MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO

PROVVEDIMENTO 18 luglio 2002 

Pronuncia  di  compatibilita'  ambientale  DEC/VIA/7485 del 18 luglio
2002  concernente  il progetto relativo ai lavori di ammodernamento e
adeguamento  al  tipo 1/A  delle  norme  C.N.R./80  della  autostrada
Salerno-Reggio  Calabria.  Tratto  compreso  tra  il km 108+000 al km
126+000 (svincolo di Lagonegro Sud escluso) da realizzarsi nei comuni
di  Montesano  sulla  Marcellana,  Casalbuono e Lagonegro, presentato
dall'A.N.A.S.  -  Ente  nazionale  per  le  strade - Ufficio speciale
infrastrutture.
(GU n.201 del 28-8-2002)

      IL MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO

                           di concerto con

           IL MINISTRO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI

  Visto  l'art.  6, comma 2 e seguenti, della legge 8 luglio 1986, n.
349;
  Visto  il  decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 10
agosto 1988, n. 377;
  Visto  il  decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27
dicembre  1988,  concernente  "Norme  tecniche per la redazione degli
studi  di  impatto  ambientale  e  la  formulazione  del  giudizio di
compatibilita'  di  cui all'art. 6 della legge 8 luglio 1986, n. 349,
adottate  ai  sensi  dell'art.  3  del  decreto  del  Presidente  del
Consiglio dei Ministri del 10 agosto 1988, n. 377";
  Visto  l'art.  18,  comma  5,  della legge 11 marzo 1988, n. 67; il
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2 febbraio 1989
costitutivo   della   Commissione  per  le  valutazioni  dell'impatto
ambientale  e  successive  modifiche  ed integrazioni; il decreto del
Ministro    dell'ambiente    del    13    aprile   1989   concernente
l'organizzazione  ed  il funzionamento della predetta Commissione; il
decreto  del Presidente del Consiglio dei Ministri del 15 maggio 2001
per   il   rinnovo   della  composizione  della  Commissione  per  le
valutazioni dell'impatto ambientale;
  Vista   la   domanda  di  pronuncia  di  compatibilita'  ambientale
concernente  il  progetto  relativo  ai  lavori  di  ammodernamento e
adeguamento al tipo 1/A delle norme C.N.R./80 nel tratto compreso tra
il km 108+000 e il km 126+000 dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria
da  realizzarsi nei comuni di Montesano sulla Marcellana e Casalbuono
(Salerno)   e   nel   comune   di   Lagonegro  (Potenza),  presentata
dall'A.N.A.S.  -  Ufficio  speciale  infrastrutture,  con sede in via
Monzambano n. 10 - 00185 Roma, in data 29 marzo 2001;
  Vista la documentazione integrativa trasmessa dalla stessa A.N.A.S.
- Ufficio speciale infrastrutture in data 18 dicembre 2001;
  Vista  la  nota  n. 4492 della regione Campania del 22 aprile 2002,
pervenuta il 2 maggio 2002 con cui si esprime un parere favorevole;
  Visto  l'estratto dal verbale della seduta del 6 maggio 2002, della
regione  Basilicata  del 21 maggio 2002, pervenuto il 21 maggio 2002,
con cui si esprime un parere interlocutorio;
  Visto  il  parere  del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano
prot.  n.  5874, formulato in data 4 dicembre 2001, pervenuto in data
10 dicembre 2001;
  Vista  la  nota  n. ST/407/17942/2002 del Ministero per i beni e le
attivita'  culturali  del 14 maggio 2002, pervenuta in data 14 maggio
2002, con cui si esprime parere favorevole;
  Visto  il  parere  n. 471 favorevole con prescrizioni, formulato in
data   21   febbraio  2002,  dalla  Commissione  per  le  valutazioni
dell'impatto  ambientale,  a  seguito  dell'istruttoria  sul progetto
presentato dall'A.N.A.S. - Ufficio speciale infrastrutture;
  Valutato  sulla  base  del predetto parere della Commissione V.I.A.
che:
    l'intervento  e'  coerente con la pianificazione di settore e con
gli   strumenti   di  pianificazione  territoriale  e  paesistica  di
riferimento;
    i  piani esaminati contengono spesso un'esplicita raccomandazione
che  tale  adeguamento  sia  posto  come  una  priorita'  per  recare
riequilibrio  e  sviluppo  sul  territorio  confermando totalmente la
direzione  delle  azioni  intraprese.  Il progetto di adeguamento non
muta  la relazione ormai consolidata tra l'autostrada e gli ambiti di
tutela.  La  riduzione notevole dei viadotti, le nuove alternative in
galleria e gli interventi di ripristino non introducono conflitti con
i vincoli poiche' modificano positivamente l'assetto esistente;
    nei   confronti   delle  previsioni  dei  piani  urbanistici  non
risultano  conflitti  emergenti, talvolta nemmeno contatti, posto che
il tracciato dei lotti e' in gran parte periferico ai nuclei abitati.
Nel  caso  che  la  relazione  sia  di  contiguita' non si presentano
interferenze  significative  poiche'  le  previsioni di tracciato non
contemplano  varianti  di  rilievo.  Grazie  alle  nuove  gallerie le
attivita'  agricole  non subiranno rilevanti danni produttivi. Non si
producono,  pertanto,  interferenze significative tra il tracciato in
progetto e gli insediamenti esistenti o in previsione;
    l'adozione  di varianti in galleria e la riduzione di viadotti ha
consentito  di  evitare notevoli incisioni sui versanti e di limitare
l'interessamento  degli  alvei fluviali che inevitabilmente avrebbero
prodotto impatti rilevanti. Interventi di inserimento paesaggistico e
di  ripristino  ambientale  nonche' alcune modifiche ai manufatti, in
parte emerse nel corso dell'istruttoria, permettono di perseguire una
buona collocazione paesaggistico-ambientale delle opere;

                        Varianti progettuali:

    ulteriori  approfondimenti  progettuali, al fine di perseguire un
significativo  miglioramento  ambientale  dell'area  di grande pregio
della Valle del Calore, hanno portato alla ridefinizione di parte del
tracciato  che  ha comportato la scelta della soluzione del tracciato
in galleria presso Casalbuono. Con riferimento alla variante, risulta
un  volume pari a circa 200 m3 di materiale da smaltire in discariche
non  esuberanti  rispetto  alla capacita' dei siti indagati. Il nuovo
progetto  ha portato alla riduzione delle pile del Viadotto Secco, in
modo  da  limitare l'interessamento dei versanti boschivi interessati
dalle  fondazioni. La soluzione considerata piu' adeguata corrisponde
a  quella  che  presenta la pila centrale alta 62 m. Sono state anche
valutate  le  tre soluzioni alternative relative al viadotto Noce, di
notevole  impatto  estetico  quella  denominata "0", ponte con minimi
sostegni  a  terra  (strallato), rafforzamento delle attuali pile, al
fine  di  consentire  la  realizzazione delle corsie d'emergenza e di
rendere l'opera conforme alle norme antisismiche, appare idonea;

                          Fase di cantiere:

    nella   individuazione   delle   aree   di  cantiere  sono  stati
minimizzati   gli  impatti  sul  territorio  e,  ad  eccezione  delle
inevitabili  installazioni  agli  imbocchi  delle  gallerie, e' stata
privilegiata la scelta di aree facilmente raggiungibili attraverso la
viabilita'  locale,  riducendo  al  minimo  la realizzazione di nuova
viabilita'.  All'interno  di  ciascuno dei lotti funzionali in cui e'
stata  suddivisa la tratta e' stata individuata la localizzazione dei
cantieri  sia  principali,  ove  sono  ubicate le funzioni direttive,
tecniche   e   funzionali,   sia   secondari,  ovvero  dedicati  alla
realizzazione  di  opere specifiche (gallerie, viadotti, ecc.). Nelle
aree  di  cantiere e' prevista l'installazione dei necessari impianti
per  la  protezione  dei  corsi  d'acqua e delle falde dagli scarichi
provenienti  dalle  attivita' legate alle varie fasi di lavorazione o
da  reflui  urbani.  In  particolare  saranno  adottati  i  necessari
accorgimenti per il contenimento dell'inquinamento dovuto ai getti di
calcestruzzo; idonee misure sono state anche indicate per minimizzare
l'inquinamento  acustico  e atmosferico. Il progetto prevede, infine,
il  ripristino delle aree di cantiere al termine delle lavorazioni. I
criteri   di   localizzazione,  gestione,  mitigazione  e  ripristino
previsti  rispondono  alle  necessita'  di salvaguardia dell'ambiente
naturale presente nell'area di influenza del progetto.
  In   fase   di   istruttoria   e'   stata  prodotta  documentazione
approfondita  per la caratterizzazione delle aree di cantiere e della
viabilita' di servizio;

                     Movimentazione delle terre:

    per  tutto  il  tracciato in esame e' stato effettuato un computo
della  movimentazione  di materiale, tenendo conto del bilancio delle
terre,  del  fabbisogno  di  inerti e della demolizione di murature e
conglomerati   bituminosi.  Dall'analisi  sul  bilancio  delle  terre
risulta  che,  nonostante parte del materiale proveniente dagli scavi
possa  essere  riutilizzato  per  lavorazioni  edili  (1.189.229 m3),
1.858.730  m3  dovranno essere collocati in discarica 1.037.035 m3 di
inerti  pregiati, non recuperabili dagli scavi dei lavori relativi ai
singoli lotti, dovranno essere reperiti nelle cave di prestito;

                         Cave e discariche:

    lo   studio   di  impatto  ambientale  ha  individuato  10  cave,
descrivendone  le  caratteristiche  e  l'ubicazione,  senza  comunque
indicarne le capacita' estrattive.
  Sono  state individuate anche 25 possibili aree di discarica, tutte
ricadenti in siti gia' oggetto di attivita' estrattiva, descrivendone
ubicazione, caratteristiche, uso del suolo, superficie e capacita' di
deposito   stimata   e  l'intervento  di  ripristino  ambientale.  La
disciplina  della  coltivazione  di cave e torbiere e di inerti dagli
alvei  dei  corsi  d'acqua nella regione Basilicata e' regolata dalla
legge regionale n. 12 del 27 marzo 1979; nella regione Campania dalla
legge  regionale  n.  54  del  13 dicembre  1985  e  dalle successive
modifiche  di  cui  alla  legge  regionale  n. 17 del 13 aprile 1995.
Pertanto,  ove  il materiale dovesse essere reperito ampliando i siti
di  cava  attualmente  autorizzati  o  prevedendo l'apertura di nuove
cave, si ritiene necessaria una valutazione delle eventuali richieste
che  prenda  in  esame,  oltre  alle  modalita'  di coltivazione e di
ripristino,    le    caratteristiche   geologiche,   geomorfologiche,
geotecniche, idrogeologiche, vegetazionali e paesaggistiche del luogo
di   intervento   e  un  progetto  dettagliato  di  coltivazione  che
stabilisca le volumetrie estraibili.
  Sia  in  Basilicata,  sia  in Campania l'attivita' di smaltimento e
recupero   dei   materiali   inerti   provenienti   dagli   scavi  e'
regolamentata  dal decreto legislativo n. 22 del 5 febbraio 1997. Ove
dovesse essere previsto il reperimento o l'ampliamento di discariche,
dovra'  essere redatto un progetto dettagliato di coltivazione e/o di
gestione  e di valutazione delle prevedibili interferenze ambientali.
In   sede  di  progettazione  esecutiva  si  dovra'  verificare  piu'
dettagliatamente  la  possibilita'  di  riutilizzare  una percentuale
maggiore dello smarino tale da evitare il ricorso a nuove discariche;

Interventi  di  inserimento  paesaggistico-ambientale e di ripristino
                             ambientale:

    per   quanto   riguarda   le   opere  a  verde  e  di  ingegneria
naturalistica,  e'  opportuno che si privilegino quelle che impiegano
materiale   vegetale  vivo,  eventualmente  coadiuvato  da  materiale
biodegradabile, evitando il ricorso a materiali rigidi o artificiali.
Gli   interventi  che  determinano  una  limitazione  della  dinamica
naturale, se non strettamente necessari, dovrebbero essere evitati.
  Tali interventi, affinche' abbiano completo successo, devono essere
dettagliatamente   definiti   in   fase   esecutiva,  valutandone  le
specifiche  soluzioni  tecniche e modalita' di realizzazione, e se ne
deve  prevedere  la  messa  a  punto  e  la  manutenzione  con idonee
garanzie;
    i  lavori  non  altereranno  in  modo significativo le differenti
fitocenosi   presenti,   in  quanto  perlopiu'  determinano  solo  la
rimozione  di  vegetazione  localizzata. Gli interventi di recupero e
ripristino  previsti  riducono  tale  impatto  e,  in  alcuni tratti,
permettono  di  ottenere  un  miglioramento  rispetto alla situazione
esistente.  Anche  per quanto riguarda la fauna, una volta recuperate
le  aree,  non sono ipotizzabili impatti rilevanti sia per la modesta
riduzione di habitat disponibili che l'opera determina, sia in quanto
la   strada  risulta  estremamente  permeabile  dal  punto  di  vista
faunistico  per  la  presenza  di  lunghi  tratti  in  viadotto  e in
galleria,  non provocando effetti di barriera ecologica. Considerando
anche   le   varianti  in  galleria,  in  particolare  quella  presso
Casalbuono,  risulta  un  bilancio  nettamente positivo rispetto alle
componenti  naturalistiche.  Si  concorda  sul  fatto che particolare
attenzione   dovra'  essere  posta  all'imbocco  e  all'uscita  della
galleria  Tempa  Pertusata,  perche'  la  galleria  nel  lato  sud e'
interamente   ricoperta   dalla  formazione  naturalisticamente  piu'
rilevante;
    gli  interventi  previsti  in  tale  tratto  andranno  a  ridurre
l'incidenza   nei  confronti  dell'ecosistema  del  SIC  grazie  alla
riduzione  dei  viadotti  e  dei  tratti  che attualmente interessano
superfici  boscate.  L'introduzione  di  tali  misure  costituisce un
sostanziale  miglioramento  rispetto  alla  situazione  presente, per
quanto  riguarda  il  rischio  di  inquinamento  delle acque, data la
mancanza  di  qualsiasi  opera  di  prevenzione,  ma che, a fronte di
contemporanei  eventi  piovosi di notevole intensita' giornaliera, si
potrebbe  verificare  lo sversamento di inquinanti nei suddetti corsi
d'acqua.
  Risulta  quindi  opportuno  prevedere, in corrispondenza dei tratti
interessati,  ulteriori  misure e adeguati criteri di dimensionamento
per ridurre tale rischio;
    a   fronte   della   vulnerabilita'   degli  ecosistemi  fluviali
interessati,  si  dovranno  evitare  rischi di inquinamenti liquidi e
solidi   anche  in  fase  di  costruzione  e  demolizione,  adottando
opportune   misure   di   cautela   e  protezione.  Si  deve  evitare
l'introduzione   di   opere   idraulichein   alveo  non  strettamente
necessarie  e  queste ultime devono essere realizzate, ove possibile,
ricorrendo a tecniche di ingegneria naturalistica;
    a  fronte  del notevole impegno che verra' assunto con l'adozione
delle  varianti in galleria, che permettera' di rimuovere il notevole
impatto  dell'autostrada  nei  confronti  di  tale  valle, appare non
coerente    la   permanenza   di   questa   condizione   di   degrado
dell'ecosistema  piu' importante rappresentato dal corso d'acqua, per
di  piu'  in  area protetta. Sara' opportuno cogliere l'occasione per
realizzare  un  progetto  di  riqualificazione  del  fiume Calore nel
tratto in questione;
    gli  interventi  previsti  dallo  studio  di  impatto ambientale,
consistenti  nel  drenaggio  delle  acque  nei  corpi di frana, nella
stabilizzazione   dei   versanti   con   ripristino   morfologico   e
vegetazionale   e   nella  protezione  dall'erosione  adottando,  ove
possibile,  tecniche  di ingegneria naturalistica, appaiono adeguati.
Le  opere di impermeabilizzazione delle gallerie sono da considerarsi
come  presidi  efficaci  a contenere l'impatto potenziale. Per quanto
riguarda la variante in galleria presso Casalbuono, non essendo stata
approfondita  dal  punto di vista della caratterizzazione geologica e
idrogeologica, in sede di progettazione esecutiva si dovra' procedere
a  tale  caratterizzazione  tramite  opportuni  sondaggi e, comunque,
estendere anche a questa l'intervento di impermeabilizzazione;
    l'analisi  degli  impatti sul paesaggio riconducibili al progetto
ha  fornito indicazioni rassicuranti sia sulla loro entita' che sulle
possibilita'  di una efficace riduzione a seguito della realizzazione
delle  misure di inserimento e mitigazione che fanno parte integrante
del   progetto   stesso.   Un   notevole   risultato  in  termini  di
miglioramento  viene  conseguito  grazie  all'introduzione  di  nuove
varianti   in   galleria,   specie   quella  nel  tratto  prospicente
Casalbuono, e alla demolizione con ripristino dei tracciati dimessi;
    complessivamente  l'impatto  dell'infrastruttura sulla componente
atmosfera   risulta   modesto.   Le  concentrazioni  post  operam  in
condizioni  prevalenti  risultano  sempre  conformi  agli standard di
qualita' dell'aria.
  In  prossimita'  dell'infrastruttura stradale sono quindi garantite
concentrazioni  di  inquinanti  inferiori  agli  standard di qualita'
dell'aria  sostanzialmente  conformi  alle  indicazioni dell'OMS, non
sono pertanto da prevedere specifici interventi di mitigazione;
    la necessita', sul lato sinistro, che presenta un numero ben piu'
consistente  di ricettori vicini, di adottare sistemi piu' articolati
di  schermatura (strutture a sbalzo, diffrattore sommitale, strutture
a  buffles)  che  consentano il contenimento del rumore alla sorgente
stradale,  rendendo  nelle  aree  di pertinenza residenziale il clima
acustico rispondente ai limiti di riferimento;
    le  valenze sopra indicate risultano di notevole importanza tanto
da  classificare  questa  zona  fra quelle meritevoli di priorita' di
tutela a livello nazionale;
    la peculiarita' della zona interessata sta nella contemporaneita'
e  nella  qualita' delle valenze ambientali, che vengono limitate dal
tracciato  autostradale  nel  suo  percorso  attuale,  e  addirittura
minacciate   o   compromesse  qualora  dovessero  verificarsi  eventi
accidentali   o   fenomeni  di  impatto  concentrato.  Rimuovendo  il
tracciato dal tratto della valle si eliminerebbero in questo tratto i
rapporti  residui  dell'opera  nei  confronti  del SIC. Rimuovendo il
tracciato  dal tratto della valle si offrirebbe inoltre un importante
contributo alla ricucitura del corridoio ecologico corrispondente, il
quale  rappresenta  un  elemento  cardine di connessione fra i grandi
ecosistemi  che  si  sviluppano nei tre parchi nazionali interessati:
Cilento  e  Valle  di  Diano,  Val  d'Agri (in corso di attivazione),
Pollino.  La  galleria,  peraltro,  eviterebbe  2  faglie e il tratto
interessato da instabilita';
    in   termini  di  bilancio  ambientale,  si  puo'  affermare  che
l'impatto  dovuto allo smaltimento dello smarino della nuova galleria
rispetto  al  guadagno in termini ambientali non sono paragonabili in
quanto  la  Valle del Calore con la rimozione dell'autostrada avrebbe
dei  vantaggi  notevoli  considerato  che  il tracciato attuale e' di
fatto incompatibile con l'integrita' della valle;
    un  vantaggio  di  notevole  entita'  a favore della soluzione in
galleria  e' anche rappresentato dalla gestione della cantieristica e
del  traffico nonche' alla corrispondente sicurezza. L'esecuzione dei
lavori  in  un  tratto  cosi'  critico quale quello corrispondente al
costone  roccioso  richiederebbe  la  deviazione,  forse  totale, del
traffico, almeno durante determinate fasi; cio' creerebbe problemi di
viabilita'  lungo  la  s.s. 10  di impatto nei tratti da quest'ultima
interessati,   con   particolare   riferimento  agli  abitati.  Anche
l'apertura  alternata  delle  corsie  determinerebbe  inefficienza  e
rischi  di  convivenza  coi  lavori, compresi quelli di demolizione e
recupero della parte di vecchie opere. La costruzione della galleria,
essendo totalmente alternativa a questo tratto critico, permetterebbe
di  continuare  a utilizzare normalmente il vecchio tracciato fino al
completamento dell'opera e a realizzare poi separatamente i lavori di
demolizione  e  recupero  ambientale del vecchio tracciato, una volta
completamento  chiuso  al  traffico.  L'esercizio  della  galleria di
contro  comportera'  pero'  problemi  in ordine alla sicurezza e alla
evacuazione  dei  gas,  e  quindi  sara' necessario approfondire tali
aspetti in sede di progettazione esecutiva;
  Considerata  la  nota  n. 4492 della regione Campania del 22 aprile
2002,  pervenuta  il  5  maggio  2002,  con  cui si esprime un parere
positivo a condizione che si ottemperi alle seguenti prescrizioni:
    preferenza  per  la  soluzione  del  progetto  di base del tratto
prospiciente  il comune di Casalbuono (una carreggiata in galleria ed
una in trincea);
    utilizzo  per  cave  di  deposito  esclusivamente di siti di cava
dimessi,  previa  idonea progettazione ed esecuzione della bonifica e
protezione idrogeologica del sito;
    progettazione   di   dettaglio   ed  esecuzione  delle  opere  di
mitigazione delle scarpate e delle sedi dimesse previste dal SIA;
    esecuzione  delle  verifiche  di  visibilita'  anche per le curve
sinistrorse   nei   tronchi   a  cielo  aperto,  valutando  eventuali
necessita' di adeguamento del progetto;
  Considerato  l'estratto dal verbale della seduta del 6 maggio 2002,
della  regione  Basilicata del 21 maggio 2002, pervenuto il 21 maggio
2002, con cui si esprime un parere interlocutorio;
  Il Comitato:
    sentita  la  presentazione  del progetto svolta con la quale sono
stati evidenziati al Comitato i caratteri salienti e le problematiche
del  progetto  in questione particolarmente presenti nel rapporto tra
la  nuova  sede  autostradale  e  la  complessa e delicata situazione
geomorfologica  relativamente al tratto compreso tra il viadotto Noce
e  lo  svincolo  Lagonegro  Nord e idrogeologica e strutturale per il
lotto 3;
    presa  visione  degli atti progettuali che accompagnano l'istanza
di richiesta di valutazione di impatto ambientale,
dopo  ampia  ed  approfondita  discussione  in  merito al progetto in
questione  il  Comitato  pur  condividendo  l'ipotesi progettuale del
tracciato   in   quanto   lo   stesso  non  impegna  ulteriori  parti
significative  di territorio non ritiene di poter esprimere un parere
conclusivo  in  quanto  le  verifiche  di  fattibilita'  dell'ipotesi
progettuale  non  sono adeguatamente supportate ed i dati geologici e
geotecnici  attuali non sono stati correlati ai dati gia' in possesso
e  desunti  da  campagne  geologiche  gia'  nel  passato  eseguite in
relazione  alle  eventuali  interferenze  tra le nuove opere e quelle
esistenti;
  Pertanto  il Comitato all'unanimita' decide che per la formulazione
del   parere   definitivo   venga  acquisita  da  parte  dell'ufficio
compatibilita'  ambientale  la documentazione tecnica integrativa che
dia risposta alle considerazioni tecniche riportate;
  Visto  il  parere  del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano
prot.  n.  5874, formulato in data 4 dicembre 2001, pervenuto in data
10   dicembre   2001,   relativo  al  progetto  di  ammodernamento  e
adeguamento   dell'autostrada   Salerno-Reggio  Calabria  nel  tratto
compreso  nel  perimetro  del  Parco nazionale del Cilento e Vallo di
Diano;
  A   seguito   dell'analisi  dello  studio  di  impatto  ambientale,
limitatamente   al   tratto  compreso  nel  perimetro  del  Parco,  i
sottoscritti  convocati  con nota del direttore dell'ente n. 5790 del
22  novembre  2001  esprimono  il  seguente  parere,  richiesto dalla
Commissione   VIA   del   Ministero   dell'ambiente   con   nota   n.
10167NIA/A.0.13.G del 28 settembre 2001:
    1.  l'analisi  delle alternative di progetto indicate nel "Quadro
di  riferimento progettuale" non risulta chiaro. Non sono specificate
da  un  punto  di  vista  ambientale  le motivazioni della scelta del
tracciato  definitivo  rispetto  a  quello  alternativo. Al paragrafo
1.4.1  (Aspetti  tecnico  economici)  e'  descritta  una  valutazione
economica  di larga massima che motiva la scelta complessivamente per
tutto  il  tracciato,  mentre l'analisi del confronto tra i tracciati
dovrebbe  essere eseguita singolarmente per ogni tratto. Al paragrafo
1.4.2  (Aspetti  ambientali) si indica che "... la somma dei punteggi
conseguiti  dalle due alternative in ciascun tratto ..." predilige il
tracciato  definitivo al tracciato alternativo: non sono riportate le
analisi   ambientali   ne'   i   punteggi  a  motivazione  di  questa
affermazione. Manca infine un confronto con l'alternativa "0";
    2.  la  realizzazione  del  viadotto  sul fiume Calore prevede la
costruzione   di   due  piloni  nell'alveo  fluviale,  obbligando  il
progettista  a  prevedere  opere  di difesa consistenti in gabbioni a
rete  metallica  la  cui  realizzazione  contribuisce  ad alterare il
regime   idrico  superficiale  del  corso  d'acqua.  Tale  situazione
determina  un  impatto  negativo sulle comunita' biologiche del greto
fluviale, il cui habitat verrebbe sottratto dall'occupazione di suolo
e  danneggiato  dal  divieto  di  allagamento  naturale della zona di
greto.  A  tal  proposito  si  evidenzia che l'habitat di greto e' di
interesse  comunitario,  ai  sensi  della  direttiva  "Habitat" e del
decreto  del  Presidente  della Repubblica n. 357/1997, cosi' come lo
sono  alcune  specie che verrebbero colpite dall'impatto negativo sul
loro  habitat  e,  in particolare, gli anfibi Triturus italicus, Rana
italica  e Hyla arborea. Tale situazione e' ben evidente nello stesso
S.I.A.  che  propone  infatti  interventi  di  minimizzazione. Questi
ultimi,  tuttavia, non risolvono il danno sulle biocenosi, perche' si
limitano  a  ricostituire  l'habitat  dei  boschi  e  degli arbusteti
ripariali   dell'area  retrostante  i  gabbioni,  diverso  da  quello
danneggiato   (ghiaieto),   pertanto   non   risolvendo  il  problema
dell'impatto negativo sulle specie di interesse comunitario;
    3.  per quanto riguarda gli scavi in galleria, dal punto di vista
idrogeologico   non   risulta  possibile  esprimere  una  valutazione
sull'impatto  generato  dalla  realizzazione dei lavori, in quanto la
carta  idrogeologica (Quadro di riferimento ambientale, Tav. AM3.1-5)
riporta   i   complessi   idrogeologici   ed   i  relativi  gradi  di
permeabilita'  senza  fornire alcuna informazione sul deflusso idrico
sotterraneo;
  Considerato  il  parere  del  Ministero  per  i beni e le attivita'
culturali prot. n. ST/407/17942/2002 del 14 maggio 2002, pervenuto in
data  14  maggio  2002,  con  cui  si  esprime parere favorevole alla
richiesta  di  valutazione di impatto ambientale, a condizione che si
ottemperi alle seguenti prescrizioni:
    con apposita istanza inoltrata con nota n. 685 del 28 marzo 2001,
qui  pervenuta  in  data  3 aprile  2001,  prot.  ST/407/9880, l'Ente
nazionale  per  le  strade  -  Direzione  generale,  ha  richiesto la
pronuncia  di  compatibilita'  ambientale  ex  art. 6, legge 8 luglio
1986, n. 349, per lavori di ammodernamento ed adeguamento al tipo 1/A
delle   norme  CNR/80  nel  tratto  compreso  tra  il  km 108+000  al
km 126+000;
  Al  riguardo,  con  nota  prot.  n.  4670  del  31 maggio 2001, qui
pervenuta  in  data  6  giugno  2001 con prot. n. ST/407 BAP 3110, la
Soprintendenza  per  i beni architettonici e per il paesaggio, per il
patrimonio  storico,  artistico  e demoetnoantropologico di Salerno e
Avellino    rileva    che    l'impatto    paesaggistico   conseguente
all'ampliamento  del  manufatto  autostradale e' ridotto al minimo in
quanto  il  tracciato  ricalca,  in  linea  di  massima,  quello gia'
esistente;  che  dall'esame dello studio di impatto ambientale emerge
un'attenzione  e  una  cura  particolare  nel prevedere interventi di
ingegneria  naturalistica  lungo  tutto  il  tracciato  allo scopo di
mitigarne l'impatto sul paesaggio; che tali interventi di mitigazione
risultano  compatibili  con  le  esigenze di tutela; purtuttavia, per
quanto  riguarda  in  alcuni  tratti  che  interferiscono con aree di
indiscusso  pregio  ambientale e paesaggistico quali quelle ricadenti
nel  Parco  nazionale  del  Cilento  e  del  Vallo  di Diano e quelle
relative  al  fiume Calore, raccomanda particolare cura e attenzione,
ribadendo  la  necessita' di demolire parti di tracciato dismesse per
variazione  dello  stesso  (viadotto  di  attraversamento  del  fiume
Calore)  e conseguente ripristino dello stato dei luoghi. La medesima
Soprintendenza   raccomanda  di  adottare  ogni  possibile  soluzione
progettuale    tesa   a   migliorare   l'inserimento   nel   contesto
paesaggistico   dei  nuovi  manufatti  in  viadotto,  dei  tratti  in
rilevato,  in  trincea  e  a  mezza  costa,  per  i  quali occorrera'
provvedere  all'inerbimento e piantumazione delle scarpate con specie
arbustive  autoctone;  gli  eventuali  muri  di controscarpa dovranno
essere  realizzati  in  muratura a vista senza sigillatura dei giunti
(effetto macera);
    con  nota n. 7804/15Z del 15 maggio 2001 qui pervenuta in data 24
maggio  2001  ed assunta al protocollo con n. 1204/2001 ST407 BAP, la
Soprintendenza  per  i  beni  archeologici delle province di Salerno,
Avellino   e  Benevento  rileva  che,  per  la  parte  ricadente  nel
territorio   di  propria  competenza,  i  lavori  previsti,  pur  non
interessando  aree  sottoposte a vincolo archeologico, interferiscono
con  un'area  ricca  di preesistenze antiche quali il tracciato della
via   consolare   antica  da  Capua  a  Reggio;  richiede,  pertanto,
l'esecuzione  di  indagini  preliminari e di superficie e dello scavo
archeologico  o  quanto  altro  ritenuto  opportuno nelle aree che le
suddette   indagini   evidenzieranno   come   indiziate  di  presenze
archeologiche.  Sia  le  indagini preliminari che gli eventuali scavi
archeologici saranno eseguiti prima dell'inizio dei lavori;
    con  nota n. 13880 del 26 settembre 2001, qui assunta al prot. n.
ST/407/16400  del  5 ottobre  2001,  la  Soprintendenza  per  i  beni
architettonici  ed  il paesaggio della Basilicata esprime, per quanto
di  propria  competenza  e  limitatamente  alle  opere  ricadenti  in
territorio    lucano,    parere    favorevole    alla   realizzazione
dell'intervento in oggetto;
    con  nota  n. 7014 del 20 aprile 2001, qui pervenuta il 23 aprile
2001  con  prot.  n.  ST/407/11332,  la  Soprintendenza  per  i  beni
archeologici   della   Basilicata  esprime,  per  quanto  di  propria
competenza,  parere  favorevole  a condizione che vengano recepite le
seguenti prescrizioni:
      sia    dato    debito    preavviso   dell'inizio   dei   lavori
(quarantacinque giorni);
      i lavori preliminari per l'installazione delle aree di cantiere
vengano  seguiti dal personale tecnico della Soprintendenza con oneri
a carico dell'ente proponente;
      in  caso  di  eventuali rinvenimenti di emergenze archeologiche
tutti  gli  oneri  di  scavo, di missione e recupero saranno a carico
dell'ente proponente.
      qualunque  rinvenimento di materiale archeologico, di qualsiasi
genere,  effettuato  nel  corso  dei  lavori,  sara'  tempestivamente
segnalato alla Soprintendenza ed i lavori saranno interrotti;
  Dall'analisi   della  documentazione  presentata,  contenente,  tra
l'altro,  alcune  alternative  progettuali  di  tracciato relative ai
tratti   di  maggiore  complessita'  orografica,  ed  a  seguito  dei
sopralluoghi  e  delle  riunioni  tenutesi  con l'ente proponente e i
componenti  del  gruppo istruttore, pur valutando che il tracciato di
progetto  risulta, in generale, particolarmente migliorativo rispetto
a  quello  esistente in quanto l'adozione di varianti in galleria, la
riduzione  di alcuni tratti in viadotto, e la conseguente demolizione
e rinaturalizzazione dei tratti dismessi producono notevole riduzione
dell'impatto  dell'opera  sul  contesto  paesaggistico,  sono  emersi
elementi  che necessitano di ulteriori approfondimenti relativamente,
in  particolare,  alle  soluzioni progettuali adottate per i viadotti
"Noce"  e  "Secco"  ed  al  tracciato  previsto  per l'area di fronte
l'abitato  di  Casalbuono:  la soluzione ipotizzata per tale parte di
tracciato  risulta  inadeguata  sia  sotto  il profilo ambientale che
paesaggistico  visto  l'elevato pregio del sito con cui interferisce,
sottoposto,  peraltro,  alla tutela del Parco nazionale del Cilento e
Vallo   di  Diano,  inserito  nella  lista  del  Patrimonio  mondiale
dell'umanita'  - UNESCO, nonche' a vincoli di natura paesaggistica ai
sensi  del decreto legislativo n. 490/1999; si e' ritenuto opportuno,
pertanto,  richiedere all'ente proponente di approfondire, attraverso
una verifica progettuale piu' dettagliata la soluzione in galleria di
tale  parte  di tracciato, gia' esaminata in un primo screening delle
alternative proposte;
    con nota n. 2809 del 17 dicembre 2001, qui pervenuta il 7 gennaio
2002  con  prot.  n.  ST/407/403,  l'Ente  nazionale  per  le  strade
trasmetteva  le  opportune integrazioni al SIA con le modifiche e gli
approfondimenti progettuali richiesti;
  Considerato  che  tali  integrazioni  e approfondimenti progettuali
riguardano la parte di tracciato ricadente nella regione Campania, si
sono  espresse in merito alle integrazioni suddette le soprintendenze
competenti  territorialmente.  In particolare la Soprintendenza per i
beni archeologici delle province di Salerno, Benevento e Avellino con
nota  n.  2271/15Z  del  25 marzo 2002, pervenuta a questo ufficio in
data  11 aprile  2002  con  prot. n. ST/40713848, ribadisce il parere
favorevole   a   condizione   che   vengano   eseguite   le  indagini
archeologiche preventive gia' segnalate nel precedente parere;
  La Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per
il patrimonio storico, artistico e demoetnoantropologico di Salerno e
Avellino,  con  nota  n.  6752 del 20 febbraio 2002, qui pervenuta il
25 febbraio 2001 con prot. n. ST/407/7627 trasmette definitivo parere
favorevole, ritenendo sicuramente migliorative le modifiche apportate
ai  viadotti  "Noce" e "Secco" e riferendo, per il tratto previsto in
localita'  "Casalbuono" di essere, in linea generale, favorevole alla
soluzione  che  conferma  l'attuale giacitura stradale e ribadendo le
considerazioni,   le   valutazioni  e  le  prescrizioni  dettate  con
precedente nota;

                          Questo Ministero:

  Esaminati gli atti e gli elaborati progettuali;
  Viste le varie disposizioni di legge indicate in oggetto;
  Visti i pareri della Soprintendenza per i beni architettonici e per
il    paesaggio,    per    il   patrimonio   storico,   artistico   e
demoetnoantropologico di Salerno e Avellino, della Soprintendenza per
i  beni archeologici delle province di Salerno, Benevento e Avellino,
della  Soprintendenza per i beni architettonici ed il paesaggio della
Basilicata  e  della  Soprintendenza  per  i  beni archeologici della
Basilicata;
  Letto il parere del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano;

                      Esprime parere favorevole

al  progetto  di  ammodernamento ed adeguamento alle norme CNR/80 nel
tratto  compreso tra il km 108+000 ed il km 126+000, a condizione che
vengano rispettate le seguenti prescrizioni:
    che   sia   adottata,  per  il  tratto  relativo  alla  localita'
"Casalbuono", in seguito alle considerazioni precedentemente esposte,
la  soluzione  progettuale in galleria trasmessa a questo ufficio con
nota dell'Ente nazionale delle strade n. 2809 del 17 dicembre 2001;
    che   per   lo   stesso  sito  siano  approfonditi,  in  sede  di
progettazione  esecutiva, particolari accorgimenti progettuali per la
viabilita'  di  raccordo  con l'infrastruttura autostradale che tenga
conto  dell'elevata  valenza  del sito della Valle del Calore con cui
interferiscono  le  nuove  opere.  Tali soluzioni progettuali saranno
sottoposte all'approvazione delle competenti soprintendenze;
    che sia previsto il ripristino dello status quo ante per le parti
di tracciato dismesso;
    che  siano  ottemperate  le prescrizioni e i suggerimenti dettati
dalla  Soprintendenza  per i beni architettonici ed il paesaggio, per
il patrimonio storico, artistico e demoetnoantropologico di Salerno e
Avellino su menzionati;
    sia   tenuto   in   debito   conto,   nell'organizzazione   della
cantieristica   di   progetto,   il   concerto   con   la  competenti
soprintendenze  per  i  beni  archeologici  di  cui  si richiamano le
osservazioni e le prescrizioni indicate in premessa;
  Preso atto che non sono pervenute istanze, osservazioni o pareri da
parte di cittadini, ai sensi dell'art. 6 della legge n. 349/1986, per
la  richiesta di pronuncia sulla compatibilita' ambientale dell'opera
indicata;
  Ritenuto  di dover provvedere ai sensi e per gli effetti del quarto
comma  dell'art.  6  della  legge  n.  349/1986,  alla  pronuncia  di
compatibilita' ambientale dell'opera sopraindicata;

                               Esprime

giudizio  positivo  circa  la  compatibilita' ambientale del progetto
relativo  ai lavori di ammodernamento e adeguamento al tipo 1/A delle
norme  CNR/80  nel  tratto compreso tra il km 108+000 e il km 126+000
dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, da realizzarsi nei comuni di
Montesano  sulla  Marcellana  e  Casalbuono (Salerno) e nel comune di
Lagonegro  (Potenza)  presentata  dall'A.N.A.S.  -  Ufficio  speciale
infrastrutture,   a   condizione   che  si  ottemperi  alle  seguenti
prescrizioni:
    a) le  misure e i presidi di tutela e mitigazione degli impatti e
gli  interventi  di  rinaturazione  previsti  nello studio di impatto
ambientale  e  nel  progetto  e nelle successive integrazioni, con le
modifiche  e  integrazioni  derivanti  dalle  seguenti  prescrizioni,
costituiscono   parte  integrante  del  progetto  e  dovranno  essere
introdotte nei capitolati speciali d'appalto;
    b) per  quanto  riguarda  il tratto km 113\div 116,2, prospicente
l'abitato  di  Casalbuono,  ed  il  tratto  di  km  117,2\div  117,4,
quest'ultimo  denominato  viadotto  "Secco" - sovrappasso s.s. 10, si
dovranno  adottare  le soluzioni alternative presentate dall'A.N.A.S.
con  la  documentazione integrativa prodotta con nota del 18 dicembre
2001  (rispettivamente:  tracciato in galleria e riduzione delle pile
del  viadotto con campata centrale di 62 m). In sede di progettazione
esecutiva  si  dovranno approfondire le problematiche che interessano
la   galleria,   specie   quelle  relative  a:  aspetti  geologici  e
idrogeologici,  smaltimento  e  riutilizzo  del  materiale  di scavo,
sistemi   per  la  sicurezza  d'esercizio,  soprattutto  in  caso  di
incidenti,    cantierizzazione,   impatti   derivanti   dalle   opere
accessorie.  La galleria dovra' comunque essere impermeabilizzata per
limitare i rischi di impatto sulla circolazione idrica sotterranea ed
evitare  l'  effetto  cavo  drenante.  Nel caso del viadotto Noce (km
122\div 122,5), si dovra' verificare la possibilita' di realizzare il
ponte  strallato senza l'interruzione totale del traffico ed evitando
la  realizzazione  della pila nell'alveo di piena. Se tali condizioni
non  fossero  possibili  si  potra'  adottare,  previa  preventiva  e
motivata   comunicazione  al  Ministero,  la  soluzione  inizialmente
proposta, che prevede il rafforzamento delle attuali pile, al fine di
consentire  la  realizzazione  delle  corsie d'emergenza e di rendere
l'opera conforme alle norme antisismiche;
    c) ove  dovessero  essere  ampliati  i  siti  di cava attualmente
autorizzati e/o prevista l'apertura di nuove cave nonche' per tutti i
siti  di  discarica  deve  essere  redatto un progetto dettagliato di
coltivazione  e/o di gestione che stabilisca le volumetrie estraibili
e/o  depositabili,  le  modalita' di coltivazione e di ripristino, le
caratteristiche     geologiche,     geomorfologiche,     geotecniche,
idrogeologiche,   vegetazionali   e   paesaggistiche   del  luogo  di
intervento. Tali attivita' dovranno essere preventivamente sottoposte
alle  previste  procedure  di compatibilita' ambientale regionale. Si
dovra'  inoltre  procedere allo studio delle prevedibili interferenze
ambientali  da  traffico  sui  relativi  itinerari di trasporto degli
inerti  (sicurezza,  capacita'  e  livelli  di servizio, inquinamento
acustico,  atmosferico,  vibratorio,  da  polveri)  e  la conseguente
definizione delle misure mitigative;
    d) per  quanto  riguarda gli interventi di ripristino previsti in
corrispondenza  dei  cantieri,  delle aree di servizio in prossimita'
degli  imbocchi  e  dei viadotti, della viabilita' di servizio per il
nuovo  tracciato,  in sede di progettazione esecutiva dovranno essere
effettuati   approfonditi  rilievi  morfologici  (attraverso  rilievi
topografici)  e dovranno essere definite con precisione le condizioni
di  uso  dei  luoghi  interessati  per ristabilire le condizioni ante
operam.  Tale caratterizzazione dovra' essere effettuata per ciascuna
area  di cantiere. Per gli interventi che interessano le pSIC e negli
alvei  dei  fiumi  Calore  e Noce dovra' essere prodotto un programma
delle  attivita'  di cantiere in cui si tenga conto delle limitazioni
stagionali  legate alla riproduzione delle specie animali interessate
(anfibi, pesci, uccelli), durante la quale si dovranno minimizzare le
interferenze;
    e) dovranno  essere  quantificati  nel  dettaglio i fabbisogni di
terreno  vegetale  necessari per la realizzazione degli interventi di
inserimento  ambientale e paesaggistico, nonche' la disponibilita' di
tale  materiale derivante dalle operazioni di scotico necessarie alla
costruzione  delle  opere  in  esame  o  da lavorazioni eventualmente
presenti  in  aree  limitrofe.  Dovranno  inoltre  essere previste le
modalita'  di  accantonamento di tale materiale in luoghi opportuni e
l'idonea  conservazione  fino alla successiva ricollocazione. Poiche'
il  materiale  dovra'  essere  conservato  presumibilmente  per tempi
lunghi,  dovranno essere realizzati cumuli non troppo grandi (altezza
inferiore  a  2  m), al fine di evitare il verificarsi di alterazioni
fisiche,  chimiche  e  biologiche  del  terreno stesso. Qualora dalle
verifiche  operate  risultasse  che  il  fabbisogno  totale  non  sia
interamente   soddisfatto,  il  substrato  potra'  essere  realizzato
utilizzando  il  materiale proveniente dallo strato piu' superficiale
degli scavi, adeguatamente frantumato e vagliato fino all'ottenimento
di  una  frazione sufficientemente fine. Tale materiale dovra' essere
opportunamente   arricchito   della   frazione   organica  attraverso
l'aggiunta  di  fibre  vegetali  (derivanti  ad  es.  da  impianti di
compostaggio,  dallo  scortecciamento  del  legname proveniente dalle
cartiere,  dalla cippatura del materiale di esbosco forestale, ecc.),
nonche'   di   idonei   ammendanti   organici   a  base  batterica  e
micorrizzica;
    f)  per  tutte  le  opere  a  verde e di ingegneria naturalistica
relative a interventi di inserimento ambientale e paesaggistico, alle
sistemazioni  idrauliche  e  del  suolo,  ai  ripristini  previsti in
corrispondenza  di  cantieri,  discariche, cave, riempimenti, aree di
servizio  in prossimita' degli imbocchi e dei viadotti, viabilita' di
servizio  per  il nuovo tracciato, imbocchi delle gallerie, litosuoli
affioranti   e   tutte   le   scarpate   soggette  a  rimodellamenti,
riprofilature e ripristino si fara' riferimento alle "Linee guida per
capitolati speciali per opere in verde e di ingegneria naturalistica"
del  Ministero  dell'ambiente  (1997).  Fra  le tipologie di tecniche
illustrate  in  quest'ultimo  si  privilegino  quelle  che  impiegano
materiale   vegetale  vivo,  eventualmente  coadiuvato  da  materiale
biodegradabile  (quali legname, geotessuti naturali, matrici in fibre
naturali legate o collanti naturali), evitando il ricorso a materiali
rigidi  o  artificiali.  Fra  le tecniche per il consolidamento delle
scarpate  si  privilegino  piantagioni  di  arbusti pionieri, semine,
viminate,  gradonate,  cordonate  vive,  terre  rinforzate  vive  con
geotessili  naturali in cocco, evitando le terre armate con materiali
artificiali  e  la posa di reti plastiche o metalliche, ove non se ne
dimostrasse   la   improrogabile   necessita'  e  limitatamente  alle
dimensioni  strettamente  indispensabili.  Fra  le  tecniche  per  le
sistemazioni  degli  alvei  si privilegino fascinate e viminate vive,
coperture   diffuse   di   salici,   altre  tecniche  che  utilizzano
essenzialmente  materiali  vegetali vivi. Opere di sostegno, quali le
palificate  vive in legname, devono essere impiegate solo nei casi in
cui  si  dimostri  indispensabile  la  loro  funzione strutturale, di
sostegno  appunto. In ogni caso si deve evitare, o limitare al minimo
indispensabile  in  corrispondenza  di  improrogabili esigenze legate
alle   opere  collocate,  la  limitazione  della  dinamica  naturale,
l'irrigidimento  e  la  canalizzazione  anche  parziale dei tratti di
corsi  d'acqua interessati. Laddove non fossero indispensabili per la
stabilita'  dei  pendii, si eviti di realizzare condizioni favorevoli
al   drenaggio  in  corrispondenza  degli  interventi  di  ingegneria
naturalistica e di ripristino a verde. La tipologia di impianto e gli
standard  vivaistici  da  utilizzare  nella  progettazione esecutiva,
dovranno  favorire  un rapido sviluppo della vegetazione, utilizzando
piante  a  pronto  effetto  o  sedime  forestale  in  funzione  degli
obbiettivi   che   si  vorranno  perseguire:  verde  d'arredo,  verde
schermante,  verde  con  funzione naturalistica, ecc. Tutte le specie
vegetali  che  verranno  utilizzate  dovranno  essere  provenienti da
genotipi  locali.  Le piantagioni di specie arboree utilizzate per le
piantagioni dovranno essere realizzate con esemplari disetanei;
    g) il  progetto  esecutivo dovra' essere accompagnato da un piano
di  monitoraggio  e  manutenzione  della  vegetazione  applicato a un
periodo  di  almeno 10 anni. Nel capitolato speciale d'appalto dovra'
essere  compreso  l'affidamento  di  tale  manutenzione  con relative
modalita',   affidamento  che  dovra'  essere  effettuato  prima  del
collaudo  delle  opere;  il  capitolato  dovra'  inoltre prevedere la
garanzia delle opere a verde, ovvero il reimpianto delle fallanze per
un periodo corrispondente almeno a due stagioni vegetative successive
al  collaudo dei lavori e alla conclusione degli eventuali interventi
di ripristino a garanzia;
    h) durante la demolizione dei viadotti da dismettere, nel caso di
diretta  interferenza  dei  lavori  con  il reticolo idrografico e di
rischio  conseguente di sversamento di materiali di risulta in alveo,
dovra'  essere  previsto,  come  indicato  nello  studio  di  impatto
ambientale,  l'inserimento  di  barriere  rimovibili,  la raccolta in
fosse  impermeabilizzate  e  l'invio  a trattamento appropriato delle
acque di lavorazione e dei liquami di cantiere. Una volta terminati i
lavori   di   demolizione  si  dovra'  provvedere  alla  sistemazione
morfologica   dell'alveo   e  dei  versanti  e  al  ripristino  della
continuita' ecologica. Analoghe accortezze devono essere adottate nei
cantieri  di costruzione dei piloni in alveo dei nuovi viadotti e nei
piloni  di rinforzo del viadotto Noce. In ogni caso, tutti i lavori e
gli  interventi di ripristino che dovessero interessare gli alvei dei
corsi  d'acqua  dovranno essere eseguiti in modo da arrecare il minor
danno  possibile  all'ecosistema  fluviale, adottando anche le misure
gia'  richiamate  nella  prescrizione  n.  4. Particolare cura dovra'
essere poi adottata al ripristino ambientale delle aree soggette alla
costruzione delle pile e delle opere idrauliche connesse, per cui, in
sede  di progettazione esecutiva, dovranno essere prodotte specifiche
tecniche  relative  alla  rinaturazione e al recupero delle biocenosi
dell'habitat  degli  alvei  fluviali che verrebbero degradate da tali
interventi;
    i) le   opere   di   sottoattraversamento   (sottovia  e  tombini
scatolari)   in  sede  di  progettazione  esecutiva  dovranno  essere
concepite  (valutando  corridoi  faunistici,  specie  coinvolte, loro
entita',  modalita'  ed  esigenze  migratorie)  in modo da offrire le
migliori possibilita' per l'attraversamento della fauna interessata e
ad  impedire  l'accesso  della  stessa  sulla  piattaforma  stradale.
Qualora   da  tale  valutazione,  che  dovra'  essere  effettuata  in
collaborazione  con  gli  enti  preposti  alla  gestione  delle  aree
protette attraversate o limitrofe al tracciato, risultasse l'esigenza
di  ulteriori  siti  di  passaggio per la fauna, si dovra' provvedere
all'inserimento di nuove corrispondenti opere di attraversamento. Per
un  tratto  di  50 m a monte e a valle degli imbocchi delle gallerie,
ove  possibile, devono essere collocati filari o fasce arboree ai due
lati  esterni  per  incentivare  l'innalzamento  della  linea di volo
dell'avifauna;
    l)   gli   obiettivi  di  mitigazione  acustica  dovranno  essere
dimensionati con la finalita' di raggiungere, per quanto possibile, i
valori  di qualita' di cui alla tab. D del decreto del Presidente del
Consiglio  dei Ministri 14 novembre 1997, fermo restando, come soglia
inderogabile,  i  limiti  di cui alla tabella C del medesimo decreto.
Nel  caso di compresenza di altre sorgenti acustiche significative si
dovra'  fare  riferimento  alla  tabella B  del  citato  decreto  del
Presidente  del  Consiglio dei Ministri. In corrispondenza del tratto
km  125,5\div  126  lato  sinistro,  ove  corrispondano  problemi  di
superamento  dei valori limite assunti per quanto riguarda il rumore,
anche  a  seguito  delle misure di mitigazione proposte dallo studio,
dovranno  essere  previsti  sistemi  piu'  articolati  di schermatura
(strutture  a sbalzo, diffrattori sommitali, strutture a buffles) che
consentano   il  contenimento  del  rumore  alla  sorgente  stradale,
rendendo  nelle  aree  di  pertinenza  residenziale il clima acustico
rispondente ai limiti di riferimento;
    m) in  sede  di  progettazione  esecutiva si dovra' verificare il
calcolo  delle  vasche  di  sicurezza  idraulica e di quelle di prima
pioggia  sulla  base di una metodologia strettamente quantitativa che
faccia  riferimento  a  quanto  riportato  negli  atti  del  Workshop
"Presidi   idraulici  e  vasche  di  sicurezza  in  ambito  stradale"
organizzato  dal Ministero dell'Ambiente tenutosi a Roma il 13 giugno
2000  (pubblicati  dalla  rivista  Le Strade n. 12 dicembre 2000). Il
dimensionamento   dei   presidi   idraulici  dovra'  essere  condotto
considerando  il  progetto  idraulico dei drenaggi di piattaforma, la
pluviometria  dell'area (coerentemente ai criteri di funzionamento di
tali   presidi   e   ai   tempi   di   gestione   dell'emergenza)   e
l'incidentalita'   attesa   (riferendosi  all'evento  di  sversamento
accidentale  di  inquinante).  Si  assuma  uno  standard di sicurezza
ambientale tale da controllare eventi di sversamento e precipitazione
concomitanti  caratterizzati  da  un  tempo  di  ritorno  dell'evento
combinato  pari  a 40 anni. Per quanto riguarda le vasche di raccolta
degli  sversamenti  accidentali  incidenti  sui  corsi d'acqua Noce e
Calore,   devono   essere  realizzati  bacini,  in  terra  con  fondo
impermeabilizzato  e  adeguatamente  inseriti  nell'ambiente, tali da
raccogliere  le  acque in uscita dalle suddette vasche prima che esse
giungano  a  detti  ricettori  naturali.  In  questi casi, il sistema
vasche-bacini  filtro  deve  essere  dimensionato  in  modo  tale  da
stoccare  un  volume idrico pari a quello drenato dalla superficie di
competenza  della  vasca  di raccolta corrispondente alla portata del
giorno  piu'  piovoso  con  tempo  di ritorno di 100 anni; qualora si
verificasse  insufficienza  di  spazio  adeguato si potra' ridurne la
superficie  massimizzandone comunque il volume. Il progetto esecutivo
dovra'  contenere  il  "piano di gestione, manutenzione e verifica di
funzionalita'  del  sistema  di drenaggio, invaso e trattamento delle
acque   di   origine   meteorica   e   degli   eventuali  sversamenti
accidentali";
    n) per  i  siti  in  cui  sono previsti sistemi di illuminazione,
questi, nel perseguire gli obiettivi tecnici operativi e di sicurezza
della   circolazione,   dovranno   adottare   tecnologie  di  massima
efficienza  energetica  e soluzioni di schermatura che ne minimizzino
le  dispersioni  verso  l'alto  e verso le aree limitrofe e l'intorno
territoriale;
    o) e'   necessario   caratterizzare  i  fanghi  di  decantazione,
depurazione   e   disoleazione  prodotti  dai  cantieri  al  fine  di
sceglierne  le  idonee  modalita'  di  stoccaggio,  pretrattamento  e
smaltimento.  I  cumuli  del  materiale da riutilizzare e di recupero
dovranno  essere  situati  in  zone  lontane  dai  centri  abitati  e
opportunamente protetti dagli agenti atmosferici;
    p) per  quanto  riguarda  le  emissioni  gassose  provenienti dai
camini di ventilazione delle gallerie, ai fini della protezione degli
ecosistemi  e della vegetazione, dovra' essere effettuata la verifica
del  rispetto  dei  valori  limite per il biossido di zolfo e per gli
ossidi  di azoto, indicati rispettivamente agli allegati I e II della
direttiva  comunitaria  1999/30/CE del 22 aprile 1999, sulla base dei
criteri  stabiliti  dal decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351. In
sede  di  progettazione  esecutiva dovranno quindi essere definite le
eventuali misure di mitigazione e controllo;
    q) le soluzioni progettuali conseguenti alle prescrizioni d), f),
h),  m)  e p) (tranne quegli aspetti che non potranno essere definiti
in   fase  progettuale  bensi'  in  corso  d'opera)  dovranno  essere
sottoposte   a  verifica  di  ottemperanza  da  parte  del  Ministero
dell'ambiente prima dell'approvazione del progetto esecutivo;
    r) dovranno essere ottemperate altresi', ove non ricomprese nelle
precedenti, tutte le prescrizioni e raccomandazioni individuate dalle
regioni  Campania,  Basilicata  e  dal  Ministero  per  i  beni  e le
attivita' culturali, riportate integralmente nelle premesse;
  Si  raccomanda  inoltre di concordare con l'Autorita' di Bacino, le
regioni  e  gli  enti  locali  competenti,  la  messa  a  punto  e la
realizzazione di un progetto di riqualificazione del fiume Calore nel
tratto  ricadente  nel  comune  di  Casalbuono,  tale da prevedere la
demolizione  delle  canalizzazioni  e  delle  opere in cemento armato
sostituendole   con   piantagioni   di  specie  tipiche  delle  fasce
interessate  di quegli ambienti fluviali oppure, ove fosse necessario
mantenere   una  sistemazione  idraulica,  con  opere  di  ingegneria
naturalistica;

                               Dispone

che   il  presente  provvedimento  sia  comunicato  all'ANAS  Ufficio
speciale   infrastrutture,   al   Ministero  dei  trasporti  e  delle
infrastrutture  DICOTER  ed  alle  regioni  Campania e Basilicata, le
quali  provvederanno  a  depositarlo  presso  gli uffici istituiti ai
sensi  dell'art.  5,  terzo  comma,  del  decreto  del Presidente del
Consiglio  dei  Ministri  n.  377  del 10 agosto 1988 ed a portarlo a
conoscenza delle altre amministrazioni eventualmente interessate.
    Roma, 18 luglio 2002


                                         Il Ministro dell'ambiente
                                       e della tutela del territorio
                                                Matteoli

Il Ministro per i beni
e le attività culturali
       Urbani