IL COMITATO ISTITUZIONALE PREMESSO CHE - il territorio del bacino del Po (interessante le regioni Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Toscana, Emilia-Romagna) e' stato istituito come bacino di rilievo nazionale ai sensi e per gli effetti dell'art. 14 della legge 18 maggio 1989, n. 183; - l'art.17 della legge 18 maggio 1989, n. 183 - come modificato dall'art. 12 del decreto legge 5 ottobre 1993, n. 398, convertito in legge 4 dicembre 1993, n. 493 - al comma 6 ter, prevede che i piani di bacino idrografico possano essere redatti e approvati anche per sottobacini o per stralci relativi a settori funzionali, che devono costituire fasi interrelate rispetto ai contenuti del comma 3 dello stesso articolo, garantendo la considerazione sistemica del territorio e disponendo le opportune misure inibitorie e cautelative in relazione agli aspetti non ancora compiutamente disciplinati; - con propria deliberazione n. 19 del 9 novembre 1995, ha approvato un programma di redazione del piano di bacino del Po per stralci relativi a settori funzionali, ai sensi della richiamata normativa ed ha, tra l'altro, individuato l'esigenza di adottare, in relazione allo stato d'avanzamento delle analisi propedeutiche alla redazione del piano di bacino e alle priorita' connesse con le necessita' di difesa del suolo, determinatesi anche in conseguenza ai gravi eventi alluvionali degli ultimi anni, il piano stralcio di bacino relativo all'assetto idrogeologico; - con D.P.R. 9 ottobre 1997 "Approvazione dello stralcio di schema previsionale e programmatico del bacino del Po, concernenti i vincoli di inedificabilita' in Valtellina" e successivi provvedimenti della Regione Lombardia e con D.P.C.M. 7 dicembre 1995 "Approvazione dello schema previsionale e programmatico per il risanamento idrogeologico del bacino del fiume Toce", integrato dal D.P.C.M. 27 marzo 1998 "Modificazione al D.P.C.M. 7 dicembre 1995 recante: "Schema previsionale programmatico del bacino del Toce - Revisione e modifica delle norme di attuazione", sono state dettagliatamente analizzate le condizioni di rischio e gia' apposti conseguenti vincoli di inedificabilita', aventi efficacia fino alla revisione degli strumenti urbanistici comunali, per i territori interessati, per cui non sono applicabili al predetto territorio le disposizioni contenute negli artt. 2 e 3 del dispositivo della presente deliberazione; - con proprie deliberazioni n. 19 e n. 20 del 17 luglio 1996 sono state adottate misure temporanee di salvaguardia ai sensi dell'art. 17, comma 6 bis, della legge n. 183/1989 e successive modifiche ed integrazioni per i corsi d'acqua Arno, Rile, Tenore e Olona; - il decreto legge 11 giugno 1998, n. 180, come convertito in legge 3 agosto 1998, n. 267, all'art. 1, dispone che i'entro il 30 giugno 1999, le autorita' di bacino di rilievo nazionale ... adottano ... piani stralcio di bacino per l'assetto idrogeologico, redatti ai sensi del comma 6-ter dell'art. 17 della legge 18 maggio 1989, n.183, ... che contengano in particolare l'individuazione e la perimetrazione delle aree a rischio idrogeologico."; - il D.P.C.M. 29 settembre 1998 i'Atto di indirizzo e coordinamento per l'individuazione dei criteri relativi agli adempimenti di cui all'art. 1, commi 1 e 2, del decreto-legge 11 giugno 1998, n. 180" contiene indirizzi e criteri per l'individuazione e la perimetrazione delle aree a rischio idrogeologico e le misure di salvaguardia; - con D.P.C.M. 24 luglio 1998 e' stato approvato il "Piano Stralcio delle Fasce Fluviali", di seguito brevemente chiamato PSFF, che ha delimitato e normato le fasce fluviali relative ai corsi d'acqua del sottobacino del Po chiuso alla confluenza del fiume Tanaro, dall'asta del Po sino al Delta, e degli affluenti emiliani e lombardi limitatamente ai tratti arginati; - con propria deliberazione n. 11 del 14 ottobre 1998, all'oggetto "Approvazione di criteri di intervento per l'adozione del piano stralcio per l'assetto idrogeologico in conformita' al decreto-legge 11 giugno 1998, n. 180, come convertito in legge 3 agosto 1998, n. 267", sono state definite le linee di azione per l'adozione del Progetto di Piano stralcio per l'Assetto Idrogeologico e per la perimetrazione delle aree esposte a rischio idrogeologico mediante la verifica delle situazioni di dissesto, secondo quanto prescritto dalla citata legge n. 267/1998; - il Progetto in esame contiene la delimitazione delle aree in dissesto mentre, alla individuazione ed alla perimetrazione delle aree soggette a piu' elevato rischio idrogeologico ed all'adozione di misure di salvaguardia, ai sensi dell'art. 1, comma 1, del citato decreto legge 11 giugno 1998, n. 180, come convertito in legge 3 agosto 1998, n. 267, si provvedera', nel termine di legge, con separato provvedimento, in conformita' a quanto stabilito nella richiamata deliberazione di C.I. n. 11/1998; - in attuazione della legge 29 novembre 1990, n. 380, e' stato approvato, con D.M. 25 giugno 1992, n. 759, il Programma di completamento del Sistema idroviario Padano-Veneto; VISTI A. il i'Progetto di Piano stralcio per l'Assetto Idrogeologico", di seguito brevemente chiamato Progetto di Piano o PAI, predisposto dal Comitato tecnico dell'Autorita' di bacino di concerto con la Segreteria tecnica, costituito dai seguenti elaborati: 1. Relazione generale - Relazione di sintesi Allegato 1 - Analisi dei principali punti critici Allegato 2 - Programma finanziario 2. Atlante dei rischi idraulici e idrogeologici - Inventario dei centri abitati montani esposti a pericolo Allegato 1 - Elenco dei comuni per classi di rischio (art. 7 delle Norme di attuazione) Allegato 2 - Quadro di sintesi dei fenomeni di dissesto a livello comunale Allegato 3 - Inventario dei centri abitati montani esposti a pericolo Allegato 4 - Delimitazione delle aree in dissesto - Cartografia in scala 1:25.000 3. Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico 3.1 Asta Po Allegato 1 - Navigazione interna 3.2 Mincio, Oglio, Adda Sottolacuale, Lambro, Olona, Ticino, Toce, Terdoppio, Agogna 3.3 Sesia, Dora Baltea, Orco, Stura di Lanzo, Dora Riparia, Sangone, Chisola, Pellice, Varaita, Maira, Tanaro, Scrivia 3.4 Oltrepo' Pavese, Trebbia, Nure, Chiavenna, Arda, Parma, Enza, Crostolo, Secchia, Panaro 3.5 Arno, Rile, Tenore Allegato 1 - Linee generali di assetto e quadro degli interventi in scala 1:10.000 3.6 Adda Sopralacuale (Valtellina e Valchiavenna) Allegato 1 - Linee generali di assetto e quadro degli interventi in scala 1:25.000 4. Caratteri paesistici e beni naturalistici, storico-culturali, ambientali 5. Quaderno delle opere tipo 6. Cartografia di Piano: Tav. 1. Ambito di applicazione del Piano (scala 1:250.000) Tav. 2. Ambiti fisiografici (scala 1:250.000) Tav. 3. Corsi d'acqua interessati dalle fasce fluviali (scala 1:500.000) Tav. 4. Geolitologia (scala 1:250.000) Tav. 5. Sintesi dell'assetto morfologico e dello stato delle opere idrauliche dei principali corsi d'acqua (scala 1:250.000) Tav. 6. Rischio idraulico e idrogeologico (scala 1:250.000) Tav. 7. Emergenze naturalistiche, paesaggistiche e storico-culturali presenti nelle aree di dissesto idraulico e idrogeologico (scala 1:250.000) Tav. 8. Sintesi delle linee di intervento sulle aste (scala 1:250.000) Tav. 9. Sintesi delle linee di intervento sui versanti (scala 1:250.000) 7. Norme di attuazione Titolo I - Norme generali per l'assetto della rete idrografica e dei versanti Allegato 1 al Titolo I - Comuni interessati dal Piano per l'intero territorio comunale Allegato 2 al Titolo I - Comuni interessati dal Piano per parte del territorio comunale Allegato 3 al Titolo I - Tratti a rischio di asportazione della vegetazione arborea lungo la rete idrografica principale Allegato 4 al Titolo I - Comuni del territorio collinare e montano interessati dalla delimitazione delle aree in dissesto Titolo II - Norme per le fasce fluviali Allegato 1 al Titolo II - Corsi d'acqua oggetto di delimitazione delle fasce fluviali Allegato 2 al Titolo II - Comuni interessati dalle fasce fluviali Allegato 3 al Titolo II - Metodo di delimitazione delle fasce fluviali Titolo III - Derivazioni di acque pubbliche e attuazione dell'art. 8, comma 3, della legge 2 maggio 1990, n. 102 Allegato 1 al Titolo III - Bilancio idrico per il sottobacino dell'Adda sopralacuale 8. Tavole di delimitazione delle fasce fluviali: n. 21 tavole in scala 1:50.000, n. 122 tavole in scala 1:25.000 e n. 53 tavole in scala 1:10.000 9. Relazione generale al secondo Piano Stralcio delle Fasce Fluviali B) gli elaborati relativi alla delimitazione delle fasce fluviali interessanti i torrenti Banna, Chisola e Sangone, trasmessi dalla Regione Piemonte, elaborati che appaiono inseribili nel PAI stesso (Addendum 1, 2, 3); C)la documentazione conoscitiva di supporto al Progetto di Piano consistente in analisi di dettaglio raccolte nel Documento tecnico n. 1: i'Quadro del fabbisogno di interventi". Opzioni di intervento elaborate nell'ambito del Progetto Po dai Sottoprogetti SP 1.1 e 1.2, disponibile per la consultazione presso l'Autorita' di bacino del fiume Po; DATO ATTO CHE - il PAI, come sopra detto, viene redatto ai sensi dell'art. 17, comma 6 ter, della legge 18 maggio 1989, n. 183, come modificato dall'art. 12 del decreto legge 5 ottobre 1993, n. 398, convertito in legge 4 dicembre 1993, n. 493, quale Piano stralcio del Piano di bacino del Po; - il PAI persegue l'obiettivo di garantire al territorio del bacino del fiume Po un livello di sicurezza adeguato rispetto ai fenomeni di dissesto idraulico e idrogeologico, attraverso il ripristino degli equilibri idrogeologici e ambientali, il recupero degli ambiti fluviali e del sistema delle acque, la programmazione degli usi del suolo ai fini della difesa, della stabilizzazione e del consolidamento dei terreni, il recupero delle aree fluviali ad utilizzi ricreativi; - l'ambito territoriale di riferimento e' rappresentato dal sistema idrografico dell'asta del Po e dei suoi affluenti quali specificati nei documenti costituenti il Piano stesso; - nella definizione grafica delle zone interessate dal PAI e nella relativa regolamentazione e' garantita la considerazione sistemica del territorio e l'interrelazione dei contenuti con le fasi successive di pianificazione; - a questo riguardo, sono stati avviati gli studi e le conoscenze relative alle materie di cui al richiamato art. 17 della legge n. 183/1989, che formeranno oggetto del definitivo Piano di bacino, ovvero di ulteriori successivi Piani stralcio da adottare in vista e in correlazione con la definizione del piano; - le prescrizioni del PAI saranno inserite nel quadro conoscitivo organizzato del sistema fisico e delle utilizzazioni previste negli strumenti urbanistici comunali e dei vincoli posti dalle norme speciali relative agli usi del territorio; - nell'ambito territoriale del bacino del Po sono vigenti, in ordine agli artt. 11, 12 e 13 delle Norme di attuazione del richiamato PSFF, le disposizioni contenute nella "Direttiva in materia di attivita' estrattive nelle aree fluviali del bacino del fiume Po", di cui all'Allegato 4 delle Norme di attuazione del PSFF approvato con D.P.C.M. 24 luglio 1998 che sostituisce la deliberazione di C.I. n. 20 in data 9 novembre 1995, in materia di asportazione di materiali inerti dai corsi d'acqua e dal demanio fluviale, lacuale e che tali disposizioni vanno ora estese all'intero territorio del bacino secondo il disposto degli artt. 14, 15, 16 del Titolo I e 34, 35, 36 del Titolo II delle Norme di attuazione del PAI; - la Direttiva: "Criteri per la valutazione della compatibilita' idraulica delle infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico all'interno delle fasce A e B", approvata con successiva deliberazione con riferimento all'art. 15 delle Norme di attuazione del PSFF, definisce i criteri e le prescrizioni tecniche previsti agli artt. 19 Titolo I e 38 Titolo II delle Norme di attuazione del PAI; - in attuazione dell'art. 8, comma 3, della legge 2 maggio 1990, n.102 e della deliberazione di C.I. n. 7 in data 5 febbraio 1996, il PAI contiene le indicazioni e gli interventi relativi all'assetto idrogeologico per la Valtellina e norma, con l'art. 47 del Titolo III delle Norme di attuazione, le condizioni per il rilascio di nuove concessioni per grandi derivazioni ad uso idroelettrico sulla base del bilancio idrico appositamente redatto di cui all'Allegato 1 del medesimo Titolo III; CONSIDERATO CHE - il PAI contiene l'estensione alla restante parte del reticolo idrografico principale del bacino, non considerata nel PSFF di cui alle premesse, della delimitazione delle fasce fluviali e della relativa normazione, assumendo in tal modo i caratteri e i contenuti di secondo Piano Stralcio delle Fasce Fluviali; - le ulteriori elaborazioni conoscitive e la definizione delle linee di intervento lungo i corsi d'acqua oggetto di delimitazione delle fasce fluviali hanno evidenziato l'esigenza di apportare alcune modifiche alle fasce delimitate nel primo PSFF; - le modifiche richiamate al punto precedente riguardano per lo piu' sezioni in corrispondenza della estensione verso monte della delimitazione delle fasce stesse attuata nell'ambito del PAI e, in alcuni casi, di aree per le quali sono state ulteriormente definiti gli interventi necessari o rilevati dati piu' precisi relativi alla morfologia dei luoghi e alla dinamica del corso d'acqua e consistenti in: -- Oglio, Mella (Tavola 142 sez. II) - Varianti 1A, 1B, 1C: 1A. Estensione delle fasce fluviali del fiume Oglio e nuova delimitazione delle fasce fluviali del fiume Mella: modifica del limite della Fascia B e trasformazione in limite B di progetto in sponda destra, all'altezza dell'abitato di Gabbioneta, e in sponda sinistra, a monte dell'abitato di Ostiano, ai fini del contenimento e della laminazione della piena di riferimento nonche' a difesa degli abitati; 1B. Modifica del limite della Fascia A in sinistra Oglio, all'altezza dell'abitato di Ostiano, nel rispetto della morfologia dei luoghi; 1C. Modifica del limite della Fascia B in destra Oglio, presso Cascina Rocca, nel rispetto della morfologia dei luoghi; -- Chiese (Tavola 143 sez. III) - Variante 2: Estensione delle fasce fluviali del fiume Chiese: modifica del limite della Fascia B di progetto in destra e sinistra Chiese, a valle dell'abitato di Asola, ai fini del contenimento e della laminazione della piena di riferimento; -- Po confluenza Scrivia, Agogna (Tavola 159 sez. II) - Varianti 3A, 3B: 3A. Modifica del limite della Fascia B e trasformazione in limite B di progetto in destra Scrivia, all'altezza dell'abitato di Molino de Torti, nel tratto di raccordo con le fasce fluviali di nuova delimitazione, ai fini del contenimento e della laminazione della piena di riferimento nonche' a difesa degli abitati; 3B. Estensione delle fasce fluviali del torrente Agogna: modifica del limite della Fascia B e trasformazione in limite B di progetto in sponda sinistra Agogna, all'altezza dell'abitato di Cassoni Baroni, al fine della protezione dell'abitato stesso; -- Po confluenza Ticino (Tavola 160 sez. I) - Variante 4: Modifica del limite della Fascia B in sinistra Ticino, all'altezza di Pavia (localita' Cascina Mezzanella), nel tratto di raccordo con le fasce fluviali di nuova delimitazione, ai fini del contenimento e della laminazione della piena di riferimento; -- Po confluenza Trebbia (Tavola 161 sez. II) - Variante 5: Modifica del limite della Fascia A in destra Trebbia, immediatamente a valle dell'Autostrada A21, nel tratto di raccordo con le fasce di nuova delimitazione, nel rispetto della morfologia dei luoghi; -- Po confluenza Nure (Tavola 162 sez. III) - Variante 6: Modifica del limite della Fascia A in destra Nure a valle dell'Autostrada A21, nel tratto di raccordo con le fasce fluviali di nuova delimitazione, nel rispetto della morfologia dei luoghi; modifica della Fascia B, in corrispondenza del tracciato dell'Autostrada A21, in considerazione dell'infrastruttura viaria; -- Po confluenza Arda (Tavola 163 sez. III) - Variante 7: Modifica del limite della Fascia A in destra Po all'altezza della confluenza Arda, nel tratto di raccordo con le fasce fluviali di nuova delimitazione, nel rispetto della morfologia dei luoghi; -- Oglio, Chiese (Tavola 164 sez. IV) - Varianti 8A, 8B, 8C, 8D, 8E, 8F: 8 A. Modifica del limite della Fascia B di progetto in sinistra Oglio, all'altezza di Carzaghetto, ai fini del contenimento della piena di riferimento; 8 B. Modifica del limite della Fascia A in sinistra Oglio, a valle dell'abitato di Canneto sull'Oglio, nel rispetto della morfologia dei luoghi; 8 C. Modifica del limite della Fascia A in destra Oglio, in corrispondenza dell'abitato di Calvatone, nel rispetto della morfologia dei luoghi; 8 D. Modifica del limite della Fascia B di progetto in destra e sinistra Chiese, a monte dell'abitato di Acquanegra sul Chiese, ai fini del contenimento e della laminazione della piena di riferimento; 8 E. Modifica del limite della Fascia A in destra Chiese, in corrispondenza dell'abitato di Aquanegra sul Chiese, nel rispetto della morfologia del luoghi; 8 F. Modifica del limite della Fascia B di progetto in destra Chiese a protezione dell'abitato di Bizzolaro; -- Tanaro (Tavole 175 sez. II - III) - Variante 8 bis: Modifica del limite della Fascia B in sinistra Tanaro, all'altezza dell'abitato di Isola d'Asti in corrispondenza del terrazzo morfologico, nel rispetto della morfologia dei luoghi; -- Stirone (Tavola 181 sez. III) - Variante 9: Trasformazione del limite della Fascia B in limite B di progetto in sinistra Stirone, poco a valle dell'Autostrada A1, ai fini del contenimento della piena di riferimento; -- Crostolo (Tavola 200 sez. I) - Variante 10: Modifica del limite della Fascia B e trasformazione in limite B di progetto in sinistra Crostolo, a monte di Cadelbosco di Sopra, ai fini del contenimento e della laminazione della piena di riferimento; -- Secchia, Panaro (Tavola 201 sez. II) - Variante 11A, 11B: 11 A. Estensione delle fasce fluviali del fiume Secchia: modifica della Fascia A in destra e sinistra, all'altezza dell'Autostrada A1, nel rispetto della morfologia dei luoghi; 11 B. Modifica del limite della Fascia B e trasformazione in limite B di progetto, nel tratto di confluenza del Tiepido nel Panaro, ai fini del contenimento e della laminazione della piena di riferimento; -- Po confluenza Lambro (Tavola C7a5) - Variante 12: Modifica del limite della Fascia A in sinistra Po, all'altezza della confluenza del Lambro, nel tratto di raccordo con le fasce fluviali di nuova delimitazione, nel rispetto della morfologia dei luoghi; come puntualmente indicato nella cartografia di delimitazione delle fasce fluviali, costituente parte integrante del PAI, con apposita numerazione progressiva; - appare opportuno adottare misure temporanee di salvaguardia, ai sensi dell'art. 17, comma 6 bis, della richiamata legge n. 183/1989 relativamente ai territori interessati dal dissesto e a quelli delimitati dalle fasce fluviali A e B, al fine di preservarli da ulteriori compromissioni, in attesa della approvazione del PAI; - l'attuazione del Programma di completamento del Sistema idroviario Padano-Veneto citato in premessa deve avvenire in forma compatibile con l'assetto idraulico definito dal presente Progetto di Piano e che, a tale scopo, appare opportuno istituire nell'ambito del Comitato tecnico dell'Autorita' di bacino un gruppo di lavoro ad hoc composto dai rappresentanti delle amministrazioni e integrato da un rappresentante del Ministero dei Trasporti, avente il compito di analizzare la compatibilita' con il presente Progetto di Piano del Programma menzionato e di riferire allo stesso Comitato tecnico e al Comitato istituzionale ai fini dell'adozione dello stesso PAI e della preventiva verifica di efficacia delle prescrizioni contenute all'art. 20 delle Norme di attuazione; RITENUTO CHE - al fine di rendere coerenti le disposizioni del PSFF approvato con le disposizioni del PAI relative all'ammissibilita' di impianti di depurazione e di trattamento di rifiuti solidi (art. 30 -Titolo II delle Norme di attuazione del PAI) e con la Direttiva relativa ai requisiti di sicurezza igienico-ambientale degli impianti medesimi (art. 19 bis - Titolo I delle Norme di attuazione del PAI) occorre integrare come segue il testo delle Norme d'attuazione del PSFF: - all'art. 7, comma 3, dopo il punto c), aggiungere il seguente punto d): i'd) gli impianti di trattamento d'acque reflue, qualora sia dimostrata l'impossibilita' della loro localizzazione al di fuori delle fasce, nonche' gli ampliamenti e messa in sicurezza di quelli esistenti; i relativi interventi sono soggetti a parere di compatibilita' dell'Autorita' di bacino ai sensi e per gli effetti del successivo art. 15, espresso anche sulla base di quanto previsto all'art.15 bis."; - dopo l'art. 15 aggiungere il seguente art. 15 bis: i'Art. 15 bis - Impianti di depurazione e di trattamento di rifiuti solidi 1. L'Autorita' di bacino stabilisce, con apposita direttiva avente anche carattere prescrittivo, i requisiti di sicurezza igienico-ambientale a cui devono essere adeguati gli impianti di trattamento di acque reflue esistenti o in progetto, nonche' di rifiuti solidi e prodotti di risulta, qualora esistenti, che ricadono all'interno delle fasce A e B e in aree potenzialmente interessate da condizioni di dissesto idrogeologico delimitate negli strumenti di piano dell'Autorita' di bacino stessa."; - al fine di rendere coerenti le disposizioni del PSFF approvato con le disposizioni del PAI relative agli interventi urbanistici e agli indirizzi per la pianificazione urbanistica (art. 39 - Titolo II delle Norme di attuazione del PAI), occorre integrare come segue l'art. 16 delle Norme di attuazione del PSFF: - al comma 1 dopo la parola i'seguono" inserire le parole, i'che divengono contenuto vincolante dell'adeguamento degli strumenti urbanistici comunali,"; - al comma 2 dopo le parole i'e' tenuta a valutare" inserire le parole i',d'intesa con l'Autorita' di bacino,"; - al fine di rendere coerenti le disposizioni del PSFF approvato con le disposizioni del PAI relative al demanio fluviale e alle pertinenze idrauliche e demaniali e allo scopo di consentire il perseguimento del prioritario obiettivo del PSFF di progressivo recupero degli ambiti fluviali alle loro funzioni naturali e alla destinazione a usi d'interesse collettivo, anche attraverso una gestione attiva delle regioni fluviali interessate, occorre sostituire il comma 4, dell'art. 9, del predetto PSFF con il seguente testo: "Nei terreni demaniali ricadenti all'interno delle fasce A e B, fermo restando quanto previsto dall'art. 8 della legge 5 gennaio 1994, n. 37, il rinnovo ed il rilascio di nuove concessioni sono subordinati alla presentazione di progetti di gestione, d'iniziativa pubblica e/o privata, volti alla ricostituzione di un ambiente fluviale tradizionale e alla promozione dell'interconnessione ecologica di aree naturali, nel contesto di un processo di progressivo recupero della complessita' e della biodiversita' della regione fluviale. I predetti progetti di gestione, riferiti a porzioni significative e unitarie del demanio fluviale, devono essere strumentali al raggiungimento degli obiettivi del Piano, di cui all'art. 1, comma 3 e all'art. 15, comma 1, del presente Piano e devono contenere: - l'individuazione delle emergenze naturali dell'area e delle azioni necessarie alla loro conservazione, valorizzazione e manutenzione; - l'individuazione delle aree in cui l'impianto di specie arboree e/o arbustive, nel rispetto della compatibilita' col territorio e con le condizioni di rischio alluvionale, sia utile al raggiungimento dei predetti obiettivi; - l'individuazione della rete dei percorsi d'accesso al corso d'acqua e di fruibilita' delle aree e delle sponde. Le aree individuate dai progetti cosi' definiti costituiscono ambiti prioritari ai fini della programmazione dell'applicazione dei regolamenti (U.E.) 2078/92 e 2080/92 e successive modificazioni. L'organo istruttore trasmette i predetti progetti all'Autorita' di bacino del fiume Po che, entro tre mesi, esprime un parere vincolante di compatibilita' con le finalita' del presente Piano. In applicazione dell'art. 6, comma 3, della legge 5 gennaio 1994, n. 37, le Commissioni provinciali per l'incremento delle coltivazioni arboree sulle pertinenze demaniali dei corsi d'acqua costituite ai sensi del R.D.L. 18 giugno 1936, n. 1338, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 gennaio 1937, n. 402, e successive modificazioni, devono uniformarsi, per determinare le modalita' d'uso e le forme di destinazione delle pertinenze idrauliche demaniali dei corsi d'acqua, ai contenuti dei progetti di gestione approvati dall'Autorita' di bacino. Nel caso in cui il progetto, sulla base del quale e' assentita la concessione, per il compimento dei programmi di gestione indicati nel progetto stesso, richieda un periodo superiore a quello assegnato per la durata dell'atto concessorio, in sede di richiesta di rinnovo l'organo competente terra' conto dell'esigenza connessa alla tipicita' del programma di gestione in corso. In ogni caso e' vietato il nuovo impianto di coltivazioni senza titolo legittimo di concessione." . DELIBERA ART. 1 E' adottato l'allegato i'Progetto di Piano stralcio per l'Assetto Idrogeologico" costituito dai seguenti elaborati: 1. Relazione generale - Relazione di sintesi Allegato 1 - Analisi dei principali punti critici Allegato 2 - Programma finanziario 2. Atlante dei rischi idraulici e idrogeologici - Inventario dei centri abitati montani esposti a pericolo Allegato 1 - Elenco dei comuni per classi di rischio (art. 7 delle Norme di attuazione) Allegato 2 - Quadro di sintesi dei fenomeni di dissesto a livello comunale Allegato 3 - Inventario dei centri abitati montani esposti a pericolo Allegato 4 - Delimitazione delle aree in dissesto - Cartografia in scala 1:25.000 3. Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico 3.1 Asta Po Allegato 1 - Navigazione interna 3.2 Mincio, Oglio, Adda Sottolacuale, Lambro, Olona, Ticino, Toce, Terdoppio, Agogna 3.3 Sesia, Dora Baltea, Orco, Stura di Lanzo, Dora Riparia, Sangone, Chisola, Pellice, Varaita, Maira, Tanaro, Scrivia 3.4 Oltrepo' Pavese, Trebbia, Nure, Chiavenna, Arda, Parma, Enza, Crostolo, Secchia, Panaro 3.5 Arno, Rile, Tenore Allegato 1 - Linee generali di assetto e quadro degli interventi in scala 1:10.000 3.6 Adda Sopralacuale (Valtellina e Valchiavenna) Allegato 1 - Linee generali di assetto e quadro degli interventi in scala 1:25.000 4. Caratteri paesistici e beni naturalistici, storico-culturali, ambientali 5. Quaderno delle opere tipo 6. Cartografia di Piano: Tav. 1. Ambito di applicazione del Piano (scala 1:250.000) Tav. 2. Ambiti fisiografici (scala 1:250.000) Tav. 3. Corsi d'acqua interessati dalle fasce fluviali (scala 1:500.000) Tav. 4. Geolitologia (scala 1:250.000) Tav. 5. Sintesi dell'assetto morfologico e dello stato delle opere idrauliche dei principali corsi d'acqua (scala 1:250.000) Tav. 6. Rischio idraulico e idrogeologico (scala 1:250.000) Tav. 7. Emergenze naturalistiche, paesaggistiche e storico -culturali presenti nelle aree di dissesto idraulico e idrogeologico (scala 1:250.000) Tav. 8. Sintesi delle linee di intervento sulle aste (scala 1:250.000) Tav. 9. Sintesi delle linee di intervento sui versanti (scala 1:250.000) 7. Norme di attuazione Titolo I - Norme generali per l'assetto della rete idrografica e dei versanti Allegato 1 al Titolo I - Comuni interessati dal Piano per l'intero territorio comunale Allegato 2 al Titolo I - Comuni interessati dal Piano per parte del territorio comunale Allegato 3 al Titolo I - Tratti a rischio di asportazione della vegetazione arborea lungo la rete idrografica principale Allegato 4 al Titolo I - Comuni del territorio collinare e montano interessati dalla delimitazione delle aree in dissesto Titolo II - Norme per le fasce fluviali Allegato 1 al Titolo II - Corsi d'acqua oggetto di delimitazione delle fasce fluviali Allegato 2 al Titolo II - Comuni interessati dalle fasce fluviali Allegato 3 al Titolo II - Metodo di delimitazione delle fasce fluviali Titolo III - Derivazioni di acque pubbliche e attuazione dell'art.8, comma 3, della legge 2 maggio 1990, n. 102 Allegato 1 al Titolo III - Bilancio idrico per il sottobacino dell'Adda sopralacuale 8. Tavole di delimitazione delle fasce fluviali: n. 21 tavole in scala 1:50.000, n. 122 tavole in scala 1:25.000 e n. 53 tavole in scala 1:10.000 9. Relazione generale al secondo Piano Stralcio delle Fasce Fluviali Addendum 1: Progetto di delimitazione delle fasce fluviali-Torrente Banna (relazione illustrativa e n. 12 tavole in scala 1:10.000) Addendum 2: Progetto di delimitazione delle fasce fluviali-Torrente Chisola (relazione illustrativa e n. 3 tavole in scala 1:25.000) Addendum 3: Progetto di delimitazione delle fasce fluviali-Torrente Sangone (relazione illustrativa e n. 4 tavole in scala 1:25.000)