LA CONFERENZA UNIFICATA 
 
  Nella odierna seduta del 16 dicembre 2010: 
  Visto l'art. 9, comma 2, lettera  c)  del  decreto  legislativo  28
agosto 1997, n.  281,  in  base  al  quale  la  Conferenza  Unificata
promuove e sancisce accordi tra Governo, Regioni, Province, Comuni  e
Comunita' Montane, al fine di coordinare l'esercizio delle rispettive
competenze  e  svolgere  in  collaborazione  attivita'  di  interesse
comune; 
  Visti gli Accordi sanciti in Conferenza Stato-Regioni -  Rep.  atti
n. 57/CSR del 25 marzo 2009 e Rep. atti n. 76/CSR dell'8 luglio  2010
- tra il Governo, le Regioni e  le  Province  autonome  di  Trento  e
Bolzano sulle linee progettuali per l'utilizzo da parte delle Regioni
delle risorse vincolate ai sensi dell'art.  1,  commi  34  e  34-bis,
della legge 23 dicembre 1996, n.  662,  per  la  realizzazione  degli
obiettivi di carattere prioritario e di  rilievo  nazionale  relativi
agli anni 2009 e 2010 che prevedono rispettivamente al punto 9  (anno
2009) e 8  (anno  2010)  la  tutela  della  maternita'  e  promozione
dell'appropriatezza del percorso nascita; 
  Visto il Patto per la Salute 2010-2012, siglato il 3 dicembre  2009
con una Intesa tra Governo, le Regioni e Province autonome di  Trento
e di Bolzano - Rep. atti n. 243/CSR del 3 dicembre 2009 che  prevede,
tra l'altro, la riorganizzazione delle reti regionali  di  assistenza
ospedaliera; 
  Vista la nota del 3 novembre 2010, con la quale il Ministero  della
salute ha inviato, ai fini del perfezionamento di un apposito Accordo
in questa Conferenza un documento concernente «Linee di indirizzo per
la promozione ed il miglioramento della qualita', della  sicurezza  e
dell'appropriatezza  degli  interventi  assistenziali  nel   percorso
nascita e  per  la  riduzione  del  taglio  cesareo»,  diramato  alle
Regioni, Province autonome ed Autonomie locali in  data  10  novembre
2010; 
  Considerato che, nel corso della riunione tecnica svoltasi in  data
dicembre 2010, rappresentanti delle  Regioni  si  sono  riservate  di
condurre al riguardo  ulteriori  approfondimenti  e  di  inviare  una
proposta di modifica del documento indicato in oggetto; 
  Rilevato  che,  nel  corso  della  predetta  riunione  tecnica,  il
rappresentante dell'ANCI ha richiamato l'attenzione sulla  necessita'
di prevedere un rafforzamento del sostegno integrato  socio-sanitario
alle situazioni post -partum piu' problematiche; 
  Vista la nota pervenuta in data 15 dicembre 2010, con la  quale  il
Ministero della salute ha inviato lo schema di  Accordo  indicato  in
oggetto, rappresentando che il medesimo e'  stato  condiviso  con  la
Regione Veneto, Coordinatrice della Commissione salute; 
  Vista la nota in data 15 dicembre 2010, con la  quale  la  predetta
nuova versione e' stata trasmessa alle Regioni, Province  autonome  e
Autonomie locali, 
  Vista la nota pervenuta in pari  data,  con  la  quale  la  Regione
Veneto,  coordinatrice  della  Commissione  salute,   ha   comunicato
l'assenso tecnico sul documento  in  oggetto  in  oggetto  nel  testo
diramato con la predetta lettera in data 15 dicembre 2010; 
  Acquisito, nel corso dell'odierna seduta,  l'assenso  del  Governo,
dei Presidenti delle Regioni e delle  Province  Autonome,  dell'ANCI,
dell'UPI e dell'UNCEM; 
 
                          Sancisce accordo 
 
tra il Governo, le Regioni e gli Enti Locali nei seguenti termini: 
  Premesso che: 
    il decreto legislativo n. 502/1992 e successive modificazioni  ed
integrazioni, indirizza le azioni del  Servizio  sanitario  nazionale
verso il rispetto del principio di appropriatezza e la individuazione
di  percorsi  diagnostici  terapeutici  e  linee  guida;   stabilisce
l'adozione in  via  ordinaria  del  metodo  della  verifica  e  della
revisione della qualita' e della quantita' delle prestazioni  al  cui
sviluppo devono risultare funzionali i  modelli  organizzativi  ed  i
flussi informativi dei soggetti erogatori; 
    il decreto  del  Presidente  della  Repubblica  14  gennaio  1997
«Approvazione dell'atto di indirizzo e coordinamento alle  Regioni  e
Province autonome  di  Trento  e  Bolzano  in  materia  di  requisiti
strutturali, tecnologici  ed  organizzativi  minimi  per  l'esercizio
delle attivita'  sanitarie  da  parte  delle  strutture  pubbliche  e
private», definisce le attivita' di valutazione e miglioramento della
qualita' in termini metodologici e prevede tra i  requisiti  generali
richiesti alle strutture pubbliche e  private  che  le  stesse  siano
dotate di un insieme di attivita' e procedure relative alla gestione,
valutazione e miglioramento della qualita'; 
    il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 29  novembre
2001«Definizione dei Livelli  Essenziali  di  Assistenza»  indica  la
necessita' di individuare percorsi diagnostico-terapeutici sia per il
livello di cura ospedaliera, sia per quello ambulatoriale; 
    il  decreto  del  Presidente  della  Repubblica  7  aprile   2006
Approvazione del Piano sanitario nazionale 2006-2008,  individua  gli
obiettivi da raggiungere per attuare la garanzia  costituzionale  del
diritto alla salute e degli altri diritti sociali e civili in  ambito
sanitario, ed in particolare il punto 4.4, si prefigge la  promozione
del Governo  clinico  quale  strumento  per  il  miglioramento  della
qualita' delle cure per i pazienti e per lo sviluppo delle  capacita'
complessive e dei capitali del  Servizio  sanitario  nazionale,  allo
scopo di mantenere  standard  elevati  e  migliorare  le  performance
professionali del personale, favorendo  lo  sviluppo  dell'eccellenza
clinica; 
    in particolare il Piano sanitario nazionale  2006-2008  individua
al punto  51  «La  salute  nelle  prime  fasi  di  vita,  infanzia  e
adolescenza»,  la  riduzione   del   ricorso   al   taglio   cesareo,
raggiungendo il valore del 20%, in linea con i valori  medi  europei,
attraverso la definizione di Linee Guida nazionali per  una  corretta
indicazione al taglio  cesareo,  l'attivazione  di  idonee  politiche
tariffarie per scoraggiarne il ricorso improprio; 
    il documento preliminare  informativo  sui  contenuti  del  nuovo
Piano sanitario nazionale 20102012 prevede al punto 12.1 che  saranno
analizzati gli aspetti relativi alla sicurezza e  alla  umanizzazione
del parto, al ricorso alla  partoanalgesia  e  alla  diminuzione  dei
tagli cesarei, alla promozione e sostegno dell'allattamento al  seno,
alla razionalizzazione della rete dei punti nascita  e  delle  Unita'
Operative  pediatriche-neonatologiche  e  delle   Terapie   Intensive
Neonatali, al trasporto materno e neonatale. 
  Considerato che: 
    l'eccessivo ricorso al taglio  cesareo  ha  portato  l'Italia  ad
occupare il primo posto tra  i  Paesi  Europei,  superando  i  valori
europei   riportati   nel   rapporto   Euro-Peristat   sulla   salute
maternoinfantile del dicembre 2008. L'Italia detiene  la  percentuale
piu' elevata pari al 38%, seguita dal Portogallo con  il  33%  mentre
tutti gli altri Paesi presentano percentuali  inferiori  al  30%  che
scendono al 15% in Olanda e al 14%  in  Slovenia.  In  Italia  si  e'
passati dall'11,2% del 1980 al 29,8% del 1996 ed al  38,4%  del  2008
con notevoli variazioni per area geografica (23,1% in  Friuli-Venezia
Giulia  e  61,9%  in  Campania)  e  presenza  di  valori  piu'  bassi
nell'Italia  settentrionale  e  piu'   alti   nell'Italia   centrale,
meridionale; 
    i dati disponibili confermano,  per  quanto  riguarda  il  taglio
cesareo e,  in  generale  l'assistenza  in  gravidanza  e  al  parto,
l'aumento in Italia del ricorso a  una  serie  di  procedure  la  cui
utilita' non e' basata su evidenze scientifiche e non e' sostenuta da
un reale aumento delle condizioni di rischio.  Il  loro  utilizzo  e'
spesso     totalmente     indipendente     dalle      caratteristiche
socio-demografiche delle donne e dalle loro condizioni cliniche ed e'
invece associato principalmente alla disponibilita'  delle  strutture
coinvolte e alla loro organizzazione; 
    in  Italia,  nel  2008,  sono  stati  effettuati  circa   220.000
interventi di taglio cesareo, con un costo  umano  ed  economico  non
trascurabile: il rischio di morte materna e'  infatti  di  3-5  volte
superiore rispetto al parto vaginale e la  morbosita'  puerperale  e'
10-15 volte superiore; 
    i punti nascita con un numero di parti inferiori a 500, privi  di
una  copertura  di   guardia   medicoostetrica,   anestesiologica   e
medico-pediatrica attiva h24, rappresentano ancora una quota  intorno
al 30% del totale e sono presenti, in  particolar  modo,  nell'Italia
centrale e meridionale. In tali  strutture  il  numero  di  parti  e'
esiguo (la media e' inferiore ai 300 parti/anno) e  rappresenta  meno
del 10% dei parti totali. 
  In queste unita' operative, deputate all'assistenza  del  parto  in
condizioni di fisiologia, dove  sarebbe  ragionevole  attendersi  una
minore prevalenza di  patologie,  si  eseguono  piu'  cesarei  (50%),
mentre nelle unita' operative piu' grandi e di livello superiore dove
c'e' concentrazione elevata di patologia,  il  tasso  di  cesarei  e'
molte volte inferiore, sebbene la variabilita' sia ampia; 
    accanto  alle  classiche  indicazioni  cliniche,   assolute   e/o
relative,  materne  e/o  fetali,  coesistono,  con   sempre   maggior
frequenza e con un  ruolo  importante,  indicazioni  non  cliniche  o
meglio non  mediche,  alcune  delle  quali  riconducibili  a  carenze
strutturali,   tecnologiche   ed    organizzativofunzionali,    quali
organizzazione  della  sala  parto,   preparazione   del   personale,
disponibilita' dell'equipe  ostetrica  completa,  del  neonatologo  e
dell'anestesista h24, unitamente a convenienza del  medico,  medicina
difensiva, incentivi finanziari. 
  Si conviene: 
    il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano
condividono  la  consapevolezza  della  rilevanza  per   un   sistema
sanitario di alta qualita' e  vicino  alle  esigenze  dei  cittadini,
della necessita' di attuare, nel  triennio  2010-2012,  un  Programma
nazionale di interventi, che tenga conto, al  fine  di  una  coerente
complementarita'  delle  azioni  all'interno  di  tutto  il  Percorso
Nascita, di quanto contenuto negli Accordi ai sensi dell'art.  4  del
decreto legislativo 28 agosto  1997,  n.  281,  tra  il  Governo,  le
Regioni e le Province  autonome  di  Trento  e  Bolzano  sulle  linee
progettuali per l'utilizzo  da  parte  delle  Regioni  delle  risorse
vincolate ai sensi dell'art. 1, commi 34 e  34-bis,  della  legge  23
dicembre 1996, n.  662,  per  la  realizzazione  degli  obiettivi  di
carattere prioritario e di rilievo nazionale relativi agli anni  2009
e 2010, nel Progetto Obiettivo Materno Infantile del 24  aprile  2000
per quanto attiene al percorso nascita, nel Piano sanitario nazionale
vigente, negli atti  regionali  al  riguardo,  nonche'  nell'emanando
Piano sanitario nazionale 2010-2012; 
      il Governo, le Regioni e  le  Province  autonome  di  Trento  e
Bolzano si impegnano a sviluppare un Programma nazionale,  articolato
in 10 linee di azione, per la promozione ed  il  miglioramento  della
qualita', della  sicurezza  e  dell'appropriatezza  degli  interventi
assistenziali nel percorso nascita e  per  la  riduzione  del  taglio
cesareo. Tali linee, complementari  e  sinergiche,  sono  da  avviare
congiuntamente a livello nazionale, regionale e locale; 
    le  10  linee   di   azione   riportate   piu'   dettagliatamente
nell'allegato tecnico, che costituisce parte integrante del  presente
accordo, sono: 
  1) Misure di politica sanitaria e di  accreditamento  (Allegati  1a
-1b - 1c, parti integranti del presente Accordo): 
    razionalizzazione/riduzione progressiva  dei  punti  nascita  con
numero di parti inferiore a 1000/anno, prevedendo  l'abbinamento  per
pari complessita' di attivita' delle UU.O.O.  ostetrico-ginecologiche
con  quelle  neonatologiche/pediatriche,   riconducendo   a   due   i
precedenti tre livelli assistenziali; 
    attivazione, completamento  e  messa  a  regime  del  sistema  di
trasposto assistito materno (STAM) e neonatale d'urgenza (STEN); 
    adozione, laddove gia' non previsto dalle normative regionali  in
materia,   di   procedure   di   autorizzazione   ed   accreditamento
istituzionale   delle   strutture   sulla   base   dei   criteri   di
individuazione  dei  requisiti  relativi  ai  differenti  livelli  di
assistenza ostetrica  e  neonatale,  compreso  la  definizione  delle
risorse umane sulla base dei carichi di lavoro, per le  varie  figure
professionali coinvolte nel processo assistenziale; 
    strategie    di    incentivazione/disincentivazione    economica,
incentrate su rimodulazione tariffaria e abbattimento oltre soglia di
appropriatezza; 
    adeguamento delle reti  consultoriali  regionali  secondo  quanto
stabilito dalla legge n. 34/1996 ed adeguamento degli organici; 
    presenza di obiettivi specifici nella valutazione  dei  direttori
generali, dei direttori di dipartimento e di U.O.C. 
  2) Carta dei Servizi per il percorso  nascita  (Allegato  2,  parte
integrante del presente Accordo): 
    sviluppare, nell'ambito delle Aziende sanitarie in cui e'  attivo
un punto nascita, una Carta dei servizi  specifica  per  il  percorso
nascita, in cui, in conformita' ai principi di qualita', sicurezza  e
appropriatezza siano contenute indicazioni riguardanti almeno: 
      informazioni generali sulla operativita' dei servizi; 
      informazioni relative alle modalita' assistenziali  dell'intero
percorso nascita; 
  informazioni  sulle  modalita'  per  favorire  l'umanizzazione  del
percorso nascita; 
      informazioni sulla rete  sanitaria  ospedaliera-territoriale  e
sociale per il rientro a domicilio della madre e del neonato  atta  a
favorire le dimissioni protette,  il  sostegno  dell'allattamento  al
seno ed il supporto psicologico. 
  3) Integrazione territorio-ospedale (Allegato 3,  parte  integrante
del presente Accordo): 
    garantire la  presa  in  carico,  la  continuita'  assistenziale,
l'umanizzazione della nascita attraverso l'integrazione  dei  servizi
tra territorio ed ospedale e la realizzazione  di  reti  dedicate  al
tema materno-infantile sulla base della programmazione regionale; 
    prevedere  percorsi  assistenziali  differenziati  favorendo   la
gestione delle gravidanze fisiologiche presso i consultori; 
    assicurare l'utilizzo di una cartella  gravidanza-parto-puerperio
integrata territorioospedale; 
    promuovere   l'adozione   di   strumenti   di   collegamento    e
comunicazione tra le diverse strutture ospedaliere e territoriali; 
    garantire la diffusione di corsi di accompagnamento alla  nascita
sul territorio in collaborazione con i punti nascita; 
    favorire  dimissioni  protette  delle  puerpere  e  dei   neonati
promuovendo  il  ritorno  al  territorio  (consultorio  familiare   e
pediatra di libera scelta). 
  4) Sviluppo di linee  guida  sulla  gravidanza  fisiologica  e  sul
taglio cesareo da parte del SNLG-ISS (Allegato  4,  parte  integrante
del presente Accordo): 
    elaborazione di linee guida evidence-based ed aggiornate  per  la
pratica clinica, rivolte ai professionisti della salute; 
    stesura di una sintesi divulgativa delle linee guida rivolta alle
donne; 
    diffusione di linee guida attraverso canali  istituzionali  e  di
comunicazione scientifica. 
  5) Programma di implementazione  delle  linee  guida  (Allegato  5,
parte integrante del presente Accordo): 
    analisi del contesto assistenziale a livello regionale e locale e
studio della variabilita' come indicatori di appropriatezza; 
    identificazione delle criticita' e delle barriere al  cambiamento
a  livello  di  singolo  punto  nascita  e  sua  interfaccia  con  il
territorio; 
    promozione della continuita' assistenziale e  della  integrazione
con l'assistenza territoriale; 
    promozione  del  ruolo  dei  vari  professionisti  nel   percorso
nascita,  sia  del  ginecologo  che  dell'ostetrica,  anche   tramite
l'individuazione dei percorsi  per  l'assistenza  alla  gravidanza  a
rischio e per quella fisiologica; 
    sviluppo di percorsi clinico-assistenziali aziendali, sulla  base
delle linee di indirizzo per la promozione dell'appropriatezza  degli
interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione  del
taglio cesareo. 
  6) Elaborazione, diffusione ed implementazione di raccomandazioni e
strumenti per la sicurezza del percorso nascita  (Allegato  6,  parte
integrante del presente Accordo): 
    aggiornamento, implementazione e diffusione della Raccomandazione
del Ministero  della  salute  per  la  prevenzione  della  mortalita'
materna; 
    definizione  della  Raccomandazione  per  la  prevenzione   della
mortalita' neonatale; 
    promozione dell'adesione a  sistemi  di  monitoraggio  di  eventi
sentinella/eventi avversi/near miss e relativi audit. 
  7) Procedure di controllo del dolore nel corso del travaglio e  del
parto (Allegato 7, parte integrante del presente Accordo): 
    promozione di procedure assistenziali, farmacologiche e  non  per
il controllo del dolore in corso di travaglio-parto; 
    definizione di protocolli diagnostico terapeutici  condivisi  per
la partoanalgesia, dando assicurazione  della  erogabilita'  di  tale
prestazione con disponibilita'/presenza di anestesista sulla base dei
volumi di attivita' del punto nascita. 
  8) Formazione degli operatori (Allegato  8,  parte  integrante  del
presente Accordo): 
    rendere prioritari, nell'ambito  delle  attivita'  di  formazione
continua    ECM    aziendale     e     regionale,     percorsi     di
formazione/aggiornamento di tutte le figure  professionali  coinvolte
nel percorso nascita, con modalita' integrate, come previsto al punto
5) relativo al programma di implementazione delle Linee Guida; 
    promuovere l'audit clinico quale strumento di  valutazione  della
qualita' dei servizi e delle cure erogate; 
    attivare sistemi per  la  verifica  ed  adeguamento  dei  livelli
formativi  teorico-pratici  delle  scuole  di   specializzazione   in
ginecologia ed ostetricia, nonche' in  pediatria/neonatologia  e  del
corso di laurea in ostetricia,  in  linea  ed  in  coerenza  con  gli
standard assistenziali, in raccordo con il MIUR; 
    promuovere   una   effettiva    integrazione    della    funzione
universitaria di didattica con gli ospedali di insegnamento; 
    promuovere il coinvolgimento delle  societa'  scientifiche  nella
formazione continua dei professionisti sanitari; 
    prevedere attivita' formativa in tema di metodiche farmacologiche
e   non   di    controllo    del    dolore,    con    carattere    di
multidisciplinarieta'; 
    promuovere  un  percorso  strutturato   per   l'inserimento   dei
professionisti nuovi assunti,  confacente  alle  caratteristiche  dei
livelli assistenziali garantiti. 
  9) Monitoraggio e  verifica  delle  attivita'  (Allegato  9,  parte
integrante del presente Accordo): 
    promuovere l'utilizzo di sistemi di monitoraggio delle attivita',
capaci  di  definire  le  ricadute  cliniche  e  assistenziali  delle
attivita' stesse attraverso indicatori misurabili; 
    promuovere una sistematica attivita' di audit quale strumento  di
autovalutazione dei professionisti sanitari e di miglioramento  della
pratica clinica; 
    promuovere sistemi di monitoraggio e valutazione delle  attivita'
previste dal presente accordo. 
  10) Istituzione di una funzione di coordinamento permanente per  il
percorso  nascita  (Allegato  10,  parte  integrante   del   presente
Accordo): 
    al fine  di  dare  completa  attuazione  a  quanto  previsto  dal
presente accordo, il Governo, le Regioni e le  Province  autonome  di
Trento e Bolzano concordano sulla necessita' della istituzione, entro
30 giorni dalla sua approvazione, di  un  Comitato  per  il  Percorso
Nascita (CPN), interistituzionale, con funzione  di  coordinamento  e
verifica delle  attivita',  con  il  coinvolgimento  delle  Direzioni
generali del Ministero  della  salute  (Programmazione,  Prevenzione,
Comunicazione,  Ricerca,  Sistema  Informativo),  delle   Regioni   e
Province autonome e di altre istituzioni  sanitarie  nazionali  (lSS,
AGENAS); 
    analoga funzione dovra' essere attivata a livello di ogni singola
Regione e Provincia Autonoma, nonche' a  livello  di  ogni  struttura
sanitaria, sulla base dell'organizzazione regionale. 
  L'attuazione da parte delle singole  Regioni  e  Province  autonome
delle 10  linee  di  adozione  sopra  riportate  e'  progressivamente
realizzata nel quadro della rispettiva programmazione assistenziale e
nel rispetto della connessa programmazione economico  finanziaria  in
riferimento alle risorse umane, strumentali  e  finanziarie  previste
dalla normativa vigente. 
 
    Roma, 16 dicembre 2010 
 
                                                 Il presidente: Fitto 
 
Il segretario: Siniscalchi