IL MINISTRO PER IL COORDINAMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE Vista la legge 24 febbraio 1992, n. 225; Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 10 aprile 1992 con il quale l'on. Nicola Capria, Ministro per il coordinamento della protezione civile e' stato delegato ad esercitare le funzioni di coordinamento, di indirizzo, di promozione di iniziative, anche normative, nonche' di ogni altra funzione ed attivita' attribuite al Presidente del Consiglio dei Ministri dalla legge 24 febbraio 1992, n. 225; Visto il decreto del Consiglio dei Ministri in data 11 aprile 1992 con il quale e' stato dichiarato lo stato di emergenza, ai sensi dell'art. 5 della sopracitata legge 24 febbraio 1992, n. 225, nella zona del comune di Zafferana Etnea a causa del flusso lavico dell'Etna; Considerato che a seguito dell'eruzione dell'Etna iniziatasi dal 14 dicembre 1991 la colata lavica, avanzando in direzione del comune di Zafferana Etnea, ha sommerso la Val Calanna, rendendo inutilizzabili le sorgenti previste quali fonti di alimentazione della condotta adduttrice dell'acquedotto Alto Nicolosi e Pedara; Considerato, altresi', che tale situazione ha causato la perdita per il comune di Zafferana Etnea della principale fonte di approvvigionamento idrico per una gran parte dell'abitato, aggravando in modo intollerabile la preesistente situazione di carenza idropotabile riguardante i comuni etnei, gia' segnalata dal prefetto di Catania con nota n. 2495/GAB. del 6 novembre 1991 e determinando la necessita' del rifornimento idrico mediante autobotti; Vista la delibera del consiglio comunale di Zafferana Etnea del 26 gennaio 1992 con la quale e' stato chiesto, attesa la grave situazione di crisi idropotabile, un finanziamento straordinario per l'acquisizione del pozzo Macri' sito nel comune di Pedara da parte del Consorzio acquedotto etneo, al fine di consentire, mediante una variante al progetto BO 405, finanziato dal Dipartimento per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno a carico dei fondi di cui alla legge 1 marzo 1986, n. 64, non piu' realizzabile per le vicende eruttive dianzi citate, un adeguato rifornimento idrico per il comune di Zafferana; Visto il telegramma 79/GAB. del 27 gennaio 1992 con il quale il prefetto di Catania, nel confermare le esigenze sopra esposte, ha espresso parere favorevole alla richiesta avanzata dall'amministrazione comunale di Zafferana, confermando l'avvenuta redazione, da parte del Consorzio acquedotto etneo, di un progetto di variante del preesistente progetto BO 405 sopra menzionato per la realizzazione di una condotta di adduzione dell'acqua dal pozzo Macri' al comune di Zafferana; Vista la nota n. 828 122/Pres. del 3 febbraio 1992 con la quale il Consorzio acquedotto etneo ha avanzato la richiesta di un finanziamento straordinario volto a consentire l'acquisizione e l'adattamento del "Pozzo Macri'", di proprieta' della fallita "Acque Macri' S.r.l.", sottoposto a curatela fallimentare e requisito con provvedimento prefettizio dal marzo 1988 ed affidato, unitamente alla rete idrica, alla gestione del medesimo Consorzio acquedotto etneo, anche al fine di realizzare il progetto di variante al progetto BO 405 finanziato dall'Agenzia per il Mezzogiorno, variante utilizzabile per assicurare una adeguata fonte di approvvigionamento idropotabile al comune di Zafferana Etnea; Viste le note n. 79/GAB. del 3 febbraio 1992 e n. 79/GAB. del 10 febbraio 1992 con le quali la prefettura di Catania ha espresso parere favorevole circa la sopracitata richiesta del Consorzio acquedotto etneo, significando altresi' la estrema urgenza, che non consente ulteriori proroghe della requisizione in atto, di addivenire alla acquisizione, mediante procedura ablatoria dell'impianto della fallita "Acque Macri' S.r.l." e confermando la idoneita' del piu' volte citato progetto di variante con allacciamento al pozzo Macri' ad assicurare, con tempi brevissimi di esecuzione (previsti in trentasei giorni), il rifornimento idrico dei comuni etnei ivi compreso il comune di Zafferana al quale affluirebbe, in conseguenza del citato allacciamento, una portata d'acqua di diciotto litri al secondo; Visto il progetto di variante elaborato dal Consorzio acquedotto etneo, trasmesso con nota n. 5149/GS del 19 maggio 1992, approvato dal comitato tecnico-amministrativo regionale di Palermo nella seduta del 20 marzo 1992 con voto n. 19.999; Vista la nota n. 5183/92 del 26 giugno 1992 con la quale il Dipartimento per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno ha confermato la disponibilita' a finanziare, a carico degli stanziamenti di cui al cap. n. 7759 dello stato di previsione del Ministero del tesoro per l'anno 1992 mediante corrispondente integrazione del Fondo per la protezione civile, l'acquisizione dell'impianto acquedottistico "Acque Macri'" e l'esecuzione delle opere necessarie per incrementare la portata; Acquisita l'intesa con il Ministro del tesoro, con nota n. 152440 del 24 giugno 1992; Ravvisata la necessita', stante la grave situazione di crisi idropotabile piu' volte segnalata dalla competente prefettura di consentire la immediata acquisizione e sistemazione della fonte di approvvigionamento idrico che attualmente, a seguito dei noti fenomeni eruttivi, si appalesa l'unica suscettibile di assicurare la copertura del fabbisogno idrico dei comuni etnei ivi compreso il comune di Zafferana, a tal fine autorizzando il prefetto di Catania alla espropriazione dell'impianto acquedottistico in parola ed alla realizzazione, tramite il Consorzio acquedotto etneo, delle opere integrative atte ad assicurare la piena funzionalita' ed il necessario incremento di portata; Valutate in lire 5.300 milioni le esigenze finanziarie complessive correlate alla acquisizione dell'impianto, il cui attuale valore di stima e' pari a L. 4.233.600.000 in base alla perizia disposta dal tribunale di Catania - sezione fallimentare, depositata dal consulente tecnico di ufficio in data 27 giugno 1990 ed alla esecuzione delle opere integrative necessarie all'adeguamento dell'impianto, con posa in opera di una nuova tubazione di presa nel pozzo di (Diametro) 300 e delle pompe sommerse a suo servizio con i necessari allacciamenti; Avvalendosi dei poteri conferitigli ed in deroga ad ogni contraria norma, in particolare, al regio decreto 18 novembre 1923, n. 2440, e al regio decreto 23 maggio 1924, n. 827, e loro successive modificazioni ed integrazioni, e alla normativa della regione siciliana che disciplina la materia; Dispone: Art. 1. 1. Il prefetto di Catania e' autorizzato a disporre l'espropriazione dell'impianto acquedottistico denominato "Acque Macri'" sito nel comune di Pedara e la esecuzione, tramite il Consorzio acquedotto etneo, delle opere integrative, indicate nelle premesse, necessarie all'adeguamento dell'impianto per incrementarne la portata. 2. Gli interventi di cui al precedente comma sono dichiarati di pubblica utilita', urgenti ed indifferibili.