IL MINISTRO DELL'AMBIENTE 
              E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE 
 
  Visti l'art. 1, commi 2 e 5, e l'art. 5, comma  2,  della  legge  8
luglio 1986, n. 349; 
  Vista la legge quadro sulle aree protette del 6 dicembre  1991,  n.
394; 
  Visto il decreto legislativo del 29 ottobre 1999, n.  300  «Riforma
dell'organizzazione del Governo, a norma dell'art. 11 della legge  15
marzo 1997, n. 59»; 
  Visto il decreto del Presidente della Repubblica del 13 marzo 1976,
n. 448, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 173 del 3 luglio 1976,
con  il  quale  e'  stata  data  piena  ed  intera  esecuzione   alla
Convenzione relativa alle zone  umide  di  importanza  internazionale
soprattutto come habitat degli uccelli acquatici, firmata a Ramsar il
2 febbraio 1971; 
  Considerato che la predetta Convenzione,  ai  sensi  dell'art.  10,
paragrafo 2, e' entrata in vigore per l'Italia il 14 aprile 1977; 
  Considerato altresi'  che  con  il  decreto  del  Presidente  della
Repubblica dell'11 febbraio 1987, n. 184, pubblicato  nella  Gazzetta
Ufficiale n. 111 del 15 maggio  1987,  e'  stato  reso  esecutivo  in
Italia il Protocollo di  Emendamento  alla  Convenzione,  adottato  a
Parigi il 3 dicembre 1982; 
  Considerato che, a norma dell'art. 2, comma  4,  della  Convenzione
sopracitata e sulla base dei criteri di  identificazione  delle  zone
umide  di  importanza  internazionale  proposti   nella   «Conferenza
internazionale sulla conservazione delle zone umide e  degli  uccelli
acquatici» tenutasi a Heilingenhafen (Germania dal 2  al  6  dicembre
1974), adottati al IV Incontro delle Parti  Contraenti  come  Annesso
alla Raccomandazione 4.2 della COP IV (Montreaux, Svizzera, 1990),  e
approvati con la Risoluzione VI.2 della COP VI (Brisbane,  Australia,
1996), sono  state  a  suo  tempo  designate  alcune  zone  umide  di
importanza internazionale, inserite quindi  nell'apposito  elenco  di
cui all'art. 2, comma 1, della Convenzione medesima; 
  Considerato che a norma dell'art. 2, comma 5, le  parti  contraenti
di  tale  Convenzione  hanno  il  diritto  di  aggiungere  all'elenco
predetto altre zone umide situate sul proprio territorio; 
  Considerato peraltro che l'art. 4, comma 1,  della  Convenzione  di
Ramsar prevede che ciascuna  parte  contraente  favorisca  la  tutela
delle zone umide creando delle riserve  naturali  nelle  zone  umide,
indipendentemente  dal  fatto  se  siano  o  meno   riconosciute   di
importanza internazionale, e ne assicura una adeguata protezione; 
  Considerato inoltre  che  l'art.  4,  comma  3,  della  Convenzione
relativa alla conservazione  della  vita  selvatica  e  dell'ambiente
naturale in Europa (Convenzione di Berna), ratificata con legge n.  5
agosto 1981, n. 503,  pubblicata  nella  Gazzetta  Ufficiale  n.  250
dell'11 settembre 1981, prevede per le parti contraenti  l'impegno  a
prestare  particolare  attenzione  alla  protezione  delle  zone  che
rivestono importanza per le specie migratrici indicate negli allegati
II e III alla convenzione medesima e  in  particolare  per  cio'  che
concerne le aree poste lungo le linee di migrazione, in  quanto  aree
di svernamento, raduno, alimentazione, riproduzione e muta; 
  Vista la nota della  Provincia  Regionale  di  Trapani  Assessorato
territorio, ambiente, parchi e riserve prot.  n.  9514/TA/RN  del  15
febbraio 2008 con la quale viene proposto l'inserimento tra  le  zone
umide di importanza internazionale  ai  sensi  della  Convenzione  di
Ramsar delle seguenti zone umide: 
    1. Paludi costiere di «Capo  Feto»,  di  157  ettari  (Comune  di
Mazara del Vallo); 
    2. Laghi «Murana», «Preola»  e  «Gorghi  Tondi»,  di  249  ettari
(Comune di Mazara del Vallo); 
    3. Stagno «Pantano Leone», di 12 ettari (Comune di Campobello  di
Mazara); 
  Riconosciuto   l'eccezionale   valore   naturalisticoambientale   e
geomorfologico rappresentato dall'insieme dei biotopi umidi ricadenti
nei  comuni  di  Campobello  di  Mazara  e  di  Mazara  del  Vallo  e
denominati: 
    «Capo  Feto»:  tratto  costiero  cosi'  denominato  per   l'odore
sprigionato dall'accumulo di notevoli quantita' di Posidonia che  qui
si deposita per un particolare gioco di correnti  marine;  l'area  e'
un'ampia depressione, separata dal mare da un cordone  sabbioso,  che
puo' presentarsi quasi del  tutto  sommersa  in  inverno,  che  offre
habitat ideale per diverse specie di uccelli che utilizzano  la  zona
come area di sosta durante le  migrazioni  attraverso  il  canale  di
Sicilia per giungere in Africa e  viceversa  e  da  molteplici  altre
specie di animali peculiari per la zona; 
    Laghi «Murana, Preola e Gorghi Tondi»: costituiscono un complesso
di zone  umide  lacustri  originato  dalla  presenza  di  un  livello
argilloso impermeabile, intercalato tra  le  calcareniti  quaternarie
che affiorano nella zona (sciare di Mazara), alimentati  dalle  acque
freatiche alimentate da falda sotterranea, che vedono la loro  genesi
di  origine  carsica  legata  ai  processi  di  soluzione  che  hanno
interessato  i  banchi  gessosi  sottostanti,  con  il   conseguente,
graduale,  sprofondamento  dei   terreni   calcarenitici   affioranti
tendendo a creare delle vere e proprie «doline»; sono  delle  vere  e
proprie zone  umide  endorreiche  delimitate  da  tratti  di  macchia
mediterranea e «sciare» che si succedono da Mazara  del  Vallo  (Lago
Murana, che e' frequentemente in asciutta) sino a Torretta  Granitola
(Lago Preola, il  piu'  esteso,  ed  i  piu'  minuti  Gorghi  Tondi),
circondati da un fitto ed alto fragmiteto, e costituiti da zone umide
esclusivamente di acqua dolce; 
    «Pantano Leone»: specchio d'acqua dolce perenne che poggia su  di
un ampio pianoro depresso interrotto dai cambi litologici del sistema
dei terrazzi marini ascrivibili all'ultima fase dell'Era Quaternaria,
formatosi  naturalmente  nel  XX  secolo  (1977)  quale   conseguenza
dell'apporto di acque piovane e  reflue,  ed  evolutosi  naturalmente
attraverso la graduale colonizzazione florofaunistica; 
  Considerato che i biotopi in questione, da rilievi  florofaunistici
eseguiti dall'Assessorato  territorio,  ambiente,  parchi  e  riserve
della Provincia Regionale  di  Trapani,  evidenziano  una  molteplice
varieta' di habitat e di specie di fauna e di  flora  ricomprese  tra
quelle ritenute prioritarie dalle direttive  79/409/CEE  «Uccelli»  e
92/43/CEE «Habitat»; 
  Considerato altresi' che, per i particolari  contenuti  ambientali,
sono gia' stati inseriti nella Rete Natura 2000: 
    ITA010005 - Biotopo: Laghi di Preola e Gorghi Tondi e  Sciare  di
Mazara; 
    ITA010006 - Paludi di Capo Feto e Margi Spano'; 
    ITA010031 - Laghetti di Preola e Gorghi Tondi, Sciare di Mazara e
Pantano Leone; 
  Riconosciuto che i biotopi «Capo Feto», «Murana,  Preola  e  Gorghi
Tondi»  e  «Pantano  Leone»  rappresentano  un  complesso  ambientale
significativo e peculiare  per  la  conservazione  di  molte  entita'
animali  considerate  prioritarie   dalle   direttive   92/43/CEE   e
79/409/CEE, ed in particolare: 
  Capo Feto (e Margi Spano'): 
    tra i rettili: Tartaruga marina (Caretta  caretta)  e  Testuggine
palustre  siciliana  (Emys  trinacris),   endemica   e   recentemente
descritta come specie nuova dell'isola; 
    tra gli uccelli: Marangone dal ciuffo (Phalacrocorax  aristotelis
desmarestii), Tarabuso (Botaurus stellaris),  Tarabusino  (Ixobrychus
minutus), Sgarza ciuffetto (Ardeola rallide),  Nitticora  (Nycticorax
nycticorax), Garzetta  (Egretta  garzetta),  Airone  bianco  maggiore
(Egretta alba), Mignattaio (Plegadis falcinellus), Spatola  (Platalea
leucorodia),  Fenicottero  (Phoenicopterus  ruber   roseus),   Anatra
marmorizzata (Marmaronetta angustirostris), Moretta tabaccata (Aythya
nyroca), Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus),  Nibbio  bruno  (Milvus
migrans), albanelle (Circus cyaneus e C. pygargus), Falco  di  palude
(Circus aeruginosus), Falco pescatore (Pandion haliaetus),  Smeriglio
(Falco  columbarius),  Voltolino   (Porzana   porzana),   schiribille
(Porzana parva e P. pusilla), Re di quaglie (Crex  crex),  Gru  (Grus
grus),  Avocetta   (Recurvirostra   avosetta),   Cavaliere   d'Italia
(Himantopus himantopus), Occhione (Burhinus oedicnemus),  Pernice  di
mare (Glareola pratincola),  Piviere  dorato  (Pluvialis  apricaria),
Combattente  (Philomachus  pugnax),  Croccolone  (Gallinago   media),
Beccaccino (G. gallinago),  Frullino,  (Lymnocryptes  minimus),  Piro
piro boschereccio (Tringa glareola), Gabbiano  roseo  (Larus  genei),
Gabbiano  corallino  (Larus  melanocephalus),   Sterna   zampe   nere
(Gelochelidon nilotica), Rondine di mare (Sterna hirundo), Fraticello
(Sterna albifrons), Mignattino (Chlidonias  niger),  Gufo  di  palude
(Asio flammeus), Martin pescatore (Alcedo atthis),  Ghiandaia  marina
(Coracias garrulus), e Calandrella (Calandrella brachydactyla); 
    tra i mammiferi: Ferro di cavallo euriale (Rhinolophus euryale); 
  Laghetti di Preola e Gorghi Tondi (e Sciare di Mazara): 
    tra i rettili: Testuggine palustre siciliana; 
    tra  gli  uccelli:  Marangone  minore  (Phalacrororax   pygmeus),
Tarabusino, Nitticora, Airone rosso (Ardea purpurea),  Airone  bianco
maggiore, Spatola, Cicogna nera (Ciconia nigra), Anatra marmorizzata,
Moretta tabaccata, Aquila  minore  (Hieraaetus  pennatus),  Falco  di
palude, Falco della regina (Falco eleonorae),  Gru,  Re  di  quaglie,
Cavaliere d'Italia, Occhione, Combattente,  Piro  piro  boschereccio,
Fratino (Charadrius alexandrinus),  Beccaccino,  Gabbiano  corallino,
Fraticello,  Mignattino,  Gufo  di  palude,   Martin   pescatore,   e
Calandrella; 
    tra i mammiferi: Ferro di cavallo euriale; 
  Pantano Leone: 
    tra gli uccelli: Marangone minore,  Tarabuso,  Sgarza  ciuffetto,
Garzetta,  Airone  bianco  maggiore,  Airone  rosso,  Cicogna  bianca
(Ciconia ciconia),  Mignattaio,  Spatola,  Fenicottero,  Cigno  reale
(Cygnus  olor),   Anatra   marmorizzata   (il   biotopo   rappresenta
attualmente l'unico sito di nidificazione certa in  Italia),  Moretta
tabaccata, Fistione turco (Netta rufina)  -  unico  sito  attualmente
accertato di nidificazione in Sicilia ,  Albanella  reale,  Falco  di
palude, Aquila minore, Falco pescatore, Schiribilla (Porzana  parva),
Avocetta, Cavaliere d'Italia - nidificante, Pernice di mare,  Pittime
(Limosa  limosa  e  legge  n.  lapponica),  Combattente,  Beccaccino,
Frullino, Beccaccia (Scolopax rusticola), Gabbiano corallino,  Sterna
zampenere, Mignattino,  Mignattino  piombato  (Chlidonias  hybridus),
Martin pescatore; 
    tra i mammiferi (nella  «Sciara»  adiacente):  Ferro  di  cavallo
maggiore (Rhinolophus ferrumequinum) e Ferro di  cavallo  minore  (R.
hipposideros); 
  Considerato che, oltre alle specie animali elencate dalle Direttive
79/409/CEE e 92/43/CEE, sono  state  rilevate  presenti  anche  altre
specie di cui agli allegati 2 e  3  della  Convenzione  di  Berna,  e
cioe': 
    Capo Feto (e Margi Spano'):  tra  gli  anfibi,  Rospo  smeraldino
(Bufo viridis) e Raganella italiana (Hyla intermedia); tra i rettili,
Ramarro occidentale (Lacerta bilineata) e Lucertola  sicula  (Lacerta
wagleriana);  tra  gli  uccelli,  Beccaccino  (Gallinago  gallinago),
Frullino, (Lymnocryptes minimus), Stiaccino (Saxicola rubetra),  )  e
Averla capirossa (Lanius senator); tra i mammiferi, Iscrice  (Hystrix
cristata), Vespero di Savi (Hypsugo savii),  Pipistrello  albolimbato
(Pipistrellus kuhlii) e Pipistrello nano (Pipistrellus pipistrellus); 
    Laghetti di Preola e Gorghi Tondi (e Sciare di Mazara):  tra  gli
anfibi,  Raganella  italiana  e  Rospo  smeraldino;  tra  i  rettili,
Lucertola sicula, Ramarro occidentale  e  Vipera  comune  meridionale
(Vipera  aspis  hugyi);  tra  gli  uccelli,   Tuffetto   (Tachybaptus
ruficollis), Moretta (Aythya fuligula), Corriere piccolo  (Charadrius
dubius), Corriere grosso (Ch. hiaticula), Averla  capirossa,  Assiolo
(Otus scops) e Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochrurus);  tra  i
mammiferi, Istrice, Martora (Martes martes), Pipistrello  albolimbato
e Pipistrello nano; 
    Pantano Leone (e  «Sciara»  adiacente):  tra  gli  anfibi,  Rospo
smeraldino, Rospo comune (Bufo bufo), Raganella italiana, Discoglosso
dipinto  (Discoglossus  pictus);  tra  i  rettili,  Geco   (Tarentola
mauritanica),  Ramarro  occidentale,  Lucertola  campestre  (Podarcis
sicula), Lucertola sicula, Congilo  (Chalcites  ocellatus),  Saettone
siciliano (Elaphe lineata), Biacco (Coluber  viridiflavus)  e  Vipera
comune  meridionale;  tra  gli  uccelli,  Tuffetto,  Svasso   piccolo
(Podiceps nigricollis), Fischione (Anas penelope),  Canapiglia  (Anas
strepera),   Alzavola   (Anas   crecca),    Germano    reale    (Anas
platyrhynchos), Codone (Anas acuta),  Marzaiola  (Anas  querquedula),
Mestolone (Anas clypeata), Moriglione (Aythya ferina), Folaga (Fulica
atra),  Beccaccino,  Pittima  reale,  Pantana   (Tringa   nebularia),
Barbagianni (Tyto alba),  Civetta  (Athene  noctua),  Allocco  (Strix
aluco), Upupa  (Upupa  epops),  Rondine  (Hirundo  rustica),  Rondine
rossiccia (Hirundo daurica), Balestruccio (Delichon  urbica);  tra  i
mammiferi, Istrice, Riccio (Erinaceus  europaeus),  Donnola  (Mustela
nivalis), Vespero di Savi, Pipistrello albolimbato, Pipistrello nano,
Orecchione  (Plecotus  auritus)  e  Serotino  bicolore   (Vespertilio
murinus); 
  Considerato inoltre che tra la restante componente faunistica  sono
presenti anche specie di ulteriore ed elevato  valore  scientifico  e
naturalistico,  considerate  localizzate,  rare  o  endemiche   della
Sicilia: Acinipe  calabra,  Ac.  hesperica  galvagnii,  Anisodactylus
virens   winthemi,   Anthaxia   (Haplanthaxia)   aprutiana,    Apalus
bipunctatus, Anoxia scutellaria  argentea,  Axinotarsus  longicornis,
Campalita algirica, Cholovocera punctata, Euzonitis quadri  maculata,
Grylloderes   brunneri,   Himantarius   mediterraneum,   Conocephalus
conocephalus, Ctenodecticus siculus,  Eurinebria  complanata,  Hister
pustulosus, Hoplia  attilioi,  Limnebius  simplex,  Lophira  flexuosa
circumflexa, Lucanus tetrodon, Meole  mediterraneus,  Meloe  murinus,
Migneauxia lederi,  Mylabris  impressa  stillata,  Myl.  Schreibersi,
Ochtebius ragusae, Pachypus caesus, Parastenocaris trinacriae, Percus
lacertosus,  Per.  lineatus,  Per.  Corrugatus,  Polyphylla  ragusae,
Pseudomeira  solarii,  Pterolepis  elymica,  Stenoniscus   carinatus,
Trachyderma lima e Tylos europaeus; 
  Riconosciuto il particolare valore  naturalistico  che  i  suddetti
biotopi rivestono per gli  aspetti  floristicovegetazionali,  con  la
presenza di «habitat» considerati anche  prioritari  dalla  Direttiva
«Habitat» 92/43/CEE: 
  Capo Feto (e Margi Spano'): n.  1150  «Lagune  costiere»,  n.  1210
«Vegetazione  annua  delle  linee  di  deposito  marine»,   n.   1310
«Vegetazione pioniera a Salicornia e altre specie annuali delle  zone
fangose  e  sabbione»,  n.  1410   «Pascoli   inondati   mediterranei
(Juncetalia  maritimi)»,  n.  1420  «Praterie  e  fruticeti   alofili
mediterranei e termoatlantici (Sarcocornetea fruticosi)» e 2110 «Dune
mobili embrionali»; 
  Laghetti di Preola e Gorghi Tondi (e Sciare  di  Mazara):  n.  1410
«Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)»,  3170  «Stagni
temporanei mediterranei», n. 9320 «Foreste di Olea e  Ceratonia»,  n.
9340 «Foreste di  Quercus  ilex  e  Quercus  rotundifolia»,  n.  6310
«Dehesas  con  Quercus  spp.   Sempreverde»,   n.   5330   «Arbusteti
termomediterranei e predesertici», e n. 6220 «Percorsi  sub  steppici
di graminacee e piante annue dei TheroBrachypodietea»; 
  Pantano Leone: n. 6220  «Percorsi  sub  steppici  di  graminacee  e
piante annue dei TheroBrachypodietea», n. 6310 «Dehesas  con  Quercus
spp. Sempreverde», e n. 9320 «Foreste di Olea e Ceratonia»; 
  Riconosciuto inoltre che i  suddetti  biotopi  ospitano  importanti
specie    botaniche     di     elevato     e     peculiare     valore
scientificonaturalistico,   con   presenza   di   entita'    ritenute
localizzate, rare o endemiche della Sicilia, ed in particolare: 
  Capo Feto (e Margi Spano'): tra le  specie  della  flora  vascolare
inserite in Liste Rosse regionali delle piante d'Italia di  CONTI  et
al. (1997) e nell'Inventario delle specie a rischio della Sicilia  di
RAIMONDO et al. (1996), figurano  le  endemiche  Atriplex  tornabeni,
Limonium halophilum, Limonium mazarae,  Limonium  ferulaceum,  Ruppia
maritima  subsp.  drepanensis,  oltre  a  varie  entita'  rare  o  di
interesse fitogeografico (Cressa cretica, Salicornia patula,  Ipomoea
sagittata, Spartina juncea), altre molto rare e/o  localizzate  (cone
le orchidacee Ophris  bombyliflora,  Oph.  lutea  lutea,  Oph.  lutea
minor,  Oph.  vernixia,  Orchis  collina,  Or.  Italica  e   Serapias
parviflora); l'area  marina  prospiciente,  infine,  e'  dominata  da
Posidonia  oceanica,  fanerogama  che,  con   i   notevoli   accumuli
piaggiati, ha contribuito a creare lo  sbarramento  naturale  che  ha
chiuso lo specchio di mare piu' vicino alla riva, formando  la  sorta
di piccola laguna che caratterizza proprio Capo Feto; 
  Laghi Murana, Preola, Gorghi Tondi e Pantano Leone: tra  le  specie
della flora vascolare inserite in Liste Rosse regionali delle  piante
d'Italia di CONTI et al. (1997)  e  nell'Inventario  delle  specie  a
rischio  della  Sicilia  di  RAIMONDO  et  al.  (1996),  figurano  le
endemiche  Ajuga  iva,  Biscutella   maritima,   Eryngium   bocconei,
Tragopogon parvifolius ssp. cupane polygala preslii, oltre alle varie
entita' rare o di interesse fitogeografico come Crassula  vaillantii,
Cressa  cretica,  Coris  monspeliensis,   Erodium   gruinum,   Crocus
longiflorus, Damasonium alisma ssp. Bourgaei,  Gagea  lacaitae,  Iris
pseudacorus,  Lonas  annua,  Ophrys  fusca,  Oph.   sphegodes,   Oph.
vernixia, Orchis italica, Poliygonum salicifolium, Ruscus aculeatus e
Scilla obtusifolia; la restante flora e' data nelle rive da Cannuccia
palustre (Phragmites australis), Scirpo  (Scirpus  maritimus),  Mazza
sorda (Typha latifoglia), Canna comune (Arundo donax), carici  (Carex
ispida, Carex vulpina e  Carex  distans;  negli  specchi  d'acqua  da
Brasca delle paludi;  nelle  «sciare»  da  rada  vegetazione  che  si
inerpica sui  costoni  calcarenitici  con  Quercia  spinosa  (Quercus
calliprinos: specie arbustiva endemica ed ormai rara che  qui  ha  la
piu'  importanza  stazione  di  Sicilia),  Palma   nana   (Chamaerops
humilis), Leccio (Quercus ilex:  presente  soprattutto  in  localita'
«bosco del Catarro»), Lentisco (Pistacia lentiscus), Camedrio femmina
(Teucrium fructicans) e Scabiosa atropurpurea,  mentre  l'area  delle
sciare  intorno  al  Pantano  Leone  e'  subpianeggiante  ed   ospita
un'interessante  comunita'  vegetale  fisionomizzata  soprattutto  da
Palma nana  e  Ranno  con  foglie  d'olivo  (Rhamnus  lycioides  ssp.
oleoides); 
  Considerato che la zona in  questione  per  tutti  i  motivi  sopra
esposti  assume  valore  particolare  per   il   mantenimento   della
diversita' ecologica e genetica  della  regione  mediterranea  grazie
alla ricchezza ed alla originalita'  della  sua  flora  e  della  sua
fauna, e costituisce un esempio  particolarmente  rappresentativo  di
zona umida caratteristica della propria regione biogeografica; 
  Atteso quindi che la  zona  in  questione  soddisfa  i  criteri  di
identificazione delle zone di importanza internazionale,  cosi'  come
adottati in occasione delle Conferenze delle parti contraenti; 
  Visti l'art. 4,  lettera  h),  del  decreto  del  Presidente  della
Repubblica 15 gennaio 1972, n. 11, e gli articoli 4 e 83 del  decreto
del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616; 
  Vista la legge regionale della Regione Siciliana del 6 maggio 1981,
n. 98, recante norme per l'istituzione  nella  Regione  siciliana  di
parchi e riserve naturali, come modificata e  integrata  dalla  legge
regionale del 9 agosto 1988, n. 14; 
  Considerato che la Regione Siciliana, con  proprio  decreto  del  4
novembre 1998 (G.U.R.S. Parte I, n. 17 del 9 aprile 1999, Supplemento
Ordinario) ha istituito la riserva  naturale  Lago  Preola  e  Gorghi
Tondi; 
  Considerato altresi' che l'Assessore per l'agricoltura e le foreste
della Regione Siciliana, per salvaguardare  la  presenza  dell'Anatra
marmorizzata  (Marmaronetta  angustirostris),  accertata  nidificante
nella zona umida «Pantano Leone», per  concorrere  alla  salvaguardia
della specie, con il decreto del 15 giugno 2001 (G.U.R.S. n. 39 del 3
agosto 2001) ha istituito il divieto di caccia  nella  predetta  zona
umida; 
  Esaminata  la  mozione  approvata  il   29   settembre   2001   dai
partecipanti all'XI Convegno Italiano di Ornitologia e nella quale si
invitano  le  Autorita'  competenti  «...  ad  adottare  ogni  misura
possibile per la tutela del Pantano Leone ... omissis ... ad  attuare
nell'immediato futuro forme piu' solide di tutela del biotopo e della
sua avifauna, degna di una protezione ai massimi livelli»; 
  Considerato inoltre che il territorio dei comuni di  Campobello  di
Mazara e di Mazara del Vallo  in  cui  ricadono  l'area  archeologica
delle  Cave  di  Cusa  e  gli  ambienti  naturalistici  in  questione
risultano di notevole interesse pubblico anche attraverso il  vincolo
paesaggistico ai sensi dell'art. 139 del testo unico n. 490/1999, per
effetto del decreto della Giunta Regionale  Siciliana  del  5  aprile
2002 (Gazzetta Ufficiale n. 119 del 23 maggio 2002); 
  Esaminata  la  Raccomandazione  C.4.2  adottata  dalla  COP  IV   a
Montreaux nel 1990; 
  Visto la richiesta di parere inviata alla Regione Siciliana con  la
nota prot. DPN200812536 del 20 maggio 2008; 
  Vista la nota della Regione Siciliana -  Assessorato  territorio  e
ambiente - prot. 13563 del 4 marzo  2011  con  la  quale  si  esprime
parere favorevole  in  merito  all'inclusione  nella  Convenzione  di
Ramsar della zona umida in questione; 
  Visto che la Regione Siciliana, contestualmente, evidenzia  che  il
sito «Paludi costiere di Capo Feto e Margi Spano'» ricade, oltre  che
nel Comune  di  Mazara  del  Vallo,  anche  in  quello  di  Petrosino
(Trapani), specificamente per l'area  di  toponimo  Margi  Spano',  e
chiede di  valutare  l'eventuale  modifica  della  denominazione  con
l'aggiunta dei toponimi «Margi Nespolilla» e «Margi  Milo»,  entrambi
ricadenti nel Comune di Petrosino e ricompresi nel sito  Natura  2000
ITA 010006 «Paludi di Capo Feto e Margi Spano'»; 
  Visto al riguardo il parere  favorevole  espresso  dalla  Provincia
Regionale di Trapani con nota prot. 23865 del 26 aprile 2011; 
  Ritenuto pertanto di dover procedere alla dichiarazione delle  zone
umide di importanza internazionale  denominate  «Paludi  costiere  di
Capo Feto, Margi Spano',  Margi  Nespolilla  e  Margi  Milo»,  «Laghi
Murana, Preola e Gorghi Tondi» e «Stagno  Pantano  Leone»,  ai  sensi
della citata Convenzione Internazionale di Ramsar; 
 
                              Decreta: 
 
                               Art. 1 
 
  Le zone umide denominate: «Paludi  costiere  di  Capo  Feto,  Margi
Spano', Margi Nespolilla e Margi Milo» (157 ha), in Comune di  Mazara
del Vallo e in Comune di Petrosino, i «Laghi Murana, Preola e  Gorghi
Tondi» (249 ha) in Comune di Mazara del Vallo, e lo  «Stagno  Pantano
Leone» (12 ha), in Comune di Campobello di Mazara,  in  Provincia  di
Trapani, sono dichiarate di importanza internazionale ai sensi e  per
gli effetti della «Convenzione relativa alle zone umide di importanza
internazionale, soprattutto come habitat  degli  uccelli  acquatici»,
firmata a Ramsar il 2 febbraio  1971,  secondo  i  confini  riportati
nelle planimetrie allegate al presente decreto  rispettivamente  come
Allegato 1, Allegato 2 e Allegato 3.