Con decreto 26 marzo 2003, e' conferita la seguente ricompensa:
                           Croce d'argento
al  col.  Francesco  De  Luca,  nato il 14 gennaio 1958 a Bari con la
seguente motivazione:
    «Comandante  della  Task  Force  "Falco" inquadrata nella Brigata
multinazionale ovest nel contesto dell'operazione "Joint Guardian" in
Kosovo,  il col. Francesco De Luca si e' rivelato ufficiale superiore
di  primissimo  piano  sia  sotto  l'aspetto  professionale sia sotto
l'aspetto  umano.  Serio  e  determinato  e' riuscito a pianificare e
condurre   con   intelligenza   e  grandissima  linearita'  tutte  le
operazioni  che  gli  sono  state  affidate.  Grazie  alle sue ottime
capacita'  di  comando  ed  organizzative,  la  sua  unita' ha sempre
risposto   efficacemente   e  con  immediatezza  in  ogni  situazione
operativa,  tra  cui  quella  che  ha  consentito  di  debellare  una
pericolosa cellula terroristica, distinguendosi in maniera eccellente
nella   conduzione   di   delicatissime   operazioni  di  search  che
raggiungevano  sempre risultati di rilievo e meritando per se e per i
suoi uomini ripetute attestazioni di stima. In particolare, con tempi
di  preavviso  brevissimi, la sua unita' e' stata chiamata ad operare
la   notte  del  29  gennaio  2002  nel  villaggio  di  Ponosevac  in
prossimita'   del  confine  albanese  per  intercettare  un  traffico
illegale  di  armi  e  munizioni. Ricevuti gli ordini il col. De Luca
agiva  con  rapidita'  ed efficienza, disponendo con rara perizia gli
uomini sul terreno, predisponendo un efficace sistema di osservazione
ed  allarme  e  di  sicurezza  a  medio  e  largo raggio. La perfetta
articolazione  del  dispositivo,  la  professionalita'  dimostrata  e
l'elevata  preparazione  dei  suoi uomini consentivano di ottenere la
sorpresa  e di sequestrare un ingente quantitativo di armi, munizioni
ed esplosivo, nonche' di arrestare tre pericolosi contrabbandieri che
tentavano  di  introdurre il carico in Kosovo. Il brillante risultato
riscuoteva  l'ammirazione del comandante di KFOR e delle altre unita'
multinazionali  presenti in teatro. Inoltre, con encomiabile tenacia,
si  e'  fatto  promotore  di  iniziative  tendenti  a  migliorare  le
condizioni di vita della popolazione e favorire il dialogo nonche' la
pacifica convivenza tra le varie etnie presenti all'interno dell'area
di  responsabilita'  della  Task Force. Nella sua lodevole e diuturna
azione   ha  messo  in  luce  coraggio,  capacita'  operativa,  forte
determinazione  e  grande  spirito di sacrificio, tanto da riscuotere
l'apprezzamento  da parte del comandante di Kfor. Magnifica figura di
comandante  previdente  ed  energico  che  ha  contribuito  in misura
determinante   ad   accrescere  la  stima  e  la  considerazione  del
contingente a guida italiana nel contesto multinazionale del Kosovo».
- Pec (Kosovo), 5 novembre 2001-7 febbraio 2002.
    Con decreto 15 maggio 2003, e' conferita la seguente ricompensa:
                           Croce d'argento
al  ten.  cc  Marco Carletti, nato il 13 maggio 1973 ad Ancona con la
seguente motivazione:
    «Comandante  di  plotone  Carabinieri  paracadutisti del Gr. Tat.
"Folgore"   impegnato   nel   teatro   di   Timor   Est   nell'ambito
dell'operazione  "Stabilise",  si  poneva  quale  figura  chiave  per
straordinaria   professionalita',  spiccato  spirito  di  servizio  e
altissimo senso della responsabilita'. Sempre presente e disponibile,
in  possesso di non comune spirito d'iniziativa, apprezzato e stimato
dal comando multinazionale Interfet, pur tra notevoli difficolta', si
dimostrava   collaboratore   insostituibile  nella  pianificazione  e
condotta   di   attivita'   operative   continuative  sviluppate  nel
difficilissimo  ed  impervio  terreno  dell'area  di  operazioni.  In
particolare,  riusciva  a  terminare  un  lungo  e  difficile  lavoro
condotto  in  tutta  l'area  di  interesse  del contingente italiano,
realizzando un documento di elevatissima valenza riportante itinerari
di accesso, zone d'atterraggio elicotteri, organizzazioni gerarchiche
nell'ambito   delle   varie  etnie  presenti  sull'isola,  principali
esigenze  alimentari  e  sanitarie della popolazione, di fondamentale
importanza ai fini della successiva missione Untaet.
    Validissima  figura  di  ufficiale  la  cui  opera  e'  risultata
fondamentale per il successo della missione Interfet, contribuendo in
maniera  determinante  a  dare  lustro  al  contingente  nazionale ed
elevando l'immagine dell'Italia nel contesto internazionale». - Dili,
12 febbraio 2000.
    Con decreto 4 luglio 2003, e' conferita la seguente ricompensa:
                           Croce d'argento
al  brig.  gen.  Mario  Marioli,  nato  il  6 agosto  1951  a Foligno
(Perugia) con la seguente motivazione:
    «Ufficiale  generale  di  spicco,  ha operato autorevolmente, con
altissima  professionalita',  elevatissima capacita' organizzativa ed
eccezionale  carisma  in  un  settore  di  primaria importanza, quale
quello  relativo  alla  riorganizzazione della scuola interforze NBC,
assolvendo  il  delicato  ed  oneroso  incarico di comandante con non
comune  perizia  e chiara visione degli obiettivi delle Forze armate.
Con   costante   sacrificio  personale  ed  entusiasmo  creativo,  ha
affrontato  e  risolto  le  diversificate  e  complesse problematiche
attinenti  al  peculiare settore dimostrando spiccata intelligenza ed
incondizionata  dedizione  al  servizio  e  conseguendo,  con estrema
determinazione,   brillanti  risultati  pienamente  rispondenti  alle
aspettative. In particolare, in un momento di significativi mutamenti
per   le   Forze   armate,  ha  avuto  un  ruolo  fondamentale  nella
realizzazione del progetto di rielaborazione degli iter formativi per
la  specializzazione  NBC  del  personale  e  nello  sviluppo  di una
eccellente  e  completa  isola  addestrativa,  dedicata  alla  difesa
Interforze  NBC  che  ha  meritato il plauso delle numerose autorita'
politiche, civili e militari che hanno visitato la scuola.
    Brillante  esempio  di  comandante, di coerente responsabilita' e
preclare  virtu'  militari che, con la sua opera incisiva, costante e
proficua,  ha  contribuito, in maniera determinante, allo sviluppo ed
al  progresso dell'Esercito, accrescendone il lustro ed il decoro nel
contesto nazionale ed internazionale». - Roma, 20 gennaio 2003.
    Con   decreti   18 dicembre   2002  sono  conferite  le  seguenti
ricompense:
                           Croce d'argento
    Al  ten.  col. Dario Mario Ranieri, nato il 29 dicembre 1959 a La
Tronche (Francia) con la seguente motivazione:
    «Capo  di  stato  maggiore  della  brigata multinazionale ovest a
guida   italiana   impiegata   nel  contesto  dell'operazione  "Joint
Guardian"  in  Kosovo, ha assolto il suo delicatissimo ed impegnativo
incarico  in maniera esemplare ed incisiva evidenziando somma perizia
ed  encomiabile  competenza.  Il  perfetto  stile  militare che ne ha
contraddistinto   il  tratto,  il  fermo  rigore  morale  che  lo  ha
indirizzato  nella  valutazione  delle diverse problematiche connesse
con  la  complessa  azione  di  coordinamento  tra personale di staff
appartenente  a  quattro Paesi diversi (Italia, Spagna, Portogallo ed
Argentina),  la  coerenza  e  la matura organizzazione mentale, hanno
costituito  elemento fondamentale per assicurare il raggiungimento di
tutti  gli  obiettivi  posti  dal  comando di Kfor. Per l'eccezionale
qualita'   del   lavoro   prodotto,   nonche'  per  l'ampio  consenso
unanimemente   riscosso,   ha   rappresentato   un  sicuro  punto  di
riferimento  nell'ambito  dell'unita'  (sia per il personale italiano
sia per quello straniero).
    Raro  esempio  di  brillante  e preparatissimo ufficiale di stato
maggiore  che  con  tratto  raffinato  e con comportamento adamantino
sempre  lodevole  ha  contribuito  in misura determinante al successo
della missione e ad accrescere il prestigio dell'Esercito italiano in
un   contesto  multinazionale».  -  Pec  (Kosovo),  3 luglio  2000  -
2 novembre 2000.
    Al  ten.  col. Gualtiero Mario De Cicco, nato il 1° aprile 1961 a
Messina con la seguente motivazione:
    «Comandante  della  Task Force "Istrice" nel contingente Italfor,
nel  contesto  dell'operazione  "Joint  Guardian"  in  Kosovo,  si e'
rivelato ufficiale superiore di elevatissimo profilo professionale ed
umano che ha costantemente operato con somma perizia, rara competenza
ed  eccelso  stile  militare  e  che  ha  svolto  un'assidua opera di
stimolo,  di  correzione  e  di  indirizzo di tutti i suoi uomini. In
particolare  ha attuato, nell'ambito del proprio reparto, un'accurata
e   capillare   organizzazione  interna  che  gli  ha  consentito  di
fronteggiare   con   reattivita'   immediata   qualsiasi   emergenza.
Lungimirante  e  metodico  e'  riuscito a pianificare e condurre, con
intelligenza  e  grandissima  linearita', tutte le operazioni che gli
sono state affidate. In ogni attivita' e' stato alla testa dei propri
uomini,  riuscendo  sempre  a  garantire  loro un'efficace cornice di
sicurezza, spronandoli con l'esempio, con la propria determinazione e
con il proprio sprezzo del pericolo.
    Magnifica   figura   di   comandante   previdente   ed  energico,
profondamente  animato  da  fede  nel  servizio e da entusiasmo nella
quotidiana  attivita',  chiarissimo  esempio di professionalita' e di
alto  senso  del dovere che ha contribuito ad accrescere il prestigio
dell'Esercito   italiano   nel  contesto  internazionale  del  teatro
kosovaro». - Pec (Kosovo), 17 luglio 2000 - 2 novembre 2000.
    Al  ten.  col.  Paolo  Fregosi,  nato il 5 novembre 1956 a Malles
Venosta (Bolzano) con la seguente motivazione:
    «Assistente  militare del comandante della brigata multinazionale
ovest  nel  contesto  dell'operazione  "Joint Guardian" in Kosovo, ha
espletato  la  sua azione con incisivita', fantasia e competenza. Pur
agendo,  spesso,  in  condizioni  di lavoro particolarmente critiche,
anche  per  mancanza  di  tempo, ha costantemente svolto i numerosi e
complessi  compiti  assegnati con brillante capacita' semplificativa,
con  efficacia  e  perizia,  giungendo  a  risultati  di alto profilo
unanimemente  riconosciuti nel contesto internazionale. La sua azione
intelligente,  concreta  ed  essenziale,  unitamente  ad  un puntuale
contributo  di  pensiero, ha consentito al comandante di fronteggiare
correttamente le varie situazioni.
    Chiaro   esempio   di   ufficiale   emergente   per   encomiabile
attaccamento  al  dovere  ed  elevatissimo spirito di servizio che ha
contribuito  in  misura  significativa  ad  accrescere  il  prestigio
dell'Esercito   italiano   nel  contesto  multinazionale  del  teatro
kosovaro». - Pec (Kosovo), 3 luglio 2000 - 2 novembre 2000.
    Con decreti 26 marzo 2003, sono conferite le seguenti ricompense:
                           Croce di bronzo
      Aal  brig.  ten.  col. Andrea Mulciri, nato il 10 aprile 1964 a
Bolzano con la seguente motivazione:
    «Comandante  di  battaglione  e  comandante  del distaccamento di
Klina   della   Task   Force   "Aquila"   inquadrata   nella  Brigata
multinazionale  ovest impegnata in Kosovo nell'ambito dell'operazione
"Joint  Guardian",  il  ten.  col.  Andrea Mulciri, caratterizzava il
proprio operato con tenacia, volonta', elevatissima professionalita',
fervido  impegno e straordinario spirito di sacrificio. Carismatico e
generoso,  ha diretto e coordinato tutte le attivita' connesse con il
delicatissimo    incarico   con   straordinaria   determinazione   ed
eccezionale  chiarezza  di  obiettivi  dimostrando  doti di altissima
professionalita', rara competenza e perizia, conseguendo risultati di
grande  valenza. La sua azione di comando, autorevole ed estremamente
efficace, ha permesso al Reparto, che operava in uno dei settori piu'
sensibili  della  Brigata, di distinguersi per efficienza, disciplina
ed elevatissima operativita'. In particolare, si e' reso protagonista
nella  pianificazione  e  nella  condotta del piano di reinsediamento
della  popolazione di etnia serba nella Valle di Osojane, riportando,
in   condizioni  di  potenziale  pericolo  e  in  presenza  di  forti
opposizioni  da  parte di frange estremistiche albanesi, risultati di
eccezionale  livello ed assicurando il pieno e brillante assolvimento
del compito.
    Magnifica  figura di comandante in possesso di eccezionali virtu'
militari  che  con  il  suo  operato,  improntato  a determinazione e
sprezzo  del  pericolo,  ha  contribuito, in misura significativa, ad
aumentare  il prestigio della Brigata multinazionale a guida italiana
e  dell'Esercito  nel  delicato  contesto  internazionale  del teatro
Kosovaro». - Pec (Kosovo), 5 novembre 2001 - 3 marzo 2002.
    A  mar. ca. Gerardo Salvati, nato il 30 aprile 1958 a Mercato San
Severino (Salerno), con la seguente motivazione:
    «Sottufficiale  in  servizio presso il 157° Reggimento "Liguria",
recatosi  in  banca per l'espletamento delle proprie attribuzioni era
testimone  di  un tentativo di rapina perpetrato da tre malviventi ai
danni  dell'Istituto  bancario. Resosi immediatamente conto di quanto
stava accadendo, poneva prontamente al sicuro il valore trasportato e
senza  esitazione  alcuna,  con  pronta  determinazione  ed  audace e
generoso  slancio  si  opponeva  ai  rapinatori,  reagendo  alle loro
intimidazioni  ed  impedendo  che  portassero  a  compimento l'azione
criminale,  costringendoli alla fuga con un bottino limitato. Postosi
con    sprezzo    del   pericolo   all'inseguimento   degli   stessi,
nell'attraversamento  di  una  strada  ad  alta densita' di traffico,
veniva  investito  accidentalmente da un ciclomotore che ne arrestava
il  generoso intento. Tutttavia, benche' ferito, prima di ricevere le
cure  del  caso,  forniva  alle  Forze dell'ordine, giunte sul posto,
utili  informazioni  che consentivano la cattura dei malviventi ed il
recupero della refurtiva.
    Significativo  esempio  di  ammirabile coraggio, di nobili virtu'
civiche,  nonche'  di  altissimo senso del dovere ed altruismo che ha
contribuito  ad elevare l'immagine dell'Esercito italiano. - Albenga,
24 giugno 2002.
    Al  col.  Giuseppe  Maria  Gionti, nato il 18 maggio 1957 a Monza
(Milano), con la seguente motivazione:
    «Comandante  della  Task  Force  "Sauro" inquadrata nella Brigata
multinazionale  ovest impegnata in Kosovo nell'ambito dell'operazione
"Joint  Guardian",  il  col.  Giuseppe  Maria  Gionti  ha operato con
tenacia,  volonta',  elevatissima professionalita', fervido impegno e
straordinario spirito di sacrificio.
    Ufficiale  carismatico  e generoso, ha coordinato e diretto tutte
le   attivita'   con   straordinaria  determinazione  ed  eccezionale
chiarezza    di    obiettivi,    dimostrando    doti   di   altissima
professionalita',  rara  competenza e conseguendo risultati di grande
valenza   operativa   riconosciuti   sia   in  ambito  nazionale  che
internazionale.  La  sua  azione di comando e controllo autorevole ed
estremamente  efficace  ha permesso al reparto di distinguersi sempre
per   efficienza,   disciplina  ed  elevatissima  operativita'  nelle
numerose  operazioni di search condotte, sempre coronate da successo.
Di  particolare  rilievo  quella  condotta nei pressi dell'abitato di
Decane  dove,  grazie  alla  meticolosa  ed  ottimamente  organizzata
attivita'   informativa   effettuata   in  precedenza  ad  un'oculata
articolazione  del dispositivo sul terreno, alla sua professionalita'
ed  all'elevata  preparazione  dei suoi uomini riusciva a cogliere di
sorpresa  alcuni  contrabbandieri  all'interno  di un'abitazione ed a
sequestrare  un'importante  quantitativo di medicinali e di materiali
sanitari  di  primo  soccorso,  presumibilmente  destinati  a  nuclei
estremisti  operanti  in  Fyrom.  Meritoria  e'  stata  anche  la sua
continua opera tesa ad incrementare il dialogo tra le diverse etnie e
a  migliorare  le condizioni di vita della popolazione locale. Le sue
iniziative  in  questo  campo  hanno  sempre  raggiunto  risultati di
assoluto rilievo e hanno riscosso l'apprezzamento del comando KFOR.
    Ufficiale  superiore che con tratto raffinato e con comportamento
sempre  lodevole  ha  contribuito  in misura determinante al successo
della   missione   e   ad   aumentare   il  prestigio  della  Brigata
multinazionale a guida italiana e dell'Esercito italiano nel delicato
contesto  internazionale  del  teatro  kosovaro.  -  Pec  (Kosovo)  5
novembre 2001 - 4 marzo 2002.
    Con decreti 28 aprile 2003 sono conferite le seguenti ricompense:
                           Croce di bronzo
    Al Col. Gianni Baron, nato l'8 dicembre 1952 a Hargeisa (Somalia)
con la seguente motivazione:
    «Ufficiale  superiore  dell'aeronautica  militare designato quale
comandante  del distaccamento militare aeronautico presso l'aeroporto
di  Tirana  -  Rinas  nel  corso dell'operazione "Alba", assolveva il
proprio compito con impegno esemplare, conseguendo risultati di piena
eccellenza.  In  tempi  estremamente ristretti ed in un contesto reso
difficile dalle precarie condizioni di sicurezza e dall'inadeguatezza
delle  infrastrutture,  riusciva ad organizzare e garantire per tutto
il  periodo della missione le attivita' di trasporto aereo militare e
di  evacuazione  dei  feriti, nonche' la riapertura al traffico aereo
internazionale    dell'unico    scalo    utilizzabile   in   Albania.
Costantemente  alla  testa dei propri uomini, con i quali condivideva
disagi  e pericoli, veniva sovente impiegato con il suo reparto nelle
operazioni  a  maggiore  rischio e valenza operativa, evidenziando in
ogni  circostanza,  insieme a rara perizia, e straordinarie capacita'
di  guida  e  di  motivazione  dei  dipendenti  ed  un  rendimento di
straordinaria valenza per professionalita' e risultati conseguiti». -
Tirana (Albania) 15 aprile 1997 - 11 agosto 1997.
    Al  ten.  col.  CC.  Claudio D'Angelo, nato il 18 ottobre 1959 ad
Udine, con la seguente motivazione:
    «Capo   cellula  operazioni  del  comando  del  primo  reggimento
carabinieri  paracadutisti  "Tuscania",  inquadrato  nel  contingente
italiano  della  forza  multinazionale  di protezione (FMP) impiegata
nell'operazione  "Alba"  in  Albania,  si  prodigava con elevatissima
professionalita',   straordinaria   determinazione,   raro  senso  di
responsabilita'  ed  eccezionale  spirito  di sacrificio, conseguendo
risultati    di    assoluto   pregio.   Pianificando,   organizzando,
controllando  e  coordinando  in  modo  brillante  e perspicace tutta
l'attivita'  operativa  del  proprio reparto, si rendeva responsabile
dell'adozione di numerose soluzioni efficaci ed aderenti, dimostrando
in   ogni   circostanza  viva  intelligenza,  intuito,  straordinario
equilibrio.  La  sua  professionalita'  si  rivelava  di fondamentale
importanza  affinche'  il  reggimento  divenisse  per  le alte unita'
nazionali  e alleate, e per le organizzazioni internazionali e per la
popolazione   civile,   un   simbolo   di  efficienza  universalmente
rispettato ed ammirato.
    Magnifico esempio di ufficiale animato da eccezionale entusiasmo,
vibrato  senso  del dovere, fede nel servizio, chiarissimo esempio di
virtu'  militari  che ha dato lustro all'Esercito italiano». - Tirana
(Albania) 20 aprile 1997 - 17 giugno 1997
    Al col. Carmelo Cutropia, nato il 21 novembre 1957 a Catania, con
la seguente motivazione:
    «Comandante del reggimento cavalleggeri "Guide" (19°), inquadrato
nella brigata multinazionale ovest nell'ambito dell'operazione "Joint
Guardian"  in  Kosovo dall'8 marzo 2001 al 4 luglio 2001, si imponeva
all'ammirazione dei superiori, dei pari grado e dei propri uomini per
le  sue  straordinarie  capacita'  di comandante, operando con giusta
autorevolezza,  sincera  e  convinta  dedizione,  tenace  e  costante
impegno.  Chiamato  a fornire, in situazioni di costante e prolungata
tensione  operativa,  la  sua  collaborazione  nella  pianificazione,
organizzazione  e  condotta di operazioni militari di grande portata,
ha  reso un contributo sempre puntuale, immediato e qualificatissimo.
Al  suo  comando,  l'unita' ha piu' volte portato a termine con pieno
successo,  sequestri  di  armi  e  munizioni rendendo, di fatto, piu'
sicura   l'area   di   responsabilita'.  Profondo  conoscitore  dello
strumento militare e delle procedure d'impiego delle unita' destinate
ad   operare   sul   terreno,   contribuiva   con   rara   perizia  e
professionalita'   alla  fase  preparatoria  ed  esecutiva,  mediante
l'approntamento di uno squadrone blindo inserito in una Task Force di
formazione  in  rinforzo  alla  brigata multinazionale est, a comando
statunitense,  nel  controllo  del  tratto  di  confine con la Fyrom,
insistente   nell'area   di   responsabilita'   di   quest'ultima   e
caratterizzato  da  intensa  conflittualita'. Nella condotta di tale,
delicatissima    operazione,    ha    evidenziato   una   grandissima
professionalita',  meritando  il  plauso incondizionato dei superiori
diretti e non, nazionali ed internazionali.
    Esemplare  figura militare dotata di non comune professionalita',
competenza  e  dedizione  che  ha  contribuito  a  conferire lustro e
prestigio all'Esercito italiano e ad elevarne l'immagine nel contesto
internazionale». - Decane (Kosovo), 8 marzo 2001 - 4 luglio 2001.
    Con decreti 6 maggio 2003, sono conferite le seguenti ricompense:
                           Croce di bronzo
    Al  brig. gen. Nicola De Santis, nato il 13 marzo 1950 a Sabaudia
(Latina) con la seguente motivazione:
    «Ufficiale  generale  in  possesso  di  eccezionali  doti umane e
professionali  nell'incarico  di  vice  comandante  e  Senior Italian
Officer   della   Divisione   multinazionale   sud   est  nell'ambito
dell'operazione   "Joint  Forge"  condotta  in  Bosnia-Erzegovina  ha
evidenziato   spiccata   attitudine  al  comando  unitamente  ad  una
intelligente  e  pratica capacita' di risolvere i molteplici problemi
sorti  nel  corso  del  suo mandato. Responsabile dei rapporti con le
organizzazioni  internazionali  (fra  le  quali OHR, OSCE, UNHCR) nel
settore  di  competenza,  ha  saputo  instaurare proficui rapporti di
lavoro  ed  interpersonali  con  i  piu'  alti rappresentanti di tali
organizzazioni  favorendo  il  raggiungimento di importanti obiettivi
della  missione.  Ha  contribuito, inoltre, con una concreta, acuta e
puntuale  attivita'  di  studio  al processo di ristrut-turazione del
Comando  multinazionale  e  delle  Forze  armate  in Bih meritando il
plauso  e l'incondizionata stima delle autorita' militari presenti in
teatro.  Ufficiale  di altissimo livello, ha ricoperto un incarico di
vertice  in  un  contesto  internazionale  di  altissima  visibilita'
riscuotendo  unanimi  consensi,  contribuendo in modo significativo a
dar  lustro e prestigio all'Esercito ed alle Forze armate italiane. -
Roma, 8 maggio 2002.
    Al  brig.  gen.  Bruno Filippi, nato il 21 giugno 1949 a Canepina
(Viterbo), con la seguente motivazione:
    «Ufficiale  generale  in  possesso  di  elevata professionalita',
equilibrio  e tatto, nell'incarico di Acos Support del comando Sfor e
ufficiale   coordinatore   rappresentante   dell'autorita'  nazionale
(UCRAN)  dell'operazione  "Joint Forge" condotta in Bosnia-Erzegovina
ha affrontato e risolto con intelligenza e lungimiranza le molteplici
problematiche  insorte  nel  corso del suo mandato ed ha concorso con
grande  generosita', impegno e determinazione al raggiungimento degli
obiettivi  della  missione.  Durante  la fase di ristrutturazione del
comando  Sfor, ha messo in mostra elevate capacita' di pianificazione
e  coordinamento  riorganizzando  e  dirigendo  la delicata branca di
competenza  all'insegna  dell'efficienza, della funzionalita' e della
trasparenza  conseguendo  apprezzati  e  significativi  risultati. Ha
saputo  gestire  e  salvaguardare i delicati rapporti nell'ambito del
comando  multinazionale  dove  ha  fornito,  in ogni circostanza, una
intelligente  e qualificata collaborazione, risultando prezioso punto
di  riferimento.  Ha,  inoltre,  proficuamente  diretto e coordinato,
attraverso  l'attivita'  di  Sfor nei confronti della Croazia (STLC),
tutte  le  problematiche  connesse anche a questo aspetto del mandato
della  missione  di  pace.  Per  l'insieme di attivita' condotte ed i
brillanti  risultati  conseguiti,  ha ricevuto, in piu' occasioni, il
plauso,   l'apprezzamento   e  l'incondizionata  stima  di  tutte  le
autorita'   internazionali   con   le  quali  ha  collaborato  e,  in
particolare,  un  significativo  riconoscimento da parte del lt. gen.
Sylvester, comandante della Sfor.
    Figura  di altissimo livello, in possesso di eccellenti capacita'
intellettuali  e  professionali, ha significativamente contribuito ad
accrescere, in un complesso ambito internazionale, il prestigio ed il
lustro  dell'Esercito, delle Forze armate italiane e della Nazione. -
Roma, 8 maggio 2002.
    Con  decreti  1°  settembre  2003,  sono  conferiti  le  seguenti
ricompense:
                           Croce di bronzo
    Al  mar.  ord.  CC  Marcello  Deplano,  nato  il 19 agosto 1965 a
Cagliari, con la seguente motivazione:
    «Vice  comandante  di  plotone  Carabinieri  Par.  del  Gr.  Tat.
"Folgore"   impegnato   nel   teatro   di   Timor   Est   nell'ambito
dell'operazione  "Stabilise",  svolgeva  il proprio incarico con raro
senso   di   responsabilita',   spiccato  spirito  di  sacrificio  ed
eccezionali  doti  umane.  Sottufficiale dall'eccellente preparazione
professionale,  nella condotta delle attivita' svolte nella difficile
ed  impervia area di responsabilita', ha operato con determinazione e
non  comune coraggio, portando a termine con successo tutti i compiti
a  lui  affidati.  In  particolare,  nello  sviluppo di una rischiosa
operazione   di  liberazione  ostaggi  nel  villaggio  di  Robai,  ha
suscitato la spontanea ammirazione e riconoscenza del Comando HQ Dili
Comd a guida neozelandese, il quale considerava il buon esito di tale
operazione  di  fondamentale  importanza  per  la  transizione  della
Missione Interfet ad Untaet.
    Chiaro  esempio  di  radicato senso del dovere e di elette virtu'
militari,  di grandissima dedizione alla causa per la quale ha saputo
riversare   senza   risparmio  tutte  le  sue  migliori  energie,  ha
contribuito   in   maniera   notevolissima   ad   elevare  l'immagine
dell'Italia nel contesto internazionale». - Dili, 12 febbraio 2000.
    Al ten. col. Gaetano Zauner, nato il 17 marzo 1962 a Palermo, con
la seguente motivazione:
    «Comandante  di  battaglione  inserito  nell'Italian Battle Group
partecipante   all'operazione   "Essential   Harvest"  in  F.Y.R.O.M.
evidenziava raro senso di responsabilita', altissima professionalita'
e  grandissimo  entusiasmo.  Animato  da  spiccato senso del dovere e
sorretto   da  motivazioni  fortissime  si  prodigava,  con  assoluta
determinazione per organizzare e condurre l'attivita' operativa della
propria     unita'    contribuendo,    in    maniera    determinante,
all'assolvimento  dei  compiti  affidati  al contingente nazionale in
un'area  particolarmente  sensibile  caratterizzata  da  una  latente
contrapposizione   fra   le  etnie  presenti.  Ufficiale  di  fervida
intelligenza,  professionista  di  indiscusse  capacita', elemento di
riferimento  per  la  dedizione al servizio, e' stato esemplare nella
costante  opera  di  sostegno  del  proprio  personale  impegnato  in
difficili  condizioni, a conferma di una interpretazione elevatissima
ed incisiva della sua funzione.
    Magnifica  figura  di  comandante,  che  contribuiva  ad  elevare
l'immagine  del  152°  Reggimento nel contesto multinazionale. Chiaro
esempio  di brillante competenza professionale, di spiccate capacita'
operative  e  di  encomiabile  dedizione  al  servizio».  -  Petrovec
(F.Y.R.O.M.), 25 settembre 2001.
    Al ten. Piervincenzo Vinci, nato il 14 agosto 1969 a Roma, con la
seguente motivazione:
    «Comandante di complesso minore Mec. inserito nell'Italian Battle
Group  partecipante  all'operazione "Essential Harvest" in F.Y.R.O.M.
agiva  in  condizioni  ambientali ed operative difficilissime, spesso
altamente  pericolose,  evidenziando  altissimo  senso  del dovere ed
encomiabile  capacita' organizzativa e realizzativa. Facendo leva sul
suo  naturale carisma otteneva la completa disponibilita' e dedizione
di tutti i suoi dipendenti ai quali riusciva a trasfondere sicurezza,
determinazione  e  dedizione  al  servizio  che  hanno contribuito ad
esaltare i successi ottenuti dal contingente nazionale.
    Magnifica   figura  di  giovane  comandante,  chiaro  esempio  di
brillante competenza professionale, di spiccate capacita' operative e
di  encomiabile  dedizione al servizio, che ha contribuito ad elevare
l'immagine  dell'Esercito  italiano  nel  contesto multinazionale». -
Petrovec (F.Y.R.O.M.), 27 settembre 2001.
    Al mar. ca. Gian Luigi Zuddas, nato il 15 settembre 1963 ad Arbus
(Cagliari), con la seguente motivazione:
    «Sottufficiale  del  2°  Reggimento  Genio Pontieri della Brigata
Genio,  dotato  di  non  comuni  qualita'  professionali e spirito di
sacrificio,  partecipava  a  Jedovnice,  nella Repubblica Ceca , alla
gara  internazionale  del  campionato  mondiale di motonautica, nella
classe  0/250.  Grazie  alla sua eccellente preparazione psicofisica,
conseguenza  diretta  di  un severo impegno, di grandissima tenacia e
ferrea  determinazione, conquistava, con i colori della Forza armata,
il titolo di campione mondiale della specialita'.
    Atleta   di  primissimo  piano,  chiaro  esempio  di  spirito  di
sacrificio   e  di  saldezza  di  carattere  che,  con  il  risultato
assolutamente   rilevante   conseguito  nell'importante  competizione
sportiva,  ha  contribuito, in maniera determinante, ad accrescere il
lustro  ed il prestigio dell'Esercito italiano a livello nazionale ed
internazionale». - Jedovnice (Repubblica Ceca), 5 settembre 2002 - 10
settembre 2002.
    Al  col.  Mariano  Centonze,  nato  il  18  maggio  1954 a Salice
Salentino (Lecce), con la seguente motivazione:
    «Comandante  del  152° Reggimento fanteria "Sassari" e comandante
dell'Italian  Battle  Group,  partecipante  all'operazione "Essential
Harvest"   in   F.Y.R.O.M.,  rendeva  l'unita'  alle  sue  dipendenze
perfettamente  amalgamata,  superbamente  addestrata  ed  in grado di
assolvere  in  pieno le delicate incombenze operative della missione.
Sorretto   da   elevatissime   motivazioni,  costituiva  elemento  di
immediato   riferimento  nelle  circostanze  piu'  delicate  e  nelle
operazioni  di  maggiore  valenza  operativa, nelle quali evidenziava
straordinaria   capacita'   di  guida  e  lucidissima  visione  degli
obiettivi.
    Impiegato in attivita' di grande valenza operativa, articolava il
dispositivo  sul terreno in maniera eccezionalmente efficace, facendo
fronte  ai  molti  impegni  con  rigore, altissima professionalita' e
assolvendo   le  proprie  funzioni  con  grandissima  determinazione,
esemplare dedizione e spiccato senso del dovere.
    Chiaro  esempio  di  comandante  completo  e  carismatico  che ha
contribuito,  in modo determinante, al buon esito della missione e ad
elevare  il  prestigio  del  contingente e dell'Esercito italiano nel
contesto internazionale». - Petrovec (F.Y.R.O.M), 25 settembre 2001.