IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
     Visti gli articoli 75 e 87 della Costituzione;
     Vista la legge 25 maggio 1970, n. 352, recante "Norme sui refer-
endum  previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del
popolo", e successive modificazioni ed integrazioni;
     Vista la sentenza della Corte costituzionale  n.  15  emessa  in
data  30 gennaio 1997 e depositata in cancelleria in data 10 febbraio
1997 - comunicata  in  data  10  febbraio  1997  e  pubblicata  nella
Gazzetta  Ufficiale - 1 serie speciale - n. 7 del 12 febbraio 1997, a
norma dell'art. 33, ultimo comma, della citata legge - con  la  quale
e'  stata  dichiarata ammissibile la richiesta di referendum popolare
per l'abrogazione della  legge  4  dicembre  1993,  n.  491,  recante
"Riordinamento  delle  competenze  regionali  e  statali  in  materia
agricola e  forestale  e  istituzione  del  Ministero  delle  risorse
agricole, alimentari e forestali";
     Vista  la  deliberazione  del  Consiglio  dei Ministri, adottata
nella riunione del 4 aprile 1997;
     Sulla proposta del Presidente del  Consiglio  dei  Ministri,  di
concerto con i Ministri dell'interno e di Grazia e giustizia;
                              E m a n a
                        il seguente decreto:
     E'  indetto il referendum popolare per l'abrogazione della legge
4 dicembre 1993, n. 491 "Riordinamento delle competenze  regionali  e
statali  in  materia agricola e forestale e istituzione del Ministero
delle risorse agricole, alimentari e forestali".
     I relativi comizi sono convocati per il giorno  di  domenica  15
giugno 1997.
     Il  presente  decreto  sara' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
della Repubblica italiana.
  Dato a Roma, addi' 15 aprile 1997
                              SCALFARO
                                  Prodi, Presidente del Consiglio dei
                                  Ministri
                                  Napolitano, Ministro dell'interno
                                  Flick,   Ministro   di   grazia   e
                                  giustizia