MINISTERO DELLA DIFESA

COMUNICATO

         Conferimento di ricompense al valore dell'Esercito
(GU n.94 del 22-4-1995)

   Con decreti del Presidente della Repubblica in data 17 marzo 1995,
sulla  proposta  del  Ministro  della difesa, sono state conferite le
seguenti ricompense al valore dell'Esercito:
                         Medaglie d'argento
   Alla bandiera di  guerra  del  2  reggimento  Bersaglieri  con  la
motivazione:   "Inquadrato   nelle  forze  del  contingente  italiano
impegnato in Somalia per le operazioni di soccorso e protezione  alla
popolazione,  nonostante  le  oggettive  difficolta'  ambientali,  si
prodigava con totale  dedizione  ed  elevata  professionalita'  nella
delicatissima  e  pericolosa missione. Operando in condizioni estreme
di sicurezza, i suoi uomini hanno sempre confermato sia in  attivita'
di  controllo  del territorio, sia in azioni di rastrellamento per la
ricerca d'armi sia in operazioni antibanditismo e/o scorte a convogli
umanitari, elevate capacita' operative, altissimo senso del dovere  e
coraggio  non comune.  Coinvolto in conflitti a fuoco, reagiva sempre
con efficacia,  dimostrando  in  ogni  circostanza  la  capacita'  di
discriminare  e  graduare  le reazioni del proprio personale evitando
cosi' inutili spargimenti di sangue. La  fierezza,  l'orgoglio  e  la
certezza  di  portare  vitale  soccorso umanitario ad una popolazione
disperata e la necessita' di ridare ordine  ad  un  Paese  martoriato
dalla   guerra   civile  sono  state  le  motivazioni  che  ne  hanno
contraddistinto  l'operato.  Chiaro  esempio  di  grande  perizia  ed
estremo  valore  che  hanno  concorso  ad  elevare  e  nobilitare  il
prestigio dell'Esercito italiano". - Somalia,  30  giugno  1993  -  8
ottobre 1993.
   Alla  bandiera  di  guerra  del  3  reggimento  Bersaglieri con la
motivazione:  "Inquadrato  nelle  forze  del   contingente   italiano
impegnato  in Somalia per le operazioni di soccorso e protezione alla
popolazione.  Nonostante  le  oggettive  difficolta'  ambientali,  si
prodigava  con  totale  dedizione  ed  elevata professionalita' nella
delicatissima e pericolosa missione. Operando in  condizioni  estreme
di  sicurezza, i suoi uomini hanno sempre confermato sia in attivita'
di controllo del territorio, sia in azioni di rastrellamento  per  la
ricerca d'armi sia in operazioni antibanditismo e/o scorte a convogli
umanitari,  elevate capacita' operative, altissimo senso del dovere e
coraggio non comune. Coinvolto in conflitti a fuoco,  reagiva  sempre
con  efficacia,  dimostrando  in  ogni  circostanza  la  capacita' di
discriminare e graduare le reazioni del  proprio  personale  evitando
cosi'  inutili  spargimenti  di  sangue. La fierezza, l'orgoglio e la
certezza di portare vitale soccorso  umanitario  ad  una  popolazione
disperata  e  la  necessita'  di ridare ordine ad un Paese martoriato
dalla  guerra  civile  sono  state  le  motivazioni  che   ne   hanno
contraddistinto  l'operato.  Chiaro  esempio  di  grande  perizia  ed
estremo  valore  che  hanno  concorso  ad  elevare  e  nobilitare  il
prestigio  dell'Esercito  italiano".  -  Somalia, 9 ottobre 1993 - 22
gennaio 1994.
   Alla bandiera di  guerra  del  6  reggimento  Bersaglieri  con  la
motivazione:   "Inquadrato   nelle  forze  del  contingente  italiano
impegnato in Somalia per le operazioni di soccorso e protezione  alla
popolazione,  nonostante  le  oggettive  difficolta'  ambientali,  si
prodigava con totale  dedizione  ed  elevata  professionalita'  nella
delicatissima  e  pericolosa missione. Operando in condizioni estreme
di sicurezza, i suoi uomini hanno sempre confermato sia in  attivita'
di  controllo  del territorio, sia in azioni di rastrellamento per la
ricerca  d'armi,  sia  in  operazioni  antibanditismo  e/o  scorte  a
convogli umanitari, sia infine durante le  fasi  di  abbandono  delle
posizioni  di  Belet  Wein e Bulo Burti, elevate capacita' operative,
altissimo  senso  del  dovere  e  coraggio  non  comune.  Piu'  volte
coinvolte  in  conflitti  a fuoco, le sue unita' reagivano sempre con
efficacia,  dimostrando  in  ogni   circostanza   la   capacita'   di
discriminare  e  graduare  le reazioni del proprio personale evitando
cosi' inutili spargimenti di sangue. La  fierezza,  l'orgoglio  e  la
certezza  di  portare  vitale  soccorso umanitario ad una popolazione
disperata e la necessita' di ridare ordine  ad  un  Paese  martoriato
dalla   guerra   civile  sono  state  le  motivazioni  che  ne  hanno
contraddistinto  l'operato.  Chiaro  esempio  di  grande  perizia  ed
estremo  valore  che  hanno  concorso  ad  elevare  e  nobilitare  il
prestigio dell'Esercito italiano". - Somalia, 30 novembre 1993  -  24
febbraio 1994.
   Alla  bandiera  di  guerra  del  78  reggimento  Fanteria "Lupi di
Toscana" con la motivazione: "Inquadrato nelle forze del  contingente
italiano  impegnato  in  Somalia  per  le  operazioni  di  soccorso e
protezione alla  popolazione,  nonostante  le  oggettive  difficolta'
ambientali,   si   prodigava   con   totale   dedizione   ed  elevata
professionalita' nella delicatissima e pericolosa missione.  Operando
in  condizioni  estreme  di  sicurezza,  i  suoi  uomini hanno sempre
confermato sia in attivita'  di  controllo  del  territorio,  sia  in
azioni  di  rastrellamento  per  la  ricerca d'armi sia in operazioni
antibanditismo e/o scorte a convogli  umanitari,  spiccate  capacita'
operative,  altissimo  senso  del  dovere  e  coraggio non comune. In
particolare,  il  giorno  9  ottobre  1993  veniva  coinvolto  in  un
conflitto   a   fuoco   di  particolare  intensita',  a  seguito  del
rinvenimento di un ingente quantitativo di armi e munizioni. In  tale
circostanza   l'unita'   reagiva   con   immediatezza  ed  efficacia,
dimostrava capacita' di  discriminare  e  graduare  le  reazioni  del
proprio  personale  tenendo  in  tal  modo  un contegno esemplare che
consentiva  di  evitare  inutili  spargimenti  di   sangue   tra   la
popolazione  somala. La fierezza, l'orgoglio e la certezza di portare
vitale  soccorso  umanitario  ad  una  popolazione  disperata  e   la
necessita'  di  ridare  ordine  ad  un  Paese martoriato dalla guerra
civile  sono  state  le  motivazioni  che  ne  hanno  contraddistinto
l'operato  anche  se  svolto  esponendo  la vita a manifesto rischio.
Chiaro esempio di grande perizia ed estremo valore che hanno concorso
ad elevare e  nobilitare  il  prestigio  dell'Esercito  italiano".  -
Somalia, 20 agosto 1993 - 4 dicembre 1993.
   Al serg. magg.f.par. Giovanni F. Bozzini, nato il 9 ottobre 1964 a
Firenze,  con  la  motivazione: "Giovane sottufficiale, facente parte
del contingente militare italiano 'Ibis' impegnato  nella  operazione
umanitaria   ONU   di   'Peace   Keeping',  in  Somalia,  partecipava
all'operazione 'Canguro 11' che prevedeva  il  rastrellamento  di  un
quartiere  della  citta'  di  Mogadiscio.  Nel  corso  dei successivi
combattimenti, proditoriamente  innescati  da  miliziani  somali,  si
distingueva  per  indomito  coraggio  ed  elevate doti professionali,
reagendo con risolutezza ed efficacia al fuoco degli elementi  nemici
che  piu' direttamente minacciava le forze nazionali. Successivamente
si prodigava con sprezzo del pericolo e nobile generosita' nell'opera
di  soccorso  ad  alcuni  paracadutisti  rimasti  gravemente   feriti
all'interno  di  un  mezzo  colpito  da  un razzo controcarro. Chiaro
esempio  di  alto  senso  del  dovere,  elevate  doti  di ardimento e
ammirevole altruismo". - Mogadiscio (Somalia), 2 luglio 1993.
   Al serg.f.par. Francesco Calvisi, nato il 31 agosto 1971 a  Nuoro,
con   la  motivazione:  "Giovane  sottufficiale,  facente  parte  del
contingente  militare  italiano  'Ibis'  impegnato  nella  operazione
umanitaria  ONU  di  'Peace  Keeping',  in Somalia, il 2 luglio 1993,
ricevuto il compito di scortare con la propria squadra  il  movimento
di  una  ambulanza, veniva fatto oggetto di un proditorio agguato nei
pressi di un quartiere di Mogadiscio in cui erano in corso scontri  a
fuoco  tra  miliziani  somali  e  forze  italiane.  Accerchiato dagli
avversari, con lucida determinazione coordinava l'azione  dei  propri
uomini,   organizzando   la   difesa   e   riuscendo  a  fronteggiare
l'incessante fuoco nemico per circa un'ora. Durante il combattimento,
resosi conto che uno dei  paracadutisti  aveva  riportato  una  seria
ferita  alla gamba, usciva coraggiosamente allo scoperto per porlo al
riparo e prestargli le prime  cure.  Con  il  sopraggiungere  di  una
pattuglia  corazzata  inviata in rinforzo, riusciva a sganciarsi ed a
ricongiungersi con il grosso del  reparto.  Chiaro  esempio  di  alto
senso del dovere, elevate doti d'ardimento e ammirevole generosita'".
- Mogadiscio (Somalia), 2 luglio 1993.
   Al  mar.ord.  CC  par.  Pasquale Cinelli, nato il 16 aprile 1959 a
Paola (Cosenza), con la motivazione: "Comandante di squadra CC  par.,
facente  parte  del  contingente  militare  italiano 'Ibis' impegnato
nell'operazione  umanitaria  ONU  di  'Peace  Keeping',  in  Somalia,
incaricato  di  pilotare  un  VCC  addetto  al recupero dei feriti in
occasione di un cruento scontro a fuoco con guerriglieri  somali,  si
prodigava  con  grande coraggio, perizia e generosita', reiterando le
sortite nell'area della  battaglia  per  portare  in  salvo  numerosi
feriti  verso  le  aree  di  sgombero.  la  sua  azione tempestiva ed
inesauribile, protrattasi per piu' ore sotto intenso fuoco avversario
da cui veniva fatto segno risultava  determinante  per  l'evacuazione
dei  feriti piu' gravi. Fulgido esempio di virtu' militari, coraggio,
determinazione  ed  altissimo  senso  del   dovere".   -   Mogadiscio
(Somalia), 2 luglio 1993.
   Al  serg.  magg.f.par.  Daniele Criscuolo, nato il 3 luglio 1968 a
Livorno, con la motivazione: "Sottufficiale incursore  paracadutista,
facente  parte  del  contingente  militare  italiano 'Ibis' impegnato
nell'operazione umanitaria ONU di 'Peace Keeping', in Somalia,  il  2
luglio  1993,  nello  sganciamento  delle  forze  italiane dalla zona
dell'agguato perpetrato da  guerriglieri  somali,  si  prodigava  con
generosita'  nel soccorrere un commilitone gravemente ferito sotto il
fuoco nemico e a trasportarlo fino al mezzo  di  soccorso  a  rischio
della propria vita. Fulgido esempio di cameratismo, spirito di corpo,
solidarieta'  umana, elevate virtu' militari e sprezzo del pericolo".
- Mogadiscio (Somalia), 2 luglio 1993.
   Al c.le par. Carmelo Mandolfo, nato il 24 agosto  1973  a  Ragusa,
con  la  motivazione:  "Caporale paracadutista di leva, facente parte
del contingente militare italiano  'Ibis'  impegnato  nell'operazione
umanitaria ONU di 'Peace Keeping', in Somalia, partecipava con il 183
reggimento   paracadutisti   'Nembo'   in  qualita'  di  pilota  VCC,
all'operazione 'Canguro 11' che prevedeva  il  rastrellamento  di  un
quartiere  della  citta'  di  Mogadiscio.  Coinvolto  nei  successivi
combattimenti proditoriamente condotti da miliziani somali contro  le
forze  italiane,  si  distingueva  per il coraggio, la prontezza e la
perizia  con  cui acquisiva, sotto un'intensa reazione avversaria, la
posizione piu' idonea  per  un  efficace  impiego  dell'armamento  di
bordo.  Sebbene coinvolto nell'esplosione di un razzo controcarro che
aveva colpito il proprio mezzo provocando numerose  e  gravi  perdite
tra   l'equipaggio,   conservava   una  lucida  risolutezza  che  gli
consentiva di sottrarsi alla minaccia avversaria e  di  garantire  ai
feriti  un  sollecito  soccorso. Successivamente, pur consapevole dei
rischi personali a  cui  andava  incontro  nell'attraversare  un'area
sottoposta   ad   un   incessante  fuoco  nemico,  si  prodigava  per
trasportare alla piu' vicina struttura sanitaria nazionale  i  feriti
piu'  gravi.  Chiaro  esempio di sprezzo del pericolo, alto senso del
dovere e di nobile generosita'". -  Mogadiscio  (Somalia),  2  luglio
1993.
   Al  ten.  CC  par.  Francesco  Marra,  nato  il  31 gennaio 1962 a
Palermo, con la motivazione:  "Ufficiale  comandante  di  plotone  CC
par.,   facente   parte  del  contingente  militare  italiano  'Ibis'
impegnato nell'operazione  umanitaria  ONU  di  'Peace  Keeping',  in
Somalia,  in  occasione di un violento combattimento con guerriglieri
somali, veniva  impiegato  quale  vicecomandante  di  un  reparto  di
carabinieri  paracadutisti  incaricato  di  raggiungere la zona degli
scontri per portare soccorso. Impegnato in tre ore  di  combattimento
si prodigava con slancio, abilita' e coraggio per il buon esito della
missione,  fornendo  con  il  proprio  VCC  sostegno  e  copertura ad
un'azione degli incursori del 9 btg. d'assalto paracadutisti. In fase
di rientro, il suo mezzo da combattimento veniva investito da intenso
fuoco avversario che colpiva in modo grave il mitragliere  di  bordo.
Prontamente  l'ufficiale  chiedeva  l'intervento di un elicottero per
l'evacuazione medica e  faceva  trasportare  il  ferito  in  area  di
sgombero.  Tale  tempestivita' risultava determinante per la salvezza
del ferito.  Fulgido esempio di alte virtu'  militari,  capacita'  di
comando,  coraggio,  determinazione ed altissimo senso del dovere". -
Mogadiscio (Somalia), 2 luglio 1993.
   Al mar.ord. CC par. Elia Passero,  nato  il  19  febbraio  1956  a
Napoli,  con  la motivazione: "Sottufficiale comandante di squadra CC
par.,  facente  parte  del  contingente  militare   italiano   'Ibis'
impegnato  nell'operazione  umanitaria  ONU  di  'Peace  Keeping', in
Somalia, in occasione di un violento scontro a fuoco con guerriglieri
somali, veniva incaricato di partecipare all'operazione  di  sgombero
dei  feriti  dalla  zona  dove  la  battaglia  era  piu'  cruenta. Si
prodigava in  tale  azione  con  coraggio,  determinazione  e  ferrea
volonta', ponendo in salvo numerosi feriti. Terminata l'operazione di
sgombero,  ritornava  nella  zona  del combattimento per cooperare al
disimpegno delle altre forze italiane sul luogo, abbandonata fra  gli
ultimi sotto intenso fuoco avversario. Fulgido esempio di alte virtu'
militari, capacita' di comando, coraggio, determinazione ed altissimo
senso del dovere". - Mogadiscio (Somalia), 2 luglio 1993.
   Al  par. Renzo Polifrone, nato il 5 gennaio 1973 in Venezuela, con
la motivazione: "Paracadutista di leva, facente parte del contingente
militare italiano 'Ibis' impegnato nell'operazione umanitaria ONU  di
'Peace  Keeping', in Somalia, il 2 luglio 1993 partecipava con il 183
reggimento  paracadutisti  'Nembo'  in  qualita'   di   pilota   VCC,
all'operazione  'Canguro  11'  che  prevedeva il rastrellamento di un
quartiere  della  citta'  di  Mogadiscio.  Coinvolto  nei  successivi
combattimenti  proditoriamente condotti da miliziani somali contro le
forze  italiane,  si  distingueva  per il coraggio, la prontezza e la
perizia con cui acquisiva, sotto un'intensa reazione  avversaria,  la
posizione  piu'  idonea  per  un  efficace  impiego dell'armamento di
bordo. Mentre  con  il  proprio  carro  si  accingeva  a  raggiungere
nuovamente   la   zona   degli  scontri  dopo  aver  provveduto  alla
evacuazione di alcuni  militari  rimasti  feriti,  resosi  conto  che
l'ufficiale  capo  carro  era stato gravemente colpito da un cecchino
somalo, assumeva con lucida risolutezza  l'iniziativa  e  riusciva  a
ricongiungersi  con  il  reparto.  Ivi  giunto  veniva  incaricato di
effettuare un ulteriore sgombero di feriti e,  incurante  dei  rischi
personali  a  cui  andava  incontro  per  l'incessante  fuoco nemico,
assolveva con immutata determinazione il compito assegnatogli. Chiaro
esempio di ammirevole altruismo,  elevato  senso  del  dovere  e  non
comune sprezzo del pericolo". - Mogadiscio (Somalia), 2 luglio 1993.
   Al ten.col.f. par. Alessandro Puzzilli, nato il 14 febbraio 1951 a
Tivoli   (Roma),  con  la  motivazione:  "Comandante  di  battaglione
paracadutisti,  facente  parte  del  contingente  militare   italiano
'Ibis',  impegnato nell'operazione umanitaria ONU di 'Peace Keeping',
in Somalia, era costantemente alla testa  dei  propri  uomini  con  i
quali  condivideva  i  disagi  ed  i  pericoli. Con la continuita' di
presenza e la serenita' di comportamento, suscitava l'ammirazione dei
paracadutisti ed affrontava con  elevatissimo  spirito  di  corpo  ed
ammirevole sacrificio le difficolta' ambientali ed operative. Durante
uno  scontro  a  fuoco,  inoltre,  con  serena e previdente azione di
comando, coordinava lo sganciamento dei propri  uomini  limitando  le
perdite e rimanendo egli stesso leggermente ferito. Chiaro esempio di
capacita'  di  comando  ed  altissimo senso del dovere". - Mogadiscio
(Somalia), 5 luglio 1993.
   Al cap. CC par. Giovanni Truglio,  nato  il  25  novembre  1959  a
Sant'Agata  di  Esaro  (Cosenza)  con  la motivazione: "Comandante di
distaccamento CC par. durante  l'operazione  'Ibis'  in  Somalia,  in
occasione  di  un  violento  combattimento  contro  formazioni somale
ribelli, accorreva a dar manforte ai reparti che si  trovavano  sotto
il  fuoco  nemico. Con grande valentia manovrava le sue unita' mobili
disciplinando  il  movimento  ed  erogando  un  efficace  fuoco   che
consentiva di eliminare le resistenze nemiche e permetteva alle forze
amiche di sottrarsi alle insidie avversarie. Continuava la sua azione
svolgendo  anche  una  meritoria  opera di soccorso ai feriti gravi e
garantendo  la  sicurezza  del  dispositivo  nella  fase  finale  del
ripiegamento.  Mirabile esempio di elevate virtu' militari, capacita'
di comando, coraggio, determinazione ed altissimo senso del  dovere".
- Mogadiscio (Somalia), 2 luglio 1993.
                         Medaglie di bronzo:
   Al  serg.  magg.f. par. Giovanni Bassetti, nato il 5 agosto 1962 a
Tredozio  (Forli'),  con  la  motivazione:  "Sottufficiale  incursore
paracadutista, facente parte del contingente militare italiano 'Ibis'
impegnato  nell'operazione  umanitaria  ONU  di  'Peace  Keeping', in
Somalia, inquadrato nel reparto incursori paracadutisti impegnato  il
2  luglio  1993  nello  sganciamento  delle forze italiane dalla zona
dell'agguato perpetrato da  guerriglieri  somali,  si  prodigava  con
grande  coraggio, perizia e generosita' nell'area della battaglia. La
sua azione tempestiva ed inesauribile protrattasi per piu' ore  sotto
l'intenso   fuoco   nemico  da  cui  veniva  fatto  segno,  risultava
determinante per la positiva conclusione dell'azione, senza ulteriore
spargimento  di  sangue.  Ha  evidenziato professionalita', senso del
dovere, coraggio e sprezzo del pericolo  ed  ha  suscitato  con  tale
comportamento  l'ammirazione  dei  commilitoni  ed  il  consenso  dei
superiori. Chiarissimo esempio di soldato che  ha  dato  lustro  alla
Brigata  'Folgore' ed all'Esercito italiano". - Mogadiscio (Somalia),
2 luglio 1993.
   Al s.ten.f. par.  Romeo  Carbonetti,  nato  l'8  febbraio  1967  a
Viterbo,   con  la  motivazione:  "Ufficiale  comandante  di  plotone
paracadutisti, facente parte del contingente militare italiano 'Ibis'
impegnato nell'operazione  umanitaria  ONU  di  'Peace  Keeping',  in
Somalia,  partecipava  con  il  183  reggimento paracadutisti 'Nembo'
all'operazione 'Canguro 11' che prevedeva  il  rastrellamento  di  un
quartiere  di  Mogadiscio.  Nel  corso  del  successivo attacco che i
miliziani somali sferravano proditoriamente contro le forze italiane,
si distingueva per indomito coraggio ed elevate  doti  professionali.
Spintosi  con i suoi paracadutisti dove piu' intensa era la pressione
nemica, si prodigava per contrastarla riuscendo  infine  a  fiaccarla
con  una  precisa  ed  efficace  azione  di  fuoco.  Con gagliarda ed
eccezionale audacia si  esponeva  ove  maggiore  era  il  pericolo  e
trascinava, con la virtu' dell'esempio, i suoi uomini durante la fase
piu'  cruenta  del  combattimento.  Con  la  sua  azione  contribuiva
validamente allo sganciamento delle forze italiane evitando ulteriori
perdite di vite umane. Chiaro esempio di non  comune  coraggio,  alto
senso del dovere ed elevate doti di ardimento".
   Al serg.f. par. Alessandro Dell'Avvocata, nato il 24 febbraio 1972
a   Nettuno   (Roma),  con  la  motivazione:  "Giovane  sottufficiale
comandante di squadra paracadutisti, facente  parte  del  contingente
militare  italiano 'Ibis' impegnato nell'operazione umanitaria ONU di
'Peace Keeping', in Somalia, ricopriva l'incarico di comandante di un
check-point dislocato in un quartiere di Mogadiscio  nei  pressi  del
quale si sviluppavano violenti scontri a fuoco tra miliziani somali e
forze  italiane.  In  tale  circostanza si distingueva per l'indomito
coraggio, le elevate doti professionali e la lucida  risolutezza  con
cui  coordinava  gli  uomini posti alle sue dipendenze, portandosi di
volta in volta dove piu' intensa e pericolosa si sviluppava  l'azione
avversaria.  All'atto  del  ripiegamento  recuperava  sotto  il fuoco
nemico alcuni mezzi rimasti abbandonati nelle fasi piu' concitate del
combattimento. Chiaro  esempio  di  senso  del  dovere,  sprezzo  del
pericolo  ed  elevate  doti  d'artimento".  - Mogadiscio (Somalia), 2
luglio 1993.
   Al serg. magg.f.par. Massimo Di Quinzio, nato l'11 novembre 1965 a
Tivoli  (Roma),  con   la   motivazione:   "Sottufficiale   incursore
paracadutista, facente parte del contingente militare italiano 'Ibis'
impegnato  nell'operazione  umanitaria  ONU  di  'Peace  Keeping', in
Somalia, inquadrato nel reparto incursori paracadutisti impegnato  il
2  luglio  1993  nello  sganciamento  delle forze italiane dalla zona
dell'agguato perpetrato da  guerriglieri  somali,  si  prodigava  con
grande  coraggio, perizia e generosita' nell'area della battaglia. La
sua azione tempestiva ed inesauribile protrattasi per piu' ore  sotto
l'intenso   fuoco   nemico  da  cui  veniva  fatto  segno,  risultava
determinante per la positiva conclusione dell'azione, senza ulteriore
spargimento di sangue. Ha  evidenziato  professionalita',  senso  del
dovere,  coraggio  e  sprezzo  del  pericolo ed ha suscitato con tale
comportamento  l'ammirazione  dei  commilitoni  ed  il  consenso  dei
superiori.  Chiarissimo  esempio  di  soldato che ha dato lustro alla
brigata 'Folgore' ed all'Esercito italiano". - Mogadiscio  (Somalia),
2 luglio 1993.
   Al  serg.  magg.f.par.  Marco  Di  Sarra, nato il 18 aprile 1963 a
Terni, con la motivazione:  "Sottufficiale  incursore  paracadutista,
facente  parte  del  contingente  militare  italiano 'Ibis' impegnato
nell'operazione  umanitaria  ONU  di  'Peace  Keeping',  in  Somalia,
inquadrato  nel reparto incursori paracadutisti impegnato il 2 luglio
1993 nell'agguato perpetrato da guerriglieri somali, si prodigava con
grande coraggio e  generosita'  nell'area  della  battaglia.  La  sua
azione  tempestiva  ed  inesauribile  protrattasi  per piu' ore sotto
l'intenso  fuoco  nemico  da  cui  veniva  fatto   segno,   risultava
determinante per la positiva conclusione dell'azione, senza ulteriore
spargimento  di  sangue.  Ha  evidenziato professionalita', senso del
dovere, coraggio e sprezzo del pericolo  ed  ha  suscitato  con  tale
comportamento  l'ammirazione  dei  commilitoni  ed  il  consenso  dei
superiori. Chiarissimo esempio di soldato che  ha  dato  lustro  alla
brigata  'Folgore' ed all'Esercito italiano". - Mogadiscio (Somalia),
2 luglio 1993.
   Al magg.f.par. Pietro Claudio Marini, nato il  13  agosto  1949  a
Fivizzano (Massa Carrara), con la motivazione: "Vice comandante della
base  operativa  incursori,  facente  parte  del contingente militare
italiano 'Ibis' impegnato nell'operazione umanitaria  ONU  di  'Peace
Keeping', in Somalia, il 2 luglio 1993, durante lo sganciamento delle
forze  italiane  dalla  zona  dell'agguato perpetrato da guerriglieri
somali, riceveva l'ordine di portarsi nella  zona  dei  combattimenti
per  fronteggiare  la  situazione  e  favorire il deflusso dei mezzi.
Nonostante il fuoco di fucileria che da posizione favorevole  batteva
i  mezzi  italiani  bloccati  sulla strada, concepiva, organizzava ed
attuava, per i distaccamenti operativi al suo comando,  un'operazione
di  fissaggio  ed aggiramento al fine di neutralizzare le sorgenti di
fuoco nemiche. Nel corso di tale ardita  azione  si  evidenziava  per
spirito  d'iniziativa,  coraggio  e  determinazione.  In  particolare
coordinava e conduceva un'efficace  azione  di  rastrellamento  sotto
intenso  fuoco  nemico.  Fatta  defluire  una  prima colonna di mezzi
italiani riordinava i propri distaccamenti e si riportava  sul  luogo
dei combattimenti al fine di far defluire le rimanenti forze italiane
senza  ulteriori  perdite. Fulgido esempio di elette virtu' militari,
senso del dovere e sprezzo del pericolo". - Mogadiscio  (Somalia),  2
luglio 1993.
   Al  car. par. Marco Menicucci, nato il 10 gennaio 1968 a Pontedera
(Pisa), con la motivazione:  "Carabiniere  paracadutista  addetto  al
nucleo  di  polizia  facente  parte del contingente militare italiano
'Ibis' impegnato nell'operazione umanitaria ONU di  'Peace  Keeping',
in  Somalia,  la sera del 9 luglio 1993, durante l'espletamento di un
servizio di carattere operativo-informativo, veniva  fatto  segno  da
numerosi  colpi d'arma da fuoco a seguito di un agguato perpetrato da
guerriglieri somali. Per tutta la durata dell'azione si  batteva  con
coraggio,  determinazione  e sprezzo del pericolo. Durante la fase di
ripiegamento veniva ferito  da  un  miliziano  somalo.  Soccorso  dai
commilitoni  manteneva  comportamento  sereno  dando  prova di grande
forza d'animo, coraggio ed  elette  virtu'  militari".  -  Mogadiscio
(Somalia), 9 luglio 1993.
   Al  cap.f.par.  Emilio Ratti, nato l'8 agosto 1957 a Santo Stefano
di Magra (La Spezia), con la motivazione:  "Capo  ufficio  operazioni
del  raggruppamento  'Bravo'  facente  parte del contingente militare
italiano 'Ibis' impegnato nell'operazione umanitaria  ONU  di  'Peace
Keeping',  in  Somalia,  il 2 luglio 1993, partecipava all'operazione
'Canguro 11' che prevedeva il rastrellamento di  un  quartiere  della
citta'  di Mogadiscio. Nel corso dei successivi scontri, originati da
un proditorio attacco condotto da miliziani somali, metteva  in  luce
un  indomito  coraggio  ed elevate doti professionali, coadiuvando il
comandante di reggimento  nel  coordinamento  delle  azioni  volte  a
contrastare   l'attacco   avversario.  Successivamente,  ricevuto  il
compito di provvedere allo sgombero dei militari feriti,  alcuni  dei
quali  in  modo  grave, si poneva a capo di un colonna di mezzi con i
quali, incurante dei gravi rischi a cui andava incontro per l'intenso
fuoco nemico, si distingueva per il coraggio e  la  perizia  con  cui
acquisiva,  sotto  la  violenta  azione avversaria, la posizione piu'
idonea per il recupero dei feriti. Manovrando i mezzi con capacita' e
lucida risolutezza, riusciva a raggiungere le piu'  vicine  strutture
sanitarie  nazionali. Chiarissimo esempio di soldato, di capacita' di
comando, mirabile altruismo, sprezzo del pericolo ed  elevate  virtu'
militari". - Mogadiscio (Somalia), 2 luglio 1993.
   Al par. Luciano Romagnoli, nato il 12 maggio 1972 a Torino, con la
motivazione:  "Paracadutista  di  leva, facente parte del contingente
militare italiano 'Ibis' impegnato nella operazione umanitaria ONU di
'Peace Keeping', in Somalia, il 2 luglio  1993,  veniva  comandato  a
prestare  servizio  su  un  check-point  dislocato in un quartiere di
Mogadiscio notoriamente  turbolento.  Iniziati  i  combattimenti  nei
pressi della posizione ad opera di numerosi miliziani somali, sebbene
la  postazione  del  cui presidio era responsabile con altro militare
venisse  fatta  oggetto  da   intenso   fuoco   nemico,   contrastava
efficacemente  l'incessante azione avversaria per l'intera durata dei
combattimenti. Rimasto ferito, non dava segni di cedimento  fisico  e
morale  ed  abbandonava  la postazione solo su ordine del suo diretto
comandante. Chiaro esempio di sprezzo del pericolo, elevato senso del
dovere e della disciplina". - Mogadiscio (Somalia), 2 luglio 1993.
   Al mar. ord.f.par. Mario Vento, nato l'11 febbraio 1957 ad  Alatri
(Frosinone),    con    la   motivazione:   "Sottufficiale   incursore
paracadutista facente parte del contingente militare italiano 'Ibis',
impegnato nell'operazione  umanitaria  ONU  di  'Peace  Keeping',  in
Somalia,  inquadrato nel reparto incursori paracadutisti impegnato il
2 luglio 1993 nello sganciamento  delle  forze  italiane  dalla  zona
dell'agguato  perpetrato  da  guerriglieri  somali,  si prodigava con
grande coraggio, perizia e generosita' nell'area della battaglia.  La
sua  azione tempestiva ed inesauribile protrattasi per piu' ore sotto
l'intenso fuoco nemico cui veniva fatto segno, risultava determinante
per la positiva conclusione dell'azione, senza ulteriore  spargimento
di   sangue.  Ha  evidenziato  professionalita',  senso  del  dovere,
coraggio  e  sprezzo  del  pericolo  ed   ha   suscitato   con   tale
comportamento  l'ammirazione  dei  commilitoni  ed  il  consenso  dei
superiori. Chiarissimo esempio di soldato che  ha  dato  lustro  alla
brigata  'Folgore' ed all'Esercito italiano". - Mogadiscio (Somalia),
2 luglio 1993.