IL MINISTRO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI

  Visto  il  decreto  legislativo  20 ottobre  1998,  n.  368 recante
«Istituzione  del  Ministero  per  i  beni e le attivita' culturali a
norma  dell'art.  11  della  legge  15 marzo 1997, n. 59», pubblicato
nella  Gazzetta  Ufficiale  della  Repubblica  Italiana  n.  250  del
26 ottobre 1998;
  Visto il Titolo II del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490,
recante  «Teslo  Unico  delle  disposizioni legislative in materia di
beni  culturali  e  ambientali,  a  norma  dell'art.  1  della  legge
8 ottobre  1997,  n.  352»  pubblicato nel supplemento ordinario alla
Gazzetta  Ufficiale  n.  302  del 27 dicembre 1999, ed in particolare
l'art. 144;
  Visto  l'art.  146  comma  1, lettera m), del Titolo II del decreto
legislativo 29 ottobre 1999, n. 490;
  Vista  la  decisione  n. 951 resa in data 13 novembre 1990 dalla VI
sezione del Consiglio di Stato;
  Considerato  che  con  nota  prot.  n.  9284 del 27 agosto 1994, la
Soprintendenza  archeologica per l'Etruria meridionale inoltrava alla
Soprintendenza  per  i  beni ambientali e architettonici del Lazio ed
all'Ufficio  centrale  per  i  beni  ambientali  e  paesaggistici  la
richiesta  di  perimetrazione ai sensi dell'art. 1, lettera m), della
legge n. 431/1985 dell'area relativa all'insediamento etrusco ed alla
relativa  necropoli  del Cerracchio, ricadente nel comune di Vetralla
in provincia di Viterbo;
  Considerato   che   la   predetta  soprintendenza  nella  relazione
scientifica  acclusa  alla  nota  sopraccitata  ha  evidenziato  come
l'antico insediamento del Cerracchio, fiorito principalmente nel VI e
V sec. e frequentato fino al IV-III sec. a. C., con la sua necropoli,
fosse  gia'  noto  nell'Ottocento,  ricordato  in  particolare per la
presenza  di  tombe  rupestri  etrusche  di  eta' arcaica considerate
un'emanazione  di  quel  gruppo  di  necropoli  di  tal genere che si
sviluppa  nel  bacino  idrografico  dell'Alto  Mignone  e del Biedano
contraddistinto  in eta' arcaica da una prosperita' economica tale da
favorire  ivi  la  nascita  di  centri  abitati sorto su un altipiano
tufaceo  parallelo  alla  riva  occidentale del Rio Secco, facilmente
difendibile  per  la  sua  conformazione  (come per la gran parte dei
centri   abitati   dell'Etruria   interna)  soprattutto  nella  parte
settentrionale (nella parte meridionale venne fortificato).
  Considerato  che  l'abitato,  ritenuto  a carattere prevalentemente
rurale,  dovette  essere dominato da una potente famiglia gentilizia,
collocandosi   nel  V-VI  sec.  a.  C..  periodo  della  sua  maggior
fioritura,  tra  i  siti  ritenuti  di  una  certa importanza, seppur
circoscritta,  dislocati  nel territorio di Vetralla ai margini della
famosa «Silva Ciminia»;
  Considerato  che  le  tombe  della  necropoli  in alcuni casi, come
riscontrato  anche  in  vari  altri  centri  abitati dell'Etruria, si
aprono sui costoni precipiti dello stesso altopiano sede dell'abitato
ma  per  la  gran parte si distribuiscono sui fianchi delle valli del
Rio  Secco  e  lungo la riva dell'Ortaccio. Queste piccole valli sono
anche  attraversate  da  antiche strade. La distribuzione delle tombe
per  ampio  raggio,  nonche'  l'esistenza di alcune aree di frammenti
fittili  di  superficie,  ha  fatto  supporre che aggregati di case a
carattere   sparso   esistessero   nella   zona   e   facessero  capo
all'insediamento  principale  del Cerracchio, in collegamento diretto
con  il  villaggio  di  Roana  nonche'  con  l'insediamento di Grotta
Porcina.
  Considerato  che  le  tombe  della  necropoli  si  intersecano e si
sovrappongono  tra  loro  e, per quanto lo stato di conservazione non
sia  dei  migliori  a  causa  del degrado del tufo dovuto agli agenti
atmosferici  nel corso del tempo, l'aspetto dei luoghi conserva tutta
la  sua  suggestione  di antico paesaggio, caratterizzando il sito di
Cerracchio  che,  nel  suo  intero  complesso,  oltre  all'importanza
archeologica  che  riveste, si colloca in un ambiente naturale tipico
dell'Etruria  interna,  largamente segnato da vicende storiche che lo
hanno  «modellato»  nel  tempo,  ben  configurandosi  come «paesaggio
storico».
  Considerato   che,  per  consentire  l'avvio  della  procedura  per
l'imposizione  del vincolo, la citata Soprintendenza, in riscontro ad
espressa richiesta dell'allora Ufficio centrale per i beni ambientali
e  paesaggistici,  con  nota n. 4285 del 16 settembre 1997 inviava la
relativa  cartografia  in scala 1:10.000 e documentazione fotografica
dei luoghi;
  Considerato che con verbale n. 5, il comitato di settore per i beni
ambientali  e  architettonici  ed  il  comitato di settore per i beni
archeologici del Consiglio nazionale per i beni culturali, riuniti in
seduta  congiunta  il  giorno  1° luglio  1998, hanno espresso parere
favorevole  rispetto  alla  proposta di vincolo, chiedendo, tuttavia,
una  definizione  del  perimetro che tenesse maggiormente conto della
posizione  degli  insediamenti e della configurazione geo-morfologica
del sito;
  Considerato  che  con  nota  n.  ST/702/29321 del 23 novembre 1998,
l'Ufficio  centrale per i beni ambientali e paesaggistici, comunicava
alla  Soprintendenza  il  parere reso dai citati comitati di settore,
invitando  la  stessa  a  voler  adempiere rispetto alla richiesta di
revisione del perimetro del vincolo proposto;
  Considerato  che,  in  riscontro  a  quanto  richiesto,  la  citata
Soprintendenza,  con nota n. 17453 del 18 dicembre 1998, inoltrava al
suddetto  Ufficio  centrale  la  cartografia  aggiornata con la nuova
perimetrazione  di  vincolo,  nonche' lo schema descrittivo del nuovo
perimetro  riferito  al  comprensorio  della  «Necropoli rupestre del
Cerracchio» sito nel comune di Vetralla, in provincia di Viterbo.
  Considerato  che l'Ufficio centrale, con nota n. ST/702/2537/99 del
3 febbraio  1999,  trasmetteva  la  nuova  documentazione  ai  citati
comitati di settore;
  Considerato  che  il  Consiglio  nazionale  per  i beni culturali e
ambientali,  con  nota n. 121/801/8.7 del 14 gennaio 2000, comunicava
all'Ufficio  centrale per i beni ambientali e paesaggistici il parere
favorevole  espresso  dal comitato di settore per i beni ambientali e
architettonici  e  dal  comitato  di settore per i beni archeologici,
riuniti  in  seduta  congiunta  il giorno 30 settembre 1999, inerente
alla proposta di vincolo esaminata in base alla nuova perimetrazione;
  Considerato che, nelle more della valutazione esperita dai comitati
di  settore,  e' entrato in vigore il decreto legislativo n. 490/1999
(testo  unico  delle  disposizioni  legislative  in  materia  di beni
culturali  e ambientali) che ha introdotto nuove norme in merito alla
pubblicazione  della  proposta  di vincolo all'albo pretorio comunale
con  la  contestuale  pubblicizzazione tramite avviso al pubblico sui
quotidiani;
  Ritenuto,  pertanto,  che  l'istruttoria in itinere, avrebbe dovuto
conformarsi alla nuova normativa;
  Considerato   che  l'Ufficio  centrale  per  i  beni  ambientali  e
paesaggistici,  con  nota  n.  ST/702/8648/2001  del  23 marzo  2001,
invitava  la  Soprintendenza  competente  a  voler  procedere, per la
proposta   del  vincolo  in  esame,  alla  formalizzazione  dell'iter
previsto  dal Titolo II, art. 144, comma 2 del decreto legislativo n.
490/1999  (pubblicazione  all'albo  pretorio  comunale)  nonche' alla
pubblicazione dell'annuncio sui quotidiani secondo il disposto di cui
all'art. 140, comma 6, del medesimo atto normativo;
  Considerato  che con nota n. 1430 del 12 febbraio 2002 e successiva
nota n. 1801 del 20 febbraio 2002, la Soprintendenza archeologica per
l'Etruria     meridionale,     dava    comunicazione    dell'avvenuta
pubblicazione, dalla data del 24 aprile 2001 al 24 luglio 2001, della
proposta  di  vincolo  all'albo  pretorio  da  parte  del  comune  di
Vetralla, con relativo decorso degli obblighi di cui all'art. 151 del
decreto  legislativo  n.  490/1999,  nonche'  del termine di sessanta
giorni,  previsto  dall'art. 144, comma 3, per la presentazione delle
osservazioni al Ministero, comunicando, altresi', di aver provveduto,
in  data  13 febbraio  2002,  alla  pubblicazione  dell'annuncio  sui
quotidiani  «Il  Corriere  di Viterbo», il «Messaggero» in cronaca di
Viterbo  ed  «Il Tempo», ai sensi dell'art. 140, comma 6, del decreto
legislativo n. 490/1999;
  Considerato  che,  decorso  il  termine di sessanta giorni previsto
dall'art.  144, comma 3, del decreto legislativo n. 490 del 1999, non
sono pervenute osservazioni;
  Visto  l'ultimo  parere espresso dal comitato di settore per i beni
ambientali  e  architettonici  e  dal  comitato di settore per i beni
archeologici  del  Consiglio  per  i  beni  culturali che, riuniti in
seduta   congiunta,   il   giorno  10 febbraio  2003  hanno  espresso
all'unanimita' parere favorevole rispetto alla proposta di vincolo di
cui trattasi;
  Considerato   che   la   Soprintendenza  per  i  beni  archeologici
dell'Etruria  meridionale,  con note n. 7795 del 25 ottobre 2003 e n.
9883   del   19 novembre  2003,  ha  proceduto  alla  verifica  della
descrizione  della  esatta  perimetrazione  dell'area da sottoporre a
tutela,  secondo  la  cartografia  valutata  dai  comitati di settore
riuniti  in  seduta congiunta in data 30 settembre 1999 e 10 febbraio
2003,   riferita   al  comprensorio  della  «Necropoli  rupestre  del
Cerracchio»  sito  nel  comune  di Vetralla, in provincia di Viterbo,
cosi'  delimitato:  Limite  Ovest  strada  comunale  del Cerracchio a
partire  dall'incrocio  con la strada vicinale di Grotta Porcina fino
all'incrocio   con   la   strada   comunale   Grotte  Murate;  strada
interpoderale  che  si  distacca  dalla  SS 1-Bis verso Nord-Ovest in
prossimita'  del  km 24;  Limite  Nord: limite Ovest delle particelle
60,61  e  71 del foglio catastale 32 fino al fosso del Cerracchio, il
limite nord delle particelle 43, 45, 48, 46 e 47 del foglio catastale
32. Limite Est: il limite est delle particelle 47, 50, 53 parte, 95 e
97  del  foglio  catastale  32  fino  alla  strada  interpoderale che
incrocia  la SS 1-Bis al km. 24,450 circa; strada Aurelia-bis fino al
limite  della  particella 334 foglio catastale 43, prosegue il limite
Est  attraverso le particelle 334, 336 e 342 del foglio catastale 43,
il  Rio  Secco  fino  al  limite Sud-Ovest della particella 35 foglio
catastale 43. Costeggia il limite nord della particella 36, il limite
est  della particella 578 del foglio catastale 43 fino alla strada di
Grotta Porcina. Limite Sud: e' dato dalla Strada di Grotta Porcina ed
il limite Ovest delle particelle 14 e 15 del foglio catastale 43 fino
al  fosso  del  Cerracchio,  limite  sud  delle particelle 62, 61, 59
foglio catastale 42 e limite Est particelle 221 e 86 foglio catastale
42 fino alla strada vicinale di Grotta Porcina».
  Rilevato  che  la  tutela dei valori archeologici operata dall'art.
146, comma 1, lettera m), del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n.
490  e'  distinguibile  da  quella  operata  dall'art. 6 del medesimo
decreto  legislativo,  poiche' ha per oggetto non gia' direttamente o
indirettamente,  i  beni  riconosciuti  di interesse archeologico, ma
piuttosto  il  pregevole territorio che ne costituisce il contesto di
giacenza;
  Considerato  che  da  quanto sopra esposto il territorio delimitato
nella perimetrazione gia' descritta e' da classificare tra le zone di
interesse  archeologico  indicate  all'art. 146, comma 1, lettera m),
del   decreto   legislativo   n.   490   del   1999,   per  i  valori
archeologico-paesistici   e  per  l'attitudine  che  il  suo  profilo
presenta  alla  conservazione del contesto di giacenza del patrimonio
archeologico di rilievo nazionale, quale territorio delle presenze di
interesse  archeologico,  qualita'  che  e'  assunta a valore storico
culturale meritevole di protezione;
  Considerato  che  con  circolare ministeriale n. 8373 del 26 aprile
1994  si e' rilevata la necessita' di individuare le zone definite di
interesse  archeologico  dalla legge n. 431/1985, come modificata dal
decreto  legislativo  n.  490 del 1999, con provvedimenti ricognitivi
che  ne  perimetrino  con  esattezza  i  confini  e  specifichino  la
interrelazione  fra  i  beni  archeologici  presenti  e l'area che ne
costituisce il contesto di giacenza;
  Considerata  pertanto la necessita' di garantire un'efficace tutela
dell'area  predetta  che costituisce un sito idoneo per valorizzare e
preservare il patrimonio archeologico presente;
  Considerato  che  il  vincolo  comporta in particolare l'obbligo da
parte  del  proprietario,  possessore  o detentore a qualsiasi titolo
dell'immobile  ricadente nella localita' vincolata di presentare alla
Regione   o   all'ente  dalla  stessa  subdelegato  la  richiesta  di
autorizzazione  ai sensi dell'art. 151 del citato decreto legislativo
n.  490  del 1999 per qualsiasi intervento che modifichi lo stato dei
luoghi,  e  che  questo  Ministero  puo'  in ogni caso annullare tale
autorizzazione  entro  i sessanta giorni successivi alla ricezione di
detto   provvedimento,   corredata   della  documentazione  idonea  a
consentire la dovuta valutazione ministeriale;
                              Decreta:
  L'area  riferita  al  comprensorio  della  «Necropoli  rupestre del
Cerracchio»,  sita  nel  comune di Vetralla, in provincia di Viterbo,
nei  limiti  sopradescritti e indicati nell'allegata planimetria, che
costituisce parte integrante del presente decreto, e' compresa tra le
zone  di  interesse  archeologico  indicate  dall'art.  146, comma 1,
lettera  m),  del  decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, ed e'
quindi  sottoposta  ai  vincoli  e  alle  prescrizioni  contenute nel
medesimo decreto legislativo.
  La    Soprintendenza   archeologica   per   l'Etruria   meridionale
provvedera'  a  che  copia  della  Gazzetta  Ufficiale  contenente il
presente  decreto  venga  affissa  ai sensi dell'art. 142 del decreto
legislativo  29 ottobre  1999,  n.  490 e dell'art. 1 del regolamento
3 giugno  1940  n.  1357, all'albo del comune di Vetralla e che altra
copia  della  Gazzetta  Ufficiale stessa, con relativa planimetria da
allegare  venga  depositata  presso  i  competenti  uffici del comune
suddetto.
  Avverso  il  presente  atto  e'  ammessa  proposizione  di  ricorso
giurisdizionale  avanti  al  Tribunale  amministrativo  regionale del
Lazio,  secondo  le  modalita'  di cui alla legge 6 dicembre 1971, n.
1034,  cosi'  come  modificata  dalla  legge  21 luglio 2000, n. 205,
ovvero e' ammesso ricorso straordinario al Capo dello Stato, ai sensi
del decreto del Presidente della Repubblica 24 novembre 1971 n. 1199,
rispettivamente  entro  sessanta  e  centoventi  giorni dalla data di
avvenuta notificazione del presente atto.

    Roma, 30 dicembre 2003

                                                  Il Ministro: Urbani

Registrato alla Corte dei conti il 2 marzo 2004
Ufficio  di  controllo  preventivo  sui  Ministeri  dei  servizi alla
persona e dei beni culturali, registro n. 1, foglio n. 265