IL MINISTRO DELLA SALUTE
                           di concerto con
                      IL MINISTRO DELL'AMBIENTE
                    E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO
  Visto  l'art.  13  del  decreto legislativo 2 febbraio 2001, n. 31,
relativo  alla  qualita'  delle  acque  destinate  al  consumo umano,
pubblicato  nel  supplemento  ordinario alla Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana n. 52 del 3 marzo 2001;
  Viste le motivate richieste della regione Lazio e la documentazione
relativa allo stato di avanzamento delle misure correttive e relativi
interventi sul territorio;
  Visti  i valori massimi ammissibili fissati dal Consiglio superiore
di   sanita'  nelle  sedute  del  18 novembre  2003,  6 luglio  2005,
29 settembre 2005 e 13 dicembre 2005;
  Visto  che l'art 13 del decreto legislativo 2 febbraio 2001, n. 31,
consente  alle  regioni  o  province autonome di stabilire deroghe ai
valori  di  parametro  fissati nell'allegato I, parte B, o fissati ai
sensi  dell'art.  11,  comma 1,  lettera b),  entro  i valori massimi
ammissibili,  purche' nessuna deroga presenti potenziale pericolo per
la  salute  umana  e  nei  casi  in cui l'approvvigionamento di acque
destinate  al consumo umano conformi ai valori di parametro non possa
essere assicurato con nessun altro mezzo congruo;
  Premesso  che  tali  misure  devono  essere  applicate  in una area
geografica ben delimitata e per un periodo di tempo definito;
  Considerato  che,  ai  sensi del comma 11 del succitato art. 13, la
popolazione  interessata  deve essere tempestivamente e adeguatamente
informata  circa  le  deroghe  applicate  e  delle  condizioni che le
disciplinano e che, ove occorra, la regione o provincia autonoma deve
provvedere   a   formare   raccomandazioni   a  gruppi  specifici  di
popolazione  per  i  quali  la  deroga  possa  costituire  un rischio
particolare;
  Considerato  che  la  valutazione di non potenziale pericolo per la
salute  umana  viene  effettuata  comprendendo  anche la quantita' di
parametro  eventualmente  assunta  con gli alimenti, sia preparati in
ambito  domestico  sia  in  industrie alimentari che distribuiscono i
loro  prodotti  esclusivamente  nell'ambito geografico ricompreso dal
provvedimento di deroga;
                              Decreta:
                               Art. 1.
  1.  La  regione  Lazio  puo'  stabilire il rinnovo delle deroghe ai
valori  di  parametro  fissati  nell'allegato  I, parte B del decreto
legislativo 2 febbraio 2001, n. 31, per i comuni per i quali e' stata
fatta  esplicita richiesta, per i parametri arsenico, fluoro, selenio
e vanadio entro i valori massimi ammissibili (VMA) rispettivamente di
50 mg/l, di 2,5 mg/l, di 20 mg/l e di 160 mg/l.
  2.  I  suddetti  valori massimi ammissibili possono essere concessi
fino al 31 dicembre 2006.
  3.  L'eventuale  rinnovo  e' subordinato alla trasmissione da parte
della  regione  Lazio  al  Ministero  della  sanita'  ed al Ministero
dell'ambiente   e  tutela  del  territorio,  entro  e  non  oltre  il
30 settembre  2006,  di  una  circostanziata  relazione sui risultati
conseguiti  nell'intero  triennio  2004-2005 e 2006, durante il quale
sono  state concesse le deroghe, in ordine alla qualita' delle acque,
comunicando  e  documentando  altresi'  l'eventuale  necessita' di un
ulteriore periodo di deroga.
  4.  Sono  escluse  dai  provvedimenti  di  deroga  e  sono comunque
obbligate  al  rispetto  dei  limiti  previsti  dalla  normativa,  le
industrie  alimentari  ad eccezione di quelle di tipo artigianale con
distribuzione   del  prodotto  in  ambito  locale.  Si  rimanda  alle
autorita'  competenti  la  valutazione  di  ulteriori  esclusioni e/o
limitazioni temporali.
  5.   La   regione  deve  provvedere  ad  informare  la  popolazione
interessata  in attuazione del disposto di cui al decreto legislativo
2 febbraio 2001, n. 31, art. 13, comma 11, relativamente alla elevata
concentrazione   dei  predetti  elementi  con  specifico  riferimento
all'uso razionale di eventuali prodotti integratori.
  6.   La  regione  deve  provvedere  affinche'  siano  informate  le
autorita'  competenti al fine di evitare l'attivazione di campagne di
fluoroprofilassi,  affinche'  sia  avvisata  la  popolazione generale
interessata  sulla opportunita' di limitare il consumo di alimenti ad
elevato  apporto di fluoro ed affinche' venga predisposto un opuscolo
informativo   da   distribuire   nelle  scuole  e  presso  i  servizi
materno-infantili.