Testo unico-art. 8. (Assegno di riversibilita') In caso di morte del dipendente che non abbia maturato l'anzianita' necessaria per far conseguire la pensione ai superstiti o che sia cessato dal servizio con diritto all'assegno di cui all'articolo precedente, conseguono l'assegno vitalizio di riversibilita', nell'ordine, il coniuge superstite e gli orfani, i genitori, i fratelli e sorelle, secondo le condizioni soggettive di cui alle norme sul trattamento di quiescenza statale. Il diritto alla riversibilita' sorge nel momento in cui, anche posteriormente alla morte del dante causa, si verificano tutte le condizioni prescritte. In caso di morte di un congiunto avente diritto all'assegno vitalizio e nel caso di perdita di tale diritto, l'assegno si consolida in favore dei congiunti dello stesso ordine; ove questi manchino o nel caso di loro decesso o di perdita del diritto, subentrano i congiunti dell'ordine successivo. Chi venga a trovarsi nelle condizioni previste per il conseguimento del diritto all'assegno di riversibilita' dopo che lo abbia conseguito altro avente causa, anche di ordine successivo, non puo' far valere il proprio diritto sino a quando permanga quello del primo titolare. La misura dell'assegno di riversibilita' e' determinata in base alla tabella annessa al presente testo unico; l'assegno e' integrato da una rendita vitalizia costante di annue L. 27.000. Se con il coniuge superstite concorrono orfani minorenni di precedente matrimonio o dei quali, comunque, il coniuge superstite non abbia la rappresentanza legale ovvero orfani maggiorenni, l'assegno di riversibilita' e' ripartito secondo le disposizioni dell'art. 5, commi terzo e quarto. Nel caso di concorso tra orfani soli o tra genitori o tra fratelli e sorelle, si applicano le disposizioni dell'art. 5, ultimo comma. In tutti i casi di concorso tra congiunti dello stesso ordine, l'assegno e' aumentato di annue L. 18.000 per ciascun compartecipe oltre il primo; tale aumento e' compreso nella ripartizione.