L'ASSESSORE PER I BENI CULTURALI ED AMBIENTALI E PER LA PUBBLICA ISTRUZIONE Visto lo statuto della regione; Visto il decreto del Presidente della Repubblica 30 agosto 1975, n. 673, recante norme di attuazione dello statuto della regione siciliana in materia di tutela del paesaggio, di antichita' e belle arti; Visto il testo unico delle leggi sull'ordinamento del governo e dell'amministrazione della regione siciliana, approvato con decreto del presidente della regione 28 febbraio 1979, n. 70; Vista la legge regionale 1 agosto 1977, n. 80; Vista la legge regionale 7 novembre 1980, n. 116; Vista la legge 29 giugno 1939, n. 1497, sulla protezione delle bellezze naturali e panoramiche; Visto il regolamento di esecuzione della predetta legge n. 1497, approvato con regio decreto 3 giugno 1940, n. 1357; Vista la legge 8 agosto 1985, n. 431; Esaminato il verbale redatto nella seduta del 26 giugno 1996, nel quale la commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali di Caltanissetta ha proposto di sottoporre a vincolo paesaggistico la Bassa Valle del Salso o Imera Meridionale delimitata perimetralmente secondo la descrizione che segue: tratto A - B - dalla confluenza nel Salso del torrente Cicuta, si risale lungo il confine comunale tra Caltanissetta e Sommatino, fino alla regia trazzera Caltanissetta-Ravanusa - Licata (ora S.P. 135), che si percorre, in direzione sud, fino al confine provinciale tra Caltanissetta e Agrigento; tratto B - C - si segue il confine provinciale, fino alla S.P. 71 Licata - Riesi; tratto C - D - si percorre verso nord la S.P. 71 fino alla S.P. 48, e quest'ultima per breve tratto in direzione ovest fino al confine tra i fogli di mappa n. 126 e n. 127 del comune di Butera, che si segue fino al foglio n. 124; da questo punto si procede, all'interno del foglio n. 124, lungo la congiungente con l'incrocio delle Quattro Finaite (dal quale si stacca, verso ovest, altro tratto della S.P. 48); tratto D - E - dalle Quattro Finaite si continua in direzione nord - est lungo la S.P. 47 e fino alla S.P. 72; si percorre la S.P. 72 verso nord fino alla R.T. Caltanissetta-Riesi - Licata, che si percorre, sempre verso nord, sino a reinnestarsi nella S.P. 72 che si segue fino al termine della strada (incrocio con la S.P. 75 e 49); si segue la S.P. 49 fino all'incrocio con la S.P. 47 e quindi quest'ultima fino al bivio "le schette" con la S.S. 190; tratto E - F - da quest'ultimo incrocio si procede verso nord lungo la S.P. 7 che si segue fino al confine provinciale con Enna; tratto F - A - si segue il confine provinciale, prima verso ovest, lungo il Braemi, poi verso nord, lungo il Salso, fino a chiudere il perimetro dell'area. Dal territorio cosi' individuato vengono esclusi: 1) l'ambito de "La Muculufa" cosi' come descritto nel verbale n. 4 / 1987 della commissione provinciale delle bellezze naturali di Caltanissetta, in quanto gia' dichiarata di notevole interesse pubblico, ai sensi dell'art. 1, numeri 3 e 4, della legge n. 1497/1939, con decreto 7 novembre1988, pubblicato nella Gazzetta ufficiale della regione siciliana n. 56/1988; 2) il centro abitato di Riesi delimitato: a) dal programma di fabbricazione vigente approvato con deliberazione consiliare n. 9 del 13 marzo 1980 e decreto n. 96 del 3 aprile 1981; b) dal piano particolareggiato di recupero, redatto ai sensi dell'art. 14 dell'a legge regionale n. 37/ 1985, approvato con deliberazione consiliare n. 370 del 28 novembre 1990; Accertato che il verbale del 26 giugno 1996 e' stato pubblicato all'albo pretorio dei comuni di Butera, Mazzarino, Riesi e Sommatino e depositato nella segreteria dei comuni stessi, per il periodo prescritto dalla legge n. 1497/ 1939 e, piu' precisamente: dal 16 luglio 1996 al 14 ottobre 1996 presso il comune di Butera, dal 16 luglio 1996 al 16 ottobre 1996 nel comune di Mazzarino, dal 18 luglio 1996 al 18 ottobre 1996 nel comune di Riesi e dal 10 settembre 1996 al 10 dicembre 1996 nel comune di Sommatino; Ritenuto che le motivazioni riportate nel succitato verbale del 26 giugno 1996, a supporto della proposta di vincolo, sono sufficienti e congrue e testimoniano di un ambiente singolarissimo che presenta tutti i requisiti per essere oggetto di una studiata e corretta tutela che impedisca alle bellezze naturali e paesaggistiche della zona in questione di subire alterazioni di degrado irreversibili; Considerato che il problema della tutela della "Bassa Valle del Salso o Imera Meridionale" presenta carattere di particolare urgenza ed attualita' dal momento che il vincolo, da imporre su questa zona, cosi' come scritto nel verbale della commissione, si pone in continuita' col precedente della "Media Valle del Salso", gia' esitato dalla commissione provinciale per le bellezze naturali il 29 aprile 1994, con verbale n. 19 ratificato con decreto n. 7732 del 9 ottobre 1995, pubblicato nella Gazzetta ufficiale della regione siciliana n. 61 del 25 novembre 1995. Detto problema interessa i territori dei comuni di Mazzarino (le due isole amministrative degli ex feudi Gallitano e Brigadieci), Sommatino, Riesi e Butera. Sono ricompresi nel perimetro del vincolo la sponda ed il versante destro della valle del Salso fino al Gibbesi e la sponda ed il versante sinistro fino al limite del territorio provinciale. Si descrivono in sequenza gli ambiti panoramici, o "unita' minime paesaggistiche", delimitati dalle cime dei rilievi che chiudono l'ultimo orizzonte, godibili dai percorsi individuati. I cinque ambiti riconosciuti, da nord a sud, sono i seguenti: il primo, dallo stretto di monte Grande allo stretto di Gallitano; il secondo, dallo stretto di Gallitano a Trabia Miniere: le "gole di Riesi"; il terzo, la conca di Trabia - Tallarita; il quarto, dallo stretto di Serra Pirciata- Palladio, allo stretto Muculufa - Drasi; il quinto, a valle di Muculufa (isola dei Cuti) che ricomprende la valle dell'Agrabona e che termina, fuori provincia, allo stretto di Licata. 1) Procedendo all'interno della valle, verso sud, lungo la S.S. 626, dopo lo stretto di Monte Grande, la Valle del Salso si spalanca in una vasta conca oblunga, definita dalla terrazza fluviale e chiusa tutt'intorno dai rilievi dell'altopiano gessoso - solfifero. Il fiume serpeggia pigro lungo la pianura, descrivendo cinque grandi anse tra brevi colline argillose modellate dalle arature, prima di sparire inghiottito dallo stretto di Gallitano. La conca e' delimitata, a destra, dai brevi rilievi di Pizzo San Giuseppe, Monte Gallitano e Cozzo della Guardia, che sembrano galleggiare contro la gigantesca mole di Draffu' e nascondono la valle del Cicuta a nord e la prima grande ansa del Salso all'interno delle Gole di Riesi a sud. A sinistra, poco prima dello stretto di Gallitano la conca si apre a sorpresa alla confluenza del Braemi. Di fronte lo stretto di Gallitano e' una vera e propria diga naturale che taglia la valle, normalmente al fiume, in direzione est - ovest; con le cime delle due "serre" di bianchi calcari frastagliatissimi che emergono dalle pendici argillose dei rilievi. Salendo per piccole strade sinuose verso Monte Gallitano si perviene all'omonimo borgo rurale. Il panorama e' qui segnato dalle vaste distese dei seminativi, punteggiate, alle quote piu' basse, dal verde chiaro dei mandorli ed ancora piu' a valle, dalle masse d'argento degli ulivi. I vigneti rari cominciano a comparire in prossimita' della strada e delle poche case coloniche riadattate. 2) Oltrepassato lo stretto, il fiume si incassa profondamente nelle gole di Riesi e "trapassa a levante di Qarqudi, li' storcendo corre diritto a ponente" (Edrisi). E' questo forse l'aspetto piu' spettacolare del Salso, che per circa dieci chilometri corre all'interno della gola, volgendo il suo corso prima a nord e poi di nuovo a sud prima di riaprirsi a Trabia - Miniere, nella breve conca dell'"Isola Persa". Geologicamente l'area e' costituita dai termini della formazione gessoso - solfifera (tripoli, calcare e gesso), dalle sottostanti argille di base e dai sovrastanti trubi; con intercalazioni di argille brecciate. Tettonicamente vi si riconoscono strutture di particolare interesse: l'ampia sinclinale di contrada Cipolla e la serie di pieghe tettoniche tra il fiume e Sommatino. La serie inizia con una sinclinale di forma sub circolare, talora sfrangiata ai bordi per fenomeni tettonici secondari locali e soprattutto a causa delle variazioni laterali di facies, che dal fiume guadagna la montagna Solfarella; continua fino all'anticlinale della "Montagna", dove affiora il Tripoli, termine inferiore della serie gessoso - solfifera e si conclude con la sinclinale del lago Montagna, ancor oggi testimoniato dalla presenza di depositi lacustri, di modesto spessore, di natura limoso - argillosa. Sul versante orientale della Solfarella rimangono le tracce di una millenaria attivita' di estrazione dello zolfo, testimoniata da utensili databili all'eta' del bronzo. La provinciale 32, girando intorno a Pizzo San Giuseppe, lambita la Masseria Canalotto, conduce alla piu' cospicua emergenza antropica, ricca di valori ambientali e storici: la masseria Le Stanze che, protetta a nord da un costone roccioso, domina maestosa le gole di Riesi. Sull'altra riva superata dopo il ponte Arciero sul torrente Braemi, l'omonima borgata, ed imboccata la S.P. 7 verso sud, il paesaggio e' segnato da rare e significative presenze antropiche: le case Cipolla, architettura rurale degli inizi del '900; le zolfare abbandonate della Pazienza e di Portella di pietra; le case Spampinato. I torrenti Tonduto e Capreria scorrono attraversando i rilievi dolcemente ondulati dei seminativi, sporadicamente interrotti da ulivi e mandorli. Poi il panorama si apre a destra sull'ampia valle del Castellazzo che precipita in mille rivoli nel Salso, delimitata a sud dalla Montagna Santa Veronica e l'abitato di Riesi. Al bivio "le schette", voltando a destra sulla statale 190 (delle zolfare), si avverte la campagna prossima all'abitato nei numerosi poderi, punteggiati da case ora antiche, ora nuove o ancora in costruzione. I campi si coprono d'alberi, mandorli, ulivi, frutteti, vigne. Proprio in prossimita' dell'incrocio, a nord della provinciale 7 e della statale 190, ai piedi del monte Castellazzo, la stagione piovosa, cosi' rara e breve in quest'area, fa rivivere il lago Papardoni: una conca geomorfologica di terreni sabbiosi, calcarei, arenacei e tufacei colmata da sedimenti di fertili terre nere, del tutto simile al lago Montagna. Procedendo verso Riesi, le grandi cisterne metalliche di una cantina sociale indicano gli estesi vigneti del pianoro a mezzogiorno. Ad una svolta della strada appare l'abitato di Riesi, caotico e indistinto. Sulla sinistra, fra gli ulivi della collina spiccano le bianche architetture del centro Valdese. Dal nuovo viadotto che supera a nord l'abitato di Riesi, la vista si riapre a destra, sulla valle del Castellazzo, il panorama e' ora occupato, per intero dalla Montagna Santa Veronica segnata dal brutto serbatoio sulla sommita'. A settentrione il panorama abbraccia le Madonie, la Gobba di Capodarso, il piatto tavolato di Enna e l'Etna. Alla fine del viadotto, lasciata a destra la montagna Santa Veronica, con il fianco segnato da una vecchia cava, il Piano di Margio denuncia la presenza di un altro lago, poi prosciugato. Al centro del piano il Burrone Capreria raggiunge il Castellazzo e quindi il Salso. Al margine settentrionale del piano il cimitero di Riesi e' segnato dal folto dei cipressi. Sulla sinistra la costa di mandorle e' cariata da cavi oscuri di antiche necropoli. 3) Dopo lo stretto di Trabia la valle si riapre nella breve conca dell'"Isola Persa" e il Salso riceve il Gibbesi, il maggiore affluente di destra di questo tratto del fiume. Percorrendo in direzione di Sommatino la S.S. 190, dopo la contrada Palladio, il paesaggio si apre dispiegandosi a ventaglio nella conca dell'"Isola Persa". La valletta del Gibbesi si dispiega alla vista, punteggiata dai ruderi dei mulini, fino a rocca Messana che occlude il tratto del fiume ora sbarrato dalla nuova diga. Al piede delle colline della Mintina si legge ancora la grande ansa del fiume che circondava l'"Isola Persa". Dopo la breve galleria della statale, gli imponenti fabbricati e le strutture metalliche dell'ex miniera di Trabia Tallarita (che nel periodo di attivita', fu il maggiore complesso estrattivo per la produzione dello zolfo) caratterizzano peculiarmente l'anfiteatro nord orientale della conca. Solenni testimoni della Sicilia dello zolfo. Le teleferiche, i tralicci, le strutture ferroviarie, la centrale elettrica, l'impianto di flottazione occupano la scena: dissonanze violente nel contesto naturale. La miniera ha costituito per decenni l'unica attivita' diversa dal lavoro dei campi che assicurava ad una moltitudine di deseredati una pur magra fonte di sostentamento; la sua chiusura ha significato isolamento, miseria, abbandono, testimoniato oggi dai fatiscenti fabbricati e dai superstiti ed arruginiti macchinari, fantasmi di un'archeologia industriale ancora da inventare (la legge regionale n. 17 del 15 maggio 1991 ha istituito il museo regionale delle miniere a Trabia - Tallarita), presenze di assoluta desolazione e sconforto. L'aria e' densa di effluvi sulfurei. Il paesaggio divenuto silente, appare fermo ed incantato: e' questa una delle piu' straordinarie immagini della Sicilia centro meridionale. Volgendo lo sguardo a 360 dal ponte sul Salso, lo sguardo abbraccia in successione (da ovest a sud, per il nord): il vallone del Torrente Mintina, delimitato dai rilievi dell'omonima contrada e della Montagna contro i quali si avviluppa tortuoso il tracciato dell'ex ferrovia che segna il paesaggio con i solenni archi dei viadotti di pietra bianca che si stagliano sullo sfondo gessoso grigiastro dell'arida costa; i ruderi dei fabbricati abbandonati della miniera e la grande batteria di forni che emergono dal boschetto piantato sui rosticci e sui quali incombono i solchi di erosione di Monte Solfarella e l'arco collinare della contrada Tramontana; la gola del fiume e le morfosculture della contrada ardente; i rilievi della contrada Caldara con le piu' consistenti strutture minerarie: le torri, i forni, la centrale elettrica, il gigantesco fabbricato del processo di flottazione, la stazione; la cresta della contrada Palladio parzialmente rasata dalla cava; lo stretto fra il Palladio e' serra Pirciata; l'enorme stegosauro di serra Pirciata (territorio di Agrigento). Tutto il panorama e' pero' dominato dal letto sassoso del fiume e dai ruderi del ponte crollato della ferrovia, fredda testimonianza della fine dell'attivita' mineraria che, con le arcate tagliate a ridosso dei piloni, ricorda le immagini care ai vedutisti romantici. Percorrendo la S.S. 626 in direzione nord, dopo Ravanusa la strada scende alla valle del Gibbesi, dominata dalla parete calcarea verticale di Rocca Messana, che sembra poggiare sul sottostante viadotto dell'ex ferroviaria delle miniere. Seguendo il corso del fiume la strada raggiunge il Salso a Trabia, con spettacolare veduta sulle attrezzature minerarie che spiccano contro i rilievi della Solfarella e del Palladio. 4) Al di la' dello stretto fra serra Pirciata e il Palladio che chiude la breve conca, il fiume precipita verso il mare su un letto pietroso cosparso di massi. Monte Stornello presenta sul fato nord, a strapiombo sulla valle, una grande e sinuosa piega tettonica di cinque potenti banchi di calcare. All'interno della montagna l'ex ferrovia delle miniere descrive una singolare spirale in galleria. Alla base della montagna il Torrente Ficuzza raggiunge il Salso in prossimita' dei ruderi del Mulino Palladio. E gia' la valle e' sbarrata da un altro stretto; tra il Poggio della schiena e la Praine, propaggini occidentali di Poggio Madone. A sinistra le formazioni calanchive di Brigadieci concluse dal rimboschimento di Poggio Albariella, che nasconde l'alto corso del Ficuzza. La case Albanella, grazie alla eccezionale ubicazione sullo spartiacque dei torrenti Ficuzza e Finaita, la consistenza volumetrica e la qualita' ed articolazione delle masse architettoniche segnano il valore piu' alto dell'edilizia rurale in quest'area. Dopo la grande ansa di Providenza ancora uno stretto fra Poggio della Tenutella e le Alfe, dopo il quale il fiume corre dritto contro la Montagnella e con una breve ansa supera il quarto stretto del Raffo di Tasca. Poco prima dello stretto il fiume e' superato dal ponte della provinciale Ravanusa - Riesi, spettacolare punto di vista di questo tratto del Salso. Sulla riva sinistra, tra le rare case che punteggiano Poggio Grazioso significative testimonianze di architettura rurale di rilevanza etnoantropologica sono costituite dalle case Alfe e Salomone e, piu' a monte, dalle case Brigadieci vecchie e Casa La Rosa. Dopo lo stretto del Raffo di Tasca, a Cannitello, il panorama propone mille suggestioni: i nuovi rimboschimenti della Zotta Masiddo e Piano Valentino; i calcari di Poggio Sciarra e Zotta di Cardone; gli estesi calanchi, coloratissimi, del Vallone Valentino; la spettacolare ansa dell'Isola Finnuta che si staglia contro la Muculufa (vincolata ai sensi della legge n. 1497 con decreto 7 novembre 1988, pubblicato nella Gazzetta ufficiale della regione siciliana n. 56/1988). 5) A valle dello Spavento, l'ultimo stretto, tra la Muculufa e monte dei Drasi, dopo le due gigantesche anse dell'Isola dei Cuti, a Piano dei Monaci il confine provinciale risale lungo il corso dell'Agrabona che al Turchio Grande si apre a ventaglio perimetrato, quasi sullo spartiacque, dalla provinciale 71. La strada, al confine provinciale, si apre a destra sul Golfo di Gela, con vista magnifica sul Castello di Falconara e la torre di Manfria, mentre a sinistra l'orizzonte e' occluso dal monte Agrabona. Percorrendo la strada verso nord, subito dopo il tornantino, al km 3, la vista si apre a sinistra sull'ampia valle dell'Agrabona che scende al Salso e si spalanca, poi, in un vastissimo panorama che abbraccia monte Cammarata, le Madonie e l'Etna. In fondo alla valle, sotto il piatto tavolato di Marcato Bianco, un solitario, gigantesco, candido masso calcareo sembra galleggiare sulle argille ondulate coperte di frumento. In fondo spiccano i volumi della masseria Turchio Grande con i granai segnati dai robusti contrafforti di pietra squadrata e la teoria di cipressi che la contorna a valle. La strada scende ancora allo spartiacque dell'Agrabona e risale contro la rosate rocce calcaree di Marcato Bianco, raggiungendo al km 10 la provinciale 48. Procedendo verso occidente, le pendici di Marcato Bianco sono cosparse di grotticelle preistoriche. Al km 9 la vista si riapre sulla valle del Salso mentre in primissimo piano i rossi fabbricati della fattoria Ficuzza si stagliano netti contro il mutilo monte dei Drasi ghigliottinato dalla cava e riconoscibile solo nella memoria di chi ricorda lo straordinario pendant della Muculufa. Si raggiunge la provinciale 47 in prossimita' del km 16. Continuando verso nord, fra i km 15 e 14, la vista si apre a sinistra sulla Muculufa; in primo piano i nuovi vigneti a pergolato e folti macchioni di fichi d'india. Le quattro finaite sono segnalate dal rudere di un fabbricato per l'appoderamento del latifondo siciliano. Per la stradina a sinistra si raggiunge Suor Marchesa, masseria dall'aspetto del borgo fortificato, e il Piano di Cultura. Il panorama e' denominato dalla Muculufa. Di fronte, in successione, monte Saraceno, il vallone Valentino, con i fitti calanchi sovrastanti dai banconi calcarei di poggio Sciarra, e Brigadieci. La strada si incunea nella valle e lambendo il piede della Muculufa raggiunge il Salso poco a valle dello stretto dello Spavento. Qui il fiume sembra un lago: ampio e profondo. Con le rive folte di canneti e flora acquatica. Continuando dalle quattro finaite verso nord, lungo le provinciali 72, 49 e 47 si ritorna al bivio le schette, percorrendo la sommita' dell'altopiano quasi sullo spartiacque tra il Salso e i torrentelli che sfociano nel golfo di Gela. La vista spazia su vasti orizzonti, quasi sempre conclusi dall'Etna. La campagna propone quasi ogni forma di coltivazione. Dai grandi appezzamenti seminativi che restituiscono viva la memoria del feudo, ai campi degli ortivi; dai vigneti ai mandorleti; dagli ulivi ai pistacchi. In primavera i fiorranci occupano ogni nicchia trascurata dall'aratro, assiepandosi lungo le strade in folte macchie gialle: girasoli in miniatura. Gia' alla fine di maggio il grano imbiondisce il paesaggio e le colline sono percorse da onde maestose ad ogni filo di vento. E poi le stoppie, l'arido della Sicilia interna, il nero del bruciato di ferragosto prima dei colori delle terre dell'aratura autunnale; Visto l'elenco dei beni culturali ed ambientali di maggior rilievo all'interno del vincolo della Bassa Valle del Salso: aree di Belvedere: Rocca Messana, Cozzo Cipolla Soprano, la Montagna Monte Cammarera, Monte Stornello, Monte Galluzzo, Poggio Grazioso, Poggio Diliella, km 3,5 della S.P. 71, Poggio Suor Marchesa, Pizzo San Giuseppe, Monte Gallitano, Cozzo della Guardia, Case Albanella, Poggio Ficuzza, Montagna Santa Veronica, La Muculufa, Pizzo Marcato Bianco; beni di interesse geologico, geomorfologico e naturalistico: Pizzo San Giuseppe, Monte Gallitano, Cozzo della Guardia, Cozzo Cipolla Soprano, Rocca Messana, Monte Solfarella, Cozzo Capreria, Montagna Santa Veronica, La Montagna, Cresta del Palladio, La Barachella, Zotta di Cardone, La Muculufa, Grotta di Ciacero, Poggio Madone, Poggio Grazioso, Vallone della Urretta; contrada Ardente, contrada Gallitano, contrada S. Anna, Vallone Cicuta, contrada Bosco, Vallone Brigadieci, Vallone Valentino, Doline del Piano della Pinta, Solchi di erosione di Monte Solfarella; corsi d'acqua (tutelati ai sensi dell'art. 1, lettera C), legge 8 agosto 1985, n. 431): Salso, Gibbesi, Torrente Mintina, Vallone Ravecca, Torrente Cicuta, Torrente Braemi, Vallone Tonduto, Rio Castellazzo, Burrone Capreria, Torrente Ficuzza, Rio Giarratano, Torrente Finaita, Torrente Pietrosa, Torrente Libiano, Torrente dell'Agrabona; beni architettonici: ruderi del ponte Palladio dell'ex Ferrovia delle Miniere, ex Stazione Trabia Miniere, architetture del Villaggio Valdese di Riesi (arch. Leonardo Ricci); beni urbanistici: Borgo Gallitano; siti di interesse archeologico: insediamenti preistorici nelle gole di Riesi, necropoli della Costa di Mandorle (Riesi), necropoli di Marcato Bianco (Butera), necropoli bizantina di Suor Marchesa (Butera); beni di interesse etnoantropologico: Miniera Trabia - Tallarita, Miniera Lago Montagna, Miniera Gallitano, Miniera Solfarella, Zolfara della Pazienza, Zolfara della Portella di pietra, Masserie Le Stanze, Canalotto, Fattoria Palladio, Fattoria Diliella, Fattoria Ficuzza, Suor Marchesa, Case Alfe, Salomone, Albanella, Brigadieci vecchie, La Rosa, Spampinato, Cipolla Soprano, Diliella Piccola, Pietrapicciola, Sillitti, Carnacino, Cipresso, Cisterna, Turchio Grande, Solfarella, Palladio, Mulino dello Stato (Gibbesi), Mulino Conte (Gibbesi), Mulino Palladio (Salso); Vista l'opposizione del sindaco di Riesi, peraltro prodotta oltre il termine di tre mesi dalla data di pubblicazione del vincolo ex art. 3, legge 29 giugno 1939, n. 1497, che contesta il vincolo per una superiore considerazione della valenza del proprio territorio, meritevole di tutela in tutta la sua estensione tramite P.R.G., e non attraverso vincoli penalizzanti quali quelli paesaggistici e inoltre causa di emigrazione per i giovani in cerca di prima occupazione. Il sindaco confida nella valorizzazione della cultura agricola e nella rivalutazione turistica per un rilancio dell'economia di Riesi; Viste le controdeduzioni della Soprintendenza di Caltanissetta, comunque prodotte, con nota n. 394 del 31 gennaio 1997, tramite le quali si e' sottolineato l'estraneita' dei vincoli paesaggistici dalle norme di P.R.G., la differente finalita' del presente provvedimento rispetto alle previsioni del P.R.G., la pubblicita' delle linee guida del piano territoriale paesistico regionale - gia' assimilabili per la migliore fruizione e valorizzazione del territorio -, nonche' l'importanza della tutela paesaggistica del fiume Salso e delle aree ad esso limitrofe, perche' inimitabile per l'esercizio dell'attivita' agro - silvopastorale che, non comportando alterazione dello stato dei luoghi, non necessita di autorizzazioni soprintendentizie ex art. 7, legge n. 1497/1939 e che, pertanto, non puo' imputarsi quale causa di allontanamento delle nuove forze lavorative; Considerato che sono da rigettare integralmente tutte le osservazioni avanzate dal sindaco del comune di Riesi, con nota n. 318 dell'8 gennaio 1997 che non e' configurabile come opposizione ex art. 3, legge 29 giugno 1939, n. 1497; Considerato, quindi, nel confermare la proposta di vincolo in argomento, di potere accogliere nella loro globalita' le suaccennate motivazioni, sufficienti e congrue, correttamente approfondite dalla relazione tecnica, disegni e stralci planirretrici che formano parte integrante del presente decreto, e per le quali si rimanda al verbale del 26 giugno 1996; Ritenuto, pertanto, che, nella specie ricorrono evidenti motivi di pubblico interesse che suggeriscono l'opportunita' di sottoporre a vincolo paesaggistico la Bassa Valle del Salso o Imera Meridionale, in conformita' alla proposta del 26 giugno 1996, verbalizzata dalla commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Caltanissetta; Rilevato che l'apposizione del vincolo comporta soltanto l'obbligo per i proprietari, possessori o detentori, a qualsiasi titolo, degli immobili ricadenti nella zona vincolata, di presentare alla competente Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali, per la preventiva autorizzazione, qualsiasi progetto di opere che possa modificare l'aspetto esteriore della zona stessa; Decreta: Art. 1. Per le motivazioni espresse in premessa, l'area descritta nel verbale del 26 giugno 1996 della commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Caltanissetta e delimitata con linea rossa nelle planimetrie allegate che formano parte integrante del presente decreto, e' dichiarata di notevole interesse pubblico, ai sensi e per gli effetti dell'art. 1, numeri 3 e 4, della legge 29 giugno 1939, n. 1497 e dell'art. 9, numeri 4 e 5 del relativo regolamento di esecuzione, approvato con regio decreto 3 giugno 1940, n. 1357.