IL DIRIGENTE

   Visto lo statuto della regione siciliana;
   Visto  il  decreto del Presidente della Repubblica 30 agosto 1975,
n. 637 recante norme di attuazione
   dello  statuto  della  regione  siciliana in materia di tutela del
paesaggio, di antichita' e belle arti;
   Visto  il  testo  unico delle leggi sull'ordinamento del Governo e
dell'amministrazione  della  regione siciliana, approvato con decreto
del Presidente della Repubblica 28 febbraio 1979, n. 70;
   Vista la legge regionale 1 agosto 1977, n. 80;
   Vista la legge regionale 7 novembre 1980, n. 116;
   Vista la legge 8 agosto 1985, n. 431;
   Visto  il testo unico delle disposizioni legislative in materia di
beni  culturali  e  ambientali,  approvato con decreto legislativo 29
ottobre  1999,  n.  490  che  ha abrogato la legge 29 giugno 1939, n.
1497;
   Visto  il regolamento di esecuzione della legge 29 giugno 1939, n.
1497 approvato con regio decreto 3 giugno 1940, n. 1357;
   Visto  il  D.D.G.  n. 6916 del 28 settembre 2001 ed in particolare
l'art. 8 relativo alle deleghe ai dirigenti responsabili delle aree e
dei  servizi  dell'Assessorato  regionale  beni  culturali e pubblica
istruzione   delle   competenze   attribuite  al  dirigente  generale
dall'art. 7, comma 1 della legge regionale n. 10/2000;
   Visto  il parere prot. n. 2364/336.01.11 dell'8 febbraio 2002 reso
dalla Presidenza della regione, Ufficio legislativo e legale relativo
alla  competenza  in ordine all'apposizione dei vincoli paesaggistici
di cui all'art. 139 del testo unico n. 490/1999;
   Visto l'art. 5 della legge regionale 30 aprile 1991, n. 15;
   Visto  il  decreto  del  Presidente  della  regione  n. 717 del 28
settembre  2001  che ha annullato il D.A. 5172 del 1 febbraio 1996 di
approvazione del Piano territoriale paesistico delle Isole Egadi;
   Considerato  che  l'annullamento del piano territoriale paesistico
delle   Isole  Egadi  risulta  motivato  dall'inadeguato  livello  di
coinvolgimento  del  Comune  nelle  procedure  di redazione del piano
stesso  cosi'  come  da  parere  n.  826/1998  reso  dal Consiglio di
giustizia amministrativa nell'adunanza del 16 gennaio 2001;
   Tenuto conto dell'accordo Stato-Regioni del 19 aprile 2001 sancito
fra  il  Ministero per i beni e le attivita' culturali e i Presidenti
delle  regioni  e  delle  Province  autonome,  che  ha disciplinato i
contenuti  e  i  metodi  della  pianificazione  paesistica regionale,
prevedendo tra l'altro all'art. 8 tempi e modi di verifica dei p.t.p.
gia' redatti;
   Visto  il D.A. n. 5820 dell'8 maggio 2002 con il quale l'Assessore
regionale  per  i  beni culturali ed ambientali e pubblica istruzione
competente  ai  sensi  della  legge regionale n. 80/1977, ha recepito
l'accordo   Stato  regioni  previo  parere  espresso  dalla  speciale
Commissione  di  cui all'art. 23 del regio decreto n. 1357/1940 nella
seduta del 3 aprile 2002;
   Esaminata  la proposta della Soprintendenza per i beni culturali e
ambientali  di  Trapani  trasmessa  con  nota  prot.  n.  1447 del 12
febbraio  2002,  con la quale detto ufficio, nella considerazione che
la  tutela  assicurata  dal vincolo paesaggistico, cui e' attualmente
sottoposto  l'intero  territorio  delle  Isole  Egadi, non si ritiene
sufficiente   ai  fini  della  salvaguardia  degli  altissimi  valori
paesistici,   ambientali   e   storico-culturali   riscontrabili  nel
territorio  ed  evidenziati  dal  piano territoriale paesistico sopra
citato, ha proposto che vengano adottate le misure di salvaguardia di
cui  al  gia'  citato  art.  5  della  legge regionale n. 15/1991 per
l'intero  Arcipelago  delle  Isole  Egadi,  che ricade nel territorio
comunale di Favignana, e risulta costituito dalle Isole di Favignana,
Levanzo,  Marettimo e dagli scogli di Formica e Maraone ad esclusione
dei  centri  abitati come dalle planimetrie ivi allegate e secondo le
seguenti perimetrazioni:
   Isola di Favignana:
   E' vincolata tutta l'isola ad esclusione dell'area urbana compresa
entro il seguente perimetro:
   partendo dal mare si prosegue per la via G.B. Perasso, si percorre
la  via Liberta', via Dante, via Simone Corleo, via Francesco Crispi,
via  Manzoni  (area  all'interno del foglio di mappa catastale n. 29,
all. n. 4 di Favignana).
   Si  prosegue  per  la via Matteotti, la via Fardella, via Vittorio
Alfieri,  via  Lungomare Duilio, si segue il profilo della particella
50  che  rimane inclusa per intero nel vincolo fino ad intersecare la
particella  686  e  da  qui,  perpendicolarmente  fino  al mare (area
all'interno  del  foglio  di  mappa  catastale  n.  28,  all. n. 3 di
Favignana).
   Isola di Marettimo:
   E' vincolata tutta l'isola ad esclusione dell'area urbana compresa
entro il seguente perimetro interamente ricadente nel foglio di mappa
catastale n. 5:
   partendo  dal mare si prosegue lungo il confine delle particelle 5
e  6 che rimangono incluse interamente nel vincolo, si prosegue lungo
il  tracciato  del  vecchio  torrente  "Purteddu",  si  segue  la via
Chiesella  e un tratto della via Gaetano Maiorana, si prosegue per la
via Salvatore Noto fino ad intersecare la
   via  Calvario, che si percorre fino ad arrivare al mare (all. n. 3
di Marettimo).
   Isola di Levanzo:
   E' vincolata tutta l'isola ad esclusione dell'area urbana compresa
entro  il seguente perimetro ed interamente ricadente all'interno del
foglio di mappa n. 17:
   partendo  dal  mare  si sale per il vicolo adiacente la particella
142,  si  prosegue per un breve tratto per la via Dogana, si gira per
via  Capo  Grosso  fino  ad  intersecare  la trazzera che delimita la
particella  95  che  si  percorre  per intero, si sale per via Chiesa
lungo i confini delle particelle 93, 92, 91 e la particella 55 per la
parte  prospiciente  la  via Chiesa, continuando per la stessa strada
fino  alla  particella  228, si segue il confine delle particelle 58,
88,  90  fino  ad  intersecare  la via Scaletta che si attraversa. Il
limite  prosegue  lungo il confine della particella 182, lungo la via
Calvario,  risale  per  il  confine  della particella 182 (lato est),
prosegue lungo i confini delle particelle 69, 68, 67, 175, 176, 119 e
da qui fino al mare (all. n. 3 di Levanzo);
   Considerato  che  il  territorio delle Egadi formato da Favignana,
Levanzo,   Marettimo,   Formica,   Maraone  e  dai  diversi  isolotti
affioranti   posto   all'estremo  lembo  occidentale  del  territorio
siciliano  fa  parte assieme alla costa della Sicilia occidentale, di
un  sistema  complesso  che  costituisce  un'unita'  di  paesaggio di
eccezionale  valore  culturale ed ambientale ed e' proprio per la sua
complessita'  e  per  l'eterogeneita' delle valenze che lo compongono
che puo' essere definito un autentico monumento;
   Considerato  che  la varieta' dei tratti di costa, in alcune parti
alte e a strapiombo sul mare, in altri punti basse e frastagliate con
cale,  insenature  e  grotte,  la varia morfologia del territorio, le
caratteristiche  geologiche  e naturali, le emergenze architettoniche
ed archeologiche, concorrono a farne un bene eccezionale;
   Considerato che l'arcipelago, pur costituendo un'unita' geografica
e  culturale,  presenta in ciascuna delle sue isole tali valori e che
ogni  isola rappresenta a sua volta, un'unita' naturale e culturale a
se stante;
   Considerato  che  l'isola di Favignana con una superficie di circa
19  kmq e' la piu' estesa delle isole Egadi e anche la piu' popolata,
la  piu'  intensamente antropizzata e la piu' importante dal punto di
vista economico ed amministrativo.
   L'isola, la mitica Aegusa, legata alla leggenda omerica come Isola
delle  Capre, viene descritta nel nono libro dell'Odissea. Qui sbarca
Ulisse  prima  di  intraprendere  la  spedizione  contro  il  ciclope
Polifemo.
   Viene   ricordata   soprattutto  dagli  storici  classici  per  la
battaglia  che si svolse nelle sue acque il 10 marzo del 241 a.C. tra
la flotta cartaginese comandata da Annone e quella romana guidata dal
console  C.  Lutazio  Catulo.  L'attivita'  prevalente  dell'isola e'
sempre  stata  la  pesca  del tonno, a partire dal periodo arabo come
confermano le concessioni di "formare tonnara" in epoca medioevale.
   Essa  risulta  di  grande  pregio,  oltre che paesaggistico, anche
geomorfologico, naturalistico, architettonico ed archeologico:
   dal  punto  di  vista  geomorfologico si puo' distinguere una zona
occidentale  caratterizzata da una morfologia piu' o meno accidentata
con   versanti  piuttosto  acclivi,  in  corrispondenza  del  rilievo
calcareo del Monte S. Caterina, passante ad una morfologia piu' dolce
con l'approssimarsi alle linee di costa.
   La  piana orientale, su cui si situa anche l'abitato di Favignana,
e'  costituita  da  calcarenite.  Tale  roccia  per  le sue peculiari
caratteristiche  tecniche  e' stata oggetto di estrazione con tipi di
coltivazione diversificata.
   Si  riscontrano,  infatti, zone di cave in cui e' stato utilizzato
il  metodo  a  fossa ed altri in cui e' stato utilizzato il metodo in
galleria.
   Per quanto concerne la linea di costa questa si presenta piuttosto
frastagliata  con  anse  piu' o meno incise a seconda dell'intensita'
dell'azione  marina.  Quest'ultima ha provocato degli ingrottamenti e
dei  crolli  particolarmente localizzati lungo la cala che dall'isola
di Previto arriva a Punta Longa, a Cala Canalello,
   nonche'   da   punta   Marsala   fino  a  Punta  S.  Nicola.  Sono
individuabili,  altresi',  cavita'  piu'  o  meno vaste ed irregolari
dislocate a quote diverse;
   dal  punto  di  vista  paesaggistico  caratteristica  e'  la costa
orientale  che  ci  appare in tutta la sua spettacolarita' e unicita'
traforata  dal lavoro dei cavatori di tufo, uno scenario suggestivo e
singolare, un susseguirsi
   di cave, grotte, sprofondamenti che si affacciano sul mare.
   Anche  nell'entroterra  numerose  sono  le voragini geometrizzate,
cave di tufo abbandonate, che risultano delle vere e proprie sculture
a scala territoriale.
   Tutta Favignana si rapporta al massiccio centrale della "Montagna"
che assume valore simbolico e percettivo costituendo un preciso punto
di  riferimento visibile dal mare e da qualsiasi parte dell'isola. Da
essa  e'  possibile godere scorci di eccezionale interesse panoramico
della costa della Sicilia occidentale:
   Monte  Cofano, la falce di Trapani, la laguna dello Stagnone, Capo
Lilibeo   ecc.   Caratterizza   il   paesaggio   rurale,  della  zona
pianeggiante  dell'isola,  la  fitta  ragnatela  di muretti a secco a
protezione  delle coltivazioni, che determinano uno schema geometrico
tipico  di questo paesaggio rurale. Figurativamente Favignana, per la
sua   conformazione,   puo'  essere  rappresentata  come  una  grande
farfalla;
   dal  punto  di  vista vegetazionale e naturalistico la pianura del
"Bosco"  suddivisa  dal  reticolo  dei muretti e dalla viabilita', si
presenta come una vasta area completamente coltivata a seminativo e a
vigneto.
   Una  fascia  di  scogliera, con le caratteristiche piante alofile,
circonda  tutta  la pianura e separa nettamente le aree coltivate dal
vicino mare.
   L'uniformita'   del   paesaggio   della  "montagna"  e'  a  tratti
interrotto  da  popolamenti  arbustivi  che  costituiscono  frammenti
residuali  della  vegetazione originaria. Laddove questi arbusteti si
distribuiscono  discontinuamente,  il  paesaggio  della steppa lascia
spazio  alla  gariga mediterranea. Nell'isola non mancano espressioni
di  vegetazioni  naturali  di rilevanza biogeografica quali: Brassica
macrocarpa,   Crocus   longiflorus,   Euphorbia  papillaris,  Elatine
macropoda, Iberis semperflorens , Limonium aegusae, Matthiola incana,
etc....
   Le  cave  piu'  antiche,  localizzate  nella  "piana",  sono state
trasformate  dal lavoro dei contadini con pazienti opere di bonifica,
in  pregiate  aree  agricole  (orti, frutteti, vigneti) al riparo dai
venti.
   Le   colture   agricole  si  intrecciano  con  quelle  estrattive,
lasciando  incolte  soltanto  quelle  aree  rese sterili dalla pietra
affiorante;
   dal  punto  di  vista  urbanistico  e  architettonico Favignana e'
caratterizzata  da  un  singolare  impianto  urbano determinato dalle
edificazioni  ai  margini  delle  cave di tufo che delimitano spazi e
verde  interni  al  servizio delle abitazioni, spazi di grande pregio
estetico e naturalistico.
   Pertanto,  il  progressivo  accostamento  di  casa a casa senza un
preciso  disegno urbanistico, conferisce una particolare connotazione
al  sito,  che  acquista  grande pregio paesistico per i suoi rimandi
semantici.
   La  peculiarita'  architettonica  dell'isola ha un notevole valore
storico-socio-culturale;   infatti   il  "modus  aedificandi"  sembra
risentire  di  un  certo influsso arabo per la semplicita' dei giochi
volumetrici  e  l'essenzialita'  formale  ed  e'  costituito  da case
prevalentemente a due elevazioni con scale esterne e cortili interni,
prive  di  qualsiasi ornamento superfluo e tipiche di un'architettura
spontanea la cui soluzione tipologica e' dettata dalla funzionalita'.
   L'uso dei materiali locali ha fortemente caratterizzato nel colore
e  nella  struttura l'architettura di questi luoghi, che si armonizza
con l'ambiente circostante.
   Diversi  sono  i  manufatti  architettonici  sparsi nell'isola che
testimoniano la presenza in questi luoghi delle diverse popolazioni.
   Torri  arabe,  fortezze  normanne,  strutture del XV sec., nonche'
stabilimenti  per la trasformazione del tonno (tonnara florio) veri e
propri  "monumenti  di  archeologica industriale" testimonianza di un
processo  evolutivo legato alla principale attivita' produttiva nella
storia di Favignana e dell'intero arcipelago;
   dal  punto  di  vista  archeologico  la maggiore concentrazione di
testimonianze si trova sul Massiccio montuoso di "Montagna Grossa" in
cui  vi  sono ben ventidue grotte di interesse preistorico. Si tratta
di  una  grande  necropoli con tombe a forno scavate nella roccia, di
cui molte riutilizzate in epoca romana.
   Ad  epoca  successiva, tra la fine dell'VIlI sec. a. C. e l'inizio
del  VII  sec. a. C. e' assegnabile l'insediamento di Cala San Nicola
che  testimonia  la  presenza  in  contrada Bosco di genti semitiche,
Fenici prima e Punici poi.
   Di  straordinario  interesse  dal  punto di vista epigrafico e' la
"Grotta  del  Pozzo"  perche'  contiene  dieci iscrizioni di notevole
interesse.
   La grotta ritenuta tomba punica a camera, ma anche luogo di culto,
reca  inoltre raffigurazioni frecciformi e di pesci, che ne attestano
la frequentazione in epoca cristiana.
   In  contrada  "Badia"  si  trovano  i  resti  di un ninfeo o di un
piccolo  impianto termale di eta' romana e a questa stessa fase e' da
attribuire  l'impianto per la lavorazione del pesce rinvenuto a Punta
San  Nicola; Considerato che l'isola di Marettimo, estesa per 12 kmq,
e'  il vero "gioiello dell'Arcipelago" ed e' la piu' interessante dal
punto  di vista naturalistico; e' la piu' montuosa, aspra, scoscesa e
selvaggia  di  tutte  le  isole. E' una montagna alta e alpestre, non
forma  alcun seno accessibile, la parte che guarda a ponente e' quasi
inaccessibile, quella di levante e' poco meno inclinata;
   dal  punto  di  vista geomorfologico l'isola estesa per kmq 12, si
presenta  come  un unico imponente rilievo calcareo costituito da una
dorsale  che  raggiunge  il  suo  culmine  nei  suoi  mt 686 di Pizzo
Falcone.
   I    versanti    settentrionali   ed   occidentali   sono   invece
caratterizzati  dalle  scoscese  rocce dolomitiche con alte guglie, e
ripidissime falesie;
   dal  punto  di  vista  paesaggistico,  di intatta bellezza sono le
coste   di   Marettimo   frastagliate   da   cale  e  insenature  che
difficilmente   raggiungibili   via   terra  si  sono  preservate  da
trasformazioni ed interventi.
   Di  particolare suggestione sono le numerose e notevoli grotte che
si  aprono  in  tutti  i  versanti,  tra  le quali famose sono quelle
denominate "Del Tuono", "Del Presepe", "Del Cammello".
   L'isola  offre,  singolari  quadri  naturali  e la possibilita' di
godere panorami di incomparabile bellezza;
   dal  punto  di  vista  vegetazionale e naturalistico l'isola conta
numerosi tipi di flora alcuni dei quali endemici ed in particolare le
"rupi" sono da considerarsi un eccezionale "luogo botanico" dal punto
di  vista  scientifico, cosi' come documentato da due grandi studiosi
dell'ottocento, Gussone e Lo Jacono, con le loro ricchezze di specie,
alcune  delle quali non si ritrovano in Sicilia, ma sono presenti nel
litorale   centro-meridionale   della   penisola,  quali  la  Daphine
Aleifalia e l'Eradium Marettimum.
   Il  paesaggio  vegetazionale  predominante e' quello della macchia
mediterranea a rosmarino, etica, lentisco e cistu.
   Nelle  espressioni di macchia forestale piu' esuberanti si trovano
leccio  e  dafne.  In alcune zone sono stati effettuati interventi di
rimboschimento con conifere ed acacee.
   La  flora assume caratteri di unicita' sulle pareti verticali dove
hanno  trovato rifugio alcune espressive associazioni vegetali uniche
nel  loro  genere,  con  endimismi  antichissimi,  che documentano il
prolungato  isolamento  dalla  terra  madre.  Gli  unici spazi che la
natura  accidentata dell'isola ha concesso all'agricoltura si trovano
subito sopra l'abitato e comunque non risultano coltivati;
   dal  punto di vista architettonico l'abitato di Marettimo conserva
le  caratteristiche del tipico insediamento marinaro con piccole case
con tetto piano a terrazzo, quasi prive di sporgenza sui fronti ed un
semplice sistema viario che degrada dalle pendici della collina verso
il mare.
   La  tipologia  costruttiva  mostra delle caratteristiche unitarie,
sia  formali  che  funzionali,  che contribuiscono profondamente alla
creazione del peculiare paesaggio dell'arcipelago.
   L'abitato  si  sviluppa  in  un'insenatura  naturale  e le singole
residenze   si  adagiano  alla  morfologia  del  luogo,  integrandosi
profondamente all'ambiente.
   Sull'estremo  lembo  nord-occidentale dell'isola troviamo i ruderi
di  un  edificio  di  probabile  origine araba e il castello di Punta
Troia  costruito  nel  XVII  secolo dagli spagnoli, sul luogo dove in
epoche  precedenti  saraceni  e  normanni  avevano edificato torri di
avvistamento;
   dal  punto  di  vista archeologico l'isola che e' menzionata dalle
fonti  classiche  come  "hieronesos"  e  cioe'  "isola  sacra"  ed e'
ricordata  come  punto  di approdo e rifugio della flotta cartaginese
prima  e  dopo  la battaglia delle Egadi, conserva nella contrada "Le
Case" un tratto di muro megalitico di epoca preromana.
   Vi  sono  inoltre  i  resti  di  una  costruzione  romana  in opus
caementicium  in  posizione  dominante,  forse i resti di un posto di
avvistamento.  Nei  pressi sorgono i resti di una chiesetta basiliana
dell'XI - XII sec. d. C.
   I  rinvenimenti  sottomarini  sono  frequentissimi  nelle acque di
Marettimo;  per  lo  piu'  consistono  in ceppi d'ancora oltre che in
anfore  di eta' ellenistica, punica e romana; Considerato che l'isola
di  Levanzo  l'antica  Phorbantia  separata  da Favignana da un breve
tratto  di  mare,  estesa  5  kmq, e' la piu' piccola delle Egadi, e'
interamente montuosa e buona parte delle sue coste e' strabiombante e
inaccessibile.  La  sua  importanza  e'  data  soprattutto  dalle sue
valenze naturalistiche;
   dal  punto  di vista geomorfologico quest'isola si differenzia per
ampi caratteri sia da Marettimo che da Favignana.
   La  modesta estensione, la particolare giacitura degli strati e le
modifiche  indotte dalla tettonica costituiscono delle particolarita'
non  riscontrabili nel resto dell'arcipelago. Sull'isola si distingue
principalmente  il rilievo di Pizzo del Monaco di quota 278 s.l.m. di
forma  allungata in direzione NO-SE con pareti acclivi che nelle zone
pedemontane  vengono  spesso  addolcite da una coltre detritica. Tale
complesso  comincia  a  degradare  verso  il mare con forme piuttosto
aspre  a  Punta  dei  sorci,  a  Punta  Genovese  e a Punta Pesce; in
particolare  nel  tratto compreso tra Punta Genovese e Punta Pesce si
osservano alcuni gradini morfologici anche molto estesi.
   Il   resto   dell'isola  e'  costituito  da  un  esteso  altopiano
interrotto  localmente  da rilievi di forma arrotondata(Pizzo Corvo e
C/da Torre).
   In   alcune   zone  si  osservano  delle  coperture  di  materiale
detritico,  rielaborato dall'azione marina ed in parte cementato, che
colma  preesistenti  depressioni  creando  cosi delle sottili e poche
estese linee di spiaggia.
   La  linea  di  costa  e' molto varia e tormentata: si distinguono,
infatti,  pareti  molto  alte  e  ripide nel tratto compreso tra cala
Calcarea  e  Punta  Genovese, pareti meno acclivi tra Punta Genovese,
Punta  Pesce,  mentre  da  quest'ultima punta fino Punto Altarello si
individuano cale di forma squadrata.
   Peculiarita'  di un certo rilievo sono da evidenziare nel versante
meridionale  di  Punta del Monaco in corrispondenza di Punta Pesce in
cui  si  sono  riscontrati  dei  crolli  sparsi  che  conferiscono un
particolare aspetto morfologico alla zona;
   da un punto di vista paesaggistico la sua bellezza sta soprattutto
nell'integrazione  e  nel  contrasto  tra  le acque limpidissime e la
montagna  dove  una vegetazione naturale a gariga, con grandi agavi e
zone  di  rimboschimento rappresentato da Pinus, Eucaliptus ed acacia
determinano  un  paesaggio vegetale quanto vario ed espressivo di una
situazione  seminaturale in cui gli elementi dell'attivita' antropica
si fondano con le potenzialita' naturali.
   Di particolare valore paesaggistico e' inoltre il faraglione a non
piu'  di 50 mt dalla riva che ospita ormai stabilmente una colonia di
gabbiani,  e  le numerose cale quali Cala Minnola, Cala Fredda e Cala
Dogana etc...
   Dal  punto  di  vista  vegetazionale  e  naturalistico, l'isola ad
esclusione   della   pianura  di  contrada  "Il  Fosso"  si  presenta
principalmente  ricoperta da fitta coltre di macchia mediterranea, di
natura  spontanea  integrata  da  piante  alofile  da  scogliera e da
tipiche  piante  rupestri,  in cui spiccano le palme nane, l'euforbia
papillaris, diverse varieta' di agave, etc...
   In  questi  ambiti sono oggi quasi del tutto assenti i fenomeni di
antropizzazione,  per cui sono ancora salvi i caratteri di accentuata
naturalita'.
   Sull'altopiano  detto  la  "Fossa" si concentravano nel passato le
poche aree coltivate, la cuicoltura predominante era costituita dalla
vite.
   Tali  terreni,  nel  tempo  sono stati abbandonati, e usati per il
pascolo  e l'incolto, cio' ha favorito la ricostruzione di aspetti di
vegetazione  naturale  e la comparsa di numerose aree con vegetazione
ruderale;
   dal  punto  di vista architettonico il piccolo nucleo abitativo si
sviluppa  nella  parte  meridionale  dell'isola  e  si affaccia sulla
splendida  Cala Dogana, su un ripido versante tra la timpa ed il mare
ed  e'  sormontato  da  un  costone roccioso. Ha il tipico aspetto di
villaggio  marinaro.  La  natura  del  luogo  ha dato la forma urbana
all'insediamento  che  (privo  di  piazza)  si  arrampica per scale e
piccole  strade  sulla  collina.  Mentre  le abitazioni si affacciano
sulla stretta spiaggia sottostante.
   Elemento  di  spicco  per  la sua stessa posizione e dimensione e'
"Villa   Ada"  o  "Villa  Burgarella"  con  il  giardino  circostante
articolato  in terrazzamenti e muretti a secco che rimarcano le curve
di  livello  del  terreno, mentre la rimanente area e' di particolare
valore  estetico,  scientifico,  botanico  e geomorfologico in quanto
costituita  da  un  ambiente roccioso e da una macchia arbustiva e da
gariga tipiche del paesaggio mediterraneo.
   Altre  emergenze architettoniche di rilievo sono la Torre saracena
sopra Cala Minnola e le case Florio in contrada Le Case;
   dal punto di vista archeologico importanti sono le tracce lasciate
dall'uomo sin dal Paleolitico superiore.
   Nella  grotta  di  Cala Genovese (o del Genovese) si trova uno dei
piu'  straordinari complessi figurativi di arte rupestre preistorica.
Le  raffigurazioni  si  distinguono in due cicli artistici differenti
per tecnica ed eta'.
   Il  ciclo  piu' recente e' costituito da pitture in colore nero ad
eccezione  di  una  in ocra rossa, riproducenti circa un centinaio di
figure  antropomorfe,  zoomorfe  e  simboliche:  per  i confronti con
l'arte franco-cantabrica vengono datate ad epoca neo-eneolitica.
   Il  secondo  ciclo,  piu' antico perche' riferibile al Paleolitico
superiore  (10.000 anni a.C.), e' costituito da raffigurazioni incise
riproducenti  29  animali  e  3  figure  umane.  Lo  stile  di queste
incisioni  e'  naturalistico,  le  figure  degli  animali,  visti  di
profilo,  consistono  in bovidi, cervidi ed equidi; tra questi ultimi
compare anche l'equus hydruntinus, oggi estinto.
   Le  altre  grotte per i ricchi depositi antropozoici, testimoniano
una   eccezionale  richezza  di  industrie  litiche  del  Paleolitico
superiore.  Le  successive  fasi, fenicio-punica ed ellenistica, sono
riscontrabili   in  diverse  parti  dell'isola  per  la  presenza  in
superficie di frammenti ceramici.
   Al   periodo   romano   e'  attribuibile  infine,  oltre  a  varie
testimonianze    di    mosaici,    tesoretti,   monetali,   ecc.   un
importantissimo  impianto  scoperto  a  Cala  Minnola  destinato alla
produzione del garum;
   Considerato  che  Maraone  e  Formica poste fra Levanzo e la costa
trapanese possono considerarsi piu' scogli che isole.
   Maraone,  infatti,  e'  un  grosso  scoglio  lungo  600 m piatto e
deserto.
   Formica   e'   un  isolotto  largo  680  m  ed  e'  caratterizzato
soprattutto  dai  fabbricati  della  vecchia  tonnara,  non  piu'  in
funzione.
   Notevole e' il loro valore dal punto di vista naturalistico.
   L'arcipelago  delle  Egadi,  riveste,  inoltre notevole importanza
sotto  il  profilo  faunistico,  infatti  la conformazione stessa del
suolo,  uniforme  per  la  predominanza  della  roccia affiorante, ma
tuttavia   differenziata  nella  struttura,  da'  luogo  ad  ambienti
particolarmente adatti ad un popolamento faunistico diversificato.
   Qui  nidificano  la  Hieraetus  fasciatus (aquila del bonelli), la
Hydrobates  pelagicus  (uccello  delle tempeste), il Larus cachinnans
(gabbiano  reale), la Puffinus puffinus (berta minore), Sylvia undata
(Magnanina), etc...
   Inoltre   le   alte  scogliere  costituiscono  l'approdo  naturale
dell'avifauna  in  migrazione  ed il luogo di nidificazione ideale di
alcune specie di uccelli marini;
   Considerato che con decreto del Presidente della regione siciliana
n.  2667 del 10 agosto 1991 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della
Regione  siciliana  n.  53  del 16 novembre 1991, l'intero arcipelago
delle  Egadi e' stato interamente sottoposto a vincolo paesaggistico,
ai  sensi  e  per  gli effetti della legge n. 1497/1939; Ritenuto che
nelle  more  degli  accertamenti,  verifiche  e adempimenti di cui al
suddetto   D.A.   n.  5820  dell'8  maggio  2002,  necessari  per  la
rivisitazione  del  piano  territoriale paesistico delle Isole Egadi,
occorre,  cosi' come richiesto dalla Soprintendenza beni culturali ed
ambientali  di  Trapani,  con  la  nota prot. n. 1447 del 12 febbraio
2002,  porre  rimedio  al grave rischio di interventi indiscriminati,
idonei  ad alterare i connotati salienti dell'arcipelago delle Egadi,
che  va  salvaguardato,  inibendo  eventuali  attivita'  che  possano
modificare  l'aspetto  dei  luoghi  di  singolare  pubblico interesse
paesaggistico,   mediante   la   dichiarazione  di  immodificabilita'
temporanea,  in  applicazione  dell'art.  5  della legge regionale n.
15/1991;
   Considerato   che   l'apposizione   di   un   termine   finale  al
provvedimento  di  vincolo  come  sopra  descritto  e' imposto, ferma
restando   la   condizione  risolutiva  dell'approvazione  del  Piano
territoriale  paesistico dell'area suddetta, dal disposto dell'art. 2
della  legge  19  novembre  1968,  n. 1187 e dell'art. 1 della leggeb
regionale 5 novembre 1973, n. 38, applicabili analogicamente nel caso
di specie;
   Ritenuto  che  alla  dichiarazione di immodificabilita' temporanea
interessante  il  territorio suddetto, debba far seguito l'emanazione
di  una  adeguata  e  definitiva  disciplina di uso del territorio da
dettarsi  ai  sensi  dell'art.  149  del  testo  unico  n. 490/1999 e
dell'art.  1-bis della legge n. 431/1985, mediante la redazione di un
piano territoriale paesistico e comunque non oltre il termine di mesi
8 dalla data di pubblicazione del presente decreto sulla G.U.R.S.;

                              Decreta:

                               Art. 1.
   Al  fine di garantire le migliori condizioni di tutela, ai sensi e
per  gli effetti dell'art. 5 della legge regionale 30 aprile 1999, n.
15,   fino  all'approvazione  del  piano  territoriale  paesistico  e
comunque  non  oltre il termine di mesi 8 dalla data di pubblicazione
del   presente   decreto   nella  Gazzetta  Ufficiale  della  regione
siciliana, e' vietata ogni modificazione dell'assetto del territorio,
nonche'  qualsiasi opera edilizia, con esclusione degli interventi di
manutenzione  ordinaria, straordinaria, di consolidamento statico, di
restauro  conservativo  e  delle  opere  pubbliche  e  interventi  di
pubblico  interesse  approvati  in  linea  tecnica,  anche  ai  sensi
dell'art.  151  del  testo unico n. 490/1999, alla data di entrata in
vigore  del  presente decreto, che non alterino lo stato dei luoghi e
l'aspetto  esteriore dell'Arcipelago delle Isole Egadi, ricadente nel
territorio comunale di Favignana costituito dalle isole di Favignana,
Levanzo e Marettimo e dagli scogli di Formica e Maraone ad esclusione
dei  centri  abitati  cosi' come descritto e delimitato in premessa e
nelle planimetrie "A", "B", "C", "D", "E", "F", "G", "H", "I", ed "L"
allegate  al  presente  decreto  di  cui  formano  parte integrante e
sostanziale.