IL MINISTRO DELLE RISORSE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI Visto l'art. 26 della legge 17 febbraio 1982, n. 41, concernente il piano per la razionalizzazione e lo sviluppo della pesca marittima e successive modificazioni; Visto il decreto ministeriale 9 novembre 1982 sulle modalita' tecniche per la concessione degli interventi finanziari previsti dalla suddetta legge; Visto il quinto Piano triennale della pesca e dell'acquacoltura 1997/99; Viste le indicazioni ed i dati forniti dalle associazioni di produttori e dalle cooperative dei pescatori e loro consorzi; Ritenuto che occorre provvedere - in conformita' alle strategie di intervento complessivamente delineate nel quinto Piano nazionale della pesca e dell'acquacoltura per il triennio 1997/99 - all'organizzazione di iniziative promozionali finalizzate all'affermazione di una corretta innnagine del settore della pesca e dell'acquacoltura in Italia ed alla valorizzazione delle finalita' nutrizionali dei prodotti ittici; Sentito il Comitato nazionale per la conservazione e la gestione delle risorse biologiche del mare che, nella riunione del 26 novembre 1996 ha reso all'unanimita' parere favorevole; Decreta: E' approvato l'unito programma per l'organizzazione di iniziative promozionali finalizzate all'affermazione di una corretta immagine del settore della pesca e dell'acquacoltura in Italia ed alla valorizzazione delle finalita' nutrizionali dei prodotti ittici. Il presente decreto sara' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Roma, 11 febbraio 1997 Il Ministro: PINTO PROGRAMMA DELLE AZIONI DI COMUNICAZIONE IN PESCA ED ACQUACOLTURA 1997-99 Obiettivi. Azioni di comunicazione e di promozione finalizzate alla affermazione di una corretta immagine del settore della pesca e dell'acquacoltura in Italia e alla valorizzazione delle qualita' nutrizionali dei prodotti ittici. Premessa. Il quinto Piano nazionale della pesca e dell'acquacoltura nelle acque marine e salmastre per il triennio 1997-1999 individua i seguenti obiettivi: sostenere e governare il processo di ristrutturazione e modernizzazione del settore; creare le condizioni per una competitivita' di sistema in un mercato globale; tutelare e valorizzare i sistemi marini per accrescere le risorse biologiche; contribuire, in modo attivo, ad una politica del lavoro che assicuri stabilita' di reddito e nuove occasioni di occupazione. Per cio' che concerne le attivita' di comunicazione e promozione, il quinto Piano triennale fornisce chiare ed univoche indicazioni per la utilizzazione della quota di risorse finanziarie assegnate alle iniziative promozionali secondo un disegno unitario che - compendiando l'attivita' di comunicazione in un unico processo - eviti dispersioni, massimizzando l'efficacia degli investimenti. Il nuovo Piano triennale parte dal presupposto che una adeguata strategia di gestione della pesca necessita dello studio e dell'individuazione delle interrelazioni fra aspetti congiunturali e strategici. Se tale assunto puo' essere condiviso per la gran parte dei settori produttivi dell'economia nazionale, nel caso specifico della pesca - a causa dei numerosi e diversificati vincoli posti dal rapporto fra risorse biologiche e loro sfruttamento - l'azione gestionale richiede uno sforzo aggiuntivo che consiste nella ricerca di un equilibrio sostenibile nel tempo fra le dinamiche di breve e quelle di lungo periodo. Tale peculiarita' impone, fra l'altro, l'adozione di una prospettiva di lavoro che nel far fronte alle esigenze congiunturali ed in particolare per quelle determinate dalla questione ambientale, riesca comunque a garantire il percorso di sviluppo del settore. In questo contesto il raggiungimento degli obiettivi dovra' tenere nella giusta considerazione il nuovo rapporto fra pesca e ambiente. La pesca dipende infatti, dalla gestione corretta delle risorse naturali e dalla qualita' degli ecosistemi acquatici; l'acquacoltura dalla qualita' delle acque in cui l'allevamento, con varie tecnologie, puo' essere praticato. In ogni caso pesca e acquacoltura sono fonte e vittima di impatti ambientali di vario tipo. Proprio per garantire la conservazione e la rinnovabilita' delle risorse, assicurando economicita' alle imprese, e' stata posta negli ultimi anni, particolare attenzione alla apertura di un dialogo con il mondo della ricerca e con quello ambientalista. Il rapporto pesca-ambiente, coerentemente con le politiche internazionali per una pesca responsabile, ha assunto un'importanza fondamentale per una corretta gestione delle risorse marine che va oltre i concetti di cattura e allevamento. Per cio' che concerne la valorizzazione dei prodotti e piu' in particolare la dinamica dei consumi l'analisi espressa nel quinto Piano triennale delinea una domanda molto sostenuta (domanda che certo non va scoraggiata ma indirizzata, che, malgrado una ripresa della produzione interna, richiede il ricorso ad importazioni per oltre la meta' del fabbisogno interno. E' inoltre da considerare che il persistere delle difficolta' del prodotto fresco nel fronteggiare la concorrenza del prodotto di importazione, indica chiaramente la necessita' di una corretta informazione del consumatore sulla qualita' e disponibilita' del prodotto fresco in generale e delle specie massive meno apprezzate in particolare. Strategia. Gli obiettivi sopra delineati possono cosi' essere riassunti: valorizzare il ruolo del comparto della pesca per le valenze economiche, occupazionali e socio-culturali che assolve e che dovra' assolvere nel breve periodo anche rispetto alle problematiche ambientali e alla realta' del contesto europeo ed internazionale; valorizzare il prodotto fresco, in quanto tipico e prodotto che scaturisce direttamente dal lavoro dei pescatori e degli allevatori italiani, assecondandone le nuove strategie di commercializzazione ad esso applicabili ed evidenziandone le qualita' organolettiche e la varieta', sostenendo le specie meno apprezzate disponibili spesso in grande quantita' e che talvolta rimangono invendute; proseguire nell'azione di educazione alimentare e ambientale contribuendo ad una generale azione di educazione civica nei confronti del consumatore in genere e dei giovani in particolare (per esempio campagne nelle scuole e iniziative contro il consumo di specie protette). Tali azioni di informazione sono in parte gia' state intraprese nel precedente triennio con risultati oggettivamente apprezzabili, in particolare, a titolo esemplificativo, nel contrastare dal punto di vista comunicazionale gli effetti dell'"allarme colera" di qualche anno fa. Il settore. La ridotta visibilita' del settore della pesca per alcuni decenni ha fatto si' che il mestiere del pescatore fosse messo facilmente in stato di accusa sotto il profilo del rapporto con l'ambiente. Come altri settori (quali l'agricoltura e l'industria) la pesca e' stata indicata in alcune circostanze come attivita' distruttiva dell'ambiente. Per cio' che concerne la questione ambientale, principali obiettivi dell'amministrazione e delle associazioni della pesca sono stati e sono: la reale applicazione della regolamentazione delle attivita' di pesca potenzialmente piu' importanti, quali lo strascico e le reti derivanti; la parziale riconversione occupazionale, in coerenza con le indicazioni europee di diminuzione dello sforzo di pesca e in particolare per le aree interessate dall'istituzione di riserve marine; l'affermazione di uno strumento efficace di protezione delle risorse marine quale e' il fermo biologico, in vigore fin dal 1988; lo sviluppo di attivita' alternative alla cattura quali l'acquacoltura e la maricoltura. Negli ultimi anni, grazie alla predetta politica settoriale e anche grazie alle azioni rivolte all'opinione pubblica che l'amministrazione ha condotto, si e' giunti ad un riequilibrio dell'immagine del settore. In particolare si e' informata l'opinione pubblica dei seguenti elementi: limitazioni che il settore si stava autoimponendo; precauzioni applicate; attivita' intraprese per la salvaguardia delle risorse marine; attivita' intraprese per consentire lo sviluppo del comparto ittico e per rispondere alla crescente domanda di prodotti. Il quinto Piano triennale dovra', per cio' che concerne le azioni di comunicazione, mirare a rafforzare il convincimento da parte degli operatori della pesca della necessita' di mantenere gli impegni per la salvaguardia delle risorse e il convincimento dell'opinione pubblica della necessita' di mantenere vivo un settore che oltre ad assicurare lavoro a decine di migliaia di persone, rappresenta una parte importante della tradizione socioculturale italiana. Il consumatore. Il mutamento degli stili di vita, cosi' come evidenziato da molteplici ricerche, mostra uno spostamento degli interessi del consumatore verso prodotti che appaiono "salutisti" e soprattutto di qualita'. D'altra parte il consumatore e' sempre piu' esigente e piu' informato sulle normative sia dal punto di vista igienico e qualitativo che vengono richieste dalla Comunita' europea. Inoltre un fenomeno che si sta velocemente diffondendo anche in Italia, segnala un'attenzione del consumatore anche alle tecniche di allevamento e cattura, o per quel che riguarda i prodotti agricoli di coltura. Per cio' che concerne la pesca gia' e' possibile individuare l'applicazione di questa particolare attenzione nel caso delle tecniche di acquacoltura e nell'uso delle tecniche di pesca (es. indicazione di pesca del tonno senza uso di reti che danneggiano i delfini). Per rispondere alla domanda di qualita' del prodotto e' chiara l'intenzione da parte delle Associazioni dei produttori, anche in funzione dello scenario europeo, di avviare una strategia che premi innanzitutto l'aspetto "freschezza". Infatti e' proprio la freschezza l'elemento sul quale, grazie anche ad una nuova politica di commercializzazione e una distribuzione piu' efficiente, la produzione nazionale puo' fondatamente riporre le proprie speranze di fronteggiare la concorrenza delle importazioni. Altri elementi importanti sui quali sono riposte tali aspettative, sono le qualita' organolettiche, le varieta' e i particolari sapori dei prodotti ittici italiani. Quanto sopra rende opportuna una sempre maggiore informazione del consumatore. D'altra parte proprio la corretta e continua informazione sulla qualita' del prodotto e la conoscenza e fiducia del consumatore verso lo stesso possono consentire al settore la stabilita' di cui necessita e allontanare il rischio di comportamenti irrazionali del consumatore stesso nel caso di particolari allarmi. La distribuzione. Parallelamente alle azioni sul consumatore e con particolare riguardo alle specie inapprezzate, andranno realizzate iniziative promozionali sulla distribuzione finalizzate alla conoscenza e fiducia del consumatore verso i prodotti ittici. Presso la grande distribuzione, presso gli esercizi di ristorazione e gli altri canali di distribuzione si potranno prevedere manifestazioni promozionali con adeguato materiale pubblicitario ed eventuali stands di degustazione presso i maggiori supermercati. Conclusioni. La campagna istituzionale sopra descritta coprira' l'arco temporale del piano e sara' articolata in tre fasi - distinte sul piano operativo - ma concettualmente unitarie. La retribuzione dell'agenzia che curera' la campagna promo-pubblicitaria non dovra' in ogni caso superare la percentuale del 15%, calcolata sugli investimenti effettuati, ad eccezione delle iniziative specifiche, inserite nel piano mezzi, ma non curate direttamente dall'agenzia stessa. Accanto alla campagna promo-pubblicitaria saranno confermati i mezzi delle azioni di informazione di carattere generale (coproduzioni televisive, campagne nelle scuole di educazione ambientale e alimentare).