(Allegato-Tabella A)
                                                            TABELLA A

          Tabella A) regio decreto 12 luglio 1923, n. 1491.
             (Tabella A) legge 19 febbraio 1942, n. 137.

         Lesioni ed infermita' che danno diritto a pensione
                 vitalizia o ad assegno rinnovabile.

                          PRIMA CATEGORIA.
1. La  perdita  dei quattro arti, fino al limite della perdita totale
   delle due mani e dei due piedi insieme.
2. La  perdita  dei  tre arti, e quella totale delle due mani e di un
   piede insieme.
3. Le  alterazioni  organiche  ed irreparabili di ambo gli occhi, che
   abbiano prodotto cecita bilaterale, assoluta e permanente.
4. Le alterazioni organiche ed irreparabili di ambo gli occhi con ta-
   le riduzione della acutezza visiva da permettere appena il conteg-
   gio delle dita alla distanza della visione ordinaria da vicino.
5. Le alterazioni organiche e irreparabili di un occhio che ne abbia-
   no  prodotto  cecita  assoluta e permanente, con l'acutezza visiva
   dell'altro  ridotto  tra 1/50 e 1/25 della normale (Vedansi avver-
   tenze alle tabelle A e B - c).
6. La perdita di ambo gli arti superiori, fino al limite della perdi-
   ta totale delle due mani.
7. Tutte le alterazioni delle facolta mentali (schizofrenia e sindro-
   mi schizofreniche, demenza paralitica, demenze traumatiche, demen-
   za  epilettica, distimie gravi, ecc.), che rendano l'individuo in-
   capace a qualsiasi attivita'.
8. Le lesioni del sistema nervoso centrale (encefalo e midollo spina-
   le) con conseguenze gravi e permanenti di grado tale da portare, o
   isolatamente  o  nel loro complesso, profondi ed irreparabili per-
   turbamenti  alle  funzioni piu necessarie alla vita organica e so-
   ciale.
9. La  perdita di ambo gli arti inferiori (disarticolazione o amputa-
   zione delle coscie).
10. La  perdita di due arti, superiore ed inferiore dello stesso lato
    (disarticolazione o amputazione del braccio e della coscia).
11. La  perdita  di  un  arto  inferiore e di uno superiore non dello
    stesso  lato  (disarticolazione o amputazione del braccio e della
    coscia).
12. La perdita totale di una mano e di due piedi.
13. Le perdita totale di una mano e di un piede.
14. La perdita totale di tutte le dita delle due mani, ovvero la per-
    dita totale dei due pollici e di altre sette o sei dita.
15. La perdita totale di un pollice e di altre otto dita delle mani.
16. La perdita totale delle cinque dita di una mano e delle prime due
    dell'altra mano.
17. La perdita totale di ambo i piedi.
18. Le cachessie ed il marasma dimostratisi ribelli a cura.
19. Le alterazioni polmonari ed extra polmonari di natura tubercolare
    e  tutte  le  altre infermita e le lesioni organiche e funzionali
    permanenti e gravi al punto da determinare una assoluta incapaci-
    ta a proficuo lavoro.
20. Le  distruzioni  di  ossa  della faccia, specie dei mascellari, e
    tutti gli altri esiti di lesioni gravi della faccia stessa e del-
    la  bocca tali da determinare un grave ostacolo alla masticazione
    e alla deglutizione e da costringere a speciale alimentazione con
    conseguente notevole deperimento organico.
21. L'anchilosi temporo-mascellare permanente e completa.
22. Gli  aneurismi  dei grossi vasi arteriosi del collo e del tronco,
    quando  per sede e volume, o grado di evoluzione, determinano as-
    soluta incapacita lavorativa o imminente pericolo di vita.
23. L'ano preternaturale.
24. La  perdita totale anatomica di sei dita delle mani, compresi an-
    che i pollici e gli indici, o la perdita totale anatomica di otto
    dita delle mani, compreso o non uno dei pollici.
25. La disarticolazione di un'anca e l'anchilosi completa della stes-
    sa,  se unita a grave alterazione funzionale del ginocchio corri-
    spondente.
26. L'amputazione  di  una coscia o gamba con moncone residuo tale da
    non  permettere in modo assoluto e permanente l'applicazione del-
    l'apparecchio protesico.
27. Sordita  bilaterale organica assoluta e permanente, quando si ac-
    compagni  alla perdita o disturbi gravi e permanenti della favel-
    la.

                         SECONDA CATEGORIA.
1. Le  alterazioni  organiche ed irreparabili di ambo gli occhi, tali
   da  ridurre  l'acutezza  visiva  binoculare fra 1/50 ed 1/25 della
   normale.
2. La  sordita bilaterale organica assoluta e permanente (Vedansi av-
   vertenze alle tabelle A e B - d).
3. Le distruzioni di ossa della faccia, specie dei mascellari e tutti
   gli altri esiti di lesioni gravi della faccia stessa e della bocca
   tali  da ostacolare la masticazione, la deglutizione o la favella,
   oppure da apportare notevoli deformita', nonostante la protesi.
4. L'anchilosi  temporo-mascellare  incompleta, ma grave e permanente
   con notevole ostacolo alla masticazione.
5. Le  lesioni gravi e permanenti dell'apparecchio respiratorio, o di
   altri  apparecchi  e  sistemi organici, determinate dall'azione di
   gas o di vapori comunque nocivi.
6. Tutte le altre lesioni od affezioni organiche della laringe, della
   trachea  e  dei polmoni, che arrechino grave e permanente dissesto
   alla funzione respiratoria.
7. Le  gravi malattie del cuore con sintomi palesi di scompenso, e le
   gravi  e  permanenti  affezioni del pericardio, quando per la loro
   gravita non siano da ascriversi al numero 19 della prima categori-
   a.
8. Le  affezioni  polmonari  ed extra polmonari di natura tubercolare
   accertate  clinicamente, o radiologicamente o batteriologicamente,
   o  con tutti i convenienti mezzi scientifici, che per la loro gra-
   vita non siano tali da doversi ascrivere alla prima categoria (Ve-
   dansi avvertenze alle tabelle A e B - e).
9. Le  lesioni od affezioni del tubo gastroenterico e delle ghiandole
   annesse con grave e permanente deperimento della costituzione.
10. Le  lesioni ed affezioni del sistema nervoso centrale (encefalo e
   midollo spinale), che abbiano prodotto afasia od altre conseguenze
   gravi e permanenti, ma non tali da raggiungere il grado specifica-
   to ai numeri 7 e 8 della prima categoria.
11. L'immobilita del capo in completa flessione od estensione da cau-
    sa,  inamovibile, oppure la rigidita totale e permanente, o l'in-
    curvamento notevole permanente della colonna vertebrale.
12. Le paralisi permanenti, sia di origine centrale, che periferiche,
    interessanti i muscoli o gruppi museo lani, che presiedono a fun-
    zioni essenziali della vita, e che per i caratteri e la durata si
    giudicano inguaribili.
13. Gli  aneurismi  dei grossi vari arteriosi del tronco e del collo,
    quando  per  la  loro gravita non debbano ascriversi al numero 22
    della prima categoria.
14. Le  lesioni ed affezioni gravi e permanenti degli organi emopoie-
    tici.
15. Le lesioni ed affezioni gravi e permanenti dell'apparecchio geni-
    to-urinario.
16. La evirazione (perdita completa del pene e dei testicoli).
17. La incontinenza delle feci grave e permanente, da lesione organi-
    ca,  la  fistola rettovescicale, la fistola uretrale posteriore e
    le fistole epatica, pancreatina, splenica, gastrica ed intestina-
    le ribelli ad ogni cura.
18. L'artrite cronica  che,  per la molteplicita e l'importanza delle
    articolazioni  colpite,  abbia menomato gravemente la funzione di
    due o piu arti.
19. La  perdita del braccio o avambraccio destro sopra il terzo infe-
    riore. (Vedansi avvertenze alle tabelle A e B - b).
20. La  perdita  totale  delle cinque dita della mano destra e di due
    delle ultime quattro dita della mano sinistra. (Vedansi avverten-
    ze alle tabelle A e B - b).
21. La perdita di una coscia a qualunque altezza.
22. L'anchilosi  completa  dell'anca o quella in flessione del ginoc-
    chio.
23. L'amputazione  medio-tarsica o la sotto astragalica, dei due pie-
    di.

                          TERZA CATEGORIA.
1. Le  alterazioni  organiche e irreparabili di un occhio che abbiano
   prodotta  cecita  assoluta e permanente con l'acutezza visiva del-
   l'altro ridotta da meno di 1/25 a 1/12 della normale.
2. Le  vertigini labirintiche gravi e permanenti. (Vedansi avvertenze
   alle tabelle A e B - d).
3. La  perdita  della lingua o le lesioni gravi e permanenti di essa,
   tali da ostacolare notevolmente la favella e la deglutizione.
4. La perdita o i disturbi gravi e permanenti della favella.
5. La  perdita  del braccio o dell'avambraccio sinistro (disarticola-
   zione od amputazione, sopra il terzo inferiore dell'uno o dell'al-
   tro).
6. La perdita totale della mano destra, o la perdita totale delle di-
   ta di essa.
7. La perdita totale di cinque dita, fra le due mani, compresi ambo i
   pollici.
8. La  perdita  totale delle cinque dita della mano sinistra, insieme
   con quella di due delle ultime quattro dita della mano destra.
9. La perdita totale del pollice e dell'indice delle due mani.
10. La perdita totale di un pollice insieme con quella di un indice e
    di  altre  quattro  dita fra le due mani con integrita dell'altro
    pollice.
11. La  perdita  totale di ambo gli indici e di altre cinque dita fra
    le due mani, che non siano i pollici.
12. La perdita di una gamba sopra il terzo inferiore.
13. La perdita totale o quasi del pene.
14. La perdita di ambo i testicoli.
15. L'anchilosi totale della spalla destra in posizione viziata e non
    parallela all'asse del corpo.

                          QUARTA CATEGORIA.
1. Le alterazioni organiche ed irreparabili di ambo gli occhi tali da
   ridurre  l'acutezza visiva binoculare da meno di 1/25 a 1/12 della
   normale.
2. Le  alterazioni  organiche ed irreparabili di un occhio che ne ab-
   biano  prodotto cecita assoluta e permanente con l'acutezza visiva
   dell'altro ridotta da meno di 1/12 a 1/4 della normale.
3. L'anchilosi  totale della spalla destra in posizione parallela al-
   l'asse del  corpo,  o della spalla sinistra in posizione viziata e
   non parallela all'asse del corpo.
4. La  perdita  della mano sinistra o la perdita totale delle dita di
   essa.
5. La  perdita  totale  delle ultime quattro dita della mano destra o
   delle prime tre dita di essa.
6. La  perdita  totale  di tre dita, tra le due mani, compresi ambo i
   pollici.
7. La perdita totale di un pollice e dei due indici.
8. La  perdita  totale di uno dei pollici e di altre quattro dita fra
   le due mani, esclusi gli indici e l'altro pollice.
9. La perdita totale di un indice e di altre sei o cinque dita fra le
   due mani, che non siano i pollici.
10. La perdita di una gamba al terzo inferiore.
11. L'amputazione tarso-metatarsica dei due piedi.
12. Gli  esiti  permanenti delle fratture di ossa principali (pseudo-
    artrosi,  calli  molto deformi, ecc.), che ledano notevolmente la
    funzione di un arto.
13. Le  malattie di cuore senza sintomi di scompenso evidenti, ma con
    stato di latente insufficienza del miocardio.
14. L'epilessia, a meno che, per la frequenza e gravita delle sue ma-
    nifestazioni,  non  sia da equipararsi alle infermita di cui alle
    categorie precedenti.

                          QUINTA CATEGORIA.
1. Le alterazioni organiche ed irreparabili di ambo gli occhi tali da
   ridurre  l'acutezza  visiva binoculare da meno di 1/12 a 1/4 della
   normale.
1-bis. Le  alterazioni  organiche ed irreparabili di un occhio che me
   abbiano  prodotto cecita assoluta e permanente, con l'acutezza vi-
   siva  dell'altro ridotta da meno di 1/4 a meno di 2/3 della norma-
   le.
2. Le  alterazioni  organiche ed irreparabili di un occhio che ne ab-
   biano  prodotto cecita assoluta e permanente, con alterazioni pure
   irreparabili  della  visione periferica dell'altro, sotto forma di
   restringimento  concentrico  del campo visivo di tale grado da la-
   sciarne libera soltanto la zona centrale o le zone piu prossime al
   centro,  oppure sotto forma di lacune di tale ampiezza da occupare
   una meta del campo visivo stesso o settori equivalenti.
3. Le  affezioni purulente dell'orecchio medio (bilaterali o unilate-
   rali)  permanenti,  che siano accompagnate da gravi complicazioni,
   od  abbiano  prodotto una diminuzione, della funzione uditiva tale
   da  ridurre  la udizione della voce di conversazione alla distanza
   di 50 centimetri.
4. L'anchilosi totale della spalla sinistra.
5. L'anchilosi  totale  del  gomito  destro in estensione completa, o
   quasi.
6. La perdita totale del pollice e dell'indice della mano destra.
7. La  perdita totale delle ultime quattro dita della mano sinistra o
   delle prime tre dita di essa.
8. La perdita totale di ambo i pollici.
9. La  perdita  totale  di uno dei pollici e di altre tre dita tra le
   due mani, che non siano gli indici e l'altro pollice.
10. La  perdita  totale  di uno degli indici e di altre quattro dita,
    tra le due mani, che non siano i pollici e l'altro indice.
11. La perdita delle due falangi di otto o sette dita, tra le due ma-
    ni, che non siano quelle dei pollici.
12. La  perdita  della falange ungueale di dieci e di nove dita delle
    mani, ovvero la perdita della falange ungueale di otto dita, com-
    presa, quella dei pollici.
13. La  perdita  di  un piede ovvero l'amputazione unilaterale medio-
    tarsica, o la sottoastragalica.
14. La  perdita  totale delle dita dei piedi, o di nove od otto dita,
    compresi gli alluci.
15. Le malattie di cuore, senza sintomi di scompenso.
16. La arterio-sclerosi diffusa e manifesta.
17. Gli aneurismi arteriosi ed arteriovenosi degli arti, che ne osta-
    colano notevolmente la funzione.
18. Gli  esiti  delle affezioni polmonari ed extrapolmonari di natura
    tubercolare  accertata  clinicamente o radiologicamente, o batte-
    riologicamente, o con tutti i convenienti mezzi scientifici, che,
    per  la loro gravita', non possono essere ascritti ad alcuna dell
e
    categorie  precedenti.  (Vedansi  avvertenze alle tabelle A e B -
    e).
19. L'ernia  viscerale molto voluminosa, o che, a prescindere dal suo
    volume, sia accompagnata da gravi e permanenti complicazioni.
20. La  lussazione  non  riducibile di una delle grandi articolazione
    che menomi (notevolmente la funzione dell'arto.

                          SESTA CATEGORIA.
1. Le  alterazioni  organiche ed irreparabili di un occhio che ne ab-
   biano prodotto cecita assoluta e permanente, con l'acutezza visiva
   dell'altro normale, o ridotta fino a 2/3 della normale.
2. Le  alterazioni organiche ed irreparabili della visione periferica
   di  entrambi  gli occhi, sotto forma di restringimento concentrico
   del campo visivo di tale grado da lasciarne libera soltanto la zo-
   na  centrale, o le zone piu prossime al centro, oppure sotto forma
   di  lacune  di tale ampiezza da occupare una meta del campo visivo
   stesso, o settori equivalenti.
3. L'anchilosi  totale  del  gomito sinistro in estensione completa o
   quasi.
4. L'anchilosi  totale del gomito destro in flessione completa o qua-
   si.
5. La perdita totale del pollice e dell'indice della mano sinistra.
6. La  perdita  totale  di cinque dita, fra le due mani, che siano le
   ultime tre dell'una e due delle ultime tre dell'altra.
7. La  perdita  totale  di uno dei pollici, insieme con quella di due
   altre dita tra le due mani, esclusi gli indici e l'altro pollice.
8. La perdita totale del pollice destro insieme con quella del corri-
   spondente  metacarpo  ovvero  insieme con la perdita totale di una
   delle ultime tre dita della stessa mano.
9. La  perdita  totale di uno degli indici e di altre tre dita tra le
   due mani, che non siano i pollici e l'altra indice.
10. La  perdita  delle  due  ultime falangi delle ultime quattro dita
    della  mano  destra ovvero la perdita delle due ultime falangi di
    sei o cinque dita, fra le due mani, che non siano quelle dei pol-
    lici.
11. La perdita della falange ungueale di sette o sei dita, tra le due
    mani,  compresa  quella  dei due pollici, oppure la perdita della
    falange  ungueale  di otto dita, tra le due mani, compresa quella
    di uno dei due pollici.
12. La amputazione tarso-metatarsica di un solo piede.
13. La  perdita  totale di sette o sei dita dei piedi, compresi i due
    alluci.
14. La perdita totale di nove od otto dita dei piedi, compreso un al-
    luce.
15. Le  nevriti ed i loro esiti permanenti dimostratisi ribelli ad o-
    gni cura.

                         SETTIMA CATEGORIA.
1. Le  alterazioni  organiche  ed  irreparabili  di un occhio essendo
   l'altro integro che ne riducano l'acutezza visiva fra 1/50 ed 1/12
   della normale.
2. La  diminuzione  bilaterale permanente dell'udito non accompagnata
   da  affezioni  purulente  dell'orecchio  medio, quando la udizione
   della voce di conversazione sia ridotta alla distanza di 50 centi-
   metri.
3. Le cicatrici estese e profonde del cranio, con perdita di sostanza
   delle  ossa  in tutto il loro spessore, senza, disturbi funzionali
   del cervello.
4. L'anchilosi  totale  del  gomito  sinistro in flessione completa o
   quasi.
5. L'anchilosi  completa  dell'articolazione della mano destra (radio
   carpica).
6. La  perdita totale di quattro dita tra le due mani che non siano i
   pollici ne gli indici.
7. La perdita totale delle tre ultime dita di una mano.
8. La perdita totale dei due indici.
9. La perdita totale del pollice destro.
10. La  perdita  totale  del  pollice della mano sinistra insieme con
    quella del corrispondente metacarpo o di una delle ultime tre di-
    ta della stessa mano.
11. La perdita totale di uno degli indici e di due altre dita, tra le
    due mani, che non siano i pollici e l'altro indice.
12. La  perdita  delle  due ultime falangi dell'indice e di quelle di
    altre  tre dita, fra le due mani, che non siano quelle dei polli-
    ci,  o  la perdita delle stesse falangi delle ultime quattro dita
    della mano sinistra.
13. La  perdita  della falange ungueale di cinque, quattro o tre dita
    delle mani, compresa quella dei due pollici.
14. La  perdita  della falange ungueale di tutte le dita di una mano,
    oppure  la perdita della falange ungueale di sette o sei dita fra
    le due mani, compresa quella di un pollice.
15. La  perdita  della  falange ungueale di otto o sette dita, tra le
    due mani, che non sia quella dei pollici.
16. La  perdita totale di cinque o tre dita dei piedi, compreso i due
    alluci.
17. La  perdita totale di sette o sei dita, tra i due piedi, compreso
    un  alluce  oppure di tutte o delle prime quattro dita di un solo
    piede.
18. La  perdita totale di otto o sette dita, fra i due piedi, che non
    siano gli alluci.
19. La perdita totale dei due alluci e dei corrispondenti metatarsi.
20. La  perdita delle due falangi o di quella ungueale dei due alluci
    insieme  con  la  perdita  della falange ungueale di altre otto a
    cinque dita dei piedi.
21. L'anchilosi completa dei due piedi (tibiotarsica) senza deviazio
    ne di essi e senza notevole disturbo della deambulazione.
22. Le varici molto voluminose con molteplici e grossi nodi, ed i lo-
    ro  esiti, nonche i reliquati delle flebiti, dimostratisi ribelli
    a cure.
23. L'anchilosi in estensione del ginocchio.

                          OTTAVA CATEGORIA.
1. Le  alterazioni  organiche  ed  irreparabili di un occhio, essendo
   l'altro integro, che ne riducano l'acutezza visiva da meno di 1/12
   e 1/4 della normale.
2. Le  alterazioni organiche ed irreparabili della visione periferica
   di  un occhio (avendo l'altro occhio visione centrale o periferica
   normale),  sotto forma di restringimento concentrico del campo vi-
   sivo  di tale grado da lasciarne libera soltanto la zona centrale,
   o  le zone piu prossime al centro, oppure sotto forma di lacune di
   tale ampiezza da occupare una meta del campo visivo stesso, o set-
   tori equivalenti.
3. Le  cicatrici  della faccia, che costituiscono notevole deformita'
.
   La  perdita o la grave deformita del padiglione di un orecchio. Le
   cicatrici di qualsiasi altra parte del corpo estese, o dolorose, o
   aderenti,  o  retratte  che siano facili ad ulcerarsi o comportino
   apprezzabili  disturbi funzionali, a meno che, per la loro gravita
'
   non siano da equipararsi alle infermita di cui alle categorie pre-
   cedenti.
4. Gli  esiti delle lesioni boccali, che producano disturbi della ma-
   sticazione,  della  deglutizione  o della parola, congiuntamente o
   separatamente,  senza  che raggiungano il grado di cui al numero 3
   della seconda categoria ed ai numeri 3 e 4 della terza.
5. L'anchilosi completa dell'articolazione della mano sinistra (radio
   -carpica).
6. La  perdita  totale  di  tre dita fra le due mani, che non siano i
   pollici ne gli indici.
7. La  perdita  totale  di uno degli indici e di un dito della stessa
   mano escluso il pollice.
8. La perdita totale del pollice sinistro.
9. La  perdita  delle due ultime falangi dell'indice insieme a quella
   delle  due ultime falangi di altre due dita della stessa mano, es-
   cluso il pollice.
10. La perdita totale di cinque o quattro dita, fra i due piedi, com-
    preso un alluce, o delle ultime quattro dita di un solo piede.
11. La  perdita  totale di sei o cinque dita, tra i due piedi che non
    siano gli alluci.
12. La perdita di un alluce o della falange ungueale di esso, insieme
    con  la  perdita  della falange ungueale di altre otto a sei dita
    fra i due piedi.
13. L'anchilosi tibio-tarsica completa di un solo piede, senza devia-
    zione di esso e senza notevole disturbo della deambulazione.
14. L'accorciamento  notevole (non minore di 4 centimetri) di un arto
    inferiore,  a  meno che non apporti disturbi tali nella statica o
    nella  deambulazione da essere compreso nelle categorie preceden-
    ti.
15. Le aderenze parziali o totali diaframmatiche, postumi di pleuriti
    tubercolari, senza altre lesioni dell'apparato respiratorio. (Ve-
    dasi tabella B, n. 17).



                    AVVERTENZE ALLE TABELLE A e B

  a)  Le  parole  "grave, notevole, ecc." usate per caratterizzare il
grado  di talune infermita', debbono intendersi in relazione al grado
di  invalidita'  corrispondente  alla  categoria  cui l'infermita' e'
ascritta.
  Con  la  espressione  "assoluta,  totale,  completa" applicata alla
perdita di organi o di funzioni, s'intende denotare la perdita intera
senza  tener  calcolo di quei residui di organi o di funzioni che non
presentino  nessuna  utilita' agli effetti della capacita' a proficuo
lavoro.
  Quando  coesistano  piu'  infermita'  si  terra' conto del grado di
effettiva   inabilita'   determinata  dall'insieme  delle  infermita'
stesse.
  b)  Gli  arti  destro  e  sinistro,  ed  i segmenti di essi, devono
considerarsi  nel  loro  proprio  senso anatomico o fisiologico, come
appartenenti,  cioe',  alla  meta'  destra  o alla meta' sinistra del
corpo.
  Tuttavia    in   caso   di   constatato   mancinismo,   la   misura
dell'inabilita'  stabilita  per  l'arto  superiore  destro si intende
applicata  all'arto  sinistro  e  analogamente quella del sinistro al
destro.  Le  mutilazioni  sono  classificate  nella  tabella  A nella
presunzione  che  siano  sufficienti  la funzionalita' ed il trofismo
delle parti residue dell'arto offeso, di tutto l'arto controlaterale,
e, per gli arti inferiori, anche della colonna vertebrale.
  Si   intende   che   la   classificazione   sara'   piu'   elevata,
proporzionalmente  all'entita'  della deficienza funzionale derivante
da  cicatrici, postumi di frattura, lesioni nervose delle parti sopra
dette. Per perdita totale di un dito qualsiasi delle mani e dei piedi
si deve intendere la perdita di tutte le falangi che lo compongono.
  Se insieme alle falangi siasi perduto il corrispondente metacarpo o
metatarso,  allora  il  perito dovra' considerare il danno funzionale
che  ne  deriva  alla  mano  o  al piede, deducendo cosi' il grado di
invalidita'  per  l'ascrizione  dell'infermita' stessa a quella delle
categorie  che comprende l'infermita' equivalente, a meno che il caso
non sia espressamente contemplato dalla tabella.
  c)  L'acutezza  visiva dovra' sempre essere determinata a distanza,
ossia  nello  stato  di  riposo,  dell'accomodazione, correggendo gli
eventuali vizi di refrazione preesistenti e tenendo conto, per quanto
riguarda  la  riduzione  dell'acutezza  visiva  dopo  la  correzione,
dell'aggravamento  che possa ragionevolmente attribuirsi alla lesione
riportata.
  La  necessita'  di  procedere,  in tutti i casi di lesione oculare,
alla  determinazione  dell'acutezza  visiva,  rende  opportuni alcuni
chiarimenti, che riusciranno indispensabili a quei periti, che non si
siano dedicati in modo speciale all'olftalmologia.
  Le  frazioni  di  visus  (acutezza visiva) indicate nei vari numeri
delle  categorie delle infermita', si riferiscono ai risultati che si
ottengono  usando  le  scale  murali  del  tipo  De Weckre e Baroffio
fondate  sul  principio  delle Snellen, le quali sono tuttora le piu'
note e le piu' diffuse, specialmente nei nostri Ospedali militari.
  Con  le tavole di questo tipo determinandosi - come sempre si suole
-  l'acutezza  visiva  (V) alla distanza costante di cinque metri fra
l'ottotipo e l'individuo in esame si hanno le seguenti gradazioni:
 A   5   metri V=5/5   ossia V=1   (normale)
 "   7,5   "   V=5/7,5   "   V=2/3
 "  10     "   V=5/10    "   V=1/2
 "  15     "   V=5/15    "   V=1/3
 "  20     "   V=5/20    "   V=1/4
 "  30     "   V=5/30    "   V=1/6
 "  40     "   V=5/40    "   V=1/8
 "  50     "   V=5/50    "   V=1/10

  Nelle  suddette  frazioni, dunque, il numeratore cinque rappresenta
la  distanza  costante  tra  il  soggetto in esame e l'ottotipo; e il
denominatore  esprime  la  distanza  in  metri, a cui le lettere, o i
segni  corrispondenti, d'una data linea delle scale sono percepiti da
un occhio normale. Se, per esempio, l'individuo in esame distingue, a
cinque  metri,  le sole lettere o i soli segni, che un occhio normale
vede  a 40 metri, la sua acutezza visiva e' ridotta a 5/40, ossia V =
1/8.  Quando  l'acutezza  visiva risulti inferiore a 5/50 (V = 1/10),
ossia  quando  a  cinque  metri  non vengono piu' distinte neppure le
lettere  o i segni di maggiori dimensioni, che un occhio normale vede
a  cinquanta  metri,  occorrera' fare avvicinare il Soggetto in esame
all'ottotipo  (o  viceversa)  e  percio'  sostituire  al numeratore 5
(distanza  costante)  i  numeratori  4,  3, 2, 1 che rappresentano la
distanza  -  non  piu'  costante,  ma  variabile  - a cui l'individuo
distingue la linea: delle lettere o del segni piu' grossi della scala
murale.
  Se, per esempio, il soggetto in esame distingue a soli due metri le
lettere  o  i segni che un occhio anormale vede a cinquanta metri, la
sua acutezza visiva e' ridotta a 2/50: ossia V = 1/25.
  Al  disotto  di  un 1/50 - frazione che esprime un visus con cui e'
soltanto  possibile  di distinguere a un metro le lettere, o i segni,
che  un  occhio  normale  vede a 50 metri - la acutezza visiva non si
puo'  determinare  se non nel conteggio delle dita a piccola distanza
dall'occhio (V = dita a 50, 30, 20, 10 centimetri).
  Ad  un  grado  inferiore,  il visus e' ridotto alla pura e semplice
percezione  dei  movimenti  della  mano,  o  di  oggetti  di maggiore
dimensione.
  Per  cecita'  assoluta  si  deve  intendere l'abolizione totale del
senso  della forma (visus); conseguentemente si considerano come casi
di  cecita'  assoluta anche quelli in cui, abolito il senso suddetto,
sussista  la  sola  percezione  del movimento delle mani e del grossi
oggetti,  oppure  rimanga,  in tutto o in parte, la sola sensibilita'
luminosa.
  Nell'afachia  bilaterale  o nell'afachia unilaterale quando l'altro
occhio  e'  cieco  deve  essere considerato il visus corretto, mentre
nell'afachia  unilaterale  con  l'altro occhio in buone condizioni la
correzione  non  e'  tollerata  e pertanto deve essere considerato il
visus non corretto.
  d)  Le  affezioni dell'orecchio debbono essere sempre accertate con
il  metodismo  piu'  rigoroso,  specialmente quelle che riguardano le
alterazioni della funzione auditiva.
  Percio' il giudizio di sordita' assoluta o del grado di diminuzione
dell'udito dovra' risultare da accurato e completo esame funzionale e
otoscopico.
  Nell'apprezzamento delle affezioni purulente dell'orecchio medio e'
da  ritenersi  come  grave complicazione la coesistenza di fungosita'
della  cassa timpanica, di polipi, delle carie degli ossicini e delle
pareti di colesteatoma.
  Nelle  vertigini labirintiche il giudizio non sara' pronunziato che
dopo  fatti  tutti  gli  accertamenti  per  dedurre  il  carattere di
gravita'  e  di  permanenza  della  lesione  e,  in  genere, dopo una
osservazione  di  sei  mesi,  almeno,  per  avere la sicurezza che le
vertigini non siano dipendenti da semplice commozione labirintica.
  e)  Le affezioni polmonari ed extrapolmonari di natura tubercolare,
che per la minore gravita' non possono essere ascritte alle due prime
categorie,  saranno  classificate  nella  categoria  terza  o  quarta
secondo  la  diminuzione  della  capacita' lavorativa, presunta dalla
sede, dall'estensione e dallo stadio evolutivo dei processi specifici
e dalle condizioni generali.
  Gli  esiti  delle  affezioni  polmonari ed extrapolmonari di natura
tubercolare,  quando siano di lieve entita', potranno essere ascritti
ad una categoria inferiore alla quinta.
  f)  Quando  il  militare  od  il  civile,  gia'  affetto da perdita
anatomica  o  funzionale di uno degli organi pari, per causa estranea
alla guerra, perda in tutto od in parte l'organo superstite per causa
della  guerra,  la  pensione  o  l'assegno  si  liquida  in base alla
categoria  corrispondente  alla  invalidita'  complessiva  risultante
dalle lesioni dei due organi.
  Lo  stesso trattamento compete all'invalido che dopo aver liquidato
la pensione di guerra per perdita anatomica o funzionale di uno degli
organi,  venga a perdere per causa estranea alla guerra in tutto o in
parte l'organo superstite.