Con  decreto  3 settembre  2008, al colonnello Giuseppe Losappio,
nato  il 16 giugno 1956 a Barletta (Bari), e' stata concessa la Croce
d'argento al merito dell'Esercito, con la conseguente motivazione:
      «impiegato   quale  Direttore  dello  Staff  del  Comando  Kfor
nell'ambito  della operazione Joint Enterprise in Kosovo, organizzava
e   predisponeva,   con   grande  capacita',  continua  dedizione  ed
eccezionale  entusiasmo  l'importante ufficio a lui affidato. In ogni
contesto   operativo,   evidenziava   spiccate   doti  organizzative,
lucidissima   visione   degli   obiettivi   e   grande  capacita'  di
coordinamento   e   controllo.   Risultava   essere  determinante  il
contributo fornito al Comkfor, grazie all'esperienza in suo possesso,
nella  pianificazione  delle  operazioni  «Spring Stand Up» e «Balcan
Hawk»,  finalizzate  alla  verifica sul terreno dei piani operativi e
nel  corso  delle  quali  venivano sequestrati grossi quantitativi di
armi  ed  esplosivi.  Al termine del proprio mandato, in virtu' delle
qualita'  dimostrate e dei risultati conseguiti in precedenza, veniva
individuato  dal  Comandante  di  Kfor  quale  suo Military Assistant
Coordinator  e  Capo  dell'ufficio  per  ulteriori  sei mesi. In tale
incarico,  consapevole  della  delicatezza e della complessita' delle
funzioni  svolte,  operava con grandissima professionalita', spiccata
determinazione  ed  elevatissimo  impegno.  Malgrado il lungo periodo
trascorso  in  teatro e nonostante il coinvolgimento continuo e senza
limitazioni  d'orario,  mai  mostrava  il  benche'  minimo  segno  di
stanchezza,  soprattutto  quando,  a  partire  dal  mese di giugno, a
seguito  del  processo  in atto volto a determinare il futuro assetto
politico  della  Regione,  la  situazione  nel Paese risultava essere
maggiormente  imprevedibile.  In  tali  circostanze infatti risultava
prezioso  il  contributo  organizzativo  fornito dal Comandante nella
fase  volta  alla  riattivazione  di  Camp  Notting Hill nel nord del
Paese,  al  fine  di  incrementare  la  presenza  di  Kfor nell'area.
Altrettanto  concreto dinamico e propositivo si e' rivelato l'apporto
fornito  nel  corso  degli incontri con le alte autorita' politiche e
con  i  sindaci  delle principali municipalita', dalle risultanze dei
quali  sono  scaturite  le direttive operative per lo staff. Inoltre,
risultava  determinante  la  sua  azione in occasione delle visite in
teatro  del  Comitato  militare  della Nato (MC) e del North Atlantic
Council  (NAC) e delle attivita' svolte dal Comandante di Kfor presso
Shape,  per  le  quali  si  prodigava  con  tutte  le  energie in suo
possesso,  al fine dell'elaborazione della necessaria documentazione.
Sostenuto   da  fortissima  personalita',  ha  dimostrato  di  essere
ufficiale  carismatico,  trascinando  i  propri collaboratori in ogni
circostanza,  coinvolgendo  gli  ufficiali  dell'intero  staff  nelle
attivita'  lavorative.  Operava  in  ogni frangente con entusiasmo ed
elevato   sacrificio   personale,   conseguendo  unanimi  consensi  e
contribuendo  all'affermazione  del  Contingente  Italiano  in ambito
internazionale,   apportando,   al   contempo,   lustro  e  prestigio
all'Esercito Italiano ed al Paese».
    Pristina (Kosovo), 1° settembre 2005-1° settembre 2006.

    Con  decreto  3 settembre  2008, al capitano Mauro Merlo, nato il
16 gennaio  1962  a  Montegrosso  d'Asti (Asti), e' stata concessa la
Croce   di   bronzo  al  merito  dell'Esercito,  con  la  conseguente
motivazione:
      «Capo   cellula   G1   della  Italian  Joint  Task  Force  Iraq
nell'ambito dell'operazione Antica Babilonia 2 in Iraq, affrontava le
molteplici  e  diversificate attivita' legate al proprio incarico con
lodevole  senso  di  responsabilita' e continuo impegno, operando con
eccezionale  generosita'  e dimostrando chiara visione dei problemi e
grande  capacita'  di  individuare,  in  ogni  circostanza, soluzioni
immediate,  concrete  ed efficaci. La sua azione, sempre sostenuta da
straordinaria   motivazione   al   lavoro   e   da  una  preparazione
elevatissima,  costituiva  costante  esempio per i suoi collaboratori
rivelandosi   determinante  per  il  raggiungimento  degli  obiettivi
fissati.  In  particolare,  si  impegnava  in  numerose attivita' che
vedevano    coinvolte    rappresentanze    di    altri   contingenti,
organizzazioni  internazionali  ed  autorita'  civili  e  militari di
altissimo    livello,   contribuendo   in   modo   sostanziale   alla
pianificazione  ed  alla  condotta  delle  operazioni  di  sicurezza,
denominate  «Lord»,  nell'ambito  delle  quali,  spesso,  assumeva la
responsabilita'  diretta  della  sicurezza  e  protezione delle varie
autorita' esponendosi a gravi rischi per salvaguardarne l'incolumita'
e  la  liberta'  di  movimento nella turbolenta provincia di Dhi Qar.
Impeccabile  nello stile militare, estremamente corretto nei rapporti
interpersonali  e di lavoro, si rivelava un preziosissimo consigliere
e  collaboratore  del comandante, confermandosi, in ogni circostanza,
esempio  di altissima moralita', di cristallina onesta' intellettuale
ed  evidenziando  non comuni qualita' professionali. Pur agendo in un
contesto  caratterizzato  da  fortissime  tensioni  e  da difficolta'
ambientali, gestiva con esemplare impegno, raro equilibrio e spiccata
iniziativa  le  molteplici  e  complesse problematiche di competenza,
garantendo   livelli   di  rendimento  di  indiscussa  eccellenza,  a
testimonianza  di una concretezza e di un senso di responsabilita' di
non   comune  riscontro.  In  particolare,  la  sua  opera  risultava
altamente  meritoria  e  qualificata  nella  gestione delle attivita'
drammaticamente   difficili  conseguenti  al  tragico  attentato  del
12 novembre   2003  alla  Multinational  Specialized  Unit.  In  tale
contesto,  si  distingueva  per  l'intervento  immediato a favore dei
feriti  in  afflusso  dal  luogo dell'attacco e, successivamente, nel
pietoso  compito  di  provvedere alle incombenze previste per rendere
l'estremo  saluto  in teatro d'operazioni ai caduti. Magnifica figura
di ufficiale in possesso di elevatissime virtu' militari, che animato
da profondo amore per l'istituzione ha ulteriormente contribuito, con
il  suo  impegno generoso, qualificato ed entusiastico, ad accrescere
l'immagine  del Contingente nazionale e dare lustro alle Forze armate
ed all'Italia in un contesto internazionale».
    An Nasiriyah (Iraq), 8 ottobre 2003 - 29 gennaio 2004.

    Con decreto 3 settembre 2008, al colonnello Aldo Guaccio, nato il
9 marzo 1954 a Napoli, e' stata concessa la Croce di bronzo al merito
dell'Esercito, con la conseguente motivazione:
      «Comandante  del  Provincial  Reconstruction  Team  nell'ambito
dell'operazione  «Isaf» in Afghanistan, evidenziava una straordinaria
preparazione  tecnico-professionale  ed una forte determinazione, che
gli   consentivano  di  guidare,  con  assoluta  perizia  e  puntuale
efficacia,   i   reparti  dipendenti  nell'assolvimento  dei  compiti
ricevuti.   In   particolare,   pur   in   un   contesto   ambientale
caratterizzato   da  notevole  conflittualita'  ed  alti  livelli  di
rischio,   in   virtu'   di   una  pregevole  capacita'  decisionale,
pianificava,  organizzava  e dirigeva le piu' diversificate attivita'
operative,  riuscendo  a  mediare  tra  le  inderogabili  esigenze di
sicurezza  del  personale  e  la  necessita' di garantire le migliori
condizioni   possibili   alla   popolazione  locale.  La  puntuale  e
meticolosa  azione di comando, esaltata dall'esempio, dall'alto senso
di  responsabilita',  da  solidi  principi  etici  e  da  un indubbio
carisma,  gli  permetteva  di assurgere a sicuro punto di riferimento
per  i  propri  dipendenti.  Nei  numerosi  contatti con le autorita'
locali e con gli altri comandi militari della Coalizione, riusciva ad
imporsi  quale  imprescindibile  interlocutore  grazie alla perizia e
alla  sensibilita'  dimostrate,  conseguendo,  in  brevissimo  tempo,
pregevoli   risultati  e  inequivocabili  attestazioni  di  stima  ed
ammirazione.
    Magnifica  figura  di  comandante,  preparato  e  competente, che
contribuiva in maniera significativa al pieno successo della missione
ed    all'affermazione   del   Contigente   italiano   nel   contesto
internazionale,  dando  in  tal modo lustro all' Italia ed alla Forza
armata».
    Herat (Afghanistan), 5 marzo - 29 giugno 2005

    Con  decreto  3 settembre  2008,  al  tenente  colonnello  Giulio
Armando  Lucia,  nato il 4 maggio 1965 a Genova, e' stata concessa la
Croce   di   bronzo  al  merito  dell'Esercito,  con  la  conseguente
motivazione:
      «Comandante    della    Task    Force    «Cobra»,   nell'ambito
dell'operazione   «Sparviero»   in  Afghanistan,  guidava  i  reparti
dipendenti con giovanile entusiasmo ed esemplare spirito di servizio,
conseguendo risultati di assoluto pregio ed assurgendo a sicuro punto
di  riferimento  per  i  propri  dipendenti.  Pur  in presenza di una
situazione  ambientale  caratterizzata  da indeterminatezza e latente
conflittualita',  si  prodigava  con  energia,  coraggio e spirito di
sacrificio  per  l'efficace  a  tempestivo assolvimento dei complessi
compiti  assegnati  alla  propria  unita',  organizzando e conducendo
numerose  attivita'  operative  in  tutta la provincia di Kabul e nel
distretto  di  Surobi. In particolare, durante il periodo delle prime
consultazioni  elettorali  democratiche nel Paese afgano, in qualita'
di  comandante  della  riserva  operativa  in  un'area  ad  altissimo
rischio,  veniva incaricato di supportare ed integrare il dispositivo
di  sicurezza  di  Isaf  per  la sorveglianza dei siti elettorali. In
virtu'  della  vasta  e  profonda  esperienza  tecnico-professionale,
nonche'  della  sua riconosciuta perizia, conseguiva pienamente tutti
gli  obiettivi  assegnati,  ricevendo  inequivocabili attestazioni di
stima  e ammirazione da parte dei comandanti alleati ed ottenendo, in
particolare,  l'apprezzamento  del Supreme Allied Commander in Europe
(SACEUR).  Esemplare  figura  di ufficiale superiore e di comandante,
animato    da    assoluta   abnegazione,   encomiabile   attaccamento
all'istituzione  e  radicati valori morali, emergeva nettamente tra i
pari  grado e contribuiva con il suo operato ad accrescere l'immagine
positiva  ed  il  prestigio  della  Forza  armata  e dell' Italia nel
contesto internazionale della missione».
    Kabul (Afghanistan), 31 agosto - 14 novembre 2004.

    Con  decreto  3 settembre  2008, al caporal maggiore scelto Marco
Pascali,  nato  il  3 gennaio  1977  a  Melendugno  (Lecce), e' stata
concessa   la  Croce  di  bronzo  al  merito  dell'Esercito,  con  la
conseguente motivazione:
      «Comandante  di  squadra  fucilieri inquadrato nella Task Force
«Nibbio   1»   nell'ambito   dell'operazione  «Enduring  Freedom»  in
Afghanistan, si distingueva, nell'assolvimento dei compiti assegnati,
per  eccellenti  qualita'  morali,  umane e tecnico-professionali. Il
carattere  maturo, equilibrato e riflessivo, unitamente allo spiccato
spirito  di  sacrificio e all'assoluta abnegazione, gli consentiva di
guidare  efficacemente  i  propri  dipendenti,  conseguendo pregevoli
risultati  e riscuotendo attestazioni di stima da parte di colleghi e
superiori.  Chiamato piu' volte ad operare isolatamente nel corso dei
pattugliamenti  diurni  e  notturni,  a  breve  e  medio raggio, dava
costantemente  dimostrazione  di  possedere  eccezionali capacita' di
comandante,  dirigendo  il  proprio  reparto  con grande serenita' ed
indiscussa  competenza,  anche  in  situazioni caratterizzate da alto
rischio,   immanente   pericolo  ed  estrema  imprevedibilita'  della
minaccia.  In  particolare,  in  occasione  di un attacco condotto da
elementi  avversari  contro  un  posto di osservazione avanzato della
Task  Force,  interveniva  tempestivamente  con ferma determinazione,
assoluto  coraggio  e  sprezzo  del pericolo, contribuendo in maniera
significativa  a  respingere un tentativo di penetrazione all'interno
della  base  e  a mettere in fuga gli assalitori. Splendida figura di
professionista,  animato  da  altissimo senso di responsabilita' e da
solidi  principi  etici, che con il proprio operato ha contribuito al
pieno   successo   della   missione,  accrescendo  il  prestigio  del
Contigente italiano in ambito internazionale».
    Khowst (Afghanistan), 26 febbraio - 5 giugno 2003.

    Con  decreto  3 settembre  2008, al colonnello Francesco De Luca,
nato  il 14 gennaio 1958 a Bari, e' stata concessa la Croce di bronzo
al merito dell'Esercito, con la conseguente motivazione:
      «Vice  comandante  dell'Italian  Joint  Task Force, nell'ambito
dell'operazione  «Antica  Babilonia»  in  Iraq,  assolveva il proprio
incarico   con   determinazione,   eccezionale   professionalita'   e
straordinario  senso  del  dovere.  In  particolare,  in  un contesto
caratterizzato   da   instabilita'   politica   e   sociale,  elevata
conflittualita'  ed alto rischio operativo, incaricato di condurre le
delicate  e  complesse  attivita'  di  organizzazione  e gestione del
Military  Transition  Team,  si prodigava con assoluto zelo, spiccata
iniziativa  e  generoso slancio, pervenendo a brillanti risultati che
riscuotevano  l'unanime  ammirazione  delle  autorita'  nazionali  ed
internazionali.  Pur  in  carenza  di risorse, sostenuto da un innato
carisma  e da una fervida creativita', contribuiva in prima persona e
senza  risparmio di energie, nell'ambito delle attivita' del Security
Sector  Reform  Department,  all'istruzione, all'addestramento e alla
formazione  specialistica  dei  comandanti  e dei gregari dello Staff
della  3ª  Brigata di fanteria irachena, consentendo, in tempi brevi,
il  raggiungimento di standard operativi ed addestrativi di altissimo
rilievo.  Magnifica  figura  di  ufficiale  superiore,  animato da un
profondo  attaccamento  al  servizio,  che,  con  il  suo operato, ha
contribuito  ad  elevare  il  prestigio  dell'Esercito  e delle Forze
armate Italiane in ambito internazionale».
    Tallil (Iraq), 21 aprile - 7 settembre 2005.

    Con  decreto 3 settembre 2008, al colonnello Aldo Mezzalana, nato
il  12 febbraio  1957 a Roma, e' stata concessa la Croce di bronzo al
merito dell'Esercito, con la conseguente motivazione:
      «Comandante della Task Force di manovra dell'Italian Joint Task
Force,  nell'ambito  della  operazione  «Antica  Babilonia»  in Iraq,
imperniava  la propria azione di comando sull'esempio e sullo spirito
di  sacrificio,  evidenziando  grande determinazione e spiccato senso
del  dovere.  Dotato di straordinarie qualita' tecnico-professionali,
grazie  all'approfondita conoscenza dell'area di responsabilita' e ad
una  chiara  visione  delle  problematiche,  riusciva  ad  assurgere,
nell'ambito  del  comando  dell'Italian  Joint Task Force, a punto di
riferimento,  preciso  e costante, per l'organizzazione e la condotta
di  numerose  attivita'  operative.  Pur  in  un  contesto ambientale
complesso  e  caratterizzato da estrema incertezza ed alto livello di
rischio,  si  prodigava con assoluto coraggio e consumata perizia per
il  conseguimento  del  pieno  successo della missione assegnata, pur
salvaguardando e mantenendo sempre ad elevati livelli gli standard di
sicurezza del personale posto alle sue dipendenze.
    In  particolare,  anche in situazioni di criticita', con diuturno
impegno  ed  anteponendo  le esigenze di servizio a quelle personali,
offriva un rendimento costante ed elevatissimo, adoperandosi in prima
persona  e  senza  alcun  risparmio di energia per garantire la piena
efficienza  operativa  della  propria unita', nonostante le oggettive
difficolta' presenti ed il susseguirsi di attentati perpetrati contro
le  Forze  militari  della  Coalizione. Splendida figura di ufficiale
superiore  e di comandante che, grazie al possesso di preclare virtu'
professionali   e   di   solidi   principi   etici,   ha  contribuito
significativamente  al  conseguimento degli obiettivi del Contigente,
conferendo  lustro  e  prestigio  all'Esercito  ed  alle Forze armate
Italiane in ambito internazionale».
    Tallil (Iraq), 21 aprile - 7 settembre 2005.

    Con  decreto  3 settembre 2008, al colonnello Antonio Maggi, nato
il  6 ottobre 1961 a Montefano (Macerata), e' stata concessa la Croce
d'argento al merito dell'Esercito, con la conseguente motivazione:
      «Comandante  del  Contingente  nazionale  in Kabul, nell'ambito
della   «International  Security  and  Assistance  Force»  (ISAF)  in
Afghanistan,  operava  con  spiccata  professionalita',  elevatissima
capacita' organizzativa e consapevole coraggio, infondendo in tutti i
dipendenti gli alti valori morali connessi con la delicata operazione
ed  alimentando  in  essi  fiducia  e  sicurezza.  La  sua lineare ed
intelligente  azione  di  comando,  sempre corroborata dall'esempio e
caratterizzata  da  comprovata  perizia,  senso  di responsabilita' e
valore,  permetteva  alle unita' dipendenti di esprimere al meglio le
proprie  capacita'  operative,  facendo  si' che venissero pienamente
raggiunti  tutti gli obiettivi assegnati. In particolare si impegnava
a  fondo,  con grande competenza e lungimiranza, nella realizzazione,
avvenuta  in  tempi  brevissimi,  di  una  serie di opere e modifiche
infrastrutturali  nei  settori  della  Cooperazione  civile militare,
particolarmente  mirate nel distretto provinciale della Musayi Valley
teatro  di  recenti  attacchi  terroristici  al Contingente Italiano,
contribuendo  cosi'  a stemperare le tensioni e ristabilire la giusta
cornice  di sicurezza. Numerose, al riguardo, erano le espressioni di
plauso  ed  ammirazione,  formulate  nei  suoi confronti da autorita'
militari  e  politiche, nazionali e straniere, presenti nel teatro di
operazioni.  Ufficiale  superiore  di assoluto valore, professionista
esemplare,  il  col.  Antonio  Maggi  ha  dato  prova di elevatissime
capacita'   di   comando   e   non  comune  spirito  di  integrazione
multinazionale  contribuendo,  in  un difficile e pericoloso contesto
operativo  internazionale,  ad  accrescere  il lustro ed il prestigio
dell'Esercito e delle Forze armate Italiane».
    Kabul (Afghanistan), 8 ottobre 2006-15 marzo 2007.

    Con  decreto  3 settembre  2008,  al colonnello Filippo Ferrandu,
nato  il 14 giugno 1959 a Velletri (Roma), e' stata concessa la Croce
d'argento al merito dell'Esercito, con la conseguente motivazione:
      «L'ufficiale, nel periodo dal 12 ottobre 2006 al 15 marzo 2007,
ha  assolto  l'incarico  di  Comandante del Provincial Reconstruction
Team   (PRT)   di   Herat,  nell'ambito  dell'International  Security
Assistance   Force  (ISAF),  in  Afghanistan. Il  colonnello  Filippo
Ferrandu  ha  operato  con  grande equilibrio, estrema correttezza ed
esemplare  professionalita', dimostrando durante l'intero mandato una
lodevole  capacita'  nel  dirigere il personale alle dipendenze e nel
pianificare  e  condurre  le numerose e complesse attivita' operative
all'interno   dell'area   di   responsabilita',  coincidente  con  la
provincia  di  Herat.  La  costante presenza sul terreno a fianco dei
propri uomini e donne, la lungimirante ed assidua azione con la quale
ha  saputo  ampliare  e  consolidare le fondamentali relazioni con le
numerose  autorita'  locali,  militari, civili e religiose, gli hanno
consentito  di sviluppare al meglio la propria missione e di condurre
con  successo  le complesse attivita' del PRT, gran parte delle quali
finalizzate  all'opera  di  ricostruzione  e  sviluppo. Grazie ad una
chiara percezione degli obiettivi da raggiungere e ad un'approfondita
conoscenza  dell'ambiente  operativo,  egli  e'  riuscito  a  portare
brillantemente  a  termine  numerose  operazioni,  alcune delle quali
condotte  in  aree  particolarmente  difficili  ed  in  condizioni di
rischio  significativo,  mitigato,  in  ogni  caso,  dalle eccellenti
predisposizioni  organizzative  messe in atto. In particolare, tenuto
conto   dei  pregevolissimi  risultati  finali  conseguiti,  meritano
sicuramente  di  essere ricordate l'operazione condotta nel distretto
di   Farsi  e,  soprattutto,  l'operazione  Wyconda  Oqab  5-bis  nel
distretto  di  Shindand,  una  delle aree piu' difficili ed a rischio
dell'intera  regione  ovest, a causa dei violenti scontri tribali che
nella seconda meta' del mese di ottobre 2006 hanno provocato la morte
di  circa  70  civili afghani. Proprio nella condotta di quest'ultima
operazione,  il  col.  Ferrandu  ha  messo  in  luce  una  non comune
capacita'  di  comando ed una straordinaria abilita' nel relazionarsi
sia  con  le  autorita'  formali  sia con gli Elders delle differenti
tribu'  presenti  nel  citato  territorio,  riuscendo  gradualmente a
riportare  sotto  controllo  l'intera  area,  a  ripristinare un piu'
idoneo  livello  di  sicurezza ed a ripartire con i numerosi progetti
Cimic,  indispensabili  per  lo  sviluppo  del  territorio. Chiara ed
esemplare  figura di ufficiale superiore, che ha dimostrato sul campo
tutto  il  proprio  valore  e,  attraverso  i  numerosi ed importanti
risultati   conseguiti,   ha  rappresentato  nel  migliore  dei  modi
l'Esercito,    in    un    contesto   spiccatamente   interforze   ed
internazionale».
    Herat (Afghanistan), 12 ottobre 2006 - 15 marzo 2007.

    Con   decreto   3 settembre  2008,  al  colonnello  Pietro  Luigi
Monteduro,  nato  il  4 maggio  1961 a Monteroni di Lecce (Lecce), e'
stata  concessa  la  Croce  d'argento al merito dell'Esercito, con la
conseguente motivazione:
      «L'ufficiale,  nel  periodo dal 15 marzo 2007 al 4 luglio 2007,
ha  assolto  l'incarico  di  Comandante del Provincial Reconstruction
Team   (PRT)   di   Herat,  nell'ambito  dell'International  Security
Assistance  Force  (ISAF), in Afghanistan. Il colonnello Pietro Luigi
Monteduro  ha  operato  con grande equilibrio, estrema correttezza ed
esemplare  professionalita', dimostrando durante l'intero mandato una
lodevole  capacita'  nel  dirigere il personale alle dipendenze e nel
pianificare  e  condurre  le numerose e complesse attivita' operative
all'interno   dell'area   di   responsabilita',  coincidente  con  la
provincia  di  Herat.  La  costante presenza sul terreno a fianco dei
propri uomini e donne, la lungimirante ed assidua azione con la quale
ha  saputo  ampliare  e  consolidare le fondamentali relazioni con le
numerose  autorita'  locali,  militari, civili e religiose, gli hanno
consentito  di sviluppare al meglio la propria missione e di condurre
con  successo  le complesse attivita' del PRT, gran parte delle quali
finalizzate  all'opera  di  ricostruzione  e  sviluppo. Grazie ad una
chiara percezione degli obiettivi da raggiungere e ad un'approfondita
conoscenza  dell'ambiente  operativo,  egli  e'  riuscito  a  portare
brillantemente  a  termine  numerose  operazioni,  alcune delle quali
condotte  in  aree  particolarmente  difficili  ed  in  condizioni di
rischio  significativo,  mitigato,  in  ogni  caso,  dalle eccellenti
predisposizioni  organizzative  messe in atto. In particolare, tenuto
conto   dei   pregevolissimi   risultati  finali  conseguiti,  merita
sicuramente  di  essere  ricordata  l'Operazione  Wyconda  Oqab 5 nel
distretto  di  Shindand,  una  delle aree piu' difficili ed a rischio
dell'intera  regione  ovest.  Proprio  nella condotta di quest'ultima
operazione,  il  col.  Monteduro  ha  messo  in  luce  una non comune
capacita'  di  comando ed una straordinaria abilita' nel relazionarsi
sia  con  le  autorita'  formali  sia con gli Elders delle differenti
tribu'  presenti  nel citato territorio, conseguendo il ripristino di
un  adeguato  livello di sicurezza attraverso la condotta di numerosi
progetti  CIMIC,  indispensabili per lo sviluppo e la stabilizzazione
del territorio. Chiara ed esemplare figura di ufficiale superiore che
ha  dimostrato  sul  campo  tutto  il  proprio valore e, attraverso i
numerosi  ed  importanti  risultati  conseguiti, ha rappresentato nel
migliore dei modi l'Esercito, in un contesto spiccatamente interforze
ed internazionale».
    Herat (Afghanistan), 15 marzo 2007 - 4 luglio 2007.

    Con decreto 3 settembre 2008, al tenente colonnello Michele Risi,
nato  il  20 aprile  1965  a  Trieste,  e'  stata  concessa  la Croce
d'argento al merito dell'Esercito, con la conseguente motivazione:
      «Capo  di  Stato Maggiore della Brigata multinazionale di Kabul
su  base  comando  Brigata  Alpina Taurinense in Afghanistan, operava
ininterrottamente  per  sette  mesi  in  teatro  di operazioni, senza
fruire di riposo o licenza, prodigando la sua azione di coordinamento
e  pianificazione  oltre  i  limiti del dovere militare, proponendosi
quale  esempio  da  imitare  per  tutto  il  personale,  nazionale  e
straniero,  presente  nell'area  di  operazioni.  In  possesso di una
preparazione professionale specifica nel settore della pianificazione
e  condotta delle operazioni a livello tattico operativo, forse unica
in  Italia,  e  sostenuto  da  una  conoscenza  perfetta della lingua
inglese, organizzava un Comando Brigata che destava l'ammirazione dei
molti  visitatori  e  dei  Comandi  superiori ed alleati tanto per le
procedure  di  funzionamento  e  la  modernita'  dei sistemi posti in
essere, quanto per la coesione e la preparazione. In virtu' delle sue
qualita',  venivano  predisposti  piani  per operazioni reali che, in
successione,  consentivano  il pieno successo delle Forze di pace nel
garantire   sia   la   sicurezza   delle  elezioni  parlamentari  sia
l'insediamento sicuro del Parlamento stesso. Con chiara visione degli
obiettivi da perseguire e ferrea instancabile volonta' realizzatrice,
guidava  lo  sviluppo dell'ultima pianificazione operativa, destinata
ad  accrescere  la cooperazione con le Forze afghane e ad esaltare le
strategie  delle  funzioni intelligence ed operazioni. In tale ultimo
settore,  l'elaborazione  di  specifiche  missioni  di  lunga  durata
«Intelligence  Driven  Operations»,  permettevano,  come riconosciuto
dalle   Autorita'  afghane,  di  accrescere  la  sicurezza  di  Kabul
diminuendo  gli  attacchi  delle  forze  contrapposte, in particolare
quelli  condotti  con razzi. La sua attivita' ha elevato il prestigio
delle  Forze  armate  italiane all'estero, guadagnando, quale Capo di
Stato  Maggiore  di  Brigata multinazionale, l'ammirazione di tutti i
militari delle Forze alleate, da cui e' stato giudicato una figura di
riferimento impeccabile».
    Kabul (Afghanistan), 12 luglio 2005 - 10 febbraio 2006.

    Con decreto 3 settembre 2008, al 1° mar. lgt. Claudio Lizzi, nato
il  7 giugno  1958  a  Penne  (Pesaro),  e'  stata  concessa la Croce
d'argento al merito dell'Esercito, con la conseguente motivazione:
      «luogotenente    ranger,   effettivo   al   Reggimento   alpini
paracadutisti e distaccato al Comando Brigata Alpina Taurinense quale
comandante  di  plotone  trasmissioni della Brigata multinazionale di
Kabul    in   Afghanistan,   contribuiva,   in   modo   assolutamente
impareggiabile, al successo della missione, curando di persona, senza
soluzione  di  continuita',  notte  e  giorno,  il  funzionamento del
sistema   delle   trasmissioni.   Sostenuto  dall'amor  di  patria  e
dall'attaccamento  al proprio ruolo, agiva in maniera impeccabile nel
duplice  incarico di comandante, attento e dal carattere instancabile
e di tecnico delle trasmissioni e dei sistemi informativi, settore in
cui  ha  pochi  uguali  sul territorio nazionale. In virtu' di queste
caratteristiche,  operava  ovunque  veniva  chiesta  la sua presenza,
nella  sala  radio del posto comando, come sul terreno, ove piu' alto
era  il  pericolo.  Unico riconoscimento cercato era la soddisfazione
nel  contribuire  ad  innalzare  il  prestigio  delle  Forze italiane
operanti a Kabul.
    Soldato  esemplare,  che  unisce  alte qualita' umane alle ottime
capacita'  professionali  e  dal  quale  si  puo'  solo  imparare, ha
contribuito  in  modo  esemplare  ad elevare il prestigio della Forza
armata  all'estero,  collocandosi  all'apice  tra  tutti  i  militari
italiani operanti nell'area di Kabul.
    Esempio sublime di comandante, soldato e alpino paracadutista, ha
riscosso  il  plauso  e  l'ammirazione di tutti gli altri contingenti
nazionali,   divenendo   indiscusso   punto   di  riferimento  ed  ha
rappresentato l'Esercito e l'Italia in maniera straordinaria».
    Kabul (Afghanistan), 10 luglio 2005 - 19 gennaio 2006.

    Con  decreto 3 settembre 2008, al colonnello Attilio Monaco, nato
il  22 febbraio  1961  a  Monfalcone  (Gorizia), e' stata concessa la
Croce   di   bronzo  al  merito  dell'Esercito,  con  la  conseguente
motivazione:
      «Comandante  del  Manoeuvre  Group  Aquila  alle dipendenze del
Comando  multinational  Task  Force  West nell'ambito dell'operazione
Joint  Enterprise  in  Kosovo, si poneva in evidenza quale comandante
tenace e determinato, mantenendo un'azione di comando ferma e decisa,
grazie  alla  quale  meritava  la  piu'  ampia  fiducia  e la sincera
ammirazione   da  parte  di  tutto  il  personale  sia  italiano  che
straniero.  Ufficiale  d'esimio  rango,  impiegava  la sua unita' con
slancio   ed   elevatissima   professionalita',   dimostrando  ottime
capacita' operative, preparazione ed organizzazione. La serena azione
di  comando  e  l'encomiabile  professionalita'  costituivano i punti
ricorrenti  del  suo  operato  in occasione di situazioni operative e
d'emergenza, risolte con tempestivita' ed efficienza, cui partecipava
in prima persona, agendo, talvolta, in condizioni di pericolo, ma nel
pieno  rispetto  delle  norme  di  sicurezza, allo scopo di garantire
l'incolumita' di numerose vite umane.
    Ufficiale   di   primissimo  piano,  ha  contribuito,  in  misura
decisiva,  ad accrescere la stima e la considerazione del Contingente
italiano nel contesto del Comando Bato in Kosovo».
    Pec (Kosovo), 26 luglio 2006 - 23 ottobre 2006.

    Con  decreto  3 settembre  2008,  al  tenente  colonnello  Sergio
Antonelli,  nato  il  16 novembre  1965  a Roma, e' stata concessa la
Croce   di   bronzo  al  merito  dell'Esercito,  con  la  conseguente
motivazione:
      «Mentor  del  Joint Staff College della Nato Training Mission -
Iraq,  veniva  coinvolto in un attacco condotto con mortai, nel corso
del  quale  un  colpo  feriva  gravemente  due iracheni e un altro si
infilava   nel   terreno,  senza  esplodere,  a  brevissima  distanza
dall'ufficiale.  Benche' il bombardamento continuasse, si prodigava a
mettere  in  sicurezza le diverse persone, militari compresi, rimaste
attonite  e  prese  dal  panico per l'inaspettato evento. L'ufficiale
aiutava  i  feriti  e  chiamava i soccorsi nonche' i rinforzi, cui ne
coordinava  inizialmente le attivita'. Malgrado il tragico frangente,
valutava  quale  tipo di attacco fosse in atto e, in virtu' della non
comune preparazione professionale, forniva accurate informazioni tali
da  consentire  alle  Forze della Coalizione di ritrovare due pick up
con  alcune  piastre utilizzate come basi per i mortai, unitamente ad
una  considerevole  quantita'  di munizionamento. Con determinazione,
intelligenza   ed   ardimento,   l'ufficiale   affrontava  e  gestiva
scientemente  tale  situazione  di emergenza, ponendo piu' persone al
riparo  dal  grave  pericolo  incombente. Chiaro esempio di perizia e
felice  iniziativa,  ha concorso ad elevare e nobilitare il prestigio
dell'Esercito italiano».
    Baghdad (Iraq), 9 maggio 2006.

    Con decreto 3 settembre 2008, al maggiore Arcangelo Marucci, nato
il  10 febbraio  1967 a Nardo' (Lecce), e' stata concessa la Croce di
bronzo al merito dell'Esercito, con la conseguente motivazione:
      «Mentor  del  Joint Staff College della Nato Training Mission -
Iraq,  rimaneva  coinvolto  in  un  attacco  condotto con armi a tiro
indiretto,  nel corso del quale, un primo colpo feriva gravemente due
iracheni  ed  una  seconda  bomba  si  infilava  nel  terreno,  senza
esplodere,  ad  un  metro  di  distanza  dall'ufficiale.  Benche'  il
bombardamento  non fosse cessato, si prodigava a mettere in sicurezza
decine  di  persone,  militari compresi, rimaste attonite e prese dal
panico per l'inaspettato evento. L'ufficiale portava i primi aiuti ai
feriti  e  chiamava  i  soccorsi  e  i  rinforzi,  cui  ne coordinava
inizialmente  le attivita'. Malgrado il tragico frangente, riusciva a
valutare  quale  tipo  di  attacco  fosse  in atto e, grazie alla non
comune  preparazione  professionale,  forniva  accurate informazioni,
tali   da   permettere  alle  Forze  della  Coalizione  di  giungere,
successivamente,  al  ritrovamento  di  due pick up con delle piastre
utilizzate  come  basi  per  i  mortai,  insieme ad una considerevole
quantita'   di   munizioni.   Con   determinazione,  intelligenza  ed
ardimento,   l'ufficiale   affrontava  e  gestiva  scientemente  tale
situazione  di  emergenza,  ponendo  piu' persone al riparo dal grave
pericolo  incombente.  Chiaro esempio di perizia e felice iniziativa,
ha  concorso  ad  elevare  e  nobilitare  il  prestigio dell'Esercito
italiano».
    Baghdad (Iraq), 9 maggio 2006.

    Con decreto 3 settembre 2008, al maggiore Rodolfo Sganga, nato il
23 gennaio  1967  a  Varese,  e' stata concessa la Croce di bronzo al
merito dell'Esercito, con la conseguente motivazione:
      «L'ufficiale,  nel  periodo  dal  26 agosto 2006 al 24 febbraio
2007,  ha  assolto  l'incarico di Capo branca J3 del Regional Command
West   (RC-W)   in   Herat  nell'ambito  dell'International  Security
Assistance  Force  (ISAF)  in Afghanistan. Il magg. Sganga ha operato
con  grande  professionalita',  correttezza  e  coraggio, dimostrando
durante  l'intero  mandato  una  non  comune  predisposizione  ed una
lodevole  capacita'  a pianificare e condurre le numerose e complesse
attivita'  operative  svolte all'interno dell'area di responsabilita'
della   regione   ovest.  La  sua  straordinaria  pacatezza,  il  suo
equilibrio  e la sua chiara percezione degli obiettivi da raggiungere
gli  hanno  permesso di conseguire in ogni circostanza pregevolissimi
risultati,  grazie ai quali l'RC-W ha potuto migliorare costantemente
la  propria condotta sul campo, centrando di volta in volta traguardi
straordinari  in  termini  di  maggiore sicurezza e di sviluppo delle
istituzioni   locali   e  del  territorio.  Grazie  ad  una  perfetta
conoscenza  dell'ambiente  operativo,  della  lingua  inglese e delle
procedure  Nato,  ha  saputo  sviluppare con tenacia ed e' riuscito a
portare  a  termine  con  ferma  determinazione  numerose operazioni,
alcune  delle  quali condotte in aree particolarmente difficili ed in
condizioni  di  rischio  significativo, mitigato, in ogni caso, dalle
eccellenti predisposizioni organizzative messe in atto. La sua grande
caparbieta' e la sua apprezzabile intraprendenza gli hanno consentito
di  coinvolgere  costantemente  e  con  pieno  profitto,  in tutte le
attivita'  condotte,  non solo le unita' di manovra e di supporto del
RC-W  ma anche le Forze di sicurezza afghane, dalle quali riusciva ad
ottenere  in numerose circostanze la fondamentale partecipazione e la
preziosa  collaborazione.  Chiara  ed  esemplare  figura  di  giovane
ufficiale,  che  ha  dimostrato  sul campo tutto il proprio valore e,
attraverso i numerosi risultati conseguiti, si e' guadagnato la stima
incondizionata  dei  superiori, costituendo un preziosissimo punto di
riferimento  e  rappresentando nel migliore dei modi l'Esercito in un
contesto spiccatamente interforze ed internazionale».
    Herat (Afghanistan), 26 agosto 2006 - 24 febbraio 2007.

    Con   decreto  ministeriale  3 settembre  2008,  al  Generale  di
Divisione  Giuseppe Emilio Gay, nato il 13 gennaio 1950 a Roveredo in
Piano  (Pordenone),  e'  stata  concessa  la  Croce  d'oro  al merito
dell'Esercito, con la conseguente motivazione:
      «Ufficiale  generale  di  primissimo piano ed indiscusso valore
per   pregevoli   qualita'   etico-militari   e   preclare  capacita'
professionali,   il   Gen. D.   Giuseppe  Emilio  Gay  assolveva  gli
impegnativi  e  prestigiosi incarichi di Vice comandante della KFOR e
rappresentante    militare   dell'Autorita'   nazionale   nell'ambito
dell'operazione   «Joint  Guardian»  in  Kosovo,  dal settembre  2003
al maggio  2004.  In  oltre  otto  mesi di continuato servizio, in un
contesto    operativo   ed   ambientale   estremamente   dinamico   e
caratterizzato  da  forti tensioni etniche e latenti rischi di ordine
pubblico,  operava  in  maniera  brillante e autorevole, evidenziando
straordinarie  doti  dirigenziali  e  di  comando e imponendosi quale
chiaro  punto  di  riferimento  per tutto il personale dipendente. La
spiccata  professionalita' esaltata da solide qualita' intellettuali,
il  tratto affabile e sereno non disgiunto da ferrea determinazione e
chiarezza degli obiettivi da raggiungere, consentivano al Gen. Gay di
instaurare  eccellenti  e proficui rapporti con le autorita' civili e
militari, i rappresentanti diplomatici, le organizzazioni governative
e  non  governative  presenti  in  teatro, dando vita ad una serie di
importantissime  iniziative  di  collaborazione  in  vari  settori e,
segnatamente,  nelle  attivita'  di  cooperazione civile-militare. In
particolare,  forniva  ai  diretti  superiori della catena di Comando
multinazionale-  il  Comandante della Kosovo Force e il Comandante di
Afsouth,  ed  alle  Autorita'  nazionali una collaborazione puntuale,
preziosa   ed   oltremodo  apprezzata,  dimostrando  il  possesso  di
instancabile  dedizione  al  servizio,  di  spiccata  iniziativa e di
indiscussa  competenza. Riscuotevano, altresi', unanimi consensi, sia
in   ambito   nazionale   che  internazionale,  la  sua  puntuale  ed
efficacissima  azione per l'indirizzo, il controllo e l'addestramento
del  Kosovo Protection Corps - Forza multidisciplinare, multietnica e
autoctona,  con compiti di supporto alle Forze di polizia ONU nonche'
la  brillante  attivita' di pianificazione, organizzazione e condotta
delle  complesse  fasi  che  hanno consentito, nel pieno rispetto dei
tempi  prefissati,  il  passaggio  di  responsabilita' nella gestione
dell'aeroporto  di  Pristina  fra  la  Kfor  e la Unmik, avvenuto con
solenne   cerimonia  il  1° aprile  2004.  I  risultati  di  assoluto
prestigio  conseguiti,  uniti alla straordinaria motivazione e ad una
superba capacita' decisionale, hanno contraddistinto l'impareggiabile
opera del Gen. D. Giuseppe Emilio Gay, fulgido esempio di validissimo
dirigente militare, che, in un importante contesto multinazionale, ha
impeccabilmente  rappresentato la Nazione, contribuendo ad accrescere
il  lustro  ed  il  prestigio  dell'Esercito  e  delle  Forze  armate
italiane».
    (Kosovo) 14 settembre 2003 - 21 maggio 2004.

    Con  decreto  3 settembre  2008, al tenente di vascello (cp) pil.
Lugari  Marco,  nato il 19 luglio 1972 a La Spezia, e' stata concessa
la  Medaglia  d'argento  al  merito  di  Marina  con  la  conseguente
motivazione:
      «In  occasione  del  soccorso prestato con elicotteri AB-412 il
3 dicembre  2005  alla m/n Margaret in prossimita' della diga foranea
del  porto  della Spezia dimostrava straordinaria maestria e indomita
perseveranza   nell'affrontare   situazioni   metereologiche  estreme
conducendo  a  termine con successo l'operazione di salvataggio di 13
persone.   Esempio  di  professionalita',  sprezzo  del  pericolo  ed
encomiabile   capacita'   nel   motivare  e  guidare  gli  equipaggi,
straordinaria  padronanza del mezzo e delle tecniche di soccorso, con
cio'  contribuendo ad elevare presso l'opinione pubblica il prestigio
delle F.A. di appartenenza».
    La Spezia 3 dicembre 2005.