N. 247 ORDINANZA (Atto di promovimento) 4 2007- 22 ottobre 2008
Ordinanza del 22 ottobre 2007 emessa dal Tribunale di Bolzano nel procedimento civile promosso da Egger Adolf contro Dejakum Luigi ed altri Filiazione - Azione per la dichiarazione giudiziale di paternita' o di maternita' naturale - Legittimazione passiva in caso di morte del presunto genitore e dei suoi eredi - Riferimento alla sentenza della Corte di Cassazione a sezioni unite n. 21287/2005 - Omessa previsione che la domanda debba essere proposta, nell'ipotesi di premorienza del presunto genitore e dei suoi eredi, nei confronti degli eredi degli eredi del presunto genitore, ovvero di un curatore speciale nominato dal giudice davanti al quale il giudizio deve essere instaurato - Irragionevolezza - Incidenza sul diritto di azione per la tutela di diritti fondamentali attinenti allo status di figlio naturale - Lesione della tutela costituzionalmente garantita ai figli nati fuori del matrimonio. - Codice civile, art. 276, primo comma. - Costituzione, artt. 3, primo comma, 24, primo comma, e 30, comma terzo.(GU n.36 del 27-8-2008 )
IL TRIBUNALE Ha pronunciato la seguente ordinanza nel procedimento civile n. 1822/2003 R.G. La presente ordinanza viene redatta in lingua italiana, in quanto il collegio ha deciso di sottoporre alla Corte costituzionale la questione di legittimita' costituzionale dell'art. 276, primo comma, del codice civile, nella parte in cui non prevede che la domanda per la dichiarazione di paternita' o di maternita' naturale deve essere proposta, in mancanza degli eredi del presunto successore, nei confronti degli eredi degli eredi del presunto successore o nei confronti di un curatore nominato dal giudice davanti al quale il giudizio deve essere promosso. La presente ordinanza viene trasmessa all'ufficio traduzioni del Tribunale di Bolzano, per la traduzione in lingua tedesca, essendo svolto in lingua tedesca il processo in cui la presente ordinanza viene pronunciata. Con atto di citazione di data 15 ottobre 2003 Egger Adolf ha proposto azione per la dichiarazione di paternita' naturale ex artt. 269 e seguenti c.c., deducendo di essere figlio di Ilmer Alois, nato a Merano in data 10 giugno 1908 e deceduto in data 26 marzo 1969. Al momento della proposizione dell'azione tutti gli eredi di Ilmer Alois erano deceduti e pertanto la citazione e' stata notificata agli eredi degli eredi di Ilmer Alois. La suprema Corte di cassazione, con sentenza pronunciata dalle sezioni unite n. 21287 di data 3 novembre 2005 ha affermato il principio di diritto secondo cui «contraddittori necessari, passivamente legittimati in ordine all'azione per la dichiarazione giudiziale di paternita' naturale, sono, ai sensi dell'art. 276 cod. civ., in caso di morte del preteso genitore, esclusivamente i suoi eredi, e non anche gli eredi degli eredi di lui, o altri soggetti, comunque portatori di un interesse contrario all'accoglimento della domanda, ai quali e' invece riconosciuta la sola facolta' di intervenire in giudizio a tutela dei rispettivi interessi.». L'applicazione di tale principio nel caso di specie porterebbe a dichiarare improponibile la domanda svolta da Egger Adolf, perche' la causa non poteva essere proposta per difetto di legittimazione passiva dei convenuti. Cio' premesso il presente collegio ritiene di dovere sollevare d'ufficio la questione di legittimita' costituzionale nei termini sopra esposti, ovverosia la questione di legittimita' costituzionale dell'art. 276, primo comma, del codice civile, nella parte in cui non prevede che la domanda per la dichiarazione di paternita' o di maternita' naturale deve essere proposta, in mancanza degli eredi del presunto successore, nei confronti degli eredi degli eredi del presunto successore o nei confronti di un curatore nominato dal giudice davanti al quale il giudizio deve essere promosso. Per quanto riguarda la rilevanza: l'atto di citazione e' stato notificato agli eredi degli eredi di Ilmer Alois. L'accoglimento della questione di legittimita' costituzionale, nei termini sopra prospettati, renderebbe l'azione proponibile e consentirebbe il suo esame nel merito. Il mancato accoglimento della questione di legittimita' costituzionale, nei termini sopra prospettati, comporterebbe la dichiarazione di improponibilita' della presente causa. Si aggiunge che, nel corso del giudizio, il ricorrente ha chiesto procedersi alla nomina di un curatore. A tale richiesta il giudice istruttore non ha dato seguito e neppure il collegio e' dell'avviso che sia consentita la nomina di un curatore, dal momento che la legge, nella sua attuale formulazione, non consente la proposizione dell'azione nei confronti di un curatore. L'accoglimento della questione di legittimita' costituzionale, nei termini sopra prospettati, renderebbe l'azione proponibile nei confronti di un curatore, consentirebbe pertanto al giudice la nomina di un curatore e la prosecuzione del giudizio nei suoi confronti. Per quanto riguarda la non manifesta infondatezza: l'art. 276, primo comma, del codice civile appare a questo collegio in contrasto con svariate norme costituzionali, in particolare l'art. 30, terzo comma, l'art. 24, primo comma e l'art. 3, primo comma della Costituzione. L'improponibilita' dell'azione di dichiarazione giudiziale di paternita' o maternita' naturale, per mancanza del presunto genitore e dei suoi eredi, impedisce ai figli naturali la tutela giuridica assicurata dall'art. 30 Cost., determina una incomprensibile e ingiustificata privazione del diritto di azione per la tutela dei propri diritti, garantito dall'art. 24 Cost. e appare altresi' irragionevole e quindi in contrasto con l'art. 3 Cost., se si considera che lo status di figlio naturale e' oramai da considerarsi parificato, salve alcune marginali differenziazioni di trattamento, a quello di figlio legittimo; l'art. 270 cod. civ. dispone che l'azione per ottenere che sia dichiarata giudizialmente la paternita' o maternita' naturale e' imprescrittibile riguardo al figlio; al principio di imprescrittibilita' dell'azione e' apportato un gravissimo vulnus, nel momento in cui si ritiene l'azione improponibile per mancanza del presunto genitore o degli eredi di lui; il disposto dell'art. 276 cod. civ. pone una limitazione alla legittimazione passiva che non trova riscontro in nessuna delle altre norme che disciplinano la legittimazione passiva nei giudizi di filiazione: a) l'art. 247 cod. civ. prevede infatti che l'azione di disconoscimento della paternita' sia proposta, in mancanza del presunto padre o della madre, nei confronti di discendenti e ascendenti e, in loro mancanza, nei confronti di un curatore nominato dal giudice davanti al quale il giudizio deve essere promosso; b) analoga legittimazione passiva prevede l'art. 248 cod. civ. riguardo all'azione di contestazione della legittimita'; c) nessuna limitazione in ordine alla legittimazione passiva e' prevista poi per l'azione di riconoscimento di figlio naturale, la quale pure e' dichiarata imprescrittibile (art. 263 cod. civ.), dovendosi pertanto ritenere la stessa proponibile, in mancanza dell'autore del riconoscimento e di colui che e' stato riconosciuto, nei confronti dei discendenti, degli ascendenti o degli eredi. L'improponibilita' della domanda per mancanza di legittimati passivi, secondo l'attuale formulazione dell'art. 276 cod. civ., viene a privare il figlio naturale di fondamentali diritti allo stesso riconosciuti dall'ordinamento, quale il diritto all'accertamento del proprio status familiare, il diritto ad essere mantenuto, istruito ed educato, nonche' i diritti successori. Appare evidente la irragionevolezza di una disposizione, come quella di cui all'art. 276, primo comma cod. civ., che fa dipendere la possibilita' di ottenere l'accertamento dello status di figlio naturale e il conseguente godimento dei predetti diritti dalla circostanza che siano o meno in vita, al momento della proposizione della domanda di dichiarazione giudiziale di paternita' o maternita' naturale, esclusivamente il presunto genitore ed i suoi eredi.
P. Q. M. Dispone la rimessione della presente causa in istruttoria e solleva la questione di legittimita' costituzionale dell'art. 276, primo comma, del codice civile, nella parte in cui non prevede che la domanda per la dichiarazione di paternita' o di maternita' naturale deve essere proposta, in mancanza degli eredi del presunto successore, nei confronti degli eredi degli eredi del presunto successore o nei confronti di un curatore nominato dal giudice davanti al quale il giudizio deve essere promosso; Dispone l'immediata trasmissione degli atti alla Corte costituzionale e sospende il giudizio in corso; Ordina che, a cura della cancelleria, la presente ordinanza sia notificata alle parti in causa, al pubblico ministero, al Presidente del Consiglio dei ministri, ai Presidenti delle due Camere del Parlamento e al Presidente del Tribunale; Dispone la trasmissione della presente ordinanza all'Ufficio Traduzioni del Tribunale per la traduzione della presente ordinanza in lingua tedesca. Cosi' deciso a Bolzano, il 4 ottobre 2007. Il Presidente: Roilo Il giudice estensore: Paparella Allegato DAS LANDESGERICHT BOZEN, ERSTE ZIVILSEKTION in der Zusammensetzung der Richter: Dr. Elisabeth Roilo Vorsitzende Dr. Claudia Montagnoli Richterin Dr. Michele Papparella Berichterstatter hat folgenden BESCHLUSS im Zivilverfahren eingetragen unter Nr. A.R. 1822/2003 erlassen. Der vorliegende Beschluss wird in italienischer Sprache abgefasst, nachdem der Senat beschlossen hat dem Verfassungsgerichtshof die Frage der VerfassungsmäÃigkeit von Art. 276, Abs. 1 ZGB zu unterziehen, bzw. in dem Teil, in welchem nicht vorgesehen wird, dass die Klage auf gerichtliche Feststellung der unehelichen Vaterschaft oder Mutterschaft, in Anwesenheit der Erben des mutmaÃlichen Rechtsnachfolgers, gegen die Erben der Erben des mutmaÃlichen Rechtsnachfolgers oder gegen den Kurator, der vom Gericht ernannt wird, vor welchem das Verfahren eingeleitet werden muss, zu richten ist. Der vorliegende Beschluss wird dem Übersetzungsamt des Landesgerichtes Bozen zur Übersetzung desselben in die deutsche Sprache übermittelt, da das Gerichtsverfahren, im Laufe dessen der vorliegende Beschluss verkündet wird, in deutscher Sprache abgehalten wird. Mit Klageschriftsatz vom 15.10.2003 hat Egger Adolf Klage auf gerichtliche Feststellung der unehelichen Vaterschaft im Sinne von Artt. 269 und ff. ZGB erhoben und gleichzeitig behauptet, er sei der Sohn des Ilmer Alois, geboren am 10.06.1908 in Meran und am 26.03.1969 gestorben. Da zum Zeitpunkt der Klagserhebung säntliche Erben des Ilmer Alois gestorben waren, wurde die Klage den Erben der Erben des Ilmer Alois zugestellt. Der Kassationsgerichtshof hat mit Urteil Nr. 21287 vom 3.11.2005, welches durch die Vereinigten Abteilungen verkündet wurde, den Grundsatz vertreten, aufgrund welches "notwendige Streitgenossen mit Passivlegitimation in bezug auf die Klage auf gerichtliche Feststellung der unehelichen Vaterschaft im Sinne von Art. 276 ZGB, im Falle des Todes des mutmaÃlichen Eltemteils, ausschlieÃlich dessen Erben sind und nicht auch die Erben dessen Erben oder andere Personen, die allerdings ein eigenes der Annahme der Klage entgegengesetztes Interesse haben. Diesen Personen wird hingegen ausschlieÃlich das Recht anerkannt, dem Verfahren zur eigenen Interessenwahrnehmung beizutreten". Die Anwendung dieses Grundsatzes würde im vorliegenden Fall die Erldäung der Unzulässigkeit der von Egger Adolf erhobenen Klage mit sich bringen, da die Klage wegen mangelnder Passivlegitimation der Beklagten nicht eingebracht werden konnte. Dies vorausgeschickt, ist dieser Senat der Ansicht die Frage der VerfassungsmäÃigkeit wie oben angegeben von Amts wegen aufwerfen zu müssen, bzw. die Frage der VerfassungsmäÃigkeit von Art. 276, Abs. 1 ZGB in jenem Teil, in welchem nicht vorgesehen wird, dass die Klage auf gerichtliche Feststellung der unehelichen Vaterschaft oder Mutterschaft, in Abwesenheit der Erben des mutmaÃlichen Rechtnachfolgers, gegen die Erben der Erben des mutmaÃlichen Rechtnachfolgers oder gegen einen Kurator, der vom Gericht, vor welchem das Verfahren eingeleitet werden muss, ernannt wird, zu richten ist. Was die Erheblichkeit anbelangt: der Klageschriftsatz wurde den Erben der Erben des Ilmer Alois zugestellt. Die Annahme der Frage der VerfassungsmäÃigkeit wie oben angegeben würde die Klage als zulässig erscheinen und ihre Üerprüdung in der Sache ermöglichen lassen. Die nicht erfolgte Annahme der Frage der VerfassungsmäÃigkeit wie oben angegeben würde die Erkärung der Unzulässigkeit der vorliegenden Klage nach sich ziehen. Es sei hinzugefügt, dass der Rekursteller im Laufe des Verfahrens die Ernennung eines Kurators beantragt hat. Der Instruktionsrichter hat diesem Ersuchen nicht entsprochen. Auch der Senat vertritt die Ansicht, dass die Ernennung eines Kurators nicht gestattet ist, in Anbetracht der Tatsache, dass das Gesetz in geltender Fassung die Erhebung der Klage gegen einen Kurator nicht erlaubt. Die Annahme der Frage der VerfassungsmäÃigkeit wie oben angegeben, würde daher gestatten, die Klage gegen einen Kurator zu erheben und daher dem Richter ermöglichen, einen Kurator zu ernennen und das Verfahren gegen diesen fortzusetzen. Was die nicht offensichtliche Unbegründetheit anbelangt: nach Ansicht dieses Senats scheint Art. 276, Abs. 1 ZGB im Widerspruch zu mehreren verfassungsrechtlichen Bestimmungen, insbesondere zu Art. 30 Abs. 3, Art. 24 Abs. 1 und Art. 3 Abs. 1 der Verfassung zu stehen. Die Unzulässigkeit der Klage auf gerichtliche Feststellung der unehelichen Vaterschaft oder Mutterschaft wegen Abwesenheit des mutmaÃlichen Elternteils und dessen Erben hindert die unehelichen Kinder daran, den von Art. 30 der Verfassung gewährleisteten Rechtsschutz in Anspruch zu nehmen und bewirkt eine unverständliche und ungerechtfertigte Aberkennung des von Art. 24 der Verfassung gewährleisteten Rechts, zum Schutze seiner eigenen Rechte und seiner rechtmäÃigen Interessen die Gerichte in Anspruch nehmen. Die vorerwähnte Unzulässigkeit der Klage scheint ebenso ufwernünftig zu sein und daher im Widerspruch zu Art. 3 der Verfassung zu stehen, wenn man berücksichtigt, dass: - die Rechtsstellung des unehelichen Kindes nunmehr, abgesehen von einigen nebensächlichen Behandlungsunterschieden, jener des ehelichen Kindes gleichgestellt ist; - Art. 270 ZGB verfügt, dass die Klage auf gerichtliche Feststellung der unehelichen Vaterschaft oder Mutterschaft für das Kind keiner Verjährung unterliegt; - der Grundsatz der Unverjährbarkeit des Klagsanspruchs schwer verletzt wird, wenn man die Klage wegen Abwesenheit des mutmaÃlichen Elternteils oder dessen Erben für unzuMssig hält; - die Bestimmung laut Art. 276 ZGB der Passivlegitimation eine Beschräinkung auferlegt, die nirgends eine Entsprechung in keiner der anderen Vorschriften, die die Passivlegitimation in den Verfahren über die Abstammung regeln, findet: a) Art. 247 ZGB sieht nümlich vor, dass die Klage auf Vaterschaftsbestreitung, in Abwesenheit des vermuteten Vaters oder der vermuteten Mutter, gegen Nachkommen oder Vorfahren und wenn solche fehlen gegen einen Kurator, der vom Gericht ernannt wird, vor dem das Verfahren eingeleitet werden muss, einzubringen ist; b) Art. 248 ZGB sieht mit Rücksicht auf die Bestreitung der ehelichen Abstammung eine ähnliche Klagslegitimation vor; c) Keine Beschränkung mit bezug auf die Passivlegitimation wird auÃerdem für den Klagsanspruch auf Anerkennung des unehelichen Kindes vorgesehen, welcher allerdings für unverjährbar erklärt worden ist (Art. 263 ZGB), daher ist genannter Klagsanspruch, in Abwesenheit des Anerkennenden und von jenem, der anerkannt wurde, gegen Nachkommen, Vorfahren oder Erben für zulässig zu halten. Die Unzulässigkeit der Klage wegen Abwesenheit von Personen mit Passivlegitimation, laut Art. 276 ZGB in geltender Fassung, würde nämlich dem unehelichen Kind grundlegender Rechte, die ihm von der Rechtsordnung anerkannt werden, berauben, wie z.B. des Rechtes auf Feststellung der eigenen Familienrechtsstellung und des Recht auf Unterhaltung, Ausbildung und Erziehung sowie der Erbfolgerechte. Es geht daher die offensichtliche Unvernünftigkeit einer Vorschrift, wie die im Sinne von Art. 276, Abs. 1 ZGB klar hervor, welche die Möglichkeit der Feststellung der Familienrechtsstellung des unehelichen Kindes und des darauf folgenden Genusses der vorerwähnten Rechte vom Umstand abhängen lässt, ob ausschlieÃich der mutmaÃliche Elternteil und seine Erben zum Zeitpunkt der Klagserhebung auf gerichtliche Feststellung der unehelichen Vaterschaft oder Mutterschaft am Leben sind oder nicht. A.D.G. Verfügt der Senat in obiger Zusammensetzung die Zurückverweisung des vorliegenden Verfahrens an die Untersuchungsinstanz und wirft die Frage der VerfassungsmäÃigkeit von Art. 276, Abs. 1 ZGB in dem Teil auf, in welchem nicht vorgesehen wird, dass die Klage auf gerichtliche Feststellung der unehelichen Vaterschaft oder Mutterschaft, in Anwesenheit der Erben des mutmaÃlichen Rechtsnachfolgers, gegen die Erben der Erben des mutmaÃlichen Rechtsnachfolgers oder gegen den Kurator, der vom Gericht ernannt wird, vor welchem das Verfahren eingeleitet werden muss, zu richten ist; Verfügt die unmittelbare Übermittlung der Prozessakten an den Verfassungsgerichtshof und setzt das vorliegende Verfahren aus; Ordnet die Zustellung des vorliegenden Beschlusses den Streitparteien, dem Staatsanwalt, dem Präsidenten des Ministerrates, dem Präsidenten des Senats und dem Präsidenten der Abgeordnetenkammer und an den Präsidenten des Landesgerichtes an; Verfügt die Übermittlung des vorliegenden Beschlusses an das Übersetzungsamt des Landesgerichts Bozen zur Obersetzung des vorliegenden Beschlusses in die deutsche Sprache. So entschieden in Bozen, am 4.10.2007 Die Vorsitzende: Dr. Elisabeth Roilo (gez.) Der Berichterstatter: Dr. Michele Papparella (gez.)