MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO

PROVVEDIMENTO 23 gennaio 2002 

Progetto  relativo  ai lavori di ammodernamento e adeguamento al tipo
1/A delle norme C.N.R./80 della Autostrada Salerno - Reggio Calabria,
tratto  compreso  tra  il km 259+700 al km 304+200 da realizzarsi nei
comuni di Cosenza, Mendicino, Dipignano, Paterno Calabro, Mangone, S.
Stefano  di  Rogliano,  Marzi,  Belsito,  Malito,  Altilia, Grimaldi,
Aiello   Calabro,   Cleto,  Martirano  Vecchio,  Martirano  Lombardo,
S. Mango  d'Aquino,  Nocera Terinese e Falerna presentato dall'ANAS -
Ente nazionale per le strade - Ufficio speciale infrastrutture.
(GU n.37 del 13-2-2002)

       IL MINISTRO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO
                           di concerto con
           IL MINISTRO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI

  Visto  l'art.  6, comma 2 e seguenti, della legge 8 luglio 1986, n.
349;
  Visto  il  decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 10
agosto 1988, n. 377;
  Visto  il  decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27
dicembre  1988,  concernente  "Norme  tecniche per la redazione degli
studi  di  impatto  ambientale  e  la  formulazione  del  giudizio di
compatibilita'  di  cui all'art. 6 della legge 8 luglio 1986, n. 349,
adottate  ai  sensi  dell'art.  3  del  decreto  del  Presidente  del
Consiglio dei Ministri del 10 agosto 1988, n. 377";
  Visto  l'art.  18,  comma  5,  della legge 11 marzo 1988, n. 67; il
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2 febbraio 1989
costitutivo   della   Commissione  per  le  valutazioni  dell'impatto
ambientale  e  successive  modifiche  ed integrazioni; il decreto del
Ministro    dell'ambiente    del    13    aprile   1989   concernente
l'organizzazione  ed  il funzionamento della predetta commissione; il
decreto  del Presidente del Consiglio dei Ministri del 15 maggio 2001
per   il   rinnovo   della  composizione  della  Commissione  per  le
valutazioni dell'impatto ambientale;
  Vista   la   domanda  di  pronuncia  di  compatibilita'  ambientale
concernente il progetto dei lavori di ammodernamento e di adeguamento
al  tipo  Ia  delle  Norme  C.N.R./80  del  tratto compreso tra il km
259+700  ed  il km 304+200 dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria da
realizzarsi  nei  comuni  di  Cosenza,  Mendicino, Dipignano, Paterno
Calabro,  Mangone  S.  Stefano  di  Rogliano, Marzi, Belsito, Malito,
Altilia,  Grimaldi,  Aiello  Calabro,  Cleto,  Martirano Lombardo, S.
Mango  D'Aquino,  Nocera  Torinese  e Falerna, presentata dall'ANAS -
Ufficio speciale infrastrutture, con sede in via Monzambano 10, 00185
Roma, in data 24 agosto 1999;
  Vista  la  documentazione integrativa trasmessa dalla stessa ANAS -
Ufficio speciale infrastrutture in data 12 aprile 2001;
  Visto  che  la regione Calabria, pur sollecitata, non ha comunicato
il proprio parere;
  Vista  la  nota  n. ST/407/23246/2001 del Ministero per i beni e le
attivita'  culturali  del  30  novembre  2001,  pervenuta  in  data 3
dicembre 2001, con cui si esprime parere favorevole;
  Visto  il  parere  n.  428  formulato  in data 2 agosto 2001, dalla
Commissione  per  le  valutazioni  dell'impatto ambientale, a seguito
dell'istruttoria sul progetto presentato dall'ANAS - Ufficio speciale
infrastrutture;
  Considerato che in detto parere la commissione ha preso atto che la
documentazione  tecnica trasmessa consiste in un progetto riguardante
i  lavori  di  ammodernamento e di adeguamento al tipo Ia delle Norme
C.N.R./1980  del  tratto  compreso tra il km 259+700 ed il km 304+200
dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria;
  Considerato che:
    per quanto riguarda gli aspetti programmatici:
      il Quadro comunitario di sostegno (QCS 1994-1999) relativo allo
sviluppo e adeguamento strutturale delle regioni ricadenti nelle aree
dell'obiettivo  1,  ha  previsto  un  finanziamento  per  i lavori di
adeguamento  della  Salerno-Reggio Calabria per complessivi 155 Mecu,
di  cui  il  50%  a  carico  dell'ANAS. Infatti il QCS 94-99, tra gli
itinerari  europei,  ha  attribuito  il  secondo  posto  di priorita'
all'adeguamento  dell'autostrada  Salerno-Reggio  Calabria, fissando,
per  l'adeguamento stesso, una cifra superiore alla media delle altre
contribuzioni;
      il  Piano  generale  dei  trasporti  ha  stabilito  le linee di
sviluppo  della rete stradale e autostradale ritenendo indispensabili
gli  interventi  di  potenziamento  della  autostrada  Salerno-Reggio
Calabria;
      il  Piano  decennale  ANAS,  in  accordo alla legge n. 531/1982
prevede  che una quota non inferiore al 40% dei fondi disponibili sia
destinata  alla  viabilita'  nei  territori  della  ex  Cassa  per il
Mezzogiorno;
      il   Piano  regionale  dei  trasporti  della  regione  Calabria
stabilisce  una  prima  configurazione di breve periodo che comprende
l'insieme delle opere gia' in fase di realizzazione per l'adeguamento
del  sistema  infrastrutturale  e una configurazione di lungo periodo
(2015)  che  prevede  un  articolato complesso di interventi quali la
realizzazione  della rete ferroviaria ad alta velocita' fino a Reggio
Calabria,   la   realizzazione   dell'autostrada  Sibari-Taranto,  il
potenziamento   del   sistema   di   trasporto   delle  merci  ed  il
completamento  della  rete  viaria  di  1o  e 2o livello. Entrambe le
configurazioni,  sia  di breve che di medio periodo, individuano come
esigenza    prioritaria   quella   dell'adeguamento   qualitativo   e
prestazionale dell'Autostrada Salerno-Reggio Calabria;
      nel  tratto  compreso  tra  il  km  294+600  e il km 304+200 e'
presente l'area archeologica di Terina, in comune di Nocera Terinese,
sottoposta  a  vincolo  diretto  ed indiretto ai sensi della legge n.
1089/1939  "Tutela delle cose d'interesse artistico o storico". Altre
piccole  aree  classificate  come  "aree  di  interesse archeologico"
interessano  fasce  parallele  al tracciato di progetto, a monte ed a
valle,  senza  tuttavia  porre  problemi  di interferenza. Due casali
posti  ai  margini  dell'abitato  di  Nocera  e lontani dal tracciato
autostradale,  risultano,  inoltre,  beni architettonici di interesse
storico;
      la  prima  variante planoaltimetrica del tratto compreso tra il
km  259+700  e  il  km  286+000,  ricadente interamente nel comune di
Cosenza,  interferisce  con un area vincolata ai sensi della legge n.
1497/1939  "Protezione  delle  bellezze  naturali", per un'estensione
lineare di circa quattro km;
      da  quanto  risulta  dallo  Studio, sono vincolate ai sensi del
decreto   legislativo  n.  490/1999  (art.  26)  "testo  unico  delle
disposizioni  legislative  in materia di beni culturali e ambientali"
le seguenti aree:
  Nel tratto dal km 259+700 al km 286+000:
    le  interferenze  con  alvei  e  pertinenze  fluviali  sono state
rilevate in corrispondenza del:
      km   260+600   localita'   Ponte  Curcio,  attraversamento  con
allargamento simmetrico del fiume Busento (viadotto);
      km  262+000 localita' Torre Torcini, attraversamento con tratto
in variante (viadotto) del torrente lassa;
      km 265+000 localita' Torre Falco, attraversamento con tratto in
variante (viadotto) del Torrente Albicello;
    interferenze con aree boscate sono localizzate al:
      km  262+000  all'inizio  della  prima variante planoaltimetrica
(agli   imbocchi  della  nuova  galleria  Cozzo  San  Lorenzo  ed  in
corrispondenza del viadotto Iassa);
      km 265+000 in localita' Torre Falco;
      dal km 275+800 al km 276+200;
      dal  km 279+600 al km 279+850 (in corrispondenza della galleria
Fugarello).
  Nel tratto dal km 286+000 al km 294+600:
    le  interferenze  con  alvei  e  pertinenze  fluviali  sono state
rilevate in corrispondenza del:
      km 286+000 attraversamento del torrente Carito;
      km  287+200  fino al km 293+000 dove il tracciato autostradale,
sia  nella situazione attuale che in quella di progetto, interessa la
fascia di tutela del fiume Savuto.
  Nel tratto dal km 294+600 al km 304+200:
    Le  interferenze  con  alvei  e  pertinenze  fluviali  sono state
rilevate  in  corrispondenza dell'attraversamento del torrente Grande
nel tratto in variante planoaltimetrica (viadotto);
    interferenze con aree boscate sono localizzate:
      nei  territori  comunali  di  Nocera  Terinese e Falerna dal km
301+000 al km 304+200;
      il   vincolo   imposto   dalla   legge  n.  3267/1923  (Vincolo
idrogeologico)  insiste  su  quasi  tutto  il  territorio interessato
dall'adeguamento autostradale, In particolare per tutto il tratto che
va  dal  km  259+700  al  km 286+000 e per la parte di territorio del
comune di Nocera Terinese fino a quello di San Mango d'Aquino;
      le  attivita'  per  la  redazione  del  Piano  territoriale  di
coordinamento  regionale con valenza paesistica (P.T.C.R.) sono state
avviate  nel  1983  ma,  nonostante una serie di pareri favorevoli da
parte delle competenti commissioni, la giunta regionale non ha ancora
proceduto alla sua adozione;
      il   tracciato  attraversa  i  comuni  di  Cosenza,  Dipignano,
Paterno,  Mangone, Santo Stefano di Rogliano, Marzi, Belsito, Altilia
e  Grimaldi  in  provincia  di Cosenza e Martirano Vecchio, Martirano
Lombardo, San Mango d'Acquino, Nocera Terinese e Falerna in provincia
di  Catanzaro.  In  tutti  i comuni attraversati, sia per i tratti in
semplice  allargamento,  sia  per  i  tratti  in  variante,  e' stata
verificata  la compatibilita' con le destinazioni d'uso stabilite dai
vigenti  strumenti  di pianificazione urbana. Dallo studio di impatto
ambientale  risulta che la maggior parte delle aree attraversate sono
classificate  come  di  rispetto  autostradale  o zone agricole. Sono
interessate   dai   lavori   anche   alcune   zone  classificate  con
destinazione  ad  attivita'  produttive e/o industriali nei comuni di
Altilia, Martirano e S. Mango d'Aquino. Nel comune di Nocera Terinese
gli  interventi  interessano  marginalmente  alcune  aree  a  vincolo
archeologico:
        pendici  del  Piano  di  Terina,  nell'area  dove  insiste il
vincolo indiretto;
        area   denominata  Cona,  in  prossimita'  del  viadotto  sul
torrente Grande.
  Nel   comune   di  Falerna  l'adeguamento  interessa  una  zona  di
espansione residenziale;
    per    quanto    riguarda    le    caratteristiche    progettuali
dell'intervento:
      l'attuale  sezione e' composta da due carreggiate di due corsie
da  3.75  m,  separate da uno spartitraffico centrale di 1.10 m e con
due  banchine  laterali  di  1.50 m,  per  una larghezza totale della
piattaforma   di  19.10  m.  La  ridefinizione  planoaltimetrica  del
tracciato  prevede  l'adozione  della sezione tipo 1a delle Norme CNR
1980  che  ha  una  velocita' di progetto pari a 110 - 140 km/h e una
piattaforma di complessivi 25 m cosi' composti:
        n. 2 corsie per senso di marcia da 3,75 m;
        n. 1 banchina pavimentata (corsia di emergenza) da 3.00 m;
        spartitraffico da 4 m;
      sono  stati  determinati gli scenari evolutivi della domanda di
trasporto  e, considerando un arco temporale che va dal 2005 (anno di
entrata  in esercizio dell'infrastruttura) al 2030, assegnando i dati
di  traffico  relativi  agli scenari futuri alla nuova configurazione
della Salerno-Reggio Calabria (sezione tipo 1A - CNR 1980) e fissando
la  velocita'  di percorrenza degli elementi planimetrici in funzione
dell'abaco  CNR  80, il livello di servizio sara' di tipo C per tutto
l'arco temporale di riferimento;
      il  progetto  propone standards geometrici di tracciamento piu'
elevati   rispetto   all'esistente   e,   in   alcuni  casi,  elimina
radicalmente  le  situazioni  di  rischio  mediante l'introduzione di
varianti che prevedono l'abbandono dell'attuale tracciato;
      il tracciato esistente, progettato per una velocita' massima di
progetto  di 100 km/h, presenta le caratteristiche tipiche dei tratti
autostradali  di montagna. Infatti, l'andamento e' tortuoso, le curve
hanno raggi di curvatura minimi compresi tra i 300 e i 350 m, con una
lunghezza  insufficiente,  o  addirittura  con l'assenza, di raccordi
clotoidici.  La pendenza, quasi ovunque superiore al 2%, raggiunge in
alcuni  punti  il  4.00-4.50%.  Altre anomalie riguardano l'eccessiva
lunghezza di alcuni rettilinei;
      nel  tratto  compreso  tra  il  km  259+700 ed il km 261+700 si
prevede  un  allargamento  in sede dell'autostrada intervenendo sulle
gallerie  Muoio  (386 m) e Acqua dei Calici (341 m corsia Sud e 349 m
corsia  Nord)  e sui viadotti Busento (277 m) e Molino Irto (184.50 m
corsia Sud e 200.70 corsia Nord);
      nel tratto compreso tra il km 261+700 ed il km 266+300 il nuovo
tracciato  si  sviluppera'  in variante e si ricongiungera' alla sede
esistente  alla  progressiva  266+300, in corrispondenza della spalla
Nord  del  viadotto Mancarelli. L'allargamento in sede e' stato preso
in  esame  e scartato per la geometria dell'attuale tracciato, per la
presenza  di  molte  opere  d'arte,  per  la necessita' di realizzare
piccole  varianti  locali  e  per  la  difficolta' di mantenimento in
esercizio  durante  la  fase  di cantiere. Il progetto della variante
prevede la realizzazione di un nuovo viadotto sul torrente Iassa (570
m  corsia  Nord  e 560 m corsia Sud), di una galleria a doppia canna,
denominata galleria "cozzo San Lorenzo" (2192 m in corsia Nord e 2158
m  in  corsia  Sud)  e  di  un viadotto sul torrente Albicello (368 m
corsia Nord e 373 m corsia Sud);
      nel  tratto  compreso  tra il km 266+300 ed il km 274+000 sara'
realizzato  un  allargamento in sede dell'autostrada, ad eccezione di
una  piccola  variante,  costituita  dalla  realizzazione di un nuovo
viadotto (viadotto Destra di Ferrito 427.50 m), resasi necessaria per
eliminare una curva con raggio ridotto, sede di numerosi incidenti. I
viadotti esistenti saranno demoliti e successivamente ricostruiti; il
viadotto  Mancarelli  avra' una lunghezza di 195 m e il viadotto Albo
una  lunghezza  di  130  m.  Le tre gallerie artificiali presenti nel
tratto,  della  lunghezza  di 100, 50 e 125 m, data la loro copertura
modestissima,  saranno  eliminate;  al  loro posto saranno realizzate
paratie  di  pali  rivestite  con  pietra  locale  e si conseguiranno
maggiori   condizioni   di   sicurezza  per  il  miglioramento  della
visibilita'.    A    seguito    di   approfondimenti   di   carattere
tecnico-funzionale, ed in riferimento alla destinazione delle aree da
occupare  per la realizzazione dello svincolo di Piano Lago ricadente
in  questo  tratto, nella documentazione integrativa consegnata nell'
aprile  2001,  e'  stata  definita  una  soluzione  diversa da quella
originariamente  prevista.  Tale  soluzione, secondo quanto riportato
nello  studio  di impatto ambientale, pur rimanendo localizzata nella
area  precedentemente  individuata,  si inserisce meglio nel contesto
urbano, riducendo notevolmente l'impatto sul territorio circostante;
      nel  tratto  compreso  tra  il  km 274+000 ed il km 278+400, ad
eccezione  di  una  piccola  variazione  planimetrica  subito dopo lo
svincolo   di   Rogliano,   e'   previsto  un  allargamento  in  sede
dell'autostrada per la prima parte del tracciato. I viadotti Regiromo
(158  m), Silicara (126 m) e Farneta (126 m corsia Sud e 158 m corsia
Nord)   saranno   adeguati  ai  nuovi  standard.  Successivamente  il
progetto,  subito  dopo  il  viadotto S. Pietro (m. 150), prevede una
variante  significativa  che inizia con un tratto in galleria (1592 m
corsia  Sud  e  1521  m  corsia Nord), prosegue con il nuovo viadotto
Corsopato I (94 m corsia Sud e 62 m corsia Nord) ed il nuovo viadotto
Corsopato  II (254 m corsia Sud e 286 m corsia Nord). Per il viadotto
S.  Pietro  si  prevede la parziale utilizzazione di quello esistente
per la corsia Sud; la sede Nord sara' realizzata ex novo;
      il  tratto compreso tra il km 278+400 e il km 286+000 (svincolo
di  Altilia)  e'  caratterizzato da una accentuata tortuosita', dalla
presenza di 5 gallerie e di numerosi viadotti, due dei quali, Stupino
e  Ruiz  di  considerevole  altezza.  Le  varianti  al tracciato sono
numerose  in  quanto  non  e'  stato  possibile allargare le gallerie
esistenti  se  non  per modesti e limitati tratti. Infatti sono state
previste 5 nuove gallerie:
        galleria Fugarello (795 m corsia Sud e 632 m corsia Nord);
        galleria Ogliara (420 m corsia Sud e 280 m corsia Nord);
        galleria Grotta di Paglia (253 m corsia Sud);
        galleria Balzatelle (540 m corsia Sud e 55 m corsia Nord);
        galleria Valle Vomice (300 m corsia Sud e 70 m corsia Nord).
  I viadotti Santa Venere, Grotta della Paglia I, Grotta della Paglia
II,  Valle  Vomice,  Bodetti  e  Coda  del  Savuto saranno demoliti e
ricostruiti in nuova sede. Saranno ricostruiti in nuova sede anche la
carreggiata  Sud  del  viadotto  Stupino  e  la  carreggiata Nord dei
viadotti Randa e Scatoletta;
      nel tratto compreso tra il km 286+000 e il km 294+600 (svincolo
di  San Mango) il tracciato va in variante subito dopo lo svincolo di
Altilia  sia  per  la  presenza  del  viadotto  Carito,  ad andamento
curvilineo  e  non risagomabile secondo i nuovi standard, sia perche'
subito  al termine del viadotto ci sono una serie di curve di piccolo
raggio.
  Il nuovo viadotto Carito avra' una lunghezza di 408 m. Per adeguare
il tracciato agli standard sono state divise le due carreggiate:
      la  carreggiata  Nord, subito dopo il viadotto Carito, entra in
galleria  per  un  breve  tratto (342 m di cui 258 m in naturale); in
questo modo la carreggiata Nord puo' utilizzare per una parte del suo
sviluppo la sede esistente;
    la  carreggiata Sud entra in galleria (galleria Monaco Sud 764 m)
ed  esce  all'aperto  in  prossimita'  della  attuale  carreggiata in
corrispondenza delle aree golenali del Savuto.
    Da questo punto in poi, utilizzando l'attuale sede, le due corsie
procedono  affiancate  sia  planimetricamente  che  altimetricamente.
Saranno  realizzate  tre  gallerie  artificiali  in corrispondenza di
altrettante gallerie artificiali esistenti (Tribito I, II, e III); le
prime  due  interessano  solo  la  carreggiata  Nord, mentre la terza
interessa  entrambe  le  carreggiate.  Successivamente  il tracciato,
nella  configurazione  progettuale originaria presentata nello studio
di  impatto  ambientale  (progetto definitivo), si scostava da quello
attuale  spostandosi leggermente verso Nord, eliminando due curve con
raggio  di curvatura ridotto in corrispondenza del viadotto San Mango
(552  m)  e del viadotto Caccavo (310 m). Il proponente, in una prima
fase,  aveva  ipotizzato  come  possibile alternativa il passaggio in
galleria,   scartandolo  pero'  a  causa  del  dissesto  della  zona.
Ulteriori    approfondimenti    progettuali   richiesti   nel   corso
dell'istruttoria  hanno  confermato  che  e' preferibile la soluzione
contenuta  nel  progetto  definitivo.  Alla  fine  del  tratto  sara'
ridisegnato  lo  svincolo  di San Mango, ottimizzandolo rispetto alla
soluzione  precedentemente  proposta  e  descritta  nello  studio  di
impatto ambientale, mediante un rifacimento del cavalcavia sulla sede
autostradale  in  posizione prossima a quelli attuali ed adeguando le
rampe   di  raccordo  in  modo  da  ottenere  comunque  un  sensibile
miglioramento della funzionalita';
    nel  tratto  compreso tra il km 294+600 e il km 304+200 (svincolo
di   Falerna),   la   prima   parte   del  tracciato  scelto  ricalca
sostanzialmente  l'autostrada  esistente  e prevede l'allargamento in
sede.  Successivamente e' stato previsto il passaggio in galleria per
la  corsia  Nord  (1085  m),  mentre la corsia Sud segue il tracciato
esistente migliorandone i raggi di curvatura.
  A   seguito   dei   sopralluoghi  e  dell'analisi  degli  elaborati
presentati  sono stati apportati al progetto alcuni miglioramenti che
consentono  di  avvicinare le due carreggiate in corrispondenza degli
imbocchi della galleria riducendo il consumo di suolo. All'uscita Sud
della  galleria  le  carreggiate si ricongiungono per attraversare il
fiume  Grande per mezzo di due viadotti affiancati (corsia Nord 295 m
e  corsia  Sud 295.50 m). Tali viadotti, per rendere il passaggio sul
corso  d'acqua meno impattante, saranno realizzati con una tecnologia
che permette di costruire campate con grandi luci. Successivamente il
tracciato  ricalca  nuovamente la sede esistente per un breve tratto,
procede  poi  in variante in galleria (corsia Nord 775 m e corsia Sud
756  m)  per  ritornare  sulla  sede  esistente fino allo svincolo di
Falerna.  Lo  svincolo  di  Falerna sara' spostato verso Nord e sara'
ridisegnato;
    nelle  integrazioni presentate sono stati ubicati, su cartografia
in  scala  1:20000,  i  siti  dei  cantieri  e  ne  e' stata indicata
l'estensione.  Per ognuno dei siti considerati sono state indicate la
viabilita'  di  servizio  per  raggiungere le zone di lavorazione, le
aree di discarica e le cave da utilizzare per l'approvvigionamento di
inerti.
  Nel  tratto  compreso  tra il km 259+700 e il km 286+000 sono stati
previsti  sette cantieri principali. Aree di cantiere secondarie sono
state   previste   in   prossimita'  degli  imbocchi  delle  gallerie
principali e dei viadotti.
  Tutte le aree dove saranno installati i cantieri secondari, secondo
quanto  riportato  nel  SIA,  dato  il  loro  pregio paesaggistico ed
ambientale, saranno oggetto di ripristino morfologico e vegetazionale
secondo  modalita'  descritte  all'interno  dello  stesso  studio  di
impatto ambientale.
  Come  viabilita'  di servizio e' stata individuata la s.s. 19 delle
Calabrie,  che corre parallela all'autostrada nel tratto compreso tra
S.  Stefano di Rogliano e Cosenza, e la viabilita' comunale che segue
il corso del fiume Savuto e collega i cantieri di Grottalonga e dello
svincolo  di  Altilia.  Non  si  prevede  la  realizzazione  di nuova
viabilita'  di  cantiere  ma l'eventuale adeguamento della viabilita'
esistente. Non ci sono dati sull'incremento di traffico indotto dalla
realizzazione delle nuove opere sulla viabilita' ordinaria;
    nel  tratto  compreso  tra il km 286+000 e il km 294+600 e' stato
previsto  l'insediamento di un cantiere principale (cantiere Savuto),
di  un cantiere secondario (cantiere Monaco) e di tre cantieri minori
(Baratta,  Caccavo  e  San  Mango). Il cantiere Savuto e' posizionato
lungo   la  corsia  Nord,  in  corrispondenza  di  un'area  di  sosta
esistente,  e  considerata  la  sua  posizione  baricentrica,  potra'
servire l'intera tratta;
    il  cantiere  Monaco  e'  al servizio delle due gallerie naturali
previste;  gli  altri  cantieri  minori consentiranno di contenere le
movimentazioni  di materiali e mezzi per la realizzazione delle opere
d'arte  del  tratto.  L'ubicazione  dei cantieri e' stata individuata
tenendo  conto  delle  esigenze  di  collegamento  con  la viabilita'
esistente,  dell'attuale  uso  del suolo e della destinazione di PRG.
Per  questo  tratto,  sulla  scorta  del numero di cantieri previsti,
ipotizzando   l'approvvigionamento  dalle  cave  e  l'utilizzo  delle
discariche  individuate,  e  tenendo  conto dei dati sulla produzione
oraria,  della  percorrenza  media e della dotazione di mezzi di ogni
cantiere,  e' stato determinato il carico aggiuntivo sulla viabilita'
ordinaria.   Dalle   ipotesi   fatte   risulta  che  nel  periodo  di
realizzazione  delle  varie opere la capacita' della rete subira' una
riduzione  di  funzionalita'  del  6.12  %  in  corrispondenza  della
viabilita'  che  gravita  sullo  svincolo di San Mango e del 9.94% in
corrispondenza   della  viabilita'  che  gravita  sullo  svincolo  di
Altilia;
    nel  tratto compreso tra il km 294+600 e il km 304+200 sono stati
previsti  due  cantieri  principali:  in  localita'  Marevitano  e in
corrispondenza del vallone Dragona. Il cantiere Marevitano e' ubicato
vicino  allo  svincolo  di Falerna in una zona attualmente utilizzata
come pascolo; il cantiere Dragona e' nei pressi dello svincolo di San
Mango, in zona agricola.
  Sono   altresi'   previsti   cantieri   di  sottoviadotto,  per  la
demolizione e ricostruzione delle numerose opere d'arte del tratto, e
cantieri in corrispondenza delle gallerie.
  Come  viabilita' di servizio sara' utilizzata la strada provinciale
Galasso,  che  collega il Piano di Terina e lo svincolo di San Mango,
ampliando  nel  primo tratto l'attuale pista che corre sul margine di
monte dell'autostrada per raggiungere il cantiere Dragona. Procedendo
verso  Sud  saranno  utilizzate  le  diramazioni dalla s.s. 18 per il
collegamento   tra   le   aree   di  lavoro  e  sara'  migliorata  la
transitabilita'  di  una  strada  interpoderale  che  corre  lungo il
torrente  Grande.  In  modo marginale sara' interessata la viabilita'
urbana ordinaria del comune di Nocera Tirinese;
    per   tutti  i  cantieri  individuati  sono  indicate  le  misure
necessarie   a  contenere  gli  impatti  durante  le  varie  fasi  di
lavorazione. In particolare si prevede:
      di  asportare  il  terreno  vegetale  e  stoccarlo  per  un suo
successivo riutilizzo;
      di adottare accorgimenti per contenere l'inquinamento acustico;
      il trattamento delle acque mediante trattamento diversificato a
seconda  delle loro caratteristiche (lavorazione inerti, manutenzione
mezzi, lavaggio macchine e reflui civili).
  Interventi  specifici  per  la  salvaguardia dei corsi d'acqua sono
indicati   come   necessari,   anche   se  non  vengono  precisamente
localizzati;
    per  tutto  il  tracciato in esame e' stato effettuato un computo
della  movimentazione  di materiale, tenendo conto del bilancio delle
terre,  del  fabbisogno  di  inerti e della demolizione di murature e
conglomerati  bitumino  si.  Dall'analisi  sul  bilancio  delle terre
risulta:
      un esubero consistente di materiale per rimodellamento;
      in  minor  misura,  risulta  anche  un  esubero  consistente di
materiale per rilevati;
      solo  nel  tratto  compreso  tra  il km 286+000 e il km 294+600
risulta  una  piccola  carenza di materiale per rilevati ma l'esubero
nei lotti attigui puo' compensare ampiamente la mancanza registrata.
  Da  quanto  risulta  dalle integrazioni presentate nell'aprile 2001
viene  praticamente  esclusa la possibilita' di impiegare i materiali
provenienti   dagli   scavi   come   inerti   per  la  produzione  di
calcestruzzi.
  Dallo studio di impatto ambientale, pertanto, risulta un esubero di
circa  3.15  milioni  di  metri  cubi di materiale e, considerando un
coefficiente  moltiplicativo pari a 1.15, una volumetria di discarica
pari  a  circa  3.6  milioni  di  milioni  di metri cubi. I materiali
provenienti  dalle demolizioni di murature e conglomerati bituminosi,
sono  stati  stimati  rispettivamente pari a 363.057 milioni di metri
cubi  e  212.405  milioni di metri cubi. Considerando un coefficiente
moltiplicativo  pari a 1.2 che tiene conto dell'aumento di volumetria
per  il  trasporto  a  discarica,  risulta un ulteriore fabbisogno di
volumetria  per discarica pari a circa 700.000 milioni di metri cubi.
Nello  studio  di  impatto ambientale sono stati individuati depositi
provvisori  o definitivi prossimi al tracciato e si afferma che hanno
potenzialita'  sufficiente per rispondere alle esigenze di discarica.
Complessivamente  risulta  necessaria  una volumetria di discarica di
4.3 milioni di milioni di metri cubi,
    nella   determinazione   del   fabbisogno  degli  inerti  per  la
produzione  di  calcestruzzi  e  bitumi  sono stati distinti i volumi
degli inerti pregiati suddividendoli fra quelli necessari:
    per la produzione di calcestruzzi all'aperto e in galleria;
    per la realizzazione di opere di stabilizzazione e drenaggio;
    per la produzione di conglomerati bituminosi,
il fabbisogno complessivo da cave risulta pari a circa 2.9 milioni di
milioni di metri cubi;
    nelle integrazioni presentate sono stati censiti i siti di cava e
discarica  necessari a soddisfare i fabbisogni che sono risultati dal
bilancio  complessivo  dei  materiali,  elaborato per l'intera tratta
Cosenza-Falerna.  Nell'effettuare  il censimento delle cave esistenti
non  e'  stata pero' prodotta una stima dei volumi estraibili da ogni
singolo sito. Nella individuazione dei possibili siti di discarica si
e'  tenuto  conto  della  morfologia  dei luoghi, dell'uso del suolo,
della  litologia,  della  viabilita'  esistente  e della vicinanza al
tracciato autostradale.
  Per  ogni  sito analizzato sono state riportate l'estensione in ha,
la descrizione dello stato attuale, l'individuazione e la descrizione
della viabilita' di accesso e documentazione fotografica;
    nello studio di impatto ambientale sono state previste, a livello
tipologico,  le  necessarie  misure di mitigazione. Gli interventi si
differenziano  sia  in  funzione  delle diverse tipologie progettuali
dell'infrastruttura  autostradale  (rilevati  e  trincee;  viadotti e
ponti;  gallerie  naturali  e artificiali) sia rispetto alle opere di
ripristino e recupero; la scelta delle specie di possibile impiego e'
stata  svolta  sulla  base  delle  diverse  tipologie  vegetazionali,
unitamente  alla  suddivisione  dell'area  di  studio  in  unita'  di
paesaggio.  A seguito di quanto emerso nel corso dell'istruttoria, e'
stato  trasmesso un documento integrativo in cui vengono descritte le
specie  da  impiegarsi negli interventi di ripristino, fornendo anche
una   stima  delle  quantita'  necessarie  nonche'  verificandone  la
possibilita' di reperimento;
    lo  studio  di  impatto ambientale considera inoltre la questione
dei  presidi  idraulici  e  del  controllo delle acque di piattaforma
proponendo una serie di interventi atti a contenere la contaminazione
delle  aree  sensibili  e  di  pregio  sotto  il  profilo ambientale,
assumendo come situazioni di rischio, da una parte la probabilita' di
incidente, dall'altra la concomitanza di un evento meteorico critico.
  Utilizzando  tale  metodologia si prevede l'inserimento di 16 opere
di raccolta a presidio di circa 20 km complessivi di tracciato.
  L'individuazione  dell'ambito  di sensibilita' da proteggere deriva
sostanzialmente  da  motivazioni  di tutela qualitativa della risorsa
idrica superficiale;
    nello   studio   di   impatto  ambientale  la  trattazione  della
componente  atmosfera  risultava disomogenea rispetto alle tre tratte
esaminate  e,  pertanto,  e'  stato  chiesto al proponente di fornire
"simulazione, mediante utilizzo di modelli, dell'eventuale incremento
dell'inquinamento  atmosferico con l'entrata in esercizio della nuova
arteria".
  Il   proponente   ha   prodotto,  nell'aprile  2001,  un  elaborato
integrativo  in cui sono state effettuate le verifiche concernenti le
condizioni attuali e previste nonche' i confronti con la normativa di
settore.   Lungo   l'intero   tracciato  autostradale  lo  studio  ha
individuato  complessivamente  59  ricettori  sensibili.  Sono  state
condotte  specifiche  campagne  per  le  misurazioni  dei  livelli di
inquinamento  attuali,  e  mediante l'utilizzo di appositi modelli di
calcolo,   e'  stata  effettuata  una  simulazione  delle  condizioni
post-operam  dalla  quale  emerge  una  situazione  di criticita' per
alcuni ricettori presenti nel tratto compreso tra i km 271 e 274;
    nello  studio  di  impatto  ambientale anche la trattazione della
componente  rumore  risultava  disomogenea  rispetto  alle tre tratte
esaminate  e,  pertanto,  e'  stato  chiesto al proponente di fornire
"indicazione  dei  ricettori  sensibili  lungo  tutto  il tracciato e
simulazione  con  modello dei livelli sonori ottenibili con l'entrata
in esercizio delle nuova arteria".
  Anche  in  questo  caso  e'  stato  prodotto  nell'aprile  2001  un
elaborato  integrativo  in  cui  sono  state  effettuate le verifiche
concernenti  le condizioni attuali e previste nonche' i confronti con
la normativa di settore.
  Anche  per l'esame di tale componente sono stati individuati, lungo
l'intero  tracciato  autostradale,  59  ricettori sensibili. Lo stato
attuale   dell'ambiente  sull'intero  tratto  autostradale  e'  stato
caratterizzato  mediante  3  campagne di misurazione; successivamente
sono  state  simulate  mediante  l'utilizzo  di modelli di calcolo le
condizioni acustiche post-operam, confrontando i valori di immissione
ottenuti  dal  calcolo con i limiti previsti dalla norma. Infine sono
state  identificate  misure  finalizzate  alla  riduzione dei livelli
sonori,  fondate  su  interventi  diretti  ed indiretti sui ricettori
escludendo l'adozione di barriere acustiche;
valutato che:
    l'intervento e' coerente con la pianificazione di settore;
    l'area  oggetto  di  tutela  ai  sensi  della legge n. 1089/1939,
ubicata  in  prossimita' di Timpa nelle Vigne (Terina), e' ai margini
del percorso attuale e di quello in progetto e non sara' interessata,
neanche marginalmente, da alcun tipo di intervento;
    da quanto risulta da ulteriori approfondimenti svolti, il vincolo
di  cui  alla  legge  n.  1497/1939  e'  stato  imposto  con  decreto
ministeriale  15  luglio 1969 e riguarda "l'area del centro storico e
zone limitrofe del comune di Cosenza"; tale area e' stata considerata
di  "notevole  interesse  pubblico  perche'  ha come fulcro il centro
storico  della  vecchia  Cosenza"  ed  e' stata indicata come oggetto
meritevole   di   tutela   in  quanto  al  suo  interno  ricadono  un
caratteristico   centro   urbano   medioevale,   palazzi   e   chiese
monumentali. Il tracciato dell'autostrada, attraversa un'area lontana
dal centro storico di Cosenza e dalle aree oggetto di tutela e, nella
parte in cui arealmente ricade nel vincolo, si svolge prevalentemente
in  galleria  e  non  interferisce  significativamente  con  le  zone
tutelate;
    fatti  salvi  i  pareri  del  Ministero per i beni e le attivita'
culturali  e  della regione, l'esigenza di tutela sottesa dai vincoli
posti ai sensi del decreto legislativo n. 460/1999 (art. 146) e dalla
legge  n.  3267/1923 sembra adeguatamente soddisfatto dalle scelte di
tracciato  in  variante,  che interferiscono il meno possibile con le
aree  tutelate,  da  accorgimenti  progettuali, quali il passaggio in
galleria   laddove   le   sensibilita'   maggiori   hanno   carattere
superficiale  e  rendono  di  minore  importanza gli impatti generati
dalla   galleria   e   dall'utilizzo   di   aree   non  pregiate  per
l'installazione  dei  siti  di  cantiere,  nonche' dalle prescrizioni
relative  alla mitigazione dei potenziali impatti sui corsi d'acqua e
sulle  aree  boscate,  all'inserimento territoriale dell'opera e alle
modalita' di ripristino dei tratti autostradali dimessi;
    sia   per   gli   interventi  di  ammodernamento  dell'autostrada
realizzati  mediante  allargamenti  in  sede,  sia  quando si e' reso
necessario  far  ricorso  a  varianti  planimetriche,  non sussistono
motivi  di incompatibilita' rispetto agli strumenti di pianificazione
urbanistica   comunale   quando  sono  interessate  dai  lavori  aree
classificate come agricole o di rispetto autostradale;
    nell'attraversamento  dei comuni di Altilia, Martirano, San Mango
d'Aquino  e  Falerna dovranno essere approvate le necessarie varianti
agli  strumenti  urbanistici vigenti. Nell'attraversamento del comune
di   Nocera  Tirinese,  anche  se  gli  interventi  in  progetto  non
determinano  interferenze  con  le  aree  di  interesse archeologico,
dovra'  comunque  essere acquisito il parere del competente Ministero
per i beni e le attivita' culturali;
    e' necessario procedere all'adeguamento dell'autostrada in quanto
l'opzione  zero  (ipotesi  di  non  intervento)  mostra un livello di
servizio  dell'infrastruttura di tipo E, immediatamente prossimo alla
congestione, per l'arco temporale 2005-2030. Tale livello di servizio
e'  del  tutto incompatibile con la dinamica futura di sviluppo della
mobilita',  soprattutto  in  relazione  alla  mancanza  di riserva di
capacita'  per  fenomeni  di  punte  di  traffico  legate  ad  eventi
stagionali;
    lo studio ha suddiviso il tracciato in tre tratti omogenei per le
caratteristiche   del   territorio   attraversato   e   dell'ambiente
circostante.  Per  ognuno  dei  tratti  sono state valutate possibili
alternative   di   tracciato,   ritenendo   comunque  che  la  scelta
dell'adeguamento  in  sede  consentisse  un  minor consumo di risorse
rinnovabili  ma,  soprattutto,  l'utilizzo di una infrastruttura che,
per la maggior parte della sua estensione, potesse essere riportata a
standard  di  funzionalita'  e  sicurezza conformi a quanto stabilito
dalla  attuale  normativa.  Il  progetto presentato, quindi, era gia'
caratterizzato  da  una  certa  attenzione ai valori ambientali delle
aree  attraversate.  Nei  tratti  a  mezza  costa  molto  acclivi, ad
esempio,  l'adozione di varianti planimetriche, anche in galleria, ha
consentito   di   evitare   notevoli   incisioni   sui  versanti  che
inevitabilmente  avrebbero  prodotto impatti rilevanti. Di cio' si e'
tenuto  conto  anche nella individuazione delle aree di cantiere che,
ad  eccezione  delle  inevitabili  installazioni  agli imbocchi delle
gallerie,  ha  privilegiato la scelta di aree facilmente accessibili,
non  caratterizzate dalla presenza di specie vegetazionali pregiate e
facilmente   ripristinabili   alla   fine   dei   lavori.   Ulteriori
possibilita' di miglioramento del tracciato, sia con riferimento agli
aspetti   funzionali   sia   ambientali,   sono   emersi   nel  corso
dell'istruttoria.  In  particolare e' stato riposizionato lo svincolo
di  Rogliano,  attualmente  in  un'area  con  una  discreta  densita'
abitativa,  spostandolo  verso  Nord. La nuova soluzione si inserisce
meglio  nel contesto urbano e riduce al minimo l'occupazione di aree.
Anche  lo  svincolo  di  San  Mango  d'Aquino  e'  stato ridisegnato,
riducendone  l'ingombro  e  migliorandone la funzionalita'. Un'ultima
variante  sara' realizzata poco piu' a Nord dello svincolo di Falerna
dove,  per  ridurre gli impatti sul territorio e il consumo di suolo,
sono state ridisegnate le due gallerie diminuendo l'interasse tra gli
imbocchi;
    viste le condizioni dell'autostrada (che gia' allo stato attuale,
per   i   continui   interventi  di  manutenzione,  spesso  impongono
l'utilizzo   di   una   sola  carreggiata),  l'adozione  di  varianti
planimetriche nelle parti piu' tortuose del tracciato consentira' una
migliore  gestione  dell'infrastruttura  durante la realizzazione dei
lavori,  evitando  fenomeni  di crisi lungo l'intera arteria dovute a
punte di traffico legate a eventi stagionali;
    la  regione  Calabria, contrariamente a quanto gia' effettuato da
altre  regioni,  non ha disciplinato con legge l'attivita' estrattiva
da  cave e non si e' dotata pertanto del cosiddetto "piano cave", che
e',  normalmente,  l'atto  di  programmazione  settoriale  con cui si
stabiliscono  gli  indirizzi  e  gli  obiettivi  di  riferimento  per
l'attivita'  di pianificazione in materia di escavazione. Attualmente
l'apertura  di  cave e' autorizzata ai sensi dell'art. 24 del decreto
del  Presidente  della  Repubblica  9 aprile 1959, n. 128, cosi' come
modificato  dall'art.  20 del decreto legislativo n. 624/1996, previo
ottenimento  del  nulla osta paesaggistico, ambientale, idrogeologico
ed  urbanistico,  sulla  base  del  piano  di coltivazione e recupero
presentato.  Il  piano  di  coltivazione,  pero', non contiene alcuna
informazione  sui  quantitativi di materiale estraibile da un sito ma
si  limita alla definizione delle modalita' di lavorazione della cava
e  fornisce  delle  indicazioni sulle tipologie di ripristino. Non e'
prevista una misurazione periodica dei fronti di cava e quindi non e'
dato sapere quale e' l'effettiva capacita' di produzione e quali sono
i volumi estratti.
  In   questo  contesto,  considerato  che  l'attivita'  di  cava  e'
esercitata da privati, non e' stato possibile avere indicazioni reali
sulla   effettiva  possibilita'  di  soddisfacimento  dei  fabbisogni
necessari  alla  realizzazione  delle  opere previste, anche se nello
studio  di  impatto  ambientale  si  afferma  che  i  quantitativi di
materiale  necessario  per  le  varie  fasi  della  lavorazione  sono
soddisfatti dalle cave attualmente in esercizio. Pertanto, in assenza
di  ulteriori  informazioni, ove il materiale dovesse essere reperito
ampliando  i  siti  di  cava  attualmente  autorizzati  o  prevedendo
l'apertura di nuove cave, si ritiene necessaria una valutazione delle
eventuali  richieste  che  prenda  in  esame, oltre alle modalita' di
coltivazione   e   di   ripristino,  le  caratteristiche  geologiche,
geomorfologiche,   geotecniche,   idrogeologiche,   vegetazionali   e
paesaggistiche  del luogo di intervento ed un progetto dettagliato di
coltivazione che stabilisca le volumetrie estraibili;
    per  quanto  riguarda  i siti dove portare a deposito i materiali
provenienti  dagli  scavi,  e  non  riutilizzabili  per riempimenti o
rimodellamenti,  lo  studio di impatto ambientale si limita a fornire
una descrizione qualitativa delle aree individuate, descrivendone per
linee  molto  generali  la  morfologia e le condizioni prevalenti. Si
classificano  tali  aree  come  degradate  o  residuali  di pregresse
attivita'  estrattive  ma, sia nel corso dei sopralluoghi effettuati,
sia  esaminando  la  documentazione  fotografica  prodotta,  e' stato
evidenziato  come  alcune  delle  zone  individuate  abbiano una loro
valenza ambientale e paesaggistica. Infatti, anche dalle informazioni
riportate  nello  studio  di  impatto  ambientale,  risulta che molte
ricadono  in  ambito  fluviale,  interessando  i terrazzi alluvionali
costituiti  da cenosi ripario-paludose in continuita' ecologica lungo
il corso d'acqua;
    inoltre  non  e'  stato  prodotto  alcun  rilievo  delle  aree di
discarica,  non  ne e' stata quantificata la capacita' di stoccaggio,
non  sono  state indicate le fasi di riempimento e la provenienza dei
materiali  e  non ci sono informazioni specifiche sugli interventi di
ripristino  ambientale.  Le  sole informazioni contenute nello studio
riguardano,  oltre  la  localizzazione, l'estensione in ha delle aree
interessate  dai  lavori.  Pertanto,  si ritiene necessario, per ogni
sito individuato, predisporre degli elaborati progettuali che rendano
conto   della   morfologia  dei  luoghi,  determinino  la  volumetria
disponibile   per   gli   stoccaggi   e  prevedano  le  modalita'  di
coltivazione  nonche'  tutte  le  opere  necessarie per il ripristino
finale;
    relativamente   agli   interventi  di  inserimento  ambientale  e
paesaggistico delle opere nonche' agli interventi di ripristino delle
aree  di  cantiere  e  di  recupero  dei  tratti  dismessi, lo studio
fornisce  indicazioni circa i criteri di riferimento, caratterizzando
i  diversi  interventi  a  livello  tipologico.  Tenendo  conto della
sostanziale  coerenza  di  quanto  indicato  con  le  caratteristiche
generali   dell'area,   si   evidenzia   la  necessita'  di  un  piu'
approfondito  esame  delle  condizioni di intervento, con particolare
riguardo  alle  zone  piu'  sensibili  ed  alle  azioni di recupero e
ripristino,  che  richiedono  in alcuni casi l'adozione di specifiche
azioni   (rimodellamenti  morfologici,  consolidamento  di  versanti,
rinaturazione di alvei fluviali, ecc.);
    l'assunto  di  correlare  la  localizzazione e il dimensionamento
delle   opere   di   presidio   idraulico  a  variabili  idrologiche,
incidentali  ed  ambientali, pur se oggettivamente corretto, dovrebbe
trovare  un inquadramento nell'integrazione del calcolo pluviometrico
e  di  quello dell'incidentalita', oltre ad una specifica valutazione
del  contesto  ambientale,  ovvero  della  rilevanza,  sensibilita' e
vulnerabilita'  dei  ricettori.  Lo  studio di impatto ambientale non
affronta  questo  specifico  ma fondamentale problema, formulando una
soluzione  relativa  alla  localizzazione  dei  presidi,  che, se non
adeguatamente giustificata, puo' apparire particolarmente impattante,
in  ragione  dell'elevato  numero  di  vasche  previsto  in ambito di
particolare  valenza  naturalistica. Inoltre, non vengono specificate
le  modalita'  di  funzionamento  di  tali  presidi  ed  i criteri di
dimensionamento.   A  fronte  dei  generali  principi  condivisi  per
l'analisi  di  questa  problematica,  si ritiene che il calcolo delle
vasche  di  sicurezza  idraulica, in sede di progettazione esecutiva,
debba  essere  rimodulato  sulla base di una metodologia strettamente
quantitativa.  Si  sottolinea  inoltre  che  i presidi finalizzati al
controllo  di  sversamenti  accidentali non possono essere assimilati
ne' confusi, come sembrano sottendere alcuni riferimenti dello studio
di  impatto  ambientale, alle vasche di raccolta delle acque di prima
pioggia,  in  quanto,  in  questo  caso, i meccanismi di controllo si
basano sulla laminazione e non sull'isolamento;
per quanto riguarda gli aspetti ambientali:
    deve  essere  rilevato  che,  anche  in questo caso, la redazione
dello   studio   e'   stata  condotta  separatamente  su  tre  tratti
autostradali  distinti: il primo da Cosenza allo svincolo di Altilia,
il  secondo  da  Altilia allo svincolo di S. Mango d'Aquino, il terzo
fino  allo svincolo di Falerna. In particolare le analisi condotte in
relazione   alle   diverse   componenti   ambientali  esaminate,  pur
caratterizzate   complessivamente   da   un  sufficiente  livello  di
approfondimento,   sono   talvolta  state  impostate  sulla  base  di
riferimenti  metodologici  non sempre omogenei, rendendone in qualche
caso  difficoltosa  la descrizione di sintesi. La stima degli effetti
previsti  e  l'identificazione delle relative misure di prevenzione e
mitigazione   e'   stata   condotta   sulla   base   di   riferimenti
sufficientemente   omogenei   per  l'intero  tratto  autostradale  in
oggetto,  fornendo  cosi'  un  quadro  della situazione post-operam e
post-mitigazioni;
    nel  tratto  tra  il  km  259+700  e il km 286+000 sono segnalati
localmente  fenomeni  di  dissesto  in diverse aree che richiederanno
interventi  preventivi.  La  natura dei fenomeni, sebbene diffusi, fa
ritenere   necessaria   l'adozione   di   opere   di   protezione   e
consolidamento specifiche.
  In   particolare   si   dovra'  intervenire  nei  versanti  a  Nord
dell'imbocco  della  galleria  Muoio, dove la presenza di fenomeni di
dissesto  quiescenti  richiedera'  il  contenimento del fenomeno e la
regimazione  delle  acque  superficiali.  Il versante compreso tra il
viadotto  Mancarelli  e  Case  Mancarelli, presenta limitati dissesti
dovuti  a  movimenti franosi in parte stabilizzati per la costruzione
della   strada   esistente.  Nel  tratto  compreso  tra  il  viadotto
Gallinazzo,  il  viadotto Ruiz e la galleria Grotta della Paglia I si
incontra  un'area  di  potenziale franamento nelle rocce filladiche e
non  e'  nota  la profondita' del fenomeno; sara' pertanto necessaria
una   prospezione   di  dettaglio  del  piano  di  scorrimento  e  la
definizione preventiva di eventuali interventi di stabilizzazione.
  In  corrispondenza  dell'opera  piu'  importante del tratto, ovvero
della   galleria  Cozzo  San  Lorenzo  si  incontrano  le  formazioni
altomioceniche   (conglomerati   e   calcareniti)   dai   valori   di
permeabilita'     medio-alti.    Nella    formazione    calcarenitico
conglomeratica  si  determina  una  serie idrogeologica costituita da
almeno  due  acquiferi.  Dato  che  lo  scavo della galleria potrebbe
intercettare  l'acquifero sara' necessario stabilire prioritariamente
l'andamento    piezometrico    e    la    dimensione   dell'eventuale
intercettazione.  Nel  caso  fosse  verificata  l'intercettazione  si
dovra'  procedere  a  un'impermeabilizzazione  preventiva  dei tratti
della   galleria  interessati  attraverso  l'adozione  di  specifiche
tecniche di scavo con tampone;
    nel  tratto  tra  il  km  286+000  e  il  km  294+600  i processi
geomorfologici hanno fortemente condizionato la scelta e la tipologia
del tracciato. Le interferenze con i processi geomorfici piu' intensi
sono tuttavia molto limitate e coinvolgono fenomeni superficiali e di
modesta  estensione areale. In particolare nel tratto compreso tra il
km 292+500 e il km 293+800 per allontanare il tracciato dal letto del
fiume  Savuto  e'  stata approfondita una soluzione che prevedeva una
variante  in  galleria  a monte dell'attuale autostrada. Benche' tale
variante possa ritenersi migliorativa sotto il profilo paesaggistico,
il  proponente  ha  evidenziato  una serie di problemi associati alla
nuova soluzione quali:
      attraversamento  della  conoide  detritica  del torrente Giurio
caratterizzata da movimenti franosi di ampie dimensioni;
      interferenza  dell'imbocco  Sud della galleria con una zona che
presenta evidenti segni di fenomeni franosi attivi;
      presenza, sempre sul lato Sud, di sacche di accumulo di detriti
instabili gravanti al di sopra degli imbocchi;
      presenza di una coltre rilasciata di spessore consistente (50 m
e  oltre)  e  di  incisioni  molto  profonde, di origine incerta, che
renderebbero problematico lo scavo della galleria;
      maggiore  interferenza  con  i corsi d'acqua per l'abbassamento
delle   quote   dei  viadotti;  che,  associati  alla  necessita'  di
realizzare  un  cantiere  di  piu'  ampie  dimensioni e alle maggiori
movimentazioni di materia derivanti dallo scavo (150.000 metri cubi),
fanno   ritenere  preferibile  la  soluzione  proposta  nel  progetto
definitivo (viadotto Caccavo e viadotto San Mango).
  Sotto  il  profilo idrogeologico gli acquiferi piu' importanti sono
contenuti   nei   depositi   alluvionali  del  Savuto,  che  verranno
intercettati  puntualmente dalle opere di fondazione. Nelle litologie
di   versante   sono   inoltre   presenti   acquiferi   limitati   in
corrispondenza  dei livelli piu' permeabili. Questi acquiferi sono in
posizione tale da non essere intercettati dal tracciato;
    nel  tratto  tra  il  km  294+600  e  il  km 304+200, i tratti in
variante,  rispetto alla sede attuale, riguardano le due gallerie: la
nuova galleria in corsia Nord della lunghezza di 1085 m e la galleria
Timpa  delle  Vigne.  In  entrambi i casi, la copertura e il grado di
fratturazione  lasciano  prevedere  un'interferenza con gli acquiferi
limitata  alle aree di bassa copertura in prossimita' degli imbocchi;
non  potendosi  pero'  escludere  la  presenza  di  tratti a maggiore
permeabilita'  anche  all'interno delle gallerie e quindi la presenza
di   acquiferi,  seppure  di  dimensioni  limitate,  sara'  opportuno
eseguire  una  prospezione  di dettaglio e eventualmente adottare una
procedura di scavo preceduta dall'impermeabilizzazione;
    nella  determinazione  dei  fattori  di  emissione non sono state
considerate  le  evoluzioni  qualitative  delle  emissioni  del parco
circolante  cosi'  come  imposto  dalla  vigente  normativa. Anche le
proposte   di   mitigazione   individuate   sono  descritte  in  modo
qualitativo  e comunque non pervengono ad un dimensionamento e ad una
caratterizzazione specifica degli interventi. Comunque, l'autostrada,
ad eccezione del tratto compreso tra il km 271 e il km 274, si svolge
prevalentemente  in aree poco o per nulla urbanizzate, e pertanto non
si  evidenziano complessivamente particolari criticita' relativamente
all'inquinamento atmosferico;
    nonostante  l'autostrada si sviluppi prevalentemente in aree poco
urbanizzate,    la    presenza    di    alcuni   ricettori   prossimi
all'infrastruttura  fa  ritenere  che,  per  una definizione ottimale
degli interventi di mitigazione, sarebbe stato necessario disporre di
ulteriori  informazioni  al  fine di individuare compiutamente misure
atte a garantire la tutela delle popolazioni esposte.
  Inoltre, si osserva che:
    le  proposte  di  attenuazione sono riferite solamente al periodo
diurno;
    non  sono condivisibili le motivazioni con le quali si esclude la
posa  in  opera  di  schermi  acustici;  considerando il riscontro di
superamenti fino a circa 10 dB(A);
    non  vi  sono  elementi tali da ritenere sufficienti le misure di
contenimento adottate;
    dall'analisi  degli  elaborati grafici e descrittivi esaminati si
desume   che   gli   ambiti   di  maggior  pregio  sotto  il  profilo
naturalistico  sono  rappresentati dalla valle del fiume Savuto e dal
tratto  terminale  del  tracciato  fino  allo  svincolo  di  Falerna.
Localmente  risultano di significativa importanza, in particolare per
il  ruolo  ecologico svolto, gli ambiti delle valli e delle incisioni
fluviali secondarie.
  Per quanto concerne i tratti in variante planimetrica rispetto alla
attuale  sede  stradale,  si  evidenzia  come  le  nuove  opere siano
migliorative   rispetto  alle  condizioni  attuali:  la  presenza  di
numerose   gallerie,   l'allontanamento   dalle   aree   di  maggiore
sensibilita' sotto il profilo del paesaggio naturale, lo studio della
configurazione   delle   opere   in   viadotto,  parallelamente  alla
realizzazione dei previsti interventi di recupero dei tratti dismessi
e  di inserimento delle nuove opere, consentiranno infatti la massima
aderenza  delle  opere  ai  caratteri paesaggistici ed ambientali del
contesto territoriale.
  Deve  essere  rilevato, infine, come la nuova soluzione progettuale
prevista  in  corrispondenza  dell'attraversamento  del fiume Grande,
alternativa  rispetto  al  progetto  definitivo  presentato  in prima
analisi,  sia  nettamente migliorativa sotto il profilo paesaggistico
ed  ambientale,  assicurando  una  sensibile diminuzione dell'impatto
visuale  da  punti di osservazione posti nella vallata e nei versanti
di quota inferiore al tracciato;
  Considerato  che  in  conclusione la Commissione per le valutazioni
dell'impatto  ambientale ha espresso parere positivo con prescrizioni
in merito alla compatibilita' ambientale dell'opera proposta;
    Considerato  che  la  regione  Calabria  pur  sollecitata, non ha
espresso il proprio parere sul progetto presentato;
  Considerato  il  parere  del  Ministero  per  i beni e le attivita'
culturali prot. n. ST/407/23246/2001, del 30 novembre 2001, pervenuto
in  data  3  dicembre 2001, con cui si esprime parere favorevole alla
richiesta  di  valutazione di impatto ambientale, a condizione che si
ottemperi alle seguenti prescrizioni:
    con  apposita  istanza  inoltrata  con nota n. 1075 del 19 agosto
1999,  qui  pervenuta  in  data  30  agosto 1999, prot. ST/407/20615,
l'Ente  nazionale per le Strade - Direzione generale, ha richiesto la
pronuncia  di  compatibilita'  ambientale  ex  art. 6, legge 8 luglio
1986, n. 349, per lavori di ammodernamento ed adeguamento al tipo 1/A
delle norme CNR/1980 nel tratto compreso tra il Km. 259+700 (svincolo
di Altilia escluso) ed il km. 304+ 200 (svincolo di Falerna incluso).
  Dall'analisi  della  documentazione  presentata  ed  a  seguito dei
sopralluoghi  e  delle  riunioni  tenutesi  con l'ente proponente e i
componenti  del gruppo istruttore sono emersi nello studio di impatto
ambientale   sostanziali  carenze  ed  elementi  che  necessitano  di
ulteriori  approfondimenti  in particolare riguardo: alle alternative
progettuali  considerate  e ai criteri che hanno condotto alla scelta
del  tracciato proposto, all'evidenziazione dei tratti da dismettere,
all'indicazione  dei  possibili  siti  di  discarica;  si richiedeva,
inoltre,  di redigere un progetto di ottimizzazione dello svincolo di
Rogliano,  un'ipotesi  progettuale  della  sistemazione  a  verde dei
tratti   autostradali   da   dismettere  e  un'elaborazione,  tramite
fotosimulazioni, dell'inserimento ambientale dell'opera.
  Con nota n. 848 del 12 aprile 2001, qui pervenuta il 24 maggio 2001
con  prot.  n. 1221/2001-ST 407 B.A.P. l'Ente nazionale per le strade
trasmetteva  le  opportune integrazioni al SIA con le modifiche e gli
approfondimenti progettuali richiesti.
  Al  riguardo  la  Soprintendenza  per  i  beni  archeologici  della
Calabria  con  nota  n.  10406 del 23 maggio 2001, pervenuta a questo
ufficio in data 6 giugno 2001 con prot. n. ST 407 B.A.P. 3108/2001 fa
presente   che   l'area   relativa   dall'intervento  in  oggetto  e'
interessata  da  rilevanti  presenze archeologiche; in particolare la
collina sottostante la "Timpa delle Vigne" e oggetto di intervento di
nuova  galleria  risulta  particolarmente sensibile e presumibilmente
interessata dalla presenza di materiale antico, ritiene pertanto, per
quanto   di   propria  competenza,  di  non  poter  esprimere  parere
favorevole. La medesima soprintendenza, in seguito, con nota n. 20114
del  5  ottobre  2001,  qui  pervenuta  l'8 ottobre 2001 con prot. n.
ST/407/16522,  avendo appreso, nel corso di incontri congiunti "della
disponibilita'  del l'ANAS ad eseguire nell'area dell'imbocco e dello
sbocco  della  galleria sottostante la Timpa delle Vigne una serie di
prospezioni  propedeutiche  che  si  propone sin d'ora essere di tipo
integrato (indagini geofisiche e sondaggi archeologici tradizionali)"
esprime  parere  favorevole alle opere in oggetto con l'obbligo della
preliminare  indagine  archeologica  e  geofisica  delle  aree  e con
ilpresenziamento  obbligatorio  di  tutti i lavori che avverranno nel
tratto.
  La Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per
il   patrimonio  storico,  artistico  e  demoetnoantropologico  della
Calabria, con nota n. 6474/P del 29 ottobre 2001, qui pervenuta il 20
novembre  2001  con  prot.  n. ST/407/21987/2001 trasmette definitivo
parere  favorevole  ribadendo  le  considerazioni  e  le  valutazioni
espresse  con  precedente  nota  n.  8  704/P del 4 gennaio 2000, qui
pervenuta il 31 gennaio 2000 con prot. n. ST/J01/2155 e relativa alle
soluzioni   progettuali   integrate  e  modificate  in  seguito  alle
richieste  formulate dal gruppo istruttore; in particolare raccomanda
che:
    sia  dedicata particolare cura alla progettazione esecutiva delle
nuove  opere  quali  nuovi  viadotti  e  nuovi  svincoli, che saranno
eseguite   recependo  le  nuove  tecnologie  e  riducendo  al  minimo
l'impatto sul paesaggio.
    i   movimenti   di   terra   e  gli  sbancamenti  siano  limitati
strettamente  alle sole aree interessate e mantenendo, ove possibile,
la  vegetazione  esistente  e  consentendo  una facile regimentazione
delle acque piovane.
    eventuali opere murarie da realizzare in elevazione ed a sostegno
delle  scarpate  siano rivestite in pietra locale a vista, escludendo
l'uso di pannelli prefabbricati.
questo Ministero
  Esaminati gli atti e gli elaborati progettuali;
  Viste le varie disposizioni di legge indicati in oggetto;
  Visto  il  parere  della Soprintendenza per i beni architettonici e
per   il   paesaggio,   per   il   patrimonio  storico,  artistico  e
demoetnoantropologico  della  Calabria  e  della Soprintendenza per i
beni   archeologici  della  Calabria  esprime  parere  favorevole  al
progetto  di  ammodernamento  ed  adeguamento  alle  norme CNR/80 nel
tratto  compreso tra il km 259+700 ed il km 304+200, a condizione che
vengano rispettate le seguenti prescrizioni:
    che sia previsto il ripristino dello status quo ante per le parti
di   tracciato   dismesso.   Particolare  cura  sara'  dedicata  agli
interventi  di rimodellamento e rinaturalizzazione che interessano la
sistemazione morfologica dell'alveo e dei versanti dei corsi d'acqua;
    che  i  materiali  di  risulta  e  provenienti  da  demolizioni e
sbancamenti   non  dovranno  creare  alterazione  alla  conformazione
naturale  del  sito,  non  dovranno  in  nessun caso creare intralcio
visivo,  non  dovranno  interrompere  la  continuita' vegetazionale e
faunistica dei luoghi;
    sia   tenuto   in   debito   conto,   nell'organizzazione   della
cantieristica   di   progetto,   il   concerto   con   la  competente
soprintendenza  per  i  beni  archeologici  di  cui  si richiamano le
osservazioni e le prescrizioni indicate in premessa;
  Preso  atto  che  sono  pervenute istanze, osservazioni o pareri da
parte di cittadini, ai sensi dell'art. 6 della legge n. 349/1986, per
la  richiesta di pronuncia sulla compatibilita' ambientale dell'opera
indicata che di seguito si riportano sinteticamente:
    sig.re  Antonietta  Leonetti - Mangone (Cosenza) e Maria Vittoria
Candelise  -  Cosenza,  proprietarie  di  terreni  siti nel comune di
Mangone, entrambe chiedono:
      che  l'allargamento  della sede autostradale, in corrispondenza
dei  terreni  di  loro proprieta', avvenga esclusivamente dalla parte
Ovest rispetto all'asse viario, in modo da interessare solo i terreni
classificati come agricoli e non come residenziali;
      che  vengano  installate  efficaci barriere antirumore sul lato
Est  dell'autostrada,  a  partire  dal  km  271+700,  ed  almeno fino
all'attuale svincolo di Rogliano-Malito-Grimaldi;
      dalle verifiche condotte a seguito delle osservazioni prevenute
risulta  che  nel  tratto  segnato  sono  presenti  sette  ricettori,
contrassegnati  dai  numeri  29,  30,  31,  32,  33,  34  e  35 nella
cartografia  denominata  "ricettori  sensibili  e  punti  di verifica
acustica"  e  contenuta  tra  le  integrazioni presentate nell'aprile
2001.
  A seguito dell'adeguamento dell'autostrada, con la posa in opera di
pavimentazione  fonoassorbente,  in  corrispondenza  di  nessuno  dei
ricettori  individuati  si  verificheranno  superamenti dei limiti di
immissione stabiliti dalla legge;
  Ritenuto  di  dover provvedere ai sensi e per gli effetti del comma
quarto  dell'art.  6  della  legge  n.  349/1986,  alla  pronuncia di
compatibilita' ambientale dell'opera sopraindicata;

                            E s p r i m e

giudizio  positivo  circa  la  compatibilita' ambientale del progetto
relativo  ai  lavori  di  ammodernamento  e di adeguamento al tipo Ia
delle  Norme C.N.R./80 del tratto compreso tra il km 259+700 ed il km
304+200  dell'autostrada  Salerno-Reggio  Calabria da realizzarsi nei
comuni di Cosenza, Mendicino, Dipignano, Paterno Calabro, Mangone, S.
Stefano  di  Rogliano,  Marzi,  Belsito,  Malito,  Altilia, Grimaldi,
Alello  Calabro  Cleto, Martirano Lombardo, S. Mango d'Aquino, Nocera
Terinese   e   Falerna   presentato   dall'ANAS  -  Ufficio  speciale
infrastrutture,   a   condizione   che  si  ottemperi  alle  seguenti
prescrizioni:
    a) in  fase  di  redazione  del progetto esecutivo si dovra' fare
riferimento,  per  quanto  concerne  gli  interventi  di  inserimento
paesaggistico ed ambientale, ai criteri ed alle indicazioni contenute
nello studio di impatto ambientale, che dovranno essere sviluppati in
base  alle  specifiche  condizioni  delle  opere e del territorio. In
particolare  dovranno  essere curati gli aspetti connessi al recupero
dei  tratti  dismessi,  al  ripristino  delle  aree di cantiere, agli
attraversamenti  dei  corsi  d'acqua,  all'interessamento  delle aree
caratterizzate  da maggiore sensibilita' ambientale. Inoltre, qualora
per  gli  interventi  di  protezione  dall'inquinamento  acustico  ed
atmosferico  si  facesse  ricorso  a  rimodellamenti morfologici e ad
opere  a verde, le configurazioni adottate dovranno integrarsi con il
progetto  di inserimento ambientale al fine di pervenire ad un quadro
finale  delle  azioni  di  mitigazione  omogeneo  e  coerente  con le
caratteristiche  del  territorio.  Per  quanto  riguarda gli impianti
delle specie arboree ed arbustive si dovranno utilizzare disposizioni
non   geometriche   e,   per  quanto  possibile,  "casuali",  facendo
eventualmente   ricorso   al  criterio  delle  macchie  seriali.  Ove
possibile,  inoltre,  gli  impianti  dovranno  essere  realizzati con
elementi disetanei;
    b) dovranno  essere  quantificati  nel  dettaglio i fabbisogni di
terreno  vegetale  necessari per la realizzazione degli interventi di
inserimento  ambientale e paesaggistico, nonche' la disponibilita' di
tale  materiale derivante dalle operazioni di scotico necessarie alla
costruzione  delle  opere  in  esame  o  da lavorazioni eventualmente
presenti  in  aree  limitrofe.  Dovranno  inoltre  essere previste le
modalita'  di  accantonamento  del  materiale  in  luoghi opportuni e
l'idonea   conservazione  fino  alla  successiva  ricollocazione;  in
particolare,   poiche'   il   materiale   dovra'   essere  conservato
presumibilmente  per  alcuni  anni, dovranno essere realizzati cumuli
non  troppo  grandi  (altezza inferiore a 2 m), al fine di evitare il
verificarsi di alterazioni fisiche, chimiche e biologiche del terreno
stesso.  Qualora dalle verifiche operate risultasse che il fabbisogno
totale  non  sia  interamente soddisfatto, il substrato potra' essere
realizzato  utilizzando  il  materiale  proveniente dallo strato piu'
superficiale  degli  scavi,  opportunamente  vagliato e eventualmente
frantumato  fino  all'ottenimento  di  una  frazione sufficientemente
fine.  Tale  materiale  dovra' essere opportunamente arricchito della
frazione  organica attraverso l'aggiunta di fibre vegetali (derivanti
ad es. da impianti di compostaggio, dallo scortecciamento del legname
proveniente  dalle cartiere, dalla cippatura del materiale di esbosco
forestale,  ecc.),  nonche'  di  idonei  ammendanti  organici  a base
batterica e micorrizzica;
    c) per  quanto  riguarda gli interventi di ripristino previsti in
corrispondenza  dei  cantieri,  delle aree di servizio in prossimita'
degli  imbocchi  e  dei viadotti, della viabilita' di servizio per il
nuovo  tracciato,  dovranno  essere  effettuati  approfonditi rilievi
morfologici  (attraverso  rilievi  topografici) e delle condizioni di
uso   dei   luoghi  interessati,  documentate  mediante  riproduzioni
fotografiche, in modo da poter costituire elemento di riferimento per
ristabilire  le condizioni ante-operam. Tale caratterizzazione dovra'
essere effettuata per ciascuna area di cantiere;
    d) durante la demolizione dei viadotti da dismettere, nel caso di
diretta  interferenza  dei  lavori  con  il reticolo idrografico e di
rischio  conseguente di sversamento di materiali di risulta in alveo,
dovra'  essere  prevista,  come  indicato  nello  studio  di  impatto
ambientale,  la  raccolta  e  l'invio a trattamento appropriato delle
acque di lavorazione e dei liquami di cantiere. Una volta terminati i
lavori   di   demolizione  si  dovra'  provvedere  alla  sistemazione
morfologica   dell'alveo  e  dei  versanti  ed  al  ripristino  della
continuita'  ecologica.  Considerato  inoltre  che  la movimentazione
delle  terre  e  dei materiali di risulta, sia nell'area dei cantieri
sia  lungo il tracciato stradale, puo' provocare la caduta di detriti
nel letto dei corsi d'acqua attraversati, provocando l'intorbidimento
delle  acque  o  l'ostruzione  della  sezione, e che anche il terreno
smosso   puo'  essere  facilmente  eroso  dalle  acque  meteoriche  e
trasportato  in  alveo,  provocando  effetti  simili, dovranno essere
prevenuti  o  minimizzati  tali impatti attraverso l'installazione di
idonee  barriere  temporanee  posizionate  a  ridosso  delle  aree di
cantiere;
    e) in sede di progettazione esecutiva sara' necessario verificare
il  calcolo  delle  vasche  di  sicurezza idraulica sulla base di una
metodologia  strettamente  quantitativa.  In  particolare, preso atto
dell'opportunita'    di   difendere   il   tratto   autostradale   in
affiancamento   al  fiume  Savuto,  il  dimensionamento  dei  presidi
idraulici  dovra'  essere condotto considerando il progetto idraulico
dei   drenaggi   di   piattaforma,   la   pluviometria   del   l'area
(coerentemente ai criteri di funzionamento di tali presidi e ai tempi
di  gestione  dell'emergenza)  e l'incidentalita' attesa (riferendosi
all'evento  di  sversamento accidentale di inquinante). Si suggerisce
di  assumere uno standard di sicurezza ambientale tale da controllare
eventi di sversamento e precipitazione concomitanti caratterizzati da
tempo di ritorno dell'evento combinato pari a 40 anni;
    f) ove  gli  inerti  pregiati  da  utilizzare nella realizzazione
delle  opere  dovessero  essere  reperiti  ampliando  i  siti di cava
attualmente autorizzati o prevedendo l'apertura di nuove cave, dovra'
essere   predisposto   un   progetto   che   contenga  le  necessarie
informazioni  sulle  modalita' di coltivazione e di ripristino, sulle
caratteristiche     geomorfologiche,     geologiche,     geotecniche,
idrogeologiche,   vegetazionali   e   paesaggistiche   del  luogo  di
intervento  ed un progetto dettagliato di coltivazione che stabilisca
le  volumetrie  estraibili.  Inoltre,  per  ogni  sito  di  discarica
individuato,  dovra'  essere predisposto un progetto che, nel rendere
conto   della   morfologia   dei  luoghi,  fornisca  le  informazioni
necessarie  sulle volumetrie disponibili per i depositi, le modalita'
di  coltivazione  nonche' sui necessari interventi per un inserimento
nel  contesto  paesaggistico e ambientale. I progetti dovranno essere
inviati al Ministero dell'ambiente per la necessaria approvazione;
    g) nel  corso  delle  successive  fasi  progettuali dovra' essere
predisposto  uno  studio  acustico  esecutivo  che,  partendo  da una
modellazione  del  fenomeno dettagliata, conduca alla corretta scelta
delle  dimensioni degli interventi acustici riferito sia alla fase di
cantiere  sia  di  esercizio,  anche  al  fine  di  tutelare  le aree
contermini  alle  residenze.  Gli  obiettivi  di mitigazione acustica
dovranno  essere  dimensionati  con  la finalita' di raggiungere, per
quanto  possibile,  i  valori  di  qualita' di cui alla tabella D del
decreto  del  Presidente del Consiglio dei Ministri 14 novembre 1997,
fermo  restando,  come  soglia  inderogabile,  i  limiti  di cui alla
tabella  C  del  medesimo  decreto,  e  comunque  tenendo conto della
compresenza  di  altre  sorgenti  acustiche significative (ad esempio
strada  statale  19).  Dovra'  essere predisposto inoltre un piano di
monitoraggio  del  clima  acustico complessivo delle aree interessate
direttamente  o indirettamente dall'infrastruttura, sia nella fase di
costruzione sia di esercizio, al fine di verificare l'efficacia degli
interventi di contenimento del fonoinquinamento previsti;
    h) per  quanto  riguarda  l'inquinamento  atmosferico  si  dovra'
provvedere  ad  un  opportuno  dimensionamento  degli  interventi  di
mitigazione;  dovra'  inoltre  essere  eseguito un monitoraggio della
qualita'  dell'aria in continuo onde poter operare un confronto con i
limiti  normativi  riportati nella direttiva 1999/30/CE del 22 aprile
1999.  Tali  rilievi  dovranno essere prioritariamente eseguiti nelle
postazioni  individuate  secondo  i  criteri  stabiliti  dal  decreto
legislativo 4 agosto 1999, n. 351. Il monitoraggio dovra' prendere in
considerazione  tutta  la  gamma  dei parametri che caratterizzano la
qualita' dell'aria;
    i) nel  corso  delle  successive  fasi  progettuali dovra' essere
predisposto  uno  studio  idrogeologico  di dettaglio con particolare
riferimento  alle  presenze  delle sorgenti e alle interferenze tra i
lavori  per la realizzazione delle gallerie ed i livelli freatici. Lo
studio   dovra'  contenere  la  previsione  degli  impatti  che  tali
interferenze  possono  avere  sull'assetto  idrogeologico  durante  e
post-operam. Dovra', infine, individuare tutte le opere necessarie al
ripristino  della  circolazione  idrica  sotterranea  e quali impatti
derivano  all'ambiente circostante dall'eventuale scomparsa di alcuni
punti acqua;
    l) l'area e' interessata da numerosi fenomeni gravitativi, alcuni
anche  di  notevoli dimensioni. L'approfondimento dello studio non e'
tale  da  poter  indicare  ne'  la  reale  profondita'  del  piano di
scorrimento,   ne'  quali  opere  di  consolidamento  debbano  essere
realizzate.  Tenuto  conto  che  quest'ultime  possono avere un forte
impatto  sull'ambiente  circostante  (componente  idrica, ecosistema,
paesaggio),  in fase di progettazione esecutiva si dovra' predisporre
un  dettagliato  studio  geomorfologico, geognostico e geotecnico che
evidenzi le reali dimensioni dei fenomeni; le loro cause, le opere di
consolidamento  necessarie e gli impatti previste dalla realizzazione
delle stesse;
    m) dovra'  essere  verificato  se il tracciato stradale interseca
una  delle aree a rischio idrogeologico molto elevato perimetrate nel
piano straordinario della regione Calabria ai sensi del decreto legge
n. 180/1998 e successive modifiche ed integrazioni. In caso positivo,
occorre tenere conto dei vincoli esistenti;
    n)  tutti gli interventi derivanti dalle precedenti prescrizioni,
una   volta   ulteriormente   definiti,   dovranno   essere  recepiti
all'interno dei capitolati speciali d'appalto;
    o)  le  prescrizioni  di  cui  ai  punti a), b), e), g), h) e l),
dovranno  essere  sottoposte  a verifica di ottemperanza da parte del
Ministero dell'ambiente prima di dare corso alle procedure d'appalto;
    p) dovranno essere ottemperate altresi', ove non ricomprese nelle
precedenti,  tutte  le  prescrizioni  individuate dal Ministero per i
beni e le attivita' culturali riportate integralmente nelle premesse;
                              Dispone:
che  il  presente  provvedimento  sia  comunicato al l'ANAS - Ufficio
Speciale   Infrastrutture,   al   Ministero  dei  trasporti  e  delle
infrastrutture DICOTER ed alla regione Calabria, la quale provvedera'
a  depositarlo presso l'ufficio istituito ai sensi dell'art. 5, comma
terzo,  del  decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 377
del   10   agosto  1988  ed  a  portarlo  a  conoscenza  delle  altre
amministrazioni eventualmente interessate.
    Roma, 23 gennaio 2002

                                         Il Ministro dell'ambiente
                                       e della tutela del territorio
                                                  Matteoli
 Il Ministro per i beni
e le attività culturali
       Urbani