L'ASSESSORE
                 PER I BENI CULTURALI ED AMBIENTALI
                    E PER LA PUBBLICA ISTRUZIONE
  Visto lo statuto della regione;
  Visto il decreto del Presidente della Repubblica 30 agosto 1975, n.
673,  recante  norme  di   attuazione  dello  statuto  della  regione
siciliana in materia  di tutela del paesaggio, di  antichita' e belle
arti;
  Visto il  testo unico  delle leggi  sull'ordinamento del  governo e
dell'amministrazione della  regione siciliana, approvato  con decreto
del presidente della regione 28 febbraio 1979, n. 70;
  Vista la legge regionale 1 agosto 1977, n. 80;
  Vista la legge regionale 7 novembre 1980, n. 116;
  Vista  la legge  29 giugno  1939, n.  1497, sulla  protezione delle
bellezze naturali e panoramiche;
  Visto il  regolamento di esecuzione  della predetta legge  n. 1497,
approvato con regio decreto 3 giugno 1940, n. 1357;
  Vista la legge 8 agosto 1985, n. 431;
  Esaminato il verbale  redatto nella seduta del 26  giugno 1996, nel
quale  la  commissione  provinciale  per  la  tutela  delle  bellezze
naturali  di  Caltanissetta  ha  proposto  di  sottoporre  a  vincolo
paesaggistico la Bassa Valle del Salso o Imera Meridionale delimitata
perimetralmente secondo la descrizione che segue:
  tratto A -  B - dalla confluenza nel Salso  del torrente Cicuta, si
risale lungo il confine comunale  tra Caltanissetta e Sommatino, fino
alla regia  trazzera Caltanissetta-Ravanusa - Licata  (ora S.P. 135),
che si  percorre, in direzione  sud, fino al confine  provinciale tra
Caltanissetta e Agrigento;
  tratto B - C  - si segue il confine provinciale,  fino alla S.P. 71
Licata - Riesi;
  tratto C - D - si percorre verso nord la S.P. 71 fino alla S.P. 48,
e quest'ultima  per breve tratto  in direzione ovest fino  al confine
tra i  fogli di mappa n.  126 e n. 127  del comune di Butera,  che si
segue fino al foglio n. 124;  da questo punto si procede, all'interno
del foglio n. 124, lungo la congiungente con l'incrocio delle Quattro
Finaite (dal  quale si stacca,  verso ovest, altro tratto  della S.P.
48);
  tratto D - E - dalle  Quattro Finaite si continua in direzione nord
- est lungo  la S.P. 47 e fino  alla S.P. 72; si percorre  la S.P. 72
verso  nord  fino alla  R.T.  Caltanissetta-Riesi  - Licata,  che  si
percorre, sempre verso nord, sino a reinnestarsi nella S.P. 72 che si
segue fino al termine della strada (incrocio con la S.P. 75 e 49); si
segue  la  S.P.  49  fino  all'incrocio  con  la  S.P.  47  e  quindi
quest'ultima fino al bivio "le schette" con la S.S. 190;
  tratto E - F - da quest'ultimo incrocio si procede verso nord lungo
la S.P. 7 che si segue fino al confine provinciale con Enna;
  tratto F - A - si  segue il confine provinciale, prima verso ovest,
lungo il Braemi,  poi verso nord, lungo il Salso,  fino a chiudere il
perimetro dell'area.
  Dal territorio cosi' individuato vengono esclusi:
  1) l'ambito de "La Muculufa" cosi'  come descritto nel verbale n. 4
/  1987  della commissione  provinciale  delle  bellezze naturali  di
Caltanissetta,  in  quanto  gia'  dichiarata  di  notevole  interesse
pubblico,  ai  sensi dell'art.  1,  numeri  3  e  4, della  legge  n.
1497/1939,  con decreto  7  novembre1988,  pubblicato nella  Gazzetta
ufficiale della regione siciliana n. 56/1988;
   2) il centro abitato di Riesi delimitato:
  a)   dal  programma   di   fabbricazione   vigente  approvato   con
deliberazione consiliare n. 9 del 13 marzo 1980 e decreto n. 96 del 3
aprile 1981;
  b)  dal  piano  particolareggiato  di recupero,  redatto  ai  sensi
dell'art.    14 dell'a  legge regionale  n.  37/ 1985, approvato  con
deliberazione consiliare n. 370 del 28 novembre 1990;
  Accertato che  il verbale  del 26 giugno  1996 e'  stato pubblicato
all'albo pretorio dei comuni di  Butera, Mazzarino, Riesi e Sommatino
e  depositato nella  segreteria  dei comuni  stessi,  per il  periodo
prescritto dalla  legge n. 1497/ 1939 e, piu' precisamente:   dal  16
luglio 1996  al 14 ottobre  1996 presso il  comune di Butera,  dal 16
luglio 1996 al 16 ottobre 1996 nel comune di Mazzarino, dal 18 luglio
1996 al 18 ottobre  1996 nel comune di Riesi e  dal 10 settembre 1996
al 10 dicembre 1996 nel comune di Sommatino;
  Ritenuto che le motivazioni riportate  nel succitato verbale del 26
giugno 1996, a supporto della proposta di vincolo, sono sufficienti e
congrue  e testimoniano  di un  ambiente singolarissimo  che presenta
tutti  i requisiti  per essere  oggetto  di una  studiata e  corretta
tutela che  impedisca alle  bellezze naturali e  paesaggistiche della
zona in questione di subire alterazioni di degrado irreversibili;
  Considerato che  il problema  della tutela  della "Bassa  Valle del
Salso o Imera Meridionale"  presenta carattere di particolare urgenza
ed attualita' dal momento che il  vincolo, da imporre su questa zona,
cosi'  come  scritto  nel  verbale  della  commissione,  si  pone  in
continuita'  col  precedente  della  "Media Valle  del  Salso",  gia'
esitato dalla commissione provinciale per  le bellezze naturali il 29
aprile 1994, con  verbale n. 19 ratificato con decreto  n. 7732 del 9
ottobre  1995,  pubblicato  nella Gazzetta  ufficiale  della  regione
siciliana n. 61 del 25 novembre 1995.
  Detto problema  interessa i territori  dei comuni di  Mazzarino (le
due  isole amministrative  degli  ex feudi  Gallitano e  Brigadieci),
Sommatino, Riesi e Butera. Sono  ricompresi nel perimetro del vincolo
la sponda ed il versante destro della valle del Salso fino al Gibbesi
e la  sponda ed il  versante sinistro  fino al limite  del territorio
provinciale.
  Si descrivono in  sequenza gli ambiti panoramici,  o "unita' minime
paesaggistiche",  delimitati  dalle  cime dei  rilievi  che  chiudono
l'ultimo  orizzonte,  godibili  dai percorsi  individuati.  I  cinque
ambiti riconosciuti, da nord a sud, sono i seguenti:
  il primo, dallo stretto di monte Grande allo stretto di Gallitano;
  il secondo, dallo  stretto di Gallitano a Trabia  Miniere: le "gole
di Riesi";
   il terzo, la conca di Trabia - Tallarita;
  il quarto, dallo stretto di  Serra Pirciata- Palladio, allo stretto
Muculufa - Drasi;
  il quinto, a valle di Muculufa  (isola dei Cuti) che ricomprende la
valle dell'Agrabona e  che termina, fuori provincia,  allo stretto di
Licata.
  1) Procedendo  all'interno della  valle, verso  sud, lungo  la S.S.
626, dopo lo stretto di Monte  Grande, la Valle del Salso si spalanca
in una vasta conca oblunga, definita dalla terrazza fluviale e chiusa
tutt'intorno dai rilievi dell'altopiano gessoso - solfifero. Il fiume
serpeggia pigro lungo la pianura,  descrivendo cinque grandi anse tra
brevi  colline argillose  modellate dalle  arature, prima  di sparire
inghiottito dallo  stretto di  Gallitano. La  conca e'  delimitata, a
destra, dai  brevi rilievi di  Pizzo San Giuseppe, Monte  Gallitano e
Cozzo della  Guardia, che  sembrano galleggiare contro  la gigantesca
mole di Draffu'  e nascondono la valle  del Cicuta a nord  e la prima
grande  ansa del  Salso  all'interno delle  Gole di  Riesi  a sud.  A
sinistra, poco  prima dello stretto di  Gallitano la conca si  apre a
sorpresa  alla  confluenza  del  Braemi.  Di  fronte  lo  stretto  di
Gallitano e'  una vera e propria  diga naturale che taglia  la valle,
normalmente al fiume, in direzione est - ovest; con le cime delle due
"serre"  di  bianchi  calcari frastagliatissimi  che  emergono  dalle
pendici  argillose dei  rilievi. Salendo  per piccole  strade sinuose
verso  Monte  Gallitano  si  perviene all'omonimo  borgo  rurale.  Il
panorama  e'   qui  segnato  dalle  vaste   distese  dei  seminativi,
punteggiate, alle quote piu' basse,  dal verde chiaro dei mandorli ed
ancora piu'  a valle,  dalle masse d'argento  degli ulivi.  I vigneti
rari cominciano a comparire in prossimita' della strada e delle poche
case coloniche riadattate.
  2) Oltrepassato lo stretto, il fiume si incassa profondamente nelle
gole di Riesi  e "trapassa a levante di Qarqudi,  li' storcendo corre
diritto  a   ponente"  (Edrisi).  E'  questo   forse  l'aspetto  piu'
spettacolare  del  Salso,  che   per  circa  dieci  chilometri  corre
all'interno della gola,  volgendo il suo corso prima a  nord e poi di
nuovo a sud prima di riaprirsi  a Trabia - Miniere, nella breve conca
dell'"Isola Persa".
  Geologicamente l'area  e' costituita  dai termini  della formazione
gessoso  - solfifera  (tripoli, calcare  e gesso),  dalle sottostanti
argille  di  base e  dai  sovrastanti  trubi; con  intercalazioni  di
argille brecciate.
  Tettonicamente   vi  si   riconoscono   strutture  di   particolare
interesse:  l'ampia sinclinale  di  contrada Cipolla  e  la serie  di
pieghe tettoniche tra  il fiume e Sommatino. La serie  inizia con una
sinclinale di  forma sub  circolare, talora  sfrangiata ai  bordi per
fenomeni  tettonici  secondari locali  e  soprattutto  a causa  delle
variazioni laterali  di facies,  che dal  fiume guadagna  la montagna
Solfarella;  continua  fino  all'anticlinale della  "Montagna",  dove
affiora il Tripoli, termine inferiore della serie gessoso - solfifera
e  si  conclude con  la  sinclinale  del  lago Montagna,  ancor  oggi
testimoniato  dalla   presenza  di  depositi  lacustri,   di  modesto
spessore, di natura limoso -  argillosa. Sul versante orientale della
Solfarella  rimangono  le  tracce  di  una  millenaria  attivita'  di
estrazione dello  zolfo, testimoniata  da utensili  databili all'eta'
del bronzo.
  La provinciale 32, girando intorno a Pizzo San Giuseppe, lambita la
Masseria Canalotto,  conduce alla piu' cospicua  emergenza antropica,
ricca  di valori  ambientali e  storici: la  masseria Le  Stanze che,
protetta a  nord da un costone  roccioso, domina maestosa le  gole di
Riesi.
  Sull'altra riva superata dopo il ponte Arciero sul torrente Braemi,
l'omonima borgata, ed imboccata la S.P.  7 verso sud, il paesaggio e'
segnato da rare e significative presenze antropiche: le case Cipolla,
architettura  rurale degli  inizi  del '900;  le zolfare  abbandonate
della  Pazienza  e di  Portella  di  pietra;  le case  Spampinato.  I
torrenti  Tonduto   e  Capreria  scorrono  attraversando   i  rilievi
dolcemente  ondulati  dei  seminativi, sporadicamente  interrotti  da
ulivi e mandorli.  Poi il panorama si apre a  destra sull'ampia valle
del Castellazzo che precipita in mille rivoli nel Salso, delimitata a
sud dalla Montagna Santa Veronica e  l'abitato di Riesi. Al bivio "le
schette", voltando  a destra  sulla statale  190 (delle  zolfare), si
avverte  la  campagna  prossima   all'abitato  nei  numerosi  poderi,
punteggiati da case ora antiche, ora nuove o ancora in costruzione. I
campi si coprono d'alberi,  mandorli, ulivi, frutteti, vigne. Proprio
in  prossimita' dell'incrocio,  a nord  della provinciale  7 e  della
statale 190,  ai piedi  del monte  Castellazzo, la  stagione piovosa,
cosi' rara e breve in quest'area,  fa rivivere il lago Papardoni: una
conca  geomorfologica  di  terreni  sabbiosi,  calcarei,  arenacei  e
tufacei colmata da sedimenti di  fertili terre nere, del tutto simile
al lago Montagna.
  Procedendo  verso  Riesi,  le  grandi cisterne  metalliche  di  una
cantina   sociale  indicano   gli  estesi   vigneti  del   pianoro  a
mezzogiorno. Ad  una svolta della  strada appare l'abitato  di Riesi,
caotico e  indistinto. Sulla  sinistra, fra  gli ulivi  della collina
spiccano  le  bianche  architetture  del centro  Valdese.  Dal  nuovo
viadotto che supera  a nord l'abitato di Riesi, la  vista si riapre a
destra, sulla valle del Castellazzo, il panorama e' ora occupato, per
intero  dalla Montagna  Santa Veronica  segnata dal  brutto serbatoio
sulla sommita'. A  settentrione il panorama abbraccia  le Madonie, la
Gobba di  Capodarso, il piatto tavolato  di Enna e l'Etna.  Alla fine
del viadotto,  lasciata a destra  la montagna Santa Veronica,  con il
fianco segnato  da una vecchia cava,  il Piano di Margio  denuncia la
presenza di un altro lago, poi prosciugato.
  Al centro del piano il  Burrone Capreria raggiunge il Castellazzo e
quindi il Salso.  Al margine settentrionale del piano  il cimitero di
Riesi e' segnato  dal folto dei cipressi. Sulla sinistra  la costa di
mandorle e' cariata da cavi oscuri di antiche necropoli.
  3) Dopo lo  stretto di Trabia la valle si  riapre nella breve conca
dell'"Isola  Persa"  e  il  Salso  riceve  il  Gibbesi,  il  maggiore
affluente  di  destra di  questo  tratto  del fiume.  Percorrendo  in
direzione di  Sommatino la  S.S. 190, dopo  la contrada  Palladio, il
paesaggio si  apre dispiegandosi a ventaglio  nella conca dell'"Isola
Persa".
  La valletta  del Gibbesi  si dispiega  alla vista,  punteggiata dai
ruderi dei  mulini, fino a  rocca Messana  che occlude il  tratto del
fiume ora  sbarrato dalla  nuova diga. Al  piede delle  colline della
Mintina  si legge  ancora la  grande  ansa del  fiume che  circondava
l'"Isola Persa". Dopo la breve  galleria della statale, gli imponenti
fabbricati  e  le  strutture  metalliche dell'ex  miniera  di  Trabia
Tallarita (che  nel periodo  di attivita',  fu il  maggiore complesso
estrattivo   per   la    produzione   dello   zolfo)   caratterizzano
peculiarmente  l'anfiteatro  nord   orientale  della  conca.  Solenni
testimoni della Sicilia  dello zolfo. Le teleferiche,  i tralicci, le
strutture   ferroviarie,  la   centrale   elettrica,  l'impianto   di
flottazione  occupano  la  scena: dissonanze  violente  nel  contesto
naturale.  La miniera  ha  costituito per  decenni l'unica  attivita'
diversa dal  lavoro dei  campi che assicurava  ad una  moltitudine di
deseredati una pur  magra fonte di sostentamento; la  sua chiusura ha
significato  isolamento, miseria,  abbandono,  testimoniato oggi  dai
fatiscenti  fabbricati e  dai  superstiti  ed arruginiti  macchinari,
fantasmi di un'archeologia industriale  ancora da inventare (la legge
regionale n.  17 del 15 maggio  1991 ha istituito il  museo regionale
delle miniere a Trabia - Tallarita), presenze di assoluta desolazione
e  sconforto.  L'aria e'  densa  di  effluvi sulfurei.  Il  paesaggio
divenuto silente, appare fermo ed incantato: e' questa una delle piu'
straordinarie immagini della Sicilia centro meridionale.
  Volgendo lo sguardo a 360 dal ponte sul Salso, lo sguardo abbraccia
in successione (da ovest a sud, per il nord):
  il   vallone  del   Torrente   Mintina,   delimitato  dai   rilievi
dell'omonima contrada  e della Montagna  contro i quali  si avviluppa
tortuoso il tracciato  dell'ex ferrovia che segna il  paesaggio con i
solenni archi  dei viadotti di  pietra bianca che si  stagliano sullo
sfondo gessoso grigiastro dell'arida costa;
  i  ruderi dei  fabbricati  abbandonati della  miniera  e la  grande
batteria di forni che emergono  dal boschetto piantato sui rosticci e
sui quali incombono i solchi di erosione di Monte Solfarella e l'arco
collinare della contrada Tramontana;
  la gola del fiume e le morfosculture della contrada ardente;
  i rilievi della contrada Caldara  con le piu' consistenti strutture
minerarie: le  torri, i forni,  la centrale elettrica,  il gigantesco
fabbricato del processo di flottazione, la stazione;
  la cresta della contrada Palladio parzialmente rasata dalla cava;
   lo stretto fra il Palladio e' serra Pirciata;
  l'enorme stegosauro di serra Pirciata (territorio di Agrigento).
  Tutto il panorama  e' pero' dominato dal letto sassoso  del fiume e
dai ruderi  del ponte  crollato della ferrovia,  fredda testimonianza
della fine  dell'attivita' mineraria  che, con  le arcate  tagliate a
ridosso dei piloni, ricorda le immagini care ai vedutisti romantici.
  Percorrendo la S.S. 626 in  direzione nord, dopo Ravanusa la strada
scende  alla  valle  del  Gibbesi,  dominata  dalla  parete  calcarea
verticale  di  Rocca Messana,  che  sembra  poggiare sul  sottostante
viadotto  dell'ex ferroviaria  delle miniere.  Seguendo il  corso del
fiume la strada raggiunge il  Salso a Trabia, con spettacolare veduta
sulle  attrezzature minerarie  che  spiccano contro  i rilievi  della
Solfarella e del Palladio.
  4) Al  di la' dello  stretto fra serra  Pirciata e il  Palladio che
chiude la breve  conca, il fiume precipita verso il  mare su un letto
pietroso cosparso di massi.
  Monte Stornello presenta  sul fato nord, a  strapiombo sulla valle,
una  grande e  sinuosa piega  tettonica di  cinque potenti  banchi di
calcare.  All'interno  della  montagna l'ex  ferrovia  delle  miniere
descrive una singolare spirale in  galleria. Alla base della montagna
il Torrente Ficuzza raggiunge il  Salso in prossimita' dei ruderi del
Mulino Palladio. E gia' la valle e' sbarrata da un altro stretto; tra
il Poggio della schiena e la Praine, propaggini occidentali di Poggio
Madone. A  sinistra le  formazioni calanchive di  Brigadieci concluse
dal rimboschimento  di Poggio  Albariella, che nasconde  l'alto corso
del Ficuzza.  La case  Albanella, grazie alla  eccezionale ubicazione
sullo  spartiacque dei  torrenti  Ficuzza e  Finaita, la  consistenza
volumetrica   e   la   qualita'    ed   articolazione   delle   masse
architettoniche segnano  il valore piu' alto  dell'edilizia rurale in
quest'area. Dopo la grande ansa  di Providenza ancora uno stretto fra
Poggio della Tenutella e le Alfe, dopo il quale il fiume corre dritto
contro la Montagnella  e con una breve ansa supera  il quarto stretto
del Raffo di Tasca. Poco prima dello stretto il fiume e' superato dal
ponte della provinciale Ravanusa - Riesi, spettacolare punto di vista
di questo tratto del Salso. Sulla riva sinistra, tra le rare case che
punteggiano   Poggio   Grazioso    significative   testimonianze   di
architettura  rurale di  rilevanza etnoantropologica  sono costituite
dalle case  Alfe e Salomone  e, piu'  a monte, dalle  case Brigadieci
vecchie e Casa La Rosa.
  Dopo  lo stretto  del Raffo  di  Tasca, a  Cannitello, il  panorama
propone mille suggestioni: i nuovi rimboschimenti della Zotta Masiddo
e Piano  Valentino; i calcari di  Poggio Sciarra e Zotta  di Cardone;
gli  estesi  calanchi,  coloratissimi,   del  Vallone  Valentino;  la
spettacolare  ansa  dell'Isola  Finnuta  che  si  staglia  contro  la
Muculufa  (vincolata ai  sensi  della  legge n.  1497  con decreto  7
novembre  1988, pubblicato  nella  Gazzetta  ufficiale della  regione
siciliana n. 56/1988).
  5)  A valle  dello Spavento,  l'ultimo stretto,  tra la  Muculufa e
monte dei Drasi, dopo le due  gigantesche anse dell'Isola dei Cuti, a
Piano  dei  Monaci  il  confine provinciale  risale  lungo  il  corso
dell'Agrabona che al Turchio Grande  si apre a ventaglio perimetrato,
quasi sullo spartiacque, dalla provinciale  71. La strada, al confine
provinciale, si apre a destra sul  Golfo di Gela, con vista magnifica
sul Castello  di Falconara e la  torre di Manfria, mentre  a sinistra
l'orizzonte  e' occluso  dal  monte Agrabona.  Percorrendo la  strada
verso nord, subito  dopo il tornantino, al  km 3, la vista  si apre a
sinistra  sull'ampia valle  dell'Agrabona che  scende al  Salso e  si
spalanca,  poi,  in  un   vastissimo  panorama  che  abbraccia  monte
Cammarata, le Madonie e l'Etna. In  fondo alla valle, sotto il piatto
tavolato di  Marcato Bianco, un solitario,  gigantesco, candido masso
calcareo  sembra  galleggiare  sulle   argille  ondulate  coperte  di
frumento.
  In  fondo spiccano  i volumi  della masseria  Turchio Grande  con i
granai  segnati dai  robusti contrafforti  di pietra  squadrata e  la
teoria di cipressi  che la contorna a valle. La  strada scende ancora
allo  spartiacque  dell'Agrabona  e  risale contro  la  rosate  rocce
calcaree di Marcato Bianco, raggiungendo al km 10 la provinciale 48.
  Procedendo  verso  occidente, le  pendici  di  Marcato Bianco  sono
cosparse  di grotticelle  preistoriche. Al  km 9  la vista  si riapre
sulla valle del  Salso mentre in primissimo piano  i rossi fabbricati
della fattoria Ficuzza si stagliano  netti contro il mutilo monte dei
Drasi ghigliottinato dalla cava e riconoscibile solo nella memoria di
chi ricorda lo straordinario pendant  della Muculufa. Si raggiunge la
provinciale 47 in prossimita' del  km 16. Continuando verso nord, fra
i km 15  e 14, la vista  si apre a sinistra sulla  Muculufa; in primo
piano i nuovi vigneti a pergolato e folti macchioni di fichi d'india.
Le quattro  finaite sono  segnalate dal rudere  di un  fabbricato per
l'appoderamento del  latifondo siciliano. Per la  stradina a sinistra
si  raggiunge   Suor  Marchesa,   masseria  dall'aspetto   del  borgo
fortificato, e il  Piano di Cultura. Il panorama  e' denominato dalla
Muculufa.  Di  fronte, in  successione,  monte  Saraceno, il  vallone
Valentino, con i  fitti calanchi sovrastanti dai  banconi calcarei di
poggio  Sciarra, e  Brigadieci. La  strada si  incunea nella  valle e
lambendo  il piede  della Muculufa  raggiunge il  Salso poco  a valle
dello stretto  dello Spavento. Qui il  fiume sembra un lago:  ampio e
profondo. Con le rive folte di canneti e flora acquatica.
  Continuando dalle quattro finaite  verso nord, lungo le provinciali
72, 49 e  47 si ritorna al bivio le  schette, percorrendo la sommita'
dell'altopiano quasi sullo  spartiacque tra il Salso  e i torrentelli
che sfociano nel  golfo di Gela. La vista spazia  su vasti orizzonti,
quasi sempre conclusi dall'Etna. La campagna propone quasi ogni forma
di coltivazione. Dai grandi appezzamenti seminativi che restituiscono
viva la  memoria del  feudo, ai  campi degli  ortivi; dai  vigneti ai
mandorleti;  dagli  ulivi  ai  pistacchi. In  primavera  i  fiorranci
occupano ogni  nicchia trascurata dall'aratro, assiepandosi  lungo le
strade in folte macchie gialle: girasoli in miniatura. Gia' alla fine
di  maggio  il grano  imbiondisce  il  paesaggio  e le  colline  sono
percorse da  onde maestose ad ogni  filo di vento. E  poi le stoppie,
l'arido della  Sicilia interna,  il nero  del bruciato  di ferragosto
prima dei colori delle terre dell'aratura autunnale;
  Visto l'elenco dei beni culturali  ed ambientali di maggior rilievo
all'interno del vincolo della Bassa Valle del Salso:
  aree  di  Belvedere:  Rocca  Messana,  Cozzo  Cipolla  Soprano,  la
Montagna  Monte Cammarera,  Monte Stornello,  Monte Galluzzo,  Poggio
Grazioso,  Poggio  Diliella,  km  3,5  della  S.P.  71,  Poggio  Suor
Marchesa, Pizzo  San Giuseppe, Monte Gallitano,  Cozzo della Guardia,
Case Albanella, Poggio Ficuzza, Montagna Santa Veronica, La Muculufa,
Pizzo Marcato Bianco;
  beni di interesse geologico,  geomorfologico e naturalistico: Pizzo
San  Giuseppe, Monte  Gallitano, Cozzo  della Guardia,  Cozzo Cipolla
Soprano, Rocca  Messana, Monte  Solfarella, Cozzo  Capreria, Montagna
Santa  Veronica, La  Montagna,  Cresta del  Palladio, La  Barachella,
Zotta  di Cardone,  La Muculufa,  Grotta di  Ciacero, Poggio  Madone,
Poggio Grazioso,  Vallone della  Urretta; contrada  Ardente, contrada
Gallitano, contrada S. Anna,  Vallone Cicuta, contrada Bosco, Vallone
Brigadieci, Vallone  Valentino, Doline del Piano  della Pinta, Solchi
di erosione di Monte Solfarella;
  corsi d'acqua (tutelati  ai sensi dell'art. 1, lettera  C), legge 8
agosto  1985,  n. 431):  Salso,  Gibbesi,  Torrente Mintina,  Vallone
Ravecca,  Torrente  Cicuta,  Torrente Braemi,  Vallone  Tonduto,  Rio
Castellazzo,  Burrone  Capreria,  Torrente Ficuzza,  Rio  Giarratano,
Torrente  Finaita,  Torrente  Pietrosa,  Torrente  Libiano,  Torrente
dell'Agrabona;
  beni  architettonici: ruderi  del ponte  Palladio dell'ex  Ferrovia
delle Miniere, ex Stazione Trabia Miniere, architetture del Villaggio
Valdese di Riesi (arch. Leonardo Ricci);
   beni urbanistici: Borgo Gallitano;
  siti di interesse archeologico: insediamenti preistorici nelle gole
di Riesi,  necropoli della  Costa di  Mandorle (Riesi),  necropoli di
Marcato  Bianco  (Butera),  necropoli   bizantina  di  Suor  Marchesa
(Butera);
  beni di  interesse etnoantropologico:  Miniera Trabia  - Tallarita,
Miniera Lago Montagna, Miniera Gallitano, Miniera Solfarella, Zolfara
della Pazienza, Zolfara della Portella di pietra, Masserie Le Stanze,
Canalotto,  Fattoria Palladio,  Fattoria Diliella,  Fattoria Ficuzza,
Suor Marchesa, Case Alfe, Salomone, Albanella, Brigadieci vecchie, La
Rosa, Spampinato, Cipolla  Soprano, Diliella Piccola, Pietrapicciola,
Sillitti, Carnacino, Cipresso,  Cisterna, Turchio Grande, Solfarella,
Palladio,  Mulino  dello  Stato (Gibbesi),  Mulino  Conte  (Gibbesi),
Mulino Palladio (Salso);
  Vista l'opposizione  del sindaco di Riesi,  peraltro prodotta oltre
il termine  di tre mesi  dalla data  di pubblicazione del  vincolo ex
art. 3,  legge 29 giugno 1939,  n. 1497, che contesta  il vincolo per
una superiore  considerazione della  valenza del  proprio territorio,
meritevole di tutela in tutta la sua estensione tramite P.R.G., e non
attraverso vincoli penalizzanti quali  quelli paesaggistici e inoltre
causa di emigrazione per i giovani in cerca di prima occupazione.
  Il sindaco  confida nella  valorizzazione della cultura  agricola e
nella rivalutazione turistica per un rilancio dell'economia di Riesi;
  Viste  le controdeduzioni  della  Soprintendenza di  Caltanissetta,
comunque prodotte,  con nota n. 394  del 31 gennaio 1997,  tramite le
quali  si e'  sottolineato  l'estraneita'  dei vincoli  paesaggistici
dalle  norme   di  P.R.G.,  la  differente   finalita'  del  presente
provvedimento  rispetto alle  previsioni del  P.R.G., la  pubblicita'
delle linee guida del piano  territoriale paesistico regionale - gia'
assimilabili  per   la  migliore   fruizione  e   valorizzazione  del
territorio  -, nonche'  l'importanza della  tutela paesaggistica  del
fiume Salso e  delle aree ad esso limitrofe,  perche' inimitabile per
l'esercizio dell'attivita' agro - silvopastorale che, non comportando
alterazione dello  stato dei luoghi, non  necessita di autorizzazioni
soprintendentizie  ex   art. 7, legge n.  1497/1939 e  che, pertanto,
non puo'  imputarsi quale causa  di allontanamento delle  nuove forze
lavorative;
  Considerato   che  sono   da  rigettare   integralmente  tutte   le
osservazioni avanzate  dal sindaco del  comune di Riesi, con  nota n.
318 dell'8 gennaio 1997 che  non e' configurabile come opposizione ex
art. 3, legge 29 giugno 1939, n. 1497;
  Considerato,  quindi,  nel confermare  la  proposta  di vincolo  in
argomento, di potere accogliere  nella loro globalita' le suaccennate
motivazioni, sufficienti e  congrue, correttamente approfondite dalla
relazione tecnica, disegni e  stralci planirretrici che formano parte
integrante del presente decreto, e per le quali si rimanda al verbale
del 26 giugno 1996;
  Ritenuto, pertanto, che, nella  specie ricorrono evidenti motivi di
pubblico interesse  che suggeriscono  l'opportunita' di  sottoporre a
vincolo paesaggistico la  Bassa Valle del Salso  o Imera Meridionale,
in conformita' alla  proposta del 26 giugno  1996, verbalizzata dalla
commissione  provinciale  per la  tutela  delle  bellezze naturali  e
panoramiche di Caltanissetta;
  Rilevato che l'apposizione del  vincolo comporta soltanto l'obbligo
per i proprietari, possessori o  detentori, a qualsiasi titolo, degli
immobili  ricadenti   nella  zona   vincolata,  di   presentare  alla
competente Soprintendenza per i beni  culturali ed ambientali, per la
preventiva  autorizzazione, qualsiasi  progetto  di  opere che  possa
modificare l'aspetto esteriore della zona stessa;
                              Decreta:
                               Art. 1.
  Per  le  motivazioni espresse  in  premessa,  l'area descritta  nel
verbale  del 26  giugno  1996 della  commissione  provinciale per  la
tutela  delle  bellezze naturali  e  panoramiche  di Caltanissetta  e
delimitata  con linea  rossa nelle  planimetrie allegate  che formano
parte  integrante del  presente  decreto, e'  dichiarata di  notevole
interesse pubblico, ai sensi e per  gli effetti dell'art. 1, numeri 3
e 4, della legge 29 giugno 1939, n.  1497 e dell'art. 9, numeri 4 e 5
del relativo regolamento di esecuzione, approvato con regio decreto 3
giugno 1940, n. 1357.