IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Visto che il consiglio comunale di Caccamo, eletto nelle consultazioni amministrative del 29 maggio 1988, presenta forme di condizionamento di tipo mafioso evidenziate nella relazione inoltrata dal prefetto di Palermo in data 20 febbraio 1993; Constatato che le pressanti forme di intimidazione, che si estrinsecano anche con la violenza, compromettono gravemente la libera determinazione dell'organo elettivo, determinano la deviazione dell'amministrazione locale dai criteri di legali|ta' e deteriorano, conseguentemente, sia il buon andamento dell'amministrazione comunale di Caccamo sia il regolare funzionamento dei servizi alla medesima affidati; Constatato che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni unita allo stato di perdurante inefficenza dei servizi ingenerano sfiducia generalizzata nella legge e nelle istituzioni da parte dei cittadini e che determinano un elevato allarme sociale che arreca pregiudizio allo stato della sicurezza pubblica; Ritenuto che, al fine di rimuovere la causa del grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario far luogo allo scioglimento degli organi ordinari del comune di Caccamo per il ripristino dei principi democratici e di liberta' collettiva; Visto l'art. 1 del decreto-legge 31 maggio 1991, n. 164, convertito, con modificazioni, nella legge 22 luglio 1991, n. 221; Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante; Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri adottata nella riunione del 6 marzo 1993, alla quale e' stato debitamente invitato il presidente della regione siciliana; Decreta: Art. 1. Il consiglio comunale di Caccamo (Palermo) e' sciolto per la durata di diciotto mesi.