IL MINISTRO DELL'INTERNO

  Visti  il  capitolo  I,  n.  4,  lettera  c),  ed  il  capitolo  IV
dell'allegato B al regolamento per l'esecuzione del testo unico delle
leggi  di  pubblica  sicurezza,  approvato con regio decreto 6 maggio
1940, n. 635;
  Ritenuta  la necessita' di apportare aggiunte alle norme suindicate
al  fine  di  adeguarle  agli  sviluppi  tecnologici  intervenuti nel
settore;
  Sentita  la  commissione  consultiva  per  le sostanze esplosive ed
infiammabili nella seduta n. 1/2071 del 15 gennaio 1987;
  Visto l'art. 83, ultimo comma, del regolamento sopra citato;

                              Decreta:

  Dopo  la  lettera  c)  del  n.  4,  capitolo  I  dell'allegato B al
regolamento  per l'esecuzione del testo unico delle leggi di pubblica
sicurezza,  approvato  con  regio decreto 6 maggio 1940, n. 635, sono
aggiunte le seguenti lettere:
    c-bis)  La  minima distanza che puo' intercorrere fra i magazzini
della  fabbrica, determinata utilizzando la formula indicata al primo
comma della precedente lettera c), non puo' comunque essere inferiore
a  metri  20,  riducibili  della  meta' quando essi siano separati da
idoneo terrapieno o esistano condizioni di protezione particolarmente
favorevoli  a  giudizio  della commissione consultiva per le sostanze
esplosive ed infiammabili.
  Una  distanza  di  metri  20,  come  difesa contro il propagarsi di
incendio   per   calore,   e'   da   prevedersi   fra   i   magazzini
indipendentemente  dalla quantita' massima dei manufatti esplosivi in
essi  immagazzinati,  quando  i manufatti stessi per la loro natura o
per  il  tipo dell'imballaggio che li contiene non presentino rischio
di  detonare  simultaneamente  in  massa,  con  o senza proiezione di
schegge,  oppure  di  incendio  violento diffuso, ad esempio spolette
senza detonatore, cartucce da guerra fino al calibro di 20 millimetri
compreso,  munite  di  proiettile inerte o tracciante o incendiario o
tracciante incendiario, purche' senza carica esplosiva, e similari.
  La  distanza  di  metri  20 puo' essere ridotta alla meta' quando i
magazzini  che  contengono  i manufatti del tipo indicato sono fra di
loro  separati  da  un idoneo tagliafuoco in muratura, senza aperture
dello  spessore  di  almeno  40  centimetri,  o  in cemento armato di
analoga  resistenza.  Fra  detti magazzini e gli abitanti e le vie di
comunicazione debbono intercorrere almeno 100 metri, riducibili della
meta'  quando  sono  interposti  colli,  argini, terrapieni o un muro
tagliafuoco come sopra descritto;
  c-ter)  Per  la  conservazione  degli  esplosivi sono ammessi anche
magazzini  del  tipo  denominato "Igloo", costituiti da un fabbricato
senza  finestre,  ricoperto  sul  tetto  e  su tre lati da uno strato
riportato  di  terra  vegetale,  il  cui  spessore  deve  essere  non
inferiore  a  metri 0,60 sul tetto e aumentare progressivamente sulle
tre  pareti,  che  si  raccorda  al  piano  di  campagna con pendenza
uniforme non superiore ai 30 gradi sessagesimali.
  Il  magazzino, a pianta generalmente rettangolare e con sezione che
puo'  essere  semicircolare,  policentrica,  rettangolare  o di altra
forma  idonea,  deve essere progettato e costruito per resistere alle
sollecitazioni conseguenti all'esplosione accidentale di un magazzino
o  di  un  laboratorio  adiacente,  posto alla prescritta distanza di
sicurezza,  senza  crollare,  in tutto o in parte, e senza che al suo
interno  si  verifichi  distacco  con proiezioni di parti che possono
risultare  pericolose  per la sicurezza degli esplosivi immagazzinati
nel  fabbricato  stesso.  La  parete  frontale,  intesa  come  parete
d'ingresso, non ricoperta di terra e realizzata in modo da consentire
sfogo  preferenziale  alla  sovrappressione  in  caso  di  esplosione
accidentale  all'interno  del magazzino, e la porta di accesso, oltre
ai  requisiti  sopra  indicati, devono resistere alla penetrazione di
proiezioni dall'esterno.
  Le  sollecitazioni alle quali deve poter resistere la struttura del
fabbricato, in caso di esplosione esterna, sono le seguenti:

parete frontale e porta di accesso:

  pressione positiva: picco pari a 7 bar;

           3    ---
  durata    \  / C   millisecondi;
             \/

           3    ---
  impulso 2 \  / C bar X millisecondi.
             \/

altre pareti:

  pressione positiva: picco pari a 3 bar;

           3    ---
  durata:   \  / C   millisecondi;
             \/

           3    ---
  impulso   \  / C  bar X millisecondi,
             \/


  dove  C  indica  la  quantita'  in  chilogrammi  di esplosivo netto
contenuto  nel  luogo  sede  di  potenziale  esplosione  piu prossimo
all'igloo, che puo' detonare simultaneamente.
  La   massima   quantita'   di   esplosivo  netto  che  puo'  essere
immagazzinato in ciascun igloo non deve eccedere i 75.000 chilogrammi
di sostanze o manufatti esplosivi della I e della II categoria oppure
3.000 chilogrammi della III categoria.
  La  struttura dell'igloo puo' essere in cemento armato o in piastre
multiple  di lamiera di acciaio o in altro materiale purche' idoneo a
resistere alle sollecitazioni sopra indicate.
  La  pavimentazione  deve  essere  atta a sopportare il carico delle
cataste  e  dei  mezzi  impiegati nelle operazioni di accatastamento.
L'altezza delle cataste, oppure degli scaffali, e' consentita oltre i
metri  1,60  (previsti al secondo comma della lettera m) del n. 4 del
capitolo  IV e fino a metri 3,50 dal pavimento del magazzino, qualora
gli  imballaggi  delle  sostanze  o  dei  manufatti  esplosivi  siano
sufficientemente  robusti  convenientemente  sollevati  dal  suolo ed
assicurati  ad  idonee  piattaforme,  in  modo  tale  da impedirne il
ribaltamento   o,   comunque   da   evitare  la  caduta  del  singolo
imballaggio;   in  tal  caso  l'accatastamento  deve  essere  attuato
esclusivamente   utilizzando   mezzi   di  sollevamento  idonei  alla
specifica operazione e ad operare nel particolare ambiente. Il limite
in  altezza  ed  il  sistema di accatastamento indicati per gli igloo
sono validi anche per i magazzini di tipo convenzionale, cioe' quelli
descritti  alla  lettera  b)  del  n.  4  del  capitolo  IV,  qualora
dispongano di pavimentazione idonea a sopportare il carico.
  Nella  parete frontale sono da prevedere bocche di areazione cui fa
riscontro,  alla  estremita'  opposta  del  fabbricato,  un camino di
areazione  a  gomito  che  sfoga  verticalmente  sopra  il  tetto. Le
suddette  aperture debbono essere munite di reti di protezione contro
roditori  e di dispositivi per la loro chiusura automatica in caso di
aumento  eccessivo  della  temperatura  esterna per incendio o vampa.
Potranno  anche  essere sfruttate per la installazione di impianti di
condizionamento o di ventilazione.
  Nei  magazzini  tipo  igloo la protezione dalle scariche elettriche
atmosferiche  puo'  essere  realizzata collegando con i dispersori di
terra  le  armature  in  ferro  della  struttura cementizia ovvero le
lamiere  multiple  di  acciaio,  come precisato all'ultimo alinea del
punto   5   dell'appendice  tecnica  di  cui  all'allegato  D.  Detto
collegamento  deve  prevedere  un  conduttore  esterno al fabbricato,
facilmente accessibile, per la rapida verifica dell'impianto di messa
a terra.
  Per  strutture  di  tipo diverso da quelle sopracitate resta inteso
che  la protezione dalle scariche elettriche atmosferiche deve essere
realizzata  secondo  le  norme  di  cui al paragrafo 2 dell'appendice
tecnica dello stesso allegato D.
  L'igloo  deve  essere  orientato  in modo tale che davanti alla sua
parete  frontale,  all'interno  del  settore  compreso  tra  le rette
inclinate   di  60  gradi  sessagesimali  a  destra  e  di  60  gradi
sessagesimali a sinistra rispetto all'asse del magazzino, non venga a
trovarsi  la  parete  frontale  di  altro  igloo  o locale contenente
esplosivi,  a meno che non sussistano idonee condizioni di sicurezza,
quali  terrapieni,  bastioni o adeguate distanze, come indicato nella
tabella che segue.
  In  particolare  il bastione, realizzato con terra e muro verticale
di  sostegno,  deve  essere  posto  a  non oltre metri 5 dalla parete
frontale  dell'igloo  e  deve  avere  altezza  non inferiore a quella
dell'igloo  stesso  e  lunghezza  tale da proteggere l'intero settore
sopra definito.
  Le  minime  distanze  che  debbono  intercedere  fra gli igloo, fra
questi  ed  altri  tipi di magazzini, laboratori, abitazioni e vie di
comunicazione  esterne  al  deposito,  sono  talune  fisse  e  talune
risultanti dalla formula



         3    ---
   d = K  \  / C
           \/

  in  cui  d e' la distanza in metri tra i punti piu' vicini, C e' il
quantitativo  di  esplosivo netto, espresso in chilogrammi, contenuto
nell'igloo  sede  di  potenziale  esplosione  e  K e' un coefficiente
numerico.  Il valore del coefficiente K e quello delle distanze fisse
varia  con  la  reciproca posizione dei magazzini cosi' come elencati
nella prima colonna della successiva tabella e del rischio prevalente
che  caratterizza gli esplosivi immagazzinati, come indicato al punto
2  del  capitolo  VIII,  e  cioe':  detonazione  simultanea in massa;
esplosione  con  proiezione  di  schegge e rottami; incendio violento
diffuso.
I  valori  del coefficiente K e quelli delle distanze fisse sono dati
dalla seguente:

  TABELLA

---->    Parte di provvedimento in formato grafico    <----

    Per i depositi costituiti da magazzini di tipo igloo gia' in
esercizio o in costruzione alla data del presente decreto sono valide
le  norme  contenute al n. 2 del capitolo XIII del presente allegato.
Le  autorizzazioni  all'impianto  di  magazzini  di  tipo  igloo sono
subordinate  al  parere  della commissione consultiva per le sostanze
esplosive ed infiammabili.

  Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito
nella  Raccolta  ufficiale  degli  atti  normativi  della  Repubblica
italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo
osservare.

  Roma, addi' 27 maggio 1987

                        Il Ministro: SCALFARO

Visto, il Guardasigilli: ROGNONI
 
          NOTE

          Nota alle premesse:
            -  Il  capitolo  I  dell'allegato  B  al  regolamento per
          l'esecuzione  del  testo  unico  delle  leggi  di  pubblica
          sicurezza  reca  norme  per l'impianto di edifici destinati
          alla  fabbricazione di materie esplosive della 1ª, della 2ª
          e  della 3ª categoria (polveri, dinamiti, detonanti). Il n.
          4  definisce  le  condizioni  alle quali deve rispondere la
          distribuzione degli opifici destinati alla fabbricazione di
          dette sostanze esplosive.
            -  Il  capitolo IV dell'allegato B sopraindicato detta le
          condizioni  da soddisfarsi nell'impianto, o adattamento, di
          un fabbricato ad uso di deposito di materie esplosive.
            -   L'ultimo  comma  dell'art.  83  del  regolamento  per
          l'esecuzione  del  testo  unico  delle  leggi  di  pubblica
          sicurezza  cosi' recita: "Il Ministro dell'interno, sentito
          il  parere  della  commissione  consultiva  per le sostanze
          esplosive   e   infiammabili,   ha  facolta'  di  apportare
          variazioni od aggiunte agli allegati stessi".

          Note al dispositivo:
            -  Si riporta la formula prevista dalla lettera c) del n.
          4 (capitolo I dell'allegato B):
            d  =  K  /  C  in  cui  d,  e'  la  distanza  in metri da
          ricercarsi;  C e' il quantitativo di esplosivo, espresso in
          chilogrammi  contenuto nel magazzino e K e' un coefficiente
          numerico  che  varia  con  la  natura  dell'esplosivo i cui
          valori sono:

          Detonatori  e capsule al fulminato od all'azoturo di piombo
          ed argento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . K =1.5
          Dinamite  a base di nitroglicerina, balistite in polvere od
          in grani tanto minuti da servire per inneschi, esplosivi al
          clorato  e  perclorato,  pentrite  e T4 con meno del 12% di
          acqua  o  del  4%  di sostanze flemmatizzanti non volatili,
          bombe  chiuse senza il detonatore primario, acido picrico e
          sue miscele . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . K = 0,5
          Tritolo,  pentrite e T 4 con almeno il 12% di acqua, oppure
          con  almeno  il 4% di sostanze flemmatizzanti non volatili,
          se  allo  stato  secco,  esplosivi risultanti da miscele di
          nitrati  con  o  senza  tritolo,  polveri  di  lancio  alla
          nitroglicerina  ed  alla nitrocellulosa, polvere nera ed in
          genere esplosivi della 1ª categoria . . . . . . . . K = 0,4

            -  Il  testo  della  lettera  b) del n. 4 del capitolo IV
          (allegato B) e' il seguente:
            "b) il fabbricato deve essere costruito in muratura, a un
          solo  piano, col tetto come indicato alla lettera d) del n.
          6  del cap. 1, e che nessuna parte del deposito puo' essere
          destinato ad uso di abitazione.
            Ove possibile, ed allo scopo di creare un'efficace difesa
          antiaerea,  i magazzini per la conservazione delle sostanze
          esplosive  possono essere situati in grotte avvertendo pero
          che   gli   sbocchi  delle  gallerie  di  accesso  ai  vari
          magazzini,  non  debbono  essere  rivolti  verso sbocchi di
          altre gallerie, ne' verso strade, opifici, abitati, ecc. In
          questo  caso le distanze che debbono intercedere tra i vari
          magazzini,  e  quelle  che  debbono  separarli  da  strade,
          opifici,  abitanti,  ecc.,  potranno  essere  ridotte ad un
          quarto  di quelle risultanti dalla applicazione delle norme
          sopra indicate".
            -  Si  trascrive  il testo del paragrafo 2 dell'appendice
          tecnica dell'allegato D:
              2.   -   Rete  di  conduttori  costituenti  lo  schermo
          circolare. I punti principali da considerare sono:
                l'ampiezza  delle maglie della rete e la disposizione
          dei conduttori che la formano;
                la natura dei conduttori;
                le loro dimensioni;
                i collegamenti nei punti di incrocio;
                la    loro    sistemazione   rispetto   alle   pareti
          dell'edificio o rispetto all'impianto da proteggere.
              L'ampiezza  delle  maglie  si terra' minore nella parte
          superiore  dello schermo reticolare. I valori consigliabili
          dipendono  largamente  dal  grado di sicurezza che si vuole
          raggiungere  (paragrafo  1),  della  presente appendice, in
          relazione  alla  natura  degli  oggetti da proteggere, alla
          posizione  dell'edificio  ed  alla  frequenza  locale delle
          scariche  atmosferiche.  Nei  casi normali di edifici fuori
          dell'abitato,  e'  generalmente  sufficiente  che  la  rete
          principale  dei  conduttori  sia  costituita  da  maglie di
          ampiezza  non  superiore  ai  50  mq in corrispondenza alla
          parte  superiore  dell'edificio ed mq 150 in corrispondenza
          alle  facciate verticali; cifre da intendere come ordine di
          grandezza  piuttosto  che  come  indicazioni  tassative (la
          figura  va  intesa come figura di carattere schematico, non
          di  carattere  esecutivo; che, a seconda delle circostanze,
          le  maglie  della  gabbia  di protezione dovranno essere di
          ampiezza  maggiore  o  minore di quanto appaia dalla figura
          stessa).  Nei  casi  di edifici facenti parte di importanti
          agglomerazioni   edilizie,   sono   ammissibili  maglie  di
          ampiezza  maggiore  di  quella corrispondente alle cifre di
          cui   sopra,   specie   in   corrispondenza  alle  facciate
          verticali;   salvo  pero'  che  si  tratti  di  costruzioni
          notevolmente  piu' elevate (torri, campanili, camini, torri
          di  sostegno,  ecc.)  di  quelle adiacenti; sara' allora il
          caso,  invece,  di  adottare  maglie  di ampiezza maglie di
          ampiezza  minore,  specie nella parte piu' alta. Sara' pure
          necessario  ricorrere a maglie di ampiezza minore quando si
          tratti  di  edifici (o costruzioni, in genere) nei quali si
          lavorano,  si manipolano o si conservano sostanze esplosive
          o  molto  facilmente  infiammabili  (come etere, solfuro di
          carbonio, ecc.), allo scopo di ottenere (paragrafo 1) della
          presente appendice, che la distanza minima fra ogni oggetto
          od  apparecchio  da  proteggere ed i conduttori piu' vicini
          dello  schermo  reticolare  non  sia  inferiore al lato del
          quadrato  di  area  equivalente  a quella delle maglie piu'
          vicine a ciascun oggetto. Per ottenere l'infittimento delle
          maglie  senza  una spesa eccessiva, potra' anche ricorrersi
          alla  suddivisione  delle maglie sopra indicate (costituite
          dall'incrocio della rete principale di conduttori) mediante
          conduttori di sezione minore (conduttori secondari).
            Si cerchera' di dare alla rete la struttura piu' semplice
          e   regolare   possibile;   quando,  per  altro,  siano  da
          rispettare   esigenze  estetiche,  si  potranno  tendere  i
          conduttori,  per  renderli  poco  visibili,  lungo le linee
          principali,  architettoniche  o costruttive, dell'edificio,
          malgrado  ne  possa  risultare  qualche irregolarita' nella
          ampiezza o disposizione delle maglie.
            I  conduttori  verticali  dello  schermo  reticolare  che
          scendono  lungo  le  pareti  dell'edificio  dovranno essere
          collegati,  nella loro parte inferiore, da un conduttore ad
          andamento   orizzontale   (C;   figura)  che  giri  intorno
          all'edificio  e  che termini inferiormente, per cosi' dire,
          la  gabbia.  Tale  conduttore potra' trovarsi poco sopra il
          livello  del  suolo,  oppure essere addirittura immerso nel
          terreno;   in  entrambi  i  casi,  si  dovra'  curare  (con
          precauzioni  analoghe  a  quelle che verranno consigliate a
          proposito   dei   collegamenti   fra  spandenti  e  schermo
          reticolare,   come   al   seguente  paragrafo  3),  che  il
          conduttore  ed  i  suoi  collegamenti  non siano facilmente
          soggetti a deperimento, manomissione o guasti.
            La  natura  del  materiale  adoperato per i conduttori ha
          relativamente   poca   influenza   sul  loro  comportamento
          rispetto alle scariche atmosferiche; interessa pero' che si
          tratti di materiali i quali, tenuto conto delle circostanze
          locali, siano poco alterabili col tempo (a causa della loro
          natura  o  delle  loro dimensioni trasversali). Quanto alla
          forma  della  sezione,  sono  preferibili quelle forme alle
          quali    corrisponda    una    superficie   di   conduttore
          relativamente   grande   rispetto  all'area  della  sezione
          trasversale,  sicche',  le  strisce, le piattine, i tubi, i
          profilati  sono preferibili ai conduttori cilindrici pieni.
          In  definitiva,  per  i conduttori principali dello schermo
          reticolare  e' consigliabile il ferro zincato (o stagnato),
          sotto forma di piattine aventi uno spessore non inferiore a
          2  millimetri  ed  una  sezione  non minore di circa 75 mmq
          nella  parte  dello  schermo  al  disopra  del tetto, e non
          minore  di  circa  50  mmq  per  i conduttori residui dello
          schermo;  sezioni un po' inferiori potranno usarsi solo nel
          caso  di  schermi e maglie assai fitte. Potranno adoperarsi
          anche   conduttori   in   rame   od  in  uno  degli  acciai
          inossidabili  oggi  in  commercio;  questi  materiali, piu'
          costosi,  rendono  piu'  sicura  la conservazione nel tempo
          dell'impianto,  ma sono piu' soggetti (specie il rame) alle
          manomissioni.
            I  collegamenti  dei conduttori fra di loro (per ottenere
          le  necessarie  lunghezze) nei punti d'incrocio vanno fatti
          con  grande cura. La saldatura produce il migliore contatto
          elettrico; ma da sola, all'aria libera, non da' sufficienti
          garanzie di durata. Sono quindi preferibili le chiodature e
          le  bullonature;  tanto piu' che, se ben fatte, il contatto
          elettrico,  al  quale  danno luogo e' piu' che sufficiente,
          tenuto  conto  della natura delle correnti che si tratta di
          condurre.  La  migliore soluzione, quando sia possibile, e'
          naturalmente  quella  di  saldare e chiodare (o bullonare);
          altrimenti, chiodare (o bullonare) soltanto. Negli incroci,
          bastera'  un  solo  chiodo (o bullone); nelle giunzioni, ne
          occorrono  almeno  due. I conduttori a piattina si prestano
          molto bene per questi collegamenti; per conduttori tubolari
          occorrono  invece  giunzioni  a  manicotto  filettato, piu'
          costose.
            Non  vi e' motivo di isolare i conduttori della gabbia di
          protezione dalle pareti dell'edificio o dal tetto (anzi, e'
          necessario collegarli con le masse metalliche vicine che si
          trovassero  nell'edificio);  pero', il contatto diretto con
          le   pareti   nuoce   alla  conservazione  dei  conduttori,
          soprattutto  a  causa  della umidita' che rimane facilmente
          fra  conduttore  e parete e della eventuale azione chimica,
          sopra  i  conduttori,  dei  materiali  da  costruzione.  La
          migliore soluzione, quando ragioni estetiche lo permettano,
          e' quella di tenere i conduttori leggermente discosti dalla
          costruzione  (possono  bastare anche pochi centimetri), con
          quegli   artifici  che  le  circostanze  possano  suggerire
          (frequenza   dei   sostegni,  interposizione  a  intervalli
          regolari di sostanze chimicamente neutre, ecc.) senza pero'
          curare l'isolamento elettrico.
            E'  importante  che  i  piegamenti dei conduttori, quando
          occorrano  (per  passare dalla parte superiore della gabbia
          di  protezione  alle  parti verticali, per seguire le linee
          costruttive    dell'edificio,    ecc.),    vengano    fatti
          gradatamente, ad arco anziche' bruscamente; piegature fatte
          presso  a  poco  ad arco di cerchio, del raggio di circa un
          paio di decimetri, sono gia' soddisfacenti.
            Quando  si  voglia  realizzare ogni possibile economia di
          impianto   e   le  circostanze  si  prestino,  si  potranno
          utilizzare,  come  conduttori  della gabbia, anche le masse
          metalliche  che  gia'  l'edificio  avesse  verso  l'esterno
          (grondaie  metalliche, tubi metallici di scolo), ma a patto
          di  controllare la loro continuita' elettrica e fare quanto
          occorra per garantirne sicuramente il mantenimento.
            L'aggiunta  di  punte metalliche o di fasci di punte alla
          parte superiore dello schermo reticolare, non e' necessaria
          ne'  utile,  per  quanto  non possa dirsi pericolosa ove il
          resto  dell'impianto sia ben fatto. Ove si volesse un grado
          assai elevato di protezione, piuttosto che aggiungere delle
          punte allo schermo, sarebbe assai preferibile raffittire le
          maglie della parte superiore della rete.
            Nei   casi  nei  quali  l'edificio  avesse  gia'  la  sua
          superficie  delle  aste  metalliche, o simili (specie nella
          parte  superiore:  aste  di bandiera, tubazioni metalliche,
          ringhiere  metalliche,  ecc.)  occorrerebbe controllarne la
          continuita'  elettrica  e collegarle elettricamente in modo
          sicuro con i conduttori piu' vicini delle gabbie.
            Il testo del punto 2 del capitolo VIII (Sicurezza esterna
          ed interna) e' il seguente:
            "2.   -  Gli  esplosivi  e  manufatti  esplosivi  debbono
          classificarsi  a  seconda  che, per la loro natura chimica,
          per il loro confezionamento (in casse, in proiettili, ecc.)
          per   la   lavorazione   che   stanno   subendo   (fusione,
          compressione, ecc.), possono:
              a)  detonare,  provocando,  per urto esplosivo, danni a
          fabbricati  e materiali, o scoppio, per influenza, di altre
          masse di esplosivo;
              b)  detonare,  proiettando  schegge e rottami capaci di
          produrre gravi danni a fabbricati, materiali e persone;
              c) incendiarsi e comunicare il fuoco a materiali.
              I singoli locali debbono, percio', essere distanziati e
          protetti  tenendo  conto  della  natura  e  della quantita'
          dell'esplosivo   o   manufatto  esplosivo  che  contengono,
          nonche' delle speciali lavorazioni che nei locali stessi si
          compiono".
            -  Il  testo  del punto 2 del capitolo XIII (Disposizioni
          finali e transitorie) e' il seguente:
            "2.  -  Gli  stabilimenti,  le  fabbriche,  i depositi di
          esplosivi  ed  i  cantieri  di  scaricamento,  ripristino e
          caricamento  proiettili gia' esistenti, possono rimanere in
          esercizio  nello  stato  in cui si trovano, non trascurando
          tuttavia di apportare in essi, nei limiti del possibile, le
          migliorie stabilite dalle presenti norme.
            Dovranno   pero'   essere   al  piu'  presto  attuate  le
          provvidenze prescritte contro gli incendi.
            In   caso   di   importanti   trasformazioni  o  radicali
          modificazioni   nei   reparti   esistenti  dovranno  essere
          osservate le prescrizioni del presente allegato".