Con  decreto  del  Presidente  della Repubblica 1 agosto 1995 sono
state conferite le seguenti ricompense al valore dell'Esercito:
                           Medaglie d'oro
                           (alla memoria)
   Ten. Giulio Ruzzi, nato il 24 febbraio 1965 a Roma.
   "Ufficiale  facente  parte  del  contingente  Italfor   'Ibis   2'
impegnato  nella  operazione di 'Pace Keeping' in Somalia, durante un
movimento logistico tra Giohar e Balad, veniva coinvolto,  con  tutto
il  personale  della  colonna  di cui faceva parte, in un conflitto a
fuoco scaturito da un agguato teso da una banda  armata  nell'abitato
di Balad. Sebbene ferito riusciva ad arrestare il mezzo che conduceva
ed  a  defilarlo  a  ridosso  di  alcune  case,  permettendo cosi' al
rimanente personale di reagire al fuoco. Prontamente,  nonostante  la
ferita  riportata,  manifestava  l'intendimento  di  concorrere  alla
reazione di fuoco sviluppata dalla  proprio  unita'.  Successivamente
veniva  di  nuovo  colpito mortalmente immolando cosi' la sua giovane
vita per un ideale di pace e di solidarita' tra i popoli. Chiarissimo
esempio di  coraggio,  determinazione  ed  interiorizzato  senso  del
dovere". - Balad (Somalia), 6 febbraio 1994.
   Serg. Magg. Roberto Cuomo, nato il 18 maggio 1964 a Napoli.
   "Sottufficiale   responsabile   della   centrale   telefonica  del
contingente militare italiano Italfor 'Ibis 2'  in  Balad  (Somalia),
per  circa  due  mesi  di  operazioni,  trasfondeva il suo esuberante
entusiasmo ed il suo elevato senso del dovere contribuendo a formare,
del  nucleo  operatori,  un   solido   ed   efficace   strumento   di
comunicazione   verso   la   madrepatria.  Colpito  da  improvvisa  e
inarrestabile malattia continuava a svolgere le proprie mansioni  con
alto  senso  di  responsabilita'  e  grande  spirito  di  sacrificio.
Ricoverato presso l'ospedale da campo veniva sottoposto ad  intensive
cure  mediche  e,  successivamente,  veniva trasportato in Patria ove
decedeva.  Durante  tutto  il  periodo  della  malattia  mostrava  un
contegno  sereno  e profondamente motivato. Fulgido esempio di elette
virtu' militari ed altissimo senso del dovere, ha sacrificato la  suo
giovane  vita per un ideale di pace e di solidarieta' umana". - Balad
(Somalia), 30 ottobre 1993.
   Lanc. Tommaso Carozza, nato il 22 luglio 1974 a Caserta.
   "Lanciere, impegnato nell'operazione Italfor 'Ibis 2' in  Somalia,
durante  il  rientro  all'accampamento  al  termine di un servizio di
scorta svolto  quale  servente  di  un  autoblindo  Centauro,  veniva
coinvolto  in  un  incidente  stradale.  Per  il pericolo continuo di
attacchi  da  parte  di  bande  armate,  il  lanciere  Carozza,   con
determinazione  e  sprezzo  del  pericolo,  rimaneva  fermo nel posto
assegnatogli, controllando con  l'arma  in  dotazione  uno  specifico
settore  d'intervento,  cosi' da impedire ad un nemico, eventualmente
appostato in un  punto  cosi'  cruciale  dell'itinerario,  di  recare
offesa   alcuna  al  convoglio.  Tale  coraggioso  comportamento  gli
risultava pero' fatale quando  l'autoblindo,  per  un  incidente,  si
rovesciava  facendogli  cosi'  sacrificare la sua giovane vita per un
ideale di pace e solidarieta' umana. Fulgidissimo esempio  di  elette
virtu' militari ed altissimo senso del dovere". - Balad (Somalia), 30
dicembre 1993.
                         Medaglie d'argento
   V. Brig. C.C. Gianni Gentilini, nato il 4 ottobre 1968 a Udine.
   "Comandante di Nucleo Carabinieri, nell'effettuare il controllo di
una  infrastruttura  scopriva  un  ingente  arsenale clandestino e ne
predisponeva il sequestro. All'improvvisa e violenta reazione di  una
folla  ostile  manteneva  l'autocontrollo  e  difendeva  il materiale
sequestrato. D'iniziativa  raggiungeva,  sotto  il  fuoco  nemico  ed
esponendo  la  propria  vita  a  manifesto  rischio,  il  tetto di un
edificio e da tale posizione, con la propria arma  individuale,  face
fuoco  impedendo  il  tiro  mirato degli assalitori. Nel rientro alla
sede,  condotto   sempre   sotto   il   fuoco   nemico,   si   poneva
volontariamente sul primo automezzo. In tale modo, con il fuoco delle
armi  di  bordo, apriva la strada agli autocarri che trasportavano le
armi e  le  munizioni  sequestrate  e  proteggeva  l'incolumita'  del
proprio Comandante di Reggimento lievemente ferito. Chiaro esempio di
spiccato   coraggio,   singolare   perizia  e  altissimo  livello  di
addestramento e professionalita'". - Belet Weine (Somalia), 9 ottobre
1993.
   Bers. Giovanni Capano, nato il 24 gennaio 1974 a Foggia.
   "Durante un rastrellamento nell'ambito di Belet Weine, in servizio
di vigilanza insieme con elementi della Polizia  Somala,  durante  il
controllo  di  una  infrastruttura si avvedeva che un malintenzionato
aveva lanciato una bomba a mano contro il suo gruppo. Prontamente, ed
esponendo la propria vita a manifesto rischio, trascinava a terra  un
poliziotto  a  lui  vicino,  salvandolo  dalle  schegge dell'ordigno.
Nell'atto veniva superficialmente colpito da alcune schegge.  Durante
il  successivo conflitto, rimaneva sulla propria posizione tenendo un
comportamento sereno e coraggioso e  contribuendo  significativamente
alla  difesa  delle  propria unita'. Chiaro esempio di coraggio, alto
senso del dovere, spirito di  iniziativa  e  solidarieta'  umana".  -
Belet Weine (Somalia), 9 ottobre 1993.
   Bers.   Franco  Rattenni,  nato  il  26  ottobre  1972  a  Colonia
(Germania).
   "Bersagliere del 6 Regimento b., impegnato nell'operazione Italfor
'Ibis 2' in Somalia, conduttore di ACM inserito in  una  autocolonna,
coinvolto  in  un  conflitto  a fuoco conseguente ad un agguato teso,
nell'abitato di Balad, da una banda armata, sebbene  impegnato  nella
guida,  reagiva  con l'arma in dotazione con eccezionale prontezza di
riflessi e determinazione. Appiedato,  rispondeva  con  prontezza  ed
efficacia  al  fuoco nemico, rimasto ferito al collo continuava nella
reazione di fuoco consentendo il caricamento di un  ufficiale  ferito
su  un  automezzo.  Soccessivamente  si poneva alla guida del proprio
automezzo  per  sottrarlo  all'imboscata   nemica.   Sebbene   ferito
continuava  imperterrito a fare fuoco ed a guidare finche' non usciva
dal teatro dello scontro. Solo allora, dopo aver fermato  il  pesante
automezzo,  veniva  soccorso e trasportato alla piu' vicina struttura
sanitaria  per  le  cure  del  caso.  Chiaro  esempio  di   coraggio,
determinazione,  spirito  di sacrificio ed attaccamento al dovere". -
Balad (Somalia), 6 febbraio 1994.
                         Medaglie di bronzo
   Col. Enrico Mocellin, nato il 26 luglio 1947 a Arenzano (GE).
   "Comandante del 78 Regimento f. 'Lupi  di  Toscana'  impegnato  in
Somalia per l'operazione 'Ibis 2' e schierato nel territorio di Belet
Weine,  venuto  a  conoscenza  che  un  suo  reparto, nel corso di un
rastrellamento, era stato fatto segno di  una  violenta  reazione  da
parte  di  miliziani  armati, interveniva direttamente con la riserva
adoperandosi  oltre  ogni  misura  nel  tentativo   di   ripristinare
l'ordine.  Sebbene  ferito  ad  un  occhio  da  un sasso lanciato dai
dimostranti, manteneva il controllo dei propri uomini e ricercava  il
dialogo  con  i  responsabili  locali. Precipitata improvvisamente la
situazione, organizzava con  sagacia  e  professionalita'  la  difesa
dell'infrastruttura  in  cui  si  erano  riparati i soldati italiani.
Malgrado l'indeterminatezza della situazione ed  i  ristretti  tempi,
dimostrava  non  comuni  capacita'  organizzative  realizzando con la
propria unita' un dispositivo  difensivo  perfettamente  equilibrato,
flessibile  e  di  elevata  reattivita'.  Dopo  un  lungo  periodo di
combattimenti a fuoco, il  Col.  Mocellin,  valutata  la  situazione,
ordinava  l'abbandono  dell'infrastruttura  recuperando comunque gran
parte  dell'arsenale  rinvenuto  e  sebbene  ancora  sotto  il  fuoto
avversario,   riusciva   a  riportare  incolumi  i  suoi  soldati  in
accampamento.  Esemplare  figura  di  Comandante   che,   accoppiando
un'eccellente  professionalita'  alle personali doti carismatiche, ha
sempre rappresentato un fulgido esempio per i suoi uomini".  -  Belet
Weine (Somalia), 9 ottobre 1993.
   Ten. Col. Pietro Di Bartolo, nato il 4 dicembre 1945 a Messina.
   "Ufficiale  superiore,  impegnato nell'operazione Italfor 'Ibis 2'
in Somalia, in servizio quale Comandante di una colonna coinvolta  in
un  conflitto  a  fuoco  conseguente  ad  un aguato teso da una banda
armata nell'abitato di Balad, reagiva  alle  offese  con  eccezionale
prontezza   di   riflessi,   sagace   azione   direttiva   e   tenace
determinazione. Dopo essere appiedato per meglio difendersi dal fuoco
nemico,  accortosi  che  un  ufficiale   al   suo   seguito   perdeva
copiosamente  sangue per una ferita da arma da fuoco nemico, decideva
di portarlo in salvo presso il  piu'  vicino  posto  di  medicazione.
Approfittando  di  una  diminuzione  d'intensita'  dei combattimenti,
determinata anche dalla pronta ed efficace reazione di fuoco  da  lui
organizzata,  aiutato da due sottufficiali, provvedeva, esponendosi a
grave rischio personale, a trasportare il ferito, che  nel  frattempo
aveva  perso  i sensi, sul proprio automezzo e sotto il fuoco nemico,
si allontanava rapidamente dal luogo dello  scontro  insieme  a  gran
parte  della  colonna.  Chiaro esempio di audacia, senso del dovere e
altissima professionalita'". - Balad (Somalia), 6 febbraio 1994.
   Cap. Fabio Polli, nato il 30 luglio 1963 a Viterbo.
   "Comandante  di  Compagnia  meccanizzata,  impegnato  in   Somalia
nell'Operazione 'Ibis 2', interveniva volontariamente con due squadre
meccanizzate  ed un carro pioniere "Leopard" nel luogo di un violento
conflitto a fuoco tra elementi del suo Reggimento  e  Somali  ostili.
Incaricato di portare soccorso a quattro squadre motorizzate bloccate
dal  fuoco  nemico, assolveva il proprio compito con determinazione e
grande rischio personale,  riuscendo  rapidamente  a  sottrarre,  pur
sotto  il  continuo fuoco nemico, i militari alle offese avversarie e
garantendo il loro recupero,  incolumi,  presso  un'infrastruttura  e
successivamente  garantiva  con  le sue forze la sicurezza laterale e
posteriore della organizzazione difensiva. Infine, durante il rientro
in sede effettuato  con  automezzi  e  sotto  costante  fuoco  nemico
evidenziava  grande  coraggio  e  determinazione  reagendo  con fuoco
mirato con tutta la sua aliquota di forze, concorrendo in tal modo  a
garantire  il  pieno  successo  dell'operazione di sganciamento senza
subire alcuna perdita. Chiaro esempio di coraggio, senso  del  dovere
ed elevate virtu' militari". - Belet Weine (Somalia), 9 ottobre 1993.
   Mar.  Ord.  Salvatore  Pischedda, nato il 18 febbraio 1958 a Usini
(SS).
   "Sottufficiale, impegnato  nell'operazione  Italfor  'Ibis  2'  in
Somalia, componente di un equipaggio di mezzo ruotato inserito in una
autocolonna,  coinvolto  in  un  conflitto  a fuoco conseguente ad un
agguato teso da una  banda  armata  nell'abitato  di  Balad,  reagiva
all'offesa  con  eccezionale  prontezza di riflessi e determinazione.
Dopo essere appiedato, accortosi che un ufficiale al suo  fianco  era
stato  colpito,  sviluppava  un  intenso fuoco di copertura mentre il
Comandante dell'autocolonna prestava i  primi  soccorsi.  Sussistendo
l'estrema  necessita'  di sgomberare il ferito, ormai privo di sensi,
su una struttura sanitaria, esponendosi a  grave  rischio  personale,
forniva  un  aiuto  determinante  ai  fini  del  suo  avvicinamento e
caricamento sul piu' vicino  automezzo.  Salito  anch'egli  a  bordo,
lasciava  il  luogo  degli  scontri  in una cornice di rischio ancora
elevato continuando a sviluppare una intensa azione di fuoco.  Chiaro
esempio  di  coraggio,  autocontrollo  e  senso  del dovere". - Balad
(Somalia), 6 febbraio 1994.
   Serg. Magg. Carlo Mattana, nato il 6 novembre 1965 a Nuoro.
   "Comandante  di  Squadra   impegnato   in   Somalia   nel   quadro
dell'Operazione  'Ibis  2',  durante  un  servizio  di rastrellamento
nell'abitato di Belet Weine, veniva incaricato di sorvegliare, con  i
propri  uomini, due bombe a mano inesplose rinvenute nei pressi di un
ospedale. Coinvolto in un conflitto a fuoco  protrattosi  per  alcune
ore,  ricevuto  l'ordine  di  rientrare  alla  sede per assicurare il
soccorso ad  un  militare  ferito,  dava  le  opportune  disposizioni
affinche'  l'operazione  condotta sotto il fuoco nemico, si svolgesse
con  rapidita'  ed  in  sicurezza.  Volontariamente  e  personalmente
brandeggiava  la  mitragliatrice di bordo per coprire la progressione
dei propri  mezzi  lungo  un  itinerario  battuto  da  armi  nemiche,
favorendone  cosi'  il  rientro in accampamento senza alcuna perdita.
Esempio di professionalita', coraggio e senso del  dovere".  -  Belet
Weine (Somalia), 9 ottobre 1993.
   Brig. C.C. Francesco Fisicaro, nato l'11 luglio 1962 a Fonte (TV).
   "Sottufficiale,   Comandante   di   Nucleo  Carabinieri  impiegato
nell'operazione 'Ibis  2'  in  Somalia,  coinvolto  in  agguato  teso
nell'abitato di Balad, da una banda armata ad una colonna di mezzi di
cui  faceva  parte,  reagiva  all'offesa con eccezionale prontezza di
riflessi e  determinazione.  Dopo  essere  appiedato,  sviluppava  in
coordinazione  con  gli  altri  due Carabinieri di Nucleo, un intenso
volume di fuoco e garantiva la  necessaria  copertura  al  Comandante
della  colonna  impegnato a prestare soccorso ad un ufficiale ferito.
Stante le gravi condizioni fisiche di quest'ultimo, approfittando  di
una  diminuzione  di  intensita'  dei combattimenti, ed esponendosi a
grave  rischio  personale,  si  poneva  volontariamente  alla   guida
dell'automezzo,  dal  quale  era sceso in precedenza e, recuperato il
ferito e l'equipaggiamento, si dirigeva  rapidamente  verso  il  piu'
vicino  posto  di  medicazione. Chiaro esempio di coraggio, senso del
dovere ed altissima professionalita'". - Balad (Somalia), 6  febbraio
1994.
   Serg. Vito Cinquepalmi, nato il 27 gennaio 1970 a Bari.
   "Sottufficiale,  impiegato  nell'operazione  Italfor  'Ibis  2' in
Somalia, capomacchina di un automezzo inserito in una colonna oggetto
di agguato nell'abitato di  Balad  da  parte  di  una  banda  armata,
reagiva   all'offesa   con   eccezionale   prontezza  di  riflessi  e
determinazione.  Appiedato,  accortosi che un ufficiale del mezzo che
lo precedeva, anch'egli a terra, era  stato  colpito,  si  avvicinava
allo  stesso  e  sviluppava  un  intenso fuoco di copertura mentre il
Comandante dell'autocolonna prestava  i  primi  soccorsi.  Stante  la
necessita'  di  sgomberare  il  ferito,  ormai privo di sensi, in una
struttura  sanitaria,  esponendosi   a   grave   rischio   personale,
volontoriamente,  forniva  un  aiuto  determinante  ai  fini  del suo
avvicinamento  e  caricamento  sul  piu'  vicino  automezzo.   Salito
anch'egli  a bordo dell'automezzo, lasciava il luogo degli scontri in
una cornice di rischio ancora elevato, continuando a  sviluppare  una
intensa  reazione di fuoco. Chiaro esempio di coraggio, autocontrollo
e senso del dovere". - Balad (Somalia), 6 febbraio 1994.
   Car. Adriano Degli Esposti, nato l'8 luglio 1965 a Sassuolo (MO).
   "Carabiniere paracadutista, impegnato nella missione 'Ibis  2'  in
Somalia, nel corso di servizio automontato, insieme ad una squadra di
Carabinieri,  subiva  improvvisa  e  violenta  imboscata  da parte di
banditi  locali  cui,  unitamente   ai   commilitoni,   reagiva   con
immediatezza  e  sprezzo  del  pericolo.  Nel  corso  dello  scontro,
d'iniziativa ed esponendosi a grave  rischio  personale,  raggiungeva
una  posizione  da  cui poter far fuoco mirato per intervenire contro
due attentatori che, sfruttando un riparo, effettuavano fitta  azione
di  fuoco  contro  il  dispositivo italiano. Gli attentatori venivano
cosi' eliminati e l'intervento  consentiva  a  tutta  la  squadra  di
risalire   sui  mezzi  abbandonati  durante  il  combattimento  e  di
effettuare  lo   sganciamento   dall'imboscata.   Nel   combattimento
riportava  una  ferita  d'arma  da fuoco al fianco. Chiaro esempio di
spiccato coraggio,  singolare  perizia,  determinazione  indomita  ed
altissimo  livello  di  addestramento  e  professionalita'". - Afghoi
(Somalia), 23 ottobre 1993.