LA CONFERENZA INTERREGIONALE PERMANENTE PER IL RISANAMENTO E LA TUTELA DEL BACINO IDROGRAFICO DEL PO Preso atto: delle motivazioni che hanno portato alla istituzione della Conferenza, ai sensi dell'art. 2, lettera c), della legge 10 maggio 1976, n. 319; della mozione conclusiva dei lavori della prima assemblea della Conferenza, tenutasi a Ferrara in data 8 febbraio 1988, recante in particolare la definizione degli indirizzi per la redazione entro il giugno 1988 di un programma urgente di interventi immediati; degli interventi progettati dalle regioni padane in materia di risanamento delle risorse idriche, che ammontano globalmente a circa 4.800 miliardi di lire; dei risultati del fattivo e intenso lavoro finora svolto dal comitato tecnico della Conferenza in attuazione del mandato conferitogli e le raccomandazioni contenute nel rapporto del comitato in merito alle tipologie degli interventi urgenti per il risanamento e la tutela del bacino idrografico del fiume Po e alle relative allocazioni finanziarie delle risorse di cui alla lettera b) dell'art. 18 della legge 11 marzo 1988, n. 67; della delibera CIPE del 5 agosto 1988 con la quale sono stati adottati gli elementi essenziali delle citate raccomandazioni del comitato tecnico della Conferenza; dei criteri per la ripartizione fra le regioni delle citate risorse rese disponibili dalla legge n. 67/1988, quali riportati nell'allegato 1; della necessita' di apportare marginali correttivi ai criteri di cui alla precedente lettera e) al fine di assicurare a ciascuna regione le risorse minime atte a consentire la realizzazione di almeno un progetto significativo; dell'ordine del giorno votato dalla Camera in data 21 settembre 1988 in materia di lotta all'eutrofizzazione ed in particolare dell'impegno per il Governo ad accelerare i lavori della Conferenza per il Po ed a convocare la Conferenza nazionale per il risanamento del mar Adriatico; della lettera S.G.1/445 del 18 ottobre 1988 con la quale il presidente della Conferenza ha delegato il Ministro dell'ambiente a presiedere, in sua assenza, i lavori della Conferenza stessa; Delibera: 1) La ripartizione fra le regioni rappresentate nella Conferenza per il Po e il Ministero dell'ambiente delle risorse finanziarie allocate dalla lettera b) dell'art. 18 della legge 11 marzo 1988, n. 67, con riferimento alle diverse tipologie di intervento necessarie per il risanamento del bacino idrografico del fiume Po, e' indicata in tabella 1 che e' parte integrante della presente delibera. Al fine di determinare i progetti ammissibili a finanziamento nell'ambito delle risorse di cui alla tabella 1, il Ministro dell'ambiente, acquisita l'istruttoria tecnico-economica effettuata dalla commissione tecnico-scientifica di cui all'art. 14 della legge 28 febbraio 1988, n. 41, presenta i progetti valutati favorevolmente da detta commissione alla Conferenza per il Po. 2) Il piano di risanamento tutela e valorizzazione del bacino idrografico del fiume Po, in seguito denominato Master Plan e' sinteticamente illustrato nell'allegato 2. Carattere essenziale del Master Plan e' il superamento della programmazione urgente di primo intervento mediante la definizione di strategie e programmi di intervento integrati finalizzati al risanamento ed alla gestione della risorsa idrica, garantendo nel contempo le corrette interazioni tra la risorsa idrica stessa e le esigenze di tutela naturalistico-ambientale con i fattori e le implicazioni derivanti dall'insieme delle attivita' socio-economiche. Il Master Plan e' la risultante di tre programmi di attivita' concettualmente distinti. Il primo programma riguarda la definizione degli aspetti generali relativi al risanamento del bacino del Po e del medio e alto-Adriatico. Il secondo programma e' quello nel quale le amministrazioni dello Stato e le regioni competenti formuleranno proposte di revisione dei rispettivi piani afferenti al risanamento delle acque, eventualmente avvalendosi dei servizi delle imprese affidatari degli studi. Il terzo programma e' quello dell'esame di compatibilita' e di coerenza dei piani regionali con gli obiettivi del Master Plan e dell'elaborazione di una proposta globale ed unitaria. 3) La struttura ed articolazione del piano devono essere caratterizzate da un grado di flessibilita' che consenta di tener conto dell'avanzamento delle conoscenze che si realizzano in corrispondenza delle diverse fasi di attuazione del piano stesso. La vigilanza su diversi stadi di attuazione dei programmi varati nonche' la valutazione dell'efficacia degli stessi rispetto al conseguimento degli obiettivi prefissati e' un'attivita' non meno importante che la stessa attivita' di programmazione. Queste attivita' sono curate dalla conferenza la quale assicura che i risultati dell'esperienza maturata siano utilizzati al meglio per apportare i necessari correttivi in fase di attuazione del piano. 4) Il Master Plan, viene adottato dalla conferenza permanente su proposta del comitato tecnico il quale si avvale degli studi da realizzarsi con le risorse e le procedure di cui alla sezione II, lettera E), della citata delibera CEE del 5 agosto 1988. 5) Alla realizzazione degli studi necessari per la redazione del Master Plan concorrono l'Istituto di ricerca sulle acque (IRSA) del Consiglio nazionale delle ricerche, il Centro comune di ricerca della commissione delle Comunita' europee (CCR-ISPRA), nonche' possibilmente, imprese ed organismi operanti in Stati CEE che abbiano ottenuto risultati particolarmente brillanti nel risanamento dei grandi bacini fluviali. I soggetti prescelti ai sensi della delibera CIPE del 5 agosto 1988 sono tenuti ad operare secondo le direttive del comitato tecnico della Conferenza che, a tal fine, svolgera' anche le funzioni di comitato di alta vigilanza sulla conduzione e realizzazione degli studi finalizzati alla redazione del Master Plan. Il comitato, ove necessario, prescrivera' variazioni ed integrazioni e provvedera', comunque, alla revisione del capitolato tecnico preliminarmente alla stipula del contratto per l'affidamento degli studi ed in particolare, al fine di definire lo svolgimento dei lavori, individuera' il ruolo del Ministero e quello delle regioni padane nonche' i servizi a questi dovuti dalle imprese alle quali sara' affidata la realizzazione del Master Plan. 6) L'adozione del Master Plan da parte della Conferenza avverra' in due fasi temporali: i) la prima fase, da completarsi entro il giugno 1989, relativa agli elementi complessivi e fondamentali della pianificazione nonche' ad un piano e ad un programma di interventi da realizzarsi nel triennio 1989-1991 ed alle modalita' di utilizzazione delle risorse allocate dalla legge finanziaria 1989; ii) una seconda fase, da completarsi entro il giugno 1990, relativa al programma di interventi di lungo periodo. 7) Il Ministro dell'ambiente, esaminata l'istanza della regione del Veneto, presentera' sollecitamente al Consiglio dei Ministri una proposta di dichiarazione di area ad elevato rischio di crisi ambientale della zona compresa fra la foce dell'Adige ed il delta del Po, anche ai fini della utilizzazione dei mutui della Cassa depositi e prestiti di cui all'art. 17, comma 18 e 19, della legge finanziaria 1988. La Conferenza, preso altresi' atto delle previsioni del disegno di legge finanziaria 1989 approvato dal Governo: sottolinea la necessita' ed urgenza di una approvazione parlamentare, prima della fine del corrente anno, del disegno di legge per il programma triennale 1989-1991 di salvaguardia ambientale, gia' approvato dal Senato; raccomanda, in tale contesto, una precisa definizione delle risorse destinate al risanamento del bacino del Po; ribadisce l'importanza di un rafforzamento istituzionale e legislativo della struttura, dell'organizzazione e delle attribuzioni della Conferenza stessa. Roma, addi' 18 ottobre 1988 p. Il presidente Il Ministro dell'ambiente RUFFOLO