising   |                 |       |       |        |
|the local demand and    |                 |       |       |        |
|value chains            |2014-EU-TM-0643-S|03/2014|12/2018|Pilota  |
+------------------------+-----------------+-------+-------+--------+
|COHRS - Connecting      |                 |       |       |        |
|Hydrogen Refuelling     |                 |       |       |        |
|Stations                |2014-EU-TM-0318-S|09/2015|06/2019|Pilota  |
+------------------------+-----------------+-------+-------+--------+
|HIT2 Corridors          |2013-EU-92077-S  |03/2014|12/2015|Pilota  |
+------------------------+-----------------+-------+-------+--------+
|HIT - (Hydrogen         |                 |       |       |        |
|Infrastructure for      |                 |       |       |        |
|Transport)              |2011-EU-92130-S  |04/2012|12/2014|Pilota  |
+------------------------+-----------------+-------+-------+--------+
 
 
  A completamento di quanto precedentemente  riportato  va  ricordata
l'iniziativa  MEHRLIN  (Models  for  Economic   Hydrogen   Refuelling
Infrastructure) che vede coinvolta anche l'Italia  e  che  mira  alla
realizzazione di n. 8 stazioni  di  rifornimento  di  idrogeno  di  4
alimentate ad idrogeno di produzione  elettrolitica  tramite  energia
rinnovabile. Il progetto include aspetti innvativi quali: da un punto
di vista HW soluzioni  per  l'accumulo  di  idrogeno  a  base  idruri
metallici, da un punto di vista gestionale lo sviluppo  di  un  nuovo
modello operativo e da un punto di vista tecnologico lo  sviluppo  di
un nuovo modello integrativo per l'elettromobilita' a base di cella a
combustibile e a base di  batterie.  Per  l'Italia  e'  coinvolta  la
citta' di Brunico sita lungo il Corridoio Scan - Med e  il  Corridoio
Verde del Brennero  per  l'istallazione  di  una  nuova  stazione  di
ricarica che funzionera' a punto  di  collegamento  ed  accesso  agli
altri Corridoi europei come il Mediterraneo ed il Baltico Adriatico. 
 
  9 ABBREVIAZIONI, ACRONIMI, UNITA' DI MISURA E BIBLIOGRAFIA 
 
  9.1 ABBREVIAZIONI E ACRONIMI 
  AL: annual load factor 
  BEV: battery electric vehicle 
  CAPEX: costi di investimento 
  DSM: demand side management 
  FC: fuel cell 
  FCEV: fuel cell electric vehicle 
  FER: fonti energetiche rinnovabili 
  GPL: gas di petrolio liquefatto 
  HEV: hybrid electric vehicle 
  ICE: internal combustion engine 
  OPEX: costi operativi e di manutenzione 
  PHEV: plug-in hybrid electric vehicle 
  RES: renewable energy sources 
  SEF: standard emission factor 
  SMR: steam methane reforming 
  T&D: transmission and distribution 
  TCO: total cost of ownership 
  VRE: variable renewable energy 
  WTW: well-to-wheel 
 
  9.2 UNITA' DI MISURA 
  €: euro 
  g: grammi 
  GW: gigawatt 
  kg: kilogrammi 
  km: kilometri 
  ktep: kilo tonnellate equivalenti di petrolio 
  kW: kilowatt 
  kWh: kilowatt hour 
  l: litri 
  m: metri 
  MPa: megapascal 
  Mt: megatonne 
  MWh: megawatt hour 
  t: tonnellate 
  TWh: terawatt hour 
 
  9.3 BIBLIOGRAFIA 
  Air quality in Europe. European Environmental Agency. 2015  Report.
(s.d.). 
  Air quality in Europe. European Environmental Agency. 2015  Report.
(s.d.). 
  Annuario Statistico ACI 2015. (s.d.). 
  Direttiva 2014/94/UE del Parlamento europeo e del  Consiglio  sulla
realizzazione di un'infrastruttura per i combustibili  alternativi  .
(s.d.). 
  En  route  pour  un  transport  durable.  Cambridge   Econometrics.
Novembre 2015. (s.d.). Energia pulita per i trasporti: una  strategia
europea in materia di combustibili alternativi. Commissione  europea.
Gennaio 2013. (s.d.). 
  Fonti rinnovabili e rete elettrica  in  Italia.  Considerazioni  di
base e scenari di evoluzione delle fonti  rinnovabili  elettriche  in
Italia. Falchetta Massimo. ENEA. 2014 . (s.d.). 
  Fuel  Cell  Electric  Buses,  Potential  for   Sustainable   Public
Transport in Europe. A Study for the Fuel Cells  and  Hydrogen  Joint
Undertaking. Settembre 2015. (s.d.). 
  Fuelling Europe's future. How auto innovation  leads  to  EU  jobs.
Cambridge  Econometrics  (CE),  in  collaboration  with  Ricardo-AEA,
Element Energy. 2013. (s.d.). 
  Hydro-gen: the energy  transition  in  the  making!  Pierre-Etienne
Franc, Pascal Mateo. Manifesto. 2015. . (s.d.). 
  Indagine conoscitiva sui prezzi finali dell'energia elettrica e del
gas naturale. Memoria  per  l'audizione  presso  la  10°  Commissione
Industria, Commercio e Turismo del  Senato  della  Repubblica.  AEEG.
Aprile 2015. (s.d.). 
  Le politiche dell'Unione europea: Trasporti.  Commissione  Europea.
Novembre 2014. (s.d.). 
  LIBRO BIANCO, Tabella di marcia verso uno spazio unico europeo  dei
trasporti - Per una politica dei 
  trasporti competitiva e  sostenibile.  Commissione  Europea.  Marzo
2011 . (s.d.). Mal'ARIA di citta' 2016.  Legambiente.  Gennaio  2016.
(s.d.). 
  Mercato  dei  carburanti  in  Italia.  Ministero   dello   Sviluppo
Economico. (s.d.). 
  Newsletter del GME n.78 Gennaio 2015. (s.d.). 
  Regolamento  (UE)  N.  1291/2013  del  Parlamento  europeo  e   del
Consiglio che istituisce il programma quadro di ricerca e innovazione
(2014-2020) - Orizzonte 2020. Commissione europea. 
  Dicembre 2013. (s.d.). 
  Relazione finale del gruppo ad alto livello  CARS  21.  Commissione
europea. 6 giugno 2012. (s.d.). 
  Technology Roadmap Hydrogen  and  Fuel  Cells.  IEA.  Giugno  2015.
(s.d.). 
 
 
 
                     Quadro strategico nazionale 
 
Sezione C: fornitura di gas naturale per il trasporto e per altri usi 
 
            Prima sottosezione: fornitura di gas naturale 
           liquefatto (GNL) per la navigazione marittima e 
         interna, per il trasporto stradale e per altri usi 
 
                               INDICE 
 
  LISTA DELLE TABELLE 
  LISTA DELLE FIGURE 
  1 LE POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA PER IL SETTORE DEI TRASPORTI 
  2 LO STATO TECNOLOGICO 
  2.1 DEFINIZIONE, CARATTERISTICHE 
  3 GLI SCENARI INTERNAZIONALI 
  3.1 MERCATO DEL GNL 
  3.2 IL MERCATO INTERNAZIONALE DEL GNL 
  3.3 APPROVVIGIONAMENTO E STOCCAGGIO DEL GNL 
  3.3.1 Principali esperienze nei Paesi che  utilizzano  il  GNL  nel
trasporto marittimo e terrestre 
  3.4 UTILIZZO TERMINALI DI RIGASSIFICAZIONE ANCHE PER LO SSLNG 
  4 LO SCENARIO ITALIANO 
  5 DIMENSIONAMENTO DELLA RETE DI STAZIONI DI RIFORNIMENTO 
  5.1  CRITERI  PER  L'INDIVIDUAZIONE  DI  UNA  IPOTESI  DI  RETE  DI
DISTRIBUZIONE DI GNL SULLA BASE DEGLI ATTUALI SCENARI LOGISTICI DEGLI
ALTRI PRODOTTI ENERGETICI 
  5.2   CONSIDERAZIONI   SULL'INFRASTRUTTURA   NECESSARIA:    MERCATO
POTENZIALE 
  5.3 IPOTESI DI SVILUPPO DELL'INFRASTRUTTURA 
  5.4 PUNTI CRITICI LEGATI ALL'INFRASTRUTTURA 
  5.5 RETE DI RIFORNIMENTO DEL GNL PER USO AUTOTRAZIONE 
  5.6 IMPIANTI DI STOCCAGGIO DI PICCOLE DIMENSIONI PER  AUTOTRAZIONE,
RETI LOCALI, TRASPORTO FERROVIARIO 
  5.7 UTILIZZO DEL GNL NEL TRASPORTO STRADALE  PESANTE:  AUTOCARRI  E
AUTOBUS 
  5.8 UTILIZZO DEL GAS NATURALE LIQUEFATTO  (GNL)  COME  COMBUSTIBILE
MARINO 
  5.9 PROGETTO COSTA 
  5.10 CONFIGURAZIONE DI  UNA  RETE  DI  DISTRIBUZIONE  DEL  GNL  NEL
SETTORE MARITTIMO E PORTUALE 
  5.10.1 Premessa 
  5.10.2 Linee guida per lo sviluppo della rete nazionale GNL 
  5.10.3 Tipologia di traffico 5.10.4 Eta' della nave 
  5.10.5 Area di traffico 
  5.10.6 Proposte di reti nazionali 
  5.10.7 Stima della domanda di GNL per il trasporto navale 
  5.10.8 Ricadute economiche sulla cantieristica navale 
  5.11 SICUREZZA DELLO STOCCAGGIO E DISTRIBUZIONE 
  5.11.1 Quadro di riferimento tecnico normativo 
  5.11.2 Fenomeni fisici associabili al GNL 
  5.12 FORMAZIONE, INFORMAZIONE, ADDESTRAMENTO DEL PERSONALE  ADIBITO
AL GNL 
  5.13 ACCETTABILITA' SOCIALE DELLE INFRASTRUTTURE ENERGETICHE 
  5.14 RUOLO DEGLI STRUMENTI DI INFORMAZIONE E PARTECIPAZIONE 
  5.15 SITO WEB NAZIONALE PER L'INFORMAZIONE SULLA FILIERA DEL GNL 
  5.16 ESAME DELLA CONTRATTUALISTICA ESISTENTE IN ALTRI PAESI 
  5.17 IMPIANTI DI LIQUEFAZIONE DI TAGLIA RIDOTTA 
  5.18 UTILIZZO DEL GNL NELLA REGIONE SARDEGNA 
  5.19 PREVISIONI DI MERCATO PER SMALL SCALE LNG AL 2020, 2025 E 2030 
  6 LE PROSPETTIVE PER LA SOCIETA' 
  6.1 MERCATO POTENZIALE DEL GNL E RELATIVI IMPATTI 
  6.2 RISULTATI 
  6.3 BENEFICI AMBIENTALI 
  7 ALTRI USI INDUSTRIALI 
  7.1  QUADRO  DELLA  DOMANDA  ENERGETICA  DEI  MERCATI  OFF-GRID   E
POTENZIALE DI PENETRAZIONE DEL GNL 
  7.2 PREVISIONI DI PENETRAZIONE DEL GNL OFF-GRID 
  8 INTEROPERABILITA' A LIVELLO EUROPEO 
  9 DEFINIZIONI 
 
                         LISTA DELLE TABELLE 
 
  Tabella No. 
  Tabella 1: Numero di installazioni  Small  Scale  LNG  (escluse  le
autobotti) in Europa 
  Tabella 2:  Top  10  Paesi  europei  per  numero  di  installazioni
(escluse autobotti e impianti satelliti) 
  Tabella 3: Flussi  import-export  via  GNL  nei  paesi  UE27,  2011
(mld/mc/a), Cassa Depositi Prestiti - Studio di settore n. 03 - Marzo
2013 - Gas naturale (Fonte BP, 2012) 
  Tabella 4: Dati provenienti dal progetto COSTA 
  Tabella  5:  Caratteristiche  di  infiammabilita'   (Norma   CEI-EN
61779-1) 
  Tabella 6: Composizione del parco ≥18 ton - scenario 2025 
  Tabella 7: Composizione del parco ≥18 ton - scenario 2025 
  Tabella 8: Iniziative UE per la sperimentazione e la diffusione del
GNL per il trasporto 
 
                         LISTA DELLE FIGURE 
 
  Figura No. 
  Figura 1: Dipendenza energetica nel 2013 e spesa dei paesi  europei
in benzina e diesel nel 2012. Fonte: 
  EUROSTAT 
  Figura 2: Servizi SSLNG 
  Figura 3: Localizzazione Porti ed Interporti 
  Figura 4: Schema delle Aree di Adduzione 
  Figura 5: Schemi movimentazione 
  Figura  6:  Individuazione  del  mercato  potenziale  -  Principali
risultati 
  Figura 7: Schema Benefici Viaggio Genova-Roma 
 
  1 LE POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA PER IL SETTORE DEI TRASPORTI 
  Nel settore dei trasporti, sostenere l'innovazione e  l'efficienza,
frenare la dipendenza dalle importazioni di  petrolio  e  guidare  il
passaggio a fonti energetiche interne e rinnovabili  rappresenta  una
via  da  seguire  per  raggiungere  gli  obiettivi  chiave   europei:
stimolare la crescita economica, aumentare l'occupazione e mitigare i
cambiamenti climatici. In particolare l'Italia presenta un livello di
dipendenza energetica tra i piu' elevati a livello europeo, 76.9%  al
2013. Nel 2012, l'import di petrolio grezzo e'  stato  pari  a  68.81
milioni di tonnellate e la spesa per benzina e diesel e' stata pari a
24.63 miliardi di euro (Fuelling Europe's future. How auto innovation
leads to EU jobs. Cambridge Econometrics (CE), in collaboration  with
Ricardo-AEA, Element Energy. 2013) (Figura 1). 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Figura 1: Dipendenza energetica nel 2013 e spesa dei paesi europei in
             benzina e diesel nel 2012. Fonte: EUROSTAT 
 
  Occorre quindi porsi obiettivi di riduzione dei consumi  energetici
da combustibili fossili, di riduzione  delle  emissioni  di  anidride
carbonica e di miglioramento della qualita' dell'aria  anche  tramite
l'utilizzo del Gas Naturale Liquefatto (GNL). 
 
  2 LO STATO TECNOLOGICO 
 
  2.1 DEFINIZIONE, CARATTERISTICHE 
  Il Gas Naturale Liquefatto (GNL) e'  una  miscela  di  idrocarburi,
costituito prevalentemente da metano;  altri  componenti  solitamente
presenti sono l'etano, il propano e il butano. Tutti gli  idrocarburi
piu' complessi, i composti dello zolfo e  il  biossido  di  carbonio,
vengono rimossi durante la produzione. 
  Il GNL e' ottenuto infatti, per liquefazione del Gas Naturale (GN),
quest'ultimo  e'  una  miscela  complessa  di  idrocarburi,  composta
principalmente da metano, ma che generalmente include,  in  quantita'
sensibilmente minori, etano, propano,  idrocarburi  superiori,  acido
solfitrico e alcuni altri gas non combustibili come ad esempio  azoto
e anidride carbonica. 
  Il GN  destinato  alla  liquefazione  viene  purificato  nei  paesi
produttori dai gas acidi (CO2 e H2S) e dagli idrocarburi pesanti (C5+
e superiori), nonche' da una buona parte di etano, propano  e  butani
in quanto la loro presenza va fortemente limitata nel GNL, cosi' come
quella, tra gli altri, anche di acqua, mercurio e zolfo  per  ragioni
tecniche  (es.  corrosione,  rischi  di  solidificazione  durante  il
raffreddamento). 
  Il gas naturale purificato  viene  quindi  liquefatto  a  pressione
atmosferica mediante raffreddamento fino a circa -160°C per  ottenere
il GNL che, occupando un volume circa 600  volte  inferiore  rispetto
allo stato gassoso di partenza, puo' essere piu' agevolmente stoccato
e trasportato; quindi, in  linea  di  massima,  il  GN  a  sua  volta
derivato dalla rigassificazione del GNL, e' piu' "leggero" e presenta
una quantita' inferiore di impurita' rispetto  al  corrispondente  GN
prodotto dai giacimenti. 
 
  3 GLI SCENARI INTERNAZIONALI 
 
  3.1 MERCATO DEL GNL 
  A livello mondiale, nel 2014, il consumo di GNL e' stato  di  circa
239 milioni di tonnellate. L'Asia rimane il principale  driver  della
crescita dei  consumi  di  GNL  e,  nell'ultimo  decennio,  ha  visto
raddoppiare le proprie importazioni. Il mercato asiatico  rappresenta
infatti il 75% della domanda mondiale di GNL. Giappone  e  Corea  del
Sud sono i due maggiori importatori mondiali e coprono il  70%  della
domanda asiatica di GNL. La Cina risulta oggi il terzo importatore  e
consuma circa il 10% del GNL richiesto dall'Asia. 
  Il GNL e' stato prevalentemente utilizzato  per  la  produzione  di
energia  elettrica,  per  l'industria  e   per   l'uso   di   clienti
residenziali che non hanno accesso ad una rete di distribuzione. 
  L'uso del GNL come combustibile per il trasporto si  sta  ampliando
significativamente  negli  ultimi  anni,  ma  i  volumi  sono  ancora
relativamente  piccoli.  La  maggior  parte  del  combustibile  viene
utilizzato da veicoli pesanti o da auto  alimentate  a  gas  naturale
compresso (GNC) ma si  stanno  diffondendo  anche  unita'  navali  da
carico e passeggeri, particolarmente in Scandinavia. 
  Una crescente sostituzione del diesel con il GNL e' gia' realta' in
paesi come l'Australia o gli Stati Uniti e  l'utilizzo  del  GNL  per
alimentare locomotive e' in fase di sperimentazione in Canada e negli
Stati Uniti. 
 
  3.2 IL MERCATO INTERNAZIONALE DEL GNL 
  La capacita' di rigassificazione di GNL oggi  esistente  a  livello
mondiale e' pari a circa 1.000 miliardi di metri cubi. Piu'  del  50%
di questa e' concentrata in Asia. Da notare inoltre  che,  per  molti
degli impianti di rigassificazione americani esistenti sono  previsti
progetti di conversione a terminali di liquefazione, come conseguenza
dello sviluppo dello shale gas. 
  La capacita' nominale di liquefazione nel 2014 risultava pari a 298
milioni di tonnellate di GNL di cui il 63% in Medio Oriente e Africa.
Ad oggi risultano in costruzione impianti per circa  128  milioni  di
tonnellate/anno di capacita' addizionale, di cui  il  45%  e  il  34%
concentrati rispettivamente in Australia e negli Stati Uniti. Secondo
quanto comunicato dagli operatori, tutti i  progetti  in  costruzione
dovrebbero entrare in esercizio  entro  il  2020  portando  cosi'  la
capacita'  di  liquefazione  complessiva  a  circa  425  Milioni   di
tonn/anno. Inoltre, altri  progetti  di  liquefazione  sono  oggi  in
costruzione in Indonesia, Malesia, Colombia e Russia per un totale di
26,5 milioni di tonnellate/anno. 
 
  3.3 APPROVVIGIONAMENTO E STOCCAGGIO DEL GNL 
 
  3.3.1 Principali esperienze nei Paesi che  utilizzano  il  GNL  nel
trasporto marittimo e terrestre 
  Lo "Small Scale LNG" (o  SSLNG)  si  definisce  come  la  modalita'
attraverso la quale il GNL viene gestito in  piccole/medie  quantita'
direttamente in forma liquida. In tale ambito i servizi relativi allo
SSLNG includono diversi segmenti di una filiera  che  coinvolge  vari
soggetti/operatori. 
  Con riferimento alla Figura 2, i servizi di tipo "Small Scale LNG",
gia' in essere o in fase di studio, possono essere  forniti  mediante
le seguenti infrastrutture (o installazioni): 
  1. Terminali di rigassificazione,  che  offrono  prevalentemente  i
seguenti servizi: 
  • Re-loading ovvero trasferimento di GNL dai serbatoi del terminale
a navi metaniere; 
  • Ship to ship transfer (Allibo) ovvero  trasferimento  diretto  di
GNL da una nave ad un'altra; 
  • Caricamento di GNL su navi bunker (bettoline/shuttle); 
  • Caricamento di GNL su autobotti (o ISO-container); 
  • Caricamento di GNL su vagoni-cisterna ferroviari. 
  2. Navi bunker (bettoline/shuttle), che a loro  volta  riforniscono
navi alimentate a GNL (bunkeraggio) o stoccaggi locali costieri. 
  3. Mini impianti di liquefazione per la trasformazione in  GNL  del
gas  naturale  proveniente  dalla  rete,  utilizzati  per   rifornire
autobotti (o ISO container) e/o bettoline/navi shuttle  per  impianti
costieri. 
  4. Autobotti (o ISO-container), che a loro volta riforniscono  navi
alimentate a GNL (bunkeraggio) o stoccaggi locali. 
  5. Stoccaggi locali, riforniti da autobotti (o  ISO-container)  e/o
bettoline/shuttle (se stoccaggi costieri) e utilizzati per: 
  a) caricamento di autobotti (o ISO-container) e/o di bettoline; 
  b) impianti di rifornimento costieri  per  navi  alimentate  a  GNL
(bunkeraggio); 
  c) impianti di rifornimento di autoveicoli alimentati  a  GNL  o  a
CNG; 
  d) depositi satellite di stoccaggio per usi industriali o civili. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
                       Figura 2: Servizi SSLNG 
 
  In relazione al contesto di riferimento, la filiera dello SSLNG  si
e' particolarmente sviluppata in  Spagna,  Norvegia,  Regno  Unito  e
Olanda, ove si registra il piu' alto numero di impianti. 
  La Tabella 1 e la Tabella 2 riportano i  risultati  di  uno  studio
sullo stato dell'arte  dei  servizi  SSLNG  in  Europa  e  di  alcuni
approfondimenti su Spagna, Norvegia, Regno Unito e Olanda. 
  I dati, qui riportati sono aggiornati al 2014. (Fonte: database GIE
Gas Infrastructure Europe). 
 
Tabella 1: Numero  di  installazioni  Small  Scale  LNG  (escluse  le
                        autobotti) in Europa 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Tabella 2: Top 10 Paesi europei per numero di installazioni  (escluse
                   autobotti e impianti satelliti) 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  Gli   aggiornamenti    sono    contenuti    nel    database    GIE:
http://www.gie.eu/index.php/mapsdata/gle-sslng-map. 
  L'esperienza dei paesi che gia' utilizzano GNL  come  combustibile,
pur in un contesto normativo  in  fase  di  progressiva  definizione,
dimostra che lo sviluppo dell'impiego del  GNL  e'  possibile  quando
sono gestiti gli aspetti riportati in elenco di seguito: 
  • disponibilita' delle norme tecniche applicabili alla  costruzione
delle navi a gas; 
  •  disponibilita'  di  chiare  procedure   autorizzative   per   la
costruzione e il funzionamento delle  installazioni  infrastrutturali
terrestri per il rifornimento (sia  esso  da  terminale  a  nave,  da
autocisterna a nave, da nave a nave); 
  • disponibilita' sul territorio di infrastrutture di stoccaggio  di
GNL; 
  • scelta della tecnologia per applicazioni navali, terrestri  e  di
trasferimento del combustibile da terra a nave e da nave a nave e  da
nave a terra che assicuri la sicurezza in tutte le fasi del processo,
dallo  stoccaggio,  al  rifornimento,  dallo   stoccaggio   a   bordo
all'utilizzo finale; 
  •  sostenibilita'  finanziaria  dei   progetti   e   sostenibilita'
economico-sociale e ambientale del sistema GNL; 
  • accettazione sociale del GNL e delle relative infrastrutture. 
  In generale, dalle esperienze dei citati Paesi europei,  si  desume
che un ruolo fondamentale all'espansione dei servizi  di  tipo  SSLNG
puo' derivare da opportune azioni di: 
  • semplificazione dei processi autorizzativi; 
  • agevolazione fiscale; 
  • incentivazione alla realizzazione di infrastrutture; 
  • nuove norme di regolazione e di sicurezza. 
  In  particolare,  si  e'  osservato  come   la   politica   fiscale
energetica, attualmente in discussione sia a livello  europeo  che  a
livello nazionale, assumera' un  ruolo  determinante  nello  sviluppo
futuro del mercato del GNL, nell'ambito dei servizi Small Scale. 
  I servizi Small Scale LNG consentono l'utilizzo del gas naturale  -
il combustibile "piu' pulito" in quanto a minor contenuto di zolfo  e
con piu' basse emissioni di NOx e di CO2 - in zone dove  la  rete  di
trasporto  di  gas  non  e'  molto  diffusa  a   causa   di   vincoli
tecnico-economici. 
  In particolare il rapido sviluppo dei servizi di tipo SSLNG  si  e'
avuto nei Paesi che per via di un forte interesse alle  problematiche
ambientali hanno sostenuto attivamente politiche incentivanti ed iter
autorizzativi  piu'  snelli,  coinvolgendo  le  realta'   industriali
nazionali e  le  autorita'  dei  Paesi  confinanti  anche  attraverso
progetti pilota che possono consentire il miglior apprezzamento delle
attivita' necessarie al pieno sviluppo della filiera. 
  Peraltro si evidenzia come tali servizi, nell'ambito  della  catena
del  valore  dello  SSLNG,  consentano  anche  un'innovazione   nella
gestione dei terminali di rigassificazione, permettendone  quindi  un
utilizzo diversificato e maggiormente efficiente. 
 
  3.4 UTILIZZO TERMINALI DI RIGASSIFICAZIONE ANCHE PER LO SSLNG 
  L'opportunita'  di  utilizzare  i   serbatoi   dei   terminali   di
rigassificazione, o in senso lato i  terminali  di  rigassificazione,
per effettuare, insieme al  servizio  base,  anche  le  attivita'  di
stoccaggio  e  di  rifornimento  del  GNL  dipende  fortemente  dalla
tipologia di servizio che si vuole fornire  e  dalle  caratteristiche
dei  terminali  stessi.  I  servizi  addizionali  alla   tradizionale
attivita' di rigassificazione sono principalmente: 
  • Servizio  di  caricamento  di  GNL  su  navi  bunker  secondo  la
definizione del Gas Infrastructure Europe (GIE), ovvero  l'operazione
di caricamento di navi  con  il  GNL  stoccato  nei  serbatoi  di  un
terminale di rigassificazione: tali navi  possono  essere  utilizzate
per fornire GNL ad altre navi  (ovvero  usate  come  bettoline)  o  a
serbatoi costieri di stoccaggio (usate dunque come navi shuttle). 
  • Servizio di reloading di navi metaniere, ovvero l'operazione  con
la quale il GNL, precedentemente importato e stoccato nei serbatoi di
un terminale, viene  ricaricato  su  navi  metaniere  (con  capacita'
compresa tra 30.000 e 270.000 mc) per la riesportazione del prodotto,
allo scopo di cogliere eventuali opportunita' commerciali; 
  •  Servizio  di  caricamento  su  autobotti  (solo  per   terminali
onshore),  ovvero  l'operazione  di  caricamento  di  autocisterne  o
ISO-container, utilizzati per il trasporto  su  strada,  con  il  GNL
stoccato  nei  serbatoi  di  un  terminale.  Le  autocisterne  e  gli
ISO-container a loro volta possono essere utilizzati  per  alimentare
impianti di rifornimento di  autoveicoli  alimentati  a  GNL  o  CNG,
impianti di stoccaggio locali  o  per  altri  tipi  di  utilizzi  che
richiedano la fornitura del prodotto allo stato liquido  (bunkeraggi,
usi industriali e civili, treni). 
  • Servizi aggiuntivi (solo per terminali onshore),  ovvero  servizi
che  permettono  la  fornitura  di  GNL  attraverso   l'utilizzo   di
infrastrutture  realizzate  nei  pressi  del  terminale  e   a   esso
direttamente collegate, quali il servizio caricamento di GNL su  navi
bunker e/o caricamento di autocisterne mediante un serbatoio dedicato
collegato al terminale,  o  il  servizio  di  caricamento  per  mezzi
destinati al trasporto di merci su gomma  mediante  una  stazione  di
rifornimento collegata direttamente al terminale. 
  Ad oggi, nessun terminale di rigassificazione italiano e' in  grado
di fornire servizi di tipo Small Scale  LNG  (SSLNG),  ma  tutti  gli
operatori   stanno   valutando   la   fattibilita'    di    modifiche
tecniche-operative in modo da offrire tali nuovi servizi, in coerenza
con l'attivita' di rigassificazione. L'adattamento di un terminale di
rigassificazione, per fornire anche lo stoccaggio e  il  rifornimento
di  GNL  per  mezzi  navali  o  terrestri,  e'  possibile  prevedendo
determinate modifiche tecniche-impiantistiche, con annessi costi  per
la realizzazione e gestione delle stesse. 
  Le fasi relative alla progettazione, realizzazione ed esercizio dei
servizi SSLNG ricadono nell'ambito  della  normativa/legislazione  di
riferimento dei  terminali  di  rigassificazione.  In  tale  contesto
normativo l'iter autorizzativo  per  gli  interventi  di  adeguamento
dell'impianto e' gia' definito, ma puo'  sicuramente  beneficiare  di
una semplificazione/riduzione  dei  tempi  soprattutto  in  un'ottica
time-to-market. 
  Gli aspetti commerciali di cui si deve tenere conto sono: 
  • la gestione della capacita' di stoccaggio del terminale; 
  • eventuali necessita' di  modifica  relative  alla  programmazione
degli approdi; 
  • la valutazione dei regolamenti portuali e la  disponibilita'  dei
servizi portuali; 
  • la modalita' di separazione dei costi relativi alle attivita'  di
rigassificazione di tipo regolato rispetto a quelle di SSLNG di  tipo
libero. 
  Tali servizi, essendo finalizzati all'uso del GNL come combustibile
tal quale,  senza  rigassificazione  e  senza  l'uso  delle  reti  di
trasporto, esulano dalle attivita' di tipo regolato e vanno svolte in
regime   di   mercato,   separato   dalle   attivita'   regolate   di
rigassificazione. Risulta pertanto necessaria  la  determinazione  da
parte dell'Autorita' per l'energia elettrica, il  gas  e  il  sistema
idrico delle modalita' di separazione contabile e gestionale  tra  le
due attivita' al fine di garantire la piena  rispondenza  al  dettato
normativo relativo all'attivita' di rigassificazione, ed evitare  che
dai servizi SSLNG svolti  in  regime  di  mercato  derivino  nuovi  o
maggiori oneri per le attivita' regolate. 
 
  4 LO SCENARIO ITALIANO 
  Dallo studio di settore "Il mercato del gas naturale in Italia:  lo
sviluppo delle infrastrutture nel contesto  europeo",  elaborato  nel
2013  dalla  Cassa  Depositi  e  Prestiti,  emerge  che,   ad   oggi,
l'industria del GNL presenta  caratteristiche  profondamente  diverse
con 18 Paesi esportatori e 25 Paesi importatori e altri Paesi che  si
apprestano    a    mettere    a    regime    nuova    capacita'    di
liquefazione/rigassificazione.   L'emergere   di   nuove   tecnologie
consente di immettere sul mercato risorse che fino a  pochi  anni  fa
era impossibile sviluppare. 
  All'incremento dei volumi scambiati e  degli  attori  coinvolti  e'
corrisposto un moltiplicarsi delle rotte percorse, con oltre 350 navi
gasiere attive su direttrici transoceaniche. 
  Contemporaneamente, la componente "spot" dell'approvvigionamento ha
acquisito un peso piu'  rilevante  raggiungendo  il  30%  dei  volumi
scambiati  nel  2014  (era  il  4%  nel  1990)  ed  e'  aumentata  la
competitivita' tra operatori alternativi sia dal  lato  dell'offerta,
sia da quello della domanda. 
  Nella Tabella 5 dello studio di  settore  della  Cassa  Depositi  e
Prestiti, vengono riportati i seguenti flussi import-export  via  GNL
nei Paesi UE 27, 2011 (mld/mc/a). 
  Da un punto di vista infrastrutturale, dallo Studio emerge che, con
riferimento ai progetti per il potenziamento della rete di  terminali
di rigassificazione, sebbene il GNL in Europa soffra l'elevato  grado
di competitivita' del gas trasportato tramite  gasdotto,  nell'ottica
di   diversificazione   delle   fonti   d'approvvigionamento   e   di
sfruttamento della componente spot  del  mercato,  si  stima  che  la
capacita' di rigassificazione possa superare i 220 mld/mc/a nel 2020,
con un tasso di incremento medio annuo pari al 2,9%. 
  Il caso della Norvegia, che per prima ha  realizzato  e  utilizzato
traghetti a GNL gia' dall'inizio degli anni duemila, conferma  quanto
sopra: tutti  i  punti  elencati  sono  stati  a  suo  tempo  risolti
permettendo uno  sviluppo  a  livello  nazionale  di  una  flotta  di
numerose unita' che impiegano GNL come combustibile. 
  Anche il "North European LNG Infrastructure Project" del marzo 2012
della  Danish  Maritime  Authority,  co-finanziato  dalla   Comunita'
Europea,  fornisce,  tra  le  altre,  raccomandazioni  relative  alle
soluzioni piu' opportune per il rifornimento, agli aspetti  economico
finanziari,  all'aspetto  della  sicurezza  delle  installazioni   in
condizioni  di  normale  esercizio  e  di  emergenza  conseguente  ad
incidente,  agli   aspetti   tecnici   e   operativi,   ai   processi
autorizzativi  e   alla   comunicazione   durante   i   processi   di
consultazione delle varie parti coinvolte. 
  Nello studio viene analizzata,  in  particolare,  la  catena  della
fornitura del GNL, dai grandi terminali di importazione  di  GNL  e/o
impianti di liquefazione di GNL evidenziando le  criticita'  connesse
alla realizzazione di tali infrastrutture, le soluzioni per risolvere
le varie problematiche e le realta'  coinvolte  (strutture  portuali,
armatori, etc.). 
 
Tabella  3:  Flussi  import-export  via  GNL  nei  paesi  UE27,  2011
(mld/mc/a), Cassa Depositi Prestiti - Studio di settore n. 03 - Marzo
                2013 - Gas naturale (Fonte BP, 2012) 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  Secondo il "North European GNL  Infrastructure  Project",  dovrebbe
essere realizzato un certo numero di terminali di piccole  dimensioni
in Danimarca, Norvegia, Svezia e Finlandia per l'anno 2020.  Inoltre,
ci sono piani per investimenti in strutture  di  piccole  dimensioni,
come  punti  di  rifornimento  GNL  (banchine  per  bunkeraggio)   in
Germania, Belgio e Paesi Bassi che andra' ad integrare i terminali di
stoccaggio di GNL esistenti. 
  Infatti, dal punto di vista delle infrastrutture di  GNL  nel  Nord
Europa,  a  fronte  di  terminali  esistenti  in  Norvegia   per   il
bunkeraggio di GNL (Fredrickstad 6.500 m3, Halhjem 1.000 m3,  Agotnes
CCB 500 m3, Floro 500 m3, numerosi sono i progetti  di  terminali  di
bunkeraggio di GNL pianificati o in via di realizzazione nel mare del
Nord e nel Baltico: Antwerp (Belgio), Rotterdam (Olanda), Brunsbüttel
(Germania),  Goteborg  e   Stockholm   (Svezia),   Turku   e   Porvoo
(Finlandia), Klaipeda (Lituania) e Swinoujscie (Polonia). 
  Sempre da quanto riportato nei documenti del  "North  European  GNL
Infrastructure Project" emerge inoltre che, al fine di selezionare la
migliore soluzione per ogni singolo porto, si deve tener conto di una
serie di parametri tra cui: 
  • volumi di bunkeraggio GNL; 
  • barriere fisiche presenti nel porto; 
  • aspetti logistici; 
  • tipologia di imbarcazioni; 
  • costi di investimento e di esercizio; 
  • sicurezza; 
  • normative tecniche e operative; 
  • questioni ambientali e normative. 
  Questi parametri devono essere presi tutti in considerazione  anche
se i volumi di bunkeraggio sono spesso il fattore determinante. 
  La domanda mondiale di GNL e'  stimata  di  circa  4,2  milioni  di
tonnellate nel 2020 e 7 milioni di tonnellate nel 2030:  dall'analisi
degli scenari di sviluppo della domanda, si puo' concludere  che  una
gran parte della domanda derivera' dal trasporto marittimo  di  linea
nelle diverse aree. 
  Dal punto di vista dei costi del sistema logistico-infrastrutturale
di fornitura del GNL alle  navi,  sulla  base  di  una  stima  basata
sull'analisi di tre casi studio, il costo medio della supply chain e'
stato stimato a 170 €/tonn GNL. Lo studio, inoltre, ha  esaminato  la
struttura del prezzo del  GNL  come  combustibile  rispetto  all'olio
combustibile pesante (HFO) ed al gasolio marino (MGO)  tenendo  conto
dei seguenti aspetti: 
  • prezzo del carburante nei principali hub europei di importazione; 
  • costi delle infrastrutture: 
  • costi di stoccaggio; 
  • costo della distribuzione (hubs -  strutture  portuali  -  utenti
finali). 
  La  distribuzione  di  GNL  in  Italia   rappresenta   un'attivita'
strategica   per    il    raggiungimento    degli    obbiettivi    di
decarbonizzazione e per la  riduzione  delle  emissioni  di  sostanze
pericolose  per  l'ambiente  e  per  la  salute  dei  cittadini;   il
raggiungimento di una  distribuzione  efficiente  ed  efficace  passa
necessariamente dalla realizzazione di infrastrutture, opportunamente
dislocate sul territorio nazionale, capaci di rendere disponibile  il
caricamento delle autobotti con il prodotto in forma liquida. 
  La Commissione europea ha svolto nel 2015 una consultazione per  lo
sviluppo di una strategia al fine di esplorare  il  pieno  potenziale
del GNL e dello stoccaggio di gas  nel  medio  e  lungo  termine.  La
ragione del focus  su  gas  liquefatto  e  stoccaggio,  e'  che  essi
contribuiscono ad aumentare la sicurezza e la concorrenzialita' delle
forniture  di  energia  europee,   in   particolare   attraverso   la
diversificazione delle fonti. Il GNL secondo la  Commissione  Europea
contribuisce  ad  abbassare  i  prezzi  dell'energia  aumentando   la
concorrenza sui mercati Ue. Un ruolo importante e necessario  quindi,
quello del  GNL,  nel  processo  di  decarbonizzazione  dell'economia
dell'Unione Europea. 
  Anche il Giappone  ha  elaborato  una  strategia  per  lo  sviluppo
dell'uso del GNL che e' stata presentata  durante  i  lavori  del  G7
dell'energia  nell'aprile  del  2016.  Uno  studio  approfondito  con
analisi storiche  e  tendenziali  dell'uso  di  questa  commodity  in
Giappone e nel mondo che testimonia la grande attenzione che vi e'  a
livello globale su questi temi. Un dato importante e'  la  previsione
di  crescita  del  40%  dell'uso  del  GNL  a  livello  mondiale  (in
particolare  in  Asia)  che  dovrebbe  passare  da  250  milioni   di
tonnellate del 2014 a 350 nel 2020. Tre sono gli elementi individuati
per favorirne lo sviluppo: 
  • accrescerne la commerciabilita'  attraverso  la  riduzione  della
taglia delle navi cargo, l'aumento  dei  partecipanti  al  mercato  e
l'eliminazione dei vincoli di destinazione geografica; 
  • sviluppo e accesso di terzi alle infrastrutture del  GNL  e  alle
infrastrutture a valle; 
  • abbandono dei prezzi  fissati  a  priori  che  invece  dovrebbero
formarsi dinamicamente come risultato  di  incontro  trasparente  tra
domanda e offerta. 
 
  5 DIMENSIONAMENTO DELLA RETE DI STAZIONI DI RIFORNIMENTO 
 
  5.1  CRITERI  PER  L'INDIVIDUAZIONE  DI  UNA  IPOTESI  DI  RETE  DI
DISTRIBUZIONE DI GNL SULLA BASE DEGLI ATTUALI SCENARI LOGISTICI DEGLI
ALTRI PRODOTTI ENERGETICI 
  Per tracciare scenari logistici di lungo termine  in  un'ottica  di
distribuzione del prodotto GNL sul mercato  nazionale  per  le  varie
destinazioni d'uso occorre tener conto di: 
  •  suddivisione  del  sistema   distributivo   tra   "distribuzione
primaria" e "distribuzione secondaria"; 
  • possibilita' di utilizzare,  ed  eventualmente  riconvertire,  le
infrastrutture esistenti per lo stoccaggio dei prodotti in questione,
per successivo scarico su navi o autobotti di GNL 
  • sviluppo della domanda per  uso  bunkering,  per  autotrazione  o
altri usi; 
  • opportunita' di approvvigionamento di tale prodotto in  zone  non
metanizzate (quali ad esempio la Sardegna) mediante  lo  sviluppo  di
sistemi di stoccaggio e di minirigassificazione  del  GNL  presso  il
punto di consumo o centri di distribuzione periferici. 
  La direttiva europea indica gli elementi principali che  gli  Stati
Membri devono considerare per la definizione di una rete di punti  di
rifornimento per il GNL che includono, fra l'altro,  i  terminali,  i
serbatoi e  i  containers  mobili  di  GNL  nonche'  navi  e  chiatte
cisterna. 
  Per quanto riguarda  la  rete  di  rifornimento  del  GNL  per  uso
autotrazione, volendo attenersi ai requisiti minimi  della  direttiva
2014/94/UE,  una  rete  di  distribuzione  di  primo  livello  (cioe'
disposta lungo la rete TEN-T) dovrebbe contare almeno una  decina  di
impianti. 
  La scelta dei siti per la realizzazione di  tali  stazioni  dipende
dalle decisioni imprenditoriali che saranno determinate da una  serie
di fattori sia tecnici che economici. 
  La  fattibilita'  tecnica  dovra'  tenere   conto   di   tutte   le
prescrizioni della normativa tecnica e di prevenzione incendi vigente
oltre ad eventuali vincoli di carattere urbanistico,  ambientale  e/o
paesaggistico. 
  Una  possibilita'  di  sviluppo  della  rete  di  rifornimento   in
autostrada puo' essere costituita dallo svolgimento delle gare per le
concessioni  di  distribuzione  carburanti  in  autostrada,  con   la
previsione di un riconoscimento qualitativo premiale per gli impianti
che si dotino anche del GNL. 
  Sotto il profilo tecnico, e' necessario completare quanto prima  il
quadro tecnico-normativo, con particolare riferimento alla disciplina
di prevenzione incendi degli impianti stradali e  degli  impianti  di
stoccaggio primari. 
  Un iter autorizzativo semplificato e un sistema  di  incentivazione
adeguato consentirebbero di agevolare gli investimenti nella rete  di
distribuzione, ad esempio per la  realizzazione  delle  aree  adibite
alla distribuzione del GNL e per la diffusione dei mezzi alimentati a
GNL. 
 
  5.2   CONSIDERAZIONI   SULL'INFRASTRUTTURA   NECESSARIA:    MERCATO
POTENZIALE 
  L'Unione  Europea  propugna   l'uso   di   carburanti   alternativi
(Direttiva DAFI),  promuovendo  in  particolare  l'uso  del  GNL  nei
trasporti, per ridurre la  dipendenza  dall'olio  e  minimizzare  gli
effetti negativi sull'ambiente (60% di riduzione delle  emissioni  di
GHG nel settore trasporti nel  2050  rispetto  al  1990).  I  recenti
sviluppi tecnologici e il differenziale di prezzo tra greggio  e  gas
hanno aperto la strada a nuove possibilita' d'impiego per il GNL  nel
trasporto stradale delle merci e per la propulsione navale; in queste
condizioni il GNL puo'  divenire  competitivo  anche  in  nicchie  di
mercato nel settore industriale e residenziale. 
  In Italia il mercato del GNL ha  gia'  posto  le  premesse  per  lo
sviluppo. Nel 2014, nell'area del Centro-Nord vi erano gia' operativi
8 distributori  L-CNG  cioe'  impianti  approvvigionati  con  LNG  ed
erogatori CNG; 7 sono pubblici:  Villafalletto  (CN),  Poirino  (TO),
Tortona (AL), Mortara (VA), Varna (BZ), Calderara (BO), Roma.  Vi  e'
poi un distributore L-CNG privato, impiegato dalla flotta di  bus  di
Modena (SETA). Un nono distributore pubblico e il primo con erogatore
GNL (e L-CNG) e' stato inaugurato da ENI a Piacenza ad  aprile  2014.
Nel 2015 e' stato aperto un secondo punto vendita con  erogatore  GNL
(e L-CNG) a Novi Ligure ed a maggio 2016 il terzo impianto  a  Castel
San Pietro terme (Bologna) con le stesse caratteristiche. 
  Inoltre la prima nave a GNL e'  stata  commissionata  dalla  Marina
Militare  italiana  e  sono   state   realizzate   anche   le   prime
installazioni  GNL  in  siti  industriali.  Attualmente  sono   tutte
alimentate con carro cisterna criogenico dal  terminale  spagnolo  di
Barcellona,  Rotterdam  (Olanda);  Zeebrugge  (Belgio)  e   Marsiglia
(Francia). 
 
  5.3 IPOTESI DI SVILUPPO DELL'INFRASTRUTTURA 
  Al 2030, se le  condizioni  riguardanti  il  quadro  regolatorio  e
quello fiscale saranno favorevoli, e'  auspicabile  la  realizzazione
sul territorio nazionale di  un'infrastruttura  per  la  ricezione  e
utilizzazione  del  GNL,   con   installazione   di   apparecchiature
sufficienti a coprire un volume globale di mercato  di  3,2  Mton  (4
Mtep).  Un'ipotesi  abbastanza  verosimile  potrebbe   prevedere:   5
depositi costieri di GNL da 30.000 - 50.000 m3 ; 3 navi di cabotaggio
da 25.000 - 30.000 m3 ; 4 bettoline; circa 800 stazioni  di  servizio
GNL, anche con L-CNG. 
 
  5.4 PUNTI CRITICI LEGATI ALL'INFRASTRUTTURA 
  I principali fattori critici sono: 
  • esistenza di una normativa su terminali  costieri  di  piccola  e
media taglia; 
  • disponibilita' di aree ben collocate,  in  seno  ad  insediamenti
industriali; 
  • costi di realizzazione; 
  •  propensione  degli  operatori   industriali   a   investire   in
infrastrutture SSLNG; 
  •  fiducia  nella  permanenza  dell'attuale  assetto  fiscale   dei
carburanti gassosi; 
  • collocazione razionale dei distributori di GNL ed L-CNG; 
  •  sinergie  tra  i  diversi  sistemi  modali  e   operativi   (es.
interporti:   opzione   ferro   +   gomma;    opzione    distributori
pubblici-privati); 
  • aumento dei modelli di veicoli offerti al mercato. 
 
  5.5 RETE DI RIFORNIMENTO DEL GNL PER USO AUTOTRAZIONE 
  Per quanto riguarda lo sviluppo della rete di rifornimento del  GNL
per uso autotrazione, la nuova direttiva 2014/94/UE  del  22  ottobre
2014  (DAFI)  "sulla  realizzazione  di   un'infrastruttura   per   i
combustibili alternativi", obbliga gli  Stati  membri  ad  assicurare
che, entro il 31 dicembre 2025, sia realizzato un numero adeguato  di
punti di rifornimento per il GNL accessibili al pubblico almeno lungo
la rete centrale TEN-T. Al fine di definire  il  suddetto  numero  di
punti di rifornimento su strada, la  direttiva  suggerisce  di  tener
conto dell'autonomia minima dei veicoli  pesanti  alimentati  a  GNL,
indicando, a titolo esemplificativo, una distanza media di 400 km. Si
osserva che  la  rete  TEN-T  di  primo  livello  interessa  l'intero
territorio nazionale con una piu' alta concentrazione  nel  nord  del
Paese. 
  In Italia, la rete centrale TEN-T conta circa 3.300  km  di  strada
complessivi, divisi in 3 principali corridoi: 
  • Asse Palermo-Napoli-Roma-Bologna-Modena-Milano-Verona-Brennero 
  • Asse Genova-Milano-Chiasso e Genova Voltri-Alessandria-Gravellona
Toce 
  • Asse Frejus-Torino-Milano-Bergamo-Verona-Padova-Venezia-Trieste 
  Pertanto,  in  una  ipotesi  estremamente   semplificata,   volendo
rispettare la distanza media dei  400  km,  cosi'  come  raccomandato
dalla  direttiva  DAFI,  un  numero  adeguato   di   punti   vendita,
costituenti una rete di  distribuzione  di  primo  livello,  dovrebbe
essere non inferiore a 10. 
  Si osserva, tuttavia, che per assicurare  un  livello  di  servizio
superiore a quello minimo, tarato esclusivamente  sull'autonomia  dei
mezzi, sarebbe necessaria una rete  di  distribuzione  piu'  fitta  -
perfino sulla stessa viabilita'  stradale  -  con  un  numero  almeno
doppio di punti vendita rispetto a quello sopra indicato. 
  Per quanto riguarda la scelta dei siti per la realizzazione di tali
stazioni, non e' possibile fare una previsione  puntuale  perche'  le
decisioni imprenditoriali dipenderanno da una serie  di  fattori  sia
tecnici che  economici.  La  fattibilita'  tecnica  di  ogni  singolo
impianto dipendera' in buona parte dal rispetto delle prescrizioni di
prevenzione incendi, dalla disponibilita'  di  aree  adeguate  e  dal
rispetto dei vincoli paesaggistici. Il  rispetto  delle  distanze  di
sicurezza e delle prescrizioni di tipo urbanistico, oggi contenute in
tutte le norme di prevenzione incendi riguardanti i gas naturale  per
autotrazione, potrebbero essere determinanti nella scelta dei siti di
installazione. 
  Relativamente  alle  analisi  di  tipo  economico,  si  puo'   solo
prevedere che  saranno  sicuramente  privilegiate  le  posizioni  che
intercettano flussi di traffico gia'  consolidati  per  il  trasporto
pesante di merci, nonche'  stazioni  stradali  ed  autostradali  gia'
esistenti   presso   le   quali   sia   tecnicamente   possibile   ed
economicamente conveniente aggiungere un impianto di distribuzione di
GNL. 
  Si  osserva  inoltre  che  la  redditivita'   degli   impianti   e'
attualmente molto ridotta per l'assenza sul territorio  nazionale  di
una  base  di  approvvigionamento  (cioe'  un  punto  di  carico  per
autocisterne criogeniche) e questo rappresenta  un  freno  importante
allo sviluppo della rete di distribuzione stradale. 
 
  5.6 IMPIANTI DI STOCCAGGIO DI PICCOLE DIMENSIONI PER  AUTOTRAZIONE,
RETI LOCALI, TRASPORTO FERROVIARIO 
  Analizzando i risultati di un  questionario  compilato  da  aziende
operanti sia nella progettazione-costruzione di  impianti  che  nella
filiera energetica e' stato possibile avere una prima stima dei costi
(limitata alle sole opere tecnologiche e  agli  oneri  professionali)
per la realizzazione di stoccaggi di piccole dimensioni quali: 
  • impianti a servizio di utenze civili (piccole reti canalizzate) 
  • impianti commerciali/industriali. 
  In particolare per tali impianti si evince che il costo  (al  netto
dell'IVA) per serbatoi di capacita' fra 30 e 50 ton varia da 270.000€
a 350.000€. A tale prezzo vanno aggiunti ulteriori  componenti  come,
ad esempio, i costi per opere  edili,  per  interventi  di  messa  in
sicurezza e/o per sistema antincendio, di valore complessivo  pari  a
circa 80.000 €. 
 
  5.7 UTILIZZO DEL GNL NEL TRASPORTO STRADALE  PESANTE:  AUTOCARRI  E
AUTOBUS 
  L'utilizzo del GNL come combustibile alternativo al diesel si  basa
sulla sua sostenibilita' economica e  ambientale.  La  sostenibilita'
economica e' dovuta al  suo  minore  costo  a  parita'  di  contenuto
energetico, che deve almeno compensare i maggiori costi  legati  alla
specifica tecnologia. Il prezzo di acquisto o di trasformazione di un
veicolo a GNL rispetto ad un equivalente veicolo diesel convenzionale
varia da  15.000  €  a  60.000  €.  Oltre  al  maggiore  costo  delle
componenti specifiche del motore  e  del  sistema  di  alimentazione,
nell'ordine di 5.000÷30.000 €, il secondo costo piu'  importante  per
un veicolo a GNL e' il sistema di stoccaggio del combustibile. 
  L'uso di GNL aumenta  l'autonomia  rispetto  al  GNC  mantenendo  i
vantaggi in termini di emissioni ridotte rispetto al diesel. Lo stato
liquido consente, a parita' di volume, percorrenze  circa  2,5  volte
quelle del GNC, e poco meno della meta' rispetto al gasolio. 
  La   sostenibilita'   economica   dipende   principalmente    dalla
percorrenza annua chilometrica  e  dalla  differenza  di  prezzo  tra
gasolio e GNL. Una differenza di  costo  di  0,15  €  tra  il  diesel
(€/litro) e il GNL (€/kg) rappresenta il punto  di  pareggio  per  il
trasportatore. I  valori  di  risparmio  tengono  conto  di  tutti  i
contributi negativi (costo di acquisto del  mezzo,  costi  finanziari
associati, manutenzione, valore residuo). 
 
  5.8 UTILIZZO DEL GAS NATURALE LIQUEFATTO  (GNL)  COME  COMBUSTIBILE
MARINO 
  La comunita' internazionale attraverso le singole Amministrazioni e
i canali di cooperazione sta esprimendo  una  crescente  sensibilita'
per  l'impatto  delle  attivita'  umane   sul   sistema   ambientale,
dimostrando  interesse  e  incoraggiando  il  settore  dei  trasporti
marittimi verso l'utilizzo di gas naturale  come  fonte  primaria  di
energia per la propulsione e la produzione  di  energia  elettrica  a
bordo delle navi. Questa tendenza nell'ambito delle emissioni in aria
e'  rafforzata  dall'evoluzione   della   normativa   internazionale,
comunitaria e nazionale. 
  L'International Maritime Organization (IMO), con l'Annesso VI della
Convenzione Internazionale MARPOL, di recente entrata in vigore e  in
evoluzione tramite i suoi emendamenti, ha stabilito  i  criteri  e  i
requisiti per la prevenzione dell'inquinamento atmosferico  provocato
dalle navi, per il controllo e la relativa riduzione delle  emissioni
a livello globale ed  all'interno  di  ben  definite  zone  di  mare,
Emission Control Areas (ECA). 
  L'utilizzo di gas naturale come combustibile e' uno  dei  modi  che
l'industria marittima puo' adottare per soddisfare  i  limiti  sempre
piu' restrittivi di emissioni in atmosfera con riferimento a sostanze
inquinanti, nocive e climalteranti, come gli ossidi di  azoto  (NOx),
di zolfo (SOx) e l'anidride carbonica (CO2)  dovute  all'utilizzo  di
combustibili tradizionali nelle normali  condizioni  operative  della
nave. Ci sono aspetti,  tra  cui  quelli  indicati  di  seguito,  che
rendono il GNL, usato come combustibile marino, una  delle  soluzioni
tecnologiche piu' promettenti  per  l'industria  marittima.  Infatti,
l'impiego  di  GNL  in  alternativa  ai   combustibili   tradizionali
consente: 
  • la riduzione quasi a zero delle  emissioni  di  ossido  di  zolfo
(SOx) 
  • la riduzione delle emissioni di ossido  di  azoto  (NOx)  per  il
rispetto dei limiti applicabili dal 2016 nelle zone  "Nitrogen-oxides
Emission Control Areas" (NECA) 
  • la riduzione del 20-25% delle emissioni di CO2. 
  L'efficacia  dell'impiego  del  GNL   ai   fini   della   riduzione
dell'immissione nell'atmosfera di  gas  serra  dipende  dal  tipo  di
motore e dalla gamma di possibili misure adottabili  per  ridurre  il
rilascio indesiderato di metano, essendo esso stesso un gas serra. 
 
  5.9 PROGETTO COSTA 
  Il progetto COSTA (CO2 & other Ship Transport  emissions  Abatement
by LNG), proposto dal Ministero delle infrastrutture e dei  trasporti
- Direzione Generale per il Trasporto Marittimo  e  per  Vie  d'Acqua
Interne,  con  il  coordinamento  tecnico  del  RINA   e   presentato
nell'ambito del bando delle Reti TEN-T del 2011, e'  stato  approvato
con Decisione della Commissione Europea C(2012) 7017 del 8.10.2012. I
Paesi coinvolti sono l'Italia, partner coordinatore del progetto,  la
Grecia, il Portogallo e la Spagna. Il risultato piu' rilevante e'  il
cosiddetto "LNG Masterplan" per le aree  del  Mediterraneo,  del  Mar
Nero e dell'Atlantico. 
  Il progetto fornisce interessanti indicazioni e raccomandazioni per
lo sviluppo del GNL come  combustibile  marino  alternativo  all'olio
combustibile attualmente in uso. 
  E' stata fatta un'analisi della possibile futura  domanda  di  GNL,
della  localizzazione  geografica   di   tale   domanda   in   ambito
Europeo-Mediterraneo, delle possibili soluzioni tecniche e logistiche
a supporto, a definizione di un piano europeo e della  sostenibilita'
delle soluzioni analizzate. Dal lavoro di analisi sono  emersi  "gap"
normativi a livello internazionale e nazionale. 
  L'adozione dell'IGF Code (International Code of  Safety  for  Ships
using Gases or other Low flashpoint Fuels)  nel  corso  dello  scorso
2015 ha colmato in parte tali "gap" e la pubblicazione di linee guida
complementari (ad esempio su rifornimento, stoccaggio e addestramento
del personale) contribuira' a ridurlo ulteriormente. 
  I "gap" normativi a livello nazionale  dovranno  essere  affrontati
dagli stati membri entro il 2016, data alla quale dovranno comunicare
il proprio  quadro  nazionale  previsto  in  accordo  alla  direttiva
2014/94/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 ottobre 2014
sulla  realizzazione  di   un'infrastruttura   per   i   combustibili
alternativi. Il quadro normativo preso in considerazione dal progetto
COSTA prevede l'introduzione dei limiti di  contenuto  di  zolfo  nei
combustibili a 0,5% dal 2020 nelle acque europee e a livello mondiale
dal 2020 (o dal 2025) in funzione della decisione finale dell'IMO. Di
seguito e' riportata la sintesi dei limiti sui contenuti di zolfo nei
combustibili marini: 
  • 0,1% dal 2015 nelle aree "Sulphur Emission Control Areas" (SECA); 
  • 0,5% dal 2020 (o 2025) in tutto il mondo (su decisione IMO); 
  • 0,5% dal 2020 nei mari non SECA degli  stati  membri  e  comunque
0,1% nei porti europei; 
  • 0,1% dal 2018 nello Ionio e nell'Adriatico (se  gli  altri  stati
membri che si affacciano su detti mari imporranno analoghi limiti) 
  • 0,1% dal 2020 nei mari italiani (se gli altri stati membri che si
affacciano su detti mari imporranno analoghi limiti). 
  Ulteriori  raccomandazioni  indicate  dal   progetto   COSTA   sono
indirizzate  agli  stati  nazionali  affinche'  i  rispettivi  quadri
normativi risultino essere tali da supportare,  attraverso  incentivi
finanziari,  regimi  fiscali  appropriati  e  piani  di  ricerca,  lo
sviluppo di tecnologie  e  infrastrutture  dedicate  ai  combustibili
alternativi. Il progetto COSTA raccomanda una  cooperazione  tra  gli
stati membri  tale  da  garantire  una  continuita'  di  approccio  e
standard  comuni  per  la   valutazione   delle   infrastrutture   di
rifornimento, in termini di tipo, dimensioni, costi e  ritorni  sugli
investimenti, sulla  base  di  metodi  di  riferimento  concordati  e
accettati, senza dimenticare la necessita'  di  considerare  America,
Nord Africa e Medio Oriente nello sviluppo di  standard  sempre  piu'
internazionali  e  globali.  Inoltre,  nello  sviluppo  di  un  piano
strategico per la diffusione  del  GNL,  il  progetto  COSTA  ricorda
l'importanza di  supportare  il  trasporto  marittimo,  mantenendo  o
incrementando la quantita' di merce trasportata via mare, di  evitare
la formazione di corridoi specifici, colli di bottiglia o  situazioni
di distorsione del  mercato,  di  promuovere  la  tecnologia  europea
nell'ambito della cantieristica navale sia per le  nuove  costruzioni
che per l'adeguamento  del  naviglio  esistente.  Il  progetto  COSTA
evidenzia l'importanza del fattore umano, raccomandando  lo  sviluppo
di quanto necessario per assicurare addestramento  e  formazione  del
personale chiamato ad operare con GNL sia a bordo che a terra, e  del
personale coinvolto nella  manutenzione  di  impianti,  componenti  e
motori.    Infine    contiene     le     raccomandazioni     relative
all'accettabilita' sociale del  nuovo  combustibile  che  implica  la
trasparenza della comunicazione e la riduzione delle incertezze. 
 
  5.10 CONFIGURAZIONE DI  UNA  RETE  DI  DISTRIBUZIONE  DEL  GNL  NEL
SETTORE MARITTIMO E PORTUALE 
 
  5.10.1 Premessa 
  Le Autorita' Portuali, nella loro veste di soggetti pubblici cui e'
affidata la gestione dei porti internazionali e nazionali di maggiore
importanza in Italia, devono esprimere attenzione  all'evolversi  dei
percorsi normativi legati alla futura  applicazione  della  normativa
MARPOL ANNEX VI e della Direttiva 2014/94/UE, soprattutto al fine  di
poter valutare per tempo  le  potenziali  conseguenze,  le  ricadute,
l'impatto sul settore portuale nonche' le  possibilita'  di  sviluppo
offerte,  che  deriveranno  dall'applicazione  di  queste  importanti
novita' regolamentari. 
  E' una sfida per le Autorita' Portuali,  che  dovranno  ottimizzare
l'utilizzo di tutti gli strumenti a loro disposizione sia per  dotare
il proprio ambito di competenza di infrastrutture adeguate a favorire
lo  sviluppo  dell'intera  filiera  legata  al  GNL,  in  termini  di
approvvigionamento, stoccaggio, distribuzione primaria e  secondaria,
sia per supportare il settore portuale e logistico e le  imprese  che
in esso operano. 
 
  5.10.2 Linee guida per lo sviluppo della rete nazionale GNL 
  La scelta dell'ubicazione delle stazioni di rifornimento fisse e di
dove prevedere la possibilita' di rifornimento  con  navi  capaci  di
rifornire di GNL altre unita' navali (nel  seguito  "bettoline")  e/o
autobotti e' determinante per il futuro utilizzo del GNL e presuppone
un'analisi accurata della domanda marittima. Assumendo che  tutte  le
variabili  esogene  per  l'utilizzo   del   GNL   siano   soddisfatte
(iscrivibilita' nei registri nazionali delle navi, ingresso nei porti
nazionali di  navi  alimentate  a  GNL,  possibilita'  di  effettuare
bunkeraggio, ecc.) o favorevoli (differenziale di prezzo rispetto  ai
combustibili tradizionali, presenza di incentivi, ecc.) e'  possibile
analizzare quali fattori piu' strettamente legati  all'elemento  nave
possano  indirizzare  la  scelta  verso  la  propulsione  a   GNL   e
conseguentemente definire con  maggiore  attendibilita'  i  possibili
scenari di evoluzione della domanda di questo tipo di combustibile. 
 
  5.10.3 Tipologia di traffico 
  I servizi di linea, soprattutto quelli point-to-point nei quali una
nave scala a brevi intervalli il medesimo porto,  sono  avvantaggiati
nell'utilizzo del GNL sempreche' in  almeno  uno  dei  porti  scalati
questo sia disponibile. Anche la distanza tra i due  porti  influisce
sulla preferenza del GNL perche' incide sull'autonomia della  nave  e
sulle scelte di dimensionamento dei serbatoi da installare a bordo. 
  Per lo stesso motivo risultano avvantaggiati anche i servizi svolti
in ambito portuale  (rimorchio  e  bunkeraggio  in  primis),  sebbene
probabilmente in misura ridotta, considerato  che  il  loro  utilizzo
avviene di solito in modo meno continuativo. 
  I servizi di feeder contenitori, pur presentando le caratteristiche
di un servizio di linea, possono presentare lo svantaggio  legato  ad
un piu' alto grado di intercambiabilita' delle navi impiegate  in  un
determinato servizio. Le navi da  carico,  impiegate  sui  mercati  a
tempo  o  a  viaggio,  sono  meno  favorite  considerata   l'assoluta
incertezza dei porti scalati, la  impossibilita'  di  pianificare  le
operazioni di bunkeraggio e le lunghe percorrenze. 
 
  5.10.4 Eta' della nave 
  In linea generale maggiore e' l'eta' della nave  piu'  puo'  essere
preferibile la sua sostituzione rispetto ad operazioni di adeguamento
alle nuove normative. Tale adeguamento puo' risultare  peraltro  poco
conveniente, e/o tecnicamente difficile, in particolare nel  caso  di
adeguamento delle motorizzazioni all'impiego del GNL. 
 
  5.10.5 Area di traffico 
  Anche l'area di traffico puo'  contribuire  a  indirizzare  o  meno
verso l'utilizzo del GNL. Una  possibile  discriminante  puo'  essere
legata  alla  maggiore  sensibilita'  sociale  verso  i  livelli   di
emissioni nel caso, ad esempio, di porti o collegamenti  prossimi  ad
aree densamente popolate o  gia'  sottoposte  a  livelli  elevati  di
inquinamento da altre fonti (traffico stradale, industrie, ecc.). 
  Un ulteriore fattore legato  all'area  geografica  e'  relativo  ai
traffici con paesi le cui norme in materia di GNL  possono  differire
da  quelle  europee.  Nei  traffici  di  short  sea  shipping,  e  in
particolare in quelli mediterranei, la  flotta  italiana  riveste  un
ruolo di primo piano e la presenza di  differenti  quadri  regolatori
puo' avere un forte impatto sulla competitivita' dei vettori. 
  Quello che a priori e' inoltre gia' ipotizzabile, e' che la domanda
di GNL per uso marittimo evolvera' secondo due diversi  scenari:  uno
di breve periodo ed uno di periodo medio-lungo. In queste due fasi le
domande da soddisfare saranno probabilmente diverse non soltanto  per
volumi ma anche per le soluzioni tecniche e logistiche impiegabili. 
  La rete nazionale di distribuzione del gas naturale  in  Italia  e'
capillare e non trova uguali in Europa, il che incidera' anche  sulle
dinamiche dei prezzi del GNL. 
  Nella prima  fase,  di  breve  periodo  (fino  al  2020),  si  puo'
ipotizzare che la domanda di GNL sara' piuttosto limitata  sia  sotto
il profilo quantitativo che sotto quello geografico, essendo legata a
tipologie di  traffico  e  iniziative  armatoriali  circoscritte.  In
questo senso, e tenuto conto delle considerazioni di  cui  sopra,  in
relazione  ai  diversi  fattori  che  influenzano   la   scelta   del
combustibile, tale domanda potrebbe interessare i  servizi  di  linea
passeggeri costieri  nazionali,  nazionali  ed  internazionali  brevi
(viste le gia' vigenti limitazioni sui tenori di zolfo contenuti  nei
combustibili tradizionali) e i servizi portuali. In tale prima  fase,
(fino al  2020)  si  puo'  ipotizzare  che  la  maggiore  domanda  si
collochera' in aree a forte traffico passeggeri con breve percorrenza
e con rotte e scali definiti (essendo la  quantita'  di  combustibile
necessaria  ridotta   e   il   punto   di   rifornimento   facilmente
individuabile). In tale fase,  si  puo'  ipotizzare  l'ottimizzazione
della collocazione dei punti di rifornimento di  GNL  con  criteri  e
modalita' che li rendano idonei a servire anche il  traffico  pesante
su gomma che transita per lo scalo marittimo o nelle sue vicinanze. 
  Nella seconda fase, di medio-lungo periodo (dal 2020  in  poi),  e'
probabile che lo scenario sopra descritto si modifichi, anche se  non
totalmente, a seguito di dinamiche non piu' legate alla sola  domanda
nazionale e  ad  uno  specifico  tipo  di  navigazione.  Ad  esempio,
potrebbero  avere  interesse  al  GNL  le  navi  passeggeri  e  porta
contenitori che operano regolarmente su tratte definite. 
  Da  queste  considerazioni  scaturisce  l'esigenza  di   prevedere,
quantomeno  in  ambito  marittimo-portuale,  la  predisposizione   di
procedure semplificate e rapide, nel pieno rispetto della sicurezza e
dell'ambiente, per l'approvazione e la realizzazione di  impianti  di
piccole  dimensioni  (che  consentano  l'avvio  di  buone   pratiche,
analogamente a quanto avvenuto negli anni passati in Nord  Europa)  e
per l'approvazione degli adeguamenti delle  infrastrutture  esistenti
(ad es. terminali di rigassificazione off-shore). 
 
  5.10.6 Proposte di reti nazionali 
  La rete di distribuzione del GNL  nei  porti  deve  necessariamente
comprendere sia porti appartenenti alla rete  centrale  della  TEN-T,
sia  porti  esterni.  Cio'  al  fine  di  rendere  piu'  omogenea  la
distribuzione sulle coste nazionali. 
  Sulla base di quanto  ipotizzato  al  punto  5.10.5  e  considerata
l'impossibilita' di munire ogni porto di un punto di rifornimento  di
grandi dimensioni, assume rilevanza la configurazione di una rete che
tenga conto delle varie soluzioni intermodali di  rifornimento  delle
navi, vale a dire "nave-nave", "terra-nave", "camion-nave" e  imbarco
sbarco di serbatoi mobili  (portable  tanks),  senza  tralasciare  la
mutua utilita' e necessita' della rete in questione nei confronti del
settore dei trasporti terrestri. 
  Questo fa si' che sia necessario individuare una specifica area  di
azione attraverso la creazione  di  reti  di  dimensioni  geografiche
ridotte, che tengano conto della geomorfologia e dei flussi economici
tipici del nostro paese. Tali reti, dotate  di  soluzioni  basate  su
standard comuni,  devono  concorrere  alla  formazione  di  una  rete
nazionale che a  sua  volta  possa  interfacciarsi  con  il  panorama
internazionale del GNL. Una ipotesi di reti come sopra  descritte  e'
individuabile nelle tre macroaree: area mar  Tirreno  e  mar  Ligure,
area mari del sud Italia, area mare Adriatico. 
  All'interno di queste aree si candidano naturalmente i  porti  sedi
di Autorita' portuali, con depositi di  piccola  o  media  capacita',
ognuno  dei  quali  deve  essere  fornito   delle   possibilita'   di
approvvigionamento, stoccaggio, rifornimento per navi,  distribuzione
e rifornimento non navale. 
  In  tale  direzione,  si  puo'  cosi'  ipotizzare   una   rete   di
distribuzione del  GNL,  che  coinvolga  i  porti  gia'  inclusi  nei
corridoi della rete transeuropea dei trasporti  ma  anche  gli  altri
porti sede di Autorita' portuale,  che  non  appartengono  alla  rete
centrale  TEN-T  ma  che   offrono   l'opportunita'   di   completare
adeguatamente la rete di rifornimento, come gia' detto, con punti  di
deposito e rifornimento di piccole o  medie  dimensioni  che  possano
eventualmente servire anche il trasporto pesante su  strada,  ove  le
circoscrizioni portuali e ed i raccordi stradali lo  consentano.  Va,
altresi', ipotizzata l'individuazione di 2 o 3 siti  portuali  idonei
per la realizzazione di depositi e rigassificatori al fine di creare,
in previsione di un utilizzo importante e diffuso del GNL,  strutture
di distribuzione per i corridoi Tirrenico ed Adriatico nonche' per la
rotta da Suez a Gibilterra. 
  La valutazione dell'opportunita' di inserire un porto nella rete di
distribuzione del GNL (a prescindere dalla sua appartenenza alla rete
centrale TEN-T) e' fatta sulla base: 
  • della presenza o meno  nel  porto  di  servizi  di  stoccaggio  e
distribuzione di combustibili tradizionali siano essi finalizzati  ai
mezzi di trasporto o ad altro utilizzo 
  •   della   sostenibilita'   dello   sviluppo   delle    necessarie
infrastrutture per il  GNI  in  termini  di  investimento  economico,
domanda  prevista  e  prospettica,  accessibilita'  per  i  mezzi  di
trasporto che fruirebbero della infrastruttura  e  disponibilita'  di
spazi atti alle operazioni di buncheraggio. 
 
  5.10.7 Stima della domanda di GNL per il trasporto navale 
  Per quanto riguarda il trasporto marittimo, rispetto  al  trasporto
su strada, la sostituzione  e/o  l'adeguamento  delle  flotte  navali
sara' frenata dai piu' lunghi tempi di rinnovo delle navi e dal  piu'
complesso sistema logistico  (adattamento  banchine,  depositi  etc.)
richiesto per il set-up del mercato. 
  Nel lungo termine, tuttavia, le normative ambientali internazionali
(IMO-MARPOL) ed europee, e il minor costo atteso del GNL  faranno  da
volano per il suo  sviluppo  in  questo  settore.  A  tale  proposito
utilizzando i dati provenienti dal progetto COSTA,  che  sono  basati
sulle seguenti considerazioni: 
  • trasporto marittimo effettuato da  navi  in  servizio  nel  2012,
impiegate solo su tratte a breve raggio, tra porti "Core", 
  •  assunzione  come  stima  del  25%  del  valore  massimo  teorico
potenziale di bunkeraggio nel 2025, 
  • meta' rifornimento nel porto di  partenza  e  l'altra  meta'  nel
porto di destinazione, si e' giunti ai valori riportati nella Tabella
4. E' importante sottolineare che: 
  • i risultati sono comparabili perche' le  ipotesi  utilizzate  per
ogni porto sono le stesse. (i risultati non devono essere considerati
come valori assoluti oggettivi, dal momento che le ipotesi utilizzate
rendono incerto il dato iniziale), 
  • i valori riportati si basano  su  dati  provenienti  da  pubblico
dominio. 
  Il 25% e' stato scelto in virtu' delle  considerazioni  riguardanti
il mercato, l'eta' delle navi, la possibile presenza  di  nuove  navi
alimentate a GNL, ecc.. 
  Inoltre, i porti "Core" sono stati raggruppati  in  tre  gruppi,  a
seconda della posizione ed in base alla possibilita' di  rifornimento
da terminali esistenti o previsti: 
  •   Tirreno   Settentrionale   (rifornimento   dal   terminale   di
rigassificazione off-shore OLT FSRU Toscana e dal  terminale  di  GNL
Italia di Panigaglia): Genova, Livorno, La Spezia; 
  • Nord Adriatico (rifornimento dal terminale di  Rovigo):  Venezia,
Ravenna, Ancona, Trieste; 
  • Mari del Sud Italia (rifornimento di combustibile da un terminale
presunto  nel  Sud  Italia):  Napoli,  Palermo,  Bari,  Gioia  Tauro,
Taranto. 
 
           Tabella 4: Dati provenienti dal progetto COSTA 
 
 
=====================================================================
|         |     Max      |                      |                   |
|         | theoretical  |                      |                   |
|         | value of LNG |                      |   Potential LNG   |
|  CORE   | consumption  | % Maximum Bunkering  | Bunkering Demand  |
|  PORTS  |   m³/year    |      Potential       |  2025 (m³/year)   |
+=========+==============+======================+===================+
|GENOVA   |  1.295.803   |         25%          |      323.951      |
+---------+--------------+----------------------+-------------------+
|LIVORNO  |   816.237    |         25%          |      204.059      |
+---------+--------------+----------------------+-------------------+
|NAPOLI   |   700.786    |         25%          |      175.196      |
+---------+--------------+----------------------+-------------------+
|ANCONA   |   688.438    |         25%          |      172.109      |
+---------+--------------+----------------------+-------------------+
|PALERMO  |   654.691    |         25%          |      163.673      |
+---------+--------------+----------------------+-------------------+
|TRIESTE  |   622.262    |         25%          |      155.566      |
+---------+--------------+----------------------+-------------------+
|VENEZIA  |   584.914    |         25%          |      146.229      |
+---------+--------------+----------------------+-------------------+
|RAVENNA  |   502.535    |         25%          |      125.634      |
+---------+--------------+----------------------+-------------------+
|LA SPEZIA|   365.464    |         25%          |      91.366       |
+---------+--------------+----------------------+-------------------+
|GIOIA    |              |                      |                   |
|TAURO    |   315.606    |         25%          |      78.901       |
+---------+--------------+----------------------+-------------------+
|BARI     |   152.418    |         25%          |      38.104       |
+---------+--------------+----------------------+-------------------+
|TARANTO  |    43.946    |         25%          |      10.987       |
+---------+--------------+----------------------+-------------------+
 
 
  Ulteriori analisi hanno affrontato il  problema  suddividendolo  in
due parti: una prima, relativa alla domanda  potenziale  aggregata  a
livello nazionale, utile a definire scenari di medio  lungo  periodo,
ed una seconda, relativa ad  alcuni  trasporti  marittimi  specifici,
utile a valutare le potenzialita' dei mercati  piu'  promettenti  sui
quali puntare per lo sviluppo del GNL. 
 
  5.10.8 Ricadute economiche sulla cantieristica navale 
  E' del tutto evidente che  una  valutazione  delle  ricadute  sulla
cantieristica italiana derivanti dalla progressiva adozione  del  GNL
come combustibile navale non puo' che essere riferita ad uno scenario
teorico ed ipotetico, non essendo prevedibile direzione  e  velocita'
di evoluzione delle numerose variabili che condizionano  il  processo
di cui trattasi. 
  In relazione a quanto sopra si puo' ragionevolmente assumere che la
propensione dell'armamento ad investire  nella  propulsione  e  nelle
tecnologie GNL sara' decisivamente influenzata: 
  • dalla previsione che venga realizzata con  tempistica  certa,  in
ogni caso compatibile con l'entrata  in  vigore  delle  nuove  norme,
un'adeguata rete di infrastrutture di rifornimento; 
  • da un differenziale  di  prezzo  fra  MGO,  HFO  e  GNL  tale  da
consentire ritorni finanziari e tempi di  recupero  dell'investimento
ritenuti accettabili; 
  • dalla rimunerativita' (attuale ed attesa) del business,  elemento
fondamentale per l'accesso al credito; 
  • dalla esistenza di adeguati incentivi. 
  Come gia' detto, in mancanza di  riferimenti  certi  in  merito  ai
punti di cui sopra, per una valutazione  dell'impatto  sull'industria
italiana e' stato necessario riferirsi in questa fase: 
  •  a  volumi  "teorici"  di  domanda  basati   su   scenari   tanto
ragionevoli/credibili quanto per definizione ipotetici, 
  • a parametri tecnici ed economici desunti dagli studi condotti  in
questi anni in merito ai costi dell'uptake del GNL, 
  •  a  moltiplicatori   del   reddito   e   dell'occupazione   della
navalmeccanica  nazionale  anch'essi  desunti  dalla  letteratura  in
materia. 
  In tale quadro, il dimensionamento del mercato potenziale e'  stato
effettuato prendendo  a  riferimento  lo  scenario  "centrale"  dello
studio COSTA, che assume l'esistenza al  2030  di  oltre  600  unita'
alimentate a GNL operanti nello "Short Sea Shipping" Europeo. 
  Nell'ambito  di  detto  ipotetico  mercato   di   riferimento,   la
cantieristica nazionale non potra' che focalizzare la propria offerta
sulle tipologie di navi  che  maggiormente  si  prestano  per  essere
alimentate  a  GNL,  per  le  quali  essa   dispone   di   competenze
tecnologiche di  primo  livello:  ci  si  riferisce  segnatamente  ai
ferries, ai mezzi di supporto offshore ed in genere  alle  unita'  da
lavoro in mare, nonche' alle unita' di dimensioni  medio-piccole  per
il bunkeraggio di GNL oltreche', naturalmente, alle navi da  crociera
e militari. 
  Con riferimento ai ferry, si sottolineano le opportunita' collegate
alla piu' volte  segnalata  obsolescenza  delle  unita'  operanti  in
Mediterraneo, in particolare della flotta greca e di quella di alcuni
Paesi del nord-Africa,  oltre  a  quelle  piu'  in  generale  offerte
dall'armamento nordeuropeo e nord-americano. 
  Alla luce di tali premesse  ed  assumendo  prudenzialmente  che  la
cantieristica nazionale possa acquisire il 10%  dei  volumi  indicati
dallo studio COSTA, ne deriverebbe un fabbisogno  complessivo  di  60
navi in 15 anni, pari a 4 navi in media per anno  fra  conversioni  e
nuove costruzioni. 
  E' opportuno considerare che il nostro Paese da una parte  possiede
la principale industria del trasporto marittimo  a  corto  raggio  in
Europa, dall'altra dispone di un'industria cantieristica che si  pone
ai vertici mondiali nei segmenti di naviglio a maggiore  complessita'
tecnologica .