IL MINISTRO DELL'AMBIENTE 
              E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE 
 
  Visti l'art. 1, commi 2 e 5, e l'art. 5, comma  2,  della  legge  8
luglio 1986, n. 349; 
  Vista la legge quadro sulle aree protette del 6 dicembre  1991,  n.
394; 
  Visto il decreto legislativo del 29 ottobre 1999, n. 300,  «Riforma
dell'organizzazione del Governo, a norma dell'art. 11 della legge  15
marzo 1997, n. 59»; 
  Visto il decreto del Presidente della Repubblica del 13 marzo 1976,
n. 448, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 173 del 3 luglio 1976,
con  il  quale  e'  stata  data  piena  ed  intera  esecuzione   alla
convenzione relativa alle zone umide  di  importanza  internazionale,
soprattutto come habitat degli uccelli acquatici, firmata a Ramsar il
2 febbraio 1971; 
  Considerato che la predetta convenzione,  ai  sensi  dell'art.  10,
paragrafo 2, e' entrata in vigore per l'Italia il 14 aprile 1977; 
  Considerato altresi', che  con  il  decreto  del  Presidente  della
Repubblica dell'11 febbraio 1987, n. 184, pubblicato  nella  Gazzetta
Ufficiale n. 111 del 15 maggio  1987,  e'  stato  reso  esecutivo  in
Italia il protocollo di  emendamento  alla  convenzione,  adottato  a
Parigi il 3 dicembre 1982; 
  Considerato che a norma dell'art. 2,  comma  4,  della  convenzione
sopracitata e sulla base dei criteri di  identificazione  delle  zone
umide  di  importanza  internazionale  proposti   nella   «Conferenza
internazionale sulla conservazione delle zone umide e  degli  uccelli
acquatici» tenutasi a Heilingenhafen (Germania, dal 2 al  6  dicembre
1974), adottati al IV incontro delle parti  contraenti  come  annesso
alla raccomandazione 4.2 della COP IV (Montreaux, Svizzera, 1990),  e
approvati con la risoluzione VI.2 della COP VI (Brisbane,  Australia,
1996), sono  state  a  suo  tempo  designate  alcune  zone  umide  di
importanza internazionale, inserite quindi  nell'apposito  elenco  di
cui all'art. 2, comma 1, della convenzione medesima; 
  Considerato che a norma dell'art. 2, comma 5, le  parti  contraenti
di  tale  convenzione  hanno  il  diritto  di  aggiungere  all'elenco
predetto altre zone umide situate sul proprio territorio; 
  Considerato per altro che l'art. 4, comma 1, della  convenzione  di
Ramsar prevede che ciascuna  parte  contraente  favorisca  la  tutela
delle zone umide creando delle riserve  naturali  nelle  zone  umide,
indipendentemente  dal  fatto  che  siano  o  meno  riconosciute   di
importanza internazionale, e ne assicura una adeguata protezione; 
  Considerato inoltre  che  l'art.  4,  comma  3,  della  convenzione
relativa alla conservazione  della  vita  selvatica  e  dell'ambiente
naturale in Europa (convenzione di Berna), ratificata con legge n.  5
agosto 1981, n. 503,  pubblicata  nella  Gazzetta  Ufficiale  n.  250
dell'11 settembre 1981, prevede per le parti contraenti  l'impegno  a
prestare  particolare  attenzione  alla  protezione  delle  zone  che
rivestono importanza per le specie migratrici indicate negli allegati
II e III alla convenzione medesima e  in  particolare  per  cio'  che
concerne le aree poste lungo le linee di migrazione, in  quanto  aree
di svernamento, raduno, alimentazione, riproduzione e muta; 
  Riconosciuto  l'eccezionale  valore   storico   e   geo-morfologico
rappresentato dalle Saline di Trapani e Paceco, che,  con  quelle  di
Marsala, sono le ultime  saline  rimaste  in  attivita'  in  Sicilia,
ascrivibili ai primi insediamenti fenici e comunque  documentate  fin
dall'epoca  storica,  come  testimoniato  all'inizio  del  dodicesimo
secolo quando Idrisi nel Libro di Ruggero (1154) scrive:  «...Proprio
davanti alla porta della citta' [di Trapani] si trova una salina...»; 
  Considerato  che  il  paesaggio  delle  saline  trapanesi,  con  le
geometrie degli specchi d'acqua  e  con  i  caratteristici  mulini  a
vento, offre indubbie caratteristiche  di  unicita'  garantite  dalla
presenza di un  delicato  e  prezioso  equilibrio  tra  le  attivita'
economiche legate all'estrazione del sale, la peculiare ed intrinseca
presenza di aspetti demo-etno-antropologici tramandati da generazioni
di «salinari» ed il patrimonio naturale stesso, tra  azione  umana  e
complessita' degli ecosistemi, tra terra e mare, nei quali le  saline
si pongono come fondamentale  paradigma  per  garantire  lo  sviluppo
sostenibile di molte zone umide mediterranee similari; 
  Riconosciuto  che  le  Saline  di  Trapani   e   Paceco   sono   un
importantissimo luogo di sosta  per  migliaia  di  uccelli  selvatici
durante la migrazione sia autunnale che primaverile  con  almeno  208
specie segnalate, molte svernanti: Fenicottero (Phoenicopterus  ruber
roseus),  Spatola  (Platalea  leucorodia),  Airone  bianco   maggiore
(Egretta alba), Garzetta (Egretta garzetta), Falco di palude  (Circus
aeruginosus), limicoli  (Tringa  sp.  pl.,  Calidris  sp.pl.,  Limosa
sp.pl., Numenius sp.pl., Charadrius sp.pl.,  ecc)  e  piu'  di  5.000
anseriformi; altre nidificanti:  Avocetta  (Recurvirostra  avosetta),
Cavaliere  d'Italia  (Himantopus  himantopus),   Fraticelli   (Sterna
albifrons),   Fratino    (Charadrius    alexandrinus),    Calandrella
(Calandrella  brachydactyla),  ecc;.  che  tra  le  specie   elencate
nell'allegato 1 della Direttiva Comunitaria «Uccelli» (79/409/CEE)  e
segnalate per la riserva si rinvengono, altresi': Tarabuso  (Botaurus
stellaris), Tarabusino (Ixobrychus  minutus),  Nitticora  (Nycticorax
nycticorax), Sgarza ciuffetto (Ardeola  rallides),  Garzetta,  Airone
bianco maggiore, Airone rosso (Ardea purpurea), Cicogna nera (Ciconia
nigra),  Cicogna  bianca  (Ciconia  ciconia),   Spatola,   Mignattaio
(Plegadis  falcinellus),  Fenicottero,  Moretta   tabaccata   (Aythya
nyroca), Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus),  Nibbio  bruno  (Milvus
migrans), Capovaccaio (Neophron  percnopterus),  Biancone  (Circaetus
gallicus), albanelle (Circus cyaneus  e  C.  pygargus),  Poiana  coda
bianca (Buteo rufinus), Aquila  anatraia  minore  (Aquila  pomarina),
Grillaio (Falco naumanni), Smeriglio (Falco colombarius), Falco della
regina  (Falco  eleonorae),  Lanario  (Falco  biarmicus),  Pellegrino
(Falco peregrinus), Voltolino (Porzana porzana), schiribille (Porzana
parva e P. pusilla), Gru (Grus grus), Cavaliere  d'Italia,  Avocetta,
Occhione   (Burhinus   oedicnemus),   Pernice   di   mare   (Glareola
pratincola), Piviere tortolino  (Charadrius  morinellus),  Pivieressa
(Pluvialis squatarola), Combattente (Philomachus pugnax),  Croccolone
(Gallinago media),  Pittima  minore  (Limosa  lapponica),  Piro  piro
boschereccio   (Tringa   glareola),   Gabbiano    corallino    (Larus
melanocephalus),  Gabbiano  roseo  (L.  genei),  Gabbiano  corso  (L.
audouini), Fraticello, Sterna maggiore (Sterna  caspia),  Rondine  di
mare  (St.  hirundo),  Beccapesci  (St.   sandvicensis),   Mignattino
piombato  (Chlidonian  hybridus),  Mignattino  (Ch.  niger),   Sterna
zampenere (Gelochelidon nilotica), Gufo di  palude  (Asio  flammeus),
Succiacapre  (Caprimulgus  europaeus),   Martin   pescatore   (Alcedo
atthis),   Ghiandaia    marina    (Coracias    garrulus),    Calandra
(Melanocorypha calandra),  Calandrella  (Calandrella  brachydactyla),
Tottavilla   (Lullula   arborea),   Calandro   (Anthus   campestris),
Forapaglie castagnolo (Acrocephalus melanopogon),  Magnanina  (Sylvia
undata), Pettazzurro (Luscinia svecica) e Balia dal collare (Ficedula
albicollis); che tra le specie elencate negli allegati II e IV  della
Direttiva Comunitaria «Habitat» (92/43/CEE)  sono  segnalate:  tra  i
mammiferi: Vespertilio di Capaccini (Myotis capaccinii),  Pipistrello
albolimbato   (Pipistreellus   kuhli)   e   Pipistrello   nano    (P.
pipistrellus); tra i rettili: Ramarro  (Lacerta  viridis),  Lucertola
campestre  (Podarcis  sicula),  Lucertola  sicula  (P.   wagleriana),
Gongilo (Chalcides ocellatus) e Biacco (Hierophis viridiflavus);  tra
gli anfibi:  Discoglosso  dipinto  (Discoglossus  pictus),  Raganella
italiana (Hyla meridionalis) e Rospo smeraldino (Bufo viridis); tra i
pesci: Nono (Aphanius fasciatus); 
  Considerato che, oltre alle specie di cui alle Direttive 79/409/CEE
e 92/43/CEE, sono state rilevate presenti anche  altre  di  cui  agli
allegati 2 e 3 della Convenzione di Berna, e cioe': tra i  crostacei,
Granceola  (Maja  squinado);   tra   gli   echinodermi,   Ophidiaster
ophidianus e Paracentrotus lividus; tra  i  molluschi,  Pinna  nobile
(Pinna nobilis); tra i pesci, Pesce ago di Rio (Syngnathus  abaster);
tra gli anfibi,  Rospo  comune  (Bufo  bufo);  tra  i  rettili,  Geco
verrucoso (Hemidactylus turcicus),  Geco  (Tarentula  mauritanica)  e
Biscia dal collare (Natrix natrix sicula); tra gli uccelli,  Tuffetto
(Tachybaptus  ruficollis),  Svasso  maggiore  (Podiceps   cristatus),
Svasso piccolo (P.  nigricollis),  Cormorano  (Phalacrocorax  carbo),
Airone cenerino (Ardea  cinerea),  Cigno  reale  (Cygnus  olor),  Oca
lombardella (Anser albifrons),  Oca  selvatica  (A.  anser),  Volpoca
(Tadorna  tadorna),  Fischione  (Anas   penelope),   Canapiglia   (A.
strepera), Alzavola (A. crecca), Germano  reale  (A.  platyrhynchos),
Codone  (A.  acuta),  Marzaiola  (A.  querquedula),   Mestolone   (A.
clypeata), Fistione turco (Netta rufina), Moriglione (Aythya ferina),
Moretta (Aythya fuligula), Smergo minore  (Mergus  serrator),  Poiana
(Buteo  buteo),  Gheppio  (Falco  tinnunculus),  Falco   cuculo   (F.
verpertinus), Lodolaio (Falco subbuteo), Quaglia (Coturnix coturnix),
Porciglione  (Rallus  aquaticus),   Gallinella   d'acqua   (Gallinula
chloropus), Folaga  (Fulica  atra),  Beccaccia  di  mare  (Haematopus
ostralegus), Fratino (Charadrius alexandrinus), Corriere piccolo (Ch.
dubius curonicus), Corriere grosso (Ch.  hiaticula),  Piviere  dorato
(Pluvialis apricaria),  Pavoncella  (Vanellus  vanellus),  piovanelli
(Calidris canutus, C. alba,  C.  ferruginea,  C.  alpina),  gambecchi
(Calidris minuta e C. temminckii), Frullino  (Lymnocryptes  minimus),
Beccaccino (Gallinago  gallinago),  Beccaccia  (Scolopax  rusticola),
Pittima  reale  (Limosa  limosa),  chiurli  (Numenius  arquata  e  N.
phaeopus), Totano moro (Tringa  erythropus),Pettegola  (T.  totanus),
Albastrello (T.  stagnatilis),  Pantana  (T.  nebularia),  Piro  piro
culbianco (T. ochropus),  Piro  piro  piccolo  (Actitis  hypoleucos),
Voltapietre  (Arenaria  interpres),  Gabbianello   (Larus   minutus),
Gabbiano comune (L. ridibundus), Gavina (L.  canus),  Gabbiano  reale
mediterraneo  (L.  cachinnans),  Mignattino  alibianche   (Chlidonias
leucopterus), Tortora  (Streptopelia  turtur),  Tortora  dal  collare
orientale (S. decaocto), Cuculo  dal  ciuffo  (Clamator  glandarius),
Cuculo (Cuculus canorus),  Barbagianni  (Tyto  alba),  Assiolo  (Otus
scops), Civetta (Athene noctua), Allocco (Strix aluco),  Gufo  comune
(Asio otus), rondoni (Apus apus, A. pallidus e A.  melba),  Gruccione
(Merops apiaster), Upupa (Upupa epops), Torcicollo (Jynix torquilla),
Cappellaccia (Galerida cristata), Allodola (Alauda arvensis),  Topino
(Riparia  riparia),  rondini  (Hirundo   rustica   e   H.   daurica),
Balestruccio   (Delichon   urbica),   Calandro    maggiore    (Anthus
novaseelandiae), Prispolone (A. trivialis), Pispola  (A.  pratensis),
Pispola  gola  rossa  (A.  cervinus),  Spioncello  (A.   spinoletta),
cutrettole (Motacilla flava s.l.), ballerine (M. cinerea e M.  alba),
Passera  scopaiola  (Prunella   modularis),   Pettirosso   (Erithacus
rubecula), Usignolo (Luscinia megarhynchos),  codirossi  (Phoenicurus
phoenicurus e P. ochruros), Stiaccino (Saxicola rubetra),  Saltimpalo
(S. torquata), Culbianco (Oenanthe  oenanthe),  Monachella  (Oenanthe
hispanica), Codirossone (Monticola saxatilis), Passero solitario  (M.
solitarius), Merlo dal collare (Turdus torquatus), Merlo (T. merula),
Tordo bottaccio (T. philomelos), Usignolo di  fiume  (Cettia  cetti),
Beccamoschino  (Cisticola   juncidis),   acrocefalini   (Acrocephalus
schoienobaenus, A. scirpaceus e A. arundinaceus);  Canapino  maggiore
(Hippolais icterina), silvidi (Sylvia conspicillata,  S.  cantillans,
S. melanocephala, S. communis,  S.  borin  e  S.  atricapilla),  lui'
(Philloscopus sibilatrix, P. trochilus e P.  collybita),  Fiorrancino
(Regulus ignicapillus), Pigliamosche (Muscicapa striata), Balia  nera
(Ficedula hypoleuca), Cinciallegra (Parus  major),  Pendolino  (Remiz
pendulinus), Rigogolo  (Oriolus  oriolus),  Averla  capirossa  (Larus
senator),   Corvo   imperiale   (Corvus   corax),   passeri   (Passer
hispaniolensis  e  P.  montanus),  Fringuello  (Fringilla   coelebs),
Verzellino (Serinus serinus), Verdone (Carduelis chloris), Cardellino
(C.  carduelis),  Fanello  (C.  cannabina),  Frosone  (Coccothraustes
coccothraustes), Zigolo nero (Emberiza cirlus), Migliarino di  palude
(E. schoeniclus) e Strillozzo (Miliaria calandra); 
  Considerato che la restante componente faunistica e'  rappresentata
da specie di elevato valore scientifico e naturalistico, sia  per  la
loro localizzazione che per la rarita' oggettiva, ed in  particolare,
fra le entita' risultanti emdemiche della Sicilia: Insecta-Coleoptera
con  Cephalota  circumdata  imperialis,  Cephalota  litorea  gondoti,
Percus corrugatus, Polyphylla ragusae, Tasgius nfalcifer aliquoi,  T.
globulifer evitendus,  Sepidium  siculum,  Stenosis  sardoa  duchoni;
Insecta-Orthoptera con Pterolepis elymica  e  Ctenodectinus  siculus;
fra quelle endemiche delle saline trapanesi:  Insecta-Orthoptera  con
Platycleis drepanensis; Insecta-Lepidoptera con  Orgya  (Teia)  dubia
arcerii; 
  Riconosciuto, altresi', il  particolare  valore  naturalistico  dei
suddetti biotopi,  costituiti  da  ambienti  altamente  significativi
sotto gli aspetti floristico-vegetazionali rappresentati  soprattutto
da Salsoletum  sodae  (con  Salsola  soda,  Suaeda  maritima,  Suaeda
fruticosa, Atriplex halimus, Salsola kali, Inula  chritmoides,  ecc),
Arthrocnemetum (con Arthrosnemum glaucum,  A.  fruticosum,  Frankenia
pulverulenta,  Halocnemum   strobilaceum,   ecc),   Agropyro-Inuletum
chritmoidis (con Inula  chritmoides,  Agropyron  elongatum,  Limonium
serotinum,   Parapholis    incurva,    Hordeum    maritimum,    ecc),
Limoniastro-Limonietum siculi (con Limoniastrum monopetalum, Limonium
densiflorum,   Arthrosnemum   glaucum,   Limonium   virgatum,   Inula
chritmoides, ecc), e con presenza di ambienti rientranti  tra  quelli
ricompresi anche tra i prioritari a livello europeo  nella  Direttiva
"Habitat" 92/43/CEE, con: Lagune costiere (cod. 1150); Steppe  salate
mediterranee (Limonietalia)  (cod.  1510);  Vegetazione  annua  delle
linee di deposito marine (cod. 1210); Fruticeti alofili  mediterranei
e termo-atlantici (Sarcocornetea fruticosi) (cod. 1420); 
  Riconosciuto inoltre che le Saline di  Trapani  e  Paceco  ospitano
importanti entita' botaniche, con presenza di fanerogame marine quali
Ruppia drepanensis (che ha  qui  il  suo  unico  locus  classicus  di
descrizione) e Posidonia oceanica, nonche'  diverse  specie  vegetali
ritenute ormai rare ed incluse tra le piu' vulnerabili e a rischio di
estinzione (Conti F., Manzi A. & Pedrotti F., 1992, Libro Rosso delle
Piante  d'Italia),  fra  cui:  Halocnemum  strobilaceum,   Halopeplis
amplexicaulis,  Limonium  ferulaceum,  Limonium  avei,   Limoniastrum
monopetalum,Cressa cretica, Cynomorium coccineum, Triglochin bulbosum
barrelieri ed Aeluropus logopoides, nonche' Calendula  maritima  (che
ha qui  il  suo  unico  locus  classicus  di  descrizione),  Limonium
densiflorum (che ha qui il suo unico locus classicus di  descrizione)
ed Euphorbia pithyusa  cupanii  risultanti  entita'  endemiche  delle
saline medesime; 
  Considerato infine che la zona in questione,  per  tutti  i  motivi
sopra esposti, assume valore particolare per  il  mantenimento  della
diversita' ecologica e genetica  della  regione  mediterranea  grazie
alla ricchezza e alla originalita' della sua flora e della sua fauna,
e costituisce un  esempio  particolarmente  rappresentativo  di  zona
umida caratteristica della propria regione biogeografica; 
  Atteso quindi che la  zona  in  questione  soddisfa  i  criteri  di
identificazione delle zone di importanza internazionale,  cosi'  come
adottati in occasione delle Conferenze delle parti contraenti; 
  Visti l'art. 4,  lettera  h),  del  decreto  del  Presidente  della
Repubblica 15 gennaio 1972, n. 11, e gli articoli 4 e 83 del  decreto
del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616; 
  Vista la legge regionale della Regione Siciliana del 6 maggio 1981,
n. 98, recante norme per l'istituzione  nella  Regione  Siciliana  di
parchi e riserve naturali, come modificata e  integrata  dalla  legge
regionale del 9 agosto 1988, n. 14; 
  Considerato che la Regione Siciliana, con proprio  decreto  dell'11
maggio 1995 (G. U. Reg. Sic. del 20 gennaio  1996)  ha  istituito  la
riserva naturale «Saline di Trapani  e  Paceco»,  gia'  inserita  nel
«Piano regionale dei parchi e delle riserve naturali»  elaborato  dal
Consiglio regionale e pubblicato in G. U. Reg. Sic. n. 54 (p.I) del 5
dicembre 1987 ed approvato con decreto dell'assessore del  territorio
e dell'ambiente del 10 giugno 1991, n. 970; 
  Considerato altresi' che il territorio delle Saline  di  Trapani  e
Paceco  risulta  di   notevole   interesse   pubblico   per   effetto
rispettivamente dei decreti n. 34 del 7 ottobre  1978  «Dichiarazione
di notevole interesse pubblico di parte del territorio del comune  di
Trapani» (G.U. Reg. Sic. n. 3, p.I, del 20 gennaio 1979),  e  n.  517
del 21 marzo 1979 «Dichiarazione di notevole  interesse  pubblico  di
parte del territorio comunale di Paceco» (G.U. Reg. Sic. n. 25, p. I,
del 9 giugno 1979) dell'assessore per i beni culturali ed  ambientali
e per la pubblica istruzione; 
  Esaminata  la  raccomandazione  C.4.2  adottata  dalla  COP  IV   a
Montreaux nel 1990; 
  Richiamata la propria nota SCN/ST/2000/10678  del  27  giugno  2000
«Zone umide denominate Saline  di  Trapani,  Lago  di  Pergusa,  Lago
Soprano,  Foce  del   Simeto,   Bacino   ex   Lago   di   Lentini   e
Spinasanta-Piana  del  Signore  -  proposta  di   riconoscimento   di
importanza internazionale ai sensi della convenzione di Ramsar»; 
  Esaminata la nota della Regione Siciliana - Assessorato  territorio
e ambiente - prot. 59128 del  28  novembre  2000  «Designazione  aree
umide di importanza internazionale - Convenzione di Ramsar»; 
  Visto il protocollo d'intesa firmato in data 21  ottobre  2003  dai
sindaci di Trapani e di Paceco e dal direttore della riserva naturale
Orientata «Saline di Trapani e Paceco»  finalizzato  all'avvio  della
procedura di designazione della Saline di Trapani e Paceco come  zona
umida di importanza internazionale, trasmesso dall'ente gestore della
Riserva con la nota prot. n. 322/2003 del 24 ottobre 2003; 
  Vista la propria nota prot. DPN/4D/2003/4773 del 13  novembre  2003
con la quale e' stata avviata la procedura per la designazione  della
Saline  di  Trapani  e  Paceco  quale  zona   umida   di   importanza
internazionale; 
  Vista la richiesta di parere inviata alla Regione Siciliana con  la
nota prot. DPN-2008-12311 del 19 maggio 2008; 
  Vista la nota della Regione Siciliana -  Assessorato  territorio  e
ambiente - prot. 13502 del 3 marzo  2011  con  la  quale  si  esprime
parere favorevole  in  merito  all'inclusione  nella  Convenzione  di
Ramsar della zona umida in questione; 
  Ritenuto di dover procedere alla dichiarazione della zona umida  di
importanza internazionale denominata «Saline di Trapani e Paceco»  ai
sensi della citata convenzione internazionale di Ramsar. 
 
                              Decreta: 
 
                               Art. 1 
 
  La zona umida denominata «Saline di Trapani e Paceco», ubicata  nei
comuni di Trapani e Paceco, in provincia di Trapani, e' dichiarata di
importanza  internazionale  ai  sensi  e  per   gli   effetti   della
«Convenzione relativa alle zone umide di  importanza  internazionale,
soprattutto come habitat degli uccelli acquatici», firmata  a  Ramsar
il 2 febbraio 1971, secondo i  confini  riportati  nella  planimetria
allegata al presente decreto.