Agli assessori alla sanita' Agli assessori provinciali dell'agricoltura delle province autonome di Trento e Bolzano Ai direttori degli istituti zooprofilattici sperimentali Al direttore dell'Istituto superiore di sanita' Al direttore del laboratorio di medicina veterinaria dell'Istituto superiore di sanita' e, per conoscenza: Ai presidi delle facolta' di medicina veterinaria Al comando carabinieri NAS Ai commissari di Governo nelle regioni e province autonome Al Ministero del turismo e spettacolo Al Ministero dell'interno Al Ministero della difesa Al Ministero dell'agricoltura e delle foreste - Gabinetto Al Ministero dell'agricoltura e delle foreste - Direzione generale dell'economia montana e foreste Al Ministero delle finanze Al Ministero dell'ambiente Al Ministero per la protezione civile All'Istituto nazionale di Bologna della selvaggina Alla Federazione nazionale degli ordini dei veterinari Alla Federazione italiana caccia Al Progresso veterinario La rabbia e' una malattia infettiva acuta propria dei carnivori dai quali viene trasmessa a molti altri mammiferi uomo compreso, sostenuta da un virus neu-rotropo appartenente alla famiglia Rhabdovirudae genere Lyssavirus caratterizzato da una membrana pericapsidica lipoproteica che racchiude il ribonucleocapside costituito da RNA monocatenario. Antigenicamente il virus e' distinguibile in vari ceppi per cui, attraverso l'uso di panel di anticorpi monoclonali si possono individuare i ceppi propri di specie animali, la loro provenienza e l'origine, se vaccinale o da strada o rabbia-correlati. La malattia che e' una zoonosi molto tenuta fin da molti secoli prima della nascita di Cristo ed anche ai giorni nostri, viene trasmessa attraverso la morsicatura degli animali infetti. Nei Paesi europei, il cane, il gatto e la volpe sono quelli che rivestono, senza dubbio, la maggiore importanza nella trasmissione e nella propagazione della rabbia tanto all'uomo quanto agli altri mammiferi. La malattia si manifesta con le note forme cliniche caratterizzate da una encefalomielite ad esito letale; l'evoluzione della malattia avviene da meno di 24 ore a piu' giorni. * * * L'epidemia di rabbia in prevalenza silvestre attualmente in atto in Europa si e' originata negli anni '30 al confine tra la Russia e la Polonia; da li', con un avanzamento di circa 30-40 km l'anno, si e' diffusa in tutta l'Europa risparmiando solo il Regno Unito e l'Irlanda. L'apice della sua diffusione e' stato raggiunto nel 1984 con un totale di 23.623 casi registrati in Europa con 7.056 casi positivi nella sola Germania federale. In relazione all'incidenza della malattia al 31 marzo 1990 si possono distinguere i Paesi europei in tre gruppi: A) non contagiati: Bulgaria, Islanda, Norvegia, Regno Unito, Irlanda, Portogallo, Svezia e Grecia; B) in cui la rabbia e' ricorrente in parte dei territori: Belgio, Francia, Germania R.F., Germania R.D., Lussemburgo, Austria, Jugoslavia, Cecoslovacchia, Ungheria, Polonia, Romania, Svizzera e Italia; C) in cui gli ultimi casi risalgano a meno di due anni or sono: Danimarca, Olanda, Spagna e Finlandia. E' appena il caso di far presente che nei seguenti Paesi europei: Germania R.F. e Democratica, Danimarca, Olanda, Spagna, Polonia, Finlandia, URSS e Jugoslavia, dal 1954 al 1986 sono stati accertati trecentoquarantaquattro casi di rabbia nei pipistrelli insettivori. La rabbia, inoltre, risulta presente con elevata incidenza di casi e di stipiti virali, anche esotici, negli animali domestici, selvatici e nei pipistrelli dei Paesi del Continente africano, asiatico ed americano, nei quali, peraltro, sono constatati anche molti casi nell'uomo. Come e' noto, la rabbia silvestre colpisce principalmente i carnivori selvatici e tra questi il serbatoio d'infezione piu' rappresentativo in Europa e' la volpe rossa a causa della sua adattabilita' ai diversi habitat naturali. Questa specie animale rappresenta, per esempio, in Italia il 93,3% dei casi positivi durante il 1989, il 79,2% in Francia, il 77,1% in Germania federale, il 47,4% nel Lussemburgo. Le misure di controllo della malattia in questa specie animale si sono basate prevalentemente sul criterio della riduzione della popolazione volpina accanto alle misure di polizia veterinaria, alla lotta al randagismo ed alla vaccinazione antirabbica precontagio delle specie domestiche esposte al rischio. Dal 1973 al 1977 il nostro Paese non e' mai stato interessato da casi di rabbia silvestre e/o urbana, benche' nel cuore dell'Europa e nei Paesi dell'Est, come gia' visto, questa malattia si sia diffusa notevolmente. Nel febbraio del 1977 la rabbia silvestre e' entrata in Italia in provincia di Bolzano attraverso il passo Krimmel al confine con il distretto austriaco di Lienz, gia' segnalato infetto; nel 1978 dalla provincia di Bolzano in fronte epizootico penetro' nel Veneto (provincia di Belluno). Nello stesso anno dalla Carinzia (Austria) un nuovo fronte epizootico penetro' nel Friuli-Venezia Giulia (Udine) che nel 1981 si congiunse con un altro proveniente dalla Slovenia (Jugoslavia). Nel 1981 la Lombardia venne altresi' interessata dall'epizoozia presente nel Cantone dei Grigioni (Svizzera). Nel 1983 la provincia di Trento fu interessata dal fronte rabido proveniente dalla provincia di Bolzano. Infine la Valle d'Aosta venne interessata marginalmente nel 1984 dall'epizoozia presente nell'alta Savoia (Francia). Quest'ultimo fronte fu rapidamente arginato mentre gli altri fronti rabidi penetrarono nel territorio nazionale. Da cio' emerge che fino a quando la rabbia silvestre non sara' completamente eradicata dai Paesi confinanti, l'Italia, ancorche' protetta dalle Alpi, e' costantemente minacciata da questa malattia, poiche' la volpe, nelle sue migrazioni puo' raggiungere e superare anche, seppur raramente, i passi montani situati anche a mt 1.800 di altezza, cosi' come e' avvenuto nel periodo 1977-1984 in cui si e' avuta la penetrazione in diversi punti di volpi rabide. Durante i dodici anni di permanenza della rabbia volpina nel nostro Paese si e' provveduto ad intensificare le misure di polizia veterinaria, principalmente la lotta al randagismo, ecc., affiancate dalle disposizioni emanate da questo Ministero con ordinamento annuale riguardanti l'obbligo della vaccinazione antirabbica precontagio, nelle regioni durante il periodo di pascolo estivo, per la presenza di animali selvatici portatori dell'infezione in alcuni Paesi di confine. Accanto a queste norme, al fine di contenere la diffusione della malattia, nel nostro Paese, come anche in altri, e' stato praticato lo sfoltimento della popolazione volpina allo scopo di ridurre la densita' delle volpi ad un soggetto ogni 5 km2, limite in cui si e' visto si esaurisce l'epizoozia. Durante il periodo di cui trattasi e' proseguito il monitoraggio sulle volpi uccise o trovate morte, che sono state inviate agli istituti zooprofilattici competenti per territorio per essere sottoposte ad analisi di laboratorio. Gli istituti piu' coinvolti in questa attivita' diagnostica sono stati quelli di Brescia e Padova che, in quegli anni, hanno eseguito 5.000 esami di cui 2.101 risultarono positivi. La collaborazione dei cacciatori per l'abbattimento e la raccolta delle volpi e' stata incentivata dalle regioni interessate, corrispondendo dei premi in denaro varianti dalle 20.000 alle 100.000 lire per capo consegnato. Le azioni di lotta contro la rabbia silvestre adottate, quali il diradamento della popolazione volpina, il potenziamento del servizio di cattura dei cani e dei gatti randagi, l'eliminazione delle discariche abusive ed una raccolta ed eliminazione dei rifiuti solidi urbani, ecc. provocarono l'eliminazione della rabbia silvestre in alcune regioni (Veneto, Friuli-Venezia Giulia, provincia di Bolzano, province di Bergamo, Como e Sondrio) ma non l'estinzione completa dell'epizoozia. Intanto, per il controllo della particolare forma di rabbia silvestre che e' in preoccupante espansione in molti Paesi europei, si sta studiando la possibilita' di sostituire il metodo cruento di lotta con quello incruento incentrato sulla vaccinazione antirabbica, per via orale, delle volpi mediante l'offerta del virus rabido vaccinale in apposite esche. Infatti, gia' a partire dal 1970 vennero iniziate in laboratorio delle ricerche in tal senso da parte di alcuni ricercatori americani, svizzeri, tedeschi e francesi. Gli svizzeri, e precisamente il prof. Steck ed il dott. Wandeler, dell'Universita' di Berna, dal 1978 per primi sperimentarono sul territorio un loro vaccino e precisamente il ceppo SAD BHK 21. Nel 1983 i tedeschi dell'Istituto federale di virologia di Tubingen (prof. Schneider) partendo dal ceppo Berna, approntarono un nuovo ceppo, il SAD B19, da una sperimentazione in Italia, in provincia di Brescia, usufruendo dello stesso ceppo vaccinale. In considerazione della persistente tendenza espansiva dell'infezione nelle zone interessate, il Ministero della sanita', visto l'esito favorevole delle prove di campo eseguite in Svizzera e Germania R.F. e dopo aver acquisito il parere favorevole del Consiglio superiore di sanita', ha autorizzato, nel periodo 1984-1987, l'esecuzione di sei piani di vaccinazione antirabbia sperimentale, per via orale, delle volpi nelle zone colpite dalla malattia delle province di Brescia, Trento e Bolzano. In tutte le campagne vaccinali sono state impiegate delle esche vaccinali contenenti il virus vivo modificato ceppo SAD B19 di Tubingen. I risultati raggiunti dagli interventi immunizzanti sono stati favorevoli per cui, alle norme tradizionali di lotta alla rabbia silvestre, si e' aggiunta la possibilita' di controllare la rabbia con la nuova metodica della vaccinazione antirabbica per via orale delle volpi. L'ultimo caso positivo di rabbia volpina, riferito all'epidemia 77-86 fu registrato l'11 luglio 1986. Nell'agosto 1988, dopo oltre due anni di assenza della rabbia silvestre da tutto il territorio nazionale e da oltre tre anni dalla regione Friuli-Venezia Giulia, nell'ambito degli interventi di sorveglianza permanente contro la malattia attuata dalla regione, fu rinvenuta nel comune di Trieste una volpe morta, che sottoposta agli esami di laboratorio, risulto' positiva per rabbia. L'origine della malattia fu fatta risalire a volpi che provenivano dalla Jugoslavia in quanto erano stati segnalati casi di malattia in soggetti di questa specie del comune di Sezana (Jugoslavia) che e' a ridosso del confine italiano. Da allora si sono verificati, in tutto, settantacinque casi positivi di cui settanta volpi (93,3%), quattro tassi ed un capriolo, che hanno interessato le province di Trieste e Gorizia. Accanto alle misure di profilassi diretta ed indiretta tradizionali, la regione Friuli-Venezia Giulia, dalla primavera 1989, ha fatto ricorso al piano di vaccinazione antirabbica sperimentale per via orale delle volpi elaborato dalla stessa regione per controllare l'infezione. Gia' dopo la prima fase di posa delle esche, avvenuta, appunto, nella primavera e nell'inverno del 1989, e' stata constatata una remissione dei casi positivi di rabbia. Oltre alla Svizzera, alla Germania R.F. ed all'Italia, anche i seguenti altri Stati: Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Lussemburgo, Olanda e Jugoslavia hanno sperimentato la immunizzazione antirabbica per via orale delle volpi, con esche vaccinali contenenti vaccino allestito con virus rabico vivo e modificato ceppo SAD B19 di Tubingen, nelle aree colpite dalla malattia, riuscendo cosi' a controllare la malattia stessa. Pertanto la vaccinazione delle volpi per via orale associata alla rarefazione della popolazione volpina costituisce un idoneo metodo per il controllo della rabbia silvestre evitandone la diffusione in zone indenni e favorendo l'estinzione dei focolai. * * * La profilassi e la lotta contro la malattia di cui si tratta, e' oggetto di attenzione da parte della Commissione CEE che, in vista della realizzazione del mercato interno comunitario del gennaio 1993, ha emanato in data 24 luglio 1989 la decisione (n. 89/455/CEE) che stabilisce una azione finanziaria comunitaria per la elaborazione di progetti pilota di lotta contro la rabbia in vista della sua eradicazione o prevenzione. La decisione prevede un contributo finanziario ai Paesi che elaborino piani di vaccinazione orale delle volpi che interessino vaste aree anche e preferibilmente di confine comprendenti anche Paesi terzi. La decisione in oggetto e' destinata sia ai Paesi nei quali e' in atto l'infezione rabida come anche a quelli nei quali, pur non verificandosi nel proprio territorio casi di rabbia, esiste la minaccia di penetrazione della malattia proveniente da un Paese confinante. Per ottenere il contributo finanziario da parte della CEE questo Ministero dovra' sottoporre all'esame della Commissione CEE, il piano elaborato dall'Autorita' sanitaria interessata. Detto contributo coprira': il 50% delle spese per l'acquisto del vaccino antirabbico e delle esche destinate alle volpi; le spese per azioni di conservazione e tutela su scala limitata in zone interessate da progetti pilota, qualora le organizzazioni di volontari si siano gratuitamente prestate per la posa delle esche; il 50% delle spese per la posa delle esche su grande scala ove le organizzazioni di volontari non si prestino ad effettuarla gratuitamente. * * * LINEE GUIDA PER L'ATTUAZIONE DEL PIANO DI VACCINAZIONE SPERIMENTALE ANTIRABBICA DELLE VOLPI, PER VIA ORALE. Si premette che, conformemente al parere della sezione V del Consiglio superiore di sanita' del 15 dicembre 1987, presso il Ministero della sanita' e' stata costituita una commissione tecnica con il compito di fornire indicazioni e di proporre alle regioni e province autonome interventi profilattici contro la rabbia nonche' di esercitare il coordinamento con i servizi veterinari regionali e locali nello svolgimento di eventuali piani sperimentali di vaccinazione antirabbica, per via orale, delle volpi. A questo riguardo e' appena il caso di rammentare che l'eventuale attuazione di piani di vaccinazione per via orale contro la rabbia delle volpi e' subordinata alla preventiva approvazione del piano stesso da parte di questo Ministero. Il presupposto per la presentazione del programma di profilassi e' che vengano accertati casi di rabbia nelle volpi in zone del territorio nazionale, oppure che esista una incombente minaccia dovuta alla presenza della rabbia silvestre in zone di Stati esteri confinanti con l'Italia. Pertanto l'autorita' regionale o provinciale competente dovra' redigere e trasmettere una dettagliata relazione riguardante un piano operativo di vaccinazione antirabbica delle volpi specificando gli obiettivi che si vogliono raggiungere con la sperimentazione stessa, la situazione epizootologica delle zone interessate dal programma d'intervento, le risorse finanziarie previste per l'esecuzione del piano, le modalita' organizzative, operative e di controllo del pi- ano, il personale ed ogni altra utile informazione. Inoltre, dovra' essere allegata una carta geografica con evidenziata l'area di sperimentazione, la superficie totale, i comuni interessati e le rispettive superfici, ecc. Detta relazione, che dovra' contenere anche la richiesta della autorizzazione da parte del Ministero della sanita' per l'esecuzione del piano di cui trattasi, verra' sottoposta al Consiglio superiore di sanita' oppure all'apposita commissione tecnica sulla rabbia per l'esame e valutazione che sono necessari per il rilascio della anzidetta autorizzazione. Su direttiva dell'O.M.S. resta fermo che, ogni sperimentazione in questo campo sia effettuata sotto la vigilanza e con la collaborazione dell'O.M.S. Collaborating Centre for Rabies Surveil- lance and Research di Tuebingen (Germania). Nella predisposizione ed attuazione del programma di vaccinazione antirabbica devono essere tenute presenti dall'autorita' competente le seguenti condizioni, tese ad uniformare il comportamento delle amministrazioni interessate alla sperimentazione di cui trattasi. La sperimentazione verra' effettuata: a) previo parere favorevole espresso dalla commissione tecnica per la profilassi e la lotta della rabbia silvestre, istituita presso il Ministero della sanita', come detto; b) previa autorizzazione del Ministero della sanita'; c) con la collaborazione dell'Istituto superiore di sanita' per il controllo del vaccino, del titolo vaccinale che non deve essere inferiore a 107, per la tipizzazione dei ceppi virali, ecc.; d) con la collaborazione dell'Istituto zooprofilattico competente: 1) per le ricerche diagnostiche dei selvatici reperiti morti e di quelli abbattuti; 2) per l'inoltro di materiale all'Istituto superiore di sanita'; 3) per il controllo e la ricerca degli animali marcati con tetraciclina; 4) per la ricerca sul campo di eventuali fenomeni insorti sulla fauna dopo la sperimentazione, ecc.; e) con il concorso dell'amministrazione regionale o provinciale mediante la direzione tecnico-amministrativa della sperimentazione stessa che deve provvedere: 1) ad inoltrare apposita domanda al Ministero della sanita' per l'autorizzazione ad importare dall'estero le dosi di vaccino antirabbico per le volpi; 2) all'acquisto delle esche vaccino (Istituto virologia di Tubingen); 3) ad organizzare il trasporto del vaccino; 4) al deposito e controllo delle esche a temperatura di 25 C; 5) alla organizzazione della distribuzione delle esche vaccino (comitato caccia, federazione provinciale caccia, dipartimento delle foreste ed eventuali altre associazioni); 6) alla organizzazione della raccolta dei selvatici morti od abbattuti nelle zone di sperimentazione per il loro tempestivo inoltro all'istituto zooprofilattico competente per territorio, posti in contenitori refrigerati; 7) alla nomina del comitato coordinatore della sperimentazione stessa che deve essere cosi' composto: assessore regionale o provinciale alla sanita' o suo delegato, che lo presiede; presidente della commissione tecnica nazionale per i problemi della rabbia od un suo delegato; rappresentante effettivo del Ministero della sanita' - Direzione generale dei servizi veterinari - Roma, nella commissione tecnica nazionale; rappresentante effettivo dell'Istituto superiore di sanita' - Laboratorio di veterinaria, nella commissione tecnica nazionale; veterinario designato dall'istituto zooprofilattico di competenza; responsabile regionale o provinciale servizio veterinario; responsabile delle unita' sanitarie locali interessate; dirigente sezione diagnostica locale; medico igienista responsabile regionale distrettuale o locale designato dall'assessorato regionale competente; responsabile regionale o provinciale del dipartimento delle foreste; responsabile regionale o provinciale dell'ufficio e/o comitato caccia; rappresentanti delle organizzazioni provinciali caccia; rappresentante provinciale o locale WWF o di un'associazione protezionistica; eventuali esperti anche esteri indicati dal Ministero della sanita'. Dalle riunioni svolte dal suddetto comitato, deve essere inviato con ogni consentita urgenza un verbale al Ministero della sanita' - Direzione generale dei servizi veterinari, ancorche' tra i componenti risulti un rappresentante del Ministero. Nel caso che la zona di sperimentazione interessi piu' province di una stessa regione e piu' unita' sanitarie locali si possono istituire dei comitati ristretti a livello di una o piu' unita' sanitarie locali. Nel caso che la sperimentazione interessi piu' regioni, il comitato verra' costituito d'intesa fra le stesse regioni. ATTUAZIONE. Lo svolgimento delle varie operazioni riguardanti la sperimentazione vera e propria deve, di massima, osservare lo scadenzario che si allega (allegato 1). a) Territorio della sperimentazione. Premesso che il fronte epizootico della rabbia silvestre e' in continuo movimento, e' necessario tener conto della nuova situazione epizootologica al momento dell'effettuazione della sperimentazione e della HIPD della popolazione volpina. La zona in cui essa verra' effettuata, visualizzata su apposita cartina geografica, comprende: 1) territori dove e' in atto l'epizoozia di rabbia silvestre; 2) territori situati davanti al fronte epizootico, dove al momento non sono stati accertati casi di rabbia. Si deve calcolare la superficie in km(Elevato al Quadrato) per ognuno dei due territori. (E' utile altresi' indicare il numero delle unita' sanitarie locali interessate dalla sperimentazione stessa). E' opportuno che l'intervento sperimentale venga esteso ad almeno 30 km davanti al fronte epizootico, come pure che si tenga conto delle barriere naturali come grandi fiumi, catene montuose, strade di grande traffico, terreni a coltura intensiva, zone paludose, centri abitati. b) Vaccino. Specificare il tipo ed il nome del vaccino che verra' usato nonche' l'istituto produttore (attualmente: SAD B19 prodotto dall'Istituto federale di ricerche di Tubingen), salvo diversa indicazione del Ministero della sanita'. Stabilire il numero delle esche vaccino da acquistare sulla base della superficie interessata dalla sperimentazione tenendo presente questi parametri: 20 esche vaccinali per km(Elevato al Quadrato) nel fondovalle fino a 600 m di altezza sul livello del mare; 15 esche per km(Elevato al Quadrato) da 600 a 800 m; 10 esche per km(Elevato al Quadrato) da 800 a 1200 m; 5 esche per km(Elevato al Quadrato) da 1200 e 1700 m. Tuttavia potranno essere adottati dal comitato tecnico regionale criteri e modalita' diverse sia per il numero delle esche da distribuire in base alla altitudine che comunque non deve essere inferiore a 10, sia per il numero delle esche che deve essere prelevato nelle zone di controllo di assunzione delle stesse esche, di cui al successivo punto 3. c) Trasporto del vaccino. Deve essere ritirato direttamente presso l'istituto produttore e trasportato mediante automezzo frigo (automezzi di trasporto gelati) ad una temperatura di 25 C fino al deposito prestabilito dove deve essere conservato alla stessa temperatura. L'importazione deve essere possibilmente accompagnata da un veterinario munito della prescritta autorizzazione ministeriale all'importazione al fine di intervenire in caso di difficolta' doganali ai confini. Esiste la possibilita' di farsi trasportare il vaccino direttamente da parte dell'istituto produttore. In questo caso e' necessario accordarsi direttamente con l'istituto medesimo (attualmente ad esempio n. telefonico: 0049/7071/603332 - Indirizzo: Bundesforschungsanstalt fur Viruskrankheiten der Tiere, Paul Herlichstr, 28, Postfach 1149, 7400 Tubingen 1, Germania Occidentale). Al predetto istituto si consiglia di scrivere in tedesco od inglese. d) Controllo del vaccino. E' obbligatorio il controllo del vaccino da parte dell'Istituto superiore di sanita' (test di sterilita-titolo virale). Per detto controllo e' necessario fare pervenire con il mezzo piu' rapido all'Istituto superiore di sanita' a Roma (viale Regina Elena, 299) venti dosi di vaccino della partita che viene usata dalla sperimentazione. A questo proposito e' necessario indicare su dette dosi il numero della partita od il numero di produzione. L'esito del controllo del vaccino da utilizzare, deve essere comunicato dall'Istituto superiore di sanita' al Ministero. e) Organizzazione della distribuzione delle esche. Le esche contenute in numero di venti per ogni sacchetto di plastica, saranno messe nelle borse termiche di ogni equipe nella quantita' stabilita per ognuna di esse. Ad ogni borsa termica si alleghera' un cartellino sul quale dovra' essere scritto il numero delle esche vaccino ed i nominativi della equipe. f) Organizzazione della equipe per la distribuzione e la posa delle esche. 1. Personale. Il personale incaricato della distribuzione delle esche verra' scelto fra i guardiacaccia, le guardie forestali e, se necessario, i cacciatori qualificati delle zone dove viene effettuata la sperimentazione. Questi ultimi devono operare sotto la vigilanza delle guardie indicate. Gli operatori addetti dovranno adottare tutte le misure cautelari conformemente alle raccomandazioni fatte dalla autorita' sanitaria competente e dalla organizzazione mondiale della sanita' (all. 3). Questo personale sara' istruito durante apposite riunioni durante le quali verra' altresi' illustrato il programma di sperimentazione nonche' le precauzioni da adottare nella posa delle esche vaccino da parte del personale competente. 2. Formazione delle equipes. Il personale addetto alla posa delle esche sara' identificato anche mediante un numero e suddiviso in gruppi di due persone. Di massima ogni gruppo sara' composto da un guardiacaccia e da una guardia fore- stale. Ogni equipe deve disporre di un proprio automezzo per i necessari spostamenti. Per il territorio preso in considerazione per la sperimentazione occorre precisare il numero delle equipes di distributori previsto ed il numero delle esche-vaccino disponibili. 3. Preparazione carta topografica e zona di controllo. Ogni gruppo dispone di carta topografica (almeno 1:25.000) sulla quale sara' segnato in precedenza il posto esatto dove devono essere poste le singole esche. La preparazione della carta topografica viene effettuata e preparata mediante matita colorata (rosso). Per ogni area di 100 km(Elevato al Quadrato) deve essere segnata una zona di controllo, della superficie di 1 km(Elevato al Quadrato). Allo scopo di definire meglio i tempi di distribuzione ed il fabbisogno di esche e' consigliabile far precedere la distribuzione vera e propria di una ricognizione pratica sul territorio da parte delle guardie venatorie e forestali competenti. 4. Centro di distribuzione delle esche-vaccino. La consegna delle esche ai vari gruppi, per la distribuzione nei comuni interessati alla vaccinazione dovra' essere fatta in posti, all'ora prestabilita e nei giorni fissati per questa operazione dalla competente autorita'. Qualora la distribuzione delle esche venga effettuata in piu' punti della zona interessata dalla sperimentazione, e' necessario che ogni centro di distribuzione conservi il vaccino a 25 C in congelatore. 5. Materiale. Il materiale da consegnare al personale sara' composto da un: 1) numero di carte topografiche ad almeno 1:25.000. Ogni equipe deve disporre di due carte topografiche della zona in cui opera; 2) numero di paia di guanti comuni in gomma: ogni equipe deve disporre di tre paia di guanti comuni in gomma (l'esca deve essere maneggiata sempre con la mano ricoperta); 3) numero di paia di guanti in plastica a perdere. Ogni equipe deve disporre di cento guanti di tale tipo; 4) numero di flaconi con soluzione disinfettante (lisoformio al 10%). Ogni gruppo, deve disporre di detto disinfettante per procedere alla disinfezione dei guanti secondo le istruzioni che verranno loro impartite; 5) numero di automezzi; 6) numero di pezzi di sapone (uno per equipe). 6. Organizzazione. La distribuzione delle esche deve essere fatta per quanto possibile servendosi di automezzi. Solo in carenza di strade praticabili con autoveicoli, gli spostamenti verranno effettuati a piedi. Per i luoghi impraticabili si puo' usare l'elicottero. Le esche vengono posate con la mano protetta (guanto), tenendo conto delle indicazioni segnate sulla carta topografica. Esse devono essere nascoste alla vista dell'uomo ed ai raggi del sole, ricoperte con erbe o foglie. Ogni esca posta deve essere contrassegnata con un nastro colorato, un fiocco od altro, posto su un ramo vicino all'esca stessa, cosi' da essere poi sicuramente reperibile ai controlli di assunzione oppure in altro sistema purche' valido ed efficace stabilito dal comitato regionale. Dopo la posa viene fatto un segno (blu) sulla carta topografica nel posto esatto in cui e' stata posta, che serve a confermare l'avvenuta posa. Ad operazione conclusa la carta topografica cosi' segnata viene consegnata al responsabile della distribuzione delle esche. Le date di inizio e fine della distribuzione delle esche devono essere segnalate al Ministero tempestivamente. 7) Lotta al randagismo dei cani e dei gatti. Nel periodo dei quindici giorni precedenti e durante la posa delle esche e fino a quindici giorni dopo, deve essere intensificata la lotta al randagismo per impedire l'assunzione di esche vaccinali da parte di cani e gatti. Con provvedimento del sindaco, da rendere esecutivo almeno tre giorni prima dell'esecuzione della campagna, per trenta giorni e' vietata la caccia e limitato il movimento di cani e gatti. g) Informazioni sull'effettuazione della sperimentazione. L'assessore regionale o provinciale alla sanita' od il presidente della U.S.L. tramite apposita circolare e tramite l'ufficio stampa subito prima dell'effettuazione della sperimentazione provvedera' ad informare le seguenti autorita' ed enti vari: 1) il Ministero della sanita'; 2) il commissario del Governo e le prefetture; 3) le forze dell'ordine (polizia e carabinieri); 4) l'autorita' giudiziaria; 5) l'assessorato provinciale agricoltura e foreste; 6) l'assessorato regionale o provinciale tutela ambiente; 7) i sindaci dei comuni interessati; 8) il responsabile od i responsabili dell'ufficio di igiene delle unita' sanitarie locali interessate dalla sperimentazione; 9) l'ufficio caccia e pesca; 10) i presidenti dei comitati di gestione delle unita' sanitarie locali interessate; 11) le scuole situate nella zona di sperimentazione; 12) la federazione provinciale caccia; 13) la popolazione delle zone interessate; 14) l'eventuale autorita' veterinaria del Paese confinante; 15) i mezzi audiovisivi. h) Controlli da effettuarsi dopo l'avvenuta posa delle esche vaccino. a) Raccolta ed inoltro materiale in 4, 8 e 14 giorno. 1) Verifica delle esche asportate dalle zone di controllo segnata nella carta topografica in 4a, 8a e 14a giornata. 2) Controllo della stabilita' del virus vaccino mediante la raccolta di esche in 4a, 8a e 14a giornata. Le esche cosi' recuperate vanno subito contrassegnate (numero e data di recupero) e conservate in congelamento fino alla 14a giornata, dopodiche' vanno inoltrate (meglio trasportate a mano) in borsa termostatica all'Istituto superiore di sanita'. 3) Raccolta dei selvatici nelle zone della sperimentazione ed in quelle confinanti da iniziarsi al 30 giorno dopo la posa delle esche per i seguenti controlli (minimo una volpe ogni 10 km(Elevato al Quadrato)): a) numero di volpi che hanno assunto l'esca mediante la ricerca della sostanza marcatrice (clorotetraciclina); b) numero di volpi che risultano immunizzate attraverso il controllo del titolo anticorpale (RFFIT); c) tipizzazione dei virus isolati dalle volpi, da altri selvatici o da animali domestici raccolti nelle zone di sperimentazione. Incaricato dei controlli di cui ai punti a) e b) e' il laboratorio rabbia dell'Istituto zooprofilattico competente; l'esame di cui al punto c) viene effettuato dall'Istituto superiore di sanita'. b) Organizzazione. La raccolta delle volpi e dei selvatici, che devono essere consegnati interi, nonche' il loro inoltro all'Istituto zooprofilattico competente devono essere effettuati dai guardiacaccia, guardie forestali od altre persone incaricate dall'autorita' sanitaria. Detto lavoro deve essere effettuato secondo le istruzioni impartite. Ogni animale deve essere scortato dall'apposito verbale. L'inizio delle operazioni di cui alla precedente lettera h), punto a), numeri 1, 2, 3, e b) dovranno essere tempestivamente segnalate al Ministero della sanita' come pure gli eventuali inconvenienti agli operatori. c) Materiale. Al personale addetto alle operazioni di cui alla precedente lettera c), sara' consegnato: un numero di sacchi di plastica; un numero di sacchetti di plastica (per l'inclusione del verbale); un numero di guanti di plastica a perdere; un numero di etichette per la spedizione; un numero di blocchi-verbali; un numero di borse frigorifere. i) Costo dell'azione di vaccinazione e relativi finanziamenti. 1) Il costo complessivo dell'azione sperimentale e' determinato dalla somma delle diverse spese che, in via di massima, sono indicate nel seguente preventivo: acquisto delle esche vaccinali e delle esche all'Istituto federale di ricerche di Tubingen (Germania R.F.); trasporto del vaccino da Tubingen a destinazione; sdoganamento; spese per il personale addetto alla distribuzione sul campo delle esche ed al controllo dell'azione sperimentale: a) costo delle diarie per ogni giorno; b) indennita' chilometriche per autoveicoli; c) costi per le paia di guanti in gomma; costi per le paia di guanti di plastica a perdere; costi per le borse termiche; costi per l'acquisto del disinfettante; costi per i manifesti ed altri stampati; costi per materiale vario; costi per il trasporto di materiali vari dal luogo di sperimentazione all'I.Z.S. nonche' delle esche vaccinali all'Istituto superiore di sanita' - Laboratorio di veterinaria, Roma. 2) Fonti di finanziamento. a) Amministrazione regionale o provinciale - Spese riguardanti la parte organizzativa generale; spese riguardanti la distribuzione delle esche sul territorio; spese riguardanti il trasporto delle esche da Tubingen a destino; spese per l'acquisto delle borse termostatiche, di guanti in gomma, in plastica, dei sacchi, di manifesti e stampati vari nonche' di disinfettanti; spesa per il personale addetto alla distribuzione delle esche e per i relativi mezzi di trasporto; spesa per il trasporto dei selvatici all'istituto zooprofilattico competente, ecc. Spese relative all'acquisto del vaccino antirabbico; spese per missioni di esperti del comitato che prendono parte alle riunioni indette dalla regione. Tuttavia il F.S.N. su richiesta motivata della regione puo' valutare la possibilita' di concedere un contributo per le spese sostenute. j) Valutazione dell'esperimento: 1) stima della percentuale di volpi vaccinate e rispettivamente delle volpi che hanno assunto l'esca; 2) controllo a campione delle esche vaccino a 4, 8 e 14 giorni dalla posa; 3) influenza dell'azione vaccinale sul decorso dell'epizoozia; 4) registrazione degli inconvenienti incontrati durante la sperimentazione; 5) miglioramento organizzativo dell'azione vaccinale; 6) analisi dei costi e dei benefici. Ad ogni avvenuta campagna vaccinale va redatta una unica relazione da parte del segretario del comitato gia' citato, che dovra' essere inviata al Ministero della sanita' per gli adempimenti di propria competenza. Allegati alla suddetta relazione dovranno essere inviati i prospetti con i dati elaborati, per quanto di propria competenza, dall'Istituto superiore di sanita' e l'istituto zooprofilattico sperimentale, conformi ai seguenti fac-simili. * * * Giova far presente che la lotta contro la rabbia silvestre non va affrontata unicamente facendo ricorso alla immunoprofilassi attiva degli animali recettivi, ma impiegando anche gli altri sistemi di lotta indiretta quali: il diradamento della popolazione volpina nelle zone invase ed in quelle minacciate dalla rabbia, il monitoraggio diagnostico programmato sulle volpi trovate morte o abbattute principalmente delle predette aree, il potenziamento del servizio di coltura e di ricovero dei cani accalappiati, la lotta al randagismo, all'inselvatichimento dei cani e gatti, la vaccinazione obbligatoria antirabbica pre-infezionale dei cani e degli altri animali domestici, la eliminazione delle discariche abusive contestualmente ad una razionale raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, l'istituzione dell'anagrafe canina, ecc. Dalla combinazione equilibrata di detti metodi potranno conseguire risultati sempre piu' efficaci ed efficienti nella lotta contro la rabbia volpina ed a pervenire alla auspicata eradicazione della rabbia negli animali recettivi salvaguardando l'uomo dalla temuta infezione nel suo stretto rapporto uomo-animale-ambiente. Si pregano le SS.LL. di voler portare a conoscenza delle unita' sanitarie locali le direttive sopra riportate e di dare alla presente circolare ampia diffusione agli uffici, enti ed associazioni interessate all'argomento trattato, ivi comprese le organizzazioni ed associazioni protezionistiche degli animali. p. Il Ministro: BRUNO