IL PRESIDENTE 
                     DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 
 
  Visto il decreto del Presidente della Repubblica in data 31  maggio
2018, con il quale  il  professor  Paolo  Savona  e'  stato  nominato
Ministro senza portafoglio; 
  Visto il proprio decreto in data 1° giugno 2018, con  il  quale  al
predetto Ministro  e'  stato  conferito  l'incarico  per  gli  affari
europei; 
  Vista la legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive  modificazioni,
recante disciplina dell'attivita'  di  Governo  e  ordinamento  della
Presidenza del Consiglio dei ministri; 
  Visto il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286,  e  successive
modificazioni; 
  Visto il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303,  e  successive
modificazioni, recante l'ordinamento della Presidenza  del  Consiglio
dei ministri, a norma dell'art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59; 
  Visto il decreto del  Presidente  del  Consiglio  dei  ministri  1°
ottobre 2012, e successive modificazioni, recante l'ordinamento delle
strutture generali della Presidenza del Consiglio dei ministri  e  in
particolare l'art. 18  relativo  al  Dipartimento  per  le  politiche
europee; 
  Vista  la  legge  24  dicembre   2012,   n.   234,   e   successive
modificazioni,   recante   norme   generali   sulla    partecipazione
dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e  delle
politiche dell'Unione europea; 
  Visto il decreto del Presidente della Repubblica 13 giugno 2018 con
il quale il presidente Luciano Barra  Caracciolo  e'  stato  nominato
Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri; 
  Ritenuto opportuno delegare al  Ministro  per  gli  affari  europei
professor Paolo Savona le funzioni di cui al presente decreto; 
  Sentito il Consiglio dei ministri; 
 
                              Decreta: 
 
                               Art. 1 
 
  1. A decorrere dal 14  giugno  2018  il  Ministro  per  gli  affari
europei professor Paolo Savona e' delegato ad esercitare le  seguenti
funzioni relative: 
    a) alla promozione e al coordinamento  delle  attivita'  e  delle
iniziative  inerenti  all'attuazione  delle   politiche   dell'Unione
europea di carattere generale o per specifici settori,  assicurandone
coerenza  e  tempestivita',  nonche'  alle  attivita'  inerenti  alla
partecipazione  dell'Italia  alla  formazione  di  atti  e  normative
dell'Unione; 
    b) alle attivita' inerenti alla partecipazione del Parlamento  al
processo di formazione della normativa dell'Unione  europea,  di  cui
alla legge 24 dicembre 2012, n. 234, recante  «Norme  generali  sulla
partecipazione dell'Italia alla  formazione  e  all'attuazione  della
normativa e delle politiche dell'Unione europea»; 
    c) alla convocazione e presidenza del Comitato  interministeriale
per gli affari europei (CIAE)  di  cui  all'art.  2  della  legge  24
dicembre 2012, n. 234, al fine di concordare le linee  politiche  del
Governo nel processo di formazione  della  posizione  italiana  nella
fase di predisposizione degli atti dell'Unione  europea,  nonche'  al
fine di consentire il puntuale adempimento dei compiti  di  cui  alla
medesima legge n. 234 del 2012; 
    d) alla partecipazione, d'intesa con il Ministro competente, alle
riunioni del Consiglio dell'Unione europea, rappresentando  l'Italia,
con riferimento agli argomenti all'ordine del giorno, in relazione: 
      1) alle formazioni Affari generali e competitivita' riguardanti
il mercato interno dell'Unione europea; 
      2) alla disciplina dell'eurozona; 
    e) a  contribuire,  d'intesa  con  i  Ministri  competenti,  alla
formulazione di proposte in materia di riforma  dei  trattati  e  del
diritto europeo; 
    f) d'intesa con il Ministro dell'economia e delle finanze: 
      1) a contribuire alla elaborazione della politica economica  in
ordine alla presentazione del Programma nazionale di riforma  e  alla
pianificazione degli investimenti pubblici, in relazione  alla  stima
del loro impatto,  nel  quadro  degli  adempimenti  e  dei  parametri
fiscali derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'unione monetaria; 
      2) a formulare, sulla base dell'analisi  dei  dati  Eurostat  e
Istat, proposte al Ministro competente in materia di indirizzo  della
spesa pubblica; 
    g) all'armonizzazione  fra  legislazione  dell'Unione  europea  e
legislazione nazionale,  tenuto  altresi'  conto  della  verifica  di
conformita' europea dei disegni di legge governativi, di cui all'art.
7, comma 5-bis, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri
10 novembre 1993, e successive  modificazioni,  recante  «Regolamento
interno del Consiglio dei  ministri»,  nonche'  alla  presidenza  del
Comitato per la lotta contro le frodi comunitarie, di cui al  decreto
del Presidente della Repubblica 14 maggio 2007, n. 91,  e  successive
modificazioni e integrazioni; 
    h) alla valutazione,  d'intesa  con  i  ministri  competenti  per
materia,  dell'iniziativa  ad   essi   spettante   in   ordine   alla
presentazione di ricorsi alla Corte di giustizia dell'Unione  europea
per la tutela di situazioni d'interesse nazionale  e  alla  decisione
d'intervenire in procedimenti in corso avanti a detta istanza; 
    i)  al  coordinamento,  nella  fase  di   predisposizione   della
normativa dell'Unione  europea,  delle  amministrazioni  dello  Stato
competenti per settore, delle  regioni,  degli  operatori  privati  e
delle parti sociali interessate,  ai  fini  della  definizione  della
posizione italiana da  sostenere,  d'intesa  con  il  Ministro  degli
affari esteri e della cooperazione internazionale, in sede di  Unione
europea; 
    l)  all'adeguamento  coerente  e  tempestivo,  da   parte   delle
amministrazioni pubbliche, agli obblighi dell'Unione europea, nonche'
alla conformita' e alla tempestivita' delle azioni volte a  prevenire
l'insorgere di contenzioso e ad adempiere le pronunce della Corte  di
giustizia  dell'Unione  europea,   informando   il   Parlamento   dei
procedimenti normativi in corso nell'Unione europea e delle correlate
iniziative del Governo; 
    m) alla convocazione, d'intesa con il Ministro delegato  per  gli
affari regionali e le autonomie, e alla copresidenza  della  sessione
europea della Conferenza permanente per i rapporti tra lo  Stato,  le
regioni e le Province  autonome  di  Trento  e  di  Bolzano,  di  cui
all'art. 22 della citata legge n. 234 del  2012,  e  all'art.  5  del
decreto  legislativo  28  agosto   1997,   n.   281,   e   successive
modificazioni e integrazioni, al fine di raccordare  le  linee  della
politica nazionale relative all'elaborazione degli  atti  dell'Unione
europea con le esigenze delle autonomie territoriali; 
    n) alla convocazione, d'intesa con il  Ministro  dell'interno,  e
alla  copresidenza   della   sessione   speciale   della   Conferenza
Stato-citta' e  autonomie  locali  dedicata  alla  trattazione  degli
aspetti delle politiche dell'Unione europea di interesse  degli  enti
locali di cui all'art. 23 della citata legge n. 234 del 2012; 
    o) alla  predisposizione,  sulla  base  delle  indicazioni  delle
amministrazioni interessate, degli indirizzi  del  Parlamento  e  del
parere della Conferenza permanente per i rapporti tra  lo  Stato,  le
regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, del disegno di
legge di delegazione europea annuale e del disegno di  legge  europea
annuale e degli altri  provvedimenti,  anche  urgenti,  di  cui  alla
citata legge n. 234 del  2012,  idonei  a  recepire  nell'ordinamento
interno gli atti dell'Unione europea, seguendone  anche  il  relativo
iter parlamentare, nonche' la successiva attuazione; 
    p) alle attivita' inerenti alla predisposizione  delle  relazioni
annuali al Parlamento e delle altre  relazioni  di  cui  alla  citata
legge n. 234 del 2012; 
    q) al coordinamento,  d'intesa  con  i  ministri  competenti,  in
ambito nazionale dell'attivita' conseguente ai lavori  delle  Agenzie
europee di regolamentazione; 
    r) alla diffusione, con i mezzi  piu'  opportuni,  delle  notizie
relative ai provvedimenti  di  adeguamento  dell'ordinamento  interno
all'ordinamento dell'Unione  europea,  che  conferiscono  diritti  ai
cittadini dell'Unione in materia di libera circolazione delle persone
e dei servizi, o ne agevolano l'esercizio; 
    s) alla promozione dell'informazione sulle attivita'  dell'Unione
europea e delle iniziative volte  a  rafforzare  la  coscienza  della
cittadinanza  dell'Unione,  in  collaborazione  con  le   istituzioni
europee, con le amministrazioni pubbliche competenti per settore, con
le regioni e gli altri enti territoriali, con le parti sociali e  con
le organizzazioni non governative interessate; 
    t)  alla  formazione  di  operatori  pubblici  e  privati,   alla
promozione nelle tematiche europee, nonche' ad  altre  iniziative  di
sostegno alle politiche europee, sia a  livello  nazionale  sia,  ove
occorra, d'intesa  con  il  Ministro  degli  affari  esteri  e  della
cooperazione internazionale, nei  confronti  dei  paesi  candidati  e
terzi a vocazione europea, promuovendo anche strumenti di  formazione
a distanza e gemellaggi.