IL MINISTRO DELL'INTERNO delegato al coordinamento della protezione civile Visto l'art. 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225; Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 29 dicembre 1999, che delega le funzionidel coordinamento della protezione civile di cui alla legge 24 febbraio 1992, n. 225, al Ministro dell'interno; Vista la nota del 18 gennaio 2000 con la quale il sindaco del comune di Milano, nel manifestare l'impossibilita' di realizzare il piano di depurazione delle acque reflue della citta' di Milano entro il termine del 31 dicembre 2000, stabilito dal decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152, chiede la dichiarazione dello stato di emergenza; Vista la nota del 19 gennaio 2000 con la quale il presidente della regione Lombardia esprime il proprio assenso sulla proposta di adozione di provvedimenti straordinari per la realizzazione degli interventi di depurazione delle acque reflue, avanzata dal sindaco del comune di Milano; Considerato che il comune di Milano non e' provvisto di alcun impianto di trattamento delle acque reflue urbane e che il sistema di raccolta delle medesime riceve gli scarichi di quasi 2.700.000 abitanti riversandoli, senza trattamento, nel sistema fluviale Lambro-Olona, affluente del fiume Po, provocando fenomeni di eutrofizzazione nelle acque costiere adriatiche; Visto il parere motivato reso dalla Commissione europea in data 21 gennaio 2000 concernente il trattamento delle acque reflue urbane del comune di Milano, nella quale viene evidenziato che a causa degli scarichi urbani il sistema fluviale Lambro-Olona e' uno dei piu' inquinati d'Italia e che partecipa in maniera rilevante al deterioramento della qualita' delle acque del fiume Po, con conseguente impedimento, parziale o totale, di gran parte degli usi legittimi, quali la balneazione, l'irrigazione, oltre al pericolo per la conservazione della vita acquatica; che gli apporti dell'acqua del fiume Po, carichi di nutrienti, azoto e fosforo di origine urbana ed agricola, sono considerati la ragione dell'eutrofizzazione del delta del fiume e delle acque costiere del mare Adriatico, con conseguente proliferazione incontrollata delle alghe negli ultimi dieci anni; che il carico in nutrienti d'origine antropica presenti nel fiume Lambro rappresenta piu' del 20% del carico totale del fiume Po e che, quindi, l'area del delta del Po e le acque costiere del Nord-Ovest del mare Adriatico sono aree eutrofizzate; che gli scarichi delle acque reflue sono situati all'interno del bacino del fiume Po drenante in aree sensibili; Considerato, inoltre, che non risultano ancora avviati i lavori per la realizzazione del sistema depurativo costituito dagli impianti di Milano-Sud, Milano Nosedo e Peschiera Borromeo, previsti dal piano regionale di risanamento delle acque; Atteso che, in assenza dell'adozione di interventi urgenti per la realizzazione dei tre impianti citati e non essendo possibile sospendere l'esercizio di attivita' che comportano l'immissione di sostanze inquinanti nel sistema ricettore degli scarichi del comune di Milano, si verrebbe a protrarre la situazione di grave inquinamento delle acque superficiali del bacino idrico del sistema Lambro-Po e del mare Adriatico; Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 21 gennaio 2000, con il quale e' stato dichiarato, fino al 30 aprile 2001, lo stato di emergenza nel settore della depurazione delle acque reflue urbane del comune di Milano; Acquisita l'intesa del Ministro dell'ambiente; Sentito il presidente della regione Lombardia; Sentito il presidente della provincia di Milano; Sentito il sindaco del comune di Milano; Dispone: Art. 1. 1. Il prefetto di Milano e' nominato commissario delegato per l'esecuzione di tutti gli interventi necessari a fronteggiare la situazione di emergenza venutasi a creare in relazione allo scarico delle acque reflue urbane della citta' di Milano in acque superficiali, anche destinate all'uso irriguo, senza adeguato trattamento di depurazione. 2. Per le finalita' di cui in premessa, il commissario delegato, avvalendosi di uno o piu' sub-commissari nominati dai Ministri dell'ambiente e dell'interno, in particolare, provvede: 2.1 alla realizzazione del sistema depurativo comprendente gli impianti di depurazione di Milano-Sud, Milano Nosedo e Peschiera Borromeo e delle connesse opere di collegamento con il sistema di collettamento e di fognatura esistenti e con il sistema delle acque superficiali di recapito; 2.2 alla realizzazione degli impianti di gestione dei fanghi provenienti dagli impianti di depurazione; 2.3 alla realizzazione delle opere infrastrutturali primarie e secondarie relative agli impianti; 2.4 alla realizzazione delle opere di mitigazione e di riequilibrio ambientale; 2.5 alla definizione dell'area di rispetto degli impianti e delle opere da realizzare. 3. Gli impianti e le opere di cui al precedente comma 2 dovranno essere realizzati in conformita' alle leggi di tutela della qualita' delle acque, di difesa del suolo, di tutela della qualita' dell'aria, nel rispetto del parere di compatibilita' ambientale espresso ai sensi del successivo art. 2, impiegando ogni cautela al fine di assicurare che il riutilizzo delle acque reflue depurate, come pure gli scarichi nei corpi idrici superficiali, avvengano in conformita' cori i criteri di sicurezza ambientale e sanitaria, accertati mediante l'utilizzo di rigorosi sistemi di controllo, nel rispetto dei limiti definiti dal Ministro dell'ambiente, al fine di consentire gli usi irrigui delle acque reflue, il rispetto del corpo ricettore considerato come area sensibile a norma dell'art. 5, paragrafo 1 della direttiva 91/271/CEE del 21 maggio 1991, e la tutela di tutti gli usi legittimi del sistema fluviale e del mare Adriatico. 4. Il commissario delegato, provvede ad attivare le procedure di trasferimento degli impianti e delle opere dallo stesso realizzati agli enti territorialmente competenti, raccordandosi, a tal fine, con gli ambiti territoriali ottimali di cui all'art. 9 della legge 5 gennaio 1994, n. 36.