L'ASSESSORE
                 PER I BENI CULTURALI ED AMBIENTALI
                    E PER LA PUBBLICA ISTRUZIONE
  Visto lo statuto della regione;
  Visto il decreto del Presidente della Repubblica  30  agosto  1975,
recante  norme di attuazione dello statuto della regione siciliana in
materia di tutela del paesaggio, di antichita' e belle arti;
  Visto il testo unico delle leggi  sull'ordinamento  del  Governo  e
dell'amministrazione  della  regione siciliana, approvato con decreto
del presidente della regione 28 febbraio 1979, n. 70;
  Vista la legge regionale 1› agosto 1977, n. 80;
  Vista la legge regionale 7 novembre 1980, n. 116;
  Vista la legge 29 giugno 1939,  n.  1497,  sulla  protezione  delle
bellezze naturali e panoramiche;
  Visto  il  regolamento  di esecuzione della predetta legge n. 1497,
approvato con regio decreto 3 giugno 1940, n. 1357;
  Vista la legge 8 agosto 1985, n. 431;
  Esaminato il verbale redatto nella seduta del  26  settembre  1989,
nella  quale  la commissione provinciale per la tutela delle bellezze
naturali e panoramiche  di  Siracusa  ha  proposto  di  sottoporre  a
vincolo  paesaggistico il monte Climiti e la valle dell'Anapo, la cui
area - ricadente nei comuni di Priolo, Sortino, Melilli e Siracusa  -
risulta delimitata secondo la descrizione che segue:
  "A partire dal trivio costituito dalle strade per Belvedere, Priolo
e Floridia il confine di vincolo segue la strada che da quel punto va
verso  Priolo fino ad incrociare la prima traversa a destra che piega
verso est; la segue in linea retta per circa 1.075 ml per poi piegare
ad angolo retto  sulla  sinistra  e  continuare  fino  ad  incontrare
l'autostrada.  Segue, quindi, l'autostrada, che costituisce il limite
orientale  dell'area  vincolata,  fino  all'incrocio  con  la  strada
Priolo-Melilli,   su   cui   il   confine   di  vincolo  si  attesta,
percorrendola fino a raggiungere le  pendici  del  monte  Climiti  in
contrada Cugnicello, che viene compresa nell'area di vincolo seguendo
la  linea  altimetrica  piu'  bassa posta a sud della stessa strada -
ormai fuori dal vincolo - che raggiunge l'abitato di Melilli.
  Aggirata contrada Cugnicello, il limite  del  vincolo  si  attesta,
proseguendo verso ovest, sulla strada Melilli-Sortino seguendola fino
ad  incontrare  il  bivio,  in contrada Monticelli, dove ha inizio la
strada che da Monticelli, piegando con vari tornanti  verso  sud-est,
conduce a Solarino.
  Segue  quest'ultima  fino  ad  intercettare,  verso  quota  390, la
mulattiera che conduce verso piano Spinoso. Segue  detta  mulattiera,
aggirando  lo stesso piano Spinoso da ovest, fino ad immettersi sulla
carreggiabile Sortino-Contrada Pusco, che percorre per circa  600  ml
verso est sino al punto in cui incrocia una mulattiera che si diparte
a  destra  verso Serramezzana, e che segue fino alla curva di livello
170. A  tale  quota  si  attesta  sulla  curva  di  livello  nel  suo
svolgimento   verso   sud   fino   all'altra   mulattiera  che  corre
parallelamente, in riva sinistra, al corso dell'Anapo.
  Da tale punto il confine di vincolo segue una linea che  attraversa
l'Anapo  in  corrispondenza  della "Presa" fino a congiungersi con la
linea ideale posta a 150 metri a sud della  riva  destra  del  fiume.
Segue,  quindi, quest'ultima linea, che corre parallelamente al corso
del  fiume  Anapo,  e  che  costituisce  il  limite  sud dell'area di
vincolo, fino  ad  intercettare  la  linea  che  congiunge  la  quota
altimetrica  111  a circa 500 ml ad est-sud-est della case Molino con
il km 6 della Priolo-Floridia; piega, infine, verso nord fino a  tale
punto e, seguendo la sede stradale, va a congiungersi con il punto di
partenza sito sul trivio Priolo-Belvedere-Floridia;
  Accertato  che  il  predetto verbale del 26 settembre 1989 e' stato
pubblicato all'albo pretorio dei comuni di Siracusa, Priolo,  Melilli
e  Sortino  e  depositato  nella segreteria dei comuni stessi, per il
periodo prescritto dalla legge n. 1497/1939;
  Esaminate le opposizioni proposte, nei termini  di  cui  alla  gia'
menzionata legge n. 1497/1939, da:
   1)   ENEL  -  centro  progettazione  e  costruzione  idraulica  ed
elettrica di Venezia;
   2) Associazione provinciale degli industriali di Siracusa;
   3) comune di Priolo Gargallo,  in  persona  del  suo  sindaco  pro
tempore dott. Giuseppe Gianni;
   4) societa' Si.F.Ed. - Siciliana fornitura edilizie - S.p.a.;
   5) societa' Conglomerati Priolo "Con.Pri. S.r.l.";
   6) impresa di costruzioni Lombardo Lucio Salvatore;
   7)  societa'  Sardamag S.p.a., in persona del suo procuratore ing.
Costantino Merlo;
   8) comune di Melilli, in persona del suo sindaco pro tempore;
   9) comune di Sortino, in persona del suo sindaco pro tempore;
   10)  signori  Pitruzzello  Mario,  Lo  Nigro   Antonino,   Formica
Sebastiano,  Tarascio  Sebastiano,  Valenti  Lucia,  Musco Francesco,
Buccheri  Giuseppe,  Marino  Giuseppe,  Iannello  Santoro,   Bastante
Sebastiano,  Bombaci  Sebastiano,  Salonia Vincenzo, Tabacco Carmela,
Tabacco  Vincenza,  Tabacco  Francesco,  Salemi   Giuseppe,   Custode
Sebastiano,  Salonia Vito, Santo Giuseppe, Iannello Vincenzo, Rigazzi
Leopoldo, Caruso  Cesarea,  Caruso  Sofia,  Salemi  Angelo,  Silluzio
Lucia, Giaccotto Angelo, Caruso Gaetano, tutti proprietari di terreni
ricadenti nel comune di Sortino;
  Considerato, nel merito delle opposizioni, come sopra proposte, che
le motivazioni possono cosi' riassumersi:
   1)  la  commissione  sarebbe  stata costituita difformemente dalle
vigenti disposizioni di legge;
   2) le motivazioni del vincolo non giustificherebbero  l'arbitraria
estensione  del  vincolo  stesso,  i  cui confini risulterebbero, tra
l'altro, non chiaramente individuati;
   3)  l'applicazione  del  vincolo   recherebbe   pregiudizio   alle
attivita'  produttive  insistenti  nell'area tutelata (in particolare
quella agricola e quella dell'estrazione in  cava),  alla  progettata
realizzazione   di   infrastrutture  di  pubblica  utilita'  -  quali
l'impianto idroelettrico  dell'ENEL  e  la  discarica  consortile  di
Siracusa,  Priolo,  Melilli e Augusta -, nonche' allo stesso sviluppo
urbanistico  previsto  dai  piani  regolatori  generali  dei   comuni
interessati dal vincolo;
  Rilevato, nell'ordine che precede, che:
    a)  la  normativa  dettata  dalla  legge n. 1497/1939 e dal regio
decreto n. 1357/1940, concernente la composizione ed il funzionamento
delle commissioni provinciali per la tutela delle bellezze naturali e
panoramiche, e' da considerarsi derogata e sostituita  dalla  diversa
previsione  contenuta  nell'art.  31 del decreto del Presidente della
Repubblica  3  dicembre  1975,  n.  805,  applicabile  nella  regione
siciliana in mancanza di un'apposita disciplina regionale;
    b)  il  vincolo  proposto  -  come  direttamente  si evince dalle
motivazioni che seguono - tiene conto di tutti gli elementi che hanno
concorso a determinare la "proposta" della commissione, la  quale  ha
approfondito  le caratteristiche peculiari del territorio, costituito
dalla contestuale presenza  di  valori  di  indubbio  interesse  geo-
morfologico  e  naturalistico, e nelle quali la presenza storicizzata
dell'uomo ha  lasciato  tangibili  segni  di  interesse  monumentale-
archeologico  ed anche etnoantropologico di elevato valore culturale.
Tali  zone  rappresentano  esse   stesse,   al   contempo,   bellezze
panoramiche  da  proteggere  e punti di vista accessibili al pubblico
dai quali si possono godere le bellezze naturali dell'intero contesto
ambientale.
  Nella   motivazione   del   vincolo   e'   evidenziata,   altresi',
l'omogeneita'  culturale  e  l'unita' paesaggistica rappresentata dal
massiccio di monte Climiti e dalla sua balza  pedemontana  degradante
verso  l'Anapo;  tali  circostanze sono, oltretutto, supportate dalle
motivazioni di carattere naturalistico - in special modo geologiche -
e storiche, per cui la perimetrazione attuale  risulta  come  l'unica
che  riesca  ad  includere tutti i beni naturalistici ed archeologici
meritevoli di tutela dislocati variamente sul territorio sottoposto a
vincolo.
  La  perimetrazione   definita   dalla   commissione   prende   come
riferimento confini certi e sufficientemente descritti e nella stessa
perimetrazione  del vincolo e nella planimetria allegata. Le linee di
confine sono, infatti, rappresentate per la maggior parte da un  lato
dal  tracciato  autostradale, dall'altro dal corso naturale del fiume
Anapo;
    c)  il  vincolo  paesistico,  peraltro,  non   e'   di   ostacolo
all'economia locale ne' all'iniziativa edilizia ed urbanistica, ma e'
preordinato  soltanto  ad  assicurare un ordinato sviluppo economico,
edilizio ed urbanistico, al fine di impedire che vengano  compromesse
le  esigenze  della tutela paesistica. I provvedimenti di tutela sono
intesi, infatti, a regolare le attivita' di che trattasi in  rapporto
all'interesse  pubblico  della  tutela paesistica, al fine di evitare
che ogni singola iniziativa nel campo edilizio ed  urbanistico  possa
menomare l'ambiente paesistico delle zone stesse;
  Considerato   che  il  vasto  tavolato  calcareo  denominato  monte
Climiti,  nettamente  delimitato  sotto  il   profilo   geologico   e
planimetricamente ben individuato da confini naturali molto evidenti,
costituisce l'ultima propagine degli Iblei verso oriente e prospetta,
con  un  lungo  fronte compreso nei territori dei comuni di Siracusa,
Priolo e Melilli, sulla vasta pianura costiera che va dall'insenatura
a nord di Siracusa al golfo di Augusta;
  Constatato che  quest'ampia  fascia,  soprattutto  nel  tratto  che
fiancheggia  il litorale, e' oggi in gran parte occupata e stravolta,
rispetto al suo assetto  originario,  dall'impianto  di  stabilimenti
industriali  e dalla realizzazione di un vasto sistema di viabilita',
in gran parte legato alla zona industriale, che hanno modificato,  in
modo irreversibile, l'equilibrio ambientale della costa.
  Relativamente   intatto   e',  invece,  il  complesso  del  sistema
montuoso, insieme con la fascia pedemontana immediatamente  adiacente
alle  pendici; la parte maggiormente aggredita e' quella meridionale,
dove sconsiderate e mal progettate opere di viabilita' al servizio di
condotte legate agli stabilimenti industriali hanno  prodotto  larghi
tagli rigidamente geometrici sul fianco del monte, con sbancamenti di
vasta  portata e con l'apertura di cave di prestito che hanno causato
un violento impatto ambientale.
  Comunque, la parte in  cui  il  guasto  si  presenta  con  la  piu'
macroscopica  e  sconvolgente  evidenza  e' abbastanza defilata dalla
direttrice di visuale piu' ampia e globale; questa  e'  rappresentata
da  tutta  la fascia costiera ad est del tavolato e, sotto un profilo
di immediata e  vasta  fruibilita',  dal  tratto  di  autostrada  che
fiancheggia  tutta  la zona pedemontana e che costituisce un punto di
vista privilegiato per l'intero tavolato a partire dallo svincolo  di
Siracusa sud;
  Considerato,   infatti,  che  da  quest'ultimo  punto  l'autostrada
rappresenta una sorta di  confine  reale  e  tangibile  fra  la  zona
sconvolta dagli insediamenti industriali e dalla viabilita' e cave ad
essi   legati   e   la   zona   rimasta  ancora  intatta.  Questa  e'
caratterizzata,  sotto  il  profilo  ambientale,  dalla  presenza  di
coltivazioni  agricole,  quasi  totalmente rappresentate da oliveti e
quale residuo di carrubeto, che da secoli si tramandano, e  da  vasti
pascoli, con splendide fioriture primaverili e autunnali, interrotti,
a  larghi intervalli, dai profondi solchi tortuosi delle cave formate
dagli antichi corsi d'acqua, ormai esigui  e  talora  scomparsi,  che
scendevano  dalla  sommita'  dell'altopiano e che ancora favoriscono,
con  l'umidita'  presente  sul  fondo,  una  ricchissima  vegetazione
spontanea.
  Dalla  pianura  vasta e deserta, punteggiata da alberi radi e bassi
per il frequente affiorare della roccia  nuda,  dominata,  a  seconda
delle stagioni, dalle intense tonalita' delle fioriture primaverili o
dal  giallo  acceso delle stoppie estive, su cui trascolorano i verdi
argentei degli ulivi e quelli piu' densi  dei  carrubi,  si  elevano,
alti  e nettissimi, i fianchi erti del tavolato, fluenti in una linea
continua, modulata dalle cesure,  ora  lievi  di  morbide  curve  ora
brusche  e  profonde  -  oscure  di  intensa vegetazione - delle gole
anticamente scavate dal fluire delle acque.  Rimangono  sulle  ripide
pendici larghe chiazze di boscaglia, bassa e fitta, ultimo residuo di
quello  che era un vasto bosco continuo che rivestiva integralmente i
fianchi del tavolato fino alla pianura. L'incisivita' del profilo, di
un'astrazione  quasi  metafisica,  la  scabra  nudita'  delle  groppe
possenti,  l'evidenza  assoluta dei colori e delle forme concorrono a
comporre una visione di suggestiva bellezza, che si pone  come  cifra
emblematica di un paesaggio della Sicilia ideale.
  Questo paesaggio di remote suggestioni e di sottili emozioni visive
accompagna per lungo tratto il viaggiatore che percorre l'autostrada;
qualunque  alterazione  di  questo  miracoloso equilibrio ambientale,
qualunque squarcio prodotto in questo ininterrotto fluire di linee  e
colori   distruggerebbe   in   modo   irreparabile  la  capacita'  di
comunicazione che il paesaggio esprime, la sua vitalita' piu'  intima
e profonda;
  Considerato  che,  al di la' delle valenze paesaggistiche, tutto il
massiccio del Climiti presenta un insieme di elementi (naturalistici,
storici, archeologici, architettonici) ciascuno per se' meritevole di
tutela e di valorizzazione; l'insieme di questi elementi  compone  un
quadro    di    eccezionale   interesse   e   qualifica   quest'area,
geologicamente unitaria e ben definita nei  suoi  contorni,  come  un
vero  e  proprio palinsesto in cui i fattori fisici e antropici hanno
interagito in modo assolutamente peculiare;
  Considerato, inoltre, che, per  l'indiscussa  bellezza  dell'intera
vallata  in  cui  scorre,  nonche'  per  ragioni  storiche - visto il
notevole riflesso avuto dal fiume nello  sviluppo  economico  sociale
della  zona  - il perimetro dell'area tutelata include l'intero corso
del fiume Anapo, attestandosi sulla linea che corre a 150 metri dalla
sponda destra del fiume, che  risulta,  comunque,  gia'  tutelato  in
forza del vincolo paesaggistico imposto dalla legge 8 agosto 1985, n.
431;
  Rilevato  che  per  quanto riguarda gli aspetti geo-morfologici, il
monte Climiti,  che  si  innalza  a  circa  12  km  da  Siracusa,  e'
costituito  da  un promontorio-bastione allungato in senso NW-SE, che
si eleva bruscamente dalla pianura  fino  ad  un  alto  pianoro,  che
raggiunge  talora  i  350-450 m. Esso e', pertanto, visibile anche da
grande distanza. Le sue ripide  pareti  delimitano  un  articolato  e
insospettato  altipiano,  di forma vagamente trapezoidale, che con il
suo lato piu' lungo costeggia il corso dell'Anapo. Il  monte  Climiti
fa  parte della catena degli Iblei, "avanpaese" della zolla africana,
emersa a partire dal Pliocene medio per le deformazioni  dovute  alla
tettonica  distensiva  che caratterizza l'area. Il monte e' dunque un
"horst" delimitato da un sistema di faglie  vicarianti  di  direzione
NW-SE e WNW-ESE. Ai fianchi del rilievo si sono formati dei "graben",
come  quello, grandissimo, di Floridia, dove sono deposti i sedimenti
del Pliocene e del Quaternario. Nella sezione  ideale  che  si  trova
presso   la   congiungente   Masseria  Biggemi-Castelluccio  si  puo'
osservare tutta la serie dei termini geologici presenti  nella  area:
vulcaniti cretacee, unita' carbonatiche e vulcaniti supramioceniche.
  Le  vulcaniti  cretacee  sono il prodotto di eruzioni submarine che
hanno depositato ialoclastiti, brecce di lava basiche e  pillows  con
sottili intercalazioni di calcari a foraminiferi.
  Le  unita'  carbonatiche  sono costituite in prevalenza da strati e
banchi di calcareniti, calciruditi e marne,  depositatisi  a  partire
dal  Cretaceo  in condizioni di mare poco profondo, e che comprendono
la formazione di monte Climiti, costituite da calcareniti  mioceniche
trasgressive, talvolta brecciate per faglie.
  Le   vulcaniti   supramioceniche   affiorano   sul  pianoro  presso
Castelluccio con singolari affioramenti imbutiformi che rappresentano
dei "diatremi", formatisi per  esplosioni  freatiche  in  acque  poco
profonde.  Nel  pianoro  tutti  i  termini  sono coperti dai depositi
quaternari, costituiti da calcareniti biancastre,  sabbie  e  argille
giallo-azzurre. Seguono, in discordanza, le calcareniti di Floridia e
quelle di cava Canniolo del Pleistocene medio. Nella valle dell'Anapo
tutti  i  termini  sono  coperti  da  alluvioni  terrazzate antiche e
recenti.  Parecchie,  inoltre,   sono   le   testimonianze   lasciate
dall'azione  erosiva  dei  fiumi  e  del  mare;  spinate,  solchi  di
battente, grotte marine e paleo-falesie.
  Sul monte Climiti si sono inoltre  formate  delle  vere  e  proprie
"cave" con leccete ricche di fauna e flora. Molte le falde sospese ad
alta quota, in corrispondenza dei diatremi presso Castelluccio, Pozzo
dei Climiti e presso Melilli, che hanno permesso l'insediamento umano
in epoca preistorica;
  Rilevato  che,  per quanto riguarda gli aspetti archeologici, sotto
il profilo paleontologico particolare interesse  presenta  il  fianco
sud-occidentale   del  massiccio,  caratterizzato  da  una  serie  di
scoscendimenti, peraltro di notevole interesse paesaggistico, in  cui
si  aprono molte grotte. In alcune di queste e' indiziata la presenza
di fauna pleistocenica, mentre rinvenimenti dovuti  a  scavi  casuali
hanno  restituito  zanne  di  elephas  antiquus  in contrada Malambo,
sempre sul fianco sud-occidentale.
  In  eta'  protostorica,  tutto  il  tavolato  e'  stato   sede   di
insediamenti   umani  che  hanno  lasciato  tracce  archeologicamente
percepibili fin dalla  piu'  antica  eta'  del  bronzo;  alla  facies
castellucciana sono infatti attribuibili diversi complessi di tombe a
grotticella  artificiale,  che,  in  nuclei  piu' o meno consistenti,
occupano le pareti delle cave che  solcano  il  tavolato.  Non  tutte
queste necropoli, spesso formate da poche decine di tombe, sono state
adeguatamente esplorate, essendosi limitata l'attivita' conoscitiva a
indagini  topografiche  di  superficie  e,  in  certi casi, a qualche
rilievo dei gruppi maggiormente  significativi.    Fra  questi  vanno
annoverate  la  piccola necropoli di Cava Mostringiano e le necropoli
di Cava Canniolo, entrambe segnalate ed indagate da  P.    Orsi  alla
fine del secolo scorso.
  Nuclei  abbastanza  consistenti,  ma  non  ancora  sistematicamente
rilevati,  sono  stati  individuati  lungo  i  costoni   del   fianco
occidentale,  nelle  zone  denominate  Coste  di  S.  Lorenzo e Coste
Mazzulla, e, nella parte  settentrionale  del  tavolato,  sull'altura
denominata monte Buongiovanni.
  Attestazioni  di  un'intensa  continuita'  di  vita non mancano per
tutti i periodi successivi; una vasta necropoli risalente alla  tarda
eta'  del  bronzo,  con  tombe  la  cui  tipologia  architettonica e'
riferibile alla facies di Pantalica  nord,  e'  situata  in  contrada
Puliga; sulla sommita' dell'altopiano, nella sua parte meridionale in
contrada  Castelluccio, le ricerche di P. Orsi hanno messo in luce la
presenza di un abitato-castelliere della tarda eta' del ferro  (inizi
VIII  sec.  a. C.), con tombe della necropoli scaglionate sulle balze
sottostanti.
  Meno  intense,  ma  tutt'altro  che   assenti,   sono   le   tracce
dell'occupazione  greca,  accentrate soprattutto intorno alla cuspide
sud-orientale del tavolato, area dove forte e' la presenza di attuali
cave  di  prestito,  e  rappresentate   da   resti   di   impegnative
canalizzazioni  scavate in roccia e da scalinate, sempre ricavate nel
banco roccioso, evidentemente funzionali al collegamento rapido della
sommita' dell'altopiano con le balze sottostanti e la  pianura.  Aree
con  la  presenza diffusa di cocciame, per lo piu' riferibile ad eta'
ellenistico-romana, attestano la presenza di insediamenti a carattere
agricolo; si tratta, con ogni probabilita', di piccole fattorie  iso-
late,  prevalentemente  ubicate  sul  ciglio  del tavolato, la fascia
migliore sotto il profilo climatico.
  Resti piu' cospicui, attestanti  un'occupazione  che  va  man  mano
intensificandosi,  si  rinvengono  a  partire dall'eta' romana tardo-
imperiale. Sulla sommita' del pianoro, presso la masseria  Cavallaro,
e'  stata  recentemente  indagata  una necropoli tardo-romana, le cui
tombe sono pertinenti ad un  insediamento  sicuramente  di  carattere
agricolo,   non   ancora   sottoposto   ad  esplorazione  e  comunque
individuato con ricognizioni di superficie. Stando al  materiale  dei
corredi  funerari, si puo' affermare che la vita dell'insediamento si
sia protratta fino all'inizio dell'eta' bizantina.
  Ad epoca  tardo-romana  (IV  sec.  d.C.)  e'  riferibile  un  vasto
complesso  agricolo  recentemente individuato in contrada Diddino, ai
piedi della  pendice  sud-occidentale  del  tavolato,  ubicato  sulla
sponda  sinistra  dell'Anapo,  in  splendida  posizione,  leggermente
sopraelevata rispetto alla vallata, dominante una vasta estensione di
campi. Si tratta, con ogni probabilita', di un impianto  di  notevole
rilevanza ed autonomia sotto il profilo produttivo, come testimoniano
i  numerosi  vani e cortili finora messi in luce, nonche' la presenza
di una bella fornace  per  calce  e  di  grandi  contenitori  fittili
(dolia) incassati nel terreno, evidentemente pertinenti ad un'area di
magazzino.
  Altre  testimonianze  di vita nel periodo compreso tra il IV e il V
sec.  d.C.  sono  state  rinvenute  in  diversi  punti   del   fianco
meridionale,  che  prospetta sulla vallata del fiume, che si prestava
in modo particolare all'impianto di fattorie o anche di  ville,  data
la  natura  amena, oltre che ferace, di tali luoghi. Da uno di questi
insediamenti  -  testimoniati  finora,   in   assenza   di   indagini
sistematiche, soltanto da camere ipogeiche sepolcrari e tombe isolate
-  proviene  una  coppa  della forma "52 B Hayes" databile al IV sec.
d.C.
  Estremamente numerosi  e  particolarmente  significativi,  anche  a
livello  monumentale,  sono  i resti pertinenti al periodo bizantino,
che, conformemente a quanto accade in tutto  il  retroterra  montuoso
del siracusano, e' caratterizzato da una intensa occupazione. Qui, al
consueto  modello  insediativo di tipo agricolo, accentrato intorno a
strutture  culturali,  si  aggiunge  un  aspetto  peculiare,   quello
difensivo-militare,    favorito    e    quasi    determinato    dalle
caratteristiche strategiche e geomorfologiche del sito.
  Presso la punta meridionale del tavolato, su un impervio cocuzzolo,
sono noti da tempo  i  resti  di  una  fortificazione  bizantina  (il
"Castelluccio"  che  ha  dato il nome alla contrada), con consistenti
avanzi di strutture murarie ancora in ottimo stato di  conservazione,
la   quale   si   pone   come   uno   dei   capisaldi   della  storia
dell'architettura  militare   bizantina   in   Sicilia.   Leggermente
arretrato rispetto al ciglio orientale del massiccio, ma in posizione
abbastanza  alta  da dominare tutta la pianura a sud del Climiti, dal
mare ai primi contrafforti dell'altipiano accrense, il  castrum  deve
aver  rappresentato  un  momento  fondamentale  nel sistema difensivo
della costa.
  Se quello di Castelluccio e' l'insediamento piu' noto fra i siti di
eta' bizantina del Climiti, non e' pero' l'unico ne' il  piu'  vasto,
dal  momento  che  le  tracce di occupazione del territorio in questa
eta' sono praticamente continue su tutto l'altopiano.  Del  resto  il
nome Climiti deriva chiaramente da un toponimo bizantino significante
"scala"  e  sicuramente  legato  ad  una  di  quelle lunghe scalinate
rocciose, il cui uso era iniziato presumibilmente in  eta'  greca  ma
che  in questo periodo divengono piu' numerose, sfruttando proprio la
particolare  morfologia  insediativa  in  grottoni  affacciati  sulle
strette   balze.   Di  queste  scale  una  ripida  e  lunghissima  e'
rappresentata da quella sita nella zona Castelluccio che scende  fino
alla pianura verso la sponda dell'Anapo.
  Resti  di una basilichetta bizantina, con tombe e strutture murarie
affioranti, sono presenti in contrada Cugno Sciurata,  una  zona  sul
ciglio  del tavolato, prospiciente la pianura e compresa fra due cave
ricche di vegetazione e, anticamente, d'acqua; un altro  insediamento
e'  attestato sul monte S. Nicola, un'altura situata presso il ciglio
settentrionale della terrazza, anch'essa in prossimita' di una cava.
  Intensamente occupato  e'  anche  il  fianco  nord-occidentale  del
tavolato,  ricadente  nel  comune di Sortino, ben noto per essere uno
dei comprensori piu' ricchi di testimonianze di eta'  tardo-imperiale
e  bizantina.  Cospicui resti di strutture murarie, aree con presenza
diffusa di cocciame e scenografici gruppi di abitazioni rupestri sono
noti a Costa Giardini, mentre in contrada Monticelli e' accertata  la
presenza di una necropoli paleocristiana;
  Considerato  che sotto il profilo monumentale, appaiono di notevole
rilevanza le  quattro  fattorie  (Casino  Grande,  Masseria  Ingegna,
Masseria Cavallaro e Masseria Cugni di Chiusa), ubicate sulla spinata
sommitale  del  monte; si tratta di complessi produttivi risalenti al
sette-ottocento,  molto  ben  conservati  nonostante  il  progressivo
abbandono.  Tali fattorie costituiscono significative, ed ormai rare,
testimonianze di particolari tipologie  edilizie  del  mondo  agrario
gravitante  intorno  al feudo e, pertanto, legate ad un modus vivendi
di un determinato momento storico.
  La struttura chiusa, a pianta  quadrata,  con  ambienti  articolati
intorno  ad  una  grande  corte  centrale  provvista  di  una  grande
cisterna; l'arcata d'ingresso sormontata da una torretta che  assolve
insieme a funzioni ornamentali e difensive; la cappella, decorata con
notevole  cura,  quasi  sempre  affrescata e con stucchi ornamentali;
l'appartamento  del  proprietario  del  fondo,  spesso  preceduto  da
scalinate  ad  andamento  monumentale, con balconi e lunghe terrazze.
Sono  tutte  queste  caratteristiche  architettonico-tipologiche  che
conferiscono a tali strutture, nonche' ai siti ove esse insistono, un
particolare valore storico-culturale;
  Considerato,  infine,  che  il  monte Climiti costituisce, sotto il
profilo naturalistico,  uno  degli  ecosistemi  piu'  interessanti  e
ricchi  dell'area siracusana ed uno dei meglio conservati, nonostante
la  progressiva  ed  incessante   aggressione   perpetrata   al   suo
territorio.
  Questa  particolare  ricchezza,  che  trova  confronto  soltanto in
taluni  punti  del  gia'  citato  altipiano  acrense  e  della  valle
dell'Anapo, e' un patrimonio che deve essere conservato e attivamente
protetto  per la riqualificazione di un territorio da restituire alla
sua dignita' e ad un corretto rapporto con l'uomo.
  Sotto l'aspetto vegetazionale, il monte Climiti risulta una fra  le
poche  aree  dove  la  macchia  mediterranea  si  e' conservata quasi
intatta; infatti, proprio nei valloni digradanti verso il piano,  che
incidono  il  monte  sul  lato  est,  cresce  una  ricca  vegetazione
arbustiva ed  arborea,  che  costituisce  una  macchia  intricata  di
difficile  accesso  e, anche per questo, integra. Questi valloni - le
cosiddette "cave" tipiche dei monti Iblei - sul  cui  fondo  scorrono
fiumiciattoli  e  torrentelli,  costituiscono  la  sede  ideale della
macchia mediterranea.
  Fra  i  tanti  arbusti  presenti nell'associazione della macchia si
possono  osservare  il  lentisco  (pistacea  lentiscus),  il   leccio
(quercus   ilex),  la  roverella  (quercus  pubescens),  la  fillirea
(phillyrea  angustifolia),  il  teucrio  (teucrium   fruticans),   il
terebinto  (pistacia terebinthus), l'eleagno (eleagnus angustifolia),
l'olivo selvatico (olea europea a var. syvestris), l'alaterno.
  Nel periodo primaverile spiccano le abbondanti fioriture dell'erica
arborea di colore rosa, del rosmarino officinalis di colore  azzurro,
dei  rovereti  bianchi,  della  rosa  canina  e  di piccoli gruppi di
orchidee selvatiche di colore rosa e giallo.
  Nel periodo estivo,  invece,  sono  frequenti  le  bacche  colorate
dell'azzeruolo (rataegus monogyna), del corbezzolo (arbutus medo), le
macchie  argentee  o  verde  glauco dell'artemisia arborea e il verde
scuro di piccole colonie di palme nane; vi sono, inoltre, tappeti  di
cappero (capperis spinosa), di bocca di leone in fioritura gialla, di
cardi spinosi.
  Sul  tavolato,  dove  l'intervento  antropico ha modificato solo in
parte la vegetazione originaria, si trovano  associate  perfettamente
colture  agrarie con la gariga costituita da bassi cespugli tipici di
ambienti aridi. Le antiche masserie esistenti sono oggi circondate da
olivi,  carrubi,  peri  selvatici  e  mandorli;  in  basso,  poi,  si
estendono  steppe ad asfodeli e ampelodesmos e garighe a timo (thymus
capitatus) e spineporci (sarcopoterim spinosum).
  Meno ricco di vegetazione, anche se profondamente suggestivo per la
bellezza delle pareti rocciose a picco, si presenta  il  fianco  sud-
occidentale  del  massiccio,  con  sprazzi  di  essenze  spontanee da
roccia.
  In  conclusione,  il  monte  Climiti,  estremamente  articolato  ed
accidentato,  e  con  un  habitat  poco  modificato,  offre alla vita
vegetale l'ambiente ideale per la flora  mediterranea,  favorisce  la
sopravvivenza   di   specie   endemiche   di   antica  origine  e  il
differenziamento di nuove entita'.
  Sotto  l'aspetto  faunistico,  la  presenza   piu'   importante   e
caratterizzante  e'  rappresentata  dall'avifauna  con  la  coturnice
siciliana  (alectoris  gracea  whitakeri),  il  corvo  imperiale,  il
gheppio,  la  poiana,  una  rarissima coppia di falchi pellegrini, il
capovaccaio  (unica  specie  di  avvoltoio  siciliano).  Il   Climiti
rappresenta,  anche,  una  delle aree di flusso migratorio di diversi
rapaci diurni, soprattutto nel passo di primavera. Non  mancano,  in-
fine,  i  mammiferi,  infatti  la  folta  vegetazione  arborea  e  di
sottobosco delle cave ospitano in buon numero istrici e volpi, mentre
sull'altipiano sono diffusi il coniglio selvatico e la lepre;
  Ritenuto, pertanto, che, nella specie, ricorrono evidenti motivi di
pubblico interesse, che suggeriscono la opportunita' di sottoporre  a
vincolo   paesaggistico  l'area  del  monte  Climiti  e  della  valle
dell'Anapo, come sopra descritto, in conformita' della  proposta  del
26  settembre  1989 della commissione provinciale per la tutela delle
bellezze naturali e panoramiche di Siracusa;
                              Decreta:
                               Art. 1.
  Per le motivazioni espresse in  premessa,  l'area  comprendente  il
monte Climiti e la sottostante valle dell'Anapo, descritta come sopra
e  delimitata  nella planimetria allegata, che forma parte integrante
del presente decreto, e' dichiarata di notevole  interesse  pubblico,
ai  sensi  e per gli effetti dell'art. 1, numeri 3) e 4), della legge
29  giugno  1939, n. 1497 e dell'art. 9, numeri 4) e 5), del relativo
regolamento di esecuzione, approvato con regio decreto 3 giugno 1940,
n. 1357.