Art. 9.
      Tecniche di gestione della distribuzione degli effluenti
  1. La scelta delle tecniche di distribuzione deve tenere conto:
    a) delle  caratteristiche  idrogeologiche  e  geomorfologiche del
sito;
    b) delle caratteristiche pedologiche e condizioni del suolo;
    c) del tipo di effluente;
    d) delle colture praticate e della loro fase vegetativa.
  2. Le tecniche di distribuzione devono assicurare:
    a) il  contenimento della formazione e diffusione, per deriva, di
aerosol verso aree non interessate da attivita' agricola, comprese le
abitazioni isolate e le vie pubbliche di traffico veicolare;
    b) fatti  salvi i casi di distribuzione in copertura, l'effettiva
incorporazione    nel   suolo   dei   liquami   e   loro   assimilati
simultaneamente  allo  spandimento  ovvero  entro un periodo di tempo
successivo   idoneo   a   ridurre   le   perdite   di  ammoniaca  per
volatilizzazione,  il rischio di ruscellamento, la lisciviazione e la
formazione di odori sgradevoli;
    c) l'elevata utilizzazione degli elementi nutritivi;
    d) l'uniformita' di applicazione dell'effluente;
    e) la  prevenzione  della  percolazione  dei  nutrienti nei corpi
idrici sotterranei.
  3.  La  fertirrigazione deve essere realizzata, ai fini del massimo
contenimento della lisciviazione dei nitrati al di sotto delle radici
e  dei  rischi  di  ruscellamento di composti azotati, attraverso una
valutazione  dell'umidita'  del  suolo,  privilegiando  decisamente i
metodi a maggiore efficienza, come previsto dal CBPA.
  4. In particolare, nei suoli soggetti a forte erosione, nel caso di
utilizzazione  agronomica  degli effluenti al di fuori del periodo di
durata  della coltura principale, deve essere garantita una copertura
dei  suoli  tramite  vegetazione  spontanea,  colture  intercalari  o
colture di copertura o, in alternativa, altre pratiche colturali atte
a ridurre la lisciviazione dei nitrati come previsto dal CBPA.