(parte 1)
 
 
 
           L'AUTORITA' PER LE GARANZIE NELLE COMUNICAZIONI 
 
 
    NELLA sua riunione di Consiglio dell' 11 novembre 2010; 
    VISTA la legge 31  luglio  1997,  n.  249,  recante  “Istituzione
dell'Autorita' per  le  garanzie  nelle  comunicazioni  e  norme  sui
sistemi delle telecomunicazioni e radiotelevisivo”; 
    VISTA la delibera n. 316/02/CONS  del  9  ottobre  2002,  recante
“Regolamento  concernente   l'organizzazione   e   il   funzionamento
dell'Autorita' per  le  garanzie  nelle  comunicazioni  e  successive
modificazioni e integrazioni”, pubblicata  nella  Gazzetta  Ufficiale
della Repubblica italiana del 5 novembre 2002, n.  259  e  successive
modificazioni; 
    VISTE  le  direttive   n.   2002/19/CE   (“direttiva   accesso”),
2002/20/CE  (“direttiva  autorizzazioni”),   2002/21/CE   (“direttiva
quadro”), 2002/22/CE (“direttiva  servizio  universale”),  pubblicate
nella Gazzetta Ufficiale delle Comunita' europee del 24 aprile  2002,
L 108; 
    VISTO il decreto legislativo 1°  agosto  2003,  n.  259,  recante
“Codice delle comunicazioni elettroniche” pubblicato  nella  Gazzetta
Ufficiale della Repubblica italiana del 15 settembre 2003, n. 215 (il
“Codice”); 
    VISTA la Raccomandazione della Commissione del 17  dicembre  2007
relativa ai mercati rilevanti di prodotti e servizi del settore delle
comunicazioni  elettroniche  che  possono  essere  oggetto   di   una
regolamentazione ex ante ai  sensi  della  direttiva  2002/21/CE  del
Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un quadro normativo
comune per  le  reti  ed  i  servizi  di  comunicazione  elettronica,
pubblicata  nella  Gazzetta  ufficiale  dell'Unione  europea  del  28
dicembre 2007 L 344/65 (la “Raccomandazione”); 
    VISTA la Raccomandazione della Commissione del 15  ottobre  2008,
relativa alle notificazioni, ai termini e alle consultazioni  di  cui
all'articolo 7 della direttiva 2002/21/CE del  Parlamento  europeo  e
del Consiglio, che istituisce un quadro normativo comune per le  reti
e i servizi di comunicazione elettronica, pubblicata  nella  Gazzetta
ufficiale dell'Unione europea del 12 novembre 2008 L 301; 
    VISTA la delibera n. 217/01/CONS  del  24  maggio  2001,  recante
“Regolamento concernente l'accesso  ai  documenti”  pubblicata  nella
Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del 20 giugno  2001,  n.
141 e successive modificazioni; 
    VISTA la delibera n. 453/03/CONS del 23  dicembre  2003,  recante
“Regolamento  concernente  la  procedura  di  consultazione  di   cui
all'articolo 11 del decreto legislativo 1  °  agosto  2003,  n.  259”
pubblicata nella Gazzetta Uficiale della Repubblica italiana  del  28
gennaio 2004, n. 22; 
    VISTA la delibera n.  118/04/CONS  del  5  maggio  2004,  recante
“Disciplina dei  procedimenti  istruttori  di  cui  al  nuovo  quadro
regolamentare  delle  comunicazioni  elettroniche”  pubblicata  nella
Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del 19 maggio  2004,  n.
116 e successive modificazioni; 
    VISTA  la  delibera  n.  13/09/CIR  del  24  marzo  2009  recante
“Approvazione dell'offerta  di  riferimento  di  Telecom  Italia  per
l'anno 2008 relativa ai servizi bitstream (mercato  12)”,  pubblicata
nella Gazzetta Ufficiale della  Repubblica  italiana  del  27  maggio
2009, n. 121, supplemento ordinario n. 80; 
    VISTA  la  delibera  14/09/CIR  del   24   marzo   2009   recante
“Approvazione delle condizioni economiche dell'offerta di riferimento
di  Telecom  Italia  relativa  ai  servizi  di  accesso  disaggregato
all'ingrosso alle  reti  e  sottoreti  metalliche  e  ai  servizi  di
colocazione (mercato 11) per  il  2009”,  pubblicata  nella  Gazzetta
Ufficiale della Repubblica  italiana  del  4  giugno  2009,  n.  127,
supplemento ordinario n. 85; 
    VISTA  la  delibera  n.  35/09/CIR  del  9  luglio  2009  recante
“Approvazione dell'offerta  di  riferimento  di  Telecom  Italia  per
l'anno 2009 per il servizio Wholesale Line Rental (WLR)”,  pubblicata
nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana  del  2  settembre
2009, n. 203, supplemento ordinario n. 161; 
    VISTA la delibera n.  71/09/CIR  del  26  novembre  2009  recante
“Approvazione dell'offerta  di  riferimento  di  Telecom  Italia  per
l'anno 2009 relativa ai servizi bitstream (mercato  12)”,  pubblicata
nella Gazzetta Uficiale della Repubblica italiana del 5 gennaio 2010,
n. 3, supplemento ordinario n. 4; 
    VISTA la delibera n. 731/09/CONS del  16  dicembre  2009  recante
“Individuazione degli obblighi regolamentari  cui  sono  soggette  le
imprese che detengono un significativo potere di mercato nei  mercati
dell'accesso alla rete  fissa  (mercati  n.  1,  4  e  5  fra  quelli
individuati dalla Raccomandazione  2007/879/CE”)”,  pubblicata  nella
Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del 20 gennaio 2010,  n.
15 - supplemento ordinario n. 13; 
    CONSIDERATO  in  particolare  l'art.   73   della   delibera   n.
731/09/CONS che prescrive che l'Autorita', entro  il  mese  di  marzo
2010,  con  l'ausilio  di  un  soggetto  indipendente  di  comprovata
esperienza, provvede - con apposito  procedimento  -  a  definire  un
modello a costi incrementali di lungo periodo di tipo bottom-up ed  a
calcolare il valore del WACC per la  determinazione  dei  prezzi  dei
servizi di  accesso  su  rete  fissa  all'ingrosso  per  il  triennio
2010-2012; 
    VISTA la lettera della Commissione Europea, del 29 ottobre  2009,
a commento dello schema di provvedimento  di  cui  alla  delibera  n.
525/09/CONS, nella quale la Commissione europea, ha sottolineato  che
qualsiasi provvedimento regolamentare volto a stabilire o  modificare
i  prezzi  dell'accesso  all'ingrosso  deve  essere  oggetto  di  una
consultazione pubblica a livello nazionale ai sensi dell'art. 6 della
Direttiva Quadro e di una notifica a norma dell'art. 7, paragrafo  3,
della stessa; 
    RITENUTO, in conformita' a quanto prescritto dall'art.  73  della
delibera n. 731/09/CONS, di procedere alla definizione del modello in
questione  avvalendosi  della  collaborazione  di  una  societa'   di
consulenza di comprovata esperienza nel settore; 
    CONSIDERATO che, in tal senso, l'Autorita'  con  la  delibera  n.
695/09/CONS ha conferito alla societa' Europe Economics Research  Ltd
(Europe Economics, o EE) l'incarico di consulenza per la  definizione
del suddetto modello; 
    VISTA la comunicazione  di  avvio  del  procedimento  volto  alla
definizione di un modello di costo per la determinazione  dei  prezzi
dei servizi di accesso all'ingrosso alla rete fissa di Telecom Italia
S.p.A. ed al calcolo del valore del WACC, come previsto dall'articolo
73  della  delibera  n.  731/09/CONS,   pubblicata   sul   sito   web
dell'Autorita' in data 22 dicembre 2009; 
    VISTA la delibera n.  121/10/CONS  del  16  aprile  2010  recante
“Consultazione pubblica concernente la definizione di un  modello  di
costo per  la  determinazione  dei  prezzi  dei  servizi  di  accesso
all'ingrosso alla rete fissa di Telecom Italia S.p.A. ed  al  calcolo
del  valore  del  WACC  ai  sensi  dell'art.  73  della  delibera  n.
731/09/CONS”, pubblicata sulla Gazzetta  Ufficiale  della  Repubblica
italiana del 6 maggio 2010, n. 104; 
    CONSIDERATO che,  a  seguito  di  richiesta  di  alcuni  soggetti
interessati, in data 27 maggio 2010 sono state  pubblicate  sul  sito
web dell'Autorita' “Informazioni integrative al modello di  cui  alla
delibera n. 121/10/CONS”; 
    VISTA la delibera n.  260/10/CONS  del  26  maggio  2010  recante
“Interpretazione e rettifica della delibera n. 731  /09/CONS  recante
l'individuazione degli obblighi regolamentari cui  sono  soggette  le
imprese che detengono un significativo potere di mercato nei  mercati
dell'accesso alla rete  fissa  (mercati  n.  1,  4  e  5  fra  quelli
individuati dalla  Raccomandazione  2007/879/CE)”,  pubblicata  nella
Gazzetta Uficiale della Repubblica italiana del 12  giugno  2010,  n.
135; 
    VISTA la  delibera  n.  53/10/CIR  del  22  luglio  2010  recante
“Approvazione dell'offerta di riferimento di Telecom Italia  relativa
ai servizi di accesso disaggregato all'ingrosso alle reti e sottoreti
metalliche e ai servizi di co-locazione (mercato  4)  per  il  2010”,
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del  17
agosto 2010, n. 191 - supplemento ordinario n. 193; 
    VISTA la delibera n.  394/10/CONS  del  22  luglio  2010  recante
“Proroga dei termini del procedimento volto alla  definizione  di  un
modello di costo per la determinazione  dei  prezzi  dei  servizi  di
accesso all'ingrosso alla rete fissa di Telecom Italia S.p.A.  ed  al
calcolo del valore del WACC ai sensi dell'art. 73 della  delibera  n.
731/09/CONS”, pubblicata nella Gazzetta  Ufficiale  della  Repubblica
italiana del 19 agosto 2010, n. 193 - supplemento ordinario n. 198; 
    VISTE   le   istanze   di   audizione    pervenute    da    parte
dall'Associazione Italiana Internet Providers (AIIP) e dalle societa'
BT Italia S.p.A., Fastweb  S.p.A.,  Telecom  Italia  S.p.A.,  Tiscali
Italia S.p.A., Vodafone Omnitel N.V.,  Welcome  Italia  S.p.A.,  Wind
Telecomunicazioni S.p.A.; 
    SENTITE, in data 7 giugno 2010 le societa' Telecom Italia  S.p.A.
e Tiscali Italia S.p.A.; 
    SENTITE, in data 8 giugno 2010 le societa' Wind Telecomunicazioni
S.p.A. e l'Associazione Italiana Internet Providers (AIIP); 
    SENTITE, in data 9 giugno 2010 le societa' Vodafone Omnitel N.V.,
Welcome Italia S.p.A., BT Italia S.p.A. e Fastweb S.p.A.; 
    VISTI i contributi prodotti dall'Associazione  Italiana  Internet
Providers (AIIP) e dalle societa' BT Italia S.p.A.,  Fastweb  S.p.A.,
Telecom Italia S.p.A., Tiscali Italia S.p.A., Vodafone Omnitel  N.V.,
Welcome Italia S.p.A. e Wind Telecomunicazioni S.p.A.; 
    CONSIDERATO, inoltre, quanto segue: 
 
                              SOMMARIO 
 
    1. La delibera n. 731/09/CONS 
    2. L'interlocuzione con gli operatori 
    3. Le attivita' di predisposizione  del  modello  della  rete  di
accesso 
      3.1. Descrizione generale del modello 
      3.2. L'approccio campionario e la definizione dei geotipi 
      3.3. Struttura e configurazione della rete di accesso 
      3.4. Stima della domanda 
      3.5. Valutazione dei costi unitari 3.6.  Dimensionamento  della
rete 
      3.7. Valutazione dei costi operativi e degli altri costi 
      3.8. Allocazione  dei  costi  ai  servizi  3.9.  Il  costo  del
capitale 
    4. Descrizione dettagliata del modello 
      4.1. I fogli di input 
      4.2. I fogli di calcolo 
    5. La metodologia di annualizzazione 
    6. Il modello dei costi di manutenzione correttiva  e  dei  costi
commerciali 
    7. La stima del trend di costo del servizio  di  trasporto  della
banda di backhaul 
    8. Il calcolo dei valori dei vincoli di cap 
      8.1. Determinazione dei  vincoli  di  cap  per  i  panieri  dei
servizi di accesso disaggregato 
      8.2. Determinazione dei  vincoli  di  cap  per  i  panieri  dei
servizi di accesso a banda larga 
      8.3. Determinazione dei  vincoli  di  cap  per  i  panieri  dei
servizi WLR 
    9. Verifica della qualita'  della  rete  di  accesso  di  Telecom
Italia 
 
    1. La delibera n. 731/09/CONS 
    1. La delibera n. 731/09/CONS ha imposto a Telecom Italia,  quale
operatore avente un  significativo  potere  di  mercato  nei  mercati
all'ingrosso dell'accesso alla rete fissa (mercati  nn.  4  e  5  fra
quelli indicati nella Raccomandazione 2007/879/CE),  l'insieme  degli
obblighi regolamentari previsti  dalla  Direttiva  Accesso,  tra  cui
l'obbligo di controllo dei prezzi (art.  9)  e  di  contabilita'  dei
costi (art. 10). 
    2. L'Autorita' ha ritenuto opportuno utilizzare  una  metodologia
di controllo dei prezzi uniforme per i servizi dei mercati 4  e  5  e
per il Wholesale Line Rental (WLR), consistente in un  meccanismo  di
programmazione pluriennale dei prezzi di  tipo  Network  Cap  per  il
triennio 2010-2012. In particolare l'Autorita': 
      - per i servizi di accesso fisico disaggregato (mercato  4)  ha
confermato l'adozione di  un  Network  Cap,  mentre  per  i  relativi
servizi accessori ha previsto l'orientamento al costo; 
      - per i servizi (bitstream) di  accesso  virtuale  all'ingrosso
(mercato  5),  ha  introdotto  un   Network   Cap   in   sostituzione
dell'orientamento al costo, (ad eccezione dei servizi  bitstream  con
interconnessione al nodo Distant e al nodo  IP,  i  cui  prezzi  sono
fissati a condizioni eque e ragionevoli); 
      - per i servizi WLR e relativi servizi accessori, ha introdotto
un Network Cap, in sostituzione del meccanismo di Retail Minus. 
    3. Al fine di definire  i  valori  dei  vincoli  alla  variazione
percentuale annuale dei prezzi dei panieri di servizi, l'Autorita'  -
rilevando la necessita' di fornire i corretti segnali di make or  buy
basando il calcolo dei prezzi dei servizi di accesso all'ingrosso sui
costi correnti (CCA) piuttosto che  sui  costi  storici  (HCA)  -  ha
ritenuto necessario sviluppare un modello (il Modello)  di  costo  di
tipo bottom-up (BU) a costi incrementali di lungo periodo (LRIC). 
    4. Relativamente ai servizi di accesso disaggregato, la  delibera
n. 731/09/CONS ha previsto i seguenti panieri di servizi: 
      - Paniere A: servizi di full unbundling e sub loop unbundling; 
      - Paniere B: servizi di shared access; 
      - Paniere C: servizi di prolungamento dell'accesso con portante
in fibra; 
      - Paniere D: servizi di canale numerico; 
      - Paniere E: servizi di unbundling virtuale. 
    5.  Con  riferimento  ai  servizi  di  accesso  a   banda   larga
all'ingrosso, la delibera  n.  731/09/CONS  ha  previsto  i  seguenti
panieri di servizi: 
      - Paniere A: servizi di accesso asimmetrico; 
      - Paniere B: servizi di accesso simmetrico ed asimmetrico “high
level” ATM; 
      - Paniere C: banda ATM ed Ethernet; 
      - Paniere D: servizi di accesso al DSLAM ATM ed Ethernet. 
    6. Per quanto riguarda il  servizio  Wholesale  Line  Rental,  la
delibera n. 731/09/CONS ha previsto i seguenti panieri di servizi: 
      - Paniere  A:  servizio  WLR  per  la  clientela  residenziale,
prestazioni associate e servizi accessori; 
      - Paniere B: contributi una tantum relativi al servizio WLR per
la clientela 
    residenziale  ed  alle  corrispondenti  prestazioni  associate  e
servizi accessori; 
      - Paniere C: servizio WLR per la  clientela  non  residenziale,
prestazioni associate e servizi accessori; 
      - Paniere D: contributi una tantum relativi al servizio WLR per
la clientela non  residenziale  ed  alle  corrispondenti  prestazioni
associate e servizi accessori. 
    7. La stessa delibera  n.  731/09/CONS  ha  previsto  che  per  i
panieri A e C del servizio WLR, nonche' per la componente  naked  del
servizio di accesso bitstream  asimmetrico,  si  applichi  lo  stesso
valore del vincolo di variazione dei prezzi fissato per il paniere  A
dei servizi di accesso disaggregato. 
    8. Inoltre, la delibera ha previsto che per i canoni  mensili  di
ciascun servizio dei diversi panieri si applichi, come vincolo di sub
cap, il vincolo di riduzione relativo al paniere corrispondente. 
    9. In tema di reti di accesso di nuova  generazione  (reti  NGA),
infine, l'Autorita' ha ritenuto opportuno imporre un obbligo generale
di  accesso  virtuale  alle  infrastrutture  NGA,  in  attesa   della
predisposizione delle linee guida da parte del Comitato NGN Italia  e
dell'approvazione della Raccomandazione della Commissione sulle  reti
NGA. La scelta di un obbligo di accesso  generale  e'  stata  dettata
dall'esigenza   di   evitare   di   influenzare,   in   questa   fase
regolamentare, gli investimenti degli operatori. 
    10.  La  delibera  ha  previsto  che,  nell'ambito  del  medesimo
procedimento volto a definire il modello di costo BU-LRIC ed i valori
del Network Cap per il triennio 2010-2012, sia determinato  anche  il
valore del costo del capitale impiegato (WACC). 
    2. L'interlocuzione con gli operatori 
    11. Le attivita'  di  predisposizione  del  modello  hanno  avuto
inizio nel mese di dicembre 2009 quando gli Uffici, con l'ausilio del
consulente,  hanno  provveduto  a  definire  i   principali   aspetti
metodologici e le  informazioni  necessarie  per  la  predisposizione
dello stesso.  Queste  ultime  sono  state  acquisite  attraverso  la
somministrazione di un questionario sia a Telecom  Italia,  sia  agli
operatori alternativi. 
    12. In seguito, gli Uffici hanno illustrato le modalita' generali
di  funzionamento  del  modello  a  Telecom  Italia  ed  ai  maggiori
operatori alternativi. L'illustrazione del modello  e'  avvenuta  nel
corso di due incontri separati al fine di acquisire  le  osservazioni
delle parti. 
    13. Nel corso del primo incontro con Telecom Italia, svoltosi  il
25 gennaio 2010, gli Uffici ed  il  consulente  hanno  illustrato  la
metodologia  di   realizzazione   del   modello,   soffermandosi   in
particolare sulla definizione delle aree  geografiche  (geotipi)  nel
cui  ambito  individuare  il  campione  di  centrali  rappresentativo
dell'intera rete nazionale e sulla metodologia da utilizzare  per  la
valorizzazione dei costi operativi e di manutenzione  della  rete  di
accesso.  In  tale  occasione,  gli  Uffici  hanno  anche  fornito  i
chiarimenti richiesti circa il questionario precedentemente  ricevuto
dall'Autorita'. 
    14. Nel corso del secondo incontro, svoltosi il 10 febbraio 2010,
gli  Uffici  hanno  descritto  agli  operatori  convenuti   (Eutelia,
Fastweb, Vodafone, Welcome Italia e Wind) la  metodologia  alla  base
del modello ed hanno discusso le modalita' di: i) valorizzazione  dei
costi operativi di manutenzione; ii) di ammortamento dei costi;  iii)
di stima del costo del servizio di trasporto della banda bitstream. 
    15. Successivamente, gli Uffici hanno inviato  quattro  ulteriori
richieste di informazioni a Telecom  Italia  ed  una  agli  operatori
alternativi, allo scopo di acquisire tutte le informazioni necessarie
alla  predisposizione  del  modello.  In  particolare,  le   suddette
richieste  erano   volte   ad   acquisire   informazioni   circa   la
configurazione e la  topologia  della  rete  di  accesso  di  Telecom
Italia, nonche' un dettaglio dei costi di rete, sia di Telecom Italia
che degli operatori alternativi. 
    3. Le attivita' di predisposizione  del  modello  della  rete  di
accesso 3.1. Descrizione generale del modello 
    16. Ai sensi della delibera n. 731/09/CONS, il Modello  determina
le tariffe dei servizi di accesso all'ingrosso  alla  rete  fissa  di
Telecom Italia e valuta i valori delle variazioni percentuali annuali
dei prezzi dei singoli panieri di servizi nell'ambito del  meccanismo
di network cap previsto per il triennio 2010-2012. 
    17. Essendo l'orizzonte temporale di riferimento del  Modello  il
“lungo periodo” (LRAIC - Long Run Average Incremental Cost), tutti  i
fattori  produttivi  sono   considerati   variabili.   L'“incremento”
utilizzato dal modello include tutti i  servizi  (all'ingrosso  e  al
dettaglio) offerti da Telecom Italia sulla propria rete di accesso ed
e' pari all'intera domanda  di  servizi  di  accesso  per  l'anno  di
riferimento. 
    18. L'Autorita' ha ritenuto opportuno utilizzare un approccio  di
tipo “Scorched Node”, in base al quale il numero e la posizione delle
centrali locali “stadio di linea” di Telecom Italia sono  considerati
come dati e  non  modificabili;  essi  rappresentano,  pertanto,  una
condizione di cui tenere conto nel processo di definizione della rete
efficiente.1 In questo modo, il Modello  risulta,  almeno  in  parte,
riconducibile alla configurazione di rete di Telecom Italia. 
    1 Il medesimo approccio per lo sviluppo di modelli di  costo  per
    la rete di accesso e' stato seguito inter alia dai regolatori dei
    seguenti  paesi:  Regno  Unito,  Austria,  Danimarca,   Norvegia,
    Olanda, Svizzera, Irlanda, USA, Nuova Zelanda  (fonte:  Norwegian
    Post and Telecommunications Authority & Analysis Mason). 
 
    19.  In  coerenza  con  quanto  stabilito   nella   delibera   n.
731/09/CONS, l'Autorita' ha ipotizzato una rete di  accesso  in  rame
dal momento che, nell'arco temporale di riferimento del  Modello,  la
tecnologia impiegata per la fornitura dei servizi  di  accesso  sara'
quasi esclusivamente il rame. 
    20. Al fine di stimare i costi di  infrastruttura  e  cablatura2,
che costituiscono la maggior parte dei costi di realizzazione di  una
rete di accesso, si e' utilizzato un  campione  casuale  delle  oltre
10.000 aree di centrale di  Telecom  Italia.  Il  campione  e'  stato
stratificato sulla base di  10  geotipi  considerati  rappresentativi
dell'intera  rete.  In  considerazione  dell'elevatissimo  numero  di
centrali di stadio di linea  e  delle  relative  aree  coperte,  tale
approccio rappresenta, a parere  dell'Autorita',  la  soluzione  piu'
efficiente. 
    2 Suddivisi a loro volta in scavo di  trincea,  canalizzazione  e
    palificazione. 
 
    21. Il campione casuale selezionato e' costituito da 50  aree  di
centrale. Per ciascuna di esse, si e'  provveduto  ad  analizzare  le
mappe stradali, al fine di verificare  la  posizione  della  centrale
stadio di linea rispetto a  quella  di  tutti  gli  edifici  ad  essa
connessi. Queste informazioni sono state utilizzate  per  definire  i
confini (la “copertura”) di ciascuna centrale e, quindi,  individuare
i percorsi ottimali di scavo  e  di  posa  dei  cavi  e  valutarne  i
relativi costi. 
    3.2. L'approccio campionario e la definizione dei geotipi 
    22. La rete di accesso  comprende  tutte  le  infrastrutture  che
realizzano l'interconnessione tra l'ultima centrale  di  trasmissione
dell'operatore e l'utente finale.  La  rete  di  accesso  di  Telecom
Italia puo' essere schematizzata come riportato in Fig.1,  in  cui  i
Primary e Secondary Distribution Points rappresentano gli  armadi  di
distribuzione e i distributori secondari. 
    23. I costi di una rete  di  accesso  in  rame  sono  determinati
principalmente: i) dalla lunghezza complessiva degli scavi;  ii)  dal
numero di coppie uscenti dal Main Distribution Frame (MDF); iii)  dal
numero totale di armadi; iv) dal numero dei punti di distribuzione. I
dati relativi a queste determinanti di  costo  sono  utilizzati  come
parametri del modello. 
    24. Il dimensionamento della rete di accesso secondo un approccio
di tipo Scorched Node  necessita  di  una  conoscenza  precisa  della
posizione  delle  linee  sul  territorio.  Come  gia'  anticipato  al
paragrafo 3.1, si e' deciso di suddividere il territorio  sulla  base
delle  aree  di  servizio  (aree  di  centrale),  identificate  dalla
posizione degli stadi di linea e dalla relativa copertura di rete. 
 
    Figura 1:  struttura  e  configurazione  della  rete  di  accesso
modellata 
 

         Parte di provvedimento in formato grafico

 
    25. L'approccio adottato a tal fine, innanzitutto  classifica  le
aree di centrale in  dieci  differenti  geotipi,  contraddistinti  da
differenti costi di rete, in quanto si assume che all'interno di  uno
specifico  geotipo  ricadano  tutte  le  aree  di   centrale   aventi
caratteristiche omogenee. 
    26. I geotipi sono stati definiti utilizzando come  variabile  di
classificazione la “densita' di linea”, ottenuta come il rapporto tra
i metri lineari di scavo e di palificazione ed  il  numero  di  linee
uscenti  dal  Main  Distribution  Frame   della   rete   di   accesso
dell'operatore notificato. La variabile  densita'  cosi'  individuata
rappresenta, infatti, la discriminante piu' significativa tra un'area
di centrale ed un'altra, in termini di costo. Inoltre, si  tratta  di
una variabile che tiene in considerazione sia  la  densita',  che  la
relativa dispersione geografica della popolazione intorno all'area di
centrale. 
    27. Gli Uffici hanno ordinato le circa  10.000  centrali  gestite
dall'operatore notificato sulla base del parametro di densita'  e  le
hanno ricondotte  ai  10  geotipi  individuati.  Pertanto,  il  primo
geotipo comprende le aree di centrale piu' densamente popolate ed  in
cui  la  popolazione  risulta,  allo   stesso   tempo,   maggiormente
concentrata rispetto alla  posizione  della  corrispondente  centrale
(densita' di linea minima); l'ultimo geotipo  comprende,  invece,  le
aree di centrale meno densamente popolate e meno concentrate rispetto
alla posizione della centrale. Utilizzando la densita' di linea,  gli
Uffici hanno individuato circa 1000  aree  di  centrale  per  ciascun
geotipo. 
    28. Successivamente, gli Uffici  hanno  selezionato  un  campione
casuale di 5 aree di  centrale  indipendente  per  ogni  geotipo.  In
considerazione del fatto  che  il  numero  di  aree  di  centrale  e'
pressoche' uniforme tra geotipi, si e' deciso di  mantenere  costante
anche la numerosita' del campione per ciascuno di essi. 
    29. Mentre per l'individuazione dei geotipi e'  stata  utilizzata
la sola “densita' di linea”, definita come descritto al punto 26, gli
Uffici hanno utilizzato tutte le variabili indicate al  punto  23  al
fine  di  garantire  la  rappresentativita'  dei   campioni   casuali
generati, applicando una procedura di  “accettazione”  degli  stessi.
Piu' precisamente, gli  Uffici  hanno  confrontato  il  valore  medio
calcolato sul campione casuale di ciascuna delle  quattro  variabili,
con la medesima statistica,  calcolata  sull'intera  popolazione  del
geotipo. Il campione e' considerato accettabile se,  cumulativamente,
i valori medi del campione rispetto a quelli dell'intera  popolazione
del geotipo  delle  quattro  variabili  risultano  inferiori  ad  una
determinata soglia percentuale. 
    3.3.Struttura e configurazione della rete di accesso 
    30. Il modello ipotizza una configurazione  “ad  albero”  per  la
rete di accesso, in base alla quale il cavo telefonico si  dipana  da
un'unita' centrale, il Permutatore o Main Distribution  Frame  (MDF),
attraverso diversi “rami”, che a loro volta si  sviluppano  in  altre
diramazioni fino  a  raggiungere  la  sede  del  cliente  finale.  In
particolare, l'MDF e' collegato a diversi Primary Distribution Points
(PDPs), i quali sono collegati  a  loro  volta  a  diversi  Secondary
Distribution Points (SDPs), infine i vari  SDPs  sono  a  loro  volta
collegati  alle  interfacce  utente,  i  Network  Termination  Points
(NTPs). La figura 1 rappresenta la configurazione adottata. 
    3.4. Stima della domanda 
    31. Come gia' anticipato, il modello  definisce  l'incremento  di
domanda attribuibile a tutti i servizi all'ingrosso  e  al  dettaglio
forniti attraverso la rete di accesso di Telecom Italia. Per la stima
della   domanda,   sono   state   utilizzate   informazioni   fornite
direttamente da Telecom Italia,  validate  sulla  base  di  ulteriori
informazioni  a  disposizione  degli  Uffici.  La  stima   e'   stata
effettuata in base  all'attuale  livello  della  domanda  (al  2009),
aumentato per la crescita attesa di domanda per servizio  e,  se  del
caso, modificato per tenere conto della perdita attesa di  clienti  a
favore di altri operatori negli anni successivi (fino al 2012). 
    32. Utilizzando le stime della domanda, il modello e' in grado di
produrre risultati relativi agli anni 2010, 2011 e 2012. 
    3.5. Valutazione dei costi unitari 
    33. Per la determinazione dei costi unitari delle  infrastrutture
e degli apparati si e' fatto ricorso ai listini utilizzati da Telecom
Italia e dagli altri  operatori  di  servizi  di  accesso  attivi  in
Italia. Tali informazioni sono state in seguito validate operando sia
confronti tra i listini degli operatori e delle  imprese  fornitrici,
sia confronti  con  i  costi  unitari  utilizzati  nei  modelli  LRIC
sviluppati in altre nazioni. 
    34.  In  particolare,  per  i  costi  delle  infrastrutture,  che
costituiscono la gran parte dei costi di realizzazione di una rete di
accesso, in aggiunta alle fonti di cui al punto precedente sono stati
utilizzati alcuni prezzari di vari enti pubblici (ad esempio,  quelli
adottati dal Ministero delle Infrastrutture, dalla Regione Lazio, dal
Comune di Roma, dalla Regione Abruzzo). 
    35. La determinazione puntuale dei singoli costi e' stata fatta a
partire dal capitolato d'appalto per i  lavori  di  rete  fornito  da
Telecom Italia. In base a tale  capitolato,  le  aree  relative  agli
Stadi  di  Linea  sono  attribuite  ad  uno  di  32  “cluster”,   cui
corrispondono differenti costi, sulla base di due criteri: la “fascia
dimensionale”e “l'area di lavoro”. Nello  specifico,  le  aree  degli
stadi di linea sono attribuite ad una di “quattro fasce dimensionali”
sulla base del numero di coppie  uscenti  dalla  centrale  stadio  di
linea e ad una di otto tipologie di  “area  di  lavoro”,  individuate
sulla base  di  criteri  relativi  all'orografia  del  terreno,  alla
viabilita', al clima ed alle difficolta' di realizzazione delle opere
civili.  I  costi  di   infrastruttura,   suddivisi   in   costi   di
palificazione,   di   trincea   e   di   canalizzazione,    dipendono
esclusivamente dai due criteri di cui sopra.3 
    36.  L'analisi  degli  Uffici  ha  evidenziato  che  i  costi  di
palificazione riportati da Telecom Italia sono in linea con quelli di
un operatore efficiente. 
    3 La differenza di costi tra  rete  primaria  e  rete  secondaria
    dipende dalla potenzialita' del cavo di riferimento. 
 
    37. In relazione ai costi di trincea, che derivano principalmente
da operazioni di disfacimento,  scavo  e  rinterro,  l'analisi  degli
Uffici ha evidenziato che i costi di Telecom Italia per le operazioni
di  disfacimento,  scavo  e  rinterro  con  miscele  betonabili  sono
risultati in linea con quelli di un operatore  efficiente,  mentre  i
costi per  le  operazioni  di  disfacimento,  scavo  e  rinterro  con
materiale  di  risulta  sono  risultati  superiori  a  quelli  di  un
operatore efficiente, e sono stati pertanto ridotti. 
    38. Si evidenzia che in relazione alle voci di costo  di  cui  al
punto precedente, nel confrontare i  listini  presentati  da  Telecom
Italia con i prezzari cui si fa riferimento al  punto  34,  e'  stata
applicata a questi ultimi una riduzione del 20% per tener  conto  del
ribasso d'asta medio riscontrato in gare di appalto per  questo  tipo
di servizi. 
    39. I costi di canalizzazione riportati da  Telecom  Italia  sono
risultati in linea con quelli di un operatore efficiente  nelle  sole
aree in cui sono situati gli stadi di linea che  presentano  il  piu'
elevato livello di coppie uscenti. I costi di cablatura riportati  da
Telecom Italia, invece, sono risultati in  linea  con  quelli  di  un
operatore efficiente. 
    40. Si precisa che per le categorie di costo relative alle  opere
civili ed ai cablaggi non sono stati applicati correttivi  per  tener
conto di eventuali differenze tra costi a preventivo ed a consuntivo.
Difatti, commesse delle dimensioni ipotizzate, quali la realizzazione
di una rete d'accesso, possono  essere  facilmente  associate  ad  un
contratto che fa ricadere interamente sul  fornitore  il  rischio  di
possibili imprevisti. 
    3.6. Dimensionamento della rete 
    41. Una volta stabilita  la  tecnologia,  stimata  la  domanda  e
fissati i costi unitari, si deve determinare il numero e la tipologia
dei cespiti che compongono la rete. Sulla base di questi  ultimi,  il
Modello valorizza sia i costi di rete “diretti”,  ossia  direttamente
attribuibili agli elementi di rete necessari a soddisfare la  domanda
di servizi, sia i costi di rete “indiretti”, calcolati sulla base  di
opportuni driver di costo. 
    42.  Il  dimensionamento  dell'infrastruttura  di  un   operatore
efficiente e' stato eseguito sia sulla base di informazioni  relative
alle aree stadio di linea che costituiscono l'attuale rete di accesso
di Telecom Italia, sia sulla base di una  stima  ottenuta  a  partire
dall'analisi  delle  mappe  stradali  del  campione  di  50  aree  di
centrale. 
    43. In particolare, per ciascuna area stadio di linea campionata,
e'  stato  calcolato  il   rapporto   tra   l'ammontare   totale   di
infrastruttura  presente  nella  rete   Telecom   Italia   (ammontare
suddiviso tra trincea, canalizzazione e palificazione) e  l'ammontare
totale di rete  stradale  calcolata  tramite  l'analisi  della  mappe
(“rapporto di conversione”). Un rapporto  pari  ad  uno  equivale  ad
ipotizzare la presenza continua di infrastruttura su  un  lato  della
strada sull'intera superficie dell'area in questione. 
    44. Come gia' rilevato in precedenza, le aree stadio di linea  di
Telecom Italia sono state suddivise in 10 geotipi. Sulla  base  della
densita' di linea per  ogni  geotipo  sono  state  analizzate  cinque
mappe. Al “rapporto di conversione” e' stato posto un  tetto  pari  a
1,8; in sostanza, si esclude che  anche  nelle  aree  piu'  affollate
siano necessarie delle infrastrutture superiori alla lunghezza di  un
lato della strada e dell'80 per cento del secondo lato (l'utilizzo di
palificazione generalmente richiede la presenza di infrastrutture  su
un solo lato della strada). Nel  caso  in  cui  questo  limite  venga
superato in un'area del campione selezionato, si ritiene che cio' sia
dovuto alla “stratificazione” della rete nel corso del  tempo  e  che
pertanto rappresenti un'inefficienza da correggere. 
    45. La metodologia di dimensionamento  della  rete  descritta  ai
punti precedenti tiene conto sia dell'orografia del terreno, sia  del
grado di urbanizzazione dell'area  (input  catturato  dal  numero  di
coppie uscenti dallo stadio di linea dell'area in questione). 
    46. Per la determinazione della lunghezza dei cavi  della  tratta
primaria e secondaria, il modello utilizza come input  principali  la
superficie di ciascuna  area,  il  numero  ottimale  di  distributori
primari e secondari  da  installare  nell'area  ed  il  numero  e  la
tipologia di clienti attestati nell'area. Una volta  dimensionata  la
rete in termini di chilometri di scavo e  di  cavo  per  le  50  aree
selezionate, il modello proietta i risultati a livello nazionale. 
    47.    L'approccio    utilizzato    per    il     dimensionamento
dell'infrastruttura della rete - che fa uso sia di informazioni circa
l'attuale configurazione di rete di Telecom Italia, sia  della  stima
basata sull'analisi delle mappe stradali del campione di 50  aree  di
centrale  -  determina  un  risultato  finale  in  linea  con  quanto
ottenibile utilizzando la sola  stima  derivante  dall'analisi  delle
mappe stradali. Si e' preferito adottare la metodologia descritta, in
quanto essa ha il vantaggio di  utilizzare  l'elevato  dettaglio  dei
dati forniti da Telecom Italia, non facilmente  riproducibile  in  un
modello puramente campionario, imponendo al tempo stesso  un  livello
di efficienza adeguato ad una ipotesi di ricostruzione della rete  di
accesso. 
    3.7. Valutazione dei costi operativi e degli altri costi 
    48.  Per  stimare  i  costi  operativi,  il   Modello   considera
separatamente le attivita' operative di rete e quelle non di rete. Le
attivita' di rete possono  essere  associate  in  maniera  diretta  e
indiretta ai cespiti, mentre le attivita' non di rete si  riconducono
ai costi di messa in opera e manutenzione di quei  cespiti  necessari
per il supporto delle attivita' (ad esempio immobili,  veicoli  ecc.)
ed ai costi piu' generali, come i costi amministrativi o di  gestione
dell'azienda (costi operativi indiretti). Analogamente  ai  costi  di
rete, anche i costi dei cespiti non di rete sono stati stimati  sulla
base delle considerazioni fatte in precedenza. 
    49. In  particolare,  il  modello  specifica  i  costi  operativi
relativi allo staff dell'azienda ed ai servizi esterni,  parzialmente
dimensionati sulla base degli input relativi alla domanda di  servizi
ipotizzata. 
    50.  Oltre  a  tali  costi,  il  modello  calcola  i   costi   di
“manutenzione correttiva” relativi alle  attivita'  di  assurance.  I
dettagli del modello  dei  costi  di  assurance  sono  illustrati  al
paragrafo 6. 
    3.8. Allocazione dei costi ai servizi 
    51. Una volta calcolati i costi complessivi,  il  modello  alloca
tali costi ai differenti servizi forniti dalla rete  di  accesso,  in
base al principio della cost causation. I costi sono suddivisibili in
due categorie: costi specifici (determinati da una  specifica  classe
di servizi) e costi condivisi (costi comuni a tutti o  ad  una  parte
dei servizi che utilizzano la rete). 
    52. L'allocazione dei costi condivisi ai  diversi  servizi  viene
effettuata sulla base  dell'uso  che  i  diversi  servizi  fanno  dei
singoli elementi di rete, moltiplicato per i relativi routing factors
(da intendersi come il  numero  medio  di  volte  che  ogni  servizio
utilizza i diversi elementi di  rete).  Per  le  categorie  di  costi
condivisi che non possono essere allocati direttamente agli  elementi
di rete, il passaggio attraverso i routing factors non e' possibile e
si utilizzano, per analogia, i routing factors di servizi simili  per
quali invece i routing factors sono disponibili. 
    3.9. Il costo del capitale 
    53. Il costo del capitale puo' essere definito come il rendimento
che si otterrebbe investendo in un'attivita' di rischio pari a quello
dell'impresa  per  la  quale  il  costo  del  capitale  deve   essere
determinato. L'approccio standard per calcolare il costo del capitale
si basa sul WACC (Weighted Average Cost of Capital), ossia  il  costo
medio ponderato. Nel Modello, seguendo  tale  approccio,  sono  stati
calcolati separatamente il costo del capitale  azionario,  in  genere
determinato tramite  il  modello  del  Capital  Asset  Pricing  Model
(CAPM), e il costo del debito. I dettagli del calcolo del  WACC  sono
riportati nell'allegato C. 
    4. Descrizione dettagliata del modello 
    54. Il modello e' costituito da 16 fogli  di  calcolo  Excel  che
possono  essere  raggruppati  in  10   fogli   di   input   (“Lists”,
“Parameters”,  “Product  Demand”,  “SL  data”,  “Sample   Trenching”,
“Geotype data”, “Samples cabling”, “Routing  Table”,  “Asset  Costs”,
“Opex” ), 5 fogli di  calcolo  (“Cabling”,  “Nodes”,  “Asset  costs”,
“Routing Table”, “Products”) e 1 foglio di controllo (“Worksheet List
and Notes”). 
    4.1. I fogli di input 
    55. I fogli di input possono essere cosi' descritti: 
      - Foglio “Lists”: contiene tutte le liste di  valori  di  input
      usate nel modello, in particolare la lista dei  geotipi,  delle
      categorie di staff, i drivers dei costi operativi, le tipologie
      di strade, di terreno, di cavidotti  e  di  cavi  in  rame,  le
      tipologie di cabinets e distributori, le tipologie  di  Network
      Termination Points, di  Main  Distribution  Frames  e  di  line
      cards. 
      - Foglio “Parameters”: permette  l'inserimento  dei  principali
      parametri del modello, ossia l'anno di  riferimento,  il  costo
      del capitale  e  la  metodologia  di  ammortamento.  Gli  altri
      parametri sono: la percentuale di utilizzo dei cavi, il livello
      di  overprovisioning  degli  MDFs,  dei   Distribution   Points
      (Primary and  Secondary)  e  delle  borchie  utente  (NTPs),  i
      fattori di conversione tra distanze “crow  flight”  e  distanze
      stradali4, le distanze tra pali, il numero di  linee  per  sito
      catalogate per geotipi, etc. 
      4 Distanza calcolata come linea d'aria tra due punti della rete
      stradale. 
 
      - Foglio “Product Demand”: contiene, per ogni geotipo, i volumi
      delle connessioni e dei doppini fisici per i servizi  retail  e
      wholesale per gli anni 2010-2012, e i trend di variazione. 
      - Foglio “SL data”: contiene tutte le informazioni  fornite  da
      Telecom Italia sulle oltre 10000 aree di centrale. 
      - Foglio “Samples trenching”:  valutata  i  km  di  strada  per
      ciascuna area campione. 
      - Foglio “Geotype data”: elabora  i  dati  forniti  da  Telecom
      Italia, attribuendo le aree di centrale ai geotipi  individuati
      nel modello. 
      - Foglio “Samples cabling”: e' suddiviso in cinque sezioni  che
      riportano per ogni area SL del campione e, per estensione,  per
      ogni geo-tipo: 
        -  informazioni  sull'estensione  (in  chilometri   quadrati)
        dell'area; 
        - una stima del  numero  di  linee  uscenti  effettuando  una
        riconciliazione con i dati forniti da Telecom Italia; 
        - informazioni circa le percentuali di km di  cavi  interrati
        direttamente in trincea, di cavi nei tubi e di cavi sui pali,
        distinguendo tra rete primaria e rete secondaria; 
        - una stima del numero di  linee  e  del  numero  di  accessi
        fisici suddivisa per tipo di NTP; 
        - i parametri per il progetto dell'area campione,  ovvero  il
        numero stimato di coppie, il numero di PDPs in aree urbane ed
        extra urbane, il numero di collegamenti MDF-PDP, il numero di
        SDPs in aree urbane ed extra urbane. 
      - Foglio “Routing Table”: definisce gli elementi di rete  e  il
      relativo uso da parte di ogni servizio offerto  sulla  rete  in
      questione. 
      - Foglio “Asset Costs”:  contiene  le  informazioni  necessarie
      relative  ai  costi  dei   cespiti   (compresi   i   costi   di
      installazione) che compongono la rete. 
      - Foglio “Opex”: specifica i costi operativi suddivisi  secondo
      le categorie indicate nella descrizione del foglio “Lists”. 
    4.2. I fogli di calcolo 
    56. I fogli di calcolo possono essere cosi' descritti: 
      - Foglio “Product”: contiene l'elenco dei servizi e la relativa
      domanda per l'anno di riferimento. Per  ogni  servizio  vengono
      valutati separatamente i costi capitali annualizzati,  i  costi
      degli spazi, i costi di energia e condizionamento, i  costi  di
      manutenzione  correttiva,  i   costi   operativi   diretti   ed
      indiretti, i costi di commercializzazione. Il costo unitario di
      ciascun servizio e' ottenuto  dividendo  il  costo  complessivo
      determinato per i volumi di domanda. 
      - Foglio “Routing Table”: calcola  i  costi  suddivisi  per  le
      categorie descritte nel foglio  precedente,  sulla  base  delle
      matrici di routing del foglio di input “Routing Table”. I costi
      di  rete  sono  classificati  in  6  gruppi  principali:   NTP,
      infrastruttura,  elementi  di  commutazione  passivi   (armadi,
      distributori ed MDF), cavi, apparati  attivi  (line  cards)  ed
      elementi relativi alla gestione operativa della rete. 
      - Foglio “Asset Costs”: calcola i costi  complessivi  di  tutti
      gli elementi di rete descritti nel foglio precedente. 
      - Foglio “Node”: implementa gli algoritmi per il calcolo  delle
      quantita' di apparati (MDF, PDP, SDP, NTP  e  apparati  attivi)
      che costituiscono la rete. 
      - Foglio “Cabling”: e' un foglio di  supporto  al  calcolo  del
      numero di PDP ed SDP ed alla stima della  lunghezza  dei  cavi,
      sulla base di principi di dimensionamento  che  minimizzano  il
      numero di elementi passivi e la lunghezza complessiva dei cavi. 
    5. La metodologia di annualizzazione 
    57. Il Modello stima il costo totale di investimento per la  rete
(il cosiddetto costo lordo di rimpiazzo o Gross  Replacement  Cost  -
GRC). I corrispondenti costi annuali, divisi in  costi  del  capitale
(calcolati utilizzando il predefinito valore del  parametro  WACC)  e
costi di ammortamento, vengono calcolati a parte da tale stima. 
    58. Il modello prevede la possibilita' di  utilizzare  una  delle
tre seguenti metodologie di  ammortamento:  Straight  Line,  Standard
Annuity, Tilted Annuity. Tutte e tre  le  metodologie  consentono  di
calcolare  un  costo  annuale,  da  imputare  al   conto   economico,
comprendente sia la quota di ammortamento, sia il costo del capitale.
La scelta di tali metodologie e' stata ritenuta la piu' adeguata  per
un modello di tipo Long Run, per  il  quale  si  e'  assunto  che  il
processo  di  sostituzione  dei  cespiti  sia  “a  regime”.  Le   tre
metodologie di ammortamento sono brevemente illustrate di seguito: 
      - Straight Line: calcola una  quota  di  ammortamento  pari  al
      costo lordo di rimpiazzo diviso per la vita utile del  cespite,
      input del modello. La quota  relativa  al  costo  del  capitale
      viene calcolata ipotizzando che il cespite sia  giunto  ad  una
      determinata vita utile (anche questo un input del modello). 
      - Standard Annuity: secondo questa metodologia, viene calcolata
      una  quota  annuale  costante  attualizzata,  che  consente  di
      recuperare il costo di acquisto di un cespite ed il  costo  del
      capitale ad esso associato. Nella fase iniziale, il  costo  del
      capitale  incide  maggiormente  sulla  quota   totale   annuale
      rispetto all'ammortamento. Viceversa, nel  tempo  la  quota  di
      ammortamento  assume  maggior  peso  rispetto  al   costo   del
      capitale. 
      - Tilted Annuity: secondo questa metodologia,  viene  calcolata
      una quota annuale il cui valore  cambia  di  anno  in  anno  in
      funzione del tasso di variazione  previsto  per  i  prezzi  dei
      cespiti. Infatti,  nel  caso  in  cui  il  prezzo  dei  cespiti
      diminuisca/aumenti nel tempo il metodo della Standard  Annuity,
      di   cui   al   punto   precedente,    determinerebbe    prezzi
      inferiori/superiori  a  quelli  prevalenti   in   un   contesto
      competitivo nei  primi  anni  di  vita  utile  del  cespite  e,
      viceversa, prezzi superiori/inferiori negli ultimi anni di vita
      utile del cespite. 
    59. L'Autorita' ritiene che la metodologia  da  adottare  per  la
determinazione dei costi prospettici dei servizi in  oggetto  sia  la
Tilted Annuity, in quanto rappresenta la metodologia piu' indicata  a
dare i corretti segnali di make or buy nel contesto  competitivo  del
mercato dell'accesso alla rete fissa. 
    6. Il modello dei costi di manutenzione correttiva  e  dei  costi
commerciali 
    60. Al fine di garantire la massima coerenza con  la  metodologia
adottata in precedenza dall'Autorita' per la definizione  dei  prezzi
dei servizi di accesso all'ingrosso alla rete di Telecom  Italia,  si
e' reso necessario introdurre una specifica trattazione dei costi  di
manutenzione correttiva della rete di accesso e dei costi commerciali
di vendita dei servizi all'ingrosso. Una precisa  modellizzazione  di
tali costi e' essenziale per individuare le relazioni di costo tra  i
servizi all'ingrosso in  oggetto,  in  maniera  coerente  con  quanto
stabilito dall'Autorita' nelle delibere di approvazione delle Offerte
di Riferimento di Telecom Italia. 
    61. I  costi  di  manutenzione  correttiva  sono  i  costi  delle
attivita' di  intervento  per  la  risoluzione  di  problemi  tecnici
richieste esplicitamente attraverso una segnalazione di  “guasto”  da
parte del cliente finale (attivita' di assurance).  Queste  attivita'
sono incluse nei servizi  di  fornitura  dell'accesso  alla  rete  di
Telecom Italia e  quindi  sono  remunerate  attraverso  i  canoni  di
accesso (canone di unbundling, canone bitstream e canone WLR). 
    62. Per una valutazione di tali costi in ottica prospettica,  gli
Uffici  hanno  ritenuto  opportuno  adottare  una   metodologia   che
ricostruisce  il  processo  necessario  per  lo   svolgimento   della
prestazione, individua i tempi di svolgimento per ciascuna tecnologia
di servizio di accesso e,  infine,  valorizza  il  costo  complessivo
dell'intervento in base al costo orario della manodopera.  Il  valore
della  manutenzione  correttiva  su  base  annuale   viene   valutato
moltiplicando il costo  cosi'  ottenuto  per  il  “tasso  annuale  di
guasto” del servizio considerato. 
    63. La Tabella 1 riporta gli elementi utili al calcolo dei  costi
degli interventi per manutenzione correttiva dei servizi  di  accesso
per l'anno 2012, a partire da un costo orario della manodopera pari a
46,22 Euro  -  valore  approvato  dall'Autorita'  nella  delibera  n.
14/09/CIR - ed applicando ai valori  determinati  un  incremento  che
tenga conto del valore atteso dell'inflazione.5 Sulla base  dei  dati
desunti  dal  bilancio  civilistico  aggiornato  di  Telecom  Italia,
infatti,  si  ritiene  non  giustificato  al  momento  apportare  una
variazione al valore del costo orario della manodopera. Tuttavia,  il
Modello intende valutare il valore di costo prospettico  dei  singoli
servizi wholesale incorporando l'effetto  dell'inflazione;  per  tale
ragione, il costo  degli  interventi  e'  stato  valutato  includendo
l'incremento dovuto a tale effetto. 
      5 Tenendo conto di un tasso atteso di inflazione pari all'1,5 %
      (stima dell'ultimo DPEF), si e' ritenuto di  applicare  in  via
      conservativa un tasso di incremento pari all'1,13% annuo,  pari
      al 75% del tasso di inflazione previsto. 
 
    Tabella 1: calcolo del costo degli  interventi  per  manutenzione
correttiva 
 

         Parte di provvedimento in formato grafico

 
    64. I tassi di intervento - necessari al calcolo del costo  annuo
della manutenzione correttiva - sono stati valutati a  partire  dalle
informazioni disponibili nei sistemi della funzione  Open  Access  di
Telecom Italia circa il numero di interventi registrati per  il  2009
ed applicando criteri di  efficienza.  In  particolare,  i  tassi  di
intervento adottati per il servizio di unbundling e per  il  servizio
di shared access sono pari,  rispettivamente,  al  22,5%  ed  al  14%
(tasso di intervento per linea per anno). 
    65. In coerenza con il comma 11 dell'articolo 6 della delibera n.
731/09/CONS, l'Autorita' ritiene opportuno adottare un approccio  che
tenga conto  dei  costi  di  “gestione  operatori”  e  di  quelli  di
“gestione interna”, attraverso l'applicazione  di  un  mark-up  medio
ottenuto come rapporto tra la somma dei costi di “gestione operatori”
e di “gestione interna”  ed  il  valore  totale  dei  servizi  ceduti
internamente ed esternamente, regolati e non regolati. 
    66. Coerentemente con quanto disposto nelle recenti  delibere  di
approvazione delle Offerte di Riferimento di Telecom Italia (delibere
nn. 14/09/CIR e 71/09/CIR), il  suddetto  mark-up  e'  stato  fissato
nella misura del 7% del prezzo finale del canone  per  i  servizi  di
shared access ed unbundling. 
    7. La stima del trend di costo del servizio  di  trasporto  della
banda di backhaul 
    67. La delibera n. 731/09/CONS ha  previsto  che  il  prezzo  del
servizio di trasporto della banda ATM/Ethernet sia sottoposto  ad  un
meccanismo di controllo pluriennale dei prezzi basato su network cap,
delegando al presente procedimento la determinazione della variazione
percentuale annuale dei prezzi. 
    68. L'approccio seguito dall'Autorita' per la  determinazione  di
tale fattore si basa sulla stima  prospettica  dei  volumi  di  banda
trasportati e dei relativi costi della rete di  backhaul  di  Telecom
Italia. 
    69. Per la stima prospettica dei volumi, gli  Uffici,  a  partire
dai dati di contabilita' regolatoria, hanno stimato il consumo  medio
di banda di un generico cliente ottenuto sia considerando  i  clienti
retail di Telecom Italia,  sia  i  clienti  di  altri  operatori  che
acquistano accessi  bitstream  sul  mercato  all'ingrosso.  I  volumi
complessivi sono ottenuti come prodotto della banda per  cliente  per
il numero di clienti, a sua volta derivante dalla stima della domanda
precedentemente effettuata per la parte accesso. 
    70. Analogamente, gli Uffici hanno ritenuto opportuno  utilizzare
i dati delle contabilita' regolatorie relative al  periodo  2005-2008
per la stima prospettica  dei  costi,  coerentemente  con  le  ultime
delibere dell'Autorita' di approvazione delle Offerte di  Riferimento
di Telecom Italia. 
    71. Gli Uffici hanno adottato  tale  approccio  in  virtu'  della
situazione che si riscontra attualmente nella fornitura del  servizio
di trasporto della banda di backhaul. Infatti,  sebbene  il  servizio
sia offerto mediante due differenti tecnologie, ATM ed  Ethernet,  in
pratica solo la prima modalita' e' utilizzata dagli  altri  operatori
per  l'acquisto  di  servizi  all'ingrosso.  La  seconda   soluzione,
innovativa e piu' efficiente, e' utilizzata al momento unicamente per
l'offerta di servizi alla clientela  finale  di  Telecom  Italia.  La
situazione descritta e' conseguenza della copertura incompleta  della
rete di backhaul  Ethernet,  per  il  completamento  della  quale  si
renderebbero necessari investimenti da parte di Telecom Italia. 
    72. La tecnologia  ATM,  peraltro,  rappresenta  attualmente  una
soluzione in via di dismissione da parte dei produttori  di  hardware
e, di conseguenza, il passaggio alla soluzione  Ethernet  rappresenta
un'evoluzione naturale, nonche' obbligata nel breve-medio periodo. 
    73. La crescita della domanda dei servizi a larga banda  prevista
per  i   prossimi   anni   e'   destinata   ad   essere   soddisfatta
prevalentemente grazie alla tecnologia Ethernet;6 si puo'  prevedere,
quindi, un trasferimento dei volumi aggiuntivi  di  domanda,  nonche'
dei costi legati  agli  investimenti,  dalla  piattaforma  ATM  verso
quella Ethernet. Per quanto detto, non  si  prevedono,  in  generale,
sostanziali riduzioni dei  costi  sostenuti  da  Telecom  Italia  nei
prossimi anni, a fronte di un aumento significativo della domanda. 
    6 Si  rammentano,  al  riguardo,  i  problemi,  manifestatesi  di
    recente, di saturazione delle centrali ATM di Telecom Italia  per
    l'offerta dei servizi bitstream. 
 
    74. In virtu' delle precedenti osservazioni, l'Autorita'  ritiene
ragionevole prevedere che, nel periodo di validita' del network  cap,
i costi sostenuti da Telecom Italia non saranno comunque inferiori  a
quelli sostenuti, in media, negli anni che vanno dal 2005 al 2008 per
il mantenimento e l'estensione delle reti di backhaul  in  tecnologia
ATM ed Ethernet. 
    75. Partendo dai costi medi cosi' attribuiti - sulla  base  delle
contabilita' regolatorie approvate nonche' di quelle piu' recenti  di
consuntivo disponibili - e dai volumi stimati  di  banda  equivalente
per gli anni 2010-2012 (coerentemente  con  le  recenti  delibere  di
approvazione delle Offerte di Riferimento), l'Autorita' ha stimato un
valore del prezzo della banda garantita (MCR) per il 2012 pari a 0,44
euro/kbps/anno. Tale valore corrisponde ad una riduzione media  annua
del prezzo pari al 6,04%. 
    76.  L'Autorita'  intende  favorire  la   migrazione   verso   la
piattaforma Ethernet attraverso la definizione di  un  meccanismo  di
pricing incentivante, che tenga al contempo conto degli  investimenti
necessari per il raggiungimento di livelli di copertura adeguati.  In
tal senso, l'Autorita' ha effettuato anche una stima Bottom  Up,  con
approccio di tipo Schorched Node, dei costi del servizio di trasporto
di backhaul in tecnologia Ethernet, ipotizzando di  “ricostruire”  la
rete di backhauling di Telecom Italia, partendo dalla  posizione  dei
nodi Parent della attuale rete ATM, supponendo di sostituire  i  nodi
ATM con nodi ad essi corrispondenti in tecnologia Ethernet. 
    77. Nell'ipotetica ricostruzione della rete, e' stata ricalcolata
l'entita' della rete in fibra necessaria a collegare i nodi SL ai  30
nodi Parent, secondo una logica di  distanza  minima  ed  utilizzando
topologie ad anello, come nell'attuale rete  di  Telecom  Italia.  E'
stata inoltre effettuata una stima dei costi relativi  agli  apparati
WDM presso i siti, dei  nodi  Parent  e  dei  costi  operativi  e  di
commercializzazione OLO. 
    78. Utilizzando i volumi stimati coerentemente con quanto esposto
al punto 69, gli Uffici hanno stimato  un  valore  del  prezzo  della
banda per il 2012, inferiore a quello stimato utilizzando i valori di
contabilita', che comporta una riduzione media annua del prezzo della
banda rispetto ai valori attuali dell' 8,60 %. 
    79. Al fine di incentivare il passaggio alla tecnologia Ethernet,
l'Autorita' ritiene opportuno applicare un vincolo generale di cap al
paniere B dei servizi di accesso a larga banda pari al valore di 6,04
% calcolato in precedenza ed introdurre un vincolo di subcap al  solo
servizio di trasporto di banda Ethernet pari all' 8,60 % annuo. 
    8. Il calcolo dei valori dei vincoli di cap 
    80. Il  Modello  determina  i  costi  prospettici  relativi  alla
fornitura dei servizi di accesso di Telecom Italia per gli anni 2010,
2011 e 2012. Partendo da  tali  valori,  l'Autorita'  ha  definito  i
valori delle variazioni percentuali  dei  panieri  (vincoli  di  cap)
necessari per l'applicazione del meccanismo di network  cap  previsto
dalla delibera n. 731/09/CONS. 
    81. Il meccanismo di programmazione  pluriennale  dei  prezzi  e'
stato  adottato  dall'Autorita'  allo  scopo  di  garantire  certezza
regolamentare agli operatori che acquistano  servizi  di  accesso  da
Telecom  Italia  e,  quindi,  di   permettere   loro   una   migliore
pianificazione delle attivita' nell'orizzonte temporale previsto.  Al
fine di  garantire  il  raggiungimento  di  tali  scopi,  l'Autorita'
ritiene  che  i  prezzi  dei  servizi  in  oggetto   debbano   mutare
gradualmente nel corso del tempo. Per questa ragione, si e'  definito
un percorso di avvicinamento al prezzo determinato  dal  Modello  per
l'anno 2012, partendo dai prezzi in vigore per l'anno 2009 (in  corso
di validita' fino al 30 aprile 2010). Nello specifico, l'Autorita' ha
calcolato un tasso medio di variazione annuale costante per  ciascuno
dei panieri di servizi, ad  eccezione  del  paniere  comprendente  il
canone del servizio di unbundling, per le ragioni  di  cui  si  dira'
oltre.. 
    82.  Inoltre,  l'Autorita'  ricorda  che  il  valore   di   costo
prospettico determinato dal Modello, ossia  la  tariffa  dei  singoli
servizi  wholesale,  gia'  incorpora  l'effetto  dell'inflazione,  in
quanto riferito ai  prezzi  delle  singole  componenti.  Difatti,  il
Modello in questione - come pure quelli sviluppati da altre Autorita'
- da un lato individua i prezzi correnti “efficienti” per le  diverse
componenti di costo e - successivamente - applica ad ognuna  di  esse
una specifica variazione di prezzo (e non gia' il valore  dell'indice
di inflazione  dell'economia  nel  suo  complesso).7  In  tal  senso,
l'impostazione adottata differisce  rispetto  ad  altri  modelli  che
impongono un recupero dell'efficienza attraverso l'imposizione di  un
coefficiente X che va sottratto al  livello  di  inflazione  generale
(IPC). I valori delle  variazioni  percentuali  annuali  dei  panieri
individuati dal Modello sono, dunque, gia' comprensivi della prevista
variazione percentuale su base annua dei prezzi. 
    7  Piu'  dettagliatamente,  i  prezzi   delle   opere   e   delle
    attrezzature sono desunti da listini che evolvono nel corso degli
    anni; qualora invece il prezzo della componente di  costo  derivi
    da altra fonte, si provvede comunque ad applicare  un  incremento
    di prezzo su base annua. 
 
    83. Per quanto riguarda il costo del capitale (WACC), il  modello
economico utilizza il valore di 9,36 % stimato  dall'Autorita'  (Cfr.
Allegato C). 
    8.1. Determinazione dei vincoli di cap per i panieri dei  servizi
di accesso disaggregato 
    84. Con riferimento ai servizi di accesso disaggregato alla  rete
di Telecom Italia, come  e'  noto,  la  delibera  n.  731/09/CONS  ha
previsto 5  panieri  distinti,  elencati  al  punto  4  del  presente
documento. 
    Paniere A: servizi di full unbundling e sub loop unbundling 
    85. Il paniere A e' composto dai canoni mensili  dei  servizi  di
full unbundling e  di  sub  loop  unbundling,  nonche'  dai  relativi
contributi. L'Autorita' ha stimato il valore del vincolo di  cap  per
tale paniere  sulla  base  del  costo  prospettico  del  servizio  di
unbundling risultante dall'applicazione del Modello. 
    86. Il valore del costo prospettico del canone di unbundling  che
scaturisce dall'applicazione del Modello per l'anno 2012  e'  pari  a
9,67 euro/mese; per tale paniere, la variazione  percentuale  annuale
risulta pari al 4,43 %. 
    87. Tenuto conto che l'applicazione dei nuovi prezzi  avverra'  a
partire dal 1° maggio del 2010 e sara' quindi di  fatto  retroattiva,
appare opportuno, anche in considerazione della rilevanza dei servizi
inclusi in tale paniere, applicare una  variazione  dei  prezzi  piu'
contenuta per il primo anno. A tal fine,  si  applicano  le  seguenti
variazioni percentuali annuali per il paniere A: 2,47  %  per  l'anno
2010, 6,44 % per l'anno  2011  e  4,43  %  per  l'anno  2012.  Questo
comporta che il canone di unbundling sara' di 8,70 euro/mese  dal  1°
maggio 2010 e di 9,26 euro/mese dal 1° gennaio 2011. 
    Paniere B: servizi di shared access 
    88. Il paniere B e' composto dal canone mensile del  servizio  di
shared access, nonche' dai relativi contributi. Il costo  prospettico
al 2012 del servizio di shared  access  risultante  dall'applicazione
del modello risulta pari a 1,57 euro/mese. La variazione  percentuale
per il paniere B per gli anni 2010, 2011 e 2012 e' pari a -7,29 %. 
    Paniere C: servizio di prolungamento dell'accesso con portante in
fibra 
    89. Il paniere C comprende il  canone  mensile  ed  i  contributi
relativi al servizio accessorio  di  prolungamento  dell'accesso  con
portante in fibra; i prezzi approvati per tali servizi  sono  rimasti
invariati nelle offerte 2007,  2008  e  2009,  come  da  proposta  di
Telecom Italia. L'Autorita' ritiene quindi che per  tali  servizi  la
variazione percentuale annuale debba essere pari a zero per gli  anni
2010, 2011 e 2012. 
    Paniere D: servizio di canale numerico 
    90. Per le medesime  motivazioni  formulate  per  il  paniere  C,
l'Autorita' ritiene che per i servizi appartenenti al  paniere  D  la
variazione percentuale annuale debba essere pari a zero per gli  anni
2010, 2011 e 2012. 
    Paniere E: servizio di unbundling virtuale 
    91. I valori delle variazioni percentuali annuali per il  paniere
E sono i medesimi previsti per il paniere A dei  servizi  di  accesso
disaggregato. 
    8.2. Determinazione dei vincoli di cap per i panieri dei  servizi
di accesso a banda larga 
    92. Con riferimento ai servizi  di  accesso  a  banda  larga,  la
delibera n. 731/09/CONS ha previsto 4 panieri distinti,  elencati  al
punto 5 del presente documento. 
    Paniere A: servizi di accesso asimmetrico 
    93. Il paniere A e' composto dai canoni mensili  dei  servizi  di
accesso bitstream asimmetrico, su linea condivisa e dedicata, nonche'
dai relativi contributi. La delibera n. 731/09/CONS  prevede  che  il
prezzo della componente di  accesso  asimmetrico  su  linea  dedicata
(componente naked) segua la variazione prevista per il paniere A  dei
servizi di accesso disaggregato, pari al 4,43 % per  gli  anni  2010,
2011 e 2012. Applicando tale incremento al  prezzo  della  componente
naked per il 2009 - pari a 10,72 euro/mese - il prezzo  della  stessa
componente per il 2012 deve risultare pari a 12,21 euro/mese. 
    94. Si rileva, tuttavia, che il paniere in  oggetto  e'  composto
dal canone dell'accesso asimmetrico  su  linea  dedicata,  ottenibile
come somma della componente naked e del canone di accesso asimmetrico
su  linea  condivisa.  Tenuto  conto  del  valore  del  prezzo  della
componente naked per il 2012 determinato al punto precedente e  della
necessita'  di  garantire  il  mantenimento  del  margine  di  prezzo
attualmente  esistente  tra  il  canone  unbundling  ed   il   canone
dell'accesso asimmetrico bitstream  su  linea  dedicata,  l'Autorita'
ritiene necessario che il prezzo dell'accesso  asimmetrico  su  linea
condivisa sia, nel 2012, pari a  7,69  euro/mese.  In  tal  modo,  il
canone di accesso asimmetrico su linea dedicata risulta pari nel 2012
a 19,90 euro/mese, con un margine  di  10,23  euro/mese  rispetto  al
prezzo del canone di unbundling (equivalente all'attuale margine). 
    95. L'Autorita',  quindi,  ritiene  che  si  debba  applicare  al
paniere A per gli anni 2010, 2011 e 2012 una variazione annuale  pari
a -1,31 %. Peraltro,  da  quanto  prospettato  al  punto  precedente,
deriva l'applicazione di un sub-cap  pari  a  2,06  %  al  canone  di
accesso su linea dedicata per gli anni 2010, 2011 e 2012. 
    Paniere B: servizi di accesso  simmetrico  ed  asimmetrico  “high
level ” ATM 
    96. Al fine di garantire il mantenimento dei rapporti  di  prezzo
tra le componenti di accesso  bitstream  simmetrico  ed  asimmetrico,
l'Autorita' ritiene di applicare al Paniere B per gli anni 2010, 2011
e 2012 la medesima variazione percentuale annuale del paniere  A  dei
servizi di accesso a banda larga, ossia -1,31 %. 
    Paniere C: banda ATM ed Ethernet 
    97. Sulla  base  delle  considerazioni  svolte  al  paragrafo  7,
l'Autorita', al fine di  incentivare  il  passaggio  alla  tecnologia
Ethernet per i servizi di  backaul  della  banda,  ritiene  opportuno
fissare una variazione percentuale annuale pari  a  -6,04  %  per  il
paniere C in oggetto, ed un parametro di sub-cap relativo  ai  prezzi
dei servizi relativi al trasporto in tecnologia Ethernet pari a -8,60
% per gli anni 2010, 2011 e 2012. 
    Paniere D: servizi di accesso al DSLAM ATM ed Ethernet 
    98. L'Autorita' ritiene di dover  garantire  per  i  servizi  nel
paniere D il medesimo andamento dei prezzi dei  restanti  servizi  di
accesso bitstream, fissando una variazione percentuale annuale pari a
-1,31 % per gli anni 2010, 2011 e 2012. 
    8.3.Determinazione dei vincoli di cap per i panieri  dei  servizi
WLR 
    99. Con riferimento ai servizi WLR, la delibera n. 731/09/CONS ha
previsto i seguenti 4 panieri,  elencati  al  punto  6  del  presente
documento. 
    Paniere  A:  servizio  WLR  per  la  clientela   residenziale   e
corrispondenti prestazioni associate e servizi accessori 
    100. La delibera n. 731/09/CONS prevede  l'applicazione,  per  il
paniere A del WLR,  della  medesima  variazione  percentuale  annuale
fissata per il paniere A dei servizi di accesso disaggregato,  ovvero
4,43 % per gli anni 2010, 2011 e 2012. 
    Paniere B: contributi una tantum relativi al servizio WLR per  la
clientela residenziale ed alle corrispondenti prestazioni associate e
servizi accessori 
    101. Sulla base delle medesime considerazioni sviluppate circa la
valutazione dei  costi  di  manutenzione  correttiva  (paragrafo  6),
l'Autorita' ritiene opportuno prevedere per il paniere B un tasso  di
variazione pari al 75% dell'inflazione prevista. Per il paniere B del
WLR,  quindi,  l'Autorita'  ritiene  di  applicare  un  valore  della
variazione percentuale annuale pari a 1,13 % per gli anni 2010,  2011
e 2012. 
    Paniere C:  servizio  WLR  per  la  clientela  non  residenziale,
prestazioni associate e servizi accessori 
    102. La delibera n. 731/09/CONS prevede  l'applicazione,  per  il
paniere C del WLR,  della  medesima  variazione  percentuale  annuale
fissata per il paniere A dei servizi di accesso  disaggregato,  ossia
4,43 % per gli anni 2010, 2011 e 2012. 
    Paniere D: contributi una tantum relativi al servizio WLR per  la
clientela  non  residenziale  ed  alle   corrispondenti   prestazioni
associate e servizi accessori 
    103. Per le medesime  motivazioni  espresse  con  riferimento  al
paniere B, l'Autorita' ha stimato per il paniere D del WLR un  valore
della variazione percentuale annuale pari a 1,13 % per gli anni 2010,
2011 e 2012. 
    9. Verifica della qualita'  della  rete  di  accesso  di  Telecom
Italia 
    104. Al fine di incentivare il miglioramento della qualita' della
rete di accesso di Telecom Italia e dei relativi servizi su  di  essa
forniti, si ritiene opportuno che l'applicazione delle variazioni  in
aumento dei prezzi previste al paragrafo precedente sia  condizionata
alla preventiva verifica, da parte degli Uffici dell'Autorita', della
realizzazione di alcune condizioni specifiche. 
    105. Appare utile prevedere per  la  verifica  di  cui  al  punto
precedente un opportuno lasso di tempo; in particolare, entro  il  31
ottobre 2010, per quanto riguarda le tariffe in vigore dal 1° gennaio
2011, ed entro il 30 giugno 2011, per le tariffe  che  entreranno  in
vigore dal 1° gennaio 2012, il Consiglio dell'Autorita',  sulla  base
di una apposita relazione degli Uffici, formulera' un giudizio  circa
lo stato della qualita' delle rete in rame di Telecom  Italia  ed  il
grado di  ammodernamento,  in  ottica  NGN,  conseguito  nel  periodo
precedente l'entrata in vigore delle nuove tariffe. Le variazioni  in
aumento dei prezzi, illustrate nel paragrafo  precedente,  entreranno
in  vigore  solo  in  caso  di  riscontro  favorevole  da  parte  del
Consiglio. 
    106.  Nella  relazione  presentata  al  Consiglio,   gli   Uffici
dell'Autorita' esaminano  gli  indicatori  relativi  ai  processi  di
attivazione e di esercizio nella fornitura dei  servizi  oggetto  del
provvedimento. 
    107. Per quanto riguarda i processi di attivazione  dei  servizi,
gli indicatori sono: 
    a) percentuale dei rifiuti,  sul  totale  delle  richieste  degli
operatori, motivati da problematiche inerenti la rete di  accesso  (i
c.d. KO di rete); 
    b) durata del tempo di  attesa  per  gli  ordinativi  tenuti  “in
sospeso” a causa della realizzazione  di  interventi  speciali  sulla
rete; 
    c) distribuzione statistica del livello di  qualita'  certificata
dei doppini per la fornitura dei servizi di accesso a larga banda; 
    d) stato di avanzamento dei programmi di rinnovamento della  rete
in rame (manutenzione preventiva); 
    e) numero di centrali sature per  la  fornitura  dei  servizi  di
accesso e previsioni di riapertura. 
    108. Per quanto riguarda i processi di esercizio della  rete  per
la fornitura dei servizi, gli indicatori sono: 
    a) numero di guasti segnalati per i quali si e'  reso  necessario
un intervento on field; 
    b) durata media del tempo di “fuori servizio”; 
    c) numero dei “degradi” e programma di  intervento  per  la  loro
risoluzione.8 
    8 Per quanto riguarda questo specifico  aspetto,  si  attende  la
    conclusione dei lavori di OTA Italia e quanto verra' stabilito in
    sede di approvazione dell'Offerta di riferimento 2010. 
 
    LE OSSERVAZIONI DI CARATTERE GENERALE DEGLI OPERATORI 
 
    109. Telecom Italia condivide  l'adozione  di  un  meccanismo  di
controllo dei prezzi dei servizi di accesso  wholesale  basato  sulle
risultanze di un modello BU-LRAIC, evidenziando  che  il  conseguente
passaggio dai costi storici ai costi correnti determina, da un  lato,
un sensibile aumento dei  costi  di  rete  e,  dall'altro  lato,  una
riduzione dei costi operativi. L'operatore ritiene che “l'aumento dei
prezzi dei servizi  di  accesso  wholesale  fornisca  al  mercato  un
corretto segnale circa il valore della rete di accesso in rame, anche
nella misura in cui e' in grado di non  depauperare  prospetticamente
la willingness to pay dei clienti finali”. 
    110. Gli operatori BT, Fastweb, Vodafone, Wind ed AIIP  ritengono
che  la  documentazione  resa  disponibile  dall'Autorita'  circa  la
metodologia e le ipotesi economico-tecniche adottate nel modello  non
abbia permesso loro una partecipazione efficace  alla  consultazione.
Fastweb rileva che nuovi elementi conoscitivi sono  stati  pubblicati
dall'Autorita' solo il 27 maggio 2010, per cui sarebbe necessaria una
proroga dei termini della consultazione. Fastweb  ed  AIIP,  inoltre,
chiedono  chiarimenti  circa  le  motivazioni  di  riservatezza   che
impediscono di accedere agli elementi del modello che non sono  stati
resi pubblici. 
    111. BT afferma che “il modello  LRIC  progettato  dall'Autorita'
non e' un modello completo della rete d'accesso di Telecom Italia  ma
e' strettamente limitato agli elementi passivi della rete in  rame  e
ad  una  parte  degli  elementi  di  rete  attivi   funzionali   alla
realizzazione  di  una  parte  dei  servizi  di   accesso   wholesale
attualmente venduti da Telecom Italia”. Gli operatori,  in  generale,
ritengono  che  l'unico  output  del  modello  sia  costituito  dalla
componente “costi di rete” del canone  mensile  dell'ULL,  mentre  le
altre  componenti  del  canone  (costi  di   manutenzione   e   costi
commerciali) ed i  costi  degli  altri  servizi  wholesale  d'accesso
(bitstream e WLR)  sarebbero  determinate  con  logiche  e  soluzioni
ibride,  in  contrasto  con  quanto  stabilito  nella   delibera   n.
731/09/CONS. 
    112. Fastweb ritiene che la metodologia LRIC debba riguardare  la
valorizzazione di tutte le componenti di costo,  ad  eccezione  delle
infrastrutture civili e di scavo, per le quali andrebbero considerati
i   costi   effettivamente   sostenuti   dall'operatore    dominante.
Analogamente, Vodafone ritiene piu' appropriato  far  riferimento  al
costo di manutenzione di una rete esistente in  buone  condizioni  di
funzionamento (metodo infrastructure renewals accounting - IRA),  per
rispettare il principio di efficienza che dovrebbe caratterizzare  il
passaggio ad una metodologia LRIC. Fastweb e  Wind,  sulla  base  dei
risultati prodotti dai  modelli  LRIC  sviluppati  con  i  rispettivi
consulenti, ritengono che, comunque, i costi dei servizi  di  accesso
all'ingrosso  stimati  attraverso  l'applicazione  della  metodologia
BU-LRIC  siano  significativamente  inferiori   a   quelli   proposti
dall'Autorita'. 
    Le valutazioni dell'Autorita' 
    113. Con riferimento all'osservazione degli operatori alternativi
circa la limitata documentazione resa disponibile dall'Autorita',  si
rammenta innanzitutto che il testo posto  in  consultazione  pubblica
(delibera n. 121/10/CONS)  prevede  sia  un  allegato  B  (schema  di
provvedimento) che un allegato  D  (modello  in  formato  excel).  In
particolare, questi documenti, pubblicati in data 6 maggio 2010 nella
Gazzetta Ufficiale, contengono tutte le informazioni, i  dati  e  gli
algoritmi utilizzati per la stima dei costi dei servizi  di  accesso.
Inoltre, a seguito della richiesta di alcuni  operatori,  l'Autorita'
ha provveduto a pubblicare ulteriori informazioni - in data 27 maggio
2010 - cosi' da  garantire  la  massima  trasparenza,  con  specifico
riguardo ai dati di input utilizzati dal modello ed ai dati di output
che lo stesso genera. In ogni caso, queste ulteriori informazioni non
rappresentano  un'integrazione  o  una  modifica   alla   metodologia
adottata,(gia'  documentata  dalla  delibera  n.  121/10/CONS  e  dai
relativi allegati). Gli altri  elementi  utilizzati  per  il  calcolo
delle tariffe sono costituiti da informazioni sulla rete  di  accesso
dell'operatore  dominante  di  rilevanza  strategica  e,  come  tali,
riservate. 
    114. In merito alle osservazioni di cui al punto 111, l'Autorita'
precisa che la metodologia bottom-up a costi  incrementali  di  lungo
periodo puo' essere utilizzata non solo  per  la  determinazione  dei
prezzi dei servizi regolamentati - in maniera trasparente,  basandosi
su criteri di efficienza e tenendo conto  dei  costi  “ipotetici”  di
produzione dei servizi - ma anche  come  strumento  per  la  verifica
della congruenza dei costi “reali” di produzione dei servizi, al fine
di  identificare  eventuali  inefficienze  dell'operatore  dominante.
L'uso di tale  metodologia  e'  quindi  declinato  differentemente  a
seconda dei casi e  proporzionalmente  al  problema  competitivo,  in
considerazione delle condizioni di  mercato  e  tenendo  conto  delle
strategie regolamentari che si vogliono  perseguire,  nell'ottica  di
stimolare l'infrastrutturazione degli operatori o, al  contrario,  di
scoraggiare la duplicazione inefficiente delle infrastrutture.9 
    9 A titolo di esempio, nel caso dei mercati  della  terminazione,
    la   Raccomandazione   della   Commissione   Europea   suggerisce
    l'adozione  di  un  modello  LRIC  che  considera  solo  i  costi
    “evitabili”  per  la  fornitura  del  servizio  di  terminazione,
    motivando  tale  scelta  sulla  base  dello  specifico   problema
    competitivo.  Al  tempo  stesso,  la  Raccomandazione  indica  la
    possibilita'  da  parte  delle   Autorita'   di   utilizzare   un
    corrispondente  modello  top-down,  che   utilizza   dati   sulle
    consistenze effettive di rete, per verificare la  congruenza  dei
    risultati del modello  bottom-up  ed  evitare  che  esso  produca
    valori molto lontani dalla realta' in esame. 
 
    115. L'Autorita', alla luce anche della prassi internazionale,  e
tenuto  conto  di   alcune   esperienze   di   altre   Autorita'   di
regolamentazione europee10, ha  sviluppato  un  modello  teorico  che
tiene anche in considerazione le informazioni  circa  le  consistenze
della rete di accesso dell'operatore dominante.  L'Autorita'  ritiene
che tale approccio garantisca l'affidabilita' dei risultati e  tuteli
gli interessi  degli  operatori,  fornendo  al  contempo  i  corretti
segnali di make or buy in un momento rilevante per lo sviluppo  delle
reti di accesso di nuova generazione. 
    10 A tal riguardo, si porta ad esempio  il  caso  del  regolatore
    Danese, il quale ritenendo eccessiva la variazione del prezzo del
    servizio  di  unbundling  determinatasi  nel  passaggio  da   una
    metodologia FDC ad una LRIC, ha deciso di  distribuire  l'aumento
    di circa due euro sul canone mensile - calcolato sulla  base  del
    modello sviluppato - in un arco temporale di ben 7 anni. 
 
    116. Al riguardo, si rammenta che in passato la stessa Autorita',
nell'ambito  del  modello  LRIC  per  la  stima  delle   tariffe   di
terminazione degli operatori alternativi di rete fissa, ha deciso  di
tenere conto di elementi  che  riconducessero  alcune  delle  ipotesi
teoriche alla  realta'  e  peculiarita'  della  situazione  italiana,
portando  ad  un  risultato  che,  pur  mantenendo  la  coerenza  con
l'approccio BU-LRIC, fosse maggiormente robusto e condivisibile.11 
    11 Si veda la delibera n. 251/08/CONS con riguardo  al  parametro
    di lunghezza dei link  di  interconnessione  ed  ai  costi  degli
    apparati HAG/CPE. 
 
    117. A titolo di esempio, per i costi  di  rete,  il  modello  ha
utilizzato i dati relativi alla lunghezza degli scavi e  delle  opere
infrastrutturali  della  rete  di  Telecom   Italia   e,   attraverso
un'operazione di efficientamento basata su  un  modello  teorico,  ha
stimato l'ammontare complessivo di opere infrastrutturali  necessarie
alla  realizzazione  di  una  rete  di  accesso  per   la   copertura
dell'intero paese. Tale analisi ha prodotto un  risultato,  a  parere
dell'Autorita', piu' robusto ed affidabile di quello che  si  sarebbe
ottenuto con un modello puramente teorico. A  conferma  di  cio',  si
osserva che la stima  dei  costi  di  rete  si  discosta  dal  valore
calcolato su base FDC meno di quanto non  sia  accaduto  con  modelli
sviluppati in altri paesi  (Danimarca  e  UK).12  Tale  risultato  e'
conseguenza  del  significativo   efficientamento   determinato   dal
modello, che, pur rimanendo teorico, tiene conto  dei  dati  relativi
alla rete effettiva di Telecom Italia. 
    12 I costi della rete di accesso di  Telecom  Italia  stimati  da
    contabilita' regolatoria nell'ambito dell'approvazione del canone
    di unbundling 2009 erano pari a 5,61 €/mese, laddove  il  modello
    teorico sviluppato dall'Autorita' produce un valore pari  a  6,74
    €/mese per il 2012. 
 
    118. L'Autorita' evidenzia che il modello pubblicato sul  proprio
sito web contiene anche una versione per  il  calcolo  dei  costi  di
rete, che fa uso della sola stima derivante dall'analisi delle  mappe
stradali per il dimensionamento della rete. Pur avendo scelto di  non
utilizzare tale approccio, l'Autorita' rileva che tale  versione  del
modello produce, a parita' di condizioni, un costo  di  rete  per  il
2012  superiore  rispetto  a  quanto  calcolato  col  modello.   Tale
differenza  e'  da   imputarsi   proprio   all'approccio   utilizzato
dall'Autorita' che, partendo dai dati della rete effettiva di Telecom
Italia,  eliminando  tutte  le  inefficienze  dovute  ad   una   rete
stratificata nel tempo e mantenendo invece  tutte  le  ottimizzazioni
non rilevabili attraverso  un  modello  teorico,  produce  una  stima
affidabile ed ancorata alla realta'. 
    119.  L'Autorita'  ha  adottato  un  approccio  simile  a  quello
descritto per i costi di  rete  anche  per  la  stima  dei  costi  di
manutenzione correttiva e dei costi di commercializzazione. In merito
ai primi, l'Autorita' ha adottato un  modello  di  tipo  teorico  che
possa riprodurre i costi di manutenzione della  rete  di  accesso  di
Telecom Italia. Tale approccio permette, da un lato,  di  controllare
la congruenza del risultato, in  quanto  realizza  implicitamente  un
confronto con i risultati di un approccio FDC e, dall'altro lato,  ha
il vantaggio  di  imporre  a  Telecom  Italia  il  raggiungimento  di
obiettivi di efficientamento e di  qualita'  della  rete,  in  ottica
forward   looking,   che   sono   in   linea   con   gli    obiettivi
dell'applicazione della metodologia LRIC e del meccanismo del network
cap, nonche' con la formulazione dell'art. 5 della presente delibera.
Per   quanto   riguarda    la    valorizzazione    dei    costi    di
commercializzazione, l'Autorita' ha invece utilizzato un mark-up  sui
costi del servizio, approccio solitamente adottato per la  stima  dei
costi operativi di tipo congiunto nei modelli LRIC. 
    120. In conclusione, l'Autorita' ritiene  di  aver  adottato  una
metodologia  che,  coerentemente  con  la  delibera  n.  731/09/CONS,
conduce a risultati robusti e facilmente confrontabili  con  i  costi
effettivi per la fornitura dei servizi di accesso, cautelando inoltre
gli interessi degli operatori  del  mercato,  in  un  ottica  forward
looking che incentivi il miglioramento nella qualita' dei servizi  di
accesso erogati sulla rete in rame. 
    121. In merito all'osservazione di alcuni operatori  secondo  cui
la valorizzazione di una rete di  accesso  in  rame  dovrebbe  essere
basata sul costo di manutenzione  di  una  rete  esistente  in  buone
condizioni di funzionamento (metodo IRA),  l'Autorita'  rimanda  alle
considerazioni   svolte   nella   delibera   n.   731/09/CONS   circa
l'opportunita' di adottare una metodologia BU-LRIC. 
 
    LE OSSERVAZIONI SPECIFICHE DEGLI OPERATORI SUL MODELLO 
 
    L'approccio Scorched Node 
    122. Telecom Italia condivide l'utilizzo di un approccio scorched
node al fine di evitare di determinare una configurazione di rete del
tutto teorica. In relazione al dimensionamento  dei  cavi,  tuttavia,
l'operatore evidenzia che il modello si e' discostato  dall'approccio
scorched node seguito per  il  dimensionamento  delle  strutture,  in
favore di  un  criterio  teorico  di  tipo  greenfield  che  comporta
un'incoerenza del modello, in quanto l'entita'  degli  scavi  risulta
ampiamente superiore rispetto  a  quella  dei  cavi  posati.  Telecom
Italia  ritiene,  quindi,  che  l'approccio  piu'   appropriato   sia
l'utilizzo delle effettive consistenze di chilometri cavo. 
    123. Gli operatori alternativi Fastweb, Tiscali, Vodafone e  Wind
ritengono che l'approccio scorched  node  utilizzato  dall'Autorita',
nel considerare come dati e non modificabili sia la posizione, sia il
numero delle centrali locali  di  Telecom  Italia,  non  consenta  di
eliminare  le  inefficienze  dovute  alle   scelte   tecnologiche   e
strategiche adottate dall'incumbent in passato. Cio' comporta che gli
operatori alternativi che  acquistano  servizi  wholesale  sostengono
costi maggiori dei costi efficienti, disincentivando il perseguimento
degli obiettivi di efficienza produttiva da parte di Telecom  Italia.
Tiscali ritiene che un operatore efficiente, piuttosto che riprodurre
l'attuale assetto della  rete  di  Telecom  Italia,  sceglierebbe  un
diverso mix di  input  tecnologici,  utilizzando  soluzioni  wireless
nelle  aree  in   cui   non   e'   economicamente   sostenibile   e/o
tecnologicamente efficiente dispiegare una rete fissa. 
    124. Gli operatori Tiscali,  Fastweb  e  Wind  ritengono  che  la
copertura del costo netto del servizio universale sia gia' assicurata
dal meccanismo di contribuzione  previsto  dal  regime  regolamentare
vigente e che quindi le aree di centrale  che  rientrano  nelle  aree
“USO” vadano eliminate dal modello, per evitare un doppio  contributo
all'incumbent per i servizi forniti in tali aree. 
    125. Fastweb e Tiscali suggeriscono di utilizzare la  metodologia
modified scorched node, in base alla quale si parte  dalla  topologia
di rete dell'incumbent e si procede all'eliminazione delle principali
inefficienze sulla base di criteri oggettivi. 
    Le valutazioni dell'Autorita' 
    126. L'Autorita' ritiene che la metodologia  scorched  node,  nel
tenere conto delle specificita' della rete  su  cui  sono  erogati  i
servizi oggetto di regolamentazione, sia quella che meglio si  presta
ad una riconciliazione con i dati dell'operatore notificato. 13 
    13 Si rammenta  che  un  analogo  approccio  e'  stato  impiegato
    dall'Autorita'  nella  definizione  del  modello  LRIC   per   la
    definizione  delle  tariffe  di  terminazione   degli   operatori
    alternativi, laddove i punti di interconnessione con la  rete  di
    Telecom  Italia  ipotizzati  dal  modello  coincidevano  con   le
    posizioni reali di tali punti. 
 
    127. In merito alla stima dei chilometri di cavo, l'Autorita' non
concorda con Telecom Italia in quanto il risultato del modello deriva
dal processo di  efficientamento  della  rete.  Infatti,  il  modello
determina una riduzione del numero di distributori secondari rispetto
alle consistenze  della  rete  di  accesso  di  Telecom  Italia,  che
comporta anche una riduzione della lunghezza dei  cavi  nella  tratta
PDP-SDP. L'incongruenza asserita da Telecom Italia, inoltre,  non  e'
tale se si considerano, nel computo  complessivo  dei  chilometri  di
cavo della tratta secondaria, anche i cavi previsti dal modello nella
sezione SDP-NTP. 
    128. L'Autorita' ha assunto l'approccio scorched node  e,  tenuto
conto delle differenze rispetto ad un approccio greenfield o modified
scorched node, ha proceduto  a  ridurre  il  numero  di  centrali  di
Telecom Italia rispetto alla  situazione  reale,  eliminando  le  231
centrali  caratterizzate  dal  minor  numero  di   linee   attestate;
l'efficientamento  in  tal  senso  ottenuto,  valutandone   l'impatto
rispetto alle consistenze della rete  effettiva  di  Telecom  Italia,
risulta significativo. 
    129.  In  merito  al  rilievo  di  Tiscali  sull'adozione   delle
tecnologie wireless, l'Autorita' ribadisce  che,  per  la  durata  di
validita'  del  network  cap,  i   servizi   wholesale   oggetto   di
regolamentazione saranno erogati prevalentemente sulla rete in  rame.
In sostanza, si ritiene che le impostazioni del modello  non  possano
prescindere dall'attuale situazione concorrenziale e infrastrutturale
degli operatori ed in particolar modo  dalla  disponibilita'  di  una
rete in rame (anche per la fornitura di servizi wholesale)  su  tutto
il territorio nazionale. 
    130. Con riferimento alle richieste  avanzate  di  escludere  dal
modello le aree USO, l'Autorita' ritiene che,  coerentemente  con  la
metodologia scorched node adottata, si debba  includere  nel  modello
l'intera  domanda  di  servizi  di  accesso  previsti  per  gli  anni
considerati. Tale scelta, adottata anche da altre Autorita' (NITA),14
e' motivata anche dalla considerazione che le aree  USO  sono  aperte
alla concorrenza e quindi potenzialmente in grado  di  soddisfare  la
domanda di servizi wholesale degli operatori alternativi. 
    14 NITA Model Reference Paper, “Revised Hybrid Model Guidelines”,
    2010. 
 
    131. L'Autorita' intende far  notare  che  la  propria  soluzione
conduce a risultati analoghi, anche  se  attraverso  una  metodologia
differente, a  quelli  di  altre  Autorita',  quale  quella  francese
(ARCEP), che calcola le tariffe dell'unbundling sulla base del  costo
delle  sole  linee  di  accesso  che  ricadono  nelle  aree  definite
profittevoli ai sensi del servizio universale. 
    132.  A  tal  riguardo,  l'Autorita'  osserva  innanzitutto   che
l'approccio   adottato    dall'Autorita'    francese    sarebbe    in
contraddizione  con  il  principio  di  parita'  interna-esterna  che
dispone il calcolo di un costo unico valutato su tutte le linee della
rete di accesso, al fine della valorizzazione di tutti  i  costi,  in
coerenza con l'approccio usato finora dall'Autorita'. In  ogni  caso,
tenuto conto dell'osservazione secondo cui  l'inclusione  delle  aree
USO dovrebbe portare a prezzi ULL piu' alti, in virtu' del fatto  che
le centrali ricadenti in tali aree dovrebbero  essere  caratterizzate
da costi piu' elevati a causa della  minore  densita'  abitativa,  si
evidenzia che una parte di queste centrali ricade nella  lista  delle
centrali gia' eliminate sulla base dell'efficientamento  previsto  al
punto 128 e quindi gia' non considerate nel modello. Inoltre,  si  fa
notare che una cospicua parte delle centrali USO ricade  nel  geotipo
numero 10; per tale geotipo, come evidenziato nelle valutazioni fatte
piu' avanti al punto 138, il meccanismo  di  selezione  del  campione
adottato (precisato al punto 29) in pratica elimina dal computo della
rete tutte le centrali caratterizzate da  un  parametro  di  densita'
molto elevato, tra le quali ricadono altre centrali USO. Il  modello,
quindi, per il calcolo del prezzo medio ULL gia'  esclude  una  parte
delle centrali USO, in quanto troppo distanti  dalle  caratteristiche
medie delle centrali rappresentate nei geotipi. Le restanti  centrali
USO, che vengono invece considerate nel modello, sono  caratterizzate
da parametri di costo vicini alla media delle centrali  rappresentate
nei geotipi e quindi non determinano una significativa variazione del
prezzo ULL rispetto al valore medio. 
    La scelta del campione 
    133.  Telecom  Italia,  pur  condividendo  con   l'Autorita'   la
metodologia adottata per  la  valorizzazione  dei  costi  della  rete
d'accesso, in considerazione dell'elevato dettaglio dei dati forniti,
ritiene piu' appropriato l'utilizzo di un approccio censuario  basato
esclusivamente sulle proprie consistenze di rete. Cio' permetterebbe,
secondo  Telecom  Italia,  di  evitare  possibili  errori  di   stima
conseguenti all'estrapolazione a livello nazionale di  dati  ottenuti
da un campione statistico. 
    134. Gli operatori alternativi ritengono che il  campione  di  50
centrali non possa garantire robustezza alla stima dei costi  di  una
rete di accesso  efficiente  in  ragione  anche  della  significativa
disomogeneita' orografica del territorio italiano. A  tal  proposito,
BT  e  Wind  evidenziano  la  necessita'  di  rendere  trasparenti  i
parametri e la soglia utilizzata per valutare se il campione di  aree
di centrale individuato  e'  da  considerarsi  rappresentativo  della
popolazione del geotipo. 
    135. A parere di Fastweb, per valorizzare correttamente  i  costi
dei servizi di accesso alla rete fissa di Telecom Italia bisognerebbe
definire un  modello  che  calcoli  il  costo  puntuale  di  ciascuna
centrale  locale  in  Italia.  Fastweb  propone  un  metodo   “census
approach”, quale quello adottato dal proprio  consulente,  il  quale,
benche' oneroso, eviterebbe la sovrastima dei costi di rete. 
    Le valutazioni dell'Autorita' 
    136. In relazione  ai  rilievi  di  Telecom  Italia,  l'Autorita'
ribadisce quanto detto  al  punto  117  circa  l'affidabilita'  e  la
robustezza del proprio approccio, preferibile al metodo  proposto  da
Telecom Italia, il quale fa esclusivamente uso di informazioni  circa
le  proprie  consistenze  di  rete.  Si  fa  presente,  inoltre,  che
l'approccio statistico/campionario basato su geotipi viene ampiamente
utilizzato dalle Autorita' di regolazione per lo sviluppo di  modelli
bottom-up della rete di accesso.15 
    15 Hanno utilizzato tale approccio: NITA, OPTA, OFCOM, NPT. 
 
    Figura 1: Deviazione standard della variabile densita'  di  linea
per geotipo 
 

         Parte di provvedimento in formato grafico

 
    137. In merito  alle  osservazioni  degli  operatori  alternativi
sulla rappresentativita' del campione statistico, l'Autorita' ritiene
che la procedura di selezione del campione, descritta  al  punto  29,
fornisca sufficienti garanzie di rappresentativita' statistica.16  In
primo luogo,  l'Autorita'  ritiene  che  l'adozione  di  un  campione
casuale di dimensione costante pari a 5  per  ciascun  geotipo  possa
garantire  la  rappresentativita'  della  popolazione  del   geotipo.
Infatti, come e' possibile  osservare  dai  valori  rappresentati  in
figura  1,  la  deviazione  standard  relativa  (deviazione  standard
normalizzata alla media) della variabile densita' di linea  descritta
al punto 26 e' sempre al di sotto del 10%, tranne che per il primo  e
l'ultimo geotipo, ossia i geotipi che presentano  densita'  di  linea
minima e massima. Ad una prima analisi,  quindi,  appare  ragionevole
adottare per tutti i geotipi (tranne che per il primo e l'ultimo)  un
campione della medesima numerosita'. 
    16 Si precisa che la soglia percentuale cui si fa riferimento  al
    citato punto 29 e' stata fissata pari al 30%. 
 
    138. Se pero' si approfondisce l'analisi dei due geotipi  estremi
(numero 1 e 10) grazie alle figure 2(a) e 2(b), in cui sono riportati
in ordinata i valori della variabile densita' di linea  (normalizzata
al valore massimo del geotipo) per ciascuna delle circa 1000 aree  di
centrale del primo - figura 2(a) - e  dell'ultimo  -  figura  2(b)  -
geotipo, si evince che le aree di centrale escluse  dal  processo  di
campionamento dalla procedura di accettazione descritta al  punto  29
(quelle all'esterno delle linee tratteggiate) sono  proprio  le  aree
che presentano un  valore  di  densita'  di  linea  che  si  discosta
significativamente  (piu'  del  30%)  dalla  media  e   che,   specie
nell'ultimo geotipo, presentano costi  significativamente  piu'  alti
della media. 17 Se  si  calcola  nuovamente  la  deviazione  standard
relativa della densita'  di  linea  sulle  sole  aree  che  rientrano
nell'intervallo di validazione del campione,18 si otterra' un  valore
inferiore al 10% anche per il primo e l'ultimo geotipo. Pertanto,  la
procedura  di  campionamento  agisce  su   dei   sottoinsiemi   della
popolazione (i geotipi) che  presentano  caratteristiche  statistiche
(almeno  in  termini  di  deviazione   standard   relativa)   simili,
giustificando l'utilizzo di un  campione  statistico  di  numerosita'
costante per tutti i geotipi. 
    17 Le  linee  tratteggiate  nelle  figure  2  (a-b)  identificano
    l'intervallo  massimo  all'interno  del  quale   possono   essere
    estratte le centrali che compongono il  campione  statistico  del
    geotipo ovvero le centrali che presentano una densita'  di  linea
    che non si discosta in valore assoluto dalla media piu' del 30%. 
 
    18 In un contesto di campionamento rappresentativo, quale  quello
    utilizzato in questa analisi, l'insieme di individui che  possono
    essere estratti dalla popolazione, in quanto ricade nelle  soglie
    prefissate per l'accettazione, viene indicato come “intervallo di
    validazione” o “intervallo fiduciario” della popolazione. 
 
    Figura 2: (a) Distribuzione delle centrali  del  geotipo  1;  (b)
Distribuzione delle centrali del geotipo 10 
 

         Parte di provvedimento in formato grafico

 
    139. L'Autorita' ha inoltre valutato la capacita' di un  campione
di dimensione 5 (il numero di aree di centrale  estratto  da  ciascun
geotipo) di stimare correttamente i costi di rete di  un  determinato
geotipo. A tal fine, per i geotipi  1  e  10,  ossia  i  geotipi  che
presentano la  maggiore  variabilita'  interna,  e'  stato  calcolato
l'intervallo di confidenza (al 95%) della media campionaria delle due
variabili i) metri totali di scavo e palificazione e  ii)  numero  di
linee uscenti, il cui rapporto  fornisce  la  variabile  densita'  di
linea che, come specificato al punto 26, e' la variabile maggiormente
correlata con i costi di realizzazione di una rete di accesso in  una
determinata area. 
    140. Si e' poi verificato se gli intervalli di confidenza di  cui
al  punto  precedente  ricadono  all'interno  degli   intervalli   di
validazione del campione, ossia degli intervalli di  tutti  i  valori
delle variabili considerate che non si discostano piu' del 30%  dalla
propria media. L'Autorita' ritiene che, nel caso in  cui  i  suddetti
intervalli  di  confidenza  ricadano   all'interno   dei   rispettivi
intervalli di validazione,  la  stima  campionaria  della  media  sia
circoscritta ad un valore sufficientemente prossimo alla media  della
popolazione  reale  tale  da  garantire  la  rappresentativita'   del
campione.19 
    19  Al  fine  di  stimare  l'intervallo  di  confidenza,  si   e'
    utilizzato il metodo t-bootstrap.  Tale  metodo  e'  generalmente
    usato  per  estrapolare  informazioni  circa  una  popolazione  a
    partire da un numero limitato di  elementi  in  un  campione,  in
    assenza di informazioni sulla popolazione stessa. In particolare,
    l'intervallo di confidenza delle variabili metri totali di  scavo
    e palificazione e numero  di  linee  uscenti  e'  stato  ottenuto
    campionando  con   reinserimento   (mille   volte)   i   campioni
    selezionati per i geotipi 1 e 10. Si veda a questo  proposito  B.
    Efron, R.J.  Tibshirani,  “An  Introduction  to  the  bootstrap”,
    Chapman & Hall, London, 1993. 
 
    141. La tabella 2 riporta, relativamente ai geotipi 1 e  10,  gli
estremi superiore ed inferiore degli intervalli di  confidenza  della
stima campionaria della media per campioni di  dimensione  4,  5,  6,
nonche' gli  estremi  superiore  ed  inferiore  degli  intervalli  di
validazione.20 
    20 Si fa notare che i risultati  presentati  nelle  tabelle  sono
    stati normalizzati rispetto alla media del geotipo. 
 
    142. Dai risultati riportati nella tabella 2 si  evince,  per  le
considerazioni  esposte  ai  punti  precedenti,  che  i  campioni  di
dimensione 5 sono quelli che  presentano  la  dimensione  minima  che
garantisce la rappresentativita' della popolazione del geotipo.  Cio'
risulta ancora piu' evidente se  si  osservano  i  risultati  per  un
campione di dimensione 4; in tal caso, sebbene esso sia stato  scelto
con  la  medesima  procedura  di  accettazione  descritta,   la   sua
numerosita' non e'  sufficiente  a  garantire  la  rappresentativita'
della popolazione del geotipo. 
 
    Tabella 2: stima degli intervalli di confidenza 
 

         Parte di provvedimento in formato grafico

 
    143. L'Autorita' ha infine valutato la bonta' della  stima  degli
intervalli  di  confidenza,  attraverso  il  calcolo  del  cosiddetto
“coverage error”,2 1 che e' risultato pari a circa il  93%,  rispetto
al 95% nominale in tutti i casi, confermando la  bonta'  delle  stime
precedentemente effettuate. 
    21 L'errore di copertura e' valutato a partire dalla stima  degli
    intervalli  di  confidenza  delle  medie  dei  singoli   campioni
    bootstrap generati per individuare gli intervalli  di  confidenza
    principali, i cui valori sono riportati in tabella 2. Il  calcolo
    si basa sulla valutazione della percentuale delle volte in cui la
    media stimata  sulle  medie  del  gruppo  di  campioni  bootstrap
    principali ricade all'interno  di  ciascun  nuovo  intervallo  di
    confidenza. La stima iniziale risulta tanto migliore quanto  piu'
    tale percentuale e' vicina al valore nominale  scelto  (Good  P.,
    “Resampling  methods.  A  practical  guide  to  data   analysis”,
    Birkhauser Boston, 2006). 
 
    La definizione dei geotipi 
    144. Telecom Italia ritiene  che  la  complessita'  orografica  e
urbanistica  del  territorio  italiano  non  possa  essere  catturata
mediante un'operazione di campionamento e sulla  base  di  indicatori
sintetici riferiti a  tipologie  di  cluster/geotipi  delle  aree  di
centrale. 
    145. Secondo alcuni  operatori  alternativi  (Fastweb,  Vodafone,
Tiscali), l'utilizzo di un criterio di definizione dei cluster basato
sulla lunghezza lineare dei metri di scavo e palificazione non e'  in
grado, se non in via teorica, di garantire una buona  approssimazione
del costo per linea in  rame.  Infatti,  il  territorio  italiano  e'
caratterizzato da una  densita'  abitativa  e  da  una  conformazione
orografica tali per cui nel  solo  15%  delle  centrali  locali  sono
attestate  circa  la  meta'  di  tutte  le  coppie  attive  in  rame.
Conseguentemente, l'utilizzo di un  campione  casuale  molto  ridotto
(solo 5 centrali) all'interno del singolo geotipo  di  1000  centrali
non e' di  per  se'  sufficiente  -  seppur  controllato  tramite  la
verifica di rappresentativita' statistica - ad evitare la  sovrastima
dei costi totali di rete. 
    146. Fastweb, sulla base di un'analisi  della  distribuzione  per
centrale del costo delle  linee,  calcolato  in  funzione  dei  metri
lineari di scavo  e  palificazione,  ritiene  che  l'utilizzo  di  un
campione casuale di  sole  5  centrali  aumenti  la  probabilita'  di
accettare come rappresentativi stadi di linea  molto  distanti  dalla
media del geotipo di appartenenza, determinando  una  sovrastima  dei
costi totali. Tale sovrastima risulta particolarmente  rilevante  per
gli ultimi geotipi, caratterizzati da un elevatissimo costo  unitario
e da valori molto disomogenei dei parametri  di  costo.  Un'ulteriore
criticita'  riscontrata  da  Fastweb  riguarda  l'individuazione   di
geotipi contenenti un numero costante di centrali, anziche'  centrali
caratterizzate da un numero comparabile di  coppie  attive  in  rame.
Fastweb ritiene che sarebbe necessario allargare il campione  casuale
da 5 a 100 centrali per geotipo (circa il 10% totale  delle  centrali
locali) e definire geotipi che raggruppino centrali aventi un  numero
omogeneo di coppie in rame. 
    147. Wind ritiene che il numero ed il criterio di identificazione
dei geotipi adottati nel modello non siano in grado di  rappresentare
le caratteristiche  demografiche,  orografiche  ed  urbanistiche  dei
comuni italiani. 
    148. Vodafone, infine, evidenzia la  necessita'  di  calcolare  i
prezzi dei servizi ULL considerando le sole aree in cui tale servizio
e' prospetticamente possibile, ossia dove il livello  delle  economie
di scala e di densita' e' sufficiente a giustificare gli investimenti
necessari da parte degli operatori. 
    Le valutazioni dell'Autorita' 
    149. In merito alle osservazioni di  Telecom  Italia  di  cui  al
punto 144, l'Autorita' ritiene  che  l'utilizzo  dei  dati  effettivi
della rete di Telecom Italia, a valle del processo di efficientamento
descritto, e l'adozione di uno schema di differenziazione  dei  costi
delle infrastrutture sulla base della  dimensione  della  centrale  e
dell'area del territorio italiano, siano sufficienti a  garantire  la
rappresentativita'  del   modello.   Per   le   stesse   motivazioni,
l'Autorita'  ritiene  che  il  campione  casuale  adottato,  ritenuto
numericamente esiguo dagli  operatori  alternativi,  sia  sufficiente
agli scopi del modello, come gia' chiarito nelle valutazioni circa la
scelta del campione. 
    150. Con riferimento alle considerazioni di Fastweb  secondo  cui
la definizione dei geotipi dovrebbe essere fatta garantendo per  ogni
geotipo lo stesso numero di coppie  attive,  l'Autorita'  rileva  che
cio'  sia  in  contrasto  con  quanto  stabilito  nella  delibera  n.
731/09/CONS, che  dispone  che  i  servizi  di  accesso  all'ingrosso
debbano essere forniti sia su linee attive che su linee non attive. A
parere dell'Autorita', inoltre, il parametro di  densita'  di  linea,
nel tenere in conto la densita'  abitativa  e  la  dispersione  degli
utenti intorno alle centrali, e' quello  che  meglio  caratterizza  i
driver di costo di una rete di accesso.  22  Con  riferimento  invece
all'osservazione secondo cui  l'approccio  campionario  implicherebbe
una sovrastima  dei  costi,  l'Autorita'  osserva  che  l'analisi  di
rappresentativita'  statistica  riportata  nella  sezione  precedente
dimostra che dall'insieme  dei  campioni  adottati  sono  sicuramente
escluse, per tutti i geotipi, le aree aventi un parametro di densita'
lontano dalla media  del  geotipo  di  appartenenza.  Questo  risulta
particolarmente evidente per il geotipo 10, quello  a  densita'  piu'
alta; dalla figura 2(b) si  osserva  infatti  che  il  meccanismo  di
campionamento esclude in particolar modo le poche centrali a densita'
elevatissima, che avrebbero, se selezionate nel campione, polarizzato
la stima del parametro di densita' verso valori molto piu' alti della
media. In merito alle osservazioni circa la necessita' di  utilizzare
un numero non uniforme di aree di centrale per definire  il  campione
rappresentativo  per  ogni  geotipo,  l'Autorita'  ribadisce   quanto
espresso nelle valutazioni relative alla scelta del campione. 
    22 A conferma di cio', ad esempio, valutando la distribuzione nei
    vari geotipi delle centrali ULL (che  generalmente  corrispondono
    alle aree con maggiore densita' abitativa e lunghezza dei doppini
    inferiore) si osserva che oltre il 90% di esse rientra nei  primi
    quattro geotipi. 
 
    151. Circa l'osservazione di Wind sul numero ed  il  criterio  di
identificazione dei  geotipi,  l'Autorita'  ritiene  che  l'approccio
adottato, basato sulle centrali di Telecom Italia, sia  coerente  con
l'approccio scorched node del modello ed in  grado  di  garantire  la
rappresentativita'  del  modello  stesso,  come  gia'   motivato   al
paragrafo 149. 
    152. In merito al rilievo  di  Vodafone  di  cui  al  punto  148,
l'Autorita' ritiene che non sia ragionevole calcolare il  prezzo  ULL
sulla base di un sottoinsieme delle aree di centrale,  in  quanto  la
catena impiantistica dell'ULL e' utilizzata  anche  nella  produzione
degli  altri  servizi   wholesale   (bitstream   e   WLR).   Inoltre,
l'incremento  di  domanda  utilizzato  come  input  del  modello   si
riferisce  a  tutti  i  servizi  erogati  sulla  rete   di   accesso,
comprendendo sia la domanda retail che la domanda wholesale. 
    La scelta della tecnologia in rame 
    153. Telecom Italia concorda con l'Autorita'  in  relazione  alla
scelta della tecnologia cui applicare il modello BU-LRIC ed al  fatto
che non si sia tenuto conto di alcun impatto derivante da un  atteso,
ma ancor non ben definito, sviluppo di  reti  di  nuova  generazione.
L'operatore ritiene che la valutazione condotta dall'Autorita'  abbia
portato nei fatti a  valori  inferiori  a  quelli  che  si  sarebbero
ottenuti se si fosse tenuto conto  della  possibile  riduzione  della
domanda di accesso su  rete  in  rame  e  dei  costi  addizionali  di
migrazione tra le due piattaforme tecnologiche. 
    154. Secondo Fastweb  e  Tiscali,  un  operatore  efficiente  che
decida di costruire oggi una rete di accesso  ex  novo  in  grado  di
servire  l'intera  popolazione,  per  circa  il  5-10%  di  essa  non
installerebbe una rete di accesso in rame ma sarebbe orientato  verso
l'utilizzo di  tecnologie  di  accesso  wireless  broadband  (WiFi  e
Wi-Max). A parere di Fastweb, piu'  precisamente,  sarebbe  opportuno
eliminare dal modello i costi di copertura riferibili alla  quota  di
popolazione servibile tramite tecnologie di accesso  piu'  efficienti
di quella in rame (accesso wireless). 
    155. Wind ritiene che un modello BU-LRIC dovrebbe  utilizzare  le
tecnologie piu'  efficienti  presenti  sul  mercato  per  fornire  un
determinato servizio. BT ed AIIP  ritengono  che  l'esclusione  della
fibra ottica ponga delle criticita', in termini di rappresentativita'
del modello, in relazione all'evoluzione della rete  d'accesso  verso
il modello  NGAN,  che  l'operatore  dominante  sta  realizzando.  BT
precisa che  alcuni  servizi  di  accesso  wholesale  a  larga  banda
previsti nell'Offerta  di  Riferimento  e  destinati  alla  clientela
affari (accessi  SDH),  utilizzano  gia'  l'infrastruttura  in  fibra
ottica dell'operatore dominante. Quindi, anche per  tale  ragione,  a
parere di BT il modello dovrebbe includere soluzioni in fibra per  la
rete d'accesso. 
    Le valutazioni dell'Autorita' 
    156. In merito alle considerazioni  degli  operatori  alternativi
circa  le  scelte  tecnologiche  adottate  nel  modello,  l'Autorita'
conferma il proprio approccio,  sulla  base  delle  motivazioni  gia'
riportate al punto 129. Inoltre, sebbene  le  condizioni  di  mercato
sembrino suggerire la possibilita' di  introduzione  nel  mercato  di
servizi di accesso su fibra, si deve rilevare che - al di  la'  delle
iniziative di  investimento  di  alcuni  importanti  operatori  -  la
domanda di servizi in fibra ottica  risulta  tuttora  ad  uno  stadio
iniziale ed alquanto incerta nelle sue  dinamiche  di  crescita.  Per
altro verso, si osserva che sono tuttora in corso investimenti  degli
operatori in servizi di accesso  all'ingrosso  sulla  rete  in  rame.
Infine, si evidenzia che la stessa bozza della  Raccomandazione  NGAN
della Commissione Europea prospetta una soglia  minima  (5  anni)  di
preavviso per la dismissione delle centrali in  cui  sono  erogati  i
servizi in rame. Con riferimento, invece, alle considerazioni  di  BT
circa la necessita' di estendere il modello agli  accessi  simmetrici
in fibra per la clientela affari, si rimanda al successivo punto 160. 
    157. In merito al rilievo di Fastweb,  riportato  al  punto  154,
circa la necessita' di eliminare dal modello  i  costi  di  copertura
della quota di popolazione servibile tramite  tecnologie  di  accesso
piu' efficienti di quella in rame, si rimanda alle osservazioni fatte
in precedenza ai punti 129i132. 
    La stima della domanda 
    158. BT lamenta che nel  documento  in  consultazione  non  venga
fatta alcuna menzione dei criteri  usati  per  definire  la  crescita
della domanda, non siano  considerate  le  previsioni  contenute  nei
Piani di sviluppo della rete d'accesso di Telecom  Italia  pubblicati
in ottemperanza agli Impegni e non venga  modellata  la  domanda  dei
servizi che utilizzano la rete d'accesso in fibra ottica (ad  esempio
bitstream simmetrico). 
    159. AIIP non condivide  la  modalita'  con  cui  l'Autorita'  ha
proceduto ad effettuare la stima  dell'andamento  della  domanda,  in
quanto basata soltanto su dati forniti da Telecom Italia. 
    Le valutazioni dell'Autorita' 
    160. L'Autorita' rileva  che  la  domanda  di  servizi  e'  stata
stimata tenendo conto  della  crescita  attesa  e  della  perdita  di
clienti a favore di altri operatori. I dati utilizzati per tale stima
sono  stati  richiesti  all'operatore  incumbent  ed  ai   principali
operatori alternativi; si e' tenuto conto, quindi, sia delle stime di
Telecom Italia - che sono coerenti con le  previsioni  contenute  nei
Piani di sviluppo  della  rete  d'accesso  -  sia  delle  indicazioni
fornite dagli altri operatori. Per  quanto  riguarda  i  servizi  che
utilizzano  la  rete  d'accesso  in  fibra  ottica   gia'   esistente
(bitstream simmetrico), essi non sono stati  considerati  all'interno
della domanda di servizi. L'Autorita' ritiene  che  tale  esclusione,
che risulta coerente con le scelte tecnologiche  fatte  nel  modello,
abbia un impatto trascurabile in virtu' dell'esiguo  numero  di  tali
accessi in fibra. 
    Il dimensionamento della rete 
    161.  Telecom   Italia   ritiene   che   l'approccio   utilizzato
dall'Autorita' per il calcolo della lunghezza dei cavi, basato  sulla
distanza (euclidea)  fra  le  centrali,  si  discosti  dall'approccio
scorched node e non sia in grado di cogliere le caratteristiche della
struttura territoriale ed urbanistica delle aree da servire.  Telecom
Italia aggiunge che tale approccio  porterebbe  ad  una  stima  della
lunghezza dei cavi incoerente con quella  degli  scavi  per  la  rete
secondaria determinata dal modello. Telecom Italia  ritiene  pertanto
che sia piu' appropriato utilizzare le effettive consistenze di  rete
in cavo,  ricorrendo  eventualmente  a  verifiche  di  efficienza  su
campioni di aree di centrale. L'operatore sostiene, inoltre,  che  il
modello  sovrastimi  la  lunghezza  del  segmento  di  rete  SDP-NTP,
contribuendo probabilmente ad una errata  quantificazione  dei  costi
della rete secondaria che, nel contesto italiano,  e'  caratterizzata
da  un  segmento  SDP-NTP  ridotto  e  da  un   elevato   numero   di
distributori. Telecom Italia ritiene, dunque, che il  modello  scelto
dall'Autorita' avrebbe dovuto prevedere una rete primaria piu' corta,
una rete secondaria piu' lunga, una rete di raccordo d'abbonato  piu'
corta e un numero  di  distributori  piu'  elevato.  Infine,  Telecom
Italia ritiene ragionevole il valore assunto  dall'Autorita'  per  il
rapporto di conversione definito  al  punto  43,  pur  rilevando  che
l'applicazione di tale valore alle consistenze di rete stradale possa
portare a risultati imprecisi, in quanto l'operatore ritiene  che  le
informazioni derivanti dal sistema cartografico usato  dall'Autorita'
non siano sufficientemente accurate. 
    162. Wind non condivide la  metodologia  di  dimensionamento  dei
cavidotti, dei tubi e delle palificazioni -  basata  sulla  lunghezza
stradale - utilizzata dell'Autorita'. Tale metodologia, a  parere  di
Wind, sarebbe incoerente con  quella  utilizzata  dall'Autorita'  nel
modello per la determinazione dei costi di terminazione fissa  di  un
operatore alternativo efficiente, nel  cui  ambito  si  utilizzo'  la
distanza euclidea tra centrali per la valutazione delle lunghezze dei
rilegamenti tra le stesse, dando luogo ad una sottostima  dei  costi.
Nella presente proposta  di  provvedimento,  invece,  la  metodologia
utilizzata determinerebbe, a parere di Wind, un incremento dei  costi
della   rete,   causando   una   discriminazione   metodologica   che
penalizzerebbe l'operatore alternativo. 
    163.  In  relazione  al  dimensionamento  della  rete,  AIIP  non
condivide il valore  di  1,8  adottato  come  tetto  al  rapporto  di
conversione, ritenendo che la duplicazione dei costi  di  scavo,  che
costituiscono la parte piu' consistente dei costi di  rete,  sia  non
razionale e contraria alla logica LRIC. 
    Le valutazioni dell'Autorita' 
    164.  Con  riferimento  alle  osservazioni  di  Telecom   Italia,
l'Autorita' evidenzia  che,  in  ottica  scorched  node,  il  modello
utilizza come input sia il numero, sia la posizione  effettiva  delle
centrali stadio di linea; l'approccio scorched  node,  tuttavia,  non
prevede che il numero e la  posizione  degli  armadi  o  distributori
siano dati, ma che siano valutati secondo una logica  di  efficienza.
L'Autorita' ritiene  pertanto  che  la  soluzione  adottata  risponda
pienamente alle caratteristiche di  un  modello  bottom  up  di  tipo
scorched node. 
    165. In merito all'osservazione di Wind riportata al  punto  162,
l'Autorita' precisa che il modello utilizza la distanza euclidea  fra
centrali per la stima della lunghezza dei cavi,  mentre  utilizza  la
lunghezza   stradale   (riconciliata   secondo    una    logica    di
efficientamento delle consistenze della rete di accesso) per la stima
della lunghezza delle opere di scavo.  Analogamente,  il  modello  di
terminazione citato da Wind utilizzava la distanza  euclidea  per  il
rilegamento  delle  centrali,  ma  al  tempo  stesso  utilizzava   le
consistenze degli operatori - e non valutazioni di tipo  “geometrico”
- per la stima dei  link  di  interconnessione.  L'Autorita'  inoltre
evidenzia che la metodologia di tipo “geometrico” e' stata utilizzata
per calcolare le distanze tra i nodi  dell'architettura  di  backhaul
utilizzata dal servizio di trasporto bitstream, in linea  con  quanto
fatto nel modello di terminazione fissa. L'Autorita' ritiene di  aver
utilizzato un approccio coerente ed  in  grado  di  dar  conto  delle
differenze esistenti fra reti di accesso e reti di trasporto. 
    166. In merito al rapporto di conversione, l'Autorita'  chiarisce
che il valore di 1,8 rappresenta solo un valore massimo  al  rapporto
fra la lunghezza degli scavi e la lunghezza del tracciato stradale  e
non il valore medio. 
    I costi unitari delle infrastrutture 
    167. Fastweb ritiene che i  prezzi  dei  lavori  di  scavo  e  di
palificazione utilizzati nel modello, essendo ricavati dai listini di
alcuni enti pubblici, non tengano conto degli sconti  e  dei  ribassi
d'asta solitamente applicati e quindi non siano in linea con i prezzi
effettivamente praticati dai fornitori.. 
    168. Anche Telecom Italia non  condivide  l'utilizzo  di  listini
ricavati da altri modelli e/o da altri enti e rileva che tali listini
presentano prezzi inferiori anche del 45% rispetto a quelli  presenti
nel capitolato tecnico di Telecom Italia ed assumono mix di posa  non
conformi ai criteri di progettazione da essa  adottati.  L'operatore,
difatti, ritiene che i  costi  di  realizzazione  degli  scavi  e  di
ripristino del  manto  stradale  siano  stati  calcolati  ipotizzando
configurazioni  “standard”,   che   spesso   sottostimano   i   costi
effettivamente sostenuti. 
    Le valutazioni dell'Autorita' 
    169. L'Autorita' ritiene la procedura utilizzata per la stima dei
prezzi delle opere civili, che  prevede  la  “riconciliazione”  delle
informazioni  fornite  da  Telecom  Italia  e  da  alcuni   operatori
alternativi con i prezzari adottati da alcuni enti pubblici, tra  cui
il Ministero delle Infrastrutture, fornisca sufficiente  garanzia  di
trasparenza ed  affidabilita'  alle  stime  dei  prezzi  delle  opere
civili. La riduzione dei prezzi apportata ad alcune voci di costo per
tener conto dei ribassi d'asta e' in linea con  quanto  riscontrabile
sul  mercato  per  questo  tipo  di  lavori.  Infine,  l'assenza   di
correttivi per tener  conto  di  eventuali  differenze  tra  costi  a
preventivo ed a consuntivo, giustificata al punto 40, contribuisce  a
rendere le stime dei costi di un operatore efficiente piu' precise. 
    170. In relazione al rilievo di Telecom Italia circa  l'eccessivo
livello dei ribassi applicati ad alcune voci di  prezzo,  l'Autorita'
precisa che nel modello sono stati  utilizzati  prezzi  inferiori  di
quelli riportati nei capitolati di Telecom Italia, di  una  quantita'
compresa tra il 40% ed il 46%, a seconda della tipologia di costo; in
media, cio' comporta una riduzione dei costi unitari pari  al  42,6%.
L'Autorita'  riconosce  che  questi  valori   sono   stati   ottenuti
ipotizzando una tipologia di scavo  che,  in  certi  casi,  puo'  non
corrispondere a quella adottata sul campo. Al fine  di  rappresentare
piu'  precisamente  il  livello  di  efficienza  raggiungibile  nella
realizzazione delle  opere  civili,  e'  percio'  ritenuto  opportuno
ridurre del 40% i corrispondenti  prezzi  riportati  nei  listini  di
Telecom Italia, anziche' del 42,6% come previsto  nella  proposta  in
consultazione.23 
    23 Si ritiene che il  valore  del  40%,  pari  al  valore  minimo
    dell'intervallo 40-46%, corrisponda ad un  significativo  livello
    di “efficientamento” del processo di  realizzazione  delle  opere
    civili. 
 
    I costi di manutenzione correttiva 
    171. Telecom Italia condivide  l'approccio  bottom-up  utilizzato
dall'Autorita' per la stima dei costi di manutenzione correttiva  che
ne prevede la  valorizzazione  sulla  base  del  costo  orario  della
manodopera, dei tempi e dei tassi di intervento. In merito  ai  tassi
di intervento, l'operatore ritiene che l'Autorita'  debba  confermare
che questi ultimi si riferiscono a tutti  gli  interventi  effettuati
sulla rete di accesso, includendo, quindi, sia gli interventi rivolti
alla clientela degli operatori alternativi, sia quelli  rivolti  alla
clientela dell'incumbent. Inoltre,  Telecom  Italia  ritiene  che  il
costo  della  manodopera  debba  essere   ottenuto   applicando   una
rivalutazione  dell'  1,5%,  pari  all'intero  valore  del  tasso  di
inflazione  indicato  nell'ultimo  DPEF,  ai  costi   di   manodopera
utilizzati per la  definizione  del  listino  di  co-locazione  2010.
Telecom Italia ritiene inoltre che, oltre ai  costi  di  manutenzione
correttiva,  debbano  esserle   riconosciuti   anche   i   costi   di
manutenzione  preventiva  necessari  a  mantenere  e  migliorare  gli
standard qualitativi della rete  ed  a  contenere  l'incidenza  della
manutenzione correttiva. 
    172. Fastweb, Vodafone, Tiscali e Wind rilevano che il  tasso  di
guasto della linea utilizzato per  la  valorizzazione  dei  costi  di
manutenzione correttiva debba essere prossimo  allo  zero  o,  almeno
allineato alla best practice europea, in quanto relativo ad una  rete
di accesso progettata e realizzata ex novo, quale  quella  ipotizzata
da un modello BU-LRIC. A questo proposito, Tiscali evidenzia  che  il
tasso di guasto della rete di BT registrato da Ofcom nel 2009 e' pari
a circa il 10%, il tasso di guasto della rete di Telefonica  e'  pari
al 16%, mentre quello della rete di Swisscom e'  pari  ad  appena  al
2,86%. AIIP fa presente invece che, in ottica prospettica, i tassi di
guasto dovrebbero essere quelli di una rete in fibra ottica e  quindi
piu' bassi di quelli ipotizzati nel modello. 
    173. In aggiunta, Fastweb, Tiscali  e  Wind  evidenziano  che  la
Relazione Annuale dell'Organo di Vigilanza riporta  per  il  2008  un
tasso di guasto pari al 14,1% e che il tasso obiettivo  per  il  2009
sia pari al 13,4%. Wind aggiunge che il tasso proposto  nello  schema
di provvedimento non e' in linea con quello  misurato  sulla  propria
rete ULL. 
    174.  Fastweb  ritiene  che  il  modello  debba  ipotizzare   una
riduzione progressiva del tasso di guasto della linea che  porti  nel
2012 ad un valore coerente con la  “best  practice  di  un  operatore
efficiente”. 
    175. Wind lamenta che i costi di  manutenzione  non  siano  stati
stimati applicando un mark-up al valore degli asset, metodologia  che
a suo dire e'  la  piu'  diffusa  per  la  valorizzazione  dei  costi
operativi. 
    176. BT e  Vodafone  precisano  che,  la  delibera  n.  14/09/CIR
stabilisce che - nel rispetto del principio di parita' di trattamento
-  la  valorizzazione  dei  costi   di   manutenzione   deve   essere
indipendente  dalla  tecnologia  utilizzata  e   dal   soggetto   che
acquisisce il servizio. Gli operatori rilevano pertanto che si  debba
utilizzare il tasso di guasto relativo a tutte le  linee  attive,  in
modo che il costo totale di manutenzione sia ripartito  uniformemente
su tutte le coppie in rame. Nello specifico, Vodafone ritiene che  il
costo medio  di  manutenzione  debba  essere  calcolato  come  media,
ponderata sulla base delle consistenze,  dei  costi  di  manutenzione
delle linee solo POTS, delle linee ADSL+POTS e delle linee solo ADSL. 
    177. Fastweb e Tiscali ritengono che i tempi  di  intervento  per
manutenzione correttiva proposti nello schema  di  provvedimento  non
siano coerenti  con  il  principio  di  efficientamento  dei  modelli
bottom-up LRIC. A questo proposito Tiscali rileva  che  il  tempo  di
intervento medio dovrebbe essere pari a circa 80 minuti. BT  aggiunge
che qualora i tempi riportati  nella  tabella  1  del  documento  non
includano l'efficientamento previsto al 2012,  l'Autorita'  dovrebbe,
analogamente a quanto fatto nell'ambito della delibera n.  69/08/CIR,
procedere ad un riesame dei tempi. 
    178. Fastweb, Tiscali e BT rilevano che il valore proposto  nello
schema  di  provvedimento  per  il  costo  della  manodopera   deriva
dall'applicazione  di  diversi  markup   al   costo   diretto   della
manodopera. A parere di tali  operatori  questa  metodologia  non  si
concilia con la logica di  un  modello  a  costi  prospettici  di  un
operatore efficiente, in quanto i valori sono ottenuti a  partire  da
una struttura di costo inefficiente e sono  incoerenti  con  i  reali
costi dell'attivita' in questione che e' svolta tramite il ricorso  a
ditte esterne  (c.d.  “System  Unico”).  Fastweb  ritiene  necessario
rivedere il costo della manodopera al fine di  allinearlo  alla  best
practice riscontrabile sul mercato italiano. 
    Le valutazioni dell'Autorita' 
    179. Preliminarmente, l'Autorita' intende chiarire che  il  tasso
di  intervento  utilizzato  per  la  valorizzazione  dei   costi   di
manutenzione correttiva del servizio di unbundling e'  un  indicatore
diverso dal tasso di guasto, piu'  volte  richiamato  nei  contributi
degli operatori alternativi. In particolare, il tasso  di  guasto  di
una linea,  per  definizione,  misura  la  frequenza  di  guasti  che
compromettono il  funzionamento  della  linea  fisica.  Il  tasso  di
intervento, diversamente, misura la frequenza  degli  interventi  dei
tecnici per ripristinare le funzionalita' della rete in relazione  ad
un  determinato  servizio  (fonia  e/o   ADSL)   e   risulta   essere
invariabilmente superiore al tasso di guasto. Un primo  elemento  che
differenzia le due tipologie di misurazioni risiede nel fatto che gli
interventi dei tecnici, evidentemente, possono  essere  molteplici  a
fronte di un singolo caso di guasto. Oltre a cio', si  evidenzia  che
il tasso di intervento  utilizzato  dall'Autorita'  si  riferisce  al
malfunzionamento dei servizi  che  sono  forniti  sulla  linea;  tali
malfunzionamenti possono riferirsi anche  ad  uno  solo  dei  servizi
offerti sulla linea e non esclusivamente ad un guasto della linea nel
suo complesso che  pregiudica  entrambi  i  servizi.  E'  necessario,
dunque, un intervento anche in assenza di un  guasto  completo  della
linea, quando, ad esempio, il servizio di fonia funziona,  mentre  il
servizio ADSL non funziona (in queste circostanze la linea continua a
funzionare, ma c'e' evidentemente necessita'  di  un  intervento  per
ripristinare il servizio ADSL). 
    180. Pertanto i tassi di guasto RTG ed ADSL misurati  da  Telecom
Italia per la clientela  retail  in  ottemperanza  alle  delibere  n.
254/04/CSP e n. 131/06/CSP, che si  riferiscono  ai  singoli  servizi
offerti sulla linea, non solo  non  tengono  conto  degli  interventi
ripetuti, ma escludono altre tipologie di guasti (quali, ad  esempio,
quelli verificatisi in attivazione) perche'  non  rilevanti  ai  fini
della misura della qualita' dei servizi forniti ai propri clienti  da
Telecom Italia.  Si  evidenzia,  inoltre,  che  il  tasso  di  guasto
indicato nella Relazione annuale 2010 dell'Organo di Vigilanza e'  il
tasso di guasto fonia (RTG) e si riferisce agli accessi al  dettaglio
di Telecom Italia. 
    181.  Con  riferimento   alla   metodologia   adottata   per   la
determinazione dei tassi di intervento usati nel modello, l'Autorita'
precisa che i valori sono stati ottenuti proiettando all'anno 2012 il
numero di interventi  -  differenziati  per  tipologia  di  clientela
(retail ed wholesale) e tipologia di servizio (POTS,  ISDN,  ADSL)  -
effettuati nel 2009 dalla divisione Open Access  di  Telecom  Italia.
Nel proiettare i dati, si e'  tenuto  conto  degli  “efficientamenti”
previsti nei piani di Telecom Italia e, in aggiunta, si e' ipotizzato
inoltre il ripristino delle parti in rame  maggiormente  soggette  ad
interventi. L'Autorita', avendo ipotizzato una corretta ed efficiente
configurazione dei degli elementi di rete,24 ritiene che  il  proprio
approccio sia coerente con l'approccio bottom-up. In  questa  logica,
la  stima  consente  di  escludere  qualsiasi  intervento  che  possa
derivare dalla mera  obsolescenza  impiantistica.  In  ogni  caso  il
livello di riduzione dei  tassi  ipotizzato  e'  superiore  a  quello
previsto dai piani di Telecom Italia  per  il  2010-2012,  in  quanto
ottenuto considerando un “ipotetico” ripristino  delle  funzionalita'
della rete in rame. 
    24 A mero titolo di esempio, si  e'  assunto  che  i  permutatori
    siano gestiti correttamente, gli armadi ed i  distributori  siano
    isolati e  protetti  correttamente  ed  i  pressurizzatori  siano
    perfettamente funzionanti. 
 
    182. L'Autorita', inoltre, precisa  che  essendo  il  prezzo  del
servizio di unbundling unico, ossia indifferenziato per  il  tipo  di
servizio che viene offerto al cliente finale (POTS, ISDN,  ADSL)  nel
rispetto del  principio  di  parita'  interna-esterna,  il  costo  di
manutenzione correttiva va ripartito in maniera uniforme su tutte  le
coppie in rame. Il costo medio unitario di manutenzione deve pertanto
risultare pari  alla  media  ponderata,  sulla  base  delle  relative
consistenze, dei costi unitari di manutenzione delle linee solo POTS,
delle linee  “ADSL+POTS”  e  delle  linee  solo  ADSL.  Si  noti,  in
aggiunta, che i prezzi  degli  interventi  tecnici,  riportati  nella
tabella  1,  si  differenziano  sulla   base   della   tipologia   di
guasto/servizio mentre, per semplicita', il modello calcola il  costo
di manutenzione utilizzando il solo  costo  dell'intervento  “POTS  +
ADSL (wholesale)”.25 
    25 Il modello, come rilevabile dalla versione pubblicata, calcola
    il costo totale di manutenzione delle linee ULL come prodotto del
    tasso  di  intervento,  delle  consistenze  ULL   e   del   costo
    dell'intervento  “POTS  +  ADSL  (wholesale)”.  Il  tasso   medio
    adottato  tiene  quindi  conto  implicitamente  delle  differenze
    esistenti nei costi di manutenzione al variare della tipologia di
    clientela e di servizio. 
 
    183. Sulla base delle considerazioni di cui ai  punti  precedenti
e' possibile  comprendere  come  il  tasso  di  intervento  calcolato
dall'Autorita' ed adottato nel modello per il servizio di  unbundling
sia difficilmente confrontabile con i tassi di guasto riportati dagli
operatori nei loro commenti. Il tasso calcolato, infatti, e' un tasso
che ha rilievo ai soli fini del modello per il calcolo del  costo  di
manutenzione correttiva (unico ed indipendente dal tipo di servizio). 
    184. Sulla  base  della  metodologia  descritta,  l'Autorita'  ha
calcolato per il 2012 un tasso medio di intervento per il servizio di
unbundling pari al 22,5%. Moltiplicando tale tasso per il  numero  di
linee totali e per il costo di un  intervento  si  ottiene  il  costo
complessivo annuale di manutenzione correttiva per tutti i servizi di
unbundling venduti internamente ed esternamente.  Il  valore  che  si
ottiene  tiene  conto  dell'incremento  dei  costi  di   manutenzione
correttiva derivante dall'aumento del  tasso  di  intervento  indotto
dall'incremento previsto al 2012 nel numero di linee sulle quali sono
attivi, in aggiunta ai servizi di telefonia, anche  i  servizi  ADSL.
Appare opportuno precisare che  il  tasso  di  intervento  ipotizzato
dall'Autorita' nel modello determina un  costo  di  manutenzione  per
linea che risulta ridotto di oltre il 10 % rispetto a quello  che  si
ottiene  ipotizzando  una  rete  caratterizzata  da  un  livello   di
efficienza paragonabile  a  quello  della  attuale  rete  di  Telecom
Italia, ossia mantenendo inalterati i costi di manutenzione per linea
POTS e per linea ADSL (precedentemente stimati  dall'Autorita'  nella
delibera n.  14/09/CIR  sulla  base  della  contabilita'  regolatoria
certificata), applicando il solo tasso  di  recupero  dell'inflazione
ipotizzato nel modello e la diversa distribuzione dei volumi prevista
nel 2012. Pertanto, il modello determina un efficientamento dei costi
di manutenzione correttiva al 2012 superiore al 10 %. 
    185. L'Autorita'  ritiene  che  l'approccio  descritto  ai  punti
precedenti sia riconducibile alla logica prospettica del modello,  in
quanto introduce numerosi efficientamenti, che  si  riflettono  nella
riduzione del tasso di intervento, alla attuale rete di accesso. Allo
stesso tempo, l'utilizzo delle consistenze di rete di Telecom  Italia
presenta il vantaggio di permettere una riconciliazione dei risultati
e di evitare di dar  luogo  a  risultati  non  rappresentativi  della
realta' osservata. 
    186. Tuttavia, al fine di incentivare Telecom  Italia  a  rendere
ulteriormente piu' efficiente la propria  rete,  l'Autorita'  ritiene
opportuno ridurre di due punti percentuali  il  tasso  di  intervento
fissato per il 2012, portandolo al valore di  20,5%.  Tale  ulteriore
efficientamento deriva dalla necessita' di  ridurre  l'impatto  degli
interventi  ripetuti  a  fronte  di  guasti   sulla   stessa   linea.
L'Autorita' osserva che  in  questo  modo  i  costi  di  manutenzione
correttiva risultano ridotti  di  oltre  il  20%  rispetto  a  quanto
risulterebbe dall'utilizzo, nel 2012, della rete attuale  di  Telecom
Italia. Si sottolinea inoltre che il tasso  del  20,5%  si  riferisce
all'anno 2012. Per quanto riguarda il costo di manutenzione per linea
determinato dal modello per il 2010, esso risulta inferiore di  quasi
il  18%  rispetto  a  quello  stimato   per   il   2009   nell'ambito
dell'approvazione dell'Offerta di Riferimento di Telecom Italia. 
    187. L'Autorita'  ritiene  che  il  modello  di  calcolo  risulti
affidabile, robusto ed in grado  di  rappresentare  i  costi  con  un
dettaglio non altrettanto facilmente conseguibile ricorrendo ad altre
soluzioni teoriche. L'approccio  adottato  e'  inoltre  coerente  con
l'analisi svolta dall'Autorita' nell'ambito delle recenti delibere di
approvazione delle Offerte di Riferimento di Telecom Italia (anche se
in ottica forward looking). 
    188. In merito ai tempi di esecuzione degli interventi, i  valori
adottati dal modello sono stati stimati sulla base dei dati  rilevati
dalla divisione Open Access per ciascuna tipologia di intervento.  Si
osserva che  tali  tempi,  essendo  indipendenti  dalle  inefficienze
dovute all'eventuale obsolescenza della rete legacy,  possono  essere
considerati gia' ragionevolmente efficienti. Analogamente, si ritiene
che il valore del costo orario della  manodopera  nel  modello  debba
essere coerente con quello stimato nell'ambito  dei  procedimenti  di
valutazione delle Offerte di Riferimento di Telecom Italia. 
    189. Applicando la medesima riduzione, in percentuale, del  tasso
di intervento per servizi di unbundling, indicata al punto 186, anche
al tasso di intervento per i servizi di shared  access,  si  ottiene,
per quest'ultimo, un valore pari al 12,76%  (rispetto  al  precedente
14%). 
    I costi di commercializzazione 
    190.  Telecom  Italia  ritiene  condive  il  mark  up   applicato
dall'Autorita' per il calcolo dei costi di commercializzazione. 
    191. Tiscali e Fastweb rilevano che i  costi  piu'  significativi
nell'ambito dell'attivita' della gestione commerciale degli OLO  sono
tutti costi di natura “fissa” (costi di negoziazione, definizione dei
contratti e gestione amministrativa), in quanto non variano,  se  non
in minima parte, al variare del numero di linee  ULL.  Pertanto,  gli
operatori ritengono improbabile  che  tali  costi  crescano  in  modo
proporzionale all'incremento del numero di linee, in quanto  ad  esso
non corrisponde un incremento delle relazioni commerciali  con  altri
OLO. 
    192. BT rileva che la metodologia proposta  non  sembra  coerente
con l'approccio prospettico e incrementale, essendo identica a quella
applicata nella valutazione delle Offerte di Riferimento 2008 e 2009,
in un quadro regolatorio di orientamento al costo basato sull'analisi
dei dati di Contabilita' Regolatoria. 
    193.  Vodafone,  infine,   ritiene   che   anche   i   costi   di
commercializzazione OLO debbano essere ripartiti,  nel  rispetto  del
principio di non discriminazione e  di  parita'  di  trattamento,  su
tutti i servizi che utilizzano  il  doppino  di  accesso,  inclusi  i
servizi forniti alle direzioni commerciali  di  Telecom  Italia,  non
attribuendo quindi ai soli operatori  alternativi  la  componente  di
prezzo relativa ai costi di gestione operatore. 
    Le valutazioni dell'Autorita' 
    194. Al fine  di  valorizzare  i  costi  di  commercializzazione,
l'Autorita' ritiene che sia corretto applicare un mark-up  sui  costi
del servizio; tale approccio e' spesso utilizzato  nei  modelli  LRIC
per la stima dei costi operativi di tipo congiunto. Per la stima  del
valore percentuale da applicare  come  mark-up,  l'Autorita'  ritiene
corretto utilizzare le stime  riportate  nelle  recenti  delibere  di
approvazione delle Offerte di Riferimento di Telecom Italia. La stima
effettuata in tali delibere, infatti, e' realizzata nel rispetto  del
principio dell'orientamento al costo; inoltre, essendo tale  voce  di
costo valutata sulla base delle informazioni relative alle  attivita'
della divisione wholesale di Telecom Italia, appositamente creata  in
tempi relativamente recenti ed ottimizzata per la commercializzazione
dei prodotti all'ingrosso, la  si  puo'  ritenere  una  buona  proxy,
attraverso l'applicazione di  un  mark-up  percentuale  unico  -  nel
rispetto del  principio  di  non  discriminazione  e  di  parita'  di
trattamento - dei  costi  di  commercializzazione  che  un  operatore
efficiente dovrebbe sostenere. 
    195. Con riferimento all'osservazione degli operatori alternativi
secondo cui risulta poco realistico che tali costi crescano  in  modo
proporzionale all'incremento del numero di linee, l'Autorita'  rileva
che tali  costi  in  realta',  nel  rispetto  del  principio  di  non
discriminazione  e  di  parita'   di   trattamento,   devono   essere
equivalenti a quelli che gravano su tutti i servizi che utilizzano la
rete di accesso, inclusi i servizi forniti alle direzioni commerciali
di Telecom Italia. Da questo punto di vista, ha senso che tali  costi
subiscano un lieve incremento  nel  passaggio  2010-2012,  in  virtu'
della lieve flessione nel numero  di  linee  di  accesso  della  rete
modellata (circa l'1,55%).  Per  tale  ragione,  l'Autorita'  ritiene
corretto calcolare il costo di commercializzazione come 7% del  costo
proposto in delibera per il canone unbundling per l'anno  2010  (8,70
€/mese) e ritenere che tale costo unitario aumenti in funzione  della
diminuzione del numero di  linee  totali  su  cui  e'  ripartito.  Si
ottengono in tal modo i valori della componente dei costi commerciali
per linea ULL, di seguito indicati: 
 

------------------------------------------
   Anno      Costi commerciali (euro/mese)
------------------------------------------
  2010                   0,609
------------------------------------------
  2011                   0,614
------------------------------------------
  2012                   0,618
------------------------------------------

 
    La metodologia di ammortamento 
    196. Telecom Italia condivide  l'adozione  della  metodologia  di
ammortamento tilted annuity, in quanto rappresentativa della economic
depreciation, tuttavia  ritiene  che  debbano  essere  utilizzate  le
stesse vite utili  dei  cespiti  adottate  nel  bilancio  di  Telecom
Italia. Infatti,  non  solo  il  modello  non  puo'  prescindere  dal
contesto di riferimento dell'operatore al quale viene  applicato,  ma
l'assunzione di vite utili differenti, alla luce del futuro  sviluppo
delle reti NGAN, e' al momento  difficoltosa  in  ragione  del  forte
grado di incertezza legato allo scenario futuro, che potrebbe portare
ad un allungamento delle vite utili per alcune tipologie di  cespiti,
e a una loro riduzione per altre tipologie. 
    197. Wind condivide la scelta  dell'Autorita'  di  utilizzare  la
metodologia di ammortamento tilted  annuity.  Fastweb  evidenzia  che
l'assunzione di considerare pari  a  zero  i  price  trend  di  fatto
trasforma la metodologia tilted  annuity  in  una  di  tipo  annuity,
determinando  una  contraddizione  tra  quanto  dichiarato  e  quanto
effettivamente implementato dall'Autorita'. 
    Le valutazioni dell'Autorita' 
    198. Con riferimento ai valori assunti per le  vite  utili  degli
asset di rete, l'Autorita' ritiene che, in coerenza  con  l'approccio
utilizzato per la definizione  del  modello,  tali  parametri  vadano
fissati in ottica bottom-up. Da questo punto di vista, si osserva che
alcuni dei valori proposti nel modello  risultano  congruenti  con  i
corrispondenti parametri adottati nel  bilancio  di  Telecom  Italia,
mentre altri sono differenti in quanto rappresentativi di una rete di
accesso che si ipotizza di costruire oggi. 
    199. Pur confermando che la tilted annuity, dal  punto  di  vista
metodologico, e' la scelta piu' corretta, l'Autorita' ritiene  che  i
costi delle infrastrutture di  rete  -  che  rappresentano  la  parte
rilevante dei costi  di  rete  -  non  varieranno  significativamente
nell'arco temporale di applicazione del network cap, in particolare i
costi delle opere civili, in quanto  si  presuppone  che  l'operatore
stipuli contratti di fornitura pluriennali con le aziende fornitrici.
L'Autorita' ritiene quindi corretta la scelta adottata di  fissare  a
zero i valori dei price trend. 
    La stima del trend di costo per la componente di backhaul 
    200. Telecom Italia condivide sia le  valutazioni  dell'Autorita'
in merito al modello BULRIC sviluppato per il calcolo del costo della
banda Ethernet, sia il trend  di  costo  ottenuto  (sub  cap  -8,60%)
risultante da due fattori contrapposti: l'aumento della copertura del
servizio broadband e del numero di punti di presenza della rete,  che
implica un aumento  dei  costi,  e  l'aumento  dei  volumi  di  banda
Ethernet, che implica una riduzione dei costi unitari. 
    201. Gli operatori Fastweb, BT, Vodafone e Wind  non  condividono
la  scelta  dell'Autorita'  di  utilizzare  i  dati  di  contabilita'
regolatoria ai fini della determinazione dei volumi e  dei  costi  di
trasporto su rete ATM. BT  osserva  che  l'utilizzo  dei  dati  delle
contabilita' regolatorie 2005-2008 e' inadeguato per un approccio  di
tipo  “prospettico”,  in  quanto  dovrebbe   essere   utilizzata   la
contabilita' regolatoria piu' recente (2009), una volta resa coerente
con la logica prospettica del modello. Gli operatori BT  e  Vodafone,
inoltre, osservano che non e' stata data trasparenza delle assunzioni
circa lo sviluppo della tecnologia Ethernet e circa l'utilizzo  delle
modalita' overlay o total replacement. 
    202. Vodafone ritiene che la stima del costo  della  banda  debba
essere fatta in funzione della  domanda  prevista  e  a  partire  dai
volumi aggregati di banda garantita, piuttosto che dal consumo  medio
del cliente. 
    203. Welcome Italia concorda  con  la  scelta  dell'Autorita'  di
diminuire il prezzo dei servizi che  si  avvalgono  della  tecnologia
Ethernet per incentivarne l'utilizzo, ma sottolinea la necessita'  di
garantire che il passaggio ad una rete piu' efficiente avvenga  senza
duplicazioni o incremento di costi per gli operatori alternativi, con
il mantenimento degli attuali 30 punti di interconnessione. 
    204. AIIP rileva che i prezzi della banda  bitstream  per  l'anno
2009, che costituiscono il punto di partenza  del  decalage  per  gli
anni 2010-2012, sono stati determinati seguendo  logiche  diverse  da
quelle del modello BU-LRIC, in quanto basate sulla stima della  banda
“consumata” sulla rete dell'incumbent dichiarata da Telecom Italia  e
non sulla base della quantita' di banda  effettivamente  configurata.
In relazione alla banda di  backhaul  in  tecnologia  Ethernet,  AIIP
ritiene che il suo scarso utilizzo da parte degli  operatori  sia  da
imputare alle onerose condizioni economiche  previste  per  l'uso  di
tale  banda,  nonostante  la  maggiore   efficienza   rispetto   alla
tecnologia  ATM.  In  particolare,  l'associazione  rileva   che   la
componente di trasporto bitstream fra nodo parent e nodo feeder,  che
dovrebbe essere orientata al costo, risulta essere invece soggetta  a
negoziazione commerciale, come si evince dell'Offerta di Riferimento;
cio' determina un ulteriore ostacolo per gli operatori alternativi al
passaggio alla tecnologia Ethernet. Inoltre, la numerosita' dei  nodi
feeder rende detto passaggio economicamente impegnativo. Infine, AIIP
sottolinea  che,  essendo  il  modello   oggetto   di   consultazione
finalizzato a ricostruire i costi di un operatore efficiente mediante
un'analisi prospettica,  dovrebbero  essere  considerati  soltanto  i
costi della connettivita' realizzata in tecnologia Ethernet. 
    Le valutazioni dell'Autorita' 
    205.  In  merito  alle  osservazioni  degli  operatori  circa  la
necessita' di adottare un modello bottom-up anche per  la  stima  dei
costi  della  banda  ATM,  l'Autorita'  ritiene  che,  essendo   tale
tecnologia ormai in dismissione,2 6 non sia opportuno  sviluppare  un
modello di costo prospettico di tipo bottom-up. Vista la  particolare
situazione di mercato descritta nella delibera in merito al  servizio
di backhaul, l'Autorita' ha ritenuto piu' ragionevole, per una  stima
prospettica  dei  costi  associati  a  tale  servizio,  adottare  una
metodologia  che  tenga  conto   dei   costi   reali   dell'operatore
notificato, sulla base delle piu'  recenti  contabilita'  regolatorie
certificate. L'Autorita' ha ritenuto, inoltre,  corretto  valutare  i
costi della tecnologia ATM considerando  l'andamento  dei  volumi  in
chiave prospettica, sebbene tale tecnologia sia  in  dismissione;  si
precisa che, nell'ipotesi in cui si fosse  considerato  l'effetto  di
riduzione dei volumi di banda ATM a causa della migrazione  verso  il
servizio Ethernet, il  prezzo  della  banda  ATM  sarebbe  con  buona
probabilita' diminuito meno marcatamente rispetto a quanto  stabilito
nella  proposta  di  delibera.  Allo  stesso  tempo,  l'Autorita'  ha
ritenuto che non sarebbe stato coerente con le  differenze  di  costo
esistenti tra le due tecnologie definire il medesimo vincolo  di  cap
per la banda Ethernet e la banda ATM. A tale  scopo,  l'Autorita'  ha
introdotto un sub cap sul  prezzo  della  banda  Ethernet,  calcolato
sulla base dei risultati di un modello di  costo  bottom-up  di  tipo
prospettico. A parere dell'Autorita', la metodologia adottata per  il
pricing della banda ATM, unita all'introduzione di un vincolo di  sub
cap per la banda Ethernet, incentiva la migrazione verso Ethernet per
gli operatori alternativi e al tempo stesso disincentiva  l'operatore
notificato a mantenere in vita una soluzione tecnologica (ATM) i  cui
costi  in  prospettiva  potrebbero  ridursi   meno,   o   addirittura
aumentare, rispetto a quanto previsto dal cap fissato. 
    26 Si rammenta che tale tecnologia e' stata sviluppata agli inizi
    degli anni '90  come  tecnologia  di  trasporto  a  pacchetto  da
    interfacciare con la tecnologia a circuito SDH. Gia' da vari anni
    essa e' stata sostituita nella rete core, mentre nella tratta  di
    backhaul tale tecnologia risulta in fase di dismissione a  favore
    di soluzioni Ethernet piu' efficienti. 
 
    206. In merito alle questioni sollevate da Welcome e  AIIP  circa
la necessita' di garantire che la  transizione  verso  la  tecnologia
Ethernet avvenga senza duplicazioni o incremento  di  costi  per  gli
operatori alternativi, anche a causa  di  disomogeneita'  topologiche
tra le architetture di rete Ethernet e ATM, l'Autorita'  ritiene  che
quanto stabilito nella delibera n. 731/09/CONS all'art. 62  comma  8,
in aggiunta ai vincoli di riduzione dei prezzi della banda Ethernet e
della banda ATM imposti nella presente delibera, possa  efficacemente
incentivare la migrazione degli operatori  verso  prodotti  bitstream
Ethernet. 
    207. In relazione alle richieste di Vodafone circa i volumi della
domanda utilizzati per la definizione dei prezzi, l'Autorita' ritiene
necessario mantenere la  coerenza  con  quanto  fatto  nelle  recenti
delibere di approvazione delle Offerte di Riferimento. 
 
    LE OSSERVAZIONI  DEGLI  OPERATORI  SUL  CALCOLO  DEI  VALORI  DEI
VINCOLI DI CAP 
 
    Servizi di accesso disaggregato 
    208. Telecom Italia non condivide  la  scelta  dell'Autorita'  di
fissare il vincolo di  cap  per  i  panieri  sulla  base  dei  valori
prodotti dal modello per l'anno 2012, e ritiene che i vincoli di  cap
di ciascun anno, specie per i panieri A ed E dei servizi  di  accesso
disaggregato, debbano essere definiti sulla base dei valori  prodotti
dal modello per ciascun singolo anno. A tal proposito, Telecom Italia
ha fornito un benchmark internazionale del canone ULL dei  paesi  che
hanno adottato una metodologia di costing di tipo LRAIC, mostrando la
loro evoluzione temporale dal 2006 al 2010. Il benchmark  di  Telecom
Italia evidenzia una sostanziale stabilita' nel tempo dei  prezzi,  i
cui  valori  medi  (media  aritmetica   e   media   ponderata   sulla
popolazione) risultano superiori  rispetto  ai  prezzi  sottoposti  a
consultazione. Telecom Italia ritiene quindi  che,  per  allineare  i
prezzi dell'ULL al livello degli altri  paesi  che  adottano  modelli
LRAIC, e nel rispetto dell'orientamento al costo BU-LRAIC di cui alla
delibera n. 731/09/CONS, i prezzi dell'ULL dovrebbero  scaturire  dal
modello in ciascun anno  di  applicazione  del  network  cap,  e  non
unicamente nel 2012. Telecom Italia ritiene,  anche  sulla  base  dei
risultati prodotti dal modello sviluppato dal proprio consulente, che
il modello dell'Autorita' dovrebbe individuare un valore  del  canone
di full unbundling al 2012 superiore a 9,67 €/mese.  Telecom  Italia,
inoltre, ritiene che i contributi ed i canoni relativi al servizio di
“unbundling dati” debbano essere inclusi nel paniere A dei servizi di
unbundling, in quanto l'andamento  del  costo  di  tale  servizio  e'
assimilabile a quello del servizio di full unbundling. Telecom Italia
ritiene che tutte le voci relative al contributo  per  intervento  di
fornitura a vuoto  previste  dal  listino  del  servizio  WLR  ed  al
contributo per  intervento  di  manutenzione  a  vuoto  previste  dal
listino del servizio WLR e dal listino dei servizi bitstream  debbano
essere inserite nel paniere A dei servizi  di  ULL,  non  sussistendo
alcuna differenza fra questi servizi. 
    209.  Gli  operatori  alternativi  evidenziano  delle  criticita'
metodologiche nel calcolo delle tre componenti di  costo  del  canone
mensile per i servizi di ULL - costo per la  rete  di  distribuzione,
costo per la manutenzione correttiva e costi commerciali di  gestione
operatori - individuate nello schema di provvedimento, in  quanto  il
modello BU-LRIC sottoposto a consultazione calcola  esclusivamente  i
costi relativi alla  prima  componente,  mentre  l'Autorita'  propone
metodologie diverse per la determinazione delle altre due  componenti
di costo. 
    Le valutazioni dell'Autorita' 
    210. In merito alle osservazioni di Telecom  Italia,  l'Autorita'
ribadisce quanto gia' affermato al punto 81, circa la  necessita'  di
prevedere una variazione dei prezzi graduale cosi' da distribuire nel
tempo gli effetti  della  variazione  della  metodologia  di  pricing
adottata dall'Autorita'. Con riferimento ai contributi ed  ai  canoni
del  servizio  di   unbundling   dati,   l'Autorita'   ne   condivide
l'inclusione nel paniere A  dei  servizi  di  unbundling,  in  quanto
l'andamento del costo di tale servizio e' assimilabile a  quello  del
servizio di full unbundling. In merito ai contributi  per  intervento
di fornitura a vuoto, l'Autorita' ritiene che questi  vadano  inclusi
nei panieri dei corrispondenti servizi a cui  si  riferiscono,  ossia
che il contributo riferito al servizio WLR debba essere inserito  nel
paniere B dei servizi WLR,e che  i  contributi  riferiti  ai  servizi
bitstream debbano essere inclusi nei panieri A e B dei corrispondenti
servizi bitstream, come specificato nella delibera n. 731/09/CONS. 
    211. In merito  alle  osservazioni  degli  operatori  alternativi
circa le criticita' metodologiche, si ribadisce quanto gia' precisato
in  risposta  alle  osservazioni  generali  degli  operatori   (punti
114-120). 
    212. Sulla base delle valutazioni di cui ai  punti  precedenti  e
delle variazioni apportare ai costi di rete, ai costi di manutenzione
correttiva ed ai costi commerciali, l'Autorita' stima  un  valore  al
2012 del canone mensile  del  servizio  di  unbundling  pari  a  9,48
euro/mese. La  variazione  percentuale  annuale  del  paniere  A  dei
servizi di accesso disaggregato risulta  pertanto  piu'  contenuta  e
pari a 3,74 %. Analogamente a  quanto  stabilito  nella  proposta  di
consultazione, appare opportuno contenere la  variazione  dei  prezzi
nel primo anno,  applicando  al  paniere  A  le  seguenti  variazioni
percentuali: 2,47 % per l'anno 2010, 5,06 % per l'anno 2011,  3,74  %
per l'anno 2012. Pertanto, i valori del canone  che  ne  scaturiscono
sono: 8,70 euro/mese a partire dal 1° maggio 2010, 9,14  euro/mese  a
partire dal 1° gennaio 2011 e, come gia' specificato, 9,48  euro/mese
a partire dal 1° gennaio 2012. 
    Servizi di accesso a banda larga 
    213. Telecom  Italia  condivide  sia  la  metodologia  utilizzata
dall'Autorita' per definire i prezzi dei servizi  bitstream,  sia  la
riduzione di  prezzo  pari  ad  1,31%  della  componente  di  accesso
bitstream su linea condivisa  ritenendola,  anche  se  non  derivante
dall'applicazione di un modello BU-LRAIC, coerente con  la  riduzione
del 7,29% del  canone  del  servizio  di  shared  access  basata  sui
risultati del modello BU-LRAIC, e con  l'ipotesi  di  invarianza  dei
costi dei DSLAM. Telecom Italia non condivide invece l'inclusione del
canone della  componente  di  accesso  bitstream  su  linea  dedicata
(naked) nel paniere A dei servizi bitstream, in  quanto  ritiene  che
cio' comporti una riduzione eccessiva  dei  contributi  inseriti  nel
paniere,  determinando  un  andamento  dei  prezzi  di  tali  servizi
discordante rispetto ai cap imposti per  i  medesimi  contributi  nei
panieri dei servizi  ULL  e  WLR.  Telecom  Italia  ritiene  pertanto
necessario fissare, per il paniere A del bitstream, un cap pari  alla
media ponderata dei  sub-cap  relativi  alla  componente  di  accesso
asimmetrico su linea dedicata ed al canone di  accesso  bitstream  su
linea condivisa. 
    214. Telecom Italia ritiene che  gli  apparati  in  sede  cliente
(modem ed ADM) debbano essere esclusi dal paniere B del bitstream  ed
in generale  dal  meccanismo  di  network  cap,  in  quanto  elementi
opzionali  dell'offerta  acquistabili  liberamente  sul  mercato.  In
merito al paniere C del servizio di backhaul, Telecom Italia  ritiene
che esso debba contenere anche i prezzi dei  canoni  della  banda  di
trasporto ABR da DSLAM al nodo Parent ATM sul VC (e non  solo  quelli
sul  VP)  ed  i  contributi  di  variazione  dei  VC  ABR.  A  parere
dell'operatore, il servizio Ethernet con Cos=3, presente nell'Offerta
di Riferimento 2010, dovrebbe invece essere soggetto a network cap  a
partire dal 2011, seguendo il vincolo imposto per il  paniere  C  dei
servizi bitstream. Analogamente, l'operatore ritiene che i servizi di
banda multicast debbano essere soggetti a network cap solo a  partire
dal  2011.  Infine,  Telecom  Italia  fa  presente  che  il  servizio
bitstream con interconnessione al DSLAM ATM del paniere D non e' piu'
offerto a causa dell'end of sale dell'apparato DSLAM ATM. 
    215.  Gli  operatori  alternativi  ed  AIIP  ritengono  che   sia
necessaria una maggiore omogeneita' nella fissazione  dei  prezzi  di
partenza dei servizi  di  accesso  a  banda  larga.  In  particolare,
Vodafone sostiene che, l'adozione dei prezzi  2009  quali  valori  di
partenza per l'applicazione  del  meccanismo  di  network  cap  possa
essere legittimo per i servizi ULL e bitstream,  i  cui  prezzi  2009
sono stati determinati sulla base del principio dell'orientamento  al
costo, ma non per i servizi WLR e naked bitstream, i cui prezzi  2009
sono stati determinati sulla base del principio retail minus. Per  la
definizione del prezzo della componente di accesso  bitstream  naked,
secondo i soggetti  intervenuti,  l'Autorita'  dovrebbe  definire  un
prezzo di partenza basato sulla valutazione  dei  costi  sottostanti;
tale prezzo, a parere di AIIP e degli operatori BT, Fastweb,  Tiscali
e Vodafone dovrebbe essere pari alla differenza  tra  il  canone  del
servizio ULL ed il canone del servizio shared access per l'anno 2009. 
    216. In relazione al prezzo del canone  dei  servizi  di  accesso
bitstream condiviso, BT e Vodafone ritengono che esso dovrebbe essere
scomposto nelle diverse categorie di costo che lo compongono  (shared
access, costo DSLAM, costi di manutenzione e  costi  commerciali)  al
fine di applicare a ciascuna di esse  il  relativo  cap.  Alla  prima
componente, gli operatori propongono di applicare il transfer  charge
dal mercato 4  che  risulta  dal  modello  di  costo.  Per  le  altre
componenti di costo, essi propongono di applicare una variazione  che
esprima  i  recuperi  di  efficienza  ottenibili.  Tiscali,   invece,
suggerisce di applicare al canone bitstream condiviso il medesimo cap
previsto per la componente shared access, pari a -7,29%. 
    217.  AIIP,  facendo  riferimento  ad  un  proprio   modello   di
ricostruzione dei costi bottomup, ritiene che  i  costi  dell'accesso
bitstream su linea condivisa ATM o Ethernet ed il costo  della  banda
di  backhauling  su  Ethernet  dovrebbero  essere  significativamente
inferiori quelli proposti dall'Autorita'. 
    Le valutazioni dell'Autorita' 
    218. In merito al valore iniziale  dei  prezzi  da  adottare  per
l'applicazione  del  network  cap,  l'Autorita',  nell'utilizzare  il
valore  2009,  ha  applicato  quanto  stabilito  nella  delibera   n.
731/09/CONS per tutti i servizi considerati, al fine di garantire una
transizione graduale dei prezzi verso i  valori  finali.  L'Autorita'
precisa, inoltre, che nell'adottare il network cap ha inteso  fornire
certezza regolamentare al mercato e mantenere  inalterati  i  livelli
“relativi”  dei  prezzi  dei  servizi  wholesale  di  Telecom  Italia
stabiliti negli ultimi anni,2 7  nel  rispetto  del  principio  della
ladder of investment. A  tal  fine,  nello  schema  di  provvedimento
sottoposto a consultazione  pubblica,  l'Autorita'  ha  applicato  ai
canoni dei servizi ULL, WLR e naked bitstream il medesimo vincolo  di
variazione dei prezzi ed ha, come chiarito al punto 94, mantenuto  la
differenza di prezzo tra il canone della linea dedicata ed il  canone
dell'unbundling al livello 2009. Si precisa inoltre che,  sebbene  il
prezzo  2009  del  canone  naked  sia  stato  fissato  applicando  un
meccanismo di tipo  retail  minus,  il  valore  del  minus  e'  stato
stabilito dall'Autorita' con la delibera n. 249/07/CONS tenendo conto
del livello dei costi e nel rispetto del principio  della  ladder  of
investement (ossia considerando le differenze di prezzo  tra  i  vari
servizi wholesale di Telecom Italia). 
    27 A tal riguardo, si rammenta che nel documento ERG  “Report  on
    price consistency in upstream broadband markets”, ERG (09) 21, si
    precisa che: “Not only the absolute level of the wholesale prices
    is important, but also the level  at  which  the  prices  of  the
    wholesale offers, compared to each other and to  the  incumbents'
    retail offers, are set”. 
 
    219. Con riferimento alle osservazioni di Telecom Italia circa la
necessita' di rivedere il valore dei vincoli di cap stabiliti per  il
paniere A dei servizi di accesso a larga banda,  l'Autorita'  ritiene
che cio' che rileva nell'applicazione del meccanismo del network  cap
e' il vincolo complessivo imposto per il paniere, che deve  esprimere
il livello di efficienza complessivo che l'operatore  incumbent  deve
raggiungere nella fornitura dei servizi in  oggetto.  In  tal  senso,
l'Autorita' ritiene congruo il valore  della  variazione  dei  prezzi
stabilita per il paniere A dei servizi in oggetto. 
    220. Sulla base delle considerazioni di cui ai punti  precedenti,
l'Autorita'  conferma  l'impostazione   seguita   nello   schema   di
provvedimento sottoposto a  consultazione  pubblica  in  merito  alla
determinazione dei vincoli di cap dei  servizi  di  accesso  a  banda
larga. Tuttavia, al fine di tener conto delle variazioni apportate ai
valori di cap per il paniere A dei servizi  di  accessi  disaggregato
(punto 212), sono state applicate delle variazioni ai valori  di  cap
per i servizi di accesso  a  banda  larga.  In  particolare,  per  il
paniere A, la variazione percentuale annuale da  applicarsi  per  gli
anni 2010, 2011 e 2012 risulta pari a -1,10 %, mentre il  valore  del
sub-cap previsto per  il  servizio  di  accesso  bitstream  su  linea
dedicata per i medesimi anni risulta pari a 1,73 %. Analogamente,  la
variazione percentuale annuale da applicarsi al  paniere  B  per  gli
anni 2010, 2011 e 2012 risulta pari a -1,10 %. Si osserva che,  sulla
base dei nuovi valori proposti per i vincoli  di  cap,  l'effetto  di
riduzione dei prezzi dei contributi - evidenziato da  Telecom  Italia
al punto 213 - risulta inferiore rispetto alla precedente proposta. 
    221. In merito ai commenti di  Telecom  Italia  circa  i  servizi
inclusi nei panieri dei  servizi  di  accesso  a  larga  banda  e  la
modalita'  di  applicazione  del  network  cap   per   l'anno   2010,
l'Autorita'  chiarira'  le  questioni   sollevate   nell'ambito   del
procedimento di approvazione dell'Offerta di Riferimento  di  Telecom
Italia per i servizi di accesso a banda larga all'ingrosso. 
    Servizi WLR 
    222. Telecom Italia concorda con l'Autorita' su quanto  stabilito
nella delibera n. 731/09/CONS circa la fissazione per  i  canoni  del
servizio WLR del medesimo cap applicato al paniere A dei  servizi  di
ULL. 
    223. Secondo gli operatori  alternativi  (Fastweb,  BT,  Tiscali,
Vodafone, Wind) e' necessario che  venga  determinato  un  valore  di
partenza per il servizio WLR che scaturisca da un'analisi  dei  costi
sottostanti di un operatore efficiente  nonche'  da  una  valutazione
dell'andamento di tali costi nel tempo, anziche' dall'applicazione di
un meccanismo retail minus che, per definizione, non e' orientato  al
costo. Wind osserva che gli aumenti di prezzo derivanti dai valori di
partenza adottati dall'Autorita' renderebbero le offerte  di  Telecom
Italia non replicabili nelle aree non ULL, nell'ipotesi che il canone
retail di Telecom Italia rimanga lo stesso. 
    224. Gli stessi operatori, inoltre, non condividono la  decisione
dell'Autorita'  di  differenziazione  del  prezzo  sulla  base  della
tipologia dell'utente destinatario del servizio (residenziale  e  non
residenziale), in quanto anche  questa  decisione  deriverebbe  dalla
precedente metodologia retail minus e non da un'accurata analisi  dei
costi sottostanti. Tiscali evidenzia che la scelta di fissare  prezzi
orientati  ai  costi  e'  inconciliabile  con  l'applicazione  di  un
principio  di   discriminazione   dei   prezzi   sulla   base   delle
caratteristiche della clientela. BT rileva che in nessuno  dei  Paesi
che hanno utilizzato un modello di costo di tipo  bottom-up  ai  fini
della determinazione del prezzo del servizio WLR (Francia,  Spagna  e
Regno Unito) e' vigente una differenziazione del prezzo tra  servizio
WLR per clientela residenziale e non residenziale. 
    225. Secondo Fastweb, l'unica differenziazione riscontrabile  nei
costi e' quella inerente i canoni associati alle differenti tipologie
di  accesso  (POTS,  ISDN  BRA,  ISDN  PRA)  per  i  quali   potranno
correttamente essere fissati opportuni prezzi differenziati. 
    Le valutazioni dell'Autorita' 
    226. In merito alla scelta dei valori  iniziali  dei  prezzi  per
l'applicazione  del  network  cap,  l'Autorita',  per   le   medesime
motivazioni evidenziate al punto 218 per i servizi di accesso a banda
larga, ritiene  corretto  rispettare  le  previsioni  della  delibera
n.731/09/CONS, utilizzando i prezzi approvati per  l'anno  2009  come
punto di partenza. Si ricorda inoltre che, come per la valorizzazione
del prezzo del naked bitstream, il valore del minus per  il  servizio
WLR e' stato stabilito dall'Autorita' con la delibera n.  33/06/CONS,
nel rispetto del principio della ladder of investment, e tenuto anche
conto  dei  costi   sottostanti.   Analogamente,   in   merito   alla
differenziazione  dei  prezzi   dei   servizi   WLR   per   clientela
residenziale e non  residenziale,  l'Autorita'  conferma  l'approccio
adottato nello schema di provvedimento in consultazione, che rispetta
le previsioni della delibera n.731/09/CONS circa  l'applicazione  del
network cap per i servizi WLR. 
    Considerazioni generali sui valori dei vincoli di cap 
    227. Fastweb e Vodafone  osservano  che,  per  i  servizi  ULL  e
bitstream, l'inserimento in un unico paniere sia dei  canoni  mensili
che dei contributi una tantum determina  l'aumento  generalizzato  di
tutte le componenti, in assenza di alcun legame con l'evoluzione  dei
costi sottostanti. Al fine  di  perseguire  obiettivi  di  efficienza
nella fornitura dei servizi  associati  a  ciascuna  componente,  gli
operatori propongono la fissazione di specifici  vincoli  di  sub-cap
per i relativi contributi  una  tantum  caratterizzati  da  riduzioni
programmate  di  efficienza  (X  negative)  per  tutto  il   triennio
2010-2012, oppure - analogamente a quanto gia' previsto per il WLR  -
la definizione di uno specifico paniere per i contributi  una  tantum
per il quale fissare un fattore (X) in riduzione. 
    Le valutazioni dell'Autorita' 
    228.  L'Autorita'  intende  rispettare  quanto  stabilito   nella
delibera  n.  731/09/CONS  in  merito  all'inclusione  nel   medesimo
paniere, per i servizi ULL e bitstream,  dei  canoni  mensili  e  dei
contributi una tantum, in quanto cio' che rileva maggiormente  e'  la
variazione  complessiva  imposta  ai  prezzi  dei  prodotti  di   uno
specifico mercato nel suo insieme.  Si  fa  inoltre  presente  che  i
contributi relativi al mercato n. 4 subiscono un aumento per  effetto
dell'aumento  del  canone  ULL,  mentre  al  contrario  i  contributi
riferibili al mercato n. 5 subiscono una diminuzione. 
 
    LE OSSERVAZIONI DEGLI OPERATORI  SULLA  VERIFICA  DELLA  QUALITA'
DELLA RETE D'ACCESSO DI TELECOM ITALIA (ART. 5) 
 
    229. Telecom Italia ritiene che l'applicazione dei vincoli di cap
proposti dall'Autorita' non  possa  in  alcun  modo  dipendere  dalla
preventiva verifica del rispetto di indicatori relativi  ai  processi
di attivazione dei servizi ed ai processi di esercizio e manutenzione
della rete in rame, in quanto cio' minerebbe il vantaggio di certezza
regolamentare legato all'applicazione di un meccanismo pluriennale di
controllo dei prezzi. Inoltre, Telecom Italia ritiene  di  non  poter
essere condizionata ad una verifica della qualita' per gli anni  2010
e 2011, considerato che solo nel 2012 potra' applicare il prezzo  che
scaturisce dall'applicazione del modello e  vedersi  riconosciute  le
risorse  necessarie  per  garantire  la  predetta  qualita'.  Secondo
Telecom  Italia,  inoltre,  il  meccanismo  di  cui  all'art.  5   e'
asimmetrico e non proporzionato poiche' riferito alle sole variazioni
in aumento dei prezzi, non  e'  coerente  ne'  con  gli  esiti  delle
analisi di mercato ne' con  le  risultanze  del  modello  e  contiene
indicatori non pertinenti ai prezzi dei doppini in rame.  L'operatore
evidenzia che gli strumenti degli obiettivi di qualita' del  servizio
universale e dei  servizi  Internet  a  larga  banda  (sanciti  dalle
delibere nn. 254/04/CSP e 131/06/CONS) gia' consentono  all'Autorita'
di incentivare Telecom Italia al miglioramento della  qualita'  della
rete di accesso in rame, in quanto, in caso di mancato raggiungimento
degli obiettivi di qualita' individuati, l'Autorita' ha il potere  di
erogare opportune sanzioni. 
    230. Fastweb, Vodafone, Tiscali e  Welcome  ritengono  utile,  in
linea generale, prevedere la  misurazione  e  il  monitoraggio  degli
indicatori di qualita' e performance dei processi di  delivery  e  di
assurance dei servizi di  accesso  di  Telecom  Italia,  al  fine  di
condizionare l'applicazione degli incrementi di prezzo alle  verifica
del raggiungimento di obiettivi di qualita'  e  ammodernamento  della
rete.  Tuttavia,  essi   evidenziano   che   l'attuale   formulazione
dell'articolo 5, seppur condivisibile in termini  di  macro-categorie
di  indicatori  da  monitorare   e   misurare,   se   non   declinata
puntualmente, sia in termini metodologici per la misurazione dei KPI,
sia di fissazione di adeguati KPO, rischierebbe di essere  inefficace
rispetto all'obiettivo proposto. In particolare, BT  rileva  che:  i)
non sono stati fissati dei valori obiettivo che gli indicatori devono
raggiungere; ii) non e' stato stabilito a quale periodo  devono  fare
riferimento gli indicatori ne' quando devono  essere  predisposti  da
Telecom Italia e inviati all'Autorita'; iii) non  e'  indicato  quali
valutazioni vengono effettuate nel caso che uno o piu' indicatori non
raggiungano gli obiettivi di qualita' fissati. Inoltre,  BT  sostiene
che i parametri  che  verranno  utilizzati  dall'Autorita'  non  sono
adeguati a dare evidenza “del grado di ammodernamento della  rete  in
ottica NGN” in quanto riferiti a  processi  e  a  situazioni  tipiche
della  rete  tradizionale  in  rame,  come  risulta  evidente   dalla
tipologia di indicatori individuati. 
    231. Fastweb propone, per ciascun indicatore di cui  all'articolo
5 dello schema di provvedimento, una metodologia di calcolo ed uno  o
piu' valori obiettivo. E' opinione di Fastweb che gli  indicatori  di
cui all'art. 5 della delibera debbano essere misurati e monitorati  a
prescindere dalla decisione  finale  che  l'Autorita'  intraprendera'
sull'evoluzione dei  prezzi  dei  servizi  wholesale,  in  quanto  e'
evidente che  la  qualita'  e  le  performance  dei  servizi  offerti
rappresentano degli indicatori chiave  per  assicurare  l'adempimento
sostanziale e non solo formale all'obbligo di fornitura del servizio.
L'operatore Wind, analogamente, fornisce una propria  proposta  circa
la definizione di alcuni indicatori ed i relativi  valori  obiettivo.
Tiscali e BT ritengono inoltre necessario rendere pubblico ed  aperto
alla partecipazione degli OLO il  processo  di  definizione  puntuale
degli indicatori, dei valori  di  partenza  e  degli  obbiettivi  che
dovranno essere imposti annualmente a Telecom Italia. 
    232. Welcome Italia presenta  alcuni  commenti  sugli  indicatori
elencati all'art. 5 dello schema  di  delibera.  In  particolare,  in
relazione alla percentuale di rifiuti, l'operatore sostiene  che,  in
caso di saturazione della  rete,  Telecom  Italia,  per  il  servizio
asimmetrico, non fornisce tempi di previsione per la risoluzione  del
problema, dichiarando di non avere piani di sviluppo della  rete  per
l'ADSL.  Welcome  Italia  condivide  la  necessita'   di   verificare
l'effettiva apertura delle  centrali  dichiarate  sature  da  Telecom
Italia, poiche' ritiene che, negli ultimi mesi, si  sia  alterata  la
competizione  sui  servizi  erogati  ai  clienti   finali   a   causa
dell'improvvisa  impossibilita'  per  gli  operatori  alternativi  di
commercializzare la  propria  offerta  in  determinate  aree  in  cui
Telecom Italia non e' disposta ad investire nella rete  in  rame,  ma
dove comunque propone servizi ai clienti. In merito alla durata media
del  tempo  di  “fuori  servizio”,  Welcome  Italia   suggerisce   di
monitorare il numero di casi fuori SLA, che  ritiene  sia  l'elemento
piu' significativo per la verifica della disponibilita' del  servizio
e dei tempi di ripristino. Relativamente al numero di  degradi  sulla
linea di  accesso,  Welcome  Italia  evidenzia  la  problematica  dei
degradi derivanti dalla saturazione della  tratta  di  backhauling  e
quindi  l'inottemperanza  contrattuale  di   Telecom   Italia   nella
fornitura della “banda minima garantita” (l'MCR  nella  rete  ATM)  a
livello VP. 
    233. Secondo gli operatori BT, Tiscali e  Wind  la  decisione  di
applicare la verifica di qualita' solo a partire dal 1° gennaio 2011,
che esprime implicitamente un giudizio di adeguatezza della  qualita'
e dell'ammodernamento della rete, e' priva di  giustificazione.  Wind
ritiene che l'Autorita', avendo a disposizione i dati relativi ai  KO
di attivazione  gia'  per  l'anno  2009  nell'ambito  del  Gruppo  di
monitoraggio degli Impegni, possa effettuare una verifica  anche  per
l'anno 2010 e subordinare gli eventuali aumenti a tali prestazioni. 
    234. Tiscali e Wind propongono di  estendere,  per  analogia,  il
principio sancito nel comma 1 dell'art. 5 anche al caso  in  cui  per
almeno uno degli indicatori di qualita'  si  dovesse  evidenziare  un
peggioramento della qualita' del servizio, introducendo la previsione
di un decremento dei prezzi in caso di un  riscontrato  peggioramento
della qualita'. 
    Le valutazioni dell'Autorita' 
    235. In merito alle osservazioni di Telecom  Italia,  l'Autorita'
ritiene che la soluzione  di  condizionare  gli  aumenti  dei  prezzi
previsti dal modello alla  verifica  delle  prestazioni  offerte  sia
coerente con  l'approccio  bottom-up  LRIC  in  quanto  incentiva  al
miglioramento della qualita' e dell'efficienza della rete di accesso.
Inoltre, la trasparenza  dei  criteri  che  verranno  utilizzati  per
effettuare le  operazioni  di  verifica  e'  in  grado  di  apportare
comunque i vantaggi in termini di certezza regolamentare associati al
meccanismo di  programmazione  pluriennale  dei  prezzi.  L'Autorita'
ritiene che la soluzione proposta possa integrare in maniera efficace
gli strumenti  relativi  agli  obiettivi  di  qualita'  del  servizio
universale e dei servizi Internet a larga banda. 
    236. Prendendo atto delle osservazioni degli  operatori  e  delle
criticita'  sollevate  in  merito  alla  definizione  puntuale  degli
indicatori e  dei  relativi  valori  obiettivo,  l'Autorita'  ritiene
opportuna una semplificazione del meccanismo  proposto,  al  fine  di
garantire che la verifica - preventiva all'entrata  in  vigore  degli
aumenti delle tariffe - in relazione ai miglioramenti conseguiti  nei
livelli di qualita' della rete ed al suo grado di ammodernamento, sia
tempestiva ed efficace. In tal senso,  si  sono  privilegiati  quegli
indicatori maggiormente coerenti  con  la  metodologia  del  modello,
correlati alla qualita' ed all'ammodernamento della rete  di  accesso
in rame, e per i quali vi sono sia una  metodologia  di  misurazione,
sia informazioni quantitative che rendono  possibile  una  tempestiva
attivita'  di  verifica.  Pertanto,  si  ritiene  necessario   basare
l'applicazione del meccanismo di verifica su di un sottoinsieme degli
indicatori  previsti  nello   schema   di   provvedimento   posto   a
consultazione. In particolare, gli indicatori sono: 
      a) percentuale dei rifiuti, sul totale  delle  richieste  degli
      operatori,  motivati  da  problematiche  inerenti  la  rete  di
      accesso (i c.d. KO di rete); 
      b) stato di avanzamento dei  programmi  di  rinnovamento  della
      rete in rame (manutenzione preventiva); 
      c) numero di guasti segnalati per i quali si e' reso necessario
      un intervento  on  field,  rapportato  al  totale  delle  linee
      attive. 
    Con riferimento agli indicatori a) e b), l'Autorita' ritiene  che
la metodologia da adottare per la loro misurazione  debba  essere  la
medesima prevista nell'ambito dei gruppi di Impegni n. 1 e  n.  5  di
Telecom Italia. In relazione all'indicatore  c)  (tasso  di  guasto),
esso dovra' riferirsi alla clientela wholesale e retail  dei  servizi
di accesso di Telecom Italia ed essere indipendente  dalla  tipologia
di servizio fornita.  La  metodologia  da  utilizzare  dovra'  essere
coerente con  quella  applicata  in  ottemperanza  alla  delibera  n.
254/04/CSP. 
    237.  In  merito  alle   osservazioni   degli   operatori   circa
l'applicazione della verifica di  qualita'  solo  a  partire  dal  1°
gennaio 2011, l'Autorita' osserva che, avendo definito una variazione
dei prezzi piu' contenuta per il primo anno, si e'  posticipata  agli
anni successivi, in cui il controllo di qualita'  verra'  effettuato,
la parte piu' significativa degli  aumenti  risultanti  dal  modello.
Prevedendo l'applicazione della verifica di qualita' solo  dal  2011,
l'Autorita' ha inoltre inteso garantire  all'operatore  incumbent  il
tempo necessario  a  recepire  il  meccanismo  di  incentivazione  ed
intervenire efficacemente nel miglioramento della propria rete. 
    238.  In  merito  all'osservazione  di  Tiscali  e   Wind   circa
l'estensione del principio sancito nel  comma  1  dell'art.  5  della
proposta di provvedimento,  l'Autorita'  ritiene  che  essa  non  sia
giustificata in quanto il meccanismo di pricing prevede sia prezzi in
diminuzione,  sia  prezzi  in  aumento.  Nel   caso   di   variazioni
percentuali dei prezzi in diminuzione, il meccanismo del network  cap
impone implicitamente all'operatore regolamentato  il  raggiungimento
di livelli superiori di efficienza produttiva. Nel caso di variazioni
percentuali dei prezzi in aumento, il meccanismo della verifica della
qualita' dei servizi  di  accesso  impone  in  maniera  esplicita  il
raggiungimento di livelli superiori di qualita' produttiva. Nel  caso
in cui si riscontri un peggioramento della qualita' del servizio, gli
obblighi in capo a Telecom Italia circa gli obiettivi di qualita' del
servizio universale  e  dei  servizi  Internet  a  larga  banda  sono
sufficienti, a parere dell'Autorita', a garantire il  ripristino  dei
livelli previsti. 
 
    LE OSSERVAZIONI DEGLI OPERATORI SULLA STIMA DEL WACC 
 
    Considerazioni generali 
    239. Telecom Italia condivide in linea  generale  la  metodologia
impiegata dall'Autorita'  per  il  calcolo  del  costo  del  capitale
(WACC). Di contro, Fastweb, Tiscali e  BT  rilevano  che  la  formula
proposta nel documento posto a consultazione differisce da quella che
l'Autorita' ha utilizzato in tutte le passate  occasioni  in  cui  ha
determinato il valore del WACC.  Secondo  i  suddetti  operatori,  la
motivazione adottata dall'Autorita' per la variazione della  formula,
ossia la necessita' di tenere conto delle  modifiche  in  materia  di
reddito  d'impresa  apportate  dalla  legge  finanziaria  2008,  “non
sarebbe realistica in quanto la legge finanziaria del  2008  modifica
solo il criterio in base al quale quantificare l'entita' degli  oneri
deducibili dalla  base  imponibile,  mentre  la  deducibilita'  degli
interessi passivi era gia' prevista”. A parere di Fastweb  e  Tiscali
la modifica della metodologia di calcolo del WACC avrebbe un  impatto
notevole, in rialzo, sul valore del costo del capitale. 
    240. In merito  al  periodo  di  validita'  del  WACC,  AIIP  non
concorda con la decisione dell'Autorita' di mantenere un valore fisso
per  tutto  il  triennio  di   riferimento,   considerata   l'elevata
variabilita' dei tassi di riferimento e propone, quindi, di impiegare
un valore variabile del WACC da rivedere a  inizio  di  ciascun  anno
oggetto del price cap. 
    Le valutazioni dell'Autorita' 
    241.  Prima  di  procedere  ad  una  valutazione  delle   singole
osservazioni degli operatori sulla metodologia adottata per la  stima
del costo medio ponderato del capitale, l'Autorita' precisa che tutti
gli elementi del WACC (costo del capitale proprio, costo del capitale
di debito e struttura finanziaria) sono stati stimati sulla  base  di
informazioni quantitative  riguardanti  l'operatore  Telecom  Italia.
Piu' precisamente, sebbene l'Autorita' abbia fatto riferimento ad una
struttura finanziaria  nozionale  (ossia  riferita  ad  un  operatore
efficiente), non  essendo  quest'ultima  sostanzialmente  diversa  da
quella effettiva di Telecom Italia, sia il costo del capitale proprio
(ed in particolare  la  stima  del  beta)  che  il  WACC  sono  stati
calcolati tenendo conto - in generale - della  struttura  finanziaria
di Telecom Italia. 
    242. In ogni caso, la metodologia utilizzata dall'Autorita',  che
prevede il deleveraging del beta,  e'  in  grado  di  far  fronte  ai
problemi derivanti da  un  eventuale  scostamento  tra  la  struttura
finanziaria di Telecom Italia e la  struttura  finanziaria  nozionale
(si  veda  il  paragrafo  18  dell'Allegato  C   alla   delibera   n.
121/10/CONS). 
    243. Con riferimento alle osservazioni di Fastweb, Tiscali e  BT,
l'Autorita' precisa che la formula utilizzata per il calcolo del WACC
(supra Allegato C, formula [5]) tiene conto del fatto che  in  Italia
il reddito d'impresa e' soggetto principalmente a due imposte, l'IRES
e l'IRAP, i cui regimi fiscali differiscono oltre che per le aliquote
- recentemente modificate dalla finanziaria 2008  -  per  la  diversa
base imponibile. A differenza del regime  fiscale  dell'IRES,  quello
dell'IRAP non consente la deducibilita' degli oneri  finanziari,  ne'
del costo del personale. Per tale ragione, al fine di determinare  la
corporate tax non e' possibile sommare le due aliquote  e  utilizzare
la formula classica del WACC (supra  Allegato  C,  formula  [4]).  Di
conseguenza, si e' ritenuto  opportuno  trasformare  la  formula  [4]
nella formula [5].  Quest'ultima  utilizza  l'aliquota  IRES  per  il
calcolo  del  costo  del  debito  post  tax28  e  un'aliquota   media
complessiva per il calcolo del pre-tax WACC.  Se  entrambi  i  regimi
fiscali prevedessero la  deducibilita'  degli  oneri  finanziari,  td
sarebbe uguale a T e la [5] assumerebbe la stessa forma della [4]. In
conclusione, l'Autorita' ritiene che la  formula  [5]  del  documento
posto a consultazione, sebbene diversa da quella  utilizzata  finora,
sia idonea a risolvere il problema del differente regime fiscale  del
reddito d'impresa ed a calcolare correttamente il pre-tax WACC di  un
operatore  di   telecomunicazioni.   Per   quanto   riguarda   invece
l'osservazione di AIIP, l'Autorita' precisa che la  stima  del  WACC,
essendo  stata  effettuata  in   un'ottica   forward   looking,   sia
rappresentativa del costo del capitale  di  un  operatore  che  opera
efficientemente per tutto il periodo di riferimento  dell'analisi  di
mercato e di conseguenza non necessita di aggiustamenti periodici. 
    28 Tale imposta, prevedendo, nel rispetto di  alcuni  limiti,  la
    deducibilita' degli oneri finanziari, riduce di  fatto  il  costo
    del debito dopo le imposte (post tax cost of debt). 
 
    La stima del Risk-free rate 
    244.  Telecom  Italia  ritiene   che   il   rendimento   corrente
dell'indice benchmark non sia un indicatore idoneo per la  stima  del
rendimento di un'attivita' priva  di  rischio  in  un'ottica  forward
looking. Telecom Italia ritiene che il tasso  risk  free  debba  fare
riferimento   al   valore   dell'indice   “Italy   Sovereign   Curve”
considerando il tasso decennale forward a una particolare scadenza da
essa indicata. Al contrario, Wind ritiene necessario  considerare  un
risk  -free  rate  piu'   basso   rispetto   a   quello   individuato
dall'Autorita', effettuando il  calcolo  sulla  base  dei  rendimenti
effettivi lordi dei BTP  (o  di  titoli  europei  confrontabili)  con
scadenza a 36  mesi,  in  coerenza  con  la  durata  del  periodo  di
validita' delle analisi di mercato. 
    Le valutazioni dell'Autorita' 
    245. Con riferimento alle osservazioni di Telecom Italia riguardo
alla stima del risk- free rate, l'Autorita' ritiene che il rendimento
corrente (spot) dell'indice benchmark  riferito  a  titoli  di  stato
italiani con scadenza  decennale  sia  una  proxy  significativa  del
rendimento di un'attivita' priva  di  rischio  in  un'ottica  forward
looking, dal momento che racchiude tutte le aspettative future su  un
investimento a lungo termine effettuato oggi. Il rendimento forward a
x anni indica invece  quale  sara',  presumibilmente,  il  rendimento
corrente a x anni da oggi. Si tratta, quindi di  una  previsione  del
rendimento spot di un investimento effettuato tra x anni. Poiche'  la
stima del costo del capitale deve essere effettuata prospetticamente,
l'Autorita' ritiene che  il  rendimento  spot  dell'indice  benchmark
costituisca l'indicatore piu' idoneo a tal fine. Con riferimento alle
osservazioni  di  Wind,   l'Autorita'   ritiene   che   prendere   in
considerazione il rendimento di un titolo di stato con scadenza a  36
mesi, sebbene coerente con la durata del periodo di  validita'  delle
analisi di  mercato,  non  rispecchierebbe  la  durata  tipica  degli
investimenti in una rete di telecomunicazioni. Pertanto,  l'Autorita'
considera opportuno utilizzare il  rendimento  dei  titoli  di  Stato
italiani con scadenza decennale, dal momento che gli investimenti  in
una rete di telecomunicazioni sono in linea di massima investimenti a
lungo termine. 
    246. In conclusione, l'Autorita' conferma che  il  rendimento  di
un'attivita' priva di rischio sia pari al 3,9%. 
    La stima del beta 
    247. Telecom Italia ritiene che la stima del beta dovrebbe essere
corretta secondo la formula di Blume al fine di  ottenere  una  stima
prospettica. 
    248. Wind, BT e Tiscali non concordano con l'Autorita'  circa  la
stima di un unico valore per il beta di  Telecom  Italia.  Secondo  i
suddetti  operatori,  il  valore  del  beta  e'  sovrastimato  avendo
l'Autorita' adottato un valore che riflette il  rischio  dell'azienda
nel suo complesso e non della sola divisione di  rete  d'accesso;  il
rischio  di  quest'ultima  dovrebbe   essere   inferiore   a   quello
complessivo. 
    Le valutazioni dell'Autorita' 
    249.  Per  quanto  riguarda  l'osservazione  di  Telecom  Italia,
l'Autorita' fa presente che la correzione del beta di tipo  Blume  si
basa sul presupposto che il beta di un'impresa tenda a convergere nel
tempo verso il beta del mercato, ossia ad un valore pari ad uno. Allo
stato attuale, tuttavia, non pare vi siano validi studi empirici  che
dimostrino tale tendenza anche per le public  utility.  Anzi,  se  si
considera  che  le  imprese  che  operano  in  settori  regolamentati
generalmente sono caratterizzate da un rischio sistematico  inferiore
a quello di mercato, il  beta  potrebbe  non  convergere  verso  uno.
Infine, l'aggiustamento di tipo Blume  si  sarebbe  potuto  applicare
solo se la stima del beta fosse stata eseguita con uno stimatore OLS.
Poiche' la stima  del  beta  e'  stata  eseguita,  per  tenere  conto
dell'autocorrelazione  seriale,  con   lo   stimatore   Newey   West,
l'aggiustamento di tipo Blume avrebbe, probabilmente, comportato  una
perdita di significativita' della stima. 
    250. Con riferimento alle osservazioni di  Wind,  BT  e  Tiscali,
l'Autorita' precisa che la scelta di calcolare un unico beta e' stata
dettata da considerazioni di carattere operativo, in quanto la  stima
di tanti beta quante sono  le  attivita'  svolte  da  Telecom  Italia
sarebbe  stata  di  difficile  implementazione,  non   essendo   tali
attivita'  quotate  separatamente.  Le  numerose  assunzioni  che  si
renderebbero  necessarie  a  tal  fine,  a   parere   dell'Autorita',
potrebbero compromettere  la  significativita'  della  stima  stessa.
Inoltre, si fa presente  che  allo  stato  attuale  solo  l'Autorita'
inglese (OFCOM) ha stimato due  beta  differenti  (uno  per  la  rete
d'accesso  e  l'altro  per  le  restanti  attivita'  di  BT),  mentre
l'Autorita'  francese  (ARCEP)  ha  rivisto  la  stima  del  WACC   -
precedentemente basata su due differenti valori del beta, uno per  le
attivita' di  accesso  di  France  Telecom  e  uno  per  le  restanti
attivita' - determinando un unico valore. 
    251. Alla luce delle considerazioni  di  cui  sopra,  l'Autorita'
ritiene opportuno calcolare un unico  beta,  senza  effettuare  alcun
tipo di correzione e conferma il valore stimato nel documento posto a
consultazione pari a 0,85. 
    La stima dell'ERP 
    252. Con riferimento alla stima dell'Equity Risk  Premium  (ERP),
Telecom  Italia,  ritiene  che  sarebbe   opportuno   prendere   come
riferimento, non solo lo studio di Dimson del 2007,  ma  anche  altri
studi accademici, tra cui quello di  Fernandez  del  2009,29  nonche'
tenere conto degli effetti della recente crisi  finanziaria.  30  Per
quanto riguarda quest'ultimo aspetto, secondo Telecom Italia  sarebbe
opportuno considerare un incremento di 20 punti percentuali  dell'ERP
stimato. 
    29 P. Fernandez, “Market Risk Premium used in 2008 by Professors:
    a survey with 1.400 answers”, IESE Business School Working  Paper
    Series, SSRN n. 1344209, 16 April 2009. 
    30 Il lavoro di Fernandez si basa su un'indagine effettuata  agli
    inizi del 2009 e consistente in un'intervista a 7.550 esperti del
    settore. All'indagine hanno risposto 1.309 docenti  universitari,
    cui l'autore ha aggiunto 96 risposte di  un'indagine  precedente.
    La domanda cui e' stato chiesto di rispondere era: Qual e'  l'ERP
    utilizzato  nelle  analisi  effettuate  nel  2007?  I  principali
    risultati mostrano che l''ERP medio usato dai professori  europei
    e' stato pari al 5,3%, contro un 6,3% dei colleghi statunitensi. 
 
    Le valutazioni dell'Autorita' 
    253. Con riferimento  alle  osservazioni  di  Telecom  Italia  in