Ai Ministeri
                              Alle Camere di Commercio
                              Alla Confindustria
                              Alla Confapi
                              Alle Associazioni di categoria
  Sono  pervenuti  a  questa  direzione  generale  segnali di disagio
interpretativo  da parte di alcune aziende coinvolte nella produzione
di  composti  chimici appartenenti alla categoria dei DOC/PSF sia per
quanto  riguarda  la  struttura  chimica  sia  per quanto riguarda il
processo che ne caratterizza la produzione.
  Al  fine  di  prevenire  fraintendimenti e di garantire la corretta
interpretazione  della  legge  e delle precedenti circolari emesse da
questo   Ministero   si   forniscono   sull'argomento   alcune   note
esplicative.
1. Impianti adibiti alla produzione di composti chimici definiti come
«oligomeri» o «polimeri».
  Con  la  circolare  n.  358420,  emessa da questo Ministero in data
30 luglio  1997,  al  capitolo 2 (DEFINIZIONI) e' stata aggiornata ed
integrata  la  definizione  di  composto  DOC,  esplicitando che «non
rientrano nella definizione i composti costituiti da solo carbonio ed
idrogeno (idrocarburi), gli oligomeri, i polimeri e gli esplosivi».
  Tale  definizione  deve tuttavia essere letta congiuntamente con la
precedente  direttiva  emanata  da  questo Ministero con circolare n.
37877 del 4 aprile 1997.
  In  tale  circolare  al cap. 1, paragrafo 5 (Dichiarazioni per siti
relativi  solo  a  composti  DOC/PSF), comma b), si prescrive che nel
calcolo della quantita' globale, «in caso di processi multiple step»,
si  dichiari  «solo la quantita' del prodotto finale a condizione che
sia  un  DOC,  o  la  quantita'  dell'ultimo intermedio della sintesi
multiple step che sia compreso nella definizione di DOC».
  Il combinato disposto delle due circolari comporta che:
    a) nel  caso  i processi produttivi portino ad un prodotto finale
classificabile   chimicamente   come   DOC/PSF,   ma  strutturalmente
appartenente  alla categoria degli oligomeri o dei polimeri, non deve
essere  presentata  dall'azienda  titolare  dello stabilimento alcuna
dichiarazione;
    b) nel  caso  i processi produttivi portino ad un prodotto finale
come  indicato  in  a),  ma siano caratterizzati dalla presenza di un
prodotto  intermedio  stabile  (ad esempio un monomero prodotto nello
stesso   impianto  all'interno  del  sito),  deve  essere  presentata
dall'azienda la dichiarazione riferita all'ultimo prodotto intermedio
monomero   immediatamente   prima   del   prodotto   finale  esentato
(nell'esempio l'oligomero o il polimero).
2.  Impianti  adibiti  alla  produzione  di composti DOC con processi
detti di «fermentazione».
  In   linea   generale,   le   produzioni   con  processi  detti  di
«fermentazione»  rientrano  nella  categoria dei «processi di sintesi
chimica»   ed   interessano  svariati  settori  merceologici  ed  una
molteplice  tipologia  di  processi, peraltro basati su tecnologie in
continuo sviluppo.
  Allo  stato  attuale,  questo  ufficio ritiene opportuno e prudente
attendere   che   in   ambito   OPAC  si  formalizzino  indirizzi  di
comportamento  univoci ed inequivocabili prima di formulare direttive
di carattere generale.
  In   questa   fase,   rimangono  tuttavia  confermate  le  seguenti
disposizioni:
    a) non  ricadono negli obblighi della legge 496/95 le aziende nei
cui  siti  operativi si realizzino produzioni di alcooli comprese nei
codici   ATECORI  2002  n.  15.91  e  15.92  (si  veda  il  sito  web
www.opac.496.it alla sezione «modulistica»);
    b)  ricadono negli obblighi della legge 496/95 le aziende nei cui
siti  operativi  si  realizzino  produzioni  di  composti DOC/PSF con
processi di sintesi catalizzati per via biologica ma con l'apporto in
una qualsiasi parte del processo di reagenti di natura chimica;
    c) non  ricadono negli obblighi della legge 496/95 le aziende nei
cui  siti  operativi si realizzino produzioni di composti DOC/PSF con
processi di sintesi catalizzati esclusivamente per via biologica.
      Roma, 23 marzo 2006
                        Il direttore generale
             dello sviluppo produttivo e competitivita'
                                Goti