PROTOCOLLO D'INTESA tra IL MINISTERO DELL'AMBIENTE e L'ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE PER L'ALIMENTAZIONE E L'AGRICOLTURA (FAO) Premesso che: la desertificazione e' una delle piu' gravi emergenze ambientali di questa fine di millennio e minaccia circa un miliardo di persone degli oltre cento Paesi a rischio ed un quarto delle terre del pianeta; la situazione e' particolarmente drammatica in Africa, ma vi sono vaste aree inaridite o minacciate anche in Asia, in America latina, nel nord del Mediterraneo e quindi anche in Italia che, tra l'altro, e' meta di consistenti flussi migratori di cosiddetti "profughi ambientali" che abbandonano le proprie terre ormai rese assolutamente aride e improduttive; l'Asia e' il continente piu' colpito dal fenomeno (oltre un miliardo e trecento milioni di ettari), ma in Africa e' il 73% delle terre aride coltivate ad essere coinvolte dal degrado e dalla desertificazione e il 76% delle terre aride del nord America sono degradate; in Europa oltre 20 milioni di ettari sono stati degradati a causa degli scarichi industriali e delle piogge acide causate dall'inquinamento atmosferico e oltre il 25% delle terre agricole ed il 35% di quelle a pascolo sono a rischio; siccita' e desertificazione dipendono certamente dall'instabilita' del clima, ma il degrado dei suoli e la perdita di fertilita' sono dovuti anche allo sfruttamento intensivo dei terreni e delle risorse idriche, alla deforestazione, a pratiche agropastorali improprie. In una parola, all'uso non sostenibile delle risorse naturali da parte dell'uomo; ogni anno vanno perduti 24 miliardi di tonnellate di terra coltivabile e, di contro e' sempre piu' pressante la domanda alimentare e si stima un incremento di bisogno di terra coltivabile del 27% al 2015 e del 42% al 2050; la perdita annuale in termini di reddito totale a causa della desertificazione e' di 42 miliardi di dollari dei quali 12 miliardi nei paesi industrializzati e 30 miliardi in Paesi via di sviluppo; la FAO ha un ruolo essenziale a livello internazionale nella realizzazione dei programmi di sviluppo legati alla lotta contro la desertificazione. La sua azione riguarda: i) i progetti di terreno del programma regolare e normativi per lo sviluppo sostenibile delle risorse delle zone aride, semiaride e subumide; questi si riferiscono in particolare alla gestione dei pascoli, alla conservazione dei suoli ed alla riabilitazione dei terreni irrigati; alla gestione degli spazi forestali oltre a numerose attivita' relative alla promozione di approcci partecipativi e di sviluppo integrale. Parte delle attivita' sono attuate nel quadro dei programmi avviati dalla FAO come ad esempio il Programma speciale per la Sicurezza alimentare; ii) le attivita' specifiche di sostegno all'attuazione della Convenzione sulla desertificazione. Sin dall'inizio delle negoziazioni relative all'implementazione di questa Convenzione, la FAO ha dato assistenza tecnica e organizzativa; oggi la sta negoziando con i Paesi membri e i principali partners, in particolare con il segretariato esecutivo, per contribuire alla realizzazione di programmi specializzati come i piani di azione nazionali della Conferenza delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione (UNCCD), la rete sulla desertificazione, gli strumenti di supporto alla presa di decisioni, il cordinamento di queste azioni all'interno della FAO e' condotto nel quadro di un gruppo di lavoro interdipartimentale; l'Italia e i Paesi del nord del Mediterraneo non sono solo Paesi donatori di aiuti verso i Paesi in via di sviluppo del mondo e essi stessi ricadono in un contesto di crisi ambientale con problematiche legate alle variazioni climatiche, con prolungati periodi di siccita', alla presenza di suoli con marcata tendenza all'erosione, all'alta frequenza di incendi boschivi, con distruzione delle risorse forestali, alle condizioni di crisi dell'agricoltura tradizionale con il conseguente abbandono di vaste aree che divengono marginali, allo sfruttamento eccessivo delle risorse idriche ed alla eccessiva concentrazione delle attivita' economiche lungo le fasce costiere, alle forti aggregazioni di aree urbane, al turismo ed all'agricoltura intensivi; in Italia circa il 27% del territorio e' minacciato da processi di inaridimento dei suoli. Fenomeni erosivi, dissesti idrogeologici, impermeabilizzazione, salinizzazione, inquinamento da metalli pesanti sono alcune delle cause di una sensibile diminuzione di produttivita' dei terreni; Considerato che: la Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione (UNCCD) riconosce gli aspetti fisici, biologici e socioeconomici della desertificazione e l'importanza della revisione della tecnologia per i popoli colpiti e per i quali la partecipazione a programmi di sviluppo nazionale e locale e' indispensabile; la UNCCD si prefigge di combattere la desertificazione e diminuire gli effetti della siccita' attraverso un'azione efficace svolta a tutti i livelli e sostenuta dalla cooperazione internazionale con accordi e partenariato stipulati nel quadro di un approccio coerente con i principi dell'Agenda 21; la UNCCD si configura come un importante strumento innovativo per l'attuazione di efficaci politiche di cooperazione ed evidenzia fortemente il legame fra sviluppo economico, tutela ambientale e partecipazione attiva e consapevole delle comunita' interessate; i cambiamenti climatici, la conservazione della biodiversita', la difesa delle foreste sono componenti essenziali della lotta alla desertificazione; e' necessario che le emergenze ambientali siano affrontate organicamente, attraverso strategie comuni, da tutta la comunita' internazionale ed, in particolare, da parte dei Paesi piu' ricchi, anche attraverso politiche di sostegno all'innovazione ed alla diffusione di tecnologie ambientalmente sane; dalla Prima Conferenza delle Parti (COP) di Roma, che si e' svolta presso la FAO dal 28 settembre al 10 ottobre 1997, e' emersa la volonta' della comunita' internazionale di sostenere e rinnovare una forte ed efficace cooperazione anche promuovendo un sistema di politiche globali che facciano lavorare i mercati a favore della gente attraverso un utilizzo sostenibile delle risorse naturali e non la gente a favore dei mercati, magari persino a scapito della "tenuta" ambientale di vastissime aree del nostro pianeta; la UNCCD prevede che tutti i Paesi Parte attuino piani nazionali coordinati con gli altri Paesi della stessa area geografica; anche l'Italia quindi dovra' attuare il proprio piano d'azione secondo linee comuni con gli altri Paesi del sud dell'Europa in un quadro globale di strategie per lo sviluppo sostenibile in tutto il bacino del Mediterraneo; nel corso del 1997, in vista della Prima Conferenza delle parti che si e' svolta presso la FAO dal 28 settembre al 10 ottobre, il Ministero dell'ambiente ha organizzato un importante Seminario nazionale a Roma (4 giugno 1997), un Forum internazionale a Matera (28 e 29 luglio 1997) ed ha avviato, in preparazione della seconda COP di Dakar le seguenti attivita': 1) realizzazione di un inventario delle tecnologie, delle conoscenze e delle pratiche tradizionali e locali per combattere l'impoverimento e il degrado dei suoli nel bacino del Mediterraneo; 2) organizzazione del 2 Forum internazionale sulla lotta alla siccita' e/o alla desertificazione (Matera, seconda meta' di ottobre 1998); 3) pubblicazione degli atti e dei documenti del Seminario di Roma del 4 giugno 1997, del primo e del secondo Forum di Matera; 4) studio sui parametri e gli indicatori per la valutazione della desertificazione e sulle linee di finanziamento per la lotta alla siccita' e/o alla desertificazione presso un osservatorio nazionale in via di costituzione; 5) organizzazione, nel Parco nazionale dell'Asinara, di un seminario internazionale dei Paesi dell'annesso IV sui parametri e gli indicatori per la valutazione della desertificazione (settembre 1998); Considerato che: la Convenzione delle Nazioni Unite per combattere la siccita' e/o la desertificazione, in particolare in Africa (UNCCD) e' stata ratificata dall'Italia con la legge 4 giugno 1997, n. 170, e detta specifici obblighi per i Paesi parte l'allegato IV all'UNCCD concernente l'attuazione a livello regionale per il Mediterraneo settentrionale fornisce direttive ed indica le disposizioni da prendere nei Paesi colpiti del nord Mediterraneo che ricadono in un contesto ambientale con: a) condizioni climatiche semiaride che colpiscono vaste distese, siccita' stagionali, assai grande variabilita' del regime pluviometrico e piogge improvvise e molto violente; b) suoli poveri e sensibili all'erosione, soggetti alla formazione di croste superficiali; c) un rilievo eterogeneo comprendente forti pendii e paesaggi molto variati; d) perdite importanti della copertura forestale dovute a ripetuti incendi di foresta; e) una crisi dell'agricoltura tradizionale, caratterizzata dall'abbandono delle terre e dal deterioramento delle strutture di protezione del suolo e dell'acqua; f) lo sfruttamento non sostenibile delle risorse idriche che provoca gravi danni all'ambiente compreso l'inquinamento chimico, la salinatura e l'esaurimento delle falde idriche; g) una concentrazione dell'attivita' economica nelle zone costiere imputabile allo sviluppo dell'urbanizzazione, alle attivita' industriali, al turismo e all'agricoltura irrigua (allegato IV, art. 2); i Paesi Parte dovranno predisporre ed attuare piani d'azione nazionali concernenti, tra l'altro: a) gli ambiti legislativo, istituzionale e amministrativo; b) i metodi d'utilizzazione delle terre, la gestione delle risorse idriche, la conservazione del suolo, l'uso delle foreste, le attivita' agricole e la sistemazione dei pascoli e dei percorsi; c) la gestione e la conservazione della fauna e della flora e di altre forme di diversita' biologica; d) la protezione contro gli incendi; e) la promozione di mezzi di sussistenza alternativi; f) la ricerca, la formazione e la sensibilizzazione del pubblico; per l'attuazione della (UNCCD), che si basa sui risultati della Prima Conferenza delle Parti ed a seguito dei lavori svolti dal Comitato della scienza e della tecnologia, si dovranno: stabilire strategie e priorita', nell'ambito dei piani e delle politiche di sviluppo sostenibile, per lottare contro la desertificazione e attenuare gli effetti della siccita'; predisporre e attuare specifici programmi nazionali nell'ambito dei quattro annessi geografici; precisare i parametri e gli indicatori per la valutazione del fenomeno desertificazione; effettuare un inventario delle tecnologie, del saper fare, delle conoscenze e delle pratiche tradizionali che contribuiscano alla salvaguardia delle risorse e alla lotta alla desertificazione; coinvolgere l'opinione pubblica; creare un idoneo quadro legislativo; promuovere attivita' di formazione e ricerca; mettere in atto servizi per la formazione e la divulgazione delle conoscenze e delle tecniche inerenti; coordinare le attivita' con gli altri Paesi Parte; la legge 7 ottobre 1997, n. 344, prevede che il Ministero dell'ambiente proceda all'attuazione della convenzione mediante studi, ricerche e attivita' finalizzate alla predisposizione del piano nazionale; con decreto ministeriale del 28 gennaio 1997 il Sottosegretario all'ambiente e' stato delegato a seguire l'attuazione dell'UNCCD per il Ministero dell'ambiente; con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 26 settembre 1997 il Presidente del Consiglio dei Ministri ha istituito il Comitato nazionale per la lotta alla siccita' e/o alla desertificazione, presieduto dal Sottosegretario all'ambiente, con il compito di seguire la predisposizione del piano nazionale nel contesto del bacino del Mediterraneo, l'attuazione della convenzione e di redigere un primo rapporto entro il 31 dicembre 1998. Convengono Art. 1. Premesse Le premesse formano parte integrante e sostanziale del presente protocollo d'intesa.