L'AUTORITA' PER LE GARANZIE NELLE COMUNICAZIONI NELLA sua riunione di Consiglio dell' 11 novembre 2010; VISTA la legge 31 luglio 1997, n. 249, recante “Istituzione dell'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni e norme sui sistemi delle telecomunicazioni e radiotelevisivo”; VISTA la delibera n. 316/02/CONS del 9 ottobre 2002, recante “Regolamento concernente l'organizzazione e il funzionamento dell'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni e successive modificazioni e integrazioni”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del 5 novembre 2002, n. 259 e successive modificazioni; VISTE le direttive n. 2002/19/CE (“direttiva accesso”), 2002/20/CE (“direttiva autorizzazioni”), 2002/21/CE (“direttiva quadro”), 2002/22/CE (“direttiva servizio universale”), pubblicate nella Gazzetta Ufficiale delle Comunita' europee del 24 aprile 2002, L 108; VISTO il decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259, recante “Codice delle comunicazioni elettroniche” pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del 15 settembre 2003, n. 215 (il “Codice”); VISTA la Raccomandazione della Commissione del 17 dicembre 2007 relativa ai mercati rilevanti di prodotti e servizi del settore delle comunicazioni elettroniche che possono essere oggetto di una regolamentazione ex ante ai sensi della direttiva 2002/21/CE del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un quadro normativo comune per le reti ed i servizi di comunicazione elettronica, pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea del 28 dicembre 2007 L 344/65 (la “Raccomandazione”); VISTA la Raccomandazione della Commissione del 15 ottobre 2008, relativa alle notificazioni, ai termini e alle consultazioni di cui all'articolo 7 della direttiva 2002/21/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, che istituisce un quadro normativo comune per le reti e i servizi di comunicazione elettronica, pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea del 12 novembre 2008 L 301; VISTA la delibera n. 217/01/CONS del 24 maggio 2001, recante “Regolamento concernente l'accesso ai documenti” pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del 20 giugno 2001, n. 141 e successive modificazioni; VISTA la delibera n. 453/03/CONS del 23 dicembre 2003, recante “Regolamento concernente la procedura di consultazione di cui all'articolo 11 del decreto legislativo 1 ° agosto 2003, n. 259” pubblicata nella Gazzetta Uficiale della Repubblica italiana del 28 gennaio 2004, n. 22; VISTA la delibera n. 118/04/CONS del 5 maggio 2004, recante “Disciplina dei procedimenti istruttori di cui al nuovo quadro regolamentare delle comunicazioni elettroniche” pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del 19 maggio 2004, n. 116 e successive modificazioni; VISTA la delibera n. 13/09/CIR del 24 marzo 2009 recante “Approvazione dell'offerta di riferimento di Telecom Italia per l'anno 2008 relativa ai servizi bitstream (mercato 12)”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del 27 maggio 2009, n. 121, supplemento ordinario n. 80; VISTA la delibera 14/09/CIR del 24 marzo 2009 recante “Approvazione delle condizioni economiche dell'offerta di riferimento di Telecom Italia relativa ai servizi di accesso disaggregato all'ingrosso alle reti e sottoreti metalliche e ai servizi di colocazione (mercato 11) per il 2009”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del 4 giugno 2009, n. 127, supplemento ordinario n. 85; VISTA la delibera n. 35/09/CIR del 9 luglio 2009 recante “Approvazione dell'offerta di riferimento di Telecom Italia per l'anno 2009 per il servizio Wholesale Line Rental (WLR)”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del 2 settembre 2009, n. 203, supplemento ordinario n. 161; VISTA la delibera n. 71/09/CIR del 26 novembre 2009 recante “Approvazione dell'offerta di riferimento di Telecom Italia per l'anno 2009 relativa ai servizi bitstream (mercato 12)”, pubblicata nella Gazzetta Uficiale della Repubblica italiana del 5 gennaio 2010, n. 3, supplemento ordinario n. 4; VISTA la delibera n. 731/09/CONS del 16 dicembre 2009 recante “Individuazione degli obblighi regolamentari cui sono soggette le imprese che detengono un significativo potere di mercato nei mercati dell'accesso alla rete fissa (mercati n. 1, 4 e 5 fra quelli individuati dalla Raccomandazione 2007/879/CE”)”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del 20 gennaio 2010, n. 15 - supplemento ordinario n. 13; CONSIDERATO in particolare l'art. 73 della delibera n. 731/09/CONS che prescrive che l'Autorita', entro il mese di marzo 2010, con l'ausilio di un soggetto indipendente di comprovata esperienza, provvede - con apposito procedimento - a definire un modello a costi incrementali di lungo periodo di tipo bottom-up ed a calcolare il valore del WACC per la determinazione dei prezzi dei servizi di accesso su rete fissa all'ingrosso per il triennio 2010-2012; VISTA la lettera della Commissione Europea, del 29 ottobre 2009, a commento dello schema di provvedimento di cui alla delibera n. 525/09/CONS, nella quale la Commissione europea, ha sottolineato che qualsiasi provvedimento regolamentare volto a stabilire o modificare i prezzi dell'accesso all'ingrosso deve essere oggetto di una consultazione pubblica a livello nazionale ai sensi dell'art. 6 della Direttiva Quadro e di una notifica a norma dell'art. 7, paragrafo 3, della stessa; RITENUTO, in conformita' a quanto prescritto dall'art. 73 della delibera n. 731/09/CONS, di procedere alla definizione del modello in questione avvalendosi della collaborazione di una societa' di consulenza di comprovata esperienza nel settore; CONSIDERATO che, in tal senso, l'Autorita' con la delibera n. 695/09/CONS ha conferito alla societa' Europe Economics Research Ltd (Europe Economics, o EE) l'incarico di consulenza per la definizione del suddetto modello; VISTA la comunicazione di avvio del procedimento volto alla definizione di un modello di costo per la determinazione dei prezzi dei servizi di accesso all'ingrosso alla rete fissa di Telecom Italia S.p.A. ed al calcolo del valore del WACC, come previsto dall'articolo 73 della delibera n. 731/09/CONS, pubblicata sul sito web dell'Autorita' in data 22 dicembre 2009; VISTA la delibera n. 121/10/CONS del 16 aprile 2010 recante “Consultazione pubblica concernente la definizione di un modello di costo per la determinazione dei prezzi dei servizi di accesso all'ingrosso alla rete fissa di Telecom Italia S.p.A. ed al calcolo del valore del WACC ai sensi dell'art. 73 della delibera n. 731/09/CONS”, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del 6 maggio 2010, n. 104; CONSIDERATO che, a seguito di richiesta di alcuni soggetti interessati, in data 27 maggio 2010 sono state pubblicate sul sito web dell'Autorita' “Informazioni integrative al modello di cui alla delibera n. 121/10/CONS”; VISTA la delibera n. 260/10/CONS del 26 maggio 2010 recante “Interpretazione e rettifica della delibera n. 731 /09/CONS recante l'individuazione degli obblighi regolamentari cui sono soggette le imprese che detengono un significativo potere di mercato nei mercati dell'accesso alla rete fissa (mercati n. 1, 4 e 5 fra quelli individuati dalla Raccomandazione 2007/879/CE)”, pubblicata nella Gazzetta Uficiale della Repubblica italiana del 12 giugno 2010, n. 135; VISTA la delibera n. 53/10/CIR del 22 luglio 2010 recante “Approvazione dell'offerta di riferimento di Telecom Italia relativa ai servizi di accesso disaggregato all'ingrosso alle reti e sottoreti metalliche e ai servizi di co-locazione (mercato 4) per il 2010”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del 17 agosto 2010, n. 191 - supplemento ordinario n. 193; VISTA la delibera n. 394/10/CONS del 22 luglio 2010 recante “Proroga dei termini del procedimento volto alla definizione di un modello di costo per la determinazione dei prezzi dei servizi di accesso all'ingrosso alla rete fissa di Telecom Italia S.p.A. ed al calcolo del valore del WACC ai sensi dell'art. 73 della delibera n. 731/09/CONS”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del 19 agosto 2010, n. 193 - supplemento ordinario n. 198; VISTE le istanze di audizione pervenute da parte dall'Associazione Italiana Internet Providers (AIIP) e dalle societa' BT Italia S.p.A., Fastweb S.p.A., Telecom Italia S.p.A., Tiscali Italia S.p.A., Vodafone Omnitel N.V., Welcome Italia S.p.A., Wind Telecomunicazioni S.p.A.; SENTITE, in data 7 giugno 2010 le societa' Telecom Italia S.p.A. e Tiscali Italia S.p.A.; SENTITE, in data 8 giugno 2010 le societa' Wind Telecomunicazioni S.p.A. e l'Associazione Italiana Internet Providers (AIIP); SENTITE, in data 9 giugno 2010 le societa' Vodafone Omnitel N.V., Welcome Italia S.p.A., BT Italia S.p.A. e Fastweb S.p.A.; VISTI i contributi prodotti dall'Associazione Italiana Internet Providers (AIIP) e dalle societa' BT Italia S.p.A., Fastweb S.p.A., Telecom Italia S.p.A., Tiscali Italia S.p.A., Vodafone Omnitel N.V., Welcome Italia S.p.A. e Wind Telecomunicazioni S.p.A.; CONSIDERATO, inoltre, quanto segue: SOMMARIO 1. La delibera n. 731/09/CONS 2. L'interlocuzione con gli operatori 3. Le attivita' di predisposizione del modello della rete di accesso 3.1. Descrizione generale del modello 3.2. L'approccio campionario e la definizione dei geotipi 3.3. Struttura e configurazione della rete di accesso 3.4. Stima della domanda 3.5. Valutazione dei costi unitari 3.6. Dimensionamento della rete 3.7. Valutazione dei costi operativi e degli altri costi 3.8. Allocazione dei costi ai servizi 3.9. Il costo del capitale 4. Descrizione dettagliata del modello 4.1. I fogli di input 4.2. I fogli di calcolo 5. La metodologia di annualizzazione 6. Il modello dei costi di manutenzione correttiva e dei costi commerciali 7. La stima del trend di costo del servizio di trasporto della banda di backhaul 8. Il calcolo dei valori dei vincoli di cap 8.1. Determinazione dei vincoli di cap per i panieri dei servizi di accesso disaggregato 8.2. Determinazione dei vincoli di cap per i panieri dei servizi di accesso a banda larga 8.3. Determinazione dei vincoli di cap per i panieri dei servizi WLR 9. Verifica della qualita' della rete di accesso di Telecom Italia 1. La delibera n. 731/09/CONS 1. La delibera n. 731/09/CONS ha imposto a Telecom Italia, quale operatore avente un significativo potere di mercato nei mercati all'ingrosso dell'accesso alla rete fissa (mercati nn. 4 e 5 fra quelli indicati nella Raccomandazione 2007/879/CE), l'insieme degli obblighi regolamentari previsti dalla Direttiva Accesso, tra cui l'obbligo di controllo dei prezzi (art. 9) e di contabilita' dei costi (art. 10). 2. L'Autorita' ha ritenuto opportuno utilizzare una metodologia di controllo dei prezzi uniforme per i servizi dei mercati 4 e 5 e per il Wholesale Line Rental (WLR), consistente in un meccanismo di programmazione pluriennale dei prezzi di tipo Network Cap per il triennio 2010-2012. In particolare l'Autorita': - per i servizi di accesso fisico disaggregato (mercato 4) ha confermato l'adozione di un Network Cap, mentre per i relativi servizi accessori ha previsto l'orientamento al costo; - per i servizi (bitstream) di accesso virtuale all'ingrosso (mercato 5), ha introdotto un Network Cap in sostituzione dell'orientamento al costo, (ad eccezione dei servizi bitstream con interconnessione al nodo Distant e al nodo IP, i cui prezzi sono fissati a condizioni eque e ragionevoli); - per i servizi WLR e relativi servizi accessori, ha introdotto un Network Cap, in sostituzione del meccanismo di Retail Minus. 3. Al fine di definire i valori dei vincoli alla variazione percentuale annuale dei prezzi dei panieri di servizi, l'Autorita' - rilevando la necessita' di fornire i corretti segnali di make or buy basando il calcolo dei prezzi dei servizi di accesso all'ingrosso sui costi correnti (CCA) piuttosto che sui costi storici (HCA) - ha ritenuto necessario sviluppare un modello (il Modello) di costo di tipo bottom-up (BU) a costi incrementali di lungo periodo (LRIC). 4. Relativamente ai servizi di accesso disaggregato, la delibera n. 731/09/CONS ha previsto i seguenti panieri di servizi: - Paniere A: servizi di full unbundling e sub loop unbundling; - Paniere B: servizi di shared access; - Paniere C: servizi di prolungamento dell'accesso con portante in fibra; - Paniere D: servizi di canale numerico; - Paniere E: servizi di unbundling virtuale. 5. Con riferimento ai servizi di accesso a banda larga all'ingrosso, la delibera n. 731/09/CONS ha previsto i seguenti panieri di servizi: - Paniere A: servizi di accesso asimmetrico; - Paniere B: servizi di accesso simmetrico ed asimmetrico “high level” ATM; - Paniere C: banda ATM ed Ethernet; - Paniere D: servizi di accesso al DSLAM ATM ed Ethernet. 6. Per quanto riguarda il servizio Wholesale Line Rental, la delibera n. 731/09/CONS ha previsto i seguenti panieri di servizi: - Paniere A: servizio WLR per la clientela residenziale, prestazioni associate e servizi accessori; - Paniere B: contributi una tantum relativi al servizio WLR per la clientela residenziale ed alle corrispondenti prestazioni associate e servizi accessori; - Paniere C: servizio WLR per la clientela non residenziale, prestazioni associate e servizi accessori; - Paniere D: contributi una tantum relativi al servizio WLR per la clientela non residenziale ed alle corrispondenti prestazioni associate e servizi accessori. 7. La stessa delibera n. 731/09/CONS ha previsto che per i panieri A e C del servizio WLR, nonche' per la componente naked del servizio di accesso bitstream asimmetrico, si applichi lo stesso valore del vincolo di variazione dei prezzi fissato per il paniere A dei servizi di accesso disaggregato. 8. Inoltre, la delibera ha previsto che per i canoni mensili di ciascun servizio dei diversi panieri si applichi, come vincolo di sub cap, il vincolo di riduzione relativo al paniere corrispondente. 9. In tema di reti di accesso di nuova generazione (reti NGA), infine, l'Autorita' ha ritenuto opportuno imporre un obbligo generale di accesso virtuale alle infrastrutture NGA, in attesa della predisposizione delle linee guida da parte del Comitato NGN Italia e dell'approvazione della Raccomandazione della Commissione sulle reti NGA. La scelta di un obbligo di accesso generale e' stata dettata dall'esigenza di evitare di influenzare, in questa fase regolamentare, gli investimenti degli operatori. 10. La delibera ha previsto che, nell'ambito del medesimo procedimento volto a definire il modello di costo BU-LRIC ed i valori del Network Cap per il triennio 2010-2012, sia determinato anche il valore del costo del capitale impiegato (WACC). 2. L'interlocuzione con gli operatori 11. Le attivita' di predisposizione del modello hanno avuto inizio nel mese di dicembre 2009 quando gli Uffici, con l'ausilio del consulente, hanno provveduto a definire i principali aspetti metodologici e le informazioni necessarie per la predisposizione dello stesso. Queste ultime sono state acquisite attraverso la somministrazione di un questionario sia a Telecom Italia, sia agli operatori alternativi. 12. In seguito, gli Uffici hanno illustrato le modalita' generali di funzionamento del modello a Telecom Italia ed ai maggiori operatori alternativi. L'illustrazione del modello e' avvenuta nel corso di due incontri separati al fine di acquisire le osservazioni delle parti. 13. Nel corso del primo incontro con Telecom Italia, svoltosi il 25 gennaio 2010, gli Uffici ed il consulente hanno illustrato la metodologia di realizzazione del modello, soffermandosi in particolare sulla definizione delle aree geografiche (geotipi) nel cui ambito individuare il campione di centrali rappresentativo dell'intera rete nazionale e sulla metodologia da utilizzare per la valorizzazione dei costi operativi e di manutenzione della rete di accesso. In tale occasione, gli Uffici hanno anche fornito i chiarimenti richiesti circa il questionario precedentemente ricevuto dall'Autorita'. 14. Nel corso del secondo incontro, svoltosi il 10 febbraio 2010, gli Uffici hanno descritto agli operatori convenuti (Eutelia, Fastweb, Vodafone, Welcome Italia e Wind) la metodologia alla base del modello ed hanno discusso le modalita' di: i) valorizzazione dei costi operativi di manutenzione; ii) di ammortamento dei costi; iii) di stima del costo del servizio di trasporto della banda bitstream. 15. Successivamente, gli Uffici hanno inviato quattro ulteriori richieste di informazioni a Telecom Italia ed una agli operatori alternativi, allo scopo di acquisire tutte le informazioni necessarie alla predisposizione del modello. In particolare, le suddette richieste erano volte ad acquisire informazioni circa la configurazione e la topologia della rete di accesso di Telecom Italia, nonche' un dettaglio dei costi di rete, sia di Telecom Italia che degli operatori alternativi. 3. Le attivita' di predisposizione del modello della rete di accesso 3.1. Descrizione generale del modello 16. Ai sensi della delibera n. 731/09/CONS, il Modello determina le tariffe dei servizi di accesso all'ingrosso alla rete fissa di Telecom Italia e valuta i valori delle variazioni percentuali annuali dei prezzi dei singoli panieri di servizi nell'ambito del meccanismo di network cap previsto per il triennio 2010-2012. 17. Essendo l'orizzonte temporale di riferimento del Modello il “lungo periodo” (LRAIC - Long Run Average Incremental Cost), tutti i fattori produttivi sono considerati variabili. L'“incremento” utilizzato dal modello include tutti i servizi (all'ingrosso e al dettaglio) offerti da Telecom Italia sulla propria rete di accesso ed e' pari all'intera domanda di servizi di accesso per l'anno di riferimento. 18. L'Autorita' ha ritenuto opportuno utilizzare un approccio di tipo “Scorched Node”, in base al quale il numero e la posizione delle centrali locali “stadio di linea” di Telecom Italia sono considerati come dati e non modificabili; essi rappresentano, pertanto, una condizione di cui tenere conto nel processo di definizione della rete efficiente.1 In questo modo, il Modello risulta, almeno in parte, riconducibile alla configurazione di rete di Telecom Italia. 1 Il medesimo approccio per lo sviluppo di modelli di costo per la rete di accesso e' stato seguito inter alia dai regolatori dei seguenti paesi: Regno Unito, Austria, Danimarca, Norvegia, Olanda, Svizzera, Irlanda, USA, Nuova Zelanda (fonte: Norwegian Post and Telecommunications Authority & Analysis Mason). 19. In coerenza con quanto stabilito nella delibera n. 731/09/CONS, l'Autorita' ha ipotizzato una rete di accesso in rame dal momento che, nell'arco temporale di riferimento del Modello, la tecnologia impiegata per la fornitura dei servizi di accesso sara' quasi esclusivamente il rame. 20. Al fine di stimare i costi di infrastruttura e cablatura2, che costituiscono la maggior parte dei costi di realizzazione di una rete di accesso, si e' utilizzato un campione casuale delle oltre 10.000 aree di centrale di Telecom Italia. Il campione e' stato stratificato sulla base di 10 geotipi considerati rappresentativi dell'intera rete. In considerazione dell'elevatissimo numero di centrali di stadio di linea e delle relative aree coperte, tale approccio rappresenta, a parere dell'Autorita', la soluzione piu' efficiente. 2 Suddivisi a loro volta in scavo di trincea, canalizzazione e palificazione. 21. Il campione casuale selezionato e' costituito da 50 aree di centrale. Per ciascuna di esse, si e' provveduto ad analizzare le mappe stradali, al fine di verificare la posizione della centrale stadio di linea rispetto a quella di tutti gli edifici ad essa connessi. Queste informazioni sono state utilizzate per definire i confini (la “copertura”) di ciascuna centrale e, quindi, individuare i percorsi ottimali di scavo e di posa dei cavi e valutarne i relativi costi. 3.2. L'approccio campionario e la definizione dei geotipi 22. La rete di accesso comprende tutte le infrastrutture che realizzano l'interconnessione tra l'ultima centrale di trasmissione dell'operatore e l'utente finale. La rete di accesso di Telecom Italia puo' essere schematizzata come riportato in Fig.1, in cui i Primary e Secondary Distribution Points rappresentano gli armadi di distribuzione e i distributori secondari. 23. I costi di una rete di accesso in rame sono determinati principalmente: i) dalla lunghezza complessiva degli scavi; ii) dal numero di coppie uscenti dal Main Distribution Frame (MDF); iii) dal numero totale di armadi; iv) dal numero dei punti di distribuzione. I dati relativi a queste determinanti di costo sono utilizzati come parametri del modello. 24. Il dimensionamento della rete di accesso secondo un approccio di tipo Scorched Node necessita di una conoscenza precisa della posizione delle linee sul territorio. Come gia' anticipato al paragrafo 3.1, si e' deciso di suddividere il territorio sulla base delle aree di servizio (aree di centrale), identificate dalla posizione degli stadi di linea e dalla relativa copertura di rete. Figura 1: struttura e configurazione della rete di accesso modellata Parte di provvedimento in formato grafico 25. L'approccio adottato a tal fine, innanzitutto classifica le aree di centrale in dieci differenti geotipi, contraddistinti da differenti costi di rete, in quanto si assume che all'interno di uno specifico geotipo ricadano tutte le aree di centrale aventi caratteristiche omogenee. 26. I geotipi sono stati definiti utilizzando come variabile di classificazione la “densita' di linea”, ottenuta come il rapporto tra i metri lineari di scavo e di palificazione ed il numero di linee uscenti dal Main Distribution Frame della rete di accesso dell'operatore notificato. La variabile densita' cosi' individuata rappresenta, infatti, la discriminante piu' significativa tra un'area di centrale ed un'altra, in termini di costo. Inoltre, si tratta di una variabile che tiene in considerazione sia la densita', che la relativa dispersione geografica della popolazione intorno all'area di centrale. 27. Gli Uffici hanno ordinato le circa 10.000 centrali gestite dall'operatore notificato sulla base del parametro di densita' e le hanno ricondotte ai 10 geotipi individuati. Pertanto, il primo geotipo comprende le aree di centrale piu' densamente popolate ed in cui la popolazione risulta, allo stesso tempo, maggiormente concentrata rispetto alla posizione della corrispondente centrale (densita' di linea minima); l'ultimo geotipo comprende, invece, le aree di centrale meno densamente popolate e meno concentrate rispetto alla posizione della centrale. Utilizzando la densita' di linea, gli Uffici hanno individuato circa 1000 aree di centrale per ciascun geotipo. 28. Successivamente, gli Uffici hanno selezionato un campione casuale di 5 aree di centrale indipendente per ogni geotipo. In considerazione del fatto che il numero di aree di centrale e' pressoche' uniforme tra geotipi, si e' deciso di mantenere costante anche la numerosita' del campione per ciascuno di essi. 29. Mentre per l'individuazione dei geotipi e' stata utilizzata la sola “densita' di linea”, definita come descritto al punto 26, gli Uffici hanno utilizzato tutte le variabili indicate al punto 23 al fine di garantire la rappresentativita' dei campioni casuali generati, applicando una procedura di “accettazione” degli stessi. Piu' precisamente, gli Uffici hanno confrontato il valore medio calcolato sul campione casuale di ciascuna delle quattro variabili, con la medesima statistica, calcolata sull'intera popolazione del geotipo. Il campione e' considerato accettabile se, cumulativamente, i valori medi del campione rispetto a quelli dell'intera popolazione del geotipo delle quattro variabili risultano inferiori ad una determinata soglia percentuale. 3.3.Struttura e configurazione della rete di accesso 30. Il modello ipotizza una configurazione “ad albero” per la rete di accesso, in base alla quale il cavo telefonico si dipana da un'unita' centrale, il Permutatore o Main Distribution Frame (MDF), attraverso diversi “rami”, che a loro volta si sviluppano in altre diramazioni fino a raggiungere la sede del cliente finale. In particolare, l'MDF e' collegato a diversi Primary Distribution Points (PDPs), i quali sono collegati a loro volta a diversi Secondary Distribution Points (SDPs), infine i vari SDPs sono a loro volta collegati alle interfacce utente, i Network Termination Points (NTPs). La figura 1 rappresenta la configurazione adottata. 3.4. Stima della domanda 31. Come gia' anticipato, il modello definisce l'incremento di domanda attribuibile a tutti i servizi all'ingrosso e al dettaglio forniti attraverso la rete di accesso di Telecom Italia. Per la stima della domanda, sono state utilizzate informazioni fornite direttamente da Telecom Italia, validate sulla base di ulteriori informazioni a disposizione degli Uffici. La stima e' stata effettuata in base all'attuale livello della domanda (al 2009), aumentato per la crescita attesa di domanda per servizio e, se del caso, modificato per tenere conto della perdita attesa di clienti a favore di altri operatori negli anni successivi (fino al 2012). 32. Utilizzando le stime della domanda, il modello e' in grado di produrre risultati relativi agli anni 2010, 2011 e 2012. 3.5. Valutazione dei costi unitari 33. Per la determinazione dei costi unitari delle infrastrutture e degli apparati si e' fatto ricorso ai listini utilizzati da Telecom Italia e dagli altri operatori di servizi di accesso attivi in Italia. Tali informazioni sono state in seguito validate operando sia confronti tra i listini degli operatori e delle imprese fornitrici, sia confronti con i costi unitari utilizzati nei modelli LRIC sviluppati in altre nazioni. 34. In particolare, per i costi delle infrastrutture, che costituiscono la gran parte dei costi di realizzazione di una rete di accesso, in aggiunta alle fonti di cui al punto precedente sono stati utilizzati alcuni prezzari di vari enti pubblici (ad esempio, quelli adottati dal Ministero delle Infrastrutture, dalla Regione Lazio, dal Comune di Roma, dalla Regione Abruzzo). 35. La determinazione puntuale dei singoli costi e' stata fatta a partire dal capitolato d'appalto per i lavori di rete fornito da Telecom Italia. In base a tale capitolato, le aree relative agli Stadi di Linea sono attribuite ad uno di 32 “cluster”, cui corrispondono differenti costi, sulla base di due criteri: la “fascia dimensionale”e “l'area di lavoro”. Nello specifico, le aree degli stadi di linea sono attribuite ad una di “quattro fasce dimensionali” sulla base del numero di coppie uscenti dalla centrale stadio di linea e ad una di otto tipologie di “area di lavoro”, individuate sulla base di criteri relativi all'orografia del terreno, alla viabilita', al clima ed alle difficolta' di realizzazione delle opere civili. I costi di infrastruttura, suddivisi in costi di palificazione, di trincea e di canalizzazione, dipendono esclusivamente dai due criteri di cui sopra.3 36. L'analisi degli Uffici ha evidenziato che i costi di palificazione riportati da Telecom Italia sono in linea con quelli di un operatore efficiente. 3 La differenza di costi tra rete primaria e rete secondaria dipende dalla potenzialita' del cavo di riferimento. 37. In relazione ai costi di trincea, che derivano principalmente da operazioni di disfacimento, scavo e rinterro, l'analisi degli Uffici ha evidenziato che i costi di Telecom Italia per le operazioni di disfacimento, scavo e rinterro con miscele betonabili sono risultati in linea con quelli di un operatore efficiente, mentre i costi per le operazioni di disfacimento, scavo e rinterro con materiale di risulta sono risultati superiori a quelli di un operatore efficiente, e sono stati pertanto ridotti. 38. Si evidenzia che in relazione alle voci di costo di cui al punto precedente, nel confrontare i listini presentati da Telecom Italia con i prezzari cui si fa riferimento al punto 34, e' stata applicata a questi ultimi una riduzione del 20% per tener conto del ribasso d'asta medio riscontrato in gare di appalto per questo tipo di servizi. 39. I costi di canalizzazione riportati da Telecom Italia sono risultati in linea con quelli di un operatore efficiente nelle sole aree in cui sono situati gli stadi di linea che presentano il piu' elevato livello di coppie uscenti. I costi di cablatura riportati da Telecom Italia, invece, sono risultati in linea con quelli di un operatore efficiente. 40. Si precisa che per le categorie di costo relative alle opere civili ed ai cablaggi non sono stati applicati correttivi per tener conto di eventuali differenze tra costi a preventivo ed a consuntivo. Difatti, commesse delle dimensioni ipotizzate, quali la realizzazione di una rete d'accesso, possono essere facilmente associate ad un contratto che fa ricadere interamente sul fornitore il rischio di possibili imprevisti. 3.6. Dimensionamento della rete 41. Una volta stabilita la tecnologia, stimata la domanda e fissati i costi unitari, si deve determinare il numero e la tipologia dei cespiti che compongono la rete. Sulla base di questi ultimi, il Modello valorizza sia i costi di rete “diretti”, ossia direttamente attribuibili agli elementi di rete necessari a soddisfare la domanda di servizi, sia i costi di rete “indiretti”, calcolati sulla base di opportuni driver di costo. 42. Il dimensionamento dell'infrastruttura di un operatore efficiente e' stato eseguito sia sulla base di informazioni relative alle aree stadio di linea che costituiscono l'attuale rete di accesso di Telecom Italia, sia sulla base di una stima ottenuta a partire dall'analisi delle mappe stradali del campione di 50 aree di centrale. 43. In particolare, per ciascuna area stadio di linea campionata, e' stato calcolato il rapporto tra l'ammontare totale di infrastruttura presente nella rete Telecom Italia (ammontare suddiviso tra trincea, canalizzazione e palificazione) e l'ammontare totale di rete stradale calcolata tramite l'analisi della mappe (“rapporto di conversione”). Un rapporto pari ad uno equivale ad ipotizzare la presenza continua di infrastruttura su un lato della strada sull'intera superficie dell'area in questione. 44. Come gia' rilevato in precedenza, le aree stadio di linea di Telecom Italia sono state suddivise in 10 geotipi. Sulla base della densita' di linea per ogni geotipo sono state analizzate cinque mappe. Al “rapporto di conversione” e' stato posto un tetto pari a 1,8; in sostanza, si esclude che anche nelle aree piu' affollate siano necessarie delle infrastrutture superiori alla lunghezza di un lato della strada e dell'80 per cento del secondo lato (l'utilizzo di palificazione generalmente richiede la presenza di infrastrutture su un solo lato della strada). Nel caso in cui questo limite venga superato in un'area del campione selezionato, si ritiene che cio' sia dovuto alla “stratificazione” della rete nel corso del tempo e che pertanto rappresenti un'inefficienza da correggere. 45. La metodologia di dimensionamento della rete descritta ai punti precedenti tiene conto sia dell'orografia del terreno, sia del grado di urbanizzazione dell'area (input catturato dal numero di coppie uscenti dallo stadio di linea dell'area in questione). 46. Per la determinazione della lunghezza dei cavi della tratta primaria e secondaria, il modello utilizza come input principali la superficie di ciascuna area, il numero ottimale di distributori primari e secondari da installare nell'area ed il numero e la tipologia di clienti attestati nell'area. Una volta dimensionata la rete in termini di chilometri di scavo e di cavo per le 50 aree selezionate, il modello proietta i risultati a livello nazionale. 47. L'approccio utilizzato per il dimensionamento dell'infrastruttura della rete - che fa uso sia di informazioni circa l'attuale configurazione di rete di Telecom Italia, sia della stima basata sull'analisi delle mappe stradali del campione di 50 aree di centrale - determina un risultato finale in linea con quanto ottenibile utilizzando la sola stima derivante dall'analisi delle mappe stradali. Si e' preferito adottare la metodologia descritta, in quanto essa ha il vantaggio di utilizzare l'elevato dettaglio dei dati forniti da Telecom Italia, non facilmente riproducibile in un modello puramente campionario, imponendo al tempo stesso un livello di efficienza adeguato ad una ipotesi di ricostruzione della rete di accesso. 3.7. Valutazione dei costi operativi e degli altri costi 48. Per stimare i costi operativi, il Modello considera separatamente le attivita' operative di rete e quelle non di rete. Le attivita' di rete possono essere associate in maniera diretta e indiretta ai cespiti, mentre le attivita' non di rete si riconducono ai costi di messa in opera e manutenzione di quei cespiti necessari per il supporto delle attivita' (ad esempio immobili, veicoli ecc.) ed ai costi piu' generali, come i costi amministrativi o di gestione dell'azienda (costi operativi indiretti). Analogamente ai costi di rete, anche i costi dei cespiti non di rete sono stati stimati sulla base delle considerazioni fatte in precedenza. 49. In particolare, il modello specifica i costi operativi relativi allo staff dell'azienda ed ai servizi esterni, parzialmente dimensionati sulla base degli input relativi alla domanda di servizi ipotizzata. 50. Oltre a tali costi, il modello calcola i costi di “manutenzione correttiva” relativi alle attivita' di assurance. I dettagli del modello dei costi di assurance sono illustrati al paragrafo 6. 3.8. Allocazione dei costi ai servizi 51. Una volta calcolati i costi complessivi, il modello alloca tali costi ai differenti servizi forniti dalla rete di accesso, in base al principio della cost causation. I costi sono suddivisibili in due categorie: costi specifici (determinati da una specifica classe di servizi) e costi condivisi (costi comuni a tutti o ad una parte dei servizi che utilizzano la rete). 52. L'allocazione dei costi condivisi ai diversi servizi viene effettuata sulla base dell'uso che i diversi servizi fanno dei singoli elementi di rete, moltiplicato per i relativi routing factors (da intendersi come il numero medio di volte che ogni servizio utilizza i diversi elementi di rete). Per le categorie di costi condivisi che non possono essere allocati direttamente agli elementi di rete, il passaggio attraverso i routing factors non e' possibile e si utilizzano, per analogia, i routing factors di servizi simili per quali invece i routing factors sono disponibili. 3.9. Il costo del capitale 53. Il costo del capitale puo' essere definito come il rendimento che si otterrebbe investendo in un'attivita' di rischio pari a quello dell'impresa per la quale il costo del capitale deve essere determinato. L'approccio standard per calcolare il costo del capitale si basa sul WACC (Weighted Average Cost of Capital), ossia il costo medio ponderato. Nel Modello, seguendo tale approccio, sono stati calcolati separatamente il costo del capitale azionario, in genere determinato tramite il modello del Capital Asset Pricing Model (CAPM), e il costo del debito. I dettagli del calcolo del WACC sono riportati nell'allegato C. 4. Descrizione dettagliata del modello 54. Il modello e' costituito da 16 fogli di calcolo Excel che possono essere raggruppati in 10 fogli di input (“Lists”, “Parameters”, “Product Demand”, “SL data”, “Sample Trenching”, “Geotype data”, “Samples cabling”, “Routing Table”, “Asset Costs”, “Opex” ), 5 fogli di calcolo (“Cabling”, “Nodes”, “Asset costs”, “Routing Table”, “Products”) e 1 foglio di controllo (“Worksheet List and Notes”). 4.1. I fogli di input 55. I fogli di input possono essere cosi' descritti: - Foglio “Lists”: contiene tutte le liste di valori di input usate nel modello, in particolare la lista dei geotipi, delle categorie di staff, i drivers dei costi operativi, le tipologie di strade, di terreno, di cavidotti e di cavi in rame, le tipologie di cabinets e distributori, le tipologie di Network Termination Points, di Main Distribution Frames e di line cards. - Foglio “Parameters”: permette l'inserimento dei principali parametri del modello, ossia l'anno di riferimento, il costo del capitale e la metodologia di ammortamento. Gli altri parametri sono: la percentuale di utilizzo dei cavi, il livello di overprovisioning degli MDFs, dei Distribution Points (Primary and Secondary) e delle borchie utente (NTPs), i fattori di conversione tra distanze “crow flight” e distanze stradali4, le distanze tra pali, il numero di linee per sito catalogate per geotipi, etc. 4 Distanza calcolata come linea d'aria tra due punti della rete stradale. - Foglio “Product Demand”: contiene, per ogni geotipo, i volumi delle connessioni e dei doppini fisici per i servizi retail e wholesale per gli anni 2010-2012, e i trend di variazione. - Foglio “SL data”: contiene tutte le informazioni fornite da Telecom Italia sulle oltre 10000 aree di centrale. - Foglio “Samples trenching”: valutata i km di strada per ciascuna area campione. - Foglio “Geotype data”: elabora i dati forniti da Telecom Italia, attribuendo le aree di centrale ai geotipi individuati nel modello. - Foglio “Samples cabling”: e' suddiviso in cinque sezioni che riportano per ogni area SL del campione e, per estensione, per ogni geo-tipo: - informazioni sull'estensione (in chilometri quadrati) dell'area; - una stima del numero di linee uscenti effettuando una riconciliazione con i dati forniti da Telecom Italia; - informazioni circa le percentuali di km di cavi interrati direttamente in trincea, di cavi nei tubi e di cavi sui pali, distinguendo tra rete primaria e rete secondaria; - una stima del numero di linee e del numero di accessi fisici suddivisa per tipo di NTP; - i parametri per il progetto dell'area campione, ovvero il numero stimato di coppie, il numero di PDPs in aree urbane ed extra urbane, il numero di collegamenti MDF-PDP, il numero di SDPs in aree urbane ed extra urbane. - Foglio “Routing Table”: definisce gli elementi di rete e il relativo uso da parte di ogni servizio offerto sulla rete in questione. - Foglio “Asset Costs”: contiene le informazioni necessarie relative ai costi dei cespiti (compresi i costi di installazione) che compongono la rete. - Foglio “Opex”: specifica i costi operativi suddivisi secondo le categorie indicate nella descrizione del foglio “Lists”. 4.2. I fogli di calcolo 56. I fogli di calcolo possono essere cosi' descritti: - Foglio “Product”: contiene l'elenco dei servizi e la relativa domanda per l'anno di riferimento. Per ogni servizio vengono valutati separatamente i costi capitali annualizzati, i costi degli spazi, i costi di energia e condizionamento, i costi di manutenzione correttiva, i costi operativi diretti ed indiretti, i costi di commercializzazione. Il costo unitario di ciascun servizio e' ottenuto dividendo il costo complessivo determinato per i volumi di domanda. - Foglio “Routing Table”: calcola i costi suddivisi per le categorie descritte nel foglio precedente, sulla base delle matrici di routing del foglio di input “Routing Table”. I costi di rete sono classificati in 6 gruppi principali: NTP, infrastruttura, elementi di commutazione passivi (armadi, distributori ed MDF), cavi, apparati attivi (line cards) ed elementi relativi alla gestione operativa della rete. - Foglio “Asset Costs”: calcola i costi complessivi di tutti gli elementi di rete descritti nel foglio precedente. - Foglio “Node”: implementa gli algoritmi per il calcolo delle quantita' di apparati (MDF, PDP, SDP, NTP e apparati attivi) che costituiscono la rete. - Foglio “Cabling”: e' un foglio di supporto al calcolo del numero di PDP ed SDP ed alla stima della lunghezza dei cavi, sulla base di principi di dimensionamento che minimizzano il numero di elementi passivi e la lunghezza complessiva dei cavi. 5. La metodologia di annualizzazione 57. Il Modello stima il costo totale di investimento per la rete (il cosiddetto costo lordo di rimpiazzo o Gross Replacement Cost - GRC). I corrispondenti costi annuali, divisi in costi del capitale (calcolati utilizzando il predefinito valore del parametro WACC) e costi di ammortamento, vengono calcolati a parte da tale stima. 58. Il modello prevede la possibilita' di utilizzare una delle tre seguenti metodologie di ammortamento: Straight Line, Standard Annuity, Tilted Annuity. Tutte e tre le metodologie consentono di calcolare un costo annuale, da imputare al conto economico, comprendente sia la quota di ammortamento, sia il costo del capitale. La scelta di tali metodologie e' stata ritenuta la piu' adeguata per un modello di tipo Long Run, per il quale si e' assunto che il processo di sostituzione dei cespiti sia “a regime”. Le tre metodologie di ammortamento sono brevemente illustrate di seguito: - Straight Line: calcola una quota di ammortamento pari al costo lordo di rimpiazzo diviso per la vita utile del cespite, input del modello. La quota relativa al costo del capitale viene calcolata ipotizzando che il cespite sia giunto ad una determinata vita utile (anche questo un input del modello). - Standard Annuity: secondo questa metodologia, viene calcolata una quota annuale costante attualizzata, che consente di recuperare il costo di acquisto di un cespite ed il costo del capitale ad esso associato. Nella fase iniziale, il costo del capitale incide maggiormente sulla quota totale annuale rispetto all'ammortamento. Viceversa, nel tempo la quota di ammortamento assume maggior peso rispetto al costo del capitale. - Tilted Annuity: secondo questa metodologia, viene calcolata una quota annuale il cui valore cambia di anno in anno in funzione del tasso di variazione previsto per i prezzi dei cespiti. Infatti, nel caso in cui il prezzo dei cespiti diminuisca/aumenti nel tempo il metodo della Standard Annuity, di cui al punto precedente, determinerebbe prezzi inferiori/superiori a quelli prevalenti in un contesto competitivo nei primi anni di vita utile del cespite e, viceversa, prezzi superiori/inferiori negli ultimi anni di vita utile del cespite. 59. L'Autorita' ritiene che la metodologia da adottare per la determinazione dei costi prospettici dei servizi in oggetto sia la Tilted Annuity, in quanto rappresenta la metodologia piu' indicata a dare i corretti segnali di make or buy nel contesto competitivo del mercato dell'accesso alla rete fissa. 6. Il modello dei costi di manutenzione correttiva e dei costi commerciali 60. Al fine di garantire la massima coerenza con la metodologia adottata in precedenza dall'Autorita' per la definizione dei prezzi dei servizi di accesso all'ingrosso alla rete di Telecom Italia, si e' reso necessario introdurre una specifica trattazione dei costi di manutenzione correttiva della rete di accesso e dei costi commerciali di vendita dei servizi all'ingrosso. Una precisa modellizzazione di tali costi e' essenziale per individuare le relazioni di costo tra i servizi all'ingrosso in oggetto, in maniera coerente con quanto stabilito dall'Autorita' nelle delibere di approvazione delle Offerte di Riferimento di Telecom Italia. 61. I costi di manutenzione correttiva sono i costi delle attivita' di intervento per la risoluzione di problemi tecnici richieste esplicitamente attraverso una segnalazione di “guasto” da parte del cliente finale (attivita' di assurance). Queste attivita' sono incluse nei servizi di fornitura dell'accesso alla rete di Telecom Italia e quindi sono remunerate attraverso i canoni di accesso (canone di unbundling, canone bitstream e canone WLR). 62. Per una valutazione di tali costi in ottica prospettica, gli Uffici hanno ritenuto opportuno adottare una metodologia che ricostruisce il processo necessario per lo svolgimento della prestazione, individua i tempi di svolgimento per ciascuna tecnologia di servizio di accesso e, infine, valorizza il costo complessivo dell'intervento in base al costo orario della manodopera. Il valore della manutenzione correttiva su base annuale viene valutato moltiplicando il costo cosi' ottenuto per il “tasso annuale di guasto” del servizio considerato. 63. La Tabella 1 riporta gli elementi utili al calcolo dei costi degli interventi per manutenzione correttiva dei servizi di accesso per l'anno 2012, a partire da un costo orario della manodopera pari a 46,22 Euro - valore approvato dall'Autorita' nella delibera n. 14/09/CIR - ed applicando ai valori determinati un incremento che tenga conto del valore atteso dell'inflazione.5 Sulla base dei dati desunti dal bilancio civilistico aggiornato di Telecom Italia, infatti, si ritiene non giustificato al momento apportare una variazione al valore del costo orario della manodopera. Tuttavia, il Modello intende valutare il valore di costo prospettico dei singoli servizi wholesale incorporando l'effetto dell'inflazione; per tale ragione, il costo degli interventi e' stato valutato includendo l'incremento dovuto a tale effetto. 5 Tenendo conto di un tasso atteso di inflazione pari all'1,5 % (stima dell'ultimo DPEF), si e' ritenuto di applicare in via conservativa un tasso di incremento pari all'1,13% annuo, pari al 75% del tasso di inflazione previsto. Tabella 1: calcolo del costo degli interventi per manutenzione correttiva Parte di provvedimento in formato grafico 64. I tassi di intervento - necessari al calcolo del costo annuo della manutenzione correttiva - sono stati valutati a partire dalle informazioni disponibili nei sistemi della funzione Open Access di Telecom Italia circa il numero di interventi registrati per il 2009 ed applicando criteri di efficienza. In particolare, i tassi di intervento adottati per il servizio di unbundling e per il servizio di shared access sono pari, rispettivamente, al 22,5% ed al 14% (tasso di intervento per linea per anno). 65. In coerenza con il comma 11 dell'articolo 6 della delibera n. 731/09/CONS, l'Autorita' ritiene opportuno adottare un approccio che tenga conto dei costi di “gestione operatori” e di quelli di “gestione interna”, attraverso l'applicazione di un mark-up medio ottenuto come rapporto tra la somma dei costi di “gestione operatori” e di “gestione interna” ed il valore totale dei servizi ceduti internamente ed esternamente, regolati e non regolati. 66. Coerentemente con quanto disposto nelle recenti delibere di approvazione delle Offerte di Riferimento di Telecom Italia (delibere nn. 14/09/CIR e 71/09/CIR), il suddetto mark-up e' stato fissato nella misura del 7% del prezzo finale del canone per i servizi di shared access ed unbundling. 7. La stima del trend di costo del servizio di trasporto della banda di backhaul 67. La delibera n. 731/09/CONS ha previsto che il prezzo del servizio di trasporto della banda ATM/Ethernet sia sottoposto ad un meccanismo di controllo pluriennale dei prezzi basato su network cap, delegando al presente procedimento la determinazione della variazione percentuale annuale dei prezzi. 68. L'approccio seguito dall'Autorita' per la determinazione di tale fattore si basa sulla stima prospettica dei volumi di banda trasportati e dei relativi costi della rete di backhaul di Telecom Italia. 69. Per la stima prospettica dei volumi, gli Uffici, a partire dai dati di contabilita' regolatoria, hanno stimato il consumo medio di banda di un generico cliente ottenuto sia considerando i clienti retail di Telecom Italia, sia i clienti di altri operatori che acquistano accessi bitstream sul mercato all'ingrosso. I volumi complessivi sono ottenuti come prodotto della banda per cliente per il numero di clienti, a sua volta derivante dalla stima della domanda precedentemente effettuata per la parte accesso. 70. Analogamente, gli Uffici hanno ritenuto opportuno utilizzare i dati delle contabilita' regolatorie relative al periodo 2005-2008 per la stima prospettica dei costi, coerentemente con le ultime delibere dell'Autorita' di approvazione delle Offerte di Riferimento di Telecom Italia. 71. Gli Uffici hanno adottato tale approccio in virtu' della situazione che si riscontra attualmente nella fornitura del servizio di trasporto della banda di backhaul. Infatti, sebbene il servizio sia offerto mediante due differenti tecnologie, ATM ed Ethernet, in pratica solo la prima modalita' e' utilizzata dagli altri operatori per l'acquisto di servizi all'ingrosso. La seconda soluzione, innovativa e piu' efficiente, e' utilizzata al momento unicamente per l'offerta di servizi alla clientela finale di Telecom Italia. La situazione descritta e' conseguenza della copertura incompleta della rete di backhaul Ethernet, per il completamento della quale si renderebbero necessari investimenti da parte di Telecom Italia. 72. La tecnologia ATM, peraltro, rappresenta attualmente una soluzione in via di dismissione da parte dei produttori di hardware e, di conseguenza, il passaggio alla soluzione Ethernet rappresenta un'evoluzione naturale, nonche' obbligata nel breve-medio periodo. 73. La crescita della domanda dei servizi a larga banda prevista per i prossimi anni e' destinata ad essere soddisfatta prevalentemente grazie alla tecnologia Ethernet;6 si puo' prevedere, quindi, un trasferimento dei volumi aggiuntivi di domanda, nonche' dei costi legati agli investimenti, dalla piattaforma ATM verso quella Ethernet. Per quanto detto, non si prevedono, in generale, sostanziali riduzioni dei costi sostenuti da Telecom Italia nei prossimi anni, a fronte di un aumento significativo della domanda. 6 Si rammentano, al riguardo, i problemi, manifestatesi di recente, di saturazione delle centrali ATM di Telecom Italia per l'offerta dei servizi bitstream. 74. In virtu' delle precedenti osservazioni, l'Autorita' ritiene ragionevole prevedere che, nel periodo di validita' del network cap, i costi sostenuti da Telecom Italia non saranno comunque inferiori a quelli sostenuti, in media, negli anni che vanno dal 2005 al 2008 per il mantenimento e l'estensione delle reti di backhaul in tecnologia ATM ed Ethernet. 75. Partendo dai costi medi cosi' attribuiti - sulla base delle contabilita' regolatorie approvate nonche' di quelle piu' recenti di consuntivo disponibili - e dai volumi stimati di banda equivalente per gli anni 2010-2012 (coerentemente con le recenti delibere di approvazione delle Offerte di Riferimento), l'Autorita' ha stimato un valore del prezzo della banda garantita (MCR) per il 2012 pari a 0,44 euro/kbps/anno. Tale valore corrisponde ad una riduzione media annua del prezzo pari al 6,04%. 76. L'Autorita' intende favorire la migrazione verso la piattaforma Ethernet attraverso la definizione di un meccanismo di pricing incentivante, che tenga al contempo conto degli investimenti necessari per il raggiungimento di livelli di copertura adeguati. In tal senso, l'Autorita' ha effettuato anche una stima Bottom Up, con approccio di tipo Schorched Node, dei costi del servizio di trasporto di backhaul in tecnologia Ethernet, ipotizzando di “ricostruire” la rete di backhauling di Telecom Italia, partendo dalla posizione dei nodi Parent della attuale rete ATM, supponendo di sostituire i nodi ATM con nodi ad essi corrispondenti in tecnologia Ethernet. 77. Nell'ipotetica ricostruzione della rete, e' stata ricalcolata l'entita' della rete in fibra necessaria a collegare i nodi SL ai 30 nodi Parent, secondo una logica di distanza minima ed utilizzando topologie ad anello, come nell'attuale rete di Telecom Italia. E' stata inoltre effettuata una stima dei costi relativi agli apparati WDM presso i siti, dei nodi Parent e dei costi operativi e di commercializzazione OLO. 78. Utilizzando i volumi stimati coerentemente con quanto esposto al punto 69, gli Uffici hanno stimato un valore del prezzo della banda per il 2012, inferiore a quello stimato utilizzando i valori di contabilita', che comporta una riduzione media annua del prezzo della banda rispetto ai valori attuali dell' 8,60 %. 79. Al fine di incentivare il passaggio alla tecnologia Ethernet, l'Autorita' ritiene opportuno applicare un vincolo generale di cap al paniere B dei servizi di accesso a larga banda pari al valore di 6,04 % calcolato in precedenza ed introdurre un vincolo di subcap al solo servizio di trasporto di banda Ethernet pari all' 8,60 % annuo. 8. Il calcolo dei valori dei vincoli di cap 80. Il Modello determina i costi prospettici relativi alla fornitura dei servizi di accesso di Telecom Italia per gli anni 2010, 2011 e 2012. Partendo da tali valori, l'Autorita' ha definito i valori delle variazioni percentuali dei panieri (vincoli di cap) necessari per l'applicazione del meccanismo di network cap previsto dalla delibera n. 731/09/CONS. 81. Il meccanismo di programmazione pluriennale dei prezzi e' stato adottato dall'Autorita' allo scopo di garantire certezza regolamentare agli operatori che acquistano servizi di accesso da Telecom Italia e, quindi, di permettere loro una migliore pianificazione delle attivita' nell'orizzonte temporale previsto. Al fine di garantire il raggiungimento di tali scopi, l'Autorita' ritiene che i prezzi dei servizi in oggetto debbano mutare gradualmente nel corso del tempo. Per questa ragione, si e' definito un percorso di avvicinamento al prezzo determinato dal Modello per l'anno 2012, partendo dai prezzi in vigore per l'anno 2009 (in corso di validita' fino al 30 aprile 2010). Nello specifico, l'Autorita' ha calcolato un tasso medio di variazione annuale costante per ciascuno dei panieri di servizi, ad eccezione del paniere comprendente il canone del servizio di unbundling, per le ragioni di cui si dira' oltre.. 82. Inoltre, l'Autorita' ricorda che il valore di costo prospettico determinato dal Modello, ossia la tariffa dei singoli servizi wholesale, gia' incorpora l'effetto dell'inflazione, in quanto riferito ai prezzi delle singole componenti. Difatti, il Modello in questione - come pure quelli sviluppati da altre Autorita' - da un lato individua i prezzi correnti “efficienti” per le diverse componenti di costo e - successivamente - applica ad ognuna di esse una specifica variazione di prezzo (e non gia' il valore dell'indice di inflazione dell'economia nel suo complesso).7 In tal senso, l'impostazione adottata differisce rispetto ad altri modelli che impongono un recupero dell'efficienza attraverso l'imposizione di un coefficiente X che va sottratto al livello di inflazione generale (IPC). I valori delle variazioni percentuali annuali dei panieri individuati dal Modello sono, dunque, gia' comprensivi della prevista variazione percentuale su base annua dei prezzi. 7 Piu' dettagliatamente, i prezzi delle opere e delle attrezzature sono desunti da listini che evolvono nel corso degli anni; qualora invece il prezzo della componente di costo derivi da altra fonte, si provvede comunque ad applicare un incremento di prezzo su base annua. 83. Per quanto riguarda il costo del capitale (WACC), il modello economico utilizza il valore di 9,36 % stimato dall'Autorita' (Cfr. Allegato C). 8.1. Determinazione dei vincoli di cap per i panieri dei servizi di accesso disaggregato 84. Con riferimento ai servizi di accesso disaggregato alla rete di Telecom Italia, come e' noto, la delibera n. 731/09/CONS ha previsto 5 panieri distinti, elencati al punto 4 del presente documento. Paniere A: servizi di full unbundling e sub loop unbundling 85. Il paniere A e' composto dai canoni mensili dei servizi di full unbundling e di sub loop unbundling, nonche' dai relativi contributi. L'Autorita' ha stimato il valore del vincolo di cap per tale paniere sulla base del costo prospettico del servizio di unbundling risultante dall'applicazione del Modello. 86. Il valore del costo prospettico del canone di unbundling che scaturisce dall'applicazione del Modello per l'anno 2012 e' pari a 9,67 euro/mese; per tale paniere, la variazione percentuale annuale risulta pari al 4,43 %. 87. Tenuto conto che l'applicazione dei nuovi prezzi avverra' a partire dal 1° maggio del 2010 e sara' quindi di fatto retroattiva, appare opportuno, anche in considerazione della rilevanza dei servizi inclusi in tale paniere, applicare una variazione dei prezzi piu' contenuta per il primo anno. A tal fine, si applicano le seguenti variazioni percentuali annuali per il paniere A: 2,47 % per l'anno 2010, 6,44 % per l'anno 2011 e 4,43 % per l'anno 2012. Questo comporta che il canone di unbundling sara' di 8,70 euro/mese dal 1° maggio 2010 e di 9,26 euro/mese dal 1° gennaio 2011. Paniere B: servizi di shared access 88. Il paniere B e' composto dal canone mensile del servizio di shared access, nonche' dai relativi contributi. Il costo prospettico al 2012 del servizio di shared access risultante dall'applicazione del modello risulta pari a 1,57 euro/mese. La variazione percentuale per il paniere B per gli anni 2010, 2011 e 2012 e' pari a -7,29 %. Paniere C: servizio di prolungamento dell'accesso con portante in fibra 89. Il paniere C comprende il canone mensile ed i contributi relativi al servizio accessorio di prolungamento dell'accesso con portante in fibra; i prezzi approvati per tali servizi sono rimasti invariati nelle offerte 2007, 2008 e 2009, come da proposta di Telecom Italia. L'Autorita' ritiene quindi che per tali servizi la variazione percentuale annuale debba essere pari a zero per gli anni 2010, 2011 e 2012. Paniere D: servizio di canale numerico 90. Per le medesime motivazioni formulate per il paniere C, l'Autorita' ritiene che per i servizi appartenenti al paniere D la variazione percentuale annuale debba essere pari a zero per gli anni 2010, 2011 e 2012. Paniere E: servizio di unbundling virtuale 91. I valori delle variazioni percentuali annuali per il paniere E sono i medesimi previsti per il paniere A dei servizi di accesso disaggregato. 8.2. Determinazione dei vincoli di cap per i panieri dei servizi di accesso a banda larga 92. Con riferimento ai servizi di accesso a banda larga, la delibera n. 731/09/CONS ha previsto 4 panieri distinti, elencati al punto 5 del presente documento. Paniere A: servizi di accesso asimmetrico 93. Il paniere A e' composto dai canoni mensili dei servizi di accesso bitstream asimmetrico, su linea condivisa e dedicata, nonche' dai relativi contributi. La delibera n. 731/09/CONS prevede che il prezzo della componente di accesso asimmetrico su linea dedicata (componente naked) segua la variazione prevista per il paniere A dei servizi di accesso disaggregato, pari al 4,43 % per gli anni 2010, 2011 e 2012. Applicando tale incremento al prezzo della componente naked per il 2009 - pari a 10,72 euro/mese - il prezzo della stessa componente per il 2012 deve risultare pari a 12,21 euro/mese. 94. Si rileva, tuttavia, che il paniere in oggetto e' composto dal canone dell'accesso asimmetrico su linea dedicata, ottenibile come somma della componente naked e del canone di accesso asimmetrico su linea condivisa. Tenuto conto del valore del prezzo della componente naked per il 2012 determinato al punto precedente e della necessita' di garantire il mantenimento del margine di prezzo attualmente esistente tra il canone unbundling ed il canone dell'accesso asimmetrico bitstream su linea dedicata, l'Autorita' ritiene necessario che il prezzo dell'accesso asimmetrico su linea condivisa sia, nel 2012, pari a 7,69 euro/mese. In tal modo, il canone di accesso asimmetrico su linea dedicata risulta pari nel 2012 a 19,90 euro/mese, con un margine di 10,23 euro/mese rispetto al prezzo del canone di unbundling (equivalente all'attuale margine). 95. L'Autorita', quindi, ritiene che si debba applicare al paniere A per gli anni 2010, 2011 e 2012 una variazione annuale pari a -1,31 %. Peraltro, da quanto prospettato al punto precedente, deriva l'applicazione di un sub-cap pari a 2,06 % al canone di accesso su linea dedicata per gli anni 2010, 2011 e 2012. Paniere B: servizi di accesso simmetrico ed asimmetrico “high level ” ATM 96. Al fine di garantire il mantenimento dei rapporti di prezzo tra le componenti di accesso bitstream simmetrico ed asimmetrico, l'Autorita' ritiene di applicare al Paniere B per gli anni 2010, 2011 e 2012 la medesima variazione percentuale annuale del paniere A dei servizi di accesso a banda larga, ossia -1,31 %. Paniere C: banda ATM ed Ethernet 97. Sulla base delle considerazioni svolte al paragrafo 7, l'Autorita', al fine di incentivare il passaggio alla tecnologia Ethernet per i servizi di backaul della banda, ritiene opportuno fissare una variazione percentuale annuale pari a -6,04 % per il paniere C in oggetto, ed un parametro di sub-cap relativo ai prezzi dei servizi relativi al trasporto in tecnologia Ethernet pari a -8,60 % per gli anni 2010, 2011 e 2012. Paniere D: servizi di accesso al DSLAM ATM ed Ethernet 98. L'Autorita' ritiene di dover garantire per i servizi nel paniere D il medesimo andamento dei prezzi dei restanti servizi di accesso bitstream, fissando una variazione percentuale annuale pari a -1,31 % per gli anni 2010, 2011 e 2012. 8.3.Determinazione dei vincoli di cap per i panieri dei servizi WLR 99. Con riferimento ai servizi WLR, la delibera n. 731/09/CONS ha previsto i seguenti 4 panieri, elencati al punto 6 del presente documento. Paniere A: servizio WLR per la clientela residenziale e corrispondenti prestazioni associate e servizi accessori 100. La delibera n. 731/09/CONS prevede l'applicazione, per il paniere A del WLR, della medesima variazione percentuale annuale fissata per il paniere A dei servizi di accesso disaggregato, ovvero 4,43 % per gli anni 2010, 2011 e 2012. Paniere B: contributi una tantum relativi al servizio WLR per la clientela residenziale ed alle corrispondenti prestazioni associate e servizi accessori 101. Sulla base delle medesime considerazioni sviluppate circa la valutazione dei costi di manutenzione correttiva (paragrafo 6), l'Autorita' ritiene opportuno prevedere per il paniere B un tasso di variazione pari al 75% dell'inflazione prevista. Per il paniere B del WLR, quindi, l'Autorita' ritiene di applicare un valore della variazione percentuale annuale pari a 1,13 % per gli anni 2010, 2011 e 2012. Paniere C: servizio WLR per la clientela non residenziale, prestazioni associate e servizi accessori 102. La delibera n. 731/09/CONS prevede l'applicazione, per il paniere C del WLR, della medesima variazione percentuale annuale fissata per il paniere A dei servizi di accesso disaggregato, ossia 4,43 % per gli anni 2010, 2011 e 2012. Paniere D: contributi una tantum relativi al servizio WLR per la clientela non residenziale ed alle corrispondenti prestazioni associate e servizi accessori 103. Per le medesime motivazioni espresse con riferimento al paniere B, l'Autorita' ha stimato per il paniere D del WLR un valore della variazione percentuale annuale pari a 1,13 % per gli anni 2010, 2011 e 2012. 9. Verifica della qualita' della rete di accesso di Telecom Italia 104. Al fine di incentivare il miglioramento della qualita' della rete di accesso di Telecom Italia e dei relativi servizi su di essa forniti, si ritiene opportuno che l'applicazione delle variazioni in aumento dei prezzi previste al paragrafo precedente sia condizionata alla preventiva verifica, da parte degli Uffici dell'Autorita', della realizzazione di alcune condizioni specifiche. 105. Appare utile prevedere per la verifica di cui al punto precedente un opportuno lasso di tempo; in particolare, entro il 31 ottobre 2010, per quanto riguarda le tariffe in vigore dal 1° gennaio 2011, ed entro il 30 giugno 2011, per le tariffe che entreranno in vigore dal 1° gennaio 2012, il Consiglio dell'Autorita', sulla base di una apposita relazione degli Uffici, formulera' un giudizio circa lo stato della qualita' delle rete in rame di Telecom Italia ed il grado di ammodernamento, in ottica NGN, conseguito nel periodo precedente l'entrata in vigore delle nuove tariffe. Le variazioni in aumento dei prezzi, illustrate nel paragrafo precedente, entreranno in vigore solo in caso di riscontro favorevole da parte del Consiglio. 106. Nella relazione presentata al Consiglio, gli Uffici dell'Autorita' esaminano gli indicatori relativi ai processi di attivazione e di esercizio nella fornitura dei servizi oggetto del provvedimento. 107. Per quanto riguarda i processi di attivazione dei servizi, gli indicatori sono: a) percentuale dei rifiuti, sul totale delle richieste degli operatori, motivati da problematiche inerenti la rete di accesso (i c.d. KO di rete); b) durata del tempo di attesa per gli ordinativi tenuti “in sospeso” a causa della realizzazione di interventi speciali sulla rete; c) distribuzione statistica del livello di qualita' certificata dei doppini per la fornitura dei servizi di accesso a larga banda; d) stato di avanzamento dei programmi di rinnovamento della rete in rame (manutenzione preventiva); e) numero di centrali sature per la fornitura dei servizi di accesso e previsioni di riapertura. 108. Per quanto riguarda i processi di esercizio della rete per la fornitura dei servizi, gli indicatori sono: a) numero di guasti segnalati per i quali si e' reso necessario un intervento on field; b) durata media del tempo di “fuori servizio”; c) numero dei “degradi” e programma di intervento per la loro risoluzione.8 8 Per quanto riguarda questo specifico aspetto, si attende la conclusione dei lavori di OTA Italia e quanto verra' stabilito in sede di approvazione dell'Offerta di riferimento 2010. LE OSSERVAZIONI DI CARATTERE GENERALE DEGLI OPERATORI 109. Telecom Italia condivide l'adozione di un meccanismo di controllo dei prezzi dei servizi di accesso wholesale basato sulle risultanze di un modello BU-LRAIC, evidenziando che il conseguente passaggio dai costi storici ai costi correnti determina, da un lato, un sensibile aumento dei costi di rete e, dall'altro lato, una riduzione dei costi operativi. L'operatore ritiene che “l'aumento dei prezzi dei servizi di accesso wholesale fornisca al mercato un corretto segnale circa il valore della rete di accesso in rame, anche nella misura in cui e' in grado di non depauperare prospetticamente la willingness to pay dei clienti finali”. 110. Gli operatori BT, Fastweb, Vodafone, Wind ed AIIP ritengono che la documentazione resa disponibile dall'Autorita' circa la metodologia e le ipotesi economico-tecniche adottate nel modello non abbia permesso loro una partecipazione efficace alla consultazione. Fastweb rileva che nuovi elementi conoscitivi sono stati pubblicati dall'Autorita' solo il 27 maggio 2010, per cui sarebbe necessaria una proroga dei termini della consultazione. Fastweb ed AIIP, inoltre, chiedono chiarimenti circa le motivazioni di riservatezza che impediscono di accedere agli elementi del modello che non sono stati resi pubblici. 111. BT afferma che “il modello LRIC progettato dall'Autorita' non e' un modello completo della rete d'accesso di Telecom Italia ma e' strettamente limitato agli elementi passivi della rete in rame e ad una parte degli elementi di rete attivi funzionali alla realizzazione di una parte dei servizi di accesso wholesale attualmente venduti da Telecom Italia”. Gli operatori, in generale, ritengono che l'unico output del modello sia costituito dalla componente “costi di rete” del canone mensile dell'ULL, mentre le altre componenti del canone (costi di manutenzione e costi commerciali) ed i costi degli altri servizi wholesale d'accesso (bitstream e WLR) sarebbero determinate con logiche e soluzioni ibride, in contrasto con quanto stabilito nella delibera n. 731/09/CONS. 112. Fastweb ritiene che la metodologia LRIC debba riguardare la valorizzazione di tutte le componenti di costo, ad eccezione delle infrastrutture civili e di scavo, per le quali andrebbero considerati i costi effettivamente sostenuti dall'operatore dominante. Analogamente, Vodafone ritiene piu' appropriato far riferimento al costo di manutenzione di una rete esistente in buone condizioni di funzionamento (metodo infrastructure renewals accounting - IRA), per rispettare il principio di efficienza che dovrebbe caratterizzare il passaggio ad una metodologia LRIC. Fastweb e Wind, sulla base dei risultati prodotti dai modelli LRIC sviluppati con i rispettivi consulenti, ritengono che, comunque, i costi dei servizi di accesso all'ingrosso stimati attraverso l'applicazione della metodologia BU-LRIC siano significativamente inferiori a quelli proposti dall'Autorita'. Le valutazioni dell'Autorita' 113. Con riferimento all'osservazione degli operatori alternativi circa la limitata documentazione resa disponibile dall'Autorita', si rammenta innanzitutto che il testo posto in consultazione pubblica (delibera n. 121/10/CONS) prevede sia un allegato B (schema di provvedimento) che un allegato D (modello in formato excel). In particolare, questi documenti, pubblicati in data 6 maggio 2010 nella Gazzetta Ufficiale, contengono tutte le informazioni, i dati e gli algoritmi utilizzati per la stima dei costi dei servizi di accesso. Inoltre, a seguito della richiesta di alcuni operatori, l'Autorita' ha provveduto a pubblicare ulteriori informazioni - in data 27 maggio 2010 - cosi' da garantire la massima trasparenza, con specifico riguardo ai dati di input utilizzati dal modello ed ai dati di output che lo stesso genera. In ogni caso, queste ulteriori informazioni non rappresentano un'integrazione o una modifica alla metodologia adottata,(gia' documentata dalla delibera n. 121/10/CONS e dai relativi allegati). Gli altri elementi utilizzati per il calcolo delle tariffe sono costituiti da informazioni sulla rete di accesso dell'operatore dominante di rilevanza strategica e, come tali, riservate. 114. In merito alle osservazioni di cui al punto 111, l'Autorita' precisa che la metodologia bottom-up a costi incrementali di lungo periodo puo' essere utilizzata non solo per la determinazione dei prezzi dei servizi regolamentati - in maniera trasparente, basandosi su criteri di efficienza e tenendo conto dei costi “ipotetici” di produzione dei servizi - ma anche come strumento per la verifica della congruenza dei costi “reali” di produzione dei servizi, al fine di identificare eventuali inefficienze dell'operatore dominante. L'uso di tale metodologia e' quindi declinato differentemente a seconda dei casi e proporzionalmente al problema competitivo, in considerazione delle condizioni di mercato e tenendo conto delle strategie regolamentari che si vogliono perseguire, nell'ottica di stimolare l'infrastrutturazione degli operatori o, al contrario, di scoraggiare la duplicazione inefficiente delle infrastrutture.9 9 A titolo di esempio, nel caso dei mercati della terminazione, la Raccomandazione della Commissione Europea suggerisce l'adozione di un modello LRIC che considera solo i costi “evitabili” per la fornitura del servizio di terminazione, motivando tale scelta sulla base dello specifico problema competitivo. Al tempo stesso, la Raccomandazione indica la possibilita' da parte delle Autorita' di utilizzare un corrispondente modello top-down, che utilizza dati sulle consistenze effettive di rete, per verificare la congruenza dei risultati del modello bottom-up ed evitare che esso produca valori molto lontani dalla realta' in esame. 115. L'Autorita', alla luce anche della prassi internazionale, e tenuto conto di alcune esperienze di altre Autorita' di regolamentazione europee10, ha sviluppato un modello teorico che tiene anche in considerazione le informazioni circa le consistenze della rete di accesso dell'operatore dominante. L'Autorita' ritiene che tale approccio garantisca l'affidabilita' dei risultati e tuteli gli interessi degli operatori, fornendo al contempo i corretti segnali di make or buy in un momento rilevante per lo sviluppo delle reti di accesso di nuova generazione. 10 A tal riguardo, si porta ad esempio il caso del regolatore Danese, il quale ritenendo eccessiva la variazione del prezzo del servizio di unbundling determinatasi nel passaggio da una metodologia FDC ad una LRIC, ha deciso di distribuire l'aumento di circa due euro sul canone mensile - calcolato sulla base del modello sviluppato - in un arco temporale di ben 7 anni. 116. Al riguardo, si rammenta che in passato la stessa Autorita', nell'ambito del modello LRIC per la stima delle tariffe di terminazione degli operatori alternativi di rete fissa, ha deciso di tenere conto di elementi che riconducessero alcune delle ipotesi teoriche alla realta' e peculiarita' della situazione italiana, portando ad un risultato che, pur mantenendo la coerenza con l'approccio BU-LRIC, fosse maggiormente robusto e condivisibile.11 11 Si veda la delibera n. 251/08/CONS con riguardo al parametro di lunghezza dei link di interconnessione ed ai costi degli apparati HAG/CPE. 117. A titolo di esempio, per i costi di rete, il modello ha utilizzato i dati relativi alla lunghezza degli scavi e delle opere infrastrutturali della rete di Telecom Italia e, attraverso un'operazione di efficientamento basata su un modello teorico, ha stimato l'ammontare complessivo di opere infrastrutturali necessarie alla realizzazione di una rete di accesso per la copertura dell'intero paese. Tale analisi ha prodotto un risultato, a parere dell'Autorita', piu' robusto ed affidabile di quello che si sarebbe ottenuto con un modello puramente teorico. A conferma di cio', si osserva che la stima dei costi di rete si discosta dal valore calcolato su base FDC meno di quanto non sia accaduto con modelli sviluppati in altri paesi (Danimarca e UK).12 Tale risultato e' conseguenza del significativo efficientamento determinato dal modello, che, pur rimanendo teorico, tiene conto dei dati relativi alla rete effettiva di Telecom Italia. 12 I costi della rete di accesso di Telecom Italia stimati da contabilita' regolatoria nell'ambito dell'approvazione del canone di unbundling 2009 erano pari a 5,61 €/mese, laddove il modello teorico sviluppato dall'Autorita' produce un valore pari a 6,74 €/mese per il 2012. 118. L'Autorita' evidenzia che il modello pubblicato sul proprio sito web contiene anche una versione per il calcolo dei costi di rete, che fa uso della sola stima derivante dall'analisi delle mappe stradali per il dimensionamento della rete. Pur avendo scelto di non utilizzare tale approccio, l'Autorita' rileva che tale versione del modello produce, a parita' di condizioni, un costo di rete per il 2012 superiore rispetto a quanto calcolato col modello. Tale differenza e' da imputarsi proprio all'approccio utilizzato dall'Autorita' che, partendo dai dati della rete effettiva di Telecom Italia, eliminando tutte le inefficienze dovute ad una rete stratificata nel tempo e mantenendo invece tutte le ottimizzazioni non rilevabili attraverso un modello teorico, produce una stima affidabile ed ancorata alla realta'. 119. L'Autorita' ha adottato un approccio simile a quello descritto per i costi di rete anche per la stima dei costi di manutenzione correttiva e dei costi di commercializzazione. In merito ai primi, l'Autorita' ha adottato un modello di tipo teorico che possa riprodurre i costi di manutenzione della rete di accesso di Telecom Italia. Tale approccio permette, da un lato, di controllare la congruenza del risultato, in quanto realizza implicitamente un confronto con i risultati di un approccio FDC e, dall'altro lato, ha il vantaggio di imporre a Telecom Italia il raggiungimento di obiettivi di efficientamento e di qualita' della rete, in ottica forward looking, che sono in linea con gli obiettivi dell'applicazione della metodologia LRIC e del meccanismo del network cap, nonche' con la formulazione dell'art. 5 della presente delibera. Per quanto riguarda la valorizzazione dei costi di commercializzazione, l'Autorita' ha invece utilizzato un mark-up sui costi del servizio, approccio solitamente adottato per la stima dei costi operativi di tipo congiunto nei modelli LRIC. 120. In conclusione, l'Autorita' ritiene di aver adottato una metodologia che, coerentemente con la delibera n. 731/09/CONS, conduce a risultati robusti e facilmente confrontabili con i costi effettivi per la fornitura dei servizi di accesso, cautelando inoltre gli interessi degli operatori del mercato, in un ottica forward looking che incentivi il miglioramento nella qualita' dei servizi di accesso erogati sulla rete in rame. 121. In merito all'osservazione di alcuni operatori secondo cui la valorizzazione di una rete di accesso in rame dovrebbe essere basata sul costo di manutenzione di una rete esistente in buone condizioni di funzionamento (metodo IRA), l'Autorita' rimanda alle considerazioni svolte nella delibera n. 731/09/CONS circa l'opportunita' di adottare una metodologia BU-LRIC. LE OSSERVAZIONI SPECIFICHE DEGLI OPERATORI SUL MODELLO L'approccio Scorched Node 122. Telecom Italia condivide l'utilizzo di un approccio scorched node al fine di evitare di determinare una configurazione di rete del tutto teorica. In relazione al dimensionamento dei cavi, tuttavia, l'operatore evidenzia che il modello si e' discostato dall'approccio scorched node seguito per il dimensionamento delle strutture, in favore di un criterio teorico di tipo greenfield che comporta un'incoerenza del modello, in quanto l'entita' degli scavi risulta ampiamente superiore rispetto a quella dei cavi posati. Telecom Italia ritiene, quindi, che l'approccio piu' appropriato sia l'utilizzo delle effettive consistenze di chilometri cavo. 123. Gli operatori alternativi Fastweb, Tiscali, Vodafone e Wind ritengono che l'approccio scorched node utilizzato dall'Autorita', nel considerare come dati e non modificabili sia la posizione, sia il numero delle centrali locali di Telecom Italia, non consenta di eliminare le inefficienze dovute alle scelte tecnologiche e strategiche adottate dall'incumbent in passato. Cio' comporta che gli operatori alternativi che acquistano servizi wholesale sostengono costi maggiori dei costi efficienti, disincentivando il perseguimento degli obiettivi di efficienza produttiva da parte di Telecom Italia. Tiscali ritiene che un operatore efficiente, piuttosto che riprodurre l'attuale assetto della rete di Telecom Italia, sceglierebbe un diverso mix di input tecnologici, utilizzando soluzioni wireless nelle aree in cui non e' economicamente sostenibile e/o tecnologicamente efficiente dispiegare una rete fissa. 124. Gli operatori Tiscali, Fastweb e Wind ritengono che la copertura del costo netto del servizio universale sia gia' assicurata dal meccanismo di contribuzione previsto dal regime regolamentare vigente e che quindi le aree di centrale che rientrano nelle aree “USO” vadano eliminate dal modello, per evitare un doppio contributo all'incumbent per i servizi forniti in tali aree. 125. Fastweb e Tiscali suggeriscono di utilizzare la metodologia modified scorched node, in base alla quale si parte dalla topologia di rete dell'incumbent e si procede all'eliminazione delle principali inefficienze sulla base di criteri oggettivi. Le valutazioni dell'Autorita' 126. L'Autorita' ritiene che la metodologia scorched node, nel tenere conto delle specificita' della rete su cui sono erogati i servizi oggetto di regolamentazione, sia quella che meglio si presta ad una riconciliazione con i dati dell'operatore notificato. 13 13 Si rammenta che un analogo approccio e' stato impiegato dall'Autorita' nella definizione del modello LRIC per la definizione delle tariffe di terminazione degli operatori alternativi, laddove i punti di interconnessione con la rete di Telecom Italia ipotizzati dal modello coincidevano con le posizioni reali di tali punti. 127. In merito alla stima dei chilometri di cavo, l'Autorita' non concorda con Telecom Italia in quanto il risultato del modello deriva dal processo di efficientamento della rete. Infatti, il modello determina una riduzione del numero di distributori secondari rispetto alle consistenze della rete di accesso di Telecom Italia, che comporta anche una riduzione della lunghezza dei cavi nella tratta PDP-SDP. L'incongruenza asserita da Telecom Italia, inoltre, non e' tale se si considerano, nel computo complessivo dei chilometri di cavo della tratta secondaria, anche i cavi previsti dal modello nella sezione SDP-NTP. 128. L'Autorita' ha assunto l'approccio scorched node e, tenuto conto delle differenze rispetto ad un approccio greenfield o modified scorched node, ha proceduto a ridurre il numero di centrali di Telecom Italia rispetto alla situazione reale, eliminando le 231 centrali caratterizzate dal minor numero di linee attestate; l'efficientamento in tal senso ottenuto, valutandone l'impatto rispetto alle consistenze della rete effettiva di Telecom Italia, risulta significativo. 129. In merito al rilievo di Tiscali sull'adozione delle tecnologie wireless, l'Autorita' ribadisce che, per la durata di validita' del network cap, i servizi wholesale oggetto di regolamentazione saranno erogati prevalentemente sulla rete in rame. In sostanza, si ritiene che le impostazioni del modello non possano prescindere dall'attuale situazione concorrenziale e infrastrutturale degli operatori ed in particolar modo dalla disponibilita' di una rete in rame (anche per la fornitura di servizi wholesale) su tutto il territorio nazionale. 130. Con riferimento alle richieste avanzate di escludere dal modello le aree USO, l'Autorita' ritiene che, coerentemente con la metodologia scorched node adottata, si debba includere nel modello l'intera domanda di servizi di accesso previsti per gli anni considerati. Tale scelta, adottata anche da altre Autorita' (NITA),14 e' motivata anche dalla considerazione che le aree USO sono aperte alla concorrenza e quindi potenzialmente in grado di soddisfare la domanda di servizi wholesale degli operatori alternativi. 14 NITA Model Reference Paper, “Revised Hybrid Model Guidelines”, 2010. 131. L'Autorita' intende far notare che la propria soluzione conduce a risultati analoghi, anche se attraverso una metodologia differente, a quelli di altre Autorita', quale quella francese (ARCEP), che calcola le tariffe dell'unbundling sulla base del costo delle sole linee di accesso che ricadono nelle aree definite profittevoli ai sensi del servizio universale. 132. A tal riguardo, l'Autorita' osserva innanzitutto che l'approccio adottato dall'Autorita' francese sarebbe in contraddizione con il principio di parita' interna-esterna che dispone il calcolo di un costo unico valutato su tutte le linee della rete di accesso, al fine della valorizzazione di tutti i costi, in coerenza con l'approccio usato finora dall'Autorita'. In ogni caso, tenuto conto dell'osservazione secondo cui l'inclusione delle aree USO dovrebbe portare a prezzi ULL piu' alti, in virtu' del fatto che le centrali ricadenti in tali aree dovrebbero essere caratterizzate da costi piu' elevati a causa della minore densita' abitativa, si evidenzia che una parte di queste centrali ricade nella lista delle centrali gia' eliminate sulla base dell'efficientamento previsto al punto 128 e quindi gia' non considerate nel modello. Inoltre, si fa notare che una cospicua parte delle centrali USO ricade nel geotipo numero 10; per tale geotipo, come evidenziato nelle valutazioni fatte piu' avanti al punto 138, il meccanismo di selezione del campione adottato (precisato al punto 29) in pratica elimina dal computo della rete tutte le centrali caratterizzate da un parametro di densita' molto elevato, tra le quali ricadono altre centrali USO. Il modello, quindi, per il calcolo del prezzo medio ULL gia' esclude una parte delle centrali USO, in quanto troppo distanti dalle caratteristiche medie delle centrali rappresentate nei geotipi. Le restanti centrali USO, che vengono invece considerate nel modello, sono caratterizzate da parametri di costo vicini alla media delle centrali rappresentate nei geotipi e quindi non determinano una significativa variazione del prezzo ULL rispetto al valore medio. La scelta del campione 133. Telecom Italia, pur condividendo con l'Autorita' la metodologia adottata per la valorizzazione dei costi della rete d'accesso, in considerazione dell'elevato dettaglio dei dati forniti, ritiene piu' appropriato l'utilizzo di un approccio censuario basato esclusivamente sulle proprie consistenze di rete. Cio' permetterebbe, secondo Telecom Italia, di evitare possibili errori di stima conseguenti all'estrapolazione a livello nazionale di dati ottenuti da un campione statistico. 134. Gli operatori alternativi ritengono che il campione di 50 centrali non possa garantire robustezza alla stima dei costi di una rete di accesso efficiente in ragione anche della significativa disomogeneita' orografica del territorio italiano. A tal proposito, BT e Wind evidenziano la necessita' di rendere trasparenti i parametri e la soglia utilizzata per valutare se il campione di aree di centrale individuato e' da considerarsi rappresentativo della popolazione del geotipo. 135. A parere di Fastweb, per valorizzare correttamente i costi dei servizi di accesso alla rete fissa di Telecom Italia bisognerebbe definire un modello che calcoli il costo puntuale di ciascuna centrale locale in Italia. Fastweb propone un metodo “census approach”, quale quello adottato dal proprio consulente, il quale, benche' oneroso, eviterebbe la sovrastima dei costi di rete. Le valutazioni dell'Autorita' 136. In relazione ai rilievi di Telecom Italia, l'Autorita' ribadisce quanto detto al punto 117 circa l'affidabilita' e la robustezza del proprio approccio, preferibile al metodo proposto da Telecom Italia, il quale fa esclusivamente uso di informazioni circa le proprie consistenze di rete. Si fa presente, inoltre, che l'approccio statistico/campionario basato su geotipi viene ampiamente utilizzato dalle Autorita' di regolazione per lo sviluppo di modelli bottom-up della rete di accesso.15 15 Hanno utilizzato tale approccio: NITA, OPTA, OFCOM, NPT. Figura 1: Deviazione standard della variabile densita' di linea per geotipo Parte di provvedimento in formato grafico 137. In merito alle osservazioni degli operatori alternativi sulla rappresentativita' del campione statistico, l'Autorita' ritiene che la procedura di selezione del campione, descritta al punto 29, fornisca sufficienti garanzie di rappresentativita' statistica.16 In primo luogo, l'Autorita' ritiene che l'adozione di un campione casuale di dimensione costante pari a 5 per ciascun geotipo possa garantire la rappresentativita' della popolazione del geotipo. Infatti, come e' possibile osservare dai valori rappresentati in figura 1, la deviazione standard relativa (deviazione standard normalizzata alla media) della variabile densita' di linea descritta al punto 26 e' sempre al di sotto del 10%, tranne che per il primo e l'ultimo geotipo, ossia i geotipi che presentano densita' di linea minima e massima. Ad una prima analisi, quindi, appare ragionevole adottare per tutti i geotipi (tranne che per il primo e l'ultimo) un campione della medesima numerosita'. 16 Si precisa che la soglia percentuale cui si fa riferimento al citato punto 29 e' stata fissata pari al 30%. 138. Se pero' si approfondisce l'analisi dei due geotipi estremi (numero 1 e 10) grazie alle figure 2(a) e 2(b), in cui sono riportati in ordinata i valori della variabile densita' di linea (normalizzata al valore massimo del geotipo) per ciascuna delle circa 1000 aree di centrale del primo - figura 2(a) - e dell'ultimo - figura 2(b) - geotipo, si evince che le aree di centrale escluse dal processo di campionamento dalla procedura di accettazione descritta al punto 29 (quelle all'esterno delle linee tratteggiate) sono proprio le aree che presentano un valore di densita' di linea che si discosta significativamente (piu' del 30%) dalla media e che, specie nell'ultimo geotipo, presentano costi significativamente piu' alti della media. 17 Se si calcola nuovamente la deviazione standard relativa della densita' di linea sulle sole aree che rientrano nell'intervallo di validazione del campione,18 si otterra' un valore inferiore al 10% anche per il primo e l'ultimo geotipo. Pertanto, la procedura di campionamento agisce su dei sottoinsiemi della popolazione (i geotipi) che presentano caratteristiche statistiche (almeno in termini di deviazione standard relativa) simili, giustificando l'utilizzo di un campione statistico di numerosita' costante per tutti i geotipi. 17 Le linee tratteggiate nelle figure 2 (a-b) identificano l'intervallo massimo all'interno del quale possono essere estratte le centrali che compongono il campione statistico del geotipo ovvero le centrali che presentano una densita' di linea che non si discosta in valore assoluto dalla media piu' del 30%. 18 In un contesto di campionamento rappresentativo, quale quello utilizzato in questa analisi, l'insieme di individui che possono essere estratti dalla popolazione, in quanto ricade nelle soglie prefissate per l'accettazione, viene indicato come “intervallo di validazione” o “intervallo fiduciario” della popolazione. Figura 2: (a) Distribuzione delle centrali del geotipo 1; (b) Distribuzione delle centrali del geotipo 10 Parte di provvedimento in formato grafico 139. L'Autorita' ha inoltre valutato la capacita' di un campione di dimensione 5 (il numero di aree di centrale estratto da ciascun geotipo) di stimare correttamente i costi di rete di un determinato geotipo. A tal fine, per i geotipi 1 e 10, ossia i geotipi che presentano la maggiore variabilita' interna, e' stato calcolato l'intervallo di confidenza (al 95%) della media campionaria delle due variabili i) metri totali di scavo e palificazione e ii) numero di linee uscenti, il cui rapporto fornisce la variabile densita' di linea che, come specificato al punto 26, e' la variabile maggiormente correlata con i costi di realizzazione di una rete di accesso in una determinata area. 140. Si e' poi verificato se gli intervalli di confidenza di cui al punto precedente ricadono all'interno degli intervalli di validazione del campione, ossia degli intervalli di tutti i valori delle variabili considerate che non si discostano piu' del 30% dalla propria media. L'Autorita' ritiene che, nel caso in cui i suddetti intervalli di confidenza ricadano all'interno dei rispettivi intervalli di validazione, la stima campionaria della media sia circoscritta ad un valore sufficientemente prossimo alla media della popolazione reale tale da garantire la rappresentativita' del campione.19 19 Al fine di stimare l'intervallo di confidenza, si e' utilizzato il metodo t-bootstrap. Tale metodo e' generalmente usato per estrapolare informazioni circa una popolazione a partire da un numero limitato di elementi in un campione, in assenza di informazioni sulla popolazione stessa. In particolare, l'intervallo di confidenza delle variabili metri totali di scavo e palificazione e numero di linee uscenti e' stato ottenuto campionando con reinserimento (mille volte) i campioni selezionati per i geotipi 1 e 10. Si veda a questo proposito B. Efron, R.J. Tibshirani, “An Introduction to the bootstrap”, Chapman & Hall, London, 1993. 141. La tabella 2 riporta, relativamente ai geotipi 1 e 10, gli estremi superiore ed inferiore degli intervalli di confidenza della stima campionaria della media per campioni di dimensione 4, 5, 6, nonche' gli estremi superiore ed inferiore degli intervalli di validazione.20 20 Si fa notare che i risultati presentati nelle tabelle sono stati normalizzati rispetto alla media del geotipo. 142. Dai risultati riportati nella tabella 2 si evince, per le considerazioni esposte ai punti precedenti, che i campioni di dimensione 5 sono quelli che presentano la dimensione minima che garantisce la rappresentativita' della popolazione del geotipo. Cio' risulta ancora piu' evidente se si osservano i risultati per un campione di dimensione 4; in tal caso, sebbene esso sia stato scelto con la medesima procedura di accettazione descritta, la sua numerosita' non e' sufficiente a garantire la rappresentativita' della popolazione del geotipo. Tabella 2: stima degli intervalli di confidenza Parte di provvedimento in formato grafico 143. L'Autorita' ha infine valutato la bonta' della stima degli intervalli di confidenza, attraverso il calcolo del cosiddetto “coverage error”,2 1 che e' risultato pari a circa il 93%, rispetto al 95% nominale in tutti i casi, confermando la bonta' delle stime precedentemente effettuate. 21 L'errore di copertura e' valutato a partire dalla stima degli intervalli di confidenza delle medie dei singoli campioni bootstrap generati per individuare gli intervalli di confidenza principali, i cui valori sono riportati in tabella 2. Il calcolo si basa sulla valutazione della percentuale delle volte in cui la media stimata sulle medie del gruppo di campioni bootstrap principali ricade all'interno di ciascun nuovo intervallo di confidenza. La stima iniziale risulta tanto migliore quanto piu' tale percentuale e' vicina al valore nominale scelto (Good P., “Resampling methods. A practical guide to data analysis”, Birkhauser Boston, 2006). La definizione dei geotipi 144. Telecom Italia ritiene che la complessita' orografica e urbanistica del territorio italiano non possa essere catturata mediante un'operazione di campionamento e sulla base di indicatori sintetici riferiti a tipologie di cluster/geotipi delle aree di centrale. 145. Secondo alcuni operatori alternativi (Fastweb, Vodafone, Tiscali), l'utilizzo di un criterio di definizione dei cluster basato sulla lunghezza lineare dei metri di scavo e palificazione non e' in grado, se non in via teorica, di garantire una buona approssimazione del costo per linea in rame. Infatti, il territorio italiano e' caratterizzato da una densita' abitativa e da una conformazione orografica tali per cui nel solo 15% delle centrali locali sono attestate circa la meta' di tutte le coppie attive in rame. Conseguentemente, l'utilizzo di un campione casuale molto ridotto (solo 5 centrali) all'interno del singolo geotipo di 1000 centrali non e' di per se' sufficiente - seppur controllato tramite la verifica di rappresentativita' statistica - ad evitare la sovrastima dei costi totali di rete. 146. Fastweb, sulla base di un'analisi della distribuzione per centrale del costo delle linee, calcolato in funzione dei metri lineari di scavo e palificazione, ritiene che l'utilizzo di un campione casuale di sole 5 centrali aumenti la probabilita' di accettare come rappresentativi stadi di linea molto distanti dalla media del geotipo di appartenenza, determinando una sovrastima dei costi totali. Tale sovrastima risulta particolarmente rilevante per gli ultimi geotipi, caratterizzati da un elevatissimo costo unitario e da valori molto disomogenei dei parametri di costo. Un'ulteriore criticita' riscontrata da Fastweb riguarda l'individuazione di geotipi contenenti un numero costante di centrali, anziche' centrali caratterizzate da un numero comparabile di coppie attive in rame. Fastweb ritiene che sarebbe necessario allargare il campione casuale da 5 a 100 centrali per geotipo (circa il 10% totale delle centrali locali) e definire geotipi che raggruppino centrali aventi un numero omogeneo di coppie in rame. 147. Wind ritiene che il numero ed il criterio di identificazione dei geotipi adottati nel modello non siano in grado di rappresentare le caratteristiche demografiche, orografiche ed urbanistiche dei comuni italiani. 148. Vodafone, infine, evidenzia la necessita' di calcolare i prezzi dei servizi ULL considerando le sole aree in cui tale servizio e' prospetticamente possibile, ossia dove il livello delle economie di scala e di densita' e' sufficiente a giustificare gli investimenti necessari da parte degli operatori. Le valutazioni dell'Autorita' 149. In merito alle osservazioni di Telecom Italia di cui al punto 144, l'Autorita' ritiene che l'utilizzo dei dati effettivi della rete di Telecom Italia, a valle del processo di efficientamento descritto, e l'adozione di uno schema di differenziazione dei costi delle infrastrutture sulla base della dimensione della centrale e dell'area del territorio italiano, siano sufficienti a garantire la rappresentativita' del modello. Per le stesse motivazioni, l'Autorita' ritiene che il campione casuale adottato, ritenuto numericamente esiguo dagli operatori alternativi, sia sufficiente agli scopi del modello, come gia' chiarito nelle valutazioni circa la scelta del campione. 150. Con riferimento alle considerazioni di Fastweb secondo cui la definizione dei geotipi dovrebbe essere fatta garantendo per ogni geotipo lo stesso numero di coppie attive, l'Autorita' rileva che cio' sia in contrasto con quanto stabilito nella delibera n. 731/09/CONS, che dispone che i servizi di accesso all'ingrosso debbano essere forniti sia su linee attive che su linee non attive. A parere dell'Autorita', inoltre, il parametro di densita' di linea, nel tenere in conto la densita' abitativa e la dispersione degli utenti intorno alle centrali, e' quello che meglio caratterizza i driver di costo di una rete di accesso. 22 Con riferimento invece all'osservazione secondo cui l'approccio campionario implicherebbe una sovrastima dei costi, l'Autorita' osserva che l'analisi di rappresentativita' statistica riportata nella sezione precedente dimostra che dall'insieme dei campioni adottati sono sicuramente escluse, per tutti i geotipi, le aree aventi un parametro di densita' lontano dalla media del geotipo di appartenenza. Questo risulta particolarmente evidente per il geotipo 10, quello a densita' piu' alta; dalla figura 2(b) si osserva infatti che il meccanismo di campionamento esclude in particolar modo le poche centrali a densita' elevatissima, che avrebbero, se selezionate nel campione, polarizzato la stima del parametro di densita' verso valori molto piu' alti della media. In merito alle osservazioni circa la necessita' di utilizzare un numero non uniforme di aree di centrale per definire il campione rappresentativo per ogni geotipo, l'Autorita' ribadisce quanto espresso nelle valutazioni relative alla scelta del campione. 22 A conferma di cio', ad esempio, valutando la distribuzione nei vari geotipi delle centrali ULL (che generalmente corrispondono alle aree con maggiore densita' abitativa e lunghezza dei doppini inferiore) si osserva che oltre il 90% di esse rientra nei primi quattro geotipi. 151. Circa l'osservazione di Wind sul numero ed il criterio di identificazione dei geotipi, l'Autorita' ritiene che l'approccio adottato, basato sulle centrali di Telecom Italia, sia coerente con l'approccio scorched node del modello ed in grado di garantire la rappresentativita' del modello stesso, come gia' motivato al paragrafo 149. 152. In merito al rilievo di Vodafone di cui al punto 148, l'Autorita' ritiene che non sia ragionevole calcolare il prezzo ULL sulla base di un sottoinsieme delle aree di centrale, in quanto la catena impiantistica dell'ULL e' utilizzata anche nella produzione degli altri servizi wholesale (bitstream e WLR). Inoltre, l'incremento di domanda utilizzato come input del modello si riferisce a tutti i servizi erogati sulla rete di accesso, comprendendo sia la domanda retail che la domanda wholesale. La scelta della tecnologia in rame 153. Telecom Italia concorda con l'Autorita' in relazione alla scelta della tecnologia cui applicare il modello BU-LRIC ed al fatto che non si sia tenuto conto di alcun impatto derivante da un atteso, ma ancor non ben definito, sviluppo di reti di nuova generazione. L'operatore ritiene che la valutazione condotta dall'Autorita' abbia portato nei fatti a valori inferiori a quelli che si sarebbero ottenuti se si fosse tenuto conto della possibile riduzione della domanda di accesso su rete in rame e dei costi addizionali di migrazione tra le due piattaforme tecnologiche. 154. Secondo Fastweb e Tiscali, un operatore efficiente che decida di costruire oggi una rete di accesso ex novo in grado di servire l'intera popolazione, per circa il 5-10% di essa non installerebbe una rete di accesso in rame ma sarebbe orientato verso l'utilizzo di tecnologie di accesso wireless broadband (WiFi e Wi-Max). A parere di Fastweb, piu' precisamente, sarebbe opportuno eliminare dal modello i costi di copertura riferibili alla quota di popolazione servibile tramite tecnologie di accesso piu' efficienti di quella in rame (accesso wireless). 155. Wind ritiene che un modello BU-LRIC dovrebbe utilizzare le tecnologie piu' efficienti presenti sul mercato per fornire un determinato servizio. BT ed AIIP ritengono che l'esclusione della fibra ottica ponga delle criticita', in termini di rappresentativita' del modello, in relazione all'evoluzione della rete d'accesso verso il modello NGAN, che l'operatore dominante sta realizzando. BT precisa che alcuni servizi di accesso wholesale a larga banda previsti nell'Offerta di Riferimento e destinati alla clientela affari (accessi SDH), utilizzano gia' l'infrastruttura in fibra ottica dell'operatore dominante. Quindi, anche per tale ragione, a parere di BT il modello dovrebbe includere soluzioni in fibra per la rete d'accesso. Le valutazioni dell'Autorita' 156. In merito alle considerazioni degli operatori alternativi circa le scelte tecnologiche adottate nel modello, l'Autorita' conferma il proprio approccio, sulla base delle motivazioni gia' riportate al punto 129. Inoltre, sebbene le condizioni di mercato sembrino suggerire la possibilita' di introduzione nel mercato di servizi di accesso su fibra, si deve rilevare che - al di la' delle iniziative di investimento di alcuni importanti operatori - la domanda di servizi in fibra ottica risulta tuttora ad uno stadio iniziale ed alquanto incerta nelle sue dinamiche di crescita. Per altro verso, si osserva che sono tuttora in corso investimenti degli operatori in servizi di accesso all'ingrosso sulla rete in rame. Infine, si evidenzia che la stessa bozza della Raccomandazione NGAN della Commissione Europea prospetta una soglia minima (5 anni) di preavviso per la dismissione delle centrali in cui sono erogati i servizi in rame. Con riferimento, invece, alle considerazioni di BT circa la necessita' di estendere il modello agli accessi simmetrici in fibra per la clientela affari, si rimanda al successivo punto 160. 157. In merito al rilievo di Fastweb, riportato al punto 154, circa la necessita' di eliminare dal modello i costi di copertura della quota di popolazione servibile tramite tecnologie di accesso piu' efficienti di quella in rame, si rimanda alle osservazioni fatte in precedenza ai punti 129i132. La stima della domanda 158. BT lamenta che nel documento in consultazione non venga fatta alcuna menzione dei criteri usati per definire la crescita della domanda, non siano considerate le previsioni contenute nei Piani di sviluppo della rete d'accesso di Telecom Italia pubblicati in ottemperanza agli Impegni e non venga modellata la domanda dei servizi che utilizzano la rete d'accesso in fibra ottica (ad esempio bitstream simmetrico). 159. AIIP non condivide la modalita' con cui l'Autorita' ha proceduto ad effettuare la stima dell'andamento della domanda, in quanto basata soltanto su dati forniti da Telecom Italia. Le valutazioni dell'Autorita' 160. L'Autorita' rileva che la domanda di servizi e' stata stimata tenendo conto della crescita attesa e della perdita di clienti a favore di altri operatori. I dati utilizzati per tale stima sono stati richiesti all'operatore incumbent ed ai principali operatori alternativi; si e' tenuto conto, quindi, sia delle stime di Telecom Italia - che sono coerenti con le previsioni contenute nei Piani di sviluppo della rete d'accesso - sia delle indicazioni fornite dagli altri operatori. Per quanto riguarda i servizi che utilizzano la rete d'accesso in fibra ottica gia' esistente (bitstream simmetrico), essi non sono stati considerati all'interno della domanda di servizi. L'Autorita' ritiene che tale esclusione, che risulta coerente con le scelte tecnologiche fatte nel modello, abbia un impatto trascurabile in virtu' dell'esiguo numero di tali accessi in fibra. Il dimensionamento della rete 161. Telecom Italia ritiene che l'approccio utilizzato dall'Autorita' per il calcolo della lunghezza dei cavi, basato sulla distanza (euclidea) fra le centrali, si discosti dall'approccio scorched node e non sia in grado di cogliere le caratteristiche della struttura territoriale ed urbanistica delle aree da servire. Telecom Italia aggiunge che tale approccio porterebbe ad una stima della lunghezza dei cavi incoerente con quella degli scavi per la rete secondaria determinata dal modello. Telecom Italia ritiene pertanto che sia piu' appropriato utilizzare le effettive consistenze di rete in cavo, ricorrendo eventualmente a verifiche di efficienza su campioni di aree di centrale. L'operatore sostiene, inoltre, che il modello sovrastimi la lunghezza del segmento di rete SDP-NTP, contribuendo probabilmente ad una errata quantificazione dei costi della rete secondaria che, nel contesto italiano, e' caratterizzata da un segmento SDP-NTP ridotto e da un elevato numero di distributori. Telecom Italia ritiene, dunque, che il modello scelto dall'Autorita' avrebbe dovuto prevedere una rete primaria piu' corta, una rete secondaria piu' lunga, una rete di raccordo d'abbonato piu' corta e un numero di distributori piu' elevato. Infine, Telecom Italia ritiene ragionevole il valore assunto dall'Autorita' per il rapporto di conversione definito al punto 43, pur rilevando che l'applicazione di tale valore alle consistenze di rete stradale possa portare a risultati imprecisi, in quanto l'operatore ritiene che le informazioni derivanti dal sistema cartografico usato dall'Autorita' non siano sufficientemente accurate. 162. Wind non condivide la metodologia di dimensionamento dei cavidotti, dei tubi e delle palificazioni - basata sulla lunghezza stradale - utilizzata dell'Autorita'. Tale metodologia, a parere di Wind, sarebbe incoerente con quella utilizzata dall'Autorita' nel modello per la determinazione dei costi di terminazione fissa di un operatore alternativo efficiente, nel cui ambito si utilizzo' la distanza euclidea tra centrali per la valutazione delle lunghezze dei rilegamenti tra le stesse, dando luogo ad una sottostima dei costi. Nella presente proposta di provvedimento, invece, la metodologia utilizzata determinerebbe, a parere di Wind, un incremento dei costi della rete, causando una discriminazione metodologica che penalizzerebbe l'operatore alternativo. 163. In relazione al dimensionamento della rete, AIIP non condivide il valore di 1,8 adottato come tetto al rapporto di conversione, ritenendo che la duplicazione dei costi di scavo, che costituiscono la parte piu' consistente dei costi di rete, sia non razionale e contraria alla logica LRIC. Le valutazioni dell'Autorita' 164. Con riferimento alle osservazioni di Telecom Italia, l'Autorita' evidenzia che, in ottica scorched node, il modello utilizza come input sia il numero, sia la posizione effettiva delle centrali stadio di linea; l'approccio scorched node, tuttavia, non prevede che il numero e la posizione degli armadi o distributori siano dati, ma che siano valutati secondo una logica di efficienza. L'Autorita' ritiene pertanto che la soluzione adottata risponda pienamente alle caratteristiche di un modello bottom up di tipo scorched node. 165. In merito all'osservazione di Wind riportata al punto 162, l'Autorita' precisa che il modello utilizza la distanza euclidea fra centrali per la stima della lunghezza dei cavi, mentre utilizza la lunghezza stradale (riconciliata secondo una logica di efficientamento delle consistenze della rete di accesso) per la stima della lunghezza delle opere di scavo. Analogamente, il modello di terminazione citato da Wind utilizzava la distanza euclidea per il rilegamento delle centrali, ma al tempo stesso utilizzava le consistenze degli operatori - e non valutazioni di tipo “geometrico” - per la stima dei link di interconnessione. L'Autorita' inoltre evidenzia che la metodologia di tipo “geometrico” e' stata utilizzata per calcolare le distanze tra i nodi dell'architettura di backhaul utilizzata dal servizio di trasporto bitstream, in linea con quanto fatto nel modello di terminazione fissa. L'Autorita' ritiene di aver utilizzato un approccio coerente ed in grado di dar conto delle differenze esistenti fra reti di accesso e reti di trasporto. 166. In merito al rapporto di conversione, l'Autorita' chiarisce che il valore di 1,8 rappresenta solo un valore massimo al rapporto fra la lunghezza degli scavi e la lunghezza del tracciato stradale e non il valore medio. I costi unitari delle infrastrutture 167. Fastweb ritiene che i prezzi dei lavori di scavo e di palificazione utilizzati nel modello, essendo ricavati dai listini di alcuni enti pubblici, non tengano conto degli sconti e dei ribassi d'asta solitamente applicati e quindi non siano in linea con i prezzi effettivamente praticati dai fornitori.. 168. Anche Telecom Italia non condivide l'utilizzo di listini ricavati da altri modelli e/o da altri enti e rileva che tali listini presentano prezzi inferiori anche del 45% rispetto a quelli presenti nel capitolato tecnico di Telecom Italia ed assumono mix di posa non conformi ai criteri di progettazione da essa adottati. L'operatore, difatti, ritiene che i costi di realizzazione degli scavi e di ripristino del manto stradale siano stati calcolati ipotizzando configurazioni “standard”, che spesso sottostimano i costi effettivamente sostenuti. Le valutazioni dell'Autorita' 169. L'Autorita' ritiene la procedura utilizzata per la stima dei prezzi delle opere civili, che prevede la “riconciliazione” delle informazioni fornite da Telecom Italia e da alcuni operatori alternativi con i prezzari adottati da alcuni enti pubblici, tra cui il Ministero delle Infrastrutture, fornisca sufficiente garanzia di trasparenza ed affidabilita' alle stime dei prezzi delle opere civili. La riduzione dei prezzi apportata ad alcune voci di costo per tener conto dei ribassi d'asta e' in linea con quanto riscontrabile sul mercato per questo tipo di lavori. Infine, l'assenza di correttivi per tener conto di eventuali differenze tra costi a preventivo ed a consuntivo, giustificata al punto 40, contribuisce a rendere le stime dei costi di un operatore efficiente piu' precise. 170. In relazione al rilievo di Telecom Italia circa l'eccessivo livello dei ribassi applicati ad alcune voci di prezzo, l'Autorita' precisa che nel modello sono stati utilizzati prezzi inferiori di quelli riportati nei capitolati di Telecom Italia, di una quantita' compresa tra il 40% ed il 46%, a seconda della tipologia di costo; in media, cio' comporta una riduzione dei costi unitari pari al 42,6%. L'Autorita' riconosce che questi valori sono stati ottenuti ipotizzando una tipologia di scavo che, in certi casi, puo' non corrispondere a quella adottata sul campo. Al fine di rappresentare piu' precisamente il livello di efficienza raggiungibile nella realizzazione delle opere civili, e' percio' ritenuto opportuno ridurre del 40% i corrispondenti prezzi riportati nei listini di Telecom Italia, anziche' del 42,6% come previsto nella proposta in consultazione.23 23 Si ritiene che il valore del 40%, pari al valore minimo dell'intervallo 40-46%, corrisponda ad un significativo livello di “efficientamento” del processo di realizzazione delle opere civili. I costi di manutenzione correttiva 171. Telecom Italia condivide l'approccio bottom-up utilizzato dall'Autorita' per la stima dei costi di manutenzione correttiva che ne prevede la valorizzazione sulla base del costo orario della manodopera, dei tempi e dei tassi di intervento. In merito ai tassi di intervento, l'operatore ritiene che l'Autorita' debba confermare che questi ultimi si riferiscono a tutti gli interventi effettuati sulla rete di accesso, includendo, quindi, sia gli interventi rivolti alla clientela degli operatori alternativi, sia quelli rivolti alla clientela dell'incumbent. Inoltre, Telecom Italia ritiene che il costo della manodopera debba essere ottenuto applicando una rivalutazione dell' 1,5%, pari all'intero valore del tasso di inflazione indicato nell'ultimo DPEF, ai costi di manodopera utilizzati per la definizione del listino di co-locazione 2010. Telecom Italia ritiene inoltre che, oltre ai costi di manutenzione correttiva, debbano esserle riconosciuti anche i costi di manutenzione preventiva necessari a mantenere e migliorare gli standard qualitativi della rete ed a contenere l'incidenza della manutenzione correttiva. 172. Fastweb, Vodafone, Tiscali e Wind rilevano che il tasso di guasto della linea utilizzato per la valorizzazione dei costi di manutenzione correttiva debba essere prossimo allo zero o, almeno allineato alla best practice europea, in quanto relativo ad una rete di accesso progettata e realizzata ex novo, quale quella ipotizzata da un modello BU-LRIC. A questo proposito, Tiscali evidenzia che il tasso di guasto della rete di BT registrato da Ofcom nel 2009 e' pari a circa il 10%, il tasso di guasto della rete di Telefonica e' pari al 16%, mentre quello della rete di Swisscom e' pari ad appena al 2,86%. AIIP fa presente invece che, in ottica prospettica, i tassi di guasto dovrebbero essere quelli di una rete in fibra ottica e quindi piu' bassi di quelli ipotizzati nel modello. 173. In aggiunta, Fastweb, Tiscali e Wind evidenziano che la Relazione Annuale dell'Organo di Vigilanza riporta per il 2008 un tasso di guasto pari al 14,1% e che il tasso obiettivo per il 2009 sia pari al 13,4%. Wind aggiunge che il tasso proposto nello schema di provvedimento non e' in linea con quello misurato sulla propria rete ULL. 174. Fastweb ritiene che il modello debba ipotizzare una riduzione progressiva del tasso di guasto della linea che porti nel 2012 ad un valore coerente con la “best practice di un operatore efficiente”. 175. Wind lamenta che i costi di manutenzione non siano stati stimati applicando un mark-up al valore degli asset, metodologia che a suo dire e' la piu' diffusa per la valorizzazione dei costi operativi. 176. BT e Vodafone precisano che, la delibera n. 14/09/CIR stabilisce che - nel rispetto del principio di parita' di trattamento - la valorizzazione dei costi di manutenzione deve essere indipendente dalla tecnologia utilizzata e dal soggetto che acquisisce il servizio. Gli operatori rilevano pertanto che si debba utilizzare il tasso di guasto relativo a tutte le linee attive, in modo che il costo totale di manutenzione sia ripartito uniformemente su tutte le coppie in rame. Nello specifico, Vodafone ritiene che il costo medio di manutenzione debba essere calcolato come media, ponderata sulla base delle consistenze, dei costi di manutenzione delle linee solo POTS, delle linee ADSL+POTS e delle linee solo ADSL. 177. Fastweb e Tiscali ritengono che i tempi di intervento per manutenzione correttiva proposti nello schema di provvedimento non siano coerenti con il principio di efficientamento dei modelli bottom-up LRIC. A questo proposito Tiscali rileva che il tempo di intervento medio dovrebbe essere pari a circa 80 minuti. BT aggiunge che qualora i tempi riportati nella tabella 1 del documento non includano l'efficientamento previsto al 2012, l'Autorita' dovrebbe, analogamente a quanto fatto nell'ambito della delibera n. 69/08/CIR, procedere ad un riesame dei tempi. 178. Fastweb, Tiscali e BT rilevano che il valore proposto nello schema di provvedimento per il costo della manodopera deriva dall'applicazione di diversi markup al costo diretto della manodopera. A parere di tali operatori questa metodologia non si concilia con la logica di un modello a costi prospettici di un operatore efficiente, in quanto i valori sono ottenuti a partire da una struttura di costo inefficiente e sono incoerenti con i reali costi dell'attivita' in questione che e' svolta tramite il ricorso a ditte esterne (c.d. “System Unico”). Fastweb ritiene necessario rivedere il costo della manodopera al fine di allinearlo alla best practice riscontrabile sul mercato italiano. Le valutazioni dell'Autorita' 179. Preliminarmente, l'Autorita' intende chiarire che il tasso di intervento utilizzato per la valorizzazione dei costi di manutenzione correttiva del servizio di unbundling e' un indicatore diverso dal tasso di guasto, piu' volte richiamato nei contributi degli operatori alternativi. In particolare, il tasso di guasto di una linea, per definizione, misura la frequenza di guasti che compromettono il funzionamento della linea fisica. Il tasso di intervento, diversamente, misura la frequenza degli interventi dei tecnici per ripristinare le funzionalita' della rete in relazione ad un determinato servizio (fonia e/o ADSL) e risulta essere invariabilmente superiore al tasso di guasto. Un primo elemento che differenzia le due tipologie di misurazioni risiede nel fatto che gli interventi dei tecnici, evidentemente, possono essere molteplici a fronte di un singolo caso di guasto. Oltre a cio', si evidenzia che il tasso di intervento utilizzato dall'Autorita' si riferisce al malfunzionamento dei servizi che sono forniti sulla linea; tali malfunzionamenti possono riferirsi anche ad uno solo dei servizi offerti sulla linea e non esclusivamente ad un guasto della linea nel suo complesso che pregiudica entrambi i servizi. E' necessario, dunque, un intervento anche in assenza di un guasto completo della linea, quando, ad esempio, il servizio di fonia funziona, mentre il servizio ADSL non funziona (in queste circostanze la linea continua a funzionare, ma c'e' evidentemente necessita' di un intervento per ripristinare il servizio ADSL). 180. Pertanto i tassi di guasto RTG ed ADSL misurati da Telecom Italia per la clientela retail in ottemperanza alle delibere n. 254/04/CSP e n. 131/06/CSP, che si riferiscono ai singoli servizi offerti sulla linea, non solo non tengono conto degli interventi ripetuti, ma escludono altre tipologie di guasti (quali, ad esempio, quelli verificatisi in attivazione) perche' non rilevanti ai fini della misura della qualita' dei servizi forniti ai propri clienti da Telecom Italia. Si evidenzia, inoltre, che il tasso di guasto indicato nella Relazione annuale 2010 dell'Organo di Vigilanza e' il tasso di guasto fonia (RTG) e si riferisce agli accessi al dettaglio di Telecom Italia. 181. Con riferimento alla metodologia adottata per la determinazione dei tassi di intervento usati nel modello, l'Autorita' precisa che i valori sono stati ottenuti proiettando all'anno 2012 il numero di interventi - differenziati per tipologia di clientela (retail ed wholesale) e tipologia di servizio (POTS, ISDN, ADSL) - effettuati nel 2009 dalla divisione Open Access di Telecom Italia. Nel proiettare i dati, si e' tenuto conto degli “efficientamenti” previsti nei piani di Telecom Italia e, in aggiunta, si e' ipotizzato inoltre il ripristino delle parti in rame maggiormente soggette ad interventi. L'Autorita', avendo ipotizzato una corretta ed efficiente configurazione dei degli elementi di rete,24 ritiene che il proprio approccio sia coerente con l'approccio bottom-up. In questa logica, la stima consente di escludere qualsiasi intervento che possa derivare dalla mera obsolescenza impiantistica. In ogni caso il livello di riduzione dei tassi ipotizzato e' superiore a quello previsto dai piani di Telecom Italia per il 2010-2012, in quanto ottenuto considerando un “ipotetico” ripristino delle funzionalita' della rete in rame. 24 A mero titolo di esempio, si e' assunto che i permutatori siano gestiti correttamente, gli armadi ed i distributori siano isolati e protetti correttamente ed i pressurizzatori siano perfettamente funzionanti. 182. L'Autorita', inoltre, precisa che essendo il prezzo del servizio di unbundling unico, ossia indifferenziato per il tipo di servizio che viene offerto al cliente finale (POTS, ISDN, ADSL) nel rispetto del principio di parita' interna-esterna, il costo di manutenzione correttiva va ripartito in maniera uniforme su tutte le coppie in rame. Il costo medio unitario di manutenzione deve pertanto risultare pari alla media ponderata, sulla base delle relative consistenze, dei costi unitari di manutenzione delle linee solo POTS, delle linee “ADSL+POTS” e delle linee solo ADSL. Si noti, in aggiunta, che i prezzi degli interventi tecnici, riportati nella tabella 1, si differenziano sulla base della tipologia di guasto/servizio mentre, per semplicita', il modello calcola il costo di manutenzione utilizzando il solo costo dell'intervento “POTS + ADSL (wholesale)”.25 25 Il modello, come rilevabile dalla versione pubblicata, calcola il costo totale di manutenzione delle linee ULL come prodotto del tasso di intervento, delle consistenze ULL e del costo dell'intervento “POTS + ADSL (wholesale)”. Il tasso medio adottato tiene quindi conto implicitamente delle differenze esistenti nei costi di manutenzione al variare della tipologia di clientela e di servizio. 183. Sulla base delle considerazioni di cui ai punti precedenti e' possibile comprendere come il tasso di intervento calcolato dall'Autorita' ed adottato nel modello per il servizio di unbundling sia difficilmente confrontabile con i tassi di guasto riportati dagli operatori nei loro commenti. Il tasso calcolato, infatti, e' un tasso che ha rilievo ai soli fini del modello per il calcolo del costo di manutenzione correttiva (unico ed indipendente dal tipo di servizio). 184. Sulla base della metodologia descritta, l'Autorita' ha calcolato per il 2012 un tasso medio di intervento per il servizio di unbundling pari al 22,5%. Moltiplicando tale tasso per il numero di linee totali e per il costo di un intervento si ottiene il costo complessivo annuale di manutenzione correttiva per tutti i servizi di unbundling venduti internamente ed esternamente. Il valore che si ottiene tiene conto dell'incremento dei costi di manutenzione correttiva derivante dall'aumento del tasso di intervento indotto dall'incremento previsto al 2012 nel numero di linee sulle quali sono attivi, in aggiunta ai servizi di telefonia, anche i servizi ADSL. Appare opportuno precisare che il tasso di intervento ipotizzato dall'Autorita' nel modello determina un costo di manutenzione per linea che risulta ridotto di oltre il 10 % rispetto a quello che si ottiene ipotizzando una rete caratterizzata da un livello di efficienza paragonabile a quello della attuale rete di Telecom Italia, ossia mantenendo inalterati i costi di manutenzione per linea POTS e per linea ADSL (precedentemente stimati dall'Autorita' nella delibera n. 14/09/CIR sulla base della contabilita' regolatoria certificata), applicando il solo tasso di recupero dell'inflazione ipotizzato nel modello e la diversa distribuzione dei volumi prevista nel 2012. Pertanto, il modello determina un efficientamento dei costi di manutenzione correttiva al 2012 superiore al 10 %. 185. L'Autorita' ritiene che l'approccio descritto ai punti precedenti sia riconducibile alla logica prospettica del modello, in quanto introduce numerosi efficientamenti, che si riflettono nella riduzione del tasso di intervento, alla attuale rete di accesso. Allo stesso tempo, l'utilizzo delle consistenze di rete di Telecom Italia presenta il vantaggio di permettere una riconciliazione dei risultati e di evitare di dar luogo a risultati non rappresentativi della realta' osservata. 186. Tuttavia, al fine di incentivare Telecom Italia a rendere ulteriormente piu' efficiente la propria rete, l'Autorita' ritiene opportuno ridurre di due punti percentuali il tasso di intervento fissato per il 2012, portandolo al valore di 20,5%. Tale ulteriore efficientamento deriva dalla necessita' di ridurre l'impatto degli interventi ripetuti a fronte di guasti sulla stessa linea. L'Autorita' osserva che in questo modo i costi di manutenzione correttiva risultano ridotti di oltre il 20% rispetto a quanto risulterebbe dall'utilizzo, nel 2012, della rete attuale di Telecom Italia. Si sottolinea inoltre che il tasso del 20,5% si riferisce all'anno 2012. Per quanto riguarda il costo di manutenzione per linea determinato dal modello per il 2010, esso risulta inferiore di quasi il 18% rispetto a quello stimato per il 2009 nell'ambito dell'approvazione dell'Offerta di Riferimento di Telecom Italia. 187. L'Autorita' ritiene che il modello di calcolo risulti affidabile, robusto ed in grado di rappresentare i costi con un dettaglio non altrettanto facilmente conseguibile ricorrendo ad altre soluzioni teoriche. L'approccio adottato e' inoltre coerente con l'analisi svolta dall'Autorita' nell'ambito delle recenti delibere di approvazione delle Offerte di Riferimento di Telecom Italia (anche se in ottica forward looking). 188. In merito ai tempi di esecuzione degli interventi, i valori adottati dal modello sono stati stimati sulla base dei dati rilevati dalla divisione Open Access per ciascuna tipologia di intervento. Si osserva che tali tempi, essendo indipendenti dalle inefficienze dovute all'eventuale obsolescenza della rete legacy, possono essere considerati gia' ragionevolmente efficienti. Analogamente, si ritiene che il valore del costo orario della manodopera nel modello debba essere coerente con quello stimato nell'ambito dei procedimenti di valutazione delle Offerte di Riferimento di Telecom Italia. 189. Applicando la medesima riduzione, in percentuale, del tasso di intervento per servizi di unbundling, indicata al punto 186, anche al tasso di intervento per i servizi di shared access, si ottiene, per quest'ultimo, un valore pari al 12,76% (rispetto al precedente 14%). I costi di commercializzazione 190. Telecom Italia ritiene condive il mark up applicato dall'Autorita' per il calcolo dei costi di commercializzazione. 191. Tiscali e Fastweb rilevano che i costi piu' significativi nell'ambito dell'attivita' della gestione commerciale degli OLO sono tutti costi di natura “fissa” (costi di negoziazione, definizione dei contratti e gestione amministrativa), in quanto non variano, se non in minima parte, al variare del numero di linee ULL. Pertanto, gli operatori ritengono improbabile che tali costi crescano in modo proporzionale all'incremento del numero di linee, in quanto ad esso non corrisponde un incremento delle relazioni commerciali con altri OLO. 192. BT rileva che la metodologia proposta non sembra coerente con l'approccio prospettico e incrementale, essendo identica a quella applicata nella valutazione delle Offerte di Riferimento 2008 e 2009, in un quadro regolatorio di orientamento al costo basato sull'analisi dei dati di Contabilita' Regolatoria. 193. Vodafone, infine, ritiene che anche i costi di commercializzazione OLO debbano essere ripartiti, nel rispetto del principio di non discriminazione e di parita' di trattamento, su tutti i servizi che utilizzano il doppino di accesso, inclusi i servizi forniti alle direzioni commerciali di Telecom Italia, non attribuendo quindi ai soli operatori alternativi la componente di prezzo relativa ai costi di gestione operatore. Le valutazioni dell'Autorita' 194. Al fine di valorizzare i costi di commercializzazione, l'Autorita' ritiene che sia corretto applicare un mark-up sui costi del servizio; tale approccio e' spesso utilizzato nei modelli LRIC per la stima dei costi operativi di tipo congiunto. Per la stima del valore percentuale da applicare come mark-up, l'Autorita' ritiene corretto utilizzare le stime riportate nelle recenti delibere di approvazione delle Offerte di Riferimento di Telecom Italia. La stima effettuata in tali delibere, infatti, e' realizzata nel rispetto del principio dell'orientamento al costo; inoltre, essendo tale voce di costo valutata sulla base delle informazioni relative alle attivita' della divisione wholesale di Telecom Italia, appositamente creata in tempi relativamente recenti ed ottimizzata per la commercializzazione dei prodotti all'ingrosso, la si puo' ritenere una buona proxy, attraverso l'applicazione di un mark-up percentuale unico - nel rispetto del principio di non discriminazione e di parita' di trattamento - dei costi di commercializzazione che un operatore efficiente dovrebbe sostenere. 195. Con riferimento all'osservazione degli operatori alternativi secondo cui risulta poco realistico che tali costi crescano in modo proporzionale all'incremento del numero di linee, l'Autorita' rileva che tali costi in realta', nel rispetto del principio di non discriminazione e di parita' di trattamento, devono essere equivalenti a quelli che gravano su tutti i servizi che utilizzano la rete di accesso, inclusi i servizi forniti alle direzioni commerciali di Telecom Italia. Da questo punto di vista, ha senso che tali costi subiscano un lieve incremento nel passaggio 2010-2012, in virtu' della lieve flessione nel numero di linee di accesso della rete modellata (circa l'1,55%). Per tale ragione, l'Autorita' ritiene corretto calcolare il costo di commercializzazione come 7% del costo proposto in delibera per il canone unbundling per l'anno 2010 (8,70 €/mese) e ritenere che tale costo unitario aumenti in funzione della diminuzione del numero di linee totali su cui e' ripartito. Si ottengono in tal modo i valori della componente dei costi commerciali per linea ULL, di seguito indicati: ------------------------------------------ Anno Costi commerciali (euro/mese) ------------------------------------------ 2010 0,609 ------------------------------------------ 2011 0,614 ------------------------------------------ 2012 0,618 ------------------------------------------ La metodologia di ammortamento 196. Telecom Italia condivide l'adozione della metodologia di ammortamento tilted annuity, in quanto rappresentativa della economic depreciation, tuttavia ritiene che debbano essere utilizzate le stesse vite utili dei cespiti adottate nel bilancio di Telecom Italia. Infatti, non solo il modello non puo' prescindere dal contesto di riferimento dell'operatore al quale viene applicato, ma l'assunzione di vite utili differenti, alla luce del futuro sviluppo delle reti NGAN, e' al momento difficoltosa in ragione del forte grado di incertezza legato allo scenario futuro, che potrebbe portare ad un allungamento delle vite utili per alcune tipologie di cespiti, e a una loro riduzione per altre tipologie. 197. Wind condivide la scelta dell'Autorita' di utilizzare la metodologia di ammortamento tilted annuity. Fastweb evidenzia che l'assunzione di considerare pari a zero i price trend di fatto trasforma la metodologia tilted annuity in una di tipo annuity, determinando una contraddizione tra quanto dichiarato e quanto effettivamente implementato dall'Autorita'. Le valutazioni dell'Autorita' 198. Con riferimento ai valori assunti per le vite utili degli asset di rete, l'Autorita' ritiene che, in coerenza con l'approccio utilizzato per la definizione del modello, tali parametri vadano fissati in ottica bottom-up. Da questo punto di vista, si osserva che alcuni dei valori proposti nel modello risultano congruenti con i corrispondenti parametri adottati nel bilancio di Telecom Italia, mentre altri sono differenti in quanto rappresentativi di una rete di accesso che si ipotizza di costruire oggi. 199. Pur confermando che la tilted annuity, dal punto di vista metodologico, e' la scelta piu' corretta, l'Autorita' ritiene che i costi delle infrastrutture di rete - che rappresentano la parte rilevante dei costi di rete - non varieranno significativamente nell'arco temporale di applicazione del network cap, in particolare i costi delle opere civili, in quanto si presuppone che l'operatore stipuli contratti di fornitura pluriennali con le aziende fornitrici. L'Autorita' ritiene quindi corretta la scelta adottata di fissare a zero i valori dei price trend. La stima del trend di costo per la componente di backhaul 200. Telecom Italia condivide sia le valutazioni dell'Autorita' in merito al modello BULRIC sviluppato per il calcolo del costo della banda Ethernet, sia il trend di costo ottenuto (sub cap -8,60%) risultante da due fattori contrapposti: l'aumento della copertura del servizio broadband e del numero di punti di presenza della rete, che implica un aumento dei costi, e l'aumento dei volumi di banda Ethernet, che implica una riduzione dei costi unitari. 201. Gli operatori Fastweb, BT, Vodafone e Wind non condividono la scelta dell'Autorita' di utilizzare i dati di contabilita' regolatoria ai fini della determinazione dei volumi e dei costi di trasporto su rete ATM. BT osserva che l'utilizzo dei dati delle contabilita' regolatorie 2005-2008 e' inadeguato per un approccio di tipo “prospettico”, in quanto dovrebbe essere utilizzata la contabilita' regolatoria piu' recente (2009), una volta resa coerente con la logica prospettica del modello. Gli operatori BT e Vodafone, inoltre, osservano che non e' stata data trasparenza delle assunzioni circa lo sviluppo della tecnologia Ethernet e circa l'utilizzo delle modalita' overlay o total replacement. 202. Vodafone ritiene che la stima del costo della banda debba essere fatta in funzione della domanda prevista e a partire dai volumi aggregati di banda garantita, piuttosto che dal consumo medio del cliente. 203. Welcome Italia concorda con la scelta dell'Autorita' di diminuire il prezzo dei servizi che si avvalgono della tecnologia Ethernet per incentivarne l'utilizzo, ma sottolinea la necessita' di garantire che il passaggio ad una rete piu' efficiente avvenga senza duplicazioni o incremento di costi per gli operatori alternativi, con il mantenimento degli attuali 30 punti di interconnessione. 204. AIIP rileva che i prezzi della banda bitstream per l'anno 2009, che costituiscono il punto di partenza del decalage per gli anni 2010-2012, sono stati determinati seguendo logiche diverse da quelle del modello BU-LRIC, in quanto basate sulla stima della banda “consumata” sulla rete dell'incumbent dichiarata da Telecom Italia e non sulla base della quantita' di banda effettivamente configurata. In relazione alla banda di backhaul in tecnologia Ethernet, AIIP ritiene che il suo scarso utilizzo da parte degli operatori sia da imputare alle onerose condizioni economiche previste per l'uso di tale banda, nonostante la maggiore efficienza rispetto alla tecnologia ATM. In particolare, l'associazione rileva che la componente di trasporto bitstream fra nodo parent e nodo feeder, che dovrebbe essere orientata al costo, risulta essere invece soggetta a negoziazione commerciale, come si evince dell'Offerta di Riferimento; cio' determina un ulteriore ostacolo per gli operatori alternativi al passaggio alla tecnologia Ethernet. Inoltre, la numerosita' dei nodi feeder rende detto passaggio economicamente impegnativo. Infine, AIIP sottolinea che, essendo il modello oggetto di consultazione finalizzato a ricostruire i costi di un operatore efficiente mediante un'analisi prospettica, dovrebbero essere considerati soltanto i costi della connettivita' realizzata in tecnologia Ethernet. Le valutazioni dell'Autorita' 205. In merito alle osservazioni degli operatori circa la necessita' di adottare un modello bottom-up anche per la stima dei costi della banda ATM, l'Autorita' ritiene che, essendo tale tecnologia ormai in dismissione,2 6 non sia opportuno sviluppare un modello di costo prospettico di tipo bottom-up. Vista la particolare situazione di mercato descritta nella delibera in merito al servizio di backhaul, l'Autorita' ha ritenuto piu' ragionevole, per una stima prospettica dei costi associati a tale servizio, adottare una metodologia che tenga conto dei costi reali dell'operatore notificato, sulla base delle piu' recenti contabilita' regolatorie certificate. L'Autorita' ha ritenuto, inoltre, corretto valutare i costi della tecnologia ATM considerando l'andamento dei volumi in chiave prospettica, sebbene tale tecnologia sia in dismissione; si precisa che, nell'ipotesi in cui si fosse considerato l'effetto di riduzione dei volumi di banda ATM a causa della migrazione verso il servizio Ethernet, il prezzo della banda ATM sarebbe con buona probabilita' diminuito meno marcatamente rispetto a quanto stabilito nella proposta di delibera. Allo stesso tempo, l'Autorita' ha ritenuto che non sarebbe stato coerente con le differenze di costo esistenti tra le due tecnologie definire il medesimo vincolo di cap per la banda Ethernet e la banda ATM. A tale scopo, l'Autorita' ha introdotto un sub cap sul prezzo della banda Ethernet, calcolato sulla base dei risultati di un modello di costo bottom-up di tipo prospettico. A parere dell'Autorita', la metodologia adottata per il pricing della banda ATM, unita all'introduzione di un vincolo di sub cap per la banda Ethernet, incentiva la migrazione verso Ethernet per gli operatori alternativi e al tempo stesso disincentiva l'operatore notificato a mantenere in vita una soluzione tecnologica (ATM) i cui costi in prospettiva potrebbero ridursi meno, o addirittura aumentare, rispetto a quanto previsto dal cap fissato. 26 Si rammenta che tale tecnologia e' stata sviluppata agli inizi degli anni '90 come tecnologia di trasporto a pacchetto da interfacciare con la tecnologia a circuito SDH. Gia' da vari anni essa e' stata sostituita nella rete core, mentre nella tratta di backhaul tale tecnologia risulta in fase di dismissione a favore di soluzioni Ethernet piu' efficienti. 206. In merito alle questioni sollevate da Welcome e AIIP circa la necessita' di garantire che la transizione verso la tecnologia Ethernet avvenga senza duplicazioni o incremento di costi per gli operatori alternativi, anche a causa di disomogeneita' topologiche tra le architetture di rete Ethernet e ATM, l'Autorita' ritiene che quanto stabilito nella delibera n. 731/09/CONS all'art. 62 comma 8, in aggiunta ai vincoli di riduzione dei prezzi della banda Ethernet e della banda ATM imposti nella presente delibera, possa efficacemente incentivare la migrazione degli operatori verso prodotti bitstream Ethernet. 207. In relazione alle richieste di Vodafone circa i volumi della domanda utilizzati per la definizione dei prezzi, l'Autorita' ritiene necessario mantenere la coerenza con quanto fatto nelle recenti delibere di approvazione delle Offerte di Riferimento. LE OSSERVAZIONI DEGLI OPERATORI SUL CALCOLO DEI VALORI DEI VINCOLI DI CAP Servizi di accesso disaggregato 208. Telecom Italia non condivide la scelta dell'Autorita' di fissare il vincolo di cap per i panieri sulla base dei valori prodotti dal modello per l'anno 2012, e ritiene che i vincoli di cap di ciascun anno, specie per i panieri A ed E dei servizi di accesso disaggregato, debbano essere definiti sulla base dei valori prodotti dal modello per ciascun singolo anno. A tal proposito, Telecom Italia ha fornito un benchmark internazionale del canone ULL dei paesi che hanno adottato una metodologia di costing di tipo LRAIC, mostrando la loro evoluzione temporale dal 2006 al 2010. Il benchmark di Telecom Italia evidenzia una sostanziale stabilita' nel tempo dei prezzi, i cui valori medi (media aritmetica e media ponderata sulla popolazione) risultano superiori rispetto ai prezzi sottoposti a consultazione. Telecom Italia ritiene quindi che, per allineare i prezzi dell'ULL al livello degli altri paesi che adottano modelli LRAIC, e nel rispetto dell'orientamento al costo BU-LRAIC di cui alla delibera n. 731/09/CONS, i prezzi dell'ULL dovrebbero scaturire dal modello in ciascun anno di applicazione del network cap, e non unicamente nel 2012. Telecom Italia ritiene, anche sulla base dei risultati prodotti dal modello sviluppato dal proprio consulente, che il modello dell'Autorita' dovrebbe individuare un valore del canone di full unbundling al 2012 superiore a 9,67 €/mese. Telecom Italia, inoltre, ritiene che i contributi ed i canoni relativi al servizio di “unbundling dati” debbano essere inclusi nel paniere A dei servizi di unbundling, in quanto l'andamento del costo di tale servizio e' assimilabile a quello del servizio di full unbundling. Telecom Italia ritiene che tutte le voci relative al contributo per intervento di fornitura a vuoto previste dal listino del servizio WLR ed al contributo per intervento di manutenzione a vuoto previste dal listino del servizio WLR e dal listino dei servizi bitstream debbano essere inserite nel paniere A dei servizi di ULL, non sussistendo alcuna differenza fra questi servizi. 209. Gli operatori alternativi evidenziano delle criticita' metodologiche nel calcolo delle tre componenti di costo del canone mensile per i servizi di ULL - costo per la rete di distribuzione, costo per la manutenzione correttiva e costi commerciali di gestione operatori - individuate nello schema di provvedimento, in quanto il modello BU-LRIC sottoposto a consultazione calcola esclusivamente i costi relativi alla prima componente, mentre l'Autorita' propone metodologie diverse per la determinazione delle altre due componenti di costo. Le valutazioni dell'Autorita' 210. In merito alle osservazioni di Telecom Italia, l'Autorita' ribadisce quanto gia' affermato al punto 81, circa la necessita' di prevedere una variazione dei prezzi graduale cosi' da distribuire nel tempo gli effetti della variazione della metodologia di pricing adottata dall'Autorita'. Con riferimento ai contributi ed ai canoni del servizio di unbundling dati, l'Autorita' ne condivide l'inclusione nel paniere A dei servizi di unbundling, in quanto l'andamento del costo di tale servizio e' assimilabile a quello del servizio di full unbundling. In merito ai contributi per intervento di fornitura a vuoto, l'Autorita' ritiene che questi vadano inclusi nei panieri dei corrispondenti servizi a cui si riferiscono, ossia che il contributo riferito al servizio WLR debba essere inserito nel paniere B dei servizi WLR,e che i contributi riferiti ai servizi bitstream debbano essere inclusi nei panieri A e B dei corrispondenti servizi bitstream, come specificato nella delibera n. 731/09/CONS. 211. In merito alle osservazioni degli operatori alternativi circa le criticita' metodologiche, si ribadisce quanto gia' precisato in risposta alle osservazioni generali degli operatori (punti 114-120). 212. Sulla base delle valutazioni di cui ai punti precedenti e delle variazioni apportare ai costi di rete, ai costi di manutenzione correttiva ed ai costi commerciali, l'Autorita' stima un valore al 2012 del canone mensile del servizio di unbundling pari a 9,48 euro/mese. La variazione percentuale annuale del paniere A dei servizi di accesso disaggregato risulta pertanto piu' contenuta e pari a 3,74 %. Analogamente a quanto stabilito nella proposta di consultazione, appare opportuno contenere la variazione dei prezzi nel primo anno, applicando al paniere A le seguenti variazioni percentuali: 2,47 % per l'anno 2010, 5,06 % per l'anno 2011, 3,74 % per l'anno 2012. Pertanto, i valori del canone che ne scaturiscono sono: 8,70 euro/mese a partire dal 1° maggio 2010, 9,14 euro/mese a partire dal 1° gennaio 2011 e, come gia' specificato, 9,48 euro/mese a partire dal 1° gennaio 2012. Servizi di accesso a banda larga 213. Telecom Italia condivide sia la metodologia utilizzata dall'Autorita' per definire i prezzi dei servizi bitstream, sia la riduzione di prezzo pari ad 1,31% della componente di accesso bitstream su linea condivisa ritenendola, anche se non derivante dall'applicazione di un modello BU-LRAIC, coerente con la riduzione del 7,29% del canone del servizio di shared access basata sui risultati del modello BU-LRAIC, e con l'ipotesi di invarianza dei costi dei DSLAM. Telecom Italia non condivide invece l'inclusione del canone della componente di accesso bitstream su linea dedicata (naked) nel paniere A dei servizi bitstream, in quanto ritiene che cio' comporti una riduzione eccessiva dei contributi inseriti nel paniere, determinando un andamento dei prezzi di tali servizi discordante rispetto ai cap imposti per i medesimi contributi nei panieri dei servizi ULL e WLR. Telecom Italia ritiene pertanto necessario fissare, per il paniere A del bitstream, un cap pari alla media ponderata dei sub-cap relativi alla componente di accesso asimmetrico su linea dedicata ed al canone di accesso bitstream su linea condivisa. 214. Telecom Italia ritiene che gli apparati in sede cliente (modem ed ADM) debbano essere esclusi dal paniere B del bitstream ed in generale dal meccanismo di network cap, in quanto elementi opzionali dell'offerta acquistabili liberamente sul mercato. In merito al paniere C del servizio di backhaul, Telecom Italia ritiene che esso debba contenere anche i prezzi dei canoni della banda di trasporto ABR da DSLAM al nodo Parent ATM sul VC (e non solo quelli sul VP) ed i contributi di variazione dei VC ABR. A parere dell'operatore, il servizio Ethernet con Cos=3, presente nell'Offerta di Riferimento 2010, dovrebbe invece essere soggetto a network cap a partire dal 2011, seguendo il vincolo imposto per il paniere C dei servizi bitstream. Analogamente, l'operatore ritiene che i servizi di banda multicast debbano essere soggetti a network cap solo a partire dal 2011. Infine, Telecom Italia fa presente che il servizio bitstream con interconnessione al DSLAM ATM del paniere D non e' piu' offerto a causa dell'end of sale dell'apparato DSLAM ATM. 215. Gli operatori alternativi ed AIIP ritengono che sia necessaria una maggiore omogeneita' nella fissazione dei prezzi di partenza dei servizi di accesso a banda larga. In particolare, Vodafone sostiene che, l'adozione dei prezzi 2009 quali valori di partenza per l'applicazione del meccanismo di network cap possa essere legittimo per i servizi ULL e bitstream, i cui prezzi 2009 sono stati determinati sulla base del principio dell'orientamento al costo, ma non per i servizi WLR e naked bitstream, i cui prezzi 2009 sono stati determinati sulla base del principio retail minus. Per la definizione del prezzo della componente di accesso bitstream naked, secondo i soggetti intervenuti, l'Autorita' dovrebbe definire un prezzo di partenza basato sulla valutazione dei costi sottostanti; tale prezzo, a parere di AIIP e degli operatori BT, Fastweb, Tiscali e Vodafone dovrebbe essere pari alla differenza tra il canone del servizio ULL ed il canone del servizio shared access per l'anno 2009. 216. In relazione al prezzo del canone dei servizi di accesso bitstream condiviso, BT e Vodafone ritengono che esso dovrebbe essere scomposto nelle diverse categorie di costo che lo compongono (shared access, costo DSLAM, costi di manutenzione e costi commerciali) al fine di applicare a ciascuna di esse il relativo cap. Alla prima componente, gli operatori propongono di applicare il transfer charge dal mercato 4 che risulta dal modello di costo. Per le altre componenti di costo, essi propongono di applicare una variazione che esprima i recuperi di efficienza ottenibili. Tiscali, invece, suggerisce di applicare al canone bitstream condiviso il medesimo cap previsto per la componente shared access, pari a -7,29%. 217. AIIP, facendo riferimento ad un proprio modello di ricostruzione dei costi bottomup, ritiene che i costi dell'accesso bitstream su linea condivisa ATM o Ethernet ed il costo della banda di backhauling su Ethernet dovrebbero essere significativamente inferiori quelli proposti dall'Autorita'. Le valutazioni dell'Autorita' 218. In merito al valore iniziale dei prezzi da adottare per l'applicazione del network cap, l'Autorita', nell'utilizzare il valore 2009, ha applicato quanto stabilito nella delibera n. 731/09/CONS per tutti i servizi considerati, al fine di garantire una transizione graduale dei prezzi verso i valori finali. L'Autorita' precisa, inoltre, che nell'adottare il network cap ha inteso fornire certezza regolamentare al mercato e mantenere inalterati i livelli “relativi” dei prezzi dei servizi wholesale di Telecom Italia stabiliti negli ultimi anni,2 7 nel rispetto del principio della ladder of investment. A tal fine, nello schema di provvedimento sottoposto a consultazione pubblica, l'Autorita' ha applicato ai canoni dei servizi ULL, WLR e naked bitstream il medesimo vincolo di variazione dei prezzi ed ha, come chiarito al punto 94, mantenuto la differenza di prezzo tra il canone della linea dedicata ed il canone dell'unbundling al livello 2009. Si precisa inoltre che, sebbene il prezzo 2009 del canone naked sia stato fissato applicando un meccanismo di tipo retail minus, il valore del minus e' stato stabilito dall'Autorita' con la delibera n. 249/07/CONS tenendo conto del livello dei costi e nel rispetto del principio della ladder of investement (ossia considerando le differenze di prezzo tra i vari servizi wholesale di Telecom Italia). 27 A tal riguardo, si rammenta che nel documento ERG “Report on price consistency in upstream broadband markets”, ERG (09) 21, si precisa che: “Not only the absolute level of the wholesale prices is important, but also the level at which the prices of the wholesale offers, compared to each other and to the incumbents' retail offers, are set”. 219. Con riferimento alle osservazioni di Telecom Italia circa la necessita' di rivedere il valore dei vincoli di cap stabiliti per il paniere A dei servizi di accesso a larga banda, l'Autorita' ritiene che cio' che rileva nell'applicazione del meccanismo del network cap e' il vincolo complessivo imposto per il paniere, che deve esprimere il livello di efficienza complessivo che l'operatore incumbent deve raggiungere nella fornitura dei servizi in oggetto. In tal senso, l'Autorita' ritiene congruo il valore della variazione dei prezzi stabilita per il paniere A dei servizi in oggetto. 220. Sulla base delle considerazioni di cui ai punti precedenti, l'Autorita' conferma l'impostazione seguita nello schema di provvedimento sottoposto a consultazione pubblica in merito alla determinazione dei vincoli di cap dei servizi di accesso a banda larga. Tuttavia, al fine di tener conto delle variazioni apportate ai valori di cap per il paniere A dei servizi di accessi disaggregato (punto 212), sono state applicate delle variazioni ai valori di cap per i servizi di accesso a banda larga. In particolare, per il paniere A, la variazione percentuale annuale da applicarsi per gli anni 2010, 2011 e 2012 risulta pari a -1,10 %, mentre il valore del sub-cap previsto per il servizio di accesso bitstream su linea dedicata per i medesimi anni risulta pari a 1,73 %. Analogamente, la variazione percentuale annuale da applicarsi al paniere B per gli anni 2010, 2011 e 2012 risulta pari a -1,10 %. Si osserva che, sulla base dei nuovi valori proposti per i vincoli di cap, l'effetto di riduzione dei prezzi dei contributi - evidenziato da Telecom Italia al punto 213 - risulta inferiore rispetto alla precedente proposta. 221. In merito ai commenti di Telecom Italia circa i servizi inclusi nei panieri dei servizi di accesso a larga banda e la modalita' di applicazione del network cap per l'anno 2010, l'Autorita' chiarira' le questioni sollevate nell'ambito del procedimento di approvazione dell'Offerta di Riferimento di Telecom Italia per i servizi di accesso a banda larga all'ingrosso. Servizi WLR 222. Telecom Italia concorda con l'Autorita' su quanto stabilito nella delibera n. 731/09/CONS circa la fissazione per i canoni del servizio WLR del medesimo cap applicato al paniere A dei servizi di ULL. 223. Secondo gli operatori alternativi (Fastweb, BT, Tiscali, Vodafone, Wind) e' necessario che venga determinato un valore di partenza per il servizio WLR che scaturisca da un'analisi dei costi sottostanti di un operatore efficiente nonche' da una valutazione dell'andamento di tali costi nel tempo, anziche' dall'applicazione di un meccanismo retail minus che, per definizione, non e' orientato al costo. Wind osserva che gli aumenti di prezzo derivanti dai valori di partenza adottati dall'Autorita' renderebbero le offerte di Telecom Italia non replicabili nelle aree non ULL, nell'ipotesi che il canone retail di Telecom Italia rimanga lo stesso. 224. Gli stessi operatori, inoltre, non condividono la decisione dell'Autorita' di differenziazione del prezzo sulla base della tipologia dell'utente destinatario del servizio (residenziale e non residenziale), in quanto anche questa decisione deriverebbe dalla precedente metodologia retail minus e non da un'accurata analisi dei costi sottostanti. Tiscali evidenzia che la scelta di fissare prezzi orientati ai costi e' inconciliabile con l'applicazione di un principio di discriminazione dei prezzi sulla base delle caratteristiche della clientela. BT rileva che in nessuno dei Paesi che hanno utilizzato un modello di costo di tipo bottom-up ai fini della determinazione del prezzo del servizio WLR (Francia, Spagna e Regno Unito) e' vigente una differenziazione del prezzo tra servizio WLR per clientela residenziale e non residenziale. 225. Secondo Fastweb, l'unica differenziazione riscontrabile nei costi e' quella inerente i canoni associati alle differenti tipologie di accesso (POTS, ISDN BRA, ISDN PRA) per i quali potranno correttamente essere fissati opportuni prezzi differenziati. Le valutazioni dell'Autorita' 226. In merito alla scelta dei valori iniziali dei prezzi per l'applicazione del network cap, l'Autorita', per le medesime motivazioni evidenziate al punto 218 per i servizi di accesso a banda larga, ritiene corretto rispettare le previsioni della delibera n.731/09/CONS, utilizzando i prezzi approvati per l'anno 2009 come punto di partenza. Si ricorda inoltre che, come per la valorizzazione del prezzo del naked bitstream, il valore del minus per il servizio WLR e' stato stabilito dall'Autorita' con la delibera n. 33/06/CONS, nel rispetto del principio della ladder of investment, e tenuto anche conto dei costi sottostanti. Analogamente, in merito alla differenziazione dei prezzi dei servizi WLR per clientela residenziale e non residenziale, l'Autorita' conferma l'approccio adottato nello schema di provvedimento in consultazione, che rispetta le previsioni della delibera n.731/09/CONS circa l'applicazione del network cap per i servizi WLR. Considerazioni generali sui valori dei vincoli di cap 227. Fastweb e Vodafone osservano che, per i servizi ULL e bitstream, l'inserimento in un unico paniere sia dei canoni mensili che dei contributi una tantum determina l'aumento generalizzato di tutte le componenti, in assenza di alcun legame con l'evoluzione dei costi sottostanti. Al fine di perseguire obiettivi di efficienza nella fornitura dei servizi associati a ciascuna componente, gli operatori propongono la fissazione di specifici vincoli di sub-cap per i relativi contributi una tantum caratterizzati da riduzioni programmate di efficienza (X negative) per tutto il triennio 2010-2012, oppure - analogamente a quanto gia' previsto per il WLR - la definizione di uno specifico paniere per i contributi una tantum per il quale fissare un fattore (X) in riduzione. Le valutazioni dell'Autorita' 228. L'Autorita' intende rispettare quanto stabilito nella delibera n. 731/09/CONS in merito all'inclusione nel medesimo paniere, per i servizi ULL e bitstream, dei canoni mensili e dei contributi una tantum, in quanto cio' che rileva maggiormente e' la variazione complessiva imposta ai prezzi dei prodotti di uno specifico mercato nel suo insieme. Si fa inoltre presente che i contributi relativi al mercato n. 4 subiscono un aumento per effetto dell'aumento del canone ULL, mentre al contrario i contributi riferibili al mercato n. 5 subiscono una diminuzione. LE OSSERVAZIONI DEGLI OPERATORI SULLA VERIFICA DELLA QUALITA' DELLA RETE D'ACCESSO DI TELECOM ITALIA (ART. 5) 229. Telecom Italia ritiene che l'applicazione dei vincoli di cap proposti dall'Autorita' non possa in alcun modo dipendere dalla preventiva verifica del rispetto di indicatori relativi ai processi di attivazione dei servizi ed ai processi di esercizio e manutenzione della rete in rame, in quanto cio' minerebbe il vantaggio di certezza regolamentare legato all'applicazione di un meccanismo pluriennale di controllo dei prezzi. Inoltre, Telecom Italia ritiene di non poter essere condizionata ad una verifica della qualita' per gli anni 2010 e 2011, considerato che solo nel 2012 potra' applicare il prezzo che scaturisce dall'applicazione del modello e vedersi riconosciute le risorse necessarie per garantire la predetta qualita'. Secondo Telecom Italia, inoltre, il meccanismo di cui all'art. 5 e' asimmetrico e non proporzionato poiche' riferito alle sole variazioni in aumento dei prezzi, non e' coerente ne' con gli esiti delle analisi di mercato ne' con le risultanze del modello e contiene indicatori non pertinenti ai prezzi dei doppini in rame. L'operatore evidenzia che gli strumenti degli obiettivi di qualita' del servizio universale e dei servizi Internet a larga banda (sanciti dalle delibere nn. 254/04/CSP e 131/06/CONS) gia' consentono all'Autorita' di incentivare Telecom Italia al miglioramento della qualita' della rete di accesso in rame, in quanto, in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi di qualita' individuati, l'Autorita' ha il potere di erogare opportune sanzioni. 230. Fastweb, Vodafone, Tiscali e Welcome ritengono utile, in linea generale, prevedere la misurazione e il monitoraggio degli indicatori di qualita' e performance dei processi di delivery e di assurance dei servizi di accesso di Telecom Italia, al fine di condizionare l'applicazione degli incrementi di prezzo alle verifica del raggiungimento di obiettivi di qualita' e ammodernamento della rete. Tuttavia, essi evidenziano che l'attuale formulazione dell'articolo 5, seppur condivisibile in termini di macro-categorie di indicatori da monitorare e misurare, se non declinata puntualmente, sia in termini metodologici per la misurazione dei KPI, sia di fissazione di adeguati KPO, rischierebbe di essere inefficace rispetto all'obiettivo proposto. In particolare, BT rileva che: i) non sono stati fissati dei valori obiettivo che gli indicatori devono raggiungere; ii) non e' stato stabilito a quale periodo devono fare riferimento gli indicatori ne' quando devono essere predisposti da Telecom Italia e inviati all'Autorita'; iii) non e' indicato quali valutazioni vengono effettuate nel caso che uno o piu' indicatori non raggiungano gli obiettivi di qualita' fissati. Inoltre, BT sostiene che i parametri che verranno utilizzati dall'Autorita' non sono adeguati a dare evidenza “del grado di ammodernamento della rete in ottica NGN” in quanto riferiti a processi e a situazioni tipiche della rete tradizionale in rame, come risulta evidente dalla tipologia di indicatori individuati. 231. Fastweb propone, per ciascun indicatore di cui all'articolo 5 dello schema di provvedimento, una metodologia di calcolo ed uno o piu' valori obiettivo. E' opinione di Fastweb che gli indicatori di cui all'art. 5 della delibera debbano essere misurati e monitorati a prescindere dalla decisione finale che l'Autorita' intraprendera' sull'evoluzione dei prezzi dei servizi wholesale, in quanto e' evidente che la qualita' e le performance dei servizi offerti rappresentano degli indicatori chiave per assicurare l'adempimento sostanziale e non solo formale all'obbligo di fornitura del servizio. L'operatore Wind, analogamente, fornisce una propria proposta circa la definizione di alcuni indicatori ed i relativi valori obiettivo. Tiscali e BT ritengono inoltre necessario rendere pubblico ed aperto alla partecipazione degli OLO il processo di definizione puntuale degli indicatori, dei valori di partenza e degli obbiettivi che dovranno essere imposti annualmente a Telecom Italia. 232. Welcome Italia presenta alcuni commenti sugli indicatori elencati all'art. 5 dello schema di delibera. In particolare, in relazione alla percentuale di rifiuti, l'operatore sostiene che, in caso di saturazione della rete, Telecom Italia, per il servizio asimmetrico, non fornisce tempi di previsione per la risoluzione del problema, dichiarando di non avere piani di sviluppo della rete per l'ADSL. Welcome Italia condivide la necessita' di verificare l'effettiva apertura delle centrali dichiarate sature da Telecom Italia, poiche' ritiene che, negli ultimi mesi, si sia alterata la competizione sui servizi erogati ai clienti finali a causa dell'improvvisa impossibilita' per gli operatori alternativi di commercializzare la propria offerta in determinate aree in cui Telecom Italia non e' disposta ad investire nella rete in rame, ma dove comunque propone servizi ai clienti. In merito alla durata media del tempo di “fuori servizio”, Welcome Italia suggerisce di monitorare il numero di casi fuori SLA, che ritiene sia l'elemento piu' significativo per la verifica della disponibilita' del servizio e dei tempi di ripristino. Relativamente al numero di degradi sulla linea di accesso, Welcome Italia evidenzia la problematica dei degradi derivanti dalla saturazione della tratta di backhauling e quindi l'inottemperanza contrattuale di Telecom Italia nella fornitura della “banda minima garantita” (l'MCR nella rete ATM) a livello VP. 233. Secondo gli operatori BT, Tiscali e Wind la decisione di applicare la verifica di qualita' solo a partire dal 1° gennaio 2011, che esprime implicitamente un giudizio di adeguatezza della qualita' e dell'ammodernamento della rete, e' priva di giustificazione. Wind ritiene che l'Autorita', avendo a disposizione i dati relativi ai KO di attivazione gia' per l'anno 2009 nell'ambito del Gruppo di monitoraggio degli Impegni, possa effettuare una verifica anche per l'anno 2010 e subordinare gli eventuali aumenti a tali prestazioni. 234. Tiscali e Wind propongono di estendere, per analogia, il principio sancito nel comma 1 dell'art. 5 anche al caso in cui per almeno uno degli indicatori di qualita' si dovesse evidenziare un peggioramento della qualita' del servizio, introducendo la previsione di un decremento dei prezzi in caso di un riscontrato peggioramento della qualita'. Le valutazioni dell'Autorita' 235. In merito alle osservazioni di Telecom Italia, l'Autorita' ritiene che la soluzione di condizionare gli aumenti dei prezzi previsti dal modello alla verifica delle prestazioni offerte sia coerente con l'approccio bottom-up LRIC in quanto incentiva al miglioramento della qualita' e dell'efficienza della rete di accesso. Inoltre, la trasparenza dei criteri che verranno utilizzati per effettuare le operazioni di verifica e' in grado di apportare comunque i vantaggi in termini di certezza regolamentare associati al meccanismo di programmazione pluriennale dei prezzi. L'Autorita' ritiene che la soluzione proposta possa integrare in maniera efficace gli strumenti relativi agli obiettivi di qualita' del servizio universale e dei servizi Internet a larga banda. 236. Prendendo atto delle osservazioni degli operatori e delle criticita' sollevate in merito alla definizione puntuale degli indicatori e dei relativi valori obiettivo, l'Autorita' ritiene opportuna una semplificazione del meccanismo proposto, al fine di garantire che la verifica - preventiva all'entrata in vigore degli aumenti delle tariffe - in relazione ai miglioramenti conseguiti nei livelli di qualita' della rete ed al suo grado di ammodernamento, sia tempestiva ed efficace. In tal senso, si sono privilegiati quegli indicatori maggiormente coerenti con la metodologia del modello, correlati alla qualita' ed all'ammodernamento della rete di accesso in rame, e per i quali vi sono sia una metodologia di misurazione, sia informazioni quantitative che rendono possibile una tempestiva attivita' di verifica. Pertanto, si ritiene necessario basare l'applicazione del meccanismo di verifica su di un sottoinsieme degli indicatori previsti nello schema di provvedimento posto a consultazione. In particolare, gli indicatori sono: a) percentuale dei rifiuti, sul totale delle richieste degli operatori, motivati da problematiche inerenti la rete di accesso (i c.d. KO di rete); b) stato di avanzamento dei programmi di rinnovamento della rete in rame (manutenzione preventiva); c) numero di guasti segnalati per i quali si e' reso necessario un intervento on field, rapportato al totale delle linee attive. Con riferimento agli indicatori a) e b), l'Autorita' ritiene che la metodologia da adottare per la loro misurazione debba essere la medesima prevista nell'ambito dei gruppi di Impegni n. 1 e n. 5 di Telecom Italia. In relazione all'indicatore c) (tasso di guasto), esso dovra' riferirsi alla clientela wholesale e retail dei servizi di accesso di Telecom Italia ed essere indipendente dalla tipologia di servizio fornita. La metodologia da utilizzare dovra' essere coerente con quella applicata in ottemperanza alla delibera n. 254/04/CSP. 237. In merito alle osservazioni degli operatori circa l'applicazione della verifica di qualita' solo a partire dal 1° gennaio 2011, l'Autorita' osserva che, avendo definito una variazione dei prezzi piu' contenuta per il primo anno, si e' posticipata agli anni successivi, in cui il controllo di qualita' verra' effettuato, la parte piu' significativa degli aumenti risultanti dal modello. Prevedendo l'applicazione della verifica di qualita' solo dal 2011, l'Autorita' ha inoltre inteso garantire all'operatore incumbent il tempo necessario a recepire il meccanismo di incentivazione ed intervenire efficacemente nel miglioramento della propria rete. 238. In merito all'osservazione di Tiscali e Wind circa l'estensione del principio sancito nel comma 1 dell'art. 5 della proposta di provvedimento, l'Autorita' ritiene che essa non sia giustificata in quanto il meccanismo di pricing prevede sia prezzi in diminuzione, sia prezzi in aumento. Nel caso di variazioni percentuali dei prezzi in diminuzione, il meccanismo del network cap impone implicitamente all'operatore regolamentato il raggiungimento di livelli superiori di efficienza produttiva. Nel caso di variazioni percentuali dei prezzi in aumento, il meccanismo della verifica della qualita' dei servizi di accesso impone in maniera esplicita il raggiungimento di livelli superiori di qualita' produttiva. Nel caso in cui si riscontri un peggioramento della qualita' del servizio, gli obblighi in capo a Telecom Italia circa gli obiettivi di qualita' del servizio universale e dei servizi Internet a larga banda sono sufficienti, a parere dell'Autorita', a garantire il ripristino dei livelli previsti. LE OSSERVAZIONI DEGLI OPERATORI SULLA STIMA DEL WACC Considerazioni generali 239. Telecom Italia condivide in linea generale la metodologia impiegata dall'Autorita' per il calcolo del costo del capitale (WACC). Di contro, Fastweb, Tiscali e BT rilevano che la formula proposta nel documento posto a consultazione differisce da quella che l'Autorita' ha utilizzato in tutte le passate occasioni in cui ha determinato il valore del WACC. Secondo i suddetti operatori, la motivazione adottata dall'Autorita' per la variazione della formula, ossia la necessita' di tenere conto delle modifiche in materia di reddito d'impresa apportate dalla legge finanziaria 2008, “non sarebbe realistica in quanto la legge finanziaria del 2008 modifica solo il criterio in base al quale quantificare l'entita' degli oneri deducibili dalla base imponibile, mentre la deducibilita' degli interessi passivi era gia' prevista”. A parere di Fastweb e Tiscali la modifica della metodologia di calcolo del WACC avrebbe un impatto notevole, in rialzo, sul valore del costo del capitale. 240. In merito al periodo di validita' del WACC, AIIP non concorda con la decisione dell'Autorita' di mantenere un valore fisso per tutto il triennio di riferimento, considerata l'elevata variabilita' dei tassi di riferimento e propone, quindi, di impiegare un valore variabile del WACC da rivedere a inizio di ciascun anno oggetto del price cap. Le valutazioni dell'Autorita' 241. Prima di procedere ad una valutazione delle singole osservazioni degli operatori sulla metodologia adottata per la stima del costo medio ponderato del capitale, l'Autorita' precisa che tutti gli elementi del WACC (costo del capitale proprio, costo del capitale di debito e struttura finanziaria) sono stati stimati sulla base di informazioni quantitative riguardanti l'operatore Telecom Italia. Piu' precisamente, sebbene l'Autorita' abbia fatto riferimento ad una struttura finanziaria nozionale (ossia riferita ad un operatore efficiente), non essendo quest'ultima sostanzialmente diversa da quella effettiva di Telecom Italia, sia il costo del capitale proprio (ed in particolare la stima del beta) che il WACC sono stati calcolati tenendo conto - in generale - della struttura finanziaria di Telecom Italia. 242. In ogni caso, la metodologia utilizzata dall'Autorita', che prevede il deleveraging del beta, e' in grado di far fronte ai problemi derivanti da un eventuale scostamento tra la struttura finanziaria di Telecom Italia e la struttura finanziaria nozionale (si veda il paragrafo 18 dell'Allegato C alla delibera n. 121/10/CONS). 243. Con riferimento alle osservazioni di Fastweb, Tiscali e BT, l'Autorita' precisa che la formula utilizzata per il calcolo del WACC (supra Allegato C, formula [5]) tiene conto del fatto che in Italia il reddito d'impresa e' soggetto principalmente a due imposte, l'IRES e l'IRAP, i cui regimi fiscali differiscono oltre che per le aliquote - recentemente modificate dalla finanziaria 2008 - per la diversa base imponibile. A differenza del regime fiscale dell'IRES, quello dell'IRAP non consente la deducibilita' degli oneri finanziari, ne' del costo del personale. Per tale ragione, al fine di determinare la corporate tax non e' possibile sommare le due aliquote e utilizzare la formula classica del WACC (supra Allegato C, formula [4]). Di conseguenza, si e' ritenuto opportuno trasformare la formula [4] nella formula [5]. Quest'ultima utilizza l'aliquota IRES per il calcolo del costo del debito post tax28 e un'aliquota media complessiva per il calcolo del pre-tax WACC. Se entrambi i regimi fiscali prevedessero la deducibilita' degli oneri finanziari, td sarebbe uguale a T e la [5] assumerebbe la stessa forma della [4]. In conclusione, l'Autorita' ritiene che la formula [5] del documento posto a consultazione, sebbene diversa da quella utilizzata finora, sia idonea a risolvere il problema del differente regime fiscale del reddito d'impresa ed a calcolare correttamente il pre-tax WACC di un operatore di telecomunicazioni. Per quanto riguarda invece l'osservazione di AIIP, l'Autorita' precisa che la stima del WACC, essendo stata effettuata in un'ottica forward looking, sia rappresentativa del costo del capitale di un operatore che opera efficientemente per tutto il periodo di riferimento dell'analisi di mercato e di conseguenza non necessita di aggiustamenti periodici. 28 Tale imposta, prevedendo, nel rispetto di alcuni limiti, la deducibilita' degli oneri finanziari, riduce di fatto il costo del debito dopo le imposte (post tax cost of debt). La stima del Risk-free rate 244. Telecom Italia ritiene che il rendimento corrente dell'indice benchmark non sia un indicatore idoneo per la stima del rendimento di un'attivita' priva di rischio in un'ottica forward looking. Telecom Italia ritiene che il tasso risk free debba fare riferimento al valore dell'indice “Italy Sovereign Curve” considerando il tasso decennale forward a una particolare scadenza da essa indicata. Al contrario, Wind ritiene necessario considerare un risk -free rate piu' basso rispetto a quello individuato dall'Autorita', effettuando il calcolo sulla base dei rendimenti effettivi lordi dei BTP (o di titoli europei confrontabili) con scadenza a 36 mesi, in coerenza con la durata del periodo di validita' delle analisi di mercato. Le valutazioni dell'Autorita' 245. Con riferimento alle osservazioni di Telecom Italia riguardo alla stima del risk- free rate, l'Autorita' ritiene che il rendimento corrente (spot) dell'indice benchmark riferito a titoli di stato italiani con scadenza decennale sia una proxy significativa del rendimento di un'attivita' priva di rischio in un'ottica forward looking, dal momento che racchiude tutte le aspettative future su un investimento a lungo termine effettuato oggi. Il rendimento forward a x anni indica invece quale sara', presumibilmente, il rendimento corrente a x anni da oggi. Si tratta, quindi di una previsione del rendimento spot di un investimento effettuato tra x anni. Poiche' la stima del costo del capitale deve essere effettuata prospetticamente, l'Autorita' ritiene che il rendimento spot dell'indice benchmark costituisca l'indicatore piu' idoneo a tal fine. Con riferimento alle osservazioni di Wind, l'Autorita' ritiene che prendere in considerazione il rendimento di un titolo di stato con scadenza a 36 mesi, sebbene coerente con la durata del periodo di validita' delle analisi di mercato, non rispecchierebbe la durata tipica degli investimenti in una rete di telecomunicazioni. Pertanto, l'Autorita' considera opportuno utilizzare il rendimento dei titoli di Stato italiani con scadenza decennale, dal momento che gli investimenti in una rete di telecomunicazioni sono in linea di massima investimenti a lungo termine. 246. In conclusione, l'Autorita' conferma che il rendimento di un'attivita' priva di rischio sia pari al 3,9%. La stima del beta 247. Telecom Italia ritiene che la stima del beta dovrebbe essere corretta secondo la formula di Blume al fine di ottenere una stima prospettica. 248. Wind, BT e Tiscali non concordano con l'Autorita' circa la stima di un unico valore per il beta di Telecom Italia. Secondo i suddetti operatori, il valore del beta e' sovrastimato avendo l'Autorita' adottato un valore che riflette il rischio dell'azienda nel suo complesso e non della sola divisione di rete d'accesso; il rischio di quest'ultima dovrebbe essere inferiore a quello complessivo. Le valutazioni dell'Autorita' 249. Per quanto riguarda l'osservazione di Telecom Italia, l'Autorita' fa presente che la correzione del beta di tipo Blume si basa sul presupposto che il beta di un'impresa tenda a convergere nel tempo verso il beta del mercato, ossia ad un valore pari ad uno. Allo stato attuale, tuttavia, non pare vi siano validi studi empirici che dimostrino tale tendenza anche per le public utility. Anzi, se si considera che le imprese che operano in settori regolamentati generalmente sono caratterizzate da un rischio sistematico inferiore a quello di mercato, il beta potrebbe non convergere verso uno. Infine, l'aggiustamento di tipo Blume si sarebbe potuto applicare solo se la stima del beta fosse stata eseguita con uno stimatore OLS. Poiche' la stima del beta e' stata eseguita, per tenere conto dell'autocorrelazione seriale, con lo stimatore Newey West, l'aggiustamento di tipo Blume avrebbe, probabilmente, comportato una perdita di significativita' della stima. 250. Con riferimento alle osservazioni di Wind, BT e Tiscali, l'Autorita' precisa che la scelta di calcolare un unico beta e' stata dettata da considerazioni di carattere operativo, in quanto la stima di tanti beta quante sono le attivita' svolte da Telecom Italia sarebbe stata di difficile implementazione, non essendo tali attivita' quotate separatamente. Le numerose assunzioni che si renderebbero necessarie a tal fine, a parere dell'Autorita', potrebbero compromettere la significativita' della stima stessa. Inoltre, si fa presente che allo stato attuale solo l'Autorita' inglese (OFCOM) ha stimato due beta differenti (uno per la rete d'accesso e l'altro per le restanti attivita' di BT), mentre l'Autorita' francese (ARCEP) ha rivisto la stima del WACC - precedentemente basata su due differenti valori del beta, uno per le attivita' di accesso di France Telecom e uno per le restanti attivita' - determinando un unico valore. 251. Alla luce delle considerazioni di cui sopra, l'Autorita' ritiene opportuno calcolare un unico beta, senza effettuare alcun tipo di correzione e conferma il valore stimato nel documento posto a consultazione pari a 0,85. La stima dell'ERP 252. Con riferimento alla stima dell'Equity Risk Premium (ERP), Telecom Italia, ritiene che sarebbe opportuno prendere come riferimento, non solo lo studio di Dimson del 2007, ma anche altri studi accademici, tra cui quello di Fernandez del 2009,29 nonche' tenere conto degli effetti della recente crisi finanziaria. 30 Per quanto riguarda quest'ultimo aspetto, secondo Telecom Italia sarebbe opportuno considerare un incremento di 20 punti percentuali dell'ERP stimato. 29 P. Fernandez, “Market Risk Premium used in 2008 by Professors: a survey with 1.400 answers”, IESE Business School Working Paper Series, SSRN n. 1344209, 16 April 2009. 30 Il lavoro di Fernandez si basa su un'indagine effettuata agli inizi del 2009 e consistente in un'intervista a 7.550 esperti del settore. All'indagine hanno risposto 1.309 docenti universitari, cui l'autore ha aggiunto 96 risposte di un'indagine precedente. La domanda cui e' stato chiesto di rispondere era: Qual e' l'ERP utilizzato nelle analisi effettuate nel 2007? I principali risultati mostrano che l''ERP medio usato dai professori europei e' stato pari al 5,3%, contro un 6,3% dei colleghi statunitensi. Le valutazioni dell'Autorita' 253. Con riferimento alle osservazioni di Telecom Italia in