MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO

PROVVEDIMENTO 26 agosto 2002 

Pronuncia   di  compatibilita'  ambientale  concernente  il  progetto
relativo  ai lavori di ammodernamento e adeguamento al tipo 1/A delle
norme  CNR/80  nel  tratto compreso tra il km 126+000 e il km 139+000
dell'autostrada  Salerno-Reggio Calabria da realizzarsi nei comuni di
Lagonegro,  Rivello,  Nemoli  e Luria, presentato dall'ANAS - Ufficio
speciale infrastrutture. (DEC/VIA/7558).
(GU n.228 del 28-9-2002)

                      IL MINISTRO DELL'AMBIENTE
                    E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO
                           di concerto con
                       IL MINISTRO PER I BENI
                      E LE ATTIVITA' CULTURALI

  Visto  l'art.  6, comma 2 e seguenti, della legge 8 luglio 1986, n.
349;
  Visto  il  decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 10
agosto 1988, n. 377;
  Visto  il  decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27
dicembre  1988,  concernente  "Norme  tecniche per la redazione degli
studi  di  impatto  ambientale  e  la  formulazione  del  giudizio di
compatibilita'  di  cui all'art. 6 della legge 8 luglio 1986, n. 349,
adottate  ai  sensi  dell'art.  3  del  decreto  del  Presidente  del
Consiglio dei Ministri del 10 agosto 1988, n. 377";
  Visto  l'art.  18,  comma  5,  della legge 11 marzo 1988, n. 67; il
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2 febbraio 1989
costitutivo   della   Commissione  per  le  valutazioni  dell'impatto
ambientale  e  successive  modifiche  ed integrazioni; il decreto del
Ministro    dell'ambiente    del    13    aprile   1989   concernente
l'organizzazione  ed  il funzionamento della predetta Commissione; il
decreto  del Presidente del Consiglio dei Ministri del 15 maggio 2001
per   il   rinnovo   della  composizione  della  Commissione  per  le
valutazioni dell'impatto ambientale;
  Vista   la   domanda  di  pronuncia  di  compatibilita'  ambientale
concernente  il  progetto  relativo  ai  lavori  di  ammodernamento e
adeguamento al tipo 1/A delle norme CNR/80 nel tratto compreso tra il
km 126+000 e il km 139+000 dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria da
realizzarsi  nei  comuni  di  Lagonegro,  Rivello,  Nemoli  e  Lauria
(Potenza),  presentata  dall'ANAS  - Ufficio speciale infrastrutture,
con sede in via Monzambano 10 - 00185 Roma, in data 20 luglio 2001;
  Vista  la  documentazione integrativa trasmessa dalla stessa ANAS -
Ufficio  speciale  infrastrutture  in  data  30 novembre  2001  e  19
febbraio 2002;
  Visto l'estratto dal verbale della seduta del 14 giugno 2002, della
regione  Basilicata  del 17 giugno 2002, pervenuto il 17 giugno 2002,
con cui si esprime parere favorevole;
  Vista  la  nota  n.  ST/407/22373/02  del Ministero per i beni e le
attivita'  culturali dell'11 giugno 2002, pervenuta in data 14 giugno
2002, con cui si esprime parere favorevole;
  Visto  il  parere  n.  484  formulato  in data 22 aprile 2002 dalla
Commissione  per  le  valutazioni  dell'impatto ambientale, a seguito
dell'istruttoria sul progetto presentato dall'ANAS - Ufficio speciale
infrastrutture;
  Considerato che in detto parere la Commissione ha preso atto che la
documentazione  tecnica trasmessa consiste in un progetto riguardante
il  progetto dei lavori di ammodernamento e di adeguamento al tipo IA
delle  Norme  CNR/80  del  tratto  compreso tra il km 126+000 e il km
139+000 dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria;
  Valutato  sulla  base  del predetto parere della commissione V.I.A.
del progetto e dei contenuti dello studio di impatto ambientale che:
    le  nuove  soluzioni proposte con la Galleria Taggine-Sirino e lo
svincolo di Lauria Nord risultano molto meno invasive sul territorio,
sia  rispetto  all'ipotesi  presentata  in  precedenza  che  rispetto
all'attuale tracciato;
    in  generale  gli  interventi  di  ammodernamento  ed adeguamento
dell'infrastruttura  sono operati prevalentemente sulla sede attuale;
per  quanto  concerne  invece  i  tratti  in  variante e' stata posta
particolare attenzione alle aree piu' sensibili, prevedendo tipologie
d'opera  (in  particolare  viadotti e gallerie) che interferiscono il
meno possibile con i beni presenti.
  Inoltre  le  misure  previste  per  l'inserimento  ambientale delle
opere,  quali ad esempio l'installazione dei siti di cantiere in aree
non   sensibili,   le  prescrizioni  relative  alla  mitigazione  dei
potenziali  impatti sui corsi d'acqua e sulle aree boscate, le azioni
volte  al  ripristino dei tratti autostradali dismessi, rispondono in
generale ai criteri di salvaguardia e valorizzazione dell'ambiente;
    dall'analisi   degli   strumenti  di  pianificazione  emerge  una
sostanziale  coerenza  dell'intervento  proposto  con  gli  obiettivi
identificati:  in  linea generale, infatti, tutti i piani individuano
l'autostrada  Salerno-Reggio  Calabria quale elemento fondamentale di
penetrazione    ed   interconnessione   e   vedono   nell'adeguamento
dell'infrastruttura  un  miglioramento nell'accessibilita' dell'area,
una ottimizzazione dell'interconnessione tra i diversi centri urbani,
un  aumento  del  livello qualitativo dei servizi, un sostegno per lo
sviluppo turistico dell'area;
    e' necessario procedere all'adeguamento dell'autostrada in quanto
l'opzione  zero (ipotesi di non intervento) mostra elevate criticita'
in  relazione  sia  allo scenario dell'incidentalita' sia rispetto ai
livelli  di  servizio. Non essendo percorribile, per evidenti ragioni
di  natura  ambientale,  temporale e finanziaria, l'individuazione di
una  soluzione  progettuale  drastica  che  si  svolgesse in un nuovo
corridoio  in  ambiti  pianeggianti o collinari, il progetto e' stato
impostato   considerando   una   revisione   dell'attuale   tracciato
autostradale.  I  previsti standards geometrici di tracciamento, piu'
elevati,  abbattono  significativamente  le  condizioni  di  rischio,
soprattutto    nei   tratti   in   cui   sono   introdotte   varianti
planoaltimetriche  rispetto  all'attuale  tracciato; il miglioramento
delle caratteristiche planoaltimetriche dell'infrastruttura comporta,
inoltre,  il  generale  innalzamento della velocita' media di base e,
conseguentemente,  delle  portate di servizio. Ulteriori possibilita'
di  miglioramento  del  tracciato,  sia  con riferimento agli aspetti
funzionali sia ambientali, sono emersi nel corso dell'istruttoria.
  Infatti,  per  l'area  Sirino, la soluzione adottata, anche se piu'
onerosa  sotto  il  profilo  economico,  sviluppandosi per un maggior
tratto   in   galleria,   e'   quella   che   permette   la  migliore
riqualificazione  ambientale dell'area in esame, eliminando l'impatto
di  nuovi  sbancamenti  e  riducendo drasticamente l'interferenza sul
paesaggio del Monte Sirino.
  Tale  soluzione,  in  particolare, rispetto al progetto originario,
che  avrebbe  determinato  non  pochi problemi per il mantenimento in
esercizio dell'autostrada, nella zona di attraversamento dei dissesti
profondi attivi, interferisce in misura significativamente minore con
le  varie fasi di cantiere; ha caratteristiche plano-altimetriche che
migliorano   gli   standards   di  sicurezza;  determina  una  minore
occupazione  di  suolo e un minor impatto paesaggistico derivante dal
maggiore  sviluppo dei tratti in galleria; porta al quasi azzeramento
della  necessita'  di  materiale  proveniente  da  cave di prestito e
conseguentemente  diminuisce  considerevolmente il traffico dei mezzi
di  cantiere;  consente la riqualificazione ambientale di vaste aree,
con un recupero di superficie relativa ai tratti dismessi.
  Il  nuovo tracciato nella zona di attraversamento del Monte Sirino,
nella  nuova  rivisitazione  progettuale consente complessivamente un
migliore   inserimento   nel   territorio,   in   quanto  riduce  sia
l'occupazione di suolo sia l'impatto visivo sul paesaggio.
  La realizzazione del nuovo svincolo Lauria Nord a raso determinera'
una   consistente   riduzione   dell'impatto   visivo  del  tracciato
progettato;  sara'  necessario,  in  fase di progettazione esecutiva,
verificare la geometria dello svincolo, riducendo le interferenze con
la viabilita' locale dei traffici in uscita provenienti da sud;
    per  l'accesso  al  cantiere  principale  e'  stato  previsto  di
utilizzare  prevalentemente  la  viabilita' esistente, opportunamente
adeguata   alle   necessita'   di  transito  dei  mezzi  pesanti;  la
realizzazione  di  nuova  viabilita'  di servizio e' prevista solo in
pochissime  situazioni, utilizzando solo brevi tratti di collegamento
alle strade esistenti.
  Nelle  aree  di  cantiere e' prevista l'installazione dei necessari
impianti  per  la  protezione  dei  corsi d'acqua e delle falde dagli
scarichi  provenienti  dalle  attivita'  legate  alle  varie  fasi di
lavorazione  o  da  reflui  urbani. In particolare saranno adottati i
necessari  accorgimenti  per il contenimento dell'inquinamento dovuto
ai getti di calcestruzzo; idonee misure sono state anche indicate per
minimizzare l'inquinamento acustico ed atmosferico.
  Il  progetto  prevede, infine, il ripristino delle aree di cantiere
al  termine delle lavorazioni. I criteri di localizzazione, gestione,
mitigazione  e  ripristino  previsti  rispondono  alle  necessita' di
salvaguardia  dell'ambiente  naturale presente nell'area di influenza
del  progetto.  Per  un  ottimale  bilancio dei materiali provenienti
dagli  scavi,  considerati  il  numero  e  l'estensione delle aree da
recuperare  sotto  il  profilo  morfologico ed ambientale, nonche' la
possibilita'  di  utilizzare  le  gallerie da dismettere come siti di
stoccaggio  definitivo,  risulta  opportuno  coordinare  l'apertura e
l'avanzamento  dei  vari  cantieri,  conseguendo  una economia sia in
termini  di  costo  sia  ambientali.  Pertanto,  il ricorso a siti di
discarica   esterni   alle   aree  di  lavorazione,  potrebbe  essere
drasticamente ridotto;
    lo studio di impatto ambientale, si limita ad elencare i principi
ed  i  criteri base da utilizzarsi per il dimensionamento delle opere
di   presidio   idraulico,   rimandando   alla   successiva  fase  di
progettazione   esecutiva   per  l'analisi  statistica  degli  eventi
pluviometrici e la definizione puntuale delle opere;
    gli  interventi  previsti  soddisfano  le  condizioni  assunte di
miglioramento   dell'inserimento   delle  nuove  opere  nel  contesto
ecologico  e  paesaggistico  interessato,  oltre che di miglioramento
rispetto    alla   situazione   pregressa.   Molte   delle   varianti
planoaltimetriche  operate  rispetto  all'attuale  tracciato, e delle
ottimizzazioni  locali studiate, rispondono, oltre che ad esigenze di
tipo    funzionale,    anche    alle   finalita'   di   miglioramento
dell'inserimento ambientale e paesaggistico dell'infrastruttura;
    in  considerazione  del  particolare  assetto  strutturale  degli
ammassi  rocciosi  attraversati  dal  tracciato e delle condizioni di
dissesto  che  si  sono  generate  in passato, le misure di controllo
previste dallo studio di impatto ambientale concernenti la necessita'
di  eseguire un accurato monitoraggio delle opere e dei parametri che
definiscono  lo stato del terreno, sia per i tratti in galleria e sia
per il tratto in viadotto, sono da ritenersi opportune;
    l'esclusione  di  interferenze  connesse con la fase di esercizio
dell'infrastruttura  si  ritiene condivisibile, anche in relazione ai
previsti  sistemi  di  presidio idraulico; per quanto attiene la fase
cantiere,  inoltre,  gli interventi previsti soddisfano la necessita'
di  protezione  dei  corpi idrici superficiali da eventuali modifiche
della qualita' delle acque;
    le  opere  e  i  presidi  individuati  nello  studio  di  impatto
ambientale  sono da considerarsi sufficienti a garantire il controllo
di  tali  fenomeni,  anche  in considerazione delle dimensioni locali
degli  stessi. La notevole sensibilita' ecologica delle aree prossime
al   tracciato   giustifica   inoltre  la  scelta  di  soluzioni  che
privilegiano l'ingegneria naturalistica;
    dalle   analisi  condotte  nello  studio  di  impatto  ambientale
l'intervento  in  esame risulta compatibile con la salvaguardia della
salute  pubblica,  e  tale da non richiedere l'adozione di specifiche
misure di mitigazione.
  Deve  essere  altresi'  rilevato che, secondo quanto disposto dalla
direttiva   comunitaria  1999/30/CE  del  22  aprile  1999,  tra  gli
obiettivi  di  qualita' dell'aria deve essere presa in considerazione
la  "protezione  degli ecosistemi dagli effetti negativi del biossido
di  zolfo"  e la "protezione della vegetazione dagli effetti negativi
degli  ossidi  di azoto". Pertanto, si ritiene necessaria la verifica
del  rispetto  dei valori limite per la protezione degli ecosistemi e
della  vegetazione  per  l'SO2  e per l'NOx, indicati rispettivamente
agli allegati I e II della citata direttiva;
    lo  scenario  degli  interventi  di  mitigazione  dallo studio di
impatto  ambientale  appare  coerente  sia  con le esigenze di tutela
della  salute pubblica sia con le esigenze di inserimento delle opere
nel contesto ambientale e paesaggistico;
    l'infrastruttura  in esame attraversa territori di elevato valore
vegetazionale,  faunistico,  ecologico  e paesaggistico, che assumono
particolare rilevanza nel territorio alle falde occidentali del monte
Sirino;
    le   attivita'   connesse  alla  costruzione  dell'infrastruttura
attualmente  in  esercizio hanno provocato impatti sul territorio che
ancora alterano la struttura ambientale e paesaggistica delle aree in
esame;  nel  progetto  si  tiene  conto di tali situazioni di mancato
recupero  intervenendo  con  rimodellamenti  morfologici ed azioni di
ripristino. Sul nuovo tracciato e' previsto un complesso di azioni di
mitigazione, operate sia mediante rimodellamenti morfologici ed opere
a  verde  sia  mediante interventi di inserimento paesaggistico delle
opere  che  consentono:  il  mantenimento e la riqualificazione delle
configurazioni    vegetazionali   e   paesaggistiche   presenti;   il
contenimento  dei  livelli di intrusione visiva nei principali bacini
visuali;  l'aumento  della  capacita'  di mascheramento. Lo studio di
impatto  ambientale inoltre, individua una nuova logica di intervento
localizzando   le   aree   di  cantiere  in  settori  poco  sensibili
minimizzando  l'occupazione  di  suolo  in  ambiti di notevole pregio
ambientale;
    la  soluzione progettuale proposta, anche in considerazione delle
varianti  studiate nel corso dell'istruttoria, porta nel complesso ad
un  sensibile miglioramento dell'inserimento delle opere nel contesto
naturale  e  paesaggistico, consentendo di ridurre in misura notevole
l'effetto  barriera  operato  dall'infrastruttura  esistente  ed  una
sensibile diminuzione dell'impatto visuale.
  Le  caratteristiche  tipologiche  dell'opera di progetto la rendono
complessivamente piu' "permeabile" rispetto all'attuale autostrada;
  Considerato  che  in  conclusione la Commissione per le valutazioni
dell'impatto  ambientale ha espresso parere positivo con prescrizioni
in merito alla compatibilita' ambientale dell'opera proposta;
  Considerato l'estratto dal verbale della seduta del 14 giugno 2002,
della  regione  Basilicata del 17 giugno 2002, pervenuto il 17 giugno
2002, con cui si esprime un parere interlocutorio;
    realizzare  le  strutture  dello  svincolo di Lagonegro sud e del
viadotto    S.    Francesco   utilizzando   soluzioni   tecniche   ed
architettoniche   finalizzate   a   meglio   inserire   il  tracciato
autostradale nel contesto urbano della citta' di Lagonegro;
    per  tutti  i ripristini geomorfologici e vegetazionali necessari
ad  inserire  l'opera  in  oggetto  nell'ambiente  prevedere l'uso di
tecniche  di  ingegneria  naturalistica  e  l'uso di essenze vegetali
esclusivamente di origine autoctona certificata;
    i  progetti  esecutivi  di  cui  alle prescrizioni 1 e 2 dovranno
essere   sottoposti   all'approvazione   dell'ufficio  compatibilita'
ambientale della regione Basilicata;
  Considerato  il  parere  del  Ministero  per  i beni e le attivita'
culturali  prot. n. ST/407/22373/02 dell'11 giugno 2002, pervenuto in
data  14  giugno  2002,  con  cui  si  esprime parere favorevole alla
richiesta  di  valutazione di impatto ambientale, a condizione che si
ottemperi alle seguenti prescrizioni:
    con  apposita  istanza  inoltrata  con nota n. 1594 del 17 luglio
2001, qui pervenuta in data 3 agosto 2001, prot. ST/407/10703, l'Ente
nazionale  per  le  strade  -  Direzione  generale,  ha  richiesto la
pronuncia  di  compatibilita'  ambientale  ex  art. 6, legge 8 luglio
1986, n. 349, per lavori di ammodernamento ed adeguamento al tipo 1/A
delle norme CNR/80 nel tratto compreso tra il km 126+000 (svincolo di
Lagonegro sud) al km 139+000 (svincolo di Lauria nord).
  Al  riguardo,  con  nota  prot. n. 13879 del 26 settembre 2001, qui
pervenuta  in  data  5  ottobre  2001  con  prot. n. ST/407/16401, la
Soprintendenza  per  i  beni  architettonici e per il paesaggio della
Basilicata   esprime,   per  quanto  di  propria  competenza,  parere
favorevole alla realizzazione delle opere in oggetto.
  Con  nota  n.  16088  del 19 settembre 2001 qui pervenuta in data 1
ottobre  2001  ed  assunta  al  protocollo  con  n.  ST/407/15767, la
Soprintendenza  per  i beni archeologici della Basilicata rileva che,
per  la parte ricadente nel territorio di propria competenza, l'opera
da  realizzare  si  inserisce  in  un contesto topografico di elevato
interesse  archeologico; ritiene pertanto necessario effettuare saggi
archeologici  preventivi  lungo  tutto  il  tracciato interessato dai
lavori  in  oggetto;  tali  saggi dovranno essere effettuati sotto la
direzione  scientifica  della  Soprintendenza  medesima,  con oneri a
carico dell'ente committente.
  Dall'analisi  della  documentazione  presentata  ed  a  seguito dei
sopralluoghi   effettuati   e  delle  riunioni  tenutesi  con  l'ente
proponente e i componenti del gruppo istruttore, sono emersi elementi
che necessitano di ulteriori approfondimenti con particolare riguardo
alle  soluzioni  progettuali adottate per i tratti a valle del "monte
Sirino" e relativi allo "svincolo di Lauria nord" per i quali saranno
prese   in   considerazione  alternative  di  progetto  che  riducano
l'impatto  paesaggistico evitando, ove possibile, la realizzazione di
nuovi  sbancamenti,  nuovi  viadotti  o,  comunque  opere  d'arte che
generino   pesanti   interferenze   col  contesto  paesaggistico;  in
particolare,  per  quanto  riguarda  il  tracciato  in  ambito "monte
Sirino" si privilegera' una soluzione che propone un tracciato che si
sviluppa per entrambe le carreggiate in galleria, per lo "svincolo di
Lauria  nord"  sara'  maggiormente approfondita una soluzione che non
preveda  la  realizzazione di un nuovo viadotto, adagiando al massimo
il tracciato al terreno.
  Con  note  n.  2605  del 30 novembre 2001 e n. 2194 del 18 febbraio
2002, qui pervenute, rispettivamente il 20 dicembre 2001 con prot. n.
ST/407/25704  e  il 25 febbraio 2002 con prot. n. ST/407/7634, l'Ente
nazionale  per le strade trasmetteva le opportune integrazioni al SIA
con le modifiche e gli approfondimenti progettuali richiesti.
  La Soprintendenza per i beni archeologici della Basilicata con nota
n.  6613  dell'11  marzo  2002, pervenuta a questo Ufficio in data 12
aprile  2002 con prot n. ST/407/13998, esprime parere favorevole alla
realizzazione della variante in galleria "Taggine Sirino" e del nuovo
svincolo  di Lauria nord, ribadendo la necessita' di sorveglianza dei
lavori da parte della medesima Soprintendenza. Per quanto riguarda il
cantiere  principale  del  1o  ambito  funzionale  in  territorio  di
Lagonegro,   saranno   effettuati  preventivi  sondaggi  archeologici
esplorativi   vista  la  probabile  presenza  di  formazioni  antiche
nell'area in questione.
  questo Ministero:
    esaminati gli atti e gli elaborati progettuali;
    viste le varie disposizioni di legge indicate in oggetto;
    visti  i  pareri della Soprintendenza per i beni architettonici e
per  il  paesaggio della Basilicata e della Soprintendenza per i beni
archeologici della Basilicata;
  esprime   parere   favorevole  al  progetto  di  ammodernamento  ed
adeguamento  alle  norme CNR/80 nel tratto compreso tra il km 126+000
ed  il  km  139+000,  a condizione che vengano rispettate le seguenti
prescrizioni:
    sia  previsto il ripristino dello status quo ante per le parti di
tracciato  dismesso.  Particolare cura sara' dedicata agli interventi
di   rimodellamento   e   rinaturalizzazione   che   interessano   la
sistemazione morfologica dell'alveo e dei versanti dei corsi d'acqua;
    sia   tenuto   in   debito   conto,   nell'organizzazione   della
cantieristica   di   progetto,   il   concerto   con   la  competente
Soprintendenza  per  i  beni  archeologici  di  cui  si richiamano le
osservazioni e le prescrizioni indicate in premessa;
  Preso atto che non sono pervenute istanze, osservazioni o pareri da
parte di cittadini, ai sensi dell'art. 6 della legge n. 349/1986, per
la  richiesta di pronuncia sulla compatibilita' ambientale dell'opera
indicata;
  Ritenuto  di  dover provvedere ai sensi e per gli effetti del comma
quarto  dell'art.  6  della  legge  n.  349/1986,  alla  pronuncia di
compatibilita' ambientale dell'opera sopraindicata;

                               Esprime
giudizio  positivo  circa  la  compatibilita' ambientale del progetto
relativo  ai lavori di ammodernamento e adeguamento al tipo 1/A delle
norme  CNR/80  nel  tratto compreso tra il km 126+000 e il km 139+000
dell'autostrada  Salerno-Reggio Calabria da realizzarsi nei comuni di
Lagonegro,  Rivello,  Nemoli e Lauria (Potenza), presentato dall'ANAS
ufficio  speciale  infrastrutture  a condizione che si ottemperi alle
seguenti prescrizioni:
  a)  in  fase  di  redazione  del  progetto esecutivo si dovra' fare
riferimento,  per  quanto  concerne  gli  interventi  di  inserimento
paesaggistico  ed ambientale, alle indicazioni contenute nello studio
di  impatto  ambientale,  anche per cio' che riguarda la scelta delle
specie  da  impiegare  nelle opere a verde e le relative modalita' di
impianto;  in particolare dovranno essere curati gli aspetti connessi
al  recupero  dei  tratti  dismessi,  al  ripristino  delle  aree  di
cantiere,  agli attraversamenti dei corsi d'acqua, all'interessamento
delle aree caratterizzate da maggiore sensibilita' ambientale.
  Per tutte le opere a verde e di ingegneria naturalistica relative a
interventi   di   inserimento   ambientale   e   paesaggistico,  alle
sistemazioni  idrauliche  e  del  suolo,  ai  ripristini  previsti in
corrispondenza  di  cantieri,  discariche, cave, riempimenti, aree di
servizio  in prossimita' degli imbocchi e dei viadotti, viabilita' di
servizio  per  il nuovo tracciato, imbocchi delle gallerie, litosuoli
affioranti   e   tutte   le   scarpate   soggette  a  rimodellamenti,
riprofilature e ripristino si fara' riferimento alle "Linee guida per
capitolati speciali per opere in verde e di ingegneria naturalistica"
del Ministero dell'ambiente (1997).
  Fra   le  tipologie  di  tecniche  illustrate  in  quest'ultimo  si
privilegino   quelle   che   impiegano   materiale   vegetale   vivo,
eventualmente  coadiuvato da materiale biodegradabile (quali legname,
geotessuti  naturali,  matrici  in  fibre  naturali legate o collanti
naturali), evitando il ricorso a materiali rigidi o artificiali.
  Fra le tecniche per il consolidamento delle scarpate si privilegino
piantagioni   di   arbusti  pionieri,  semine,  viminate,  gradonate,
cordonate  vive,  terre  rinforzate  vive  con geotessili naturali in
cocco,  evitando  le terre armate con materiali artificiali e la posa
di  reti  plastiche  o  metalliche,  ove  non  se  ne  dimostrasse la
improrogabile necessita' e limitatamente alle dimensioni strettamente
indispensabili.
  Fra  le  tecniche  per  le  sistemazioni degli alvei si privilegino
fascinate  e  viminate  vive,  coperture  diffuse  di  salici,  altre
tecniche che utilizzano essenzialmente materiali vegetali vivi.
  Opere  di  sostegno,  quali  le  palificate vive in legname, devono
essere  impiegate  solo nei casi in cui si dimostri indispensabile la
loro  funzione  strutturale. In ogni caso si deve evitare, o limitare
al  minimo indispensabile in corrispondenza di improrogabili esigenze
legate  alle opere collocate, la limitazione della dinamica naturale,
l'irrigidimento  e  la  canalizzazione  anche  parziale dei tratti di
corsi d'acqua interessati.
  Laddove non fossero indispensabili per la stabilita' dei pendii, si
eviti   di   realizzare   condizioni   favorevoli   al  drenaggio  in
corrispondenza  degli  interventi  di  ingegneria  naturalistica e di
ripristino a verde.
  La  tipologia  di  impianto e gli standard vivaistici da utilizzare
nella  progettazione  esecutiva, dovranno favorire un rapido sviluppo
della  vegetazione,  utilizzando  piante  a  pronto  effetto o sedime
forestale  in  funzione  degli obbiettivi che si vorranno perseguire:
verde  d'arredo,  verde schermante, verde con funzione naturalistica,
etc.
  Tutte  le  specie  vegetali che verranno utilizzate dovranno essere
provenienti da genotipi locali.
  Le  piantagioni  di  specie  arboree  utilizzate per le piantagioni
dovranno essere realizzate con esemplari disetanei.
  Il  progetto  esecutivo  dovra'  essere accompagnato da un piano di
monitoraggio  e manutenzione della vegetazione applicato a un periodo
di almeno dieci anni.
  Nel   capitolato   speciale   d'appalto   dovra'   essere  compreso
l'affidamento   di   tale   manutenzione   con   relative  modalita',
affidamento  che  dovra'  essere  effettuato prima del collaudo delle
opere; il capitolato dovra' inoltre prevedere la garanzia delle opere
a   verde,  ovvero  il  reimpianto  delle  fallanze  per  un  periodo
corrispondente   almeno  a  due  stagioni  vegetative  successive  al
collaudo  dei lavori e alla conclusione degli eventuali interventi di
ripristino a garanzia;
    b) dovranno  essere  quantificati  nel  dettaglio i fabbisogni di
terreno  vegetale  necessari per la realizzazione degli interventi di
inserimento  ambientale  e paesaggistico, prevedendo il reimpiego del
suolo  proveniente  dalle operazioni di scotico; a tale fine dovranno
essere   definite   le   specifiche   tecniche   sulle  modalita'  di
accantonamento,  di  uso,  coltivazione  e  mantenimento  della terra
vegetale, dal momento dell'asporto alla successiva ricollocazione. In
particolare,   poiche'   il   materiale   dovra'   essere  conservato
presumibilmente  per  alcuni  anni, dovranno essere realizzati cumuli
non  troppo  grandi  (altezza inferiore a 2 m), al fine di evitare il
verificarsi di alterazioni fisiche, chimiche e biologiche del terreno
stesso;
    c) per  quanto  riguarda gli interventi di ripristino previsti in
corrispondenza  dei  cantieri  principali e secondari dovranno essere
effettuati   approfonditi  rilievi  morfologici  (attraverso  rilievi
topografici)  e  delle  condizioni  di  uso  dei  luoghi interessati,
documentate  mediante  riproduzioni  fotografiche,  in  modo da poter
costituire  elemento  di  riferimento  per  ristabilire le condizioni
ante-operam.
  Durante  la  demolizione  dei  viadotti  da dismettere, nel caso di
diretta  interferenza  dei  lavori  con  il reticolo idrografico e di
rischio  conseguente di sversamento di materiali di risulta in alveo,
dovra'  essere  previsto  l'inserimento  di  barriere  rimovibili, la
raccolta   in   fosse   impermeabilizzate  e  l'invio  a  trattamento
appropriato delle acque di lavorazione e dei liquami di cantiere.
  Una  volta  terminati  i lavori di demolizione si dovra' provvedere
alla   sistemazione  morfologica  dell'alveo  e  dei  versanti  e  al
ripristino della continuita' ecologica.
  Analoghe   accortezze   devono  essere  adottate  nei  cantieri  di
costruzione  dei  piloni  in  alveo dei nuovi viadotti. In ogni caso,
tutti   i  lavori  e  gli  interventi  di  ripristino  che  dovessero
interessare  gli  alvei dei corsi d'acqua dovranno essere eseguiti in
modo da arrecare il minor danno possibile all'ecosistema fluviale.
  Particolare   cura   dovra'   essere  poi  adottata  al  ripristino
ambientale  delle  aree  soggette alla costruzione delle pile e delle
opere   idrauliche  connesse,  per  cui,  in  sede  di  progettazione
esecutiva, dovranno essere prodotte specifiche tecniche relative alla
rinaturazione  e al recupero delle biocenosi dell'habitat degli alvei
fluviali che verrebbero degradate da tali interventi.
  Le  opere di sottoattraversamento (sottovia e tombini scatolari) in
sede  di progettazione esecutiva dovranno essere concepiti (valutando
corridoi  faunistici,  specie  coinvolte,  loro entita', modalita' ed
esigenze  migratorie) in modo da offrire le migliori possibilita' per
l'attraversamento  della  fauna  interessata  e ad impedire l'accesso
della stessa sulla piattaforma stradale.
  Qualora  da  tale  valutazione,  che  dovra'  essere  effettuata in
collaborazione  con  gli  enti  preposti  alla  gestione  delle  aree
protette attraversate o limitrofe al tracciato, risultasse l'esigenza
di  ulteriori  siti  di  passaggio per la fauna, si dovra' provvedere
all'inserimento di nuove corrispondenti opere di attraversamento.
  Per  un  tratto  di  50  m  a  monte e a valle degli imbocchi delle
gallerie,  ove  possibile,  devono  essere  collocati  filari o fasce
arboree  ai  due  lati  esterni  per incentivare l'innalzamento della
linea di volo dell'avifauna.
  Per  quanto  riguarda  la  mobilita'  faunistica,  dovranno  essere
favoriti   gli   eventuali   corridoi   faunistici   preferenziali  e
predisposte idonee opere di attraversamento.
  In  tali  contesti dovranno essere previste tutte le misure volte a
potenziare  la funzione ecologica, a favorire l'utilizzo dei passaggi
in funzione delle diverse specie animali, ad impedire l'accesso della
fauna sulla piattaforma stradale.
  Dovra'  inoltre  essere  verificata  l'opportunita'  di  realizzare
adeguati    terrapieni,    e/o   altri   dispositivi   antirumore   e
antiabbagliamento  volti  al  contenimento  del disturbo sulle specie
animali.
  Nelle  zone di svincolo vanno adottati gli adeguati interventi tesi
a ridurre l'inquinamento luminoso;
    d) per   quanto   attiene   la   realizzazione   della   galleria
Taggine-Sirino, nella fase di scavo dovranno essere adottate tutte le
cautele  per  non  provocare inquinamento della falda; dovra' inoltre
essere    effettuato    il    monitoraggio   della   falda   mediante
l'installazione di piezometri e dovra' essere controllata la qualita'
delle acque delle sorgenti ubicate a valle.
  Tale  controllo  dovra' essere effettuato anche prima che inizino i
lavori.
  Andra'  garantita  la  totale impermeabilizzazione della base della
galleria e dovranno essere costruite idonee vasche per la raccolta di
eventuali liquidi inquinanti agli imbocchi della galleria stessa;
    e) per  quanto riguarda l'inquinamento atmosferico, ai fini della
protezione  degli  ecosistemi  e  della  vegetazione,  dovra'  essere
effettuata la verifica del rispetto dei valori limite per il biossido
di zolfo e per gli ossidi di azoto, indicati nel decreto ministeriale
2 aprile 2002 n. 60;
    f) in sede di progettazione esecutiva sara' necessario verificare
il  calcolo  delle  vasche  di  sicurezza idraulica sulla base di una
metodologia strettamente quantitativa.
  In  particolare,  il  dimensionamento  dei presidi idraulici dovra'
essere  condotto  considerando  il progetto idraulico dei drenaggi di
piattaforma,  la  pluviometria dell'area (coerentemente ai criteri di
funzionamento  di tali presidi e ai tempi di gestione dell'emergenza)
e  l'incidentalita'  attesa  (riferendosi  all'evento  di sversamento
accidentale di inquinante).
  Si suggerisce di assumere uno standard di sicurezza ambientale tale
da  controllare  eventi  di sversamento e precipitazione concomitanti
caratterizzati  da  tempo  di ritorno dell'evento combinato pari a 40
anni.
  Considerando  che  il deflusso di liquidi inquinanti interesserebbe
prevalentemente il bacino del Noce, particolarmente delicato in senso
naturalistico,  si  ritiene  necessaria la realizzazione di bacini di
post-raccolta  a  fini "filtro" e stoccaggio-controllo opportunamente
ubicati;
    g) nelle  zone  piu' sensibili sotto il profilo idrogeologico per
la  presenza  di  falde  superficiali,  oltre  alla  citata  galleria
Taggine-Sirino,  dovra'  essere realizzata l'impermeabilizzazione del
cavo  delle  gallerie  attraverso idonei sistemi; laddove si rendera'
necessario  si dovranno predisporre opere di sostituzione, al fine di
non  compromettere  l'attuale equilibrio naturale, nei casi in cui le
falde  alimentino  sorgenti che vengono abitualmente utilizzate dalla
fauna oltre che dall'uomo;
    h) gli   obiettivi   di   mitigazione  acustica  dovranno  essere
predisposti e realizzati, con attenzione agli sbocchi delle gallerie,
in  conformita'  al  decreto  ministeriale  29 novembre  2000  ed  in
particolare,  salvo  quanto  prescritto sopra circa il raggiungimento
degli  obiettivi  di  qualita',  dovranno essere seguiti i criteri di
progettazione  di  cui all'allegato 2 del citato decreto ivi compresa
l'integrazione  all'allegato  2  apportata  con  decreto ministeriale
23 novembre 2001 nonche' eventuali successivi aggiornamenti.
  Nel  caso  di compresenza di altre sorgenti acustiche significative
si  dovra' fare riferimento alla tabella B del decreto del Presidente
del  Consiglio  dei  Ministri  14 novembre 1997. In corrispondenza di
tratti  ove  corrispondano  problemi di superamento dei valori limite
assunti  per  quanto riguarda il rumore, anche a seguito delle misure
di  mitigazione  proposte  dallo  studio,  dovranno  essere  previsti
sistemi   piu'   articolati   di  schermatura  (strutture  a  sbalzo,
diffrattori   sommitali,  strutture  a  buffles)  che  consentano  il
contenimento  del  rumore alla sorgente stradale, rendendo nelle aree
di pertinenza residenziale il clima acustico rispondente ai limiti di
riferimento.
  Al  tal  fine  dovra' essere periodicamente verificata la capacita'
fonoassorbente dell'asfalto;
    i) dovranno essere ottemperate altresi', ove non ricomprese nelle
precedenti, tutte le prescrizioni e raccomandazioni individuate dalla
regione  Basilicata  e  dal  Ministero  per  i  beni  e  le attivita'
culturali, riportate integralmente nelle premesse.
  Le  prescrizioni  di  cui alle lettere a), c), d), g) e h) dovranno
essere  sottoposte  a verifica di ottemperanza da parte del Ministero
dell'ambiente  e della tutela del territorio prima di dare corso alle
procedure d'appalto.
  Il  progetto  deve essere sottoposto dall'autorita' di bacino prima
di dare corso alle procedure d'appalto.
  Tutti  gli  interventi derivanti dalle precedenti prescrizioni, una
volta  ulteriormente  definiti,  dovranno essere recepiti all'interno
degli  elaborati  di  progetto esecutivo e dei capitolati speciali di
appalto.

                               Dispone
che   il  presente  provvedimento  sia  comunicato  all'ANAS  ufficio
speciale   infrastrutture,   al   Ministero  dei  trasporti  e  delle
infrastrutture   Dicoter   ed   alla  regione  Basilicata,  la  quale
provvedera'   a  depositarlo  presso  l'ufficio  istituito  ai  sensi
dell'art.  5,  comma  terzo, del decreto del Presidente del Consiglio
dei  Ministri  n.  377  del 10 agosto 1988 ed a portarlo a conoscenza
delle altre amministrazioni eventualmente interessate.
    Roma, 26 agosto 2002

                                          Il Ministro dell'ambiente
                                        e della tutela del territorio
                                                  Matteoli


 Il Ministro per i beni
e le attività culturali
        Urbani