Ai presidenti delle regioni e delle
                                  province   autonome   di  Trento  e
                                  Bolzano
                                  All'ANCI
                                  All'UPI
                                  All'UNCEM
                                    e, per conoscenza:
                                  Al    Ministro   per   gli   affari
                                  regionali
                                  Al   capo  del  Dipartimento  della
                                  protezione civile

    In  considerazione della particolare stagione estiva che si avvia
a   conclusione,  caratterizzata  da  elevate  temperature  e  scarse
precipitazioni,   e'   lecito  ipotizzare,  per  questo  mese  e  per
l'autunno,   frequenti  fenomeni  di  precipitazioni  particolarmente
intensi   e   diffusi   che,   nella  situazione  di  grave  dissesto
idrogeologico  che  interessa  alcune zone del nostro Paese, peraltro
accentuata  negli  ultimi  mesi  dal fenomeno degli incendi boschivi,
potrebbero  causare eventi idrogeologici severi con gravi conseguenze
per la popolazione ed il territorio.
    In   relazione   allo   scenario   delineato,  nell'ambito  delle
iniziative   che  le  SS.LL.  vorranno  assumere  per  migliorare  la
capacita'  previsionale  dei  fenomeni alluvionali e franosi su scala
locale,  per  impedire  o mitigare gli effetti dannosi di tali eventi
sul  territorio e per ottimizzare la risposta di protezione civile in
fase di emergenza, si sottolineano, di seguito, le problematiche piu'
delicate  ed  urgenti  che  andranno  necessariamente  affrontate per
ridurre, quanto piu' e' possibile, il rischio per la popolazione.
    In  primo  luogo  e'  necessario che ciascuna regione e provincia
autonoma,   anche   nell'eventualita'  del  mancato  esercizio  delle
prerogative  di cui all'art. 108 del decreto legislativo n. 112/1998,
attribuisca  le  responsabilita'  in  materia  di  pianificazione  di
emergenza  e  di attuazione degli interventi e definisca con urgenza,
in  relazione  anche  al  temuto  manifestarsi di un evento di natura
idrogeologica,   le   procedure  per  l'attivazione  del  sistema  di
protezione  civile  su  scala  territoriale  in  modo da garantire il
necessario  raccordo,  sia  in  fase  previsionale,  sia  in  fase di
emergenza,  tra  il livello nazionale e quello locale. Tali procedure
dovranno  innanzitutto  assicurare  un  costante  collegamento tra il
centro  situazioni  del Dipartimento della protezione civile, le sale
operative  regionali  e  quelle degli uffici territoriali di governo,
attive  24  ore  su 24, e, quindi, garantire che l'allertamento venga
tempestivamente  trasmesso  ai sindaci, in modo che ciascuno di essi,
in  qualita'  di  autorita'  di  protezione  civile, possa provvedere
all'attivazione  dei  primi  servizi  di  soccorso ed assistenza alla
popolazione sul proprio territorio, coerentemente con quanto previsto
dall'art.  108,  comma  1,  lettera  c),  del  decreto legislativo n.
112/1998.  Qualora le condizioni lo richiedano, le suddette attivita'
saranno   svolte  con  il  supporto  delle  autorita'  provinciali  e
regionali  e  di concerto con gli uffici territoriali di governo che,
coerentemente  con  quanto  pianificato in sede locale dai competenti
enti territoriali assicurera', agli stessi, il concorso dello Stato e
delle  relative strutture periferiche per l'attuazione agli ulteriori
interventi.
    In  tal senso e' utile che le SS.LL. provvedano, quanto prima, ad
un  censimento  delle  risorse  pubbliche  e  private,  in termini di
uomini,   mezzi,   materiali   e  tecnologie,  presenti  sul  proprio
territorio, avendo cura di verificarne la dislocazione, l'efficienza,
i  tempi  e  le  modalita'  di  attivazione, in modo da contare su un
quadro puntuale ed aggiornato dell'effettiva disponibilita' in uso di
emergenza.
    In  questo  contesto  si  inserisce  la necessita' di promuovere,
anche   attraverso   gli   uffici   territoriali   di  governo  e  le
amministrazioni  provinciali, tavoli tecnico-operativi con gli enti e
le  aziende  che  gestiscono  i  servizi  essenziali e la viabilita',
affinche'   vengano   predisposte  pianificazioni  speditive  atte  a
garantire la continuita' dei servizi in caso di emergenza.
    Un'attenzione  particolare  andra' riservata ai servizi sanitari,
che,  come  e'  noto,  in  occasione  di un evento calamitoso possono
rappresentare tanto una risorsa quanto un elemento vulnerabile; sara'
quindi   necessario   definire,  insieme  con  i  responsabili  delle
strutture  sanitarie,  le misure preventive da adottare per garantire
la sicurezza e la funzionalita' dei servizi in emergenza.
    Nell'ambito dell'attivita' di prevenzione ritengo doveroso che le
SS.LL.  si facciano parte diligente al fine di promuovere e definire,
nel dettaglio, le azioni del servizio di piena e di pronto intervento
idraulico. In tal senso, altresi', programmeranno con i gestori degli
invasi, in stretta collaborazione con il Registro italiano dighe e le
autorita'  di bacino, per quanto possibile, la massima disponibilita'
di  volumi  destinabili  ai  fini  della  laminazione delle eventuali
piene.
    Si chiede poi alla SS.LL. di voler accertare, in tempi brevi, con
le  modalita' ritenute piu' opportune, l'avvenuta predisposizione dei
piani  di emergenza per rischio idrogeologico a livello provinciale e
comunale e di verificarne l'effettiva attuabilita' in caso di evento.
In  particolare,  soprattutto  per le aree ad elevato e molto elevato
rischio  idrogeologico  (individuate  e  perimetrate  sulla  base del
decreto-legge  n. 180/1998 convertito nella legge n. 267/1998), anche
in   assenza  di  una  pianificazione  di  emergenza,  e'  necessario
assicurarsi  che, sulla base della definizione di scenari di massima,
sia  stato previsto un piano di viabilita' alternativa a scala locale
e siano state individuate in zone sicure:
      sedi, anche provvisorie, per l'istituzione dei centri operativi
e di coordinamento;
      strutture  che  possano ospitare la popolazione preventivamente
evacuata o senza tetto in seguito all'evento;
      aree  di  emergenza per l'ammassamento dei soccorritori e delle
risorse.
    E'  opportuno,  inoltre, verificare che nelle aree maggiormente a
rischio,  laddove  non  esistano  adeguati  sistemi  di monitoraggio,
vengano  attivati,  in  situazioni  di  allerta, presidi territoriali
composti  da  tecnici  e  volontari  (usufruendo  anche  dei benefici
previsti  dal  decreto  del  Presidente della Repubblica n. 194/2001,
laddove  gli oneri risultino adeguatamente giustificati e documentati
dalle  regioni)  per  il controllo a vista del territorio, in modo da
garantire   il   necessario   supporto   ai   sindaci  che  hanno  la
responsabilita' di adottare misure di salvaguardia della popolazione.
    I  sindaci  dovranno  essere  sollecitati  a prevedere sistemi di
allertamento   rapido  che  consentano  alla  popolazione  di  essere
tempestivamente  informata  in caso di pericolo incombente, e quindi,
di adottare i comportamenti piu' adeguati.
    In  tale  contesto  e'  opportuno  che, a livello comunale, venga
avviata quanto prima, nelle forme e nei modi ritenuti piu' adeguati e
con il supporto delle strutture regionali e provinciali, un'attivita'
di  informazione  alla  popolazione  che riguardi, in particolare, le
norme di comportamento da seguire in situazione di emergenza.
    I   sindaci   infine,  sia  durante  le  fasi  che  precedono  il
manifestarsi  di  un  evento,  sia  durante l'evento stesso, dovranno
essere altresi' sollecitati a tenere costantemente aggiornate le sale
operative  provinciali  e  regionali  e  gli  uffici  territoriali di
governo sull'evolversi della situazione e sulle misure adottate o che
si  intende  adottare,  affinche'  il  sistema  di  protezione civile
sovracomunale   possa   tempestivamente   intervenire   in   caso  di
necessita'.  Sara'  cura  delle  sale operative regionali e di quelle
degli   uffici   territoriali   di  governo  mantenere  costantemente
informato il Dipartimento della protezione civile.
    Contestualmente  ai presenti indirizzi operativi e' stata avviata
un'azione di sensibilizzazione nei confronti delle amministrazioni ed
enti  dello  Stato  affinche'  provvedano a raccordarsi con le SS.LL.
nell'attivita'  di  pianificazione  dell'emergenza  e siano pronti ad
affrontare, con tutte le risorse a disposizione, eventuali situazioni
di crisi.
    Sono  certo  che  tutte  le  diverse componenti istituzionali che
concorrono  all'attivita'  di  protezione civile vorranno attuare gli
indirizzi  operativi  proposti per il conseguimento del fondamentale,
comune, obiettivo di aumentare la capacita' di risposta operativa del
sistema  e,  quindi,  ridurre  i  possibili  danni  connessi a eventi
idrogeologici.
    Il  Dipartimento  della protezione civile assicurera' ogni dovuta
collaborazione  ed assistenza nelle forme ritenute piu' opportune per
garantire la compiuta applicazione di quanto contenuto nella presente
direttiva promuovendo e partecipando a riunioni di coordinamento e di
verifica  a  livello  nazionale  e regionale finalizzate all'esame ed
alla  soluzione  di qualsiasi problematica che possa compromettere le
attivita' di competenza di ogni amministrazione interessata.
      Roma, 8 settembre 2003
                 Il Presidente del Consiglio dei Ministri: Berlusconi